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Il Format Narrativo “Le avventure di Hocus e Lotus”

COME i bambini apprendono
efficacemente una lingua
straniera?

Sabine Pirchio, Ylenia Passiatore, Traute Taeschner

False credenze sull’apprendimento
linguistico

False credenze sull’apprendimento
linguistico

Le lingue si
I bambini amano
Nessuna in
apprendono meglioricerca conferma il giocare
+
età precoce terzo assunto.
Sono altri i fattori che
promuovono l’apprendimento

L’apprendimento linguistico è dato dal divertimento

Eventualmente è vero il contrario
Le lingue si
apprendono
attraverso il gioco

Per potersi divertire con uno scherzo o ridere per una
battuta è necessario essere fluente nella lingua

sp3

Qual è la base dell’apprendimento linguistico?
Una buona relazione sociale (= buona
comunicazione = affetto) è essenziale per
l’apprendimento linguistico.
Questo è il primo principio della presente
metodologia: il format narrativo con Hocus e Lotus.

La base teorica del modello
educativo(Principio I: l’Affetto)
Obiettivo: ricostruire le condizioni relazionali e affettive
che costituiscono la cornice dell’apprendimento della
lingua.
La scuola elementare è
organizzata per migliorare le
Perché non si inizia ad
Dove, con chi, ed in
competenze linguistiche di
imparare a parlare
persone situazione i
quale che sanno già
parlare.
nella scuola
bambini apprendono
Mancano le condizioni di
elementare?
a parlare?
base per permettere di
innescare il processo di
acquisizione del linguaggio.

sp4

1
Diapositiva 6
sp3

La situazione classe non ha le caratteristiche che permettono l'acquisizione di una lingua.
? quando e in che situazioni si impara a parlare
? cosa succede quando guardo qualcuno che distoglie lo sguardo
?perchè si crea una sensazione di disagio
il nostro viso ci è nascosto, non lo vediamo...
INTERSOGGETTIVITA'
Sabine Pirchio ; 17/03/2004

sp4

CON LA NARRAZIONE DIVENTA TUTTO PIU' FACILE.
MENTE NARRATIVA
Sabine Pirchio ; 17/03/2004
Vedo fino alle mie spalle

Come inizia una relazione?

Guardiamoci!
Cosa vedo di
me stessa?

Qual è la cosa più
interessante al
mondo?

Non posso vedere il mio volto!
Posso vedere i vostri volti mentre parlo e voi potete
vedere il mio. Voi sapete di più di me, ad esempio, che
aspetto ho in questo momento rispetto a quanto io
stessa so di me stessa. E’ lo sguardo degli altri su di noi
che ci dice qualcosa di noi.
Guardarvi significa: per me esistete. Non guardarvi
significa: per me non esistete. Per questo è così
importante: guardando l’altro noi gli diamo esistenza,
un’esistenza sociale. Esistere socialmente è cruciale
perchè significa sopravvivere.
Questo fenomeno ha il nome di intersoggettività: essere
consapevoli l’uno dell’altro, della sua soggettività. E’ il
modo in cui si entra in contatto.

Cos’è la motivazione a parlare?
Questa è la motivazione a parlare: entrare in
contatto con una persona, iniziare e voler
continuare il contatto, amare il contatto e quindi
(a causa di ciò) voler parlare con quella persona,
per mantenere il contatto.
Creiamo questo contatto guardandoci l’un l’altro!

Non mi vedo in viso!
Il viso è la parte più interessante. E’ dove puoi
vedere le mie espressioni e leggere i miei pensieri
(o almeno interpretare le mie espressioni). Il
nostro volto e la postura del corpo dicono molto
di noi.

La base teorica del modello educativo
(I principio)
Il principio della buona comunicazione
Il buon processo comunicativo porta a voler
bene all'insegnante; vi ha luogo
l’intersoggettività e l’alternanza dei turni
di conversazione.
Nasce così la motivazione a parlare

La nostra strategia comunicativa: guardare al
cerchio
Il cerchio permette all’insegnante di guardare ogni
bambino, l’uno dopo l’altro, da destra a sinistra, per un
breve momento. In questo breve momento passa il
messaggio “Tu esisti per me”.
Guardare i bambini uno dopo l’altro ed avere il loro
contatto visivo per un breve momento, significa che ogni
bambino sa che il suo turno arriverà e il bambino aspetta
che arrivi questo momento.
Il bambino aspetta che la sua insegnante lo guardi.
Questo è il momento del contatto, dell’intersoggettività,
il momento dell’amore. L’inizio della motivazione per
apprendere la nuova lingua.

2
La base teorica del modello educativo
(II principio)
Il principio del bilinguismo
La comprensione della L2 nel bambino passa
attraverso la produzione della L2 da parte
dell’insegnante.
Viceversa, la produzione in L2 da parte del bambino
passa soprattutto attraverso la comprensione della
L2 da parte dell’insegnante.
Questa è la motivazione a parlare L2

Comprensione
Quando l’altro parla io faccio uno sforzo nel
capire cosa sta dicendo: sto imparando a capire.
Quando arriva il mio turno per parlare io devo
provare a capire quale lingua il mio interlocutore
capisce. Infatti, se io parlo è perché voglio essere
capito. Voglio essere sicuro che lui/lei mi capirà
altrimenti parlare non avrebbe senso.

Che cosa possiamo fare?
L’unico modo è far credere al bambino che
quando l’insegnante assume il ruolo immaginario
può capire magicamente solo la lingua da
apprendere.
Questa strategia è possibile nel mondo della
magia, della narrazione, delle storie.

Una falsa credenza nell’insegnamento della
seconda lingua
C’è una credenza generale rispetto al fatto che la
produzione in L2 dell’educatore induca la
produzione in L2 in chi apprende.
Questo è un’errore. È molto semplice e non
bisogna lasciare per ultimi due aspetti cruciali
nella comunicazione linguistica:
–
–

a) il processo della comprensione della lingua
b) la presa di decisione circa la scelta della lingua.

Presa di decisione tipica dei bilingui: quale
lingua parlare?
Se sono consapevole che tu capisci molto bene la mia
prima lingua perché dovrei parlare con te in una lingua
che praticamente non conosco? Io raggiungo meglio il
mio obiettivo (il quale è che tu capisca cosa ti sto
dicendo) se io ti parlo la mia prima lingua.
NON C’E’ MODO DI CONVINCERE UN BAMBINO A
PARLARE LA LINGUA B QUANDO EGLI PERFETTAMENTE
SA CHE L’INSEGNANTE COMPRENDE LA LINGUA A.

Ecco la strategia per risolvere la difficoltà
legata alla scelta linguistica!

Il principio del bilinguismo in pratica
La maglietta magica è usata come un ponte tra il
mondo reale dove è parlata la L1 e il mondo
immaginario dove è parlata la lingua nuova.
È importante dare un segno tangibile della transizione
dal mondo reale a quello immaginario, poiché rende
più facile l’immaginazione.

3
Ora parlo e capisco solo la L2
Indossando la maglietta magica l’insegnante rende chiaro il
messaggio: ora sono nel mondo di Hocus e Lotus e parlo e
capisco solo la loro lingua.
Anche i bambini, indossando la maglietta magica, entrano
nel mondo di Hocus e Lotus e vivono insieme all’educatore
le loro avventure.
Pertanto, i bambini ricevono il messaggio dell’efficacia del
loro linguaggio in L2 capiscono e parlano solo la lingua di
Hocus e Lotus (la lingua target).

Perché le inferenze sono così
importanti?
Perché
le
inferenze
che
riguardano
il
comportamento del partner interagente conducono
all’acquisizione delle intenzioni. Ciò è di cruciale
importanza poiché le intenzioni sono un prerequisito
fondamentale per iniziare a parlare.
Nel fare inferenze il mio cervello mi suggerisce
intenzioni che si trasformeranno in azioni verbali
dicendo qualcosa al mio interlocutore.
Senza esperienze ripetute condivise è abbastanza
impossibile fare inferenze o presupposizioni riguardo
il comportamento dell’altro e di conseguenza
impossibile avere intenzioni ed iniziare a parlare.

Il Format in breve
Durante il format le routine sono condivise;
Durante il format sono presenti le inferenze, le
presupposizioni e le intenzioni;
Durante il format i partners esercitano il turntaking;
Durante il format i legami affettivi si verificano
attraverso la buona comunicazione.

La base teorica del modello educativo
(III principio)
Il Format (Bruner, 1975) è definito come
una routinepresupposizioni riguardo
Le di esperienze condivise: è il
modo per apprendere qualcosa sull’altro e
il comportamento del partner
interagente
sul mondo.
sono il risultato di esperienze
condivise
La ripetizione di esperienze condivise produce

nel nostro cervello inferenze e presupposizioni
sul comportamento del partner con il quale si
interagisce.

Il format si riferisce alla
diade madre - bambino; durante il
format è presente il turn-taking.
Durante il format la madre ed il bambino iniziano a
conoscersi e ad amarsi l’un l’altro.
Durante il format è presente il turn-taking. Il turntaking è tipico delle interazioni diadiche: io parlo e tu
ascolti; successivamente io mi interrompo a parlare
ed inizio ad ascoltare mentre tu inizi a parlare,
rispondendo a ciò che io ti dico. Questo è un primo
turno. Una conversazione va avanti in questo modo,
ogni partner della conversazione ha il suo turno.

Il primo impatto con la ripetizione
Questo è il nostro primo impatto con l’importanza
della ripetizione. La ripetizione è necessaria per
l’apprendimento. È la ripetizione, la routine, che
permettono al bambino di conoscere la madre e
viceversa. È su questa conoscenza acquisita
attraverso la routine che noi possiamo andare avanti
nell’aprendere altre conoscenze.
Solo pochi format ripetuti prontamente e
frequentemente all’interno di una relazione basata
sulla buona comunicazione sono alla base della
costruzione della conoscenza e del linguaggio.

4
Non solo un format, ma un format
narrativo

Dal Format al Format Narrativo
Le routine messe in atto all’interno dell’ambiente
scolastico non sono molte, in quanto, generalmente,
tale contesto è abbastanza povero: quattro mura,
qualche finestra, una lavagna, sedie, etc…
Fortunatamente abbiamo un’immaginazione forte e
ricca. La nostra immaginazione può portare un intero
mondo all’interno di una classe.
La nostra immaginazione può essere facilmente
organizzata e se si presenta in una sequenza di
eventi che conducono ad un evento finale, si ha una
narrazione..

Cosa succede durante il Format
Narrativo

F1
54

F2
121

Un format narrativo è una breve storia basata su
esperienze di vita reali (nelle nostre storie di Hocus e
Lotus noi raccontiamo le esperienze di vita dei
bambini);

La base teorica del modello educativo
(IV principio)

1. Drammatizzazione (Acting out) di piccole storie;
2. Le storie sono ripetutamente drammatizzate
(attività condivise routinariamente);
3. Le storie seguono la vita dei bambini e conducono
a inferenze, presupposizioni e intenzioni;
4. Fare la drammatizzazione incoraggia il legame ed
il contatto emotivo;
5. Il cambiamento dei ruoli nella storia permette il
turn - taking;
6. I gesti, le espressioni facciali e la struttura della
storia permette di capire le parole e le frasi.

input

Una narrazione è una sequenza di eventi legati che
culminano in un evento finale (una storia).

La progressione linguistica
Il processo di strutturazione della frase è
legato alla ripetizione del format e segue le
fasi di acquisizione della L1.
La scelta del vocabolario dipende dall’evento,
e dalla progressione lessicale che si verifica
attraverso la somma dei format.

F3
104

Attività in classe e strategie
Rito di entrata
L’insegnante ed i bambini indossano la maglietta magica,
successivamente ci sarà il passaggio dal mondo reale dove
viene parlata la L1 al mondo immaginario della L2.

54
conoscenza

79

60

54

133

193

Acting out
L’insegnante racconta la storia attraverso l’acting out con
gesti, espressioni facciali, postura del corpo ed invitando i
bambini a ripetere le azioni, le parole e le frasi prodotte dai
personaggi della storia.
È così creata un’attività teatrale dove ciascun bambino
interpreta tutti i ruoli dei personaggi con un uso adeguato
di espressioni mimiche e dei gesti.

5
Attività in classe

Un esempio di acting-out…
Questi bambini
apprendono
prontamente il
format. La funzione
dell’insegnante è di
guida e supporto
alla produzione dei
bambini

Ascoltare e cantare il mini-miusical
Le canzoni seguono la storia narrata e vissuta.
Leggere con a ricordare le espressioni linguistiche
La ripetizione aiutal’aiuto delle immagini e
dell’acting out. canzone aiuta il processo
cantare la
di acquisizione linguistica poiché
La comprensione è garantita accompagnando la canzone
con I gesti prodotti durante l’acting out.
essi sono riferiti all’esperienza

La partecipazione
e l’autonomia dei
bambini cambia
durante le
ripetizioni.

vissuta dal bambino durante
Leggere il libro
l’acting condivisa di alcune storie giò
La narrazione out (approccio pragmatico). agite e cantate
assieme permette di ripercorrere la storia in differenti
modalità le quali ampliano e raffrozano I concetti appresi
nella nuova lingua.
Esso permette di apprendere la scrittura della nuova
lingua proponendo esercizi ed attività in lingua.

L’utilizzo del Format Narrativo
Dall’asilo nido alla scuola fino alla scuola secondaria
di primo grado per l’insegnamento di una seconda
lingua
Nella scuola dell’infanzia, primaria e per gli
adolescenti immigrati per l’insegnamento dell’italiano
come L2
A scuola e in centri di intervento sul linguaggio per i
bambini “late talkers” o con specifici disturbi del
linguaggio
A casa per l’apprendimento di una seconda lingua

Procedura della ricerca
Partecipanti: 40 ragazzi (27 maschi e 13 femmine) di età compresa
tra 11 e 18 anni suddivisi in 3 gruppi

1.

2.

Strumenti:
analisi della produzione lessicale attraverso una prova di
denominazione di figure (70 figure) corrispondenti a 1/6 del lessico
dell’input totale.
denominazione di altri elementi conosciuti per ciascuna figura
Codifica: 1 punto per ogni risposta corretta e per ogni elemento in
più denominato dal ragazzo (venivano considerati anche i sinonimi)

“Le parole per raccontarmi”

1.
2.
3.

Programma educativo per diminuire il disagio creato dagli
ingressi “a freddo” degli adolescenti immigrati nelle scuole
italiane.
Obiettivi:
creare una prima buona relazione con l’istituzione scolastica
italiana
creare le basi per innescare il processo di apprendimento
della nuova lingua attraverso il FN
Valutare l’andamento scolastico dei gruppi partecipanti
Accoglienza dei ragazzi immigrati presso l’Istituto Razzetti
per 3 settimane e successivo inserimento scolastico

Risultati
Pre – test: 30 parole in media utilizzate per
denominare le figure.
Post – test: 70 parole in media utilizzate per
denominare le figure.
Tutti i ragazzi hanno aumentato il loro
vocabolario e l’intervallo tra il minimo e il
massimo apprendimento varia dalle 24
parole alle 77.

6
Risultati

Risultati

il punteggio ottenuto al pre-test è altamente correlato
con le competenze in italiano con cui i ragazzi
escono dall’istituto, ossia il risultato ottenuto al posttest.
il numero di parole italiane che i ragazzi imparano
nelle tre settimane di accoglienza non è correlato in
maniera statisticamente significativa con le
conoscenze iniziali.
A qualunque livello si trovino le competenze iniziali,
con il modello del format narrativo tutti apprendono
nella stessa misura ciò che viene insegnato.

Risultati

l’età non è correlata in maniera statisticamente
significativa con le variabili prese in considerazione.
Le correlazioni tra l’età e il punteggio al pre-test, l’età
e il punteggio al post-test e l’età e l’apprendimento
linguistico tra il pre-test ed il post-test sono deboli e
non statisticamente significative.
Sebbene le femmine ottengano punteggi superiori ai
maschi, la differenza di genere non raggiunge la
significatività statistica.

Le impressioni dei ragazzi

La lingua d’origine si è rilevata mostrare un’influenza
sull’apprendimento dell’italiano.
I ragazzi con un background di lingue neo-latine imparano un
numero di parole superiore rispetto ai ragazzi provenienti
dall’Asia.

Esito scolastico ≠ rispetto a quanto riportato dai dati
nazionali e regionali (Ongini e Santoro, 2005):
-89%

vs 80,83% e vs 79,08% della Lombardia.
studenti stranieri vs 1 studente straniero su 10 vengono
bocciati.
-2

Finanziato dall’Unione Europea nell’ambito
programma “Lifelong Learning Programme”.

del

Durata triennale, Dicembre 2012 – Novembre 2015.
1 anno: ricerca delle scuole potenzialmente interessate
(alto tasso di bambini immigrati), selezione delle scuole,
attuazione del programma di ricerca previsto e formazione
degli insegnanti delle classi partecipanti.
2 anno: intervento nelle scuole coinvolgendo insegnanti,
genitori e bambini
3 anno: diffusione e moltiplicazione del progetto

Partner coinvolti: Italia, Svizzera,
Bretagna, Germania, Spagna

Gran

OBIETTIVO:
Promuovere l’integrazione culturale tra bambini
autoctoni e immigrati coinvolgendo
attivamente insegnanti, genitori e bambini.

7

°
°
°
Obiettivi:
a) Identificare e decostruire gli atteggiamenti negativi verso gruppi etnici
diversi, alunni migranti, integrazione interculturale e multilinguismo in
insegnanti e genitori;
b) Insegnare la lingua del Paese ospitante in classi inclusive con alunni
migranti e nativi col modello del format narrativo;
c) Insegnare la lingua del Paese ospitante ai genitori migranti nella scuola
dei propri figli da parte dell’insegnante di classe;
d) Sensibilizzare bambini e insegnanti alle lingue d origine degli alunni
stranieri della classe con le attività del format narrativo nelle lingue
straniere;
e) Incrementare l’uso di pratiche di apprendimento collaborativo in classe;
f) Migliorare la relazione e la partnership insegnanti-genitori attraverso
seminari, attività collaborative con una ricaduta sulla vita o attività
scolastica dei bambini.

Attività:
a) Formazione e consapevolizzazione di insegnanti e genitori sui
benefici dell’educazione multilingue e interculturale
b) Implementazione di processi di apprendimento cooperativo e attività
che coinvolgono genitori e insegnanti in un clima positivo e
costruttivo
c) Fornire ai bambini stranieri un’esperienza di apprendimento della L2
in un cointesto inclusivo nella loro classe col modello del format
narrativo
d) Fornire ai genitori stranieri un’esperienza di apprendimento della L2
con l’insegnante dei loro bambini e coi loro stessi bambini a casa col
modello del format narrativo.
e) Permettere a bambini e insegnanti di conoscere una lingua straniera
(la lingua d’origine di alcuni compagni stranieri) col modello del
format narrativo.

8

’

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Presentazione format narrativo bergamo

  • 1. Il Format Narrativo “Le avventure di Hocus e Lotus” COME i bambini apprendono efficacemente una lingua straniera? Sabine Pirchio, Ylenia Passiatore, Traute Taeschner False credenze sull’apprendimento linguistico False credenze sull’apprendimento linguistico Le lingue si I bambini amano Nessuna in apprendono meglioricerca conferma il giocare + età precoce terzo assunto. Sono altri i fattori che promuovono l’apprendimento L’apprendimento linguistico è dato dal divertimento Eventualmente è vero il contrario Le lingue si apprendono attraverso il gioco Per potersi divertire con uno scherzo o ridere per una battuta è necessario essere fluente nella lingua sp3 Qual è la base dell’apprendimento linguistico? Una buona relazione sociale (= buona comunicazione = affetto) è essenziale per l’apprendimento linguistico. Questo è il primo principio della presente metodologia: il format narrativo con Hocus e Lotus. La base teorica del modello educativo(Principio I: l’Affetto) Obiettivo: ricostruire le condizioni relazionali e affettive che costituiscono la cornice dell’apprendimento della lingua. La scuola elementare è organizzata per migliorare le Perché non si inizia ad Dove, con chi, ed in competenze linguistiche di imparare a parlare persone situazione i quale che sanno già parlare. nella scuola bambini apprendono Mancano le condizioni di elementare? a parlare? base per permettere di innescare il processo di acquisizione del linguaggio. sp4 1
  • 2. Diapositiva 6 sp3 La situazione classe non ha le caratteristiche che permettono l'acquisizione di una lingua. ? quando e in che situazioni si impara a parlare ? cosa succede quando guardo qualcuno che distoglie lo sguardo ?perchè si crea una sensazione di disagio il nostro viso ci è nascosto, non lo vediamo... INTERSOGGETTIVITA' Sabine Pirchio ; 17/03/2004 sp4 CON LA NARRAZIONE DIVENTA TUTTO PIU' FACILE. MENTE NARRATIVA Sabine Pirchio ; 17/03/2004
  • 3. Vedo fino alle mie spalle Come inizia una relazione? Guardiamoci! Cosa vedo di me stessa? Qual è la cosa più interessante al mondo? Non posso vedere il mio volto! Posso vedere i vostri volti mentre parlo e voi potete vedere il mio. Voi sapete di più di me, ad esempio, che aspetto ho in questo momento rispetto a quanto io stessa so di me stessa. E’ lo sguardo degli altri su di noi che ci dice qualcosa di noi. Guardarvi significa: per me esistete. Non guardarvi significa: per me non esistete. Per questo è così importante: guardando l’altro noi gli diamo esistenza, un’esistenza sociale. Esistere socialmente è cruciale perchè significa sopravvivere. Questo fenomeno ha il nome di intersoggettività: essere consapevoli l’uno dell’altro, della sua soggettività. E’ il modo in cui si entra in contatto. Cos’è la motivazione a parlare? Questa è la motivazione a parlare: entrare in contatto con una persona, iniziare e voler continuare il contatto, amare il contatto e quindi (a causa di ciò) voler parlare con quella persona, per mantenere il contatto. Creiamo questo contatto guardandoci l’un l’altro! Non mi vedo in viso! Il viso è la parte più interessante. E’ dove puoi vedere le mie espressioni e leggere i miei pensieri (o almeno interpretare le mie espressioni). Il nostro volto e la postura del corpo dicono molto di noi. La base teorica del modello educativo (I principio) Il principio della buona comunicazione Il buon processo comunicativo porta a voler bene all'insegnante; vi ha luogo l’intersoggettività e l’alternanza dei turni di conversazione. Nasce così la motivazione a parlare La nostra strategia comunicativa: guardare al cerchio Il cerchio permette all’insegnante di guardare ogni bambino, l’uno dopo l’altro, da destra a sinistra, per un breve momento. In questo breve momento passa il messaggio “Tu esisti per me”. Guardare i bambini uno dopo l’altro ed avere il loro contatto visivo per un breve momento, significa che ogni bambino sa che il suo turno arriverà e il bambino aspetta che arrivi questo momento. Il bambino aspetta che la sua insegnante lo guardi. Questo è il momento del contatto, dell’intersoggettività, il momento dell’amore. L’inizio della motivazione per apprendere la nuova lingua. 2
  • 4. La base teorica del modello educativo (II principio) Il principio del bilinguismo La comprensione della L2 nel bambino passa attraverso la produzione della L2 da parte dell’insegnante. Viceversa, la produzione in L2 da parte del bambino passa soprattutto attraverso la comprensione della L2 da parte dell’insegnante. Questa è la motivazione a parlare L2 Comprensione Quando l’altro parla io faccio uno sforzo nel capire cosa sta dicendo: sto imparando a capire. Quando arriva il mio turno per parlare io devo provare a capire quale lingua il mio interlocutore capisce. Infatti, se io parlo è perché voglio essere capito. Voglio essere sicuro che lui/lei mi capirà altrimenti parlare non avrebbe senso. Che cosa possiamo fare? L’unico modo è far credere al bambino che quando l’insegnante assume il ruolo immaginario può capire magicamente solo la lingua da apprendere. Questa strategia è possibile nel mondo della magia, della narrazione, delle storie. Una falsa credenza nell’insegnamento della seconda lingua C’è una credenza generale rispetto al fatto che la produzione in L2 dell’educatore induca la produzione in L2 in chi apprende. Questo è un’errore. È molto semplice e non bisogna lasciare per ultimi due aspetti cruciali nella comunicazione linguistica: – – a) il processo della comprensione della lingua b) la presa di decisione circa la scelta della lingua. Presa di decisione tipica dei bilingui: quale lingua parlare? Se sono consapevole che tu capisci molto bene la mia prima lingua perché dovrei parlare con te in una lingua che praticamente non conosco? Io raggiungo meglio il mio obiettivo (il quale è che tu capisca cosa ti sto dicendo) se io ti parlo la mia prima lingua. NON C’E’ MODO DI CONVINCERE UN BAMBINO A PARLARE LA LINGUA B QUANDO EGLI PERFETTAMENTE SA CHE L’INSEGNANTE COMPRENDE LA LINGUA A. Ecco la strategia per risolvere la difficoltà legata alla scelta linguistica! Il principio del bilinguismo in pratica La maglietta magica è usata come un ponte tra il mondo reale dove è parlata la L1 e il mondo immaginario dove è parlata la lingua nuova. È importante dare un segno tangibile della transizione dal mondo reale a quello immaginario, poiché rende più facile l’immaginazione. 3
  • 5. Ora parlo e capisco solo la L2 Indossando la maglietta magica l’insegnante rende chiaro il messaggio: ora sono nel mondo di Hocus e Lotus e parlo e capisco solo la loro lingua. Anche i bambini, indossando la maglietta magica, entrano nel mondo di Hocus e Lotus e vivono insieme all’educatore le loro avventure. Pertanto, i bambini ricevono il messaggio dell’efficacia del loro linguaggio in L2 capiscono e parlano solo la lingua di Hocus e Lotus (la lingua target). Perché le inferenze sono così importanti? Perché le inferenze che riguardano il comportamento del partner interagente conducono all’acquisizione delle intenzioni. Ciò è di cruciale importanza poiché le intenzioni sono un prerequisito fondamentale per iniziare a parlare. Nel fare inferenze il mio cervello mi suggerisce intenzioni che si trasformeranno in azioni verbali dicendo qualcosa al mio interlocutore. Senza esperienze ripetute condivise è abbastanza impossibile fare inferenze o presupposizioni riguardo il comportamento dell’altro e di conseguenza impossibile avere intenzioni ed iniziare a parlare. Il Format in breve Durante il format le routine sono condivise; Durante il format sono presenti le inferenze, le presupposizioni e le intenzioni; Durante il format i partners esercitano il turntaking; Durante il format i legami affettivi si verificano attraverso la buona comunicazione. La base teorica del modello educativo (III principio) Il Format (Bruner, 1975) è definito come una routinepresupposizioni riguardo Le di esperienze condivise: è il modo per apprendere qualcosa sull’altro e il comportamento del partner interagente sul mondo. sono il risultato di esperienze condivise La ripetizione di esperienze condivise produce nel nostro cervello inferenze e presupposizioni sul comportamento del partner con il quale si interagisce. Il format si riferisce alla diade madre - bambino; durante il format è presente il turn-taking. Durante il format la madre ed il bambino iniziano a conoscersi e ad amarsi l’un l’altro. Durante il format è presente il turn-taking. Il turntaking è tipico delle interazioni diadiche: io parlo e tu ascolti; successivamente io mi interrompo a parlare ed inizio ad ascoltare mentre tu inizi a parlare, rispondendo a ciò che io ti dico. Questo è un primo turno. Una conversazione va avanti in questo modo, ogni partner della conversazione ha il suo turno. Il primo impatto con la ripetizione Questo è il nostro primo impatto con l’importanza della ripetizione. La ripetizione è necessaria per l’apprendimento. È la ripetizione, la routine, che permettono al bambino di conoscere la madre e viceversa. È su questa conoscenza acquisita attraverso la routine che noi possiamo andare avanti nell’aprendere altre conoscenze. Solo pochi format ripetuti prontamente e frequentemente all’interno di una relazione basata sulla buona comunicazione sono alla base della costruzione della conoscenza e del linguaggio. 4
  • 6. Non solo un format, ma un format narrativo Dal Format al Format Narrativo Le routine messe in atto all’interno dell’ambiente scolastico non sono molte, in quanto, generalmente, tale contesto è abbastanza povero: quattro mura, qualche finestra, una lavagna, sedie, etc… Fortunatamente abbiamo un’immaginazione forte e ricca. La nostra immaginazione può portare un intero mondo all’interno di una classe. La nostra immaginazione può essere facilmente organizzata e se si presenta in una sequenza di eventi che conducono ad un evento finale, si ha una narrazione.. Cosa succede durante il Format Narrativo F1 54 F2 121 Un format narrativo è una breve storia basata su esperienze di vita reali (nelle nostre storie di Hocus e Lotus noi raccontiamo le esperienze di vita dei bambini); La base teorica del modello educativo (IV principio) 1. Drammatizzazione (Acting out) di piccole storie; 2. Le storie sono ripetutamente drammatizzate (attività condivise routinariamente); 3. Le storie seguono la vita dei bambini e conducono a inferenze, presupposizioni e intenzioni; 4. Fare la drammatizzazione incoraggia il legame ed il contatto emotivo; 5. Il cambiamento dei ruoli nella storia permette il turn - taking; 6. I gesti, le espressioni facciali e la struttura della storia permette di capire le parole e le frasi. input Una narrazione è una sequenza di eventi legati che culminano in un evento finale (una storia). La progressione linguistica Il processo di strutturazione della frase è legato alla ripetizione del format e segue le fasi di acquisizione della L1. La scelta del vocabolario dipende dall’evento, e dalla progressione lessicale che si verifica attraverso la somma dei format. F3 104 Attività in classe e strategie Rito di entrata L’insegnante ed i bambini indossano la maglietta magica, successivamente ci sarà il passaggio dal mondo reale dove viene parlata la L1 al mondo immaginario della L2. 54 conoscenza 79 60 54 133 193 Acting out L’insegnante racconta la storia attraverso l’acting out con gesti, espressioni facciali, postura del corpo ed invitando i bambini a ripetere le azioni, le parole e le frasi prodotte dai personaggi della storia. È così creata un’attività teatrale dove ciascun bambino interpreta tutti i ruoli dei personaggi con un uso adeguato di espressioni mimiche e dei gesti. 5
  • 7. Attività in classe Un esempio di acting-out… Questi bambini apprendono prontamente il format. La funzione dell’insegnante è di guida e supporto alla produzione dei bambini Ascoltare e cantare il mini-miusical Le canzoni seguono la storia narrata e vissuta. Leggere con a ricordare le espressioni linguistiche La ripetizione aiutal’aiuto delle immagini e dell’acting out. canzone aiuta il processo cantare la di acquisizione linguistica poiché La comprensione è garantita accompagnando la canzone con I gesti prodotti durante l’acting out. essi sono riferiti all’esperienza La partecipazione e l’autonomia dei bambini cambia durante le ripetizioni. vissuta dal bambino durante Leggere il libro l’acting condivisa di alcune storie giò La narrazione out (approccio pragmatico). agite e cantate assieme permette di ripercorrere la storia in differenti modalità le quali ampliano e raffrozano I concetti appresi nella nuova lingua. Esso permette di apprendere la scrittura della nuova lingua proponendo esercizi ed attività in lingua. L’utilizzo del Format Narrativo Dall’asilo nido alla scuola fino alla scuola secondaria di primo grado per l’insegnamento di una seconda lingua Nella scuola dell’infanzia, primaria e per gli adolescenti immigrati per l’insegnamento dell’italiano come L2 A scuola e in centri di intervento sul linguaggio per i bambini “late talkers” o con specifici disturbi del linguaggio A casa per l’apprendimento di una seconda lingua Procedura della ricerca Partecipanti: 40 ragazzi (27 maschi e 13 femmine) di età compresa tra 11 e 18 anni suddivisi in 3 gruppi 1. 2. Strumenti: analisi della produzione lessicale attraverso una prova di denominazione di figure (70 figure) corrispondenti a 1/6 del lessico dell’input totale. denominazione di altri elementi conosciuti per ciascuna figura Codifica: 1 punto per ogni risposta corretta e per ogni elemento in più denominato dal ragazzo (venivano considerati anche i sinonimi) “Le parole per raccontarmi” 1. 2. 3. Programma educativo per diminuire il disagio creato dagli ingressi “a freddo” degli adolescenti immigrati nelle scuole italiane. Obiettivi: creare una prima buona relazione con l’istituzione scolastica italiana creare le basi per innescare il processo di apprendimento della nuova lingua attraverso il FN Valutare l’andamento scolastico dei gruppi partecipanti Accoglienza dei ragazzi immigrati presso l’Istituto Razzetti per 3 settimane e successivo inserimento scolastico Risultati Pre – test: 30 parole in media utilizzate per denominare le figure. Post – test: 70 parole in media utilizzate per denominare le figure. Tutti i ragazzi hanno aumentato il loro vocabolario e l’intervallo tra il minimo e il massimo apprendimento varia dalle 24 parole alle 77. 6
  • 8. Risultati Risultati il punteggio ottenuto al pre-test è altamente correlato con le competenze in italiano con cui i ragazzi escono dall’istituto, ossia il risultato ottenuto al posttest. il numero di parole italiane che i ragazzi imparano nelle tre settimane di accoglienza non è correlato in maniera statisticamente significativa con le conoscenze iniziali. A qualunque livello si trovino le competenze iniziali, con il modello del format narrativo tutti apprendono nella stessa misura ciò che viene insegnato. Risultati l’età non è correlata in maniera statisticamente significativa con le variabili prese in considerazione. Le correlazioni tra l’età e il punteggio al pre-test, l’età e il punteggio al post-test e l’età e l’apprendimento linguistico tra il pre-test ed il post-test sono deboli e non statisticamente significative. Sebbene le femmine ottengano punteggi superiori ai maschi, la differenza di genere non raggiunge la significatività statistica. Le impressioni dei ragazzi La lingua d’origine si è rilevata mostrare un’influenza sull’apprendimento dell’italiano. I ragazzi con un background di lingue neo-latine imparano un numero di parole superiore rispetto ai ragazzi provenienti dall’Asia. Esito scolastico ≠ rispetto a quanto riportato dai dati nazionali e regionali (Ongini e Santoro, 2005): -89% vs 80,83% e vs 79,08% della Lombardia. studenti stranieri vs 1 studente straniero su 10 vengono bocciati. -2 Finanziato dall’Unione Europea nell’ambito programma “Lifelong Learning Programme”. del Durata triennale, Dicembre 2012 – Novembre 2015. 1 anno: ricerca delle scuole potenzialmente interessate (alto tasso di bambini immigrati), selezione delle scuole, attuazione del programma di ricerca previsto e formazione degli insegnanti delle classi partecipanti. 2 anno: intervento nelle scuole coinvolgendo insegnanti, genitori e bambini 3 anno: diffusione e moltiplicazione del progetto Partner coinvolti: Italia, Svizzera, Bretagna, Germania, Spagna Gran OBIETTIVO: Promuovere l’integrazione culturale tra bambini autoctoni e immigrati coinvolgendo attivamente insegnanti, genitori e bambini. 7 ° ° °
  • 9. Obiettivi: a) Identificare e decostruire gli atteggiamenti negativi verso gruppi etnici diversi, alunni migranti, integrazione interculturale e multilinguismo in insegnanti e genitori; b) Insegnare la lingua del Paese ospitante in classi inclusive con alunni migranti e nativi col modello del format narrativo; c) Insegnare la lingua del Paese ospitante ai genitori migranti nella scuola dei propri figli da parte dell’insegnante di classe; d) Sensibilizzare bambini e insegnanti alle lingue d origine degli alunni stranieri della classe con le attività del format narrativo nelle lingue straniere; e) Incrementare l’uso di pratiche di apprendimento collaborativo in classe; f) Migliorare la relazione e la partnership insegnanti-genitori attraverso seminari, attività collaborative con una ricaduta sulla vita o attività scolastica dei bambini. Attività: a) Formazione e consapevolizzazione di insegnanti e genitori sui benefici dell’educazione multilingue e interculturale b) Implementazione di processi di apprendimento cooperativo e attività che coinvolgono genitori e insegnanti in un clima positivo e costruttivo c) Fornire ai bambini stranieri un’esperienza di apprendimento della L2 in un cointesto inclusivo nella loro classe col modello del format narrativo d) Fornire ai genitori stranieri un’esperienza di apprendimento della L2 con l’insegnante dei loro bambini e coi loro stessi bambini a casa col modello del format narrativo. e) Permettere a bambini e insegnanti di conoscere una lingua straniera (la lingua d’origine di alcuni compagni stranieri) col modello del format narrativo. 8 ’