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Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

Natura del linguaggio e dei suoi sottosistemi
Suono

Fonologia
Lessico

Significato

Semantica

Morfologia
Sintassi

Grammatica

Funzioni comunicative
Contesto

Pragmatica

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Discorso
1
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Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

Caratteristiche distintive del linguaggio

Capacità
comunicativa

Linguaggio

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Chi parla una lingua è capace di
produrre una grande varietà di
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numero limitato di unità base di
quella lingua
Arbitrarietà
La relazione tra suoni e significati
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culturalmente
2
5

Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

La posizione innatista sullo sviluppo del linguaggio

Chomsky
(1965)

Dispositivo innato per l’acquisizione del linguaggio
LAD (Language Acquisition Device)
Linguaggio a base biologica, strutturato secondo
una grammatica universale (GU), la quale contiene
la descrizione degli aspetti strutturali condivisi da
tutte le lingue naturali

Indipendente sia
dall’intelligenza
sia dalla capacità
comunicativa

Acquisizione
del linguaggio
Processo attivo
di scoperta di
regole
3

In cui la
competenza
linguistica
precede
l’esecuzione
5

Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

La teoria di Chomsky spiega
• Perché si impara a parlare in maniera rapida
• Perché le tappe dello sviluppo linguistico sono le stesse in
tutte le culture e le classi sociali
• Perché il bambino è in grado di produrre e capire
espressioni mai sentite in precedenza (creatività)
• Perché il linguaggio che il bambino produce è più ricco di
quello a cui è stato esposto (linguaggio infantile≠imitazione
linguaggio adulto)
4
5

Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

La posizione interazionista sullo sviluppo
del linguaggio

Piaget
(1945)

Il linguaggio è un aspetto della capacità simbolica.
Compare nel sesto stadio sensomotorio e segna il
passaggio dall’intelligenza sensomotoria
all’intelligenza rappresentativa

Dipende dallo
sviluppo
cognitivo

Acquisizione
del linguaggio
‘Il bambino impara
facendo’

5

L’esecuzione
precede la
competenza
linguistica
5

Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

La posizione funzionalista sullo sviluppo del
linguaggio: linguaggio e contesto sociale
Comunicazione Relazione di continuità
prelinguistica
Gesti e
vocalizzi

Comparsa del
linguaggio

Prime parole

“Atti linguistici”

(Austin e Searle)

E’ importante distinguere il contenuto proposizionale di una
frase (significato locutivo) e l’intenzione con cui il parlante
pronuncia quella frase (significato illocutivo)
6
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Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

Relazione tra linguaggio e contesto sociale
• Il linguaggio rivolto dagli adulti ai bambini che imparano a
parlare non è l’input impoverito e scorretto che Chomsky
aveva ipotizzato. E’ ben adattato alle ancora limitate
capacità di comprensione del bambino: le frasi sono brevi e
sintatticamente semplici, l’intonazione è esagerata, il lessico
concreto e sono presenti numerose ripetizioni
• L’interazione sociale precoce tra il bambino e chi lo
accudisce è una matrice di significati e di segnali
convenzionali, che confluiscono nella costruzione del codice
linguistico e che aiutano il bambino a “comprendere il
codice” grazie al contesto sociale che l’accompagna
7
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Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

I primi suoni
0-1 mese

2-6 mesi

Suoni di
natura
vegetativa
Vocalizzazioni

• Pianto (di fame, di dolore, di
irritazione)
• Sbadigli, ruttini, gorgoglii
Le vocalizzazioni del bambino si
inseriscono tra i turni verbali del
genitore (proto-conversazioni)

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Lallazione
canonica

Il bambino produce sequenze
consonante-vocale con le stesse
caratteristiche delle sillabe, spesso
ripetute due o più volte, la prosodia

10-12 mesi

Lallazione
variata

Il bambino produce sequenze
sillabiche complesse. Compaiono i
primi suoni simili a parole
8
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Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

Gesti comunicativi
Performativi
o deittici

Esprimono un’intenzione comunicativa e si
riferiscono ad un oggetto-evento che si può
individuare osservando il contesto
(es.: stendere il braccio con la mano aperta e il
palmo in su o in giù; aprire e chiudere ritmicamente
il palmo della mano; indicare)

Chiedere l’intervento o
l’aiuto dell’adulto
Utilizzati
per:

RICHIESTA

Attirare l’attenzione e
condividere con l’adulto
l’interesse per un
evento esterno

DICHIARAZIONE

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Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

Gesti comunicativi
Referenziali o
rappresentativi

Relazione tra
repertorio
gestuale e
vocale nello
sviluppo

Esprimono un’intenzione comunicativa
e rappresentano un referente specifico;
il loro significato non varia sulla base
del contesto.
(es.: agitare le mani per significare “uccello”;
aprire e chiudere la mano per “ciao”; scuotere la
testa per “no”)
Periodo in cui il
bambino usa gesti
referenziali

Periodo in cui il
vocabolario raggiunge le
50 parole

Comparsa delle
prime parole

Diminuzione dell’uso di
gesti referenziali

10
5

Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

Le prime parole
Età di comparsa: tra 11 e 13 mesi
Inizialmente: USO NON REFERENZIALE = Usate in contesti
specifici e ritualizzati
Persone familiari
Si
riferiscono
a

Oggetti familiari
Azioni che il bambino compie abitualmente

Successivamente: USO REFERENZIALE = Usate in una
varietà di situazioni e contesti
11
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Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

Fasi dello sviluppo lessicale

Fase I

12-16
mesi
circa

L’ampiezza del vocabolario si attesta
in media sulle 50 parole

Fase II

17-24
mesi
circa

Maggiore rapidità nell’acquisire nuove
parole
Può assumere la forma di:
ESPLOSIONE DEL VOCABOLARIO

Il ritmo di espansione è di 5 o più parole (fino anche a 40) per
settimana. Alla fine del periodo il vocabolario si attesta
mediamente sulle 300 parole, ma può raggiungere anche 600
parole
12
5

Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

Errori tipici del bambino nelle prime fasi dello
sviluppo lessicale
Errore di
sovraestensione

Il bambino chiama “cane”
qualsiasi animale a quattro
zampe

Errore di
sottoestensione

Il bambino chiama “bambola”
esclusivamente la sua bambola
preferita

Errore di
sovrapposizione

Il bambino usa “aprire” per
riferirsi non soltanto all’azione di
aprire una porta, ma anche
all’azione di accendere la luce
13
5

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Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

Diverse teorie sulla costruzione del significato delle
prime parole
Clark
1973

Il bambino costruisce il significato delle
parole sulla base delle somiglianze
percettive tra gli oggetti o eventi

Nelson
1974

Il bambino categorizza all’inizio le
somiglianze funzionali, cioè l’uso degli
oggetti e le loro proprietà dinamiche.
Ipotesi del NUCLEO FUNZIONALE

Barrett
1989

Il bambino segue strade diverse
nell’acquisire il significato delle parole:
alcune parole vengono apprese in
modo contestualizzato e altre in modo
decontestualizzato
14
5

Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

Regole presenti nelle prime frasi dei bambini (20/24 mesi)
Brown e Frasen (1964) hanno raggruppato in due classi le
parole che compaiono nei medesimi contesti:
Classe
perno

Piccolo numero di parole che ricorrono frequentemente
e sempre in posizione iniziale della frase

Classe
aperta

Tutte le altre parole del vocabolario, che sono più
numerose ma ricorrono meno frequentemente e non
hanno una posizione fissa

Critiche:
• Scarse conferme della presenza della classi perno e aperta
• E’ descritta la struttura sintattica ma viene trascurata la
dimensione semantica
15
5

Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

Stadi nello sviluppo sintattico dei bambini italiani
Antonucci e Parisi (1973) hanno applicato un’analisi
semantica alla produzione linguistica dei bambini che
imparano l’italiano, individuando 2 stadi di sviluppo:

I

I bambini producono espressioni di 2 o più parole che
contengono la struttura nucleare della frase, cioè un
predicato verbale con i suoi argomenti e l’intenzione con
cui si pronuncia la frase

II

La struttura nucleare minima si amplia e include
strutture facoltative, come gli avverbi e le frasi inserite

16
5

Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

Esempi del primo stadio nello sviluppo sintattico
dei bambini italiani
a) tata dà

Claudia dà una bambola a Francesco

b) dà mamma

Claudia vuole una palla dalla mamma

c) mamma iacca

Claudia chiede dell’acqua alla madre

d) dà a nonna bototto

La nonna dà un biscotto a Claudia

e) Acesco a dai a palla

Francesco dà la palla a Claudia

Claudia utilizza sempre lo stesso predicato “dare” ma non è
capace di verbalizzare contemporaneamente i 3 argomenti
del predicato (chi dà, chi riceve e l’oggetto che viene
scambiato).
17
5

Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

Esempi del secondo stadio nello sviluppo sintattico
(analisi semantica)
a) Paola occi ene

Paola oggi viene

b) Io pulisco co tetto

Io pulisco con questo

c) Devo pendee libbi

Devo prendere i libri

Gli avverbi occi e co tetto forniscono informazione aggiuntiva
rispetto ai verbi “venire” e “pulire” rispettivamente. Le frasi
inserite compaiono inizialmente come frasi implicite, con il
verbo all’infinito. Nell’espressione c), pendee libbi è una frase
inserita in modo implicito nella frase principale.
18
5

Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

La lunghezza media dell’enunciato (LME)
Valuta la progressiva crescita della complessità morfosintattica
nelle produzioni verbali infantili nei primi tre anni di vita

Brown
1973

LME

Presupposto: la complessità
della frase può essere valutata in
base al numero degli elementi
che la compongono

Lingua inglese

Lingua italiana

Si calcola il numero di
morfemi per ogni enunciato

Si calcola il numero di parole
per ogni enunciato (LMEp)
19
5

Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

Lo sviluppo morfosintattico
3 anni
Morfologia
verbale

in produzione

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Accordo tra soggetto e verbo
es.: il cane inseguono i gatti

in comprensione

Morfologia
nominale

3 anni

Forme del genere (m/f) e del
numero (singolare/plurale)
relative ai nomi

Morfologia
pronominale

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Pronomi personali

20
5

Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

Differenze individuali nel ritmo di sviluppo del linguaggio
Media

Minimo

Massimo

Età di comparsa delle prime
parole
Ampiezza del vocabolario
a 20 mesi
Comprensione di parole a
8 -10 mesi
Comprensione di parole a
17 - 18 mesi

13
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parole

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Età di comparsa delle prime
frasi

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mesi

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mesi

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mesi

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Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

Differenze individuali nello stile di sviluppo del
linguaggio
Vocabolario composto in
maggioranza da nomi

Referenziale

Sviluppo lessicale più rapido

Katherine
Nelson
Stile di
acquisizione del
linguaggio

Vocabolario composto in
maggioranza da pronomi,
nomi propri e formule per
regolare l’interazione
sociale

Espressivo

Sviluppo sintattico più rapido
22
5

Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

Differenze individuali nello sviluppo della semantica
STILE 1

STILE 2

• Alta proporzione di nomi nelle
prime 50 parole
• Utilizzo di parole singole nel
primo linguaggio
• Imita nomi di oggetti
• Maggiore varietà lessicale
• Utilizzo di elementi dotati di
significato
• Elevato uso di aggettivi
• Uso decontestualizzato di nomi
• Rapida crescita del vocabolario

• Bassa proporzione di nomi nelle
prime 50 parole
• Utilizzo di formule nel primo
linguaggio
• Imita in modo non selettivo
• Minore varietà lessicale
• Utilizzo di suoni senza significato
• Scarso uso di aggettivi
• Uso contestualizzato di nomi
• Lenta crescita del vocabolario

23
5

Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

Differenze individuali nello sviluppo della pragmatica
STILE 1

STILE 2

• Orientamento verso gli
oggetti
• Uso prevalente di intenzione
dichiarativa
• Scarsa varietà di atti
linguistici
• Approccio riflessivo alla
soluzione di problemi

• Orientamento verso le
persone
• Uso prevalente di intenzione
richiestiva
• Alta varietà di atti linguistici
• Approccio impulsivo alla
soluzione di problemi

24
5

Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

Altre differenze individuali nello sviluppo linguistico
STILE 1

STILE 2
FONOLOGIA

• Buona articolazione e intelligibilità
• Orientamento verso la parola
• Pronuncia costante nell’uso della
stessa parola

• Scarsa articolazione e intelligibilità
• Orientamento verso l’intonazione
• Pronuncia variabile nell’uso della
stessa parola

VARIABILI DEMOGRAFICHE
• Genere femminile
• Primogenito
• Livello socio-economico alto

• Genere maschile
• Secondogenito
• Livello socio-economico basso
25
5

Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

Conclusioni
•
•
•

•

Il bambino impara a parlare di solito nei primi 3 anni di
vita
Lo sviluppo completo del linguaggio si verifica in un
tempo assai più lungo
La competenza semantica e sintattica di base viene
padroneggiata già a 3 anni ma importanti e significativi
cambiamenti e progressi si verificano oltre i 5 anni di età
L’uso delle regole morfosintattiche, il passaggio dalla
grammatica della frase a quella del discorso ecc.. sono
eventi che richiedono tempo e vanno di pari passo col
progredire
delle
capacità
cognitive
e
della
scolarizzazione.
5

Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

La consapevolezza metalinguistica
Capacità di trattare le forme del linguaggio come oggetto di
Analisi, considerarle per se stesse piuttosto che come veicolo
di intenzioni e significati
Verbi che si riferiscono a
stati mentali

Credere, pensare,
immaginare, dubitare

Verbi che si riferiscono
ad atti linguistici

Pregare, maledire,
promettere, ordinare

Termini con cui ci si
riferisce a parti o unità
del codice linguistico

Parole, frasi, sillabe,
lettere
27
5

Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

Giocare con i suoni e le parole nei primi anni di vita
Studio di
Ruth Weir
(1962)

Audioregistrazione dei soliloqui prodotti dal figlio
di 2 anni e mezzo quando veniva lasciato nella
propria stanza prima di addormentarsi
Il bambino utilizza il linguaggio
anche in assenza di stimoli
comunicativi

ESEMPIO
1) Quale colore
2) Quale colore la coperta
3) Quale colore la scopa
3) Quale colore il vetro

• Gioca con i suoni e con le
parole
• Si esercita con le forme
linguistiche che sta imparando
(trascurando i contenuti)
28
5

Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

Abilità implicate nel produrre e comprendere un
messaggio (comunicazione referenziale)
Abilità
percettive

Differenziare gli attributi del referente
da quelli dei non referenti

Abilità di
confronto

Identificare somiglianze e differenze
tra referente e non referenti

Abilità di
memoria

Ricordare gli attributi criteriali per
descriverli verbalmente

Abilità
linguistiche

Verbalizzare gli attributi criteriali
29
5

Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

Fasi nel processo di conoscenza della lettura e
della scrittura secondo Ferreiro e Teberosky (1979)
Fase presillabica

Imparare a leggere e a
scrivere è un processo
conoscitivo. Il bambino fa
delle ipotesi che vengono
vagliate e eventualmente
abbandonate quando
entrano in conflitto con i
dati dell’esperienza, finché
acquisisce le regole del
sistema convenzionale
adulto

Fase sillabica
Fase
sillabico-alfabetica
Fase alfabetica
30
5

Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007

Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione

Fasi del processo di acquisizione della lettura Utha Frith (1985)
a) Fase logografica: i bambini sono già in grado di riconoscere alcune parole,
brevi e molto frequenti che fanno parte delle loro esperienze quotidiane.
Queste parole, però, sono riconosciute come configurazioni globali
(Logogen).
b) Fase alfabetica: i bambini apprendono le regole di conversione grafemafonema. In questa fase, si ha la tipica lettura lettera-per-lettera o sillabaper-sillaba, con una fusione difficoltosa dei singoli fonemi.
c) Fase ortografica: i bambini si creano un lessico ortografico di entrata, cioè
un magazzino di tracce mnestiche, in cui le parole sono associate a
rappresentazioni astratte, ormai indipendenti dalle caratteristiche
percettive dello stimolo visivo, che si attivano globalmente e
automaticamente durante la lettura.
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Sviluppo linguaggio

  • 1. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione Natura del linguaggio e dei suoi sottosistemi Suono Fonologia Lessico Significato Semantica Morfologia Sintassi Grammatica Funzioni comunicative Contesto Pragmatica Conversazione Discorso 1
  • 2. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione Caratteristiche distintive del linguaggio Capacità comunicativa Linguaggio Creatività Chi parla una lingua è capace di produrre una grande varietà di messaggi combinando tra loro un numero limitato di unità base di quella lingua Arbitrarietà La relazione tra suoni e significati è arbitraria: il significato non può essere ricavato dalla forma del suono, pertanto deve essere appreso e trasmesso culturalmente 2
  • 3. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione La posizione innatista sullo sviluppo del linguaggio Chomsky (1965) Dispositivo innato per l’acquisizione del linguaggio LAD (Language Acquisition Device) Linguaggio a base biologica, strutturato secondo una grammatica universale (GU), la quale contiene la descrizione degli aspetti strutturali condivisi da tutte le lingue naturali Indipendente sia dall’intelligenza sia dalla capacità comunicativa Acquisizione del linguaggio Processo attivo di scoperta di regole 3 In cui la competenza linguistica precede l’esecuzione
  • 4. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione La teoria di Chomsky spiega • Perché si impara a parlare in maniera rapida • Perché le tappe dello sviluppo linguistico sono le stesse in tutte le culture e le classi sociali • Perché il bambino è in grado di produrre e capire espressioni mai sentite in precedenza (creatività) • Perché il linguaggio che il bambino produce è più ricco di quello a cui è stato esposto (linguaggio infantile≠imitazione linguaggio adulto) 4
  • 5. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione La posizione interazionista sullo sviluppo del linguaggio Piaget (1945) Il linguaggio è un aspetto della capacità simbolica. Compare nel sesto stadio sensomotorio e segna il passaggio dall’intelligenza sensomotoria all’intelligenza rappresentativa Dipende dallo sviluppo cognitivo Acquisizione del linguaggio ‘Il bambino impara facendo’ 5 L’esecuzione precede la competenza linguistica
  • 6. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione La posizione funzionalista sullo sviluppo del linguaggio: linguaggio e contesto sociale Comunicazione Relazione di continuità prelinguistica Gesti e vocalizzi Comparsa del linguaggio Prime parole “Atti linguistici” (Austin e Searle) E’ importante distinguere il contenuto proposizionale di una frase (significato locutivo) e l’intenzione con cui il parlante pronuncia quella frase (significato illocutivo) 6
  • 7. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione Relazione tra linguaggio e contesto sociale • Il linguaggio rivolto dagli adulti ai bambini che imparano a parlare non è l’input impoverito e scorretto che Chomsky aveva ipotizzato. E’ ben adattato alle ancora limitate capacità di comprensione del bambino: le frasi sono brevi e sintatticamente semplici, l’intonazione è esagerata, il lessico concreto e sono presenti numerose ripetizioni • L’interazione sociale precoce tra il bambino e chi lo accudisce è una matrice di significati e di segnali convenzionali, che confluiscono nella costruzione del codice linguistico e che aiutano il bambino a “comprendere il codice” grazie al contesto sociale che l’accompagna 7
  • 8. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione I primi suoni 0-1 mese 2-6 mesi Suoni di natura vegetativa Vocalizzazioni • Pianto (di fame, di dolore, di irritazione) • Sbadigli, ruttini, gorgoglii Le vocalizzazioni del bambino si inseriscono tra i turni verbali del genitore (proto-conversazioni) 6-7 mesi Lallazione canonica Il bambino produce sequenze consonante-vocale con le stesse caratteristiche delle sillabe, spesso ripetute due o più volte, la prosodia 10-12 mesi Lallazione variata Il bambino produce sequenze sillabiche complesse. Compaiono i primi suoni simili a parole 8
  • 9. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione Gesti comunicativi Performativi o deittici Esprimono un’intenzione comunicativa e si riferiscono ad un oggetto-evento che si può individuare osservando il contesto (es.: stendere il braccio con la mano aperta e il palmo in su o in giù; aprire e chiudere ritmicamente il palmo della mano; indicare) Chiedere l’intervento o l’aiuto dell’adulto Utilizzati per: RICHIESTA Attirare l’attenzione e condividere con l’adulto l’interesse per un evento esterno DICHIARAZIONE 9
  • 10. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione Gesti comunicativi Referenziali o rappresentativi Relazione tra repertorio gestuale e vocale nello sviluppo Esprimono un’intenzione comunicativa e rappresentano un referente specifico; il loro significato non varia sulla base del contesto. (es.: agitare le mani per significare “uccello”; aprire e chiudere la mano per “ciao”; scuotere la testa per “no”) Periodo in cui il bambino usa gesti referenziali Periodo in cui il vocabolario raggiunge le 50 parole Comparsa delle prime parole Diminuzione dell’uso di gesti referenziali 10
  • 11. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione Le prime parole Età di comparsa: tra 11 e 13 mesi Inizialmente: USO NON REFERENZIALE = Usate in contesti specifici e ritualizzati Persone familiari Si riferiscono a Oggetti familiari Azioni che il bambino compie abitualmente Successivamente: USO REFERENZIALE = Usate in una varietà di situazioni e contesti 11
  • 12. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione Fasi dello sviluppo lessicale Fase I 12-16 mesi circa L’ampiezza del vocabolario si attesta in media sulle 50 parole Fase II 17-24 mesi circa Maggiore rapidità nell’acquisire nuove parole Può assumere la forma di: ESPLOSIONE DEL VOCABOLARIO Il ritmo di espansione è di 5 o più parole (fino anche a 40) per settimana. Alla fine del periodo il vocabolario si attesta mediamente sulle 300 parole, ma può raggiungere anche 600 parole 12
  • 13. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione Errori tipici del bambino nelle prime fasi dello sviluppo lessicale Errore di sovraestensione Il bambino chiama “cane” qualsiasi animale a quattro zampe Errore di sottoestensione Il bambino chiama “bambola” esclusivamente la sua bambola preferita Errore di sovrapposizione Il bambino usa “aprire” per riferirsi non soltanto all’azione di aprire una porta, ma anche all’azione di accendere la luce 13
  • 14. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione Diverse teorie sulla costruzione del significato delle prime parole Clark 1973 Il bambino costruisce il significato delle parole sulla base delle somiglianze percettive tra gli oggetti o eventi Nelson 1974 Il bambino categorizza all’inizio le somiglianze funzionali, cioè l’uso degli oggetti e le loro proprietà dinamiche. Ipotesi del NUCLEO FUNZIONALE Barrett 1989 Il bambino segue strade diverse nell’acquisire il significato delle parole: alcune parole vengono apprese in modo contestualizzato e altre in modo decontestualizzato 14
  • 15. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione Regole presenti nelle prime frasi dei bambini (20/24 mesi) Brown e Frasen (1964) hanno raggruppato in due classi le parole che compaiono nei medesimi contesti: Classe perno Piccolo numero di parole che ricorrono frequentemente e sempre in posizione iniziale della frase Classe aperta Tutte le altre parole del vocabolario, che sono più numerose ma ricorrono meno frequentemente e non hanno una posizione fissa Critiche: • Scarse conferme della presenza della classi perno e aperta • E’ descritta la struttura sintattica ma viene trascurata la dimensione semantica 15
  • 16. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione Stadi nello sviluppo sintattico dei bambini italiani Antonucci e Parisi (1973) hanno applicato un’analisi semantica alla produzione linguistica dei bambini che imparano l’italiano, individuando 2 stadi di sviluppo: I I bambini producono espressioni di 2 o più parole che contengono la struttura nucleare della frase, cioè un predicato verbale con i suoi argomenti e l’intenzione con cui si pronuncia la frase II La struttura nucleare minima si amplia e include strutture facoltative, come gli avverbi e le frasi inserite 16
  • 17. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione Esempi del primo stadio nello sviluppo sintattico dei bambini italiani a) tata dà Claudia dà una bambola a Francesco b) dà mamma Claudia vuole una palla dalla mamma c) mamma iacca Claudia chiede dell’acqua alla madre d) dà a nonna bototto La nonna dà un biscotto a Claudia e) Acesco a dai a palla Francesco dà la palla a Claudia Claudia utilizza sempre lo stesso predicato “dare” ma non è capace di verbalizzare contemporaneamente i 3 argomenti del predicato (chi dà, chi riceve e l’oggetto che viene scambiato). 17
  • 18. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione Esempi del secondo stadio nello sviluppo sintattico (analisi semantica) a) Paola occi ene Paola oggi viene b) Io pulisco co tetto Io pulisco con questo c) Devo pendee libbi Devo prendere i libri Gli avverbi occi e co tetto forniscono informazione aggiuntiva rispetto ai verbi “venire” e “pulire” rispettivamente. Le frasi inserite compaiono inizialmente come frasi implicite, con il verbo all’infinito. Nell’espressione c), pendee libbi è una frase inserita in modo implicito nella frase principale. 18
  • 19. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione La lunghezza media dell’enunciato (LME) Valuta la progressiva crescita della complessità morfosintattica nelle produzioni verbali infantili nei primi tre anni di vita Brown 1973 LME Presupposto: la complessità della frase può essere valutata in base al numero degli elementi che la compongono Lingua inglese Lingua italiana Si calcola il numero di morfemi per ogni enunciato Si calcola il numero di parole per ogni enunciato (LMEp) 19
  • 20. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione Lo sviluppo morfosintattico 3 anni Morfologia verbale in produzione 7 anni Accordo tra soggetto e verbo es.: il cane inseguono i gatti in comprensione Morfologia nominale 3 anni Forme del genere (m/f) e del numero (singolare/plurale) relative ai nomi Morfologia pronominale 3-4 anni Pronomi personali 20
  • 21. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione Differenze individuali nel ritmo di sviluppo del linguaggio Media Minimo Massimo Età di comparsa delle prime parole Ampiezza del vocabolario a 20 mesi Comprensione di parole a 8 -10 mesi Comprensione di parole a 17 - 18 mesi 13 mesi 50 parole 30 parole 8 mesi 22 parole 18 mesi 628 parole nessuna 200 215 22 398 Età di comparsa delle prime frasi 20 mesi 14 mesi 24 mesi 21
  • 22. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione Differenze individuali nello stile di sviluppo del linguaggio Vocabolario composto in maggioranza da nomi Referenziale Sviluppo lessicale più rapido Katherine Nelson Stile di acquisizione del linguaggio Vocabolario composto in maggioranza da pronomi, nomi propri e formule per regolare l’interazione sociale Espressivo Sviluppo sintattico più rapido 22
  • 23. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione Differenze individuali nello sviluppo della semantica STILE 1 STILE 2 • Alta proporzione di nomi nelle prime 50 parole • Utilizzo di parole singole nel primo linguaggio • Imita nomi di oggetti • Maggiore varietà lessicale • Utilizzo di elementi dotati di significato • Elevato uso di aggettivi • Uso decontestualizzato di nomi • Rapida crescita del vocabolario • Bassa proporzione di nomi nelle prime 50 parole • Utilizzo di formule nel primo linguaggio • Imita in modo non selettivo • Minore varietà lessicale • Utilizzo di suoni senza significato • Scarso uso di aggettivi • Uso contestualizzato di nomi • Lenta crescita del vocabolario 23
  • 24. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione Differenze individuali nello sviluppo della pragmatica STILE 1 STILE 2 • Orientamento verso gli oggetti • Uso prevalente di intenzione dichiarativa • Scarsa varietà di atti linguistici • Approccio riflessivo alla soluzione di problemi • Orientamento verso le persone • Uso prevalente di intenzione richiestiva • Alta varietà di atti linguistici • Approccio impulsivo alla soluzione di problemi 24
  • 25. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione Altre differenze individuali nello sviluppo linguistico STILE 1 STILE 2 FONOLOGIA • Buona articolazione e intelligibilità • Orientamento verso la parola • Pronuncia costante nell’uso della stessa parola • Scarsa articolazione e intelligibilità • Orientamento verso l’intonazione • Pronuncia variabile nell’uso della stessa parola VARIABILI DEMOGRAFICHE • Genere femminile • Primogenito • Livello socio-economico alto • Genere maschile • Secondogenito • Livello socio-economico basso 25
  • 26. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione Conclusioni • • • • Il bambino impara a parlare di solito nei primi 3 anni di vita Lo sviluppo completo del linguaggio si verifica in un tempo assai più lungo La competenza semantica e sintattica di base viene padroneggiata già a 3 anni ma importanti e significativi cambiamenti e progressi si verificano oltre i 5 anni di età L’uso delle regole morfosintattiche, il passaggio dalla grammatica della frase a quella del discorso ecc.. sono eventi che richiedono tempo e vanno di pari passo col progredire delle capacità cognitive e della scolarizzazione.
  • 27. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione La consapevolezza metalinguistica Capacità di trattare le forme del linguaggio come oggetto di Analisi, considerarle per se stesse piuttosto che come veicolo di intenzioni e significati Verbi che si riferiscono a stati mentali Credere, pensare, immaginare, dubitare Verbi che si riferiscono ad atti linguistici Pregare, maledire, promettere, ordinare Termini con cui ci si riferisce a parti o unità del codice linguistico Parole, frasi, sillabe, lettere 27
  • 28. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione Giocare con i suoni e le parole nei primi anni di vita Studio di Ruth Weir (1962) Audioregistrazione dei soliloqui prodotti dal figlio di 2 anni e mezzo quando veniva lasciato nella propria stanza prima di addormentarsi Il bambino utilizza il linguaggio anche in assenza di stimoli comunicativi ESEMPIO 1) Quale colore 2) Quale colore la coperta 3) Quale colore la scopa 3) Quale colore il vetro • Gioca con i suoni e con le parole • Si esercita con le forme linguistiche che sta imparando (trascurando i contenuti) 28
  • 29. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione Abilità implicate nel produrre e comprendere un messaggio (comunicazione referenziale) Abilità percettive Differenziare gli attributi del referente da quelli dei non referenti Abilità di confronto Identificare somiglianze e differenze tra referente e non referenti Abilità di memoria Ricordare gli attributi criteriali per descriverli verbalmente Abilità linguistiche Verbalizzare gli attributi criteriali 29
  • 30. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione Fasi nel processo di conoscenza della lettura e della scrittura secondo Ferreiro e Teberosky (1979) Fase presillabica Imparare a leggere e a scrivere è un processo conoscitivo. Il bambino fa delle ipotesi che vengono vagliate e eventualmente abbandonate quando entrano in conflitto con i dati dell’esperienza, finché acquisisce le regole del sistema convenzionale adulto Fase sillabica Fase sillabico-alfabetica Fase alfabetica 30
  • 31. 5 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo del linguaggio e della comunicazione Fasi del processo di acquisizione della lettura Utha Frith (1985) a) Fase logografica: i bambini sono già in grado di riconoscere alcune parole, brevi e molto frequenti che fanno parte delle loro esperienze quotidiane. Queste parole, però, sono riconosciute come configurazioni globali (Logogen). b) Fase alfabetica: i bambini apprendono le regole di conversione grafemafonema. In questa fase, si ha la tipica lettura lettera-per-lettera o sillabaper-sillaba, con una fusione difficoltosa dei singoli fonemi. c) Fase ortografica: i bambini si creano un lessico ortografico di entrata, cioè un magazzino di tracce mnestiche, in cui le parole sono associate a rappresentazioni astratte, ormai indipendenti dalle caratteristiche percettive dello stimolo visivo, che si attivano globalmente e automaticamente durante la lettura. 31