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Regione Sicilia
AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI SIRACUSA
U.O.C. di Neuropsichiatria infantile

Lo sviluppo del linguaggio in età evolutiva.
Quadri clinici e psicopatologia

Ordine dei medici di
Siracusa
09/3/2013

Francesco sciuto
Neuropsichiatra
infantile
Tappe di sviluppo e quesiti aperti
Aspetti teorici
Periodo preverbale ( 0-12 mesi)
Periodo olofrastico ( 13-20 mesi)

Periodo telegrafico (20-26 mesi)
Periodo della frase inizia intorno ai 24 -30 mesi
Periodo olofrastico
Errori tipici del bambino nelle prime fasi dello sviluppo lessicale
Errore di sovraestensione

Il bambino chiama “cane”
qualsiasi animale a quattro zampe

Errore di sottoestensione

Il bambino chiama “bambola”
esclusivamente la sua bambola
preferita

Errore di sovrapposizione

Il bambino usa “aprire” per
riferirsi non soltanto all’azione di
aprire una porta, ma anche
all’azione di accendere la luce
Periodo telegrafico
La struttura delle frasi prodotte è strettamente legata alla Lunghezza

Lunghezza Media dell’Enunciato LME =
somma delle parole che compongono le frasi prodotte/numero di frasi prodotte

Per l’italiano si considerano tutte le parole
(articoli, preposizioni, verbi e nomi)
Lunghezza media dell’enunciato.
Media di morfemi che il bambino usa in una frase da lui prodotta. Un morfema è la
più piccola unità del discorso dotata di significato

ETA’
28 mesi

35 mesi

38 mesi

Qualcuno matita
Terra
Dove andare uccello?
Leggi libro
Batti martello, mamma
Secchio, si bene
Prendi cacciavite

No, non so
Cosa fa disco
Fallo ancora
No, non tenermi
Lo butto giù
Perché giocattolo non
parla
Quelle sono mie

Mi piace la macchinina
Ho rotto la macchinina
Hai preso delle biglie
Chi mi getta la polvere in
testa
Mamma compramene un
po’
Perché non funziona?
Come aiutare il bambino a parlare
• Baby talk o mammarese
Frasi brevi, semplici, espresse con tono di voce elevato e spesso ripetitivi che gli
adulti usano con i bambini piccoli

• Espansione. Un modo di rispondere alle frasi grammaticalmente scorrette del
bambino con una forma grammaticalmente migliorata della sua espressione.
B. «Cane andare»
M. «Si, il cane sta andando via»

• Correzione
Un modo di rispondere alle frasi grammaticalmente scorrette del bambino con una
espressione non ripetitiva ma grammaticalmente corretta
B. « Cane mangiando»
M. Che cosa sta mangiando il cane?
Oppure
M. Si il cane sta mangiando
Es.

Madre: andiamo
Bambino: nonna
Madre: si, andiamo da nonna
Bambino: brumbrum
Madre: si, andiamo con la macchina
1° quesito:
Le strutture mentali che rendono possibile
l’acquisizione del linguaggio sono innate, specifiche,
discontinue e dissociabili da altri sistemi percettivi e
cognitivi o nasce da un sistema innato, che
coinvolge una riconfigurazione di sistemi mentali e
neurali che esistono in altre specie e continuano a
svolgere anche alcune funzioni linguistiche?
Le due teorie sono collegate a due diversi punti di vista
riguardo l’evoluzione filogenetica che ontogenetica.
Per la teoria modulare il linguaggio sarebbe l’esempio di una
improvvisa comparsa o mutazione che ha portato ad una nuova
abilità complessa e sostiene che le abilità linguistiche sono
innate e specifiche;
Per la teoria funzionalista il linguaggio si è evoluto
gradualmente da abilità pre esistenti e ritiene che ci sia una
continuità e suggerisce che i substrati del linguaggio siano
presenti nei primati non umani e che pertanto la complessità
del linguaggio si basi su abilità cognitive e percettive più
generali.
1° teoria ( Fodor; Bloom) Teoria della modularità
Il linguaggio viene acquisito e mantenuto grazie ad una
«speciale» facoltà che è indipendente dalle altre facoltà
della mente e del cervello
2° teoria( Slobin; Bates) Teoria cognitivista funzionale
Il linguaggio è acquisito e mantenuto attraverso processi
mentali/neurali che condivide con altri domini percettivi,
cognitivi e affettivi.
La realtà è più complessa della teoria.
Innanzitutto bisogna considerare che il linguaggio ha diverse
componenti: fonologico, morfologico, semantico,
grammaticale, sintattico pragmatico e che ognuno ha un suo
sviluppo in parte indipendente in parte integrata con le altre
componenti.
Oggi si ritiene che la capacità di acquisire il linguaggio sia
un’abilità innata, ma non necessariamente specifica e
indipendente da altre capacità.
Collegata strettamente- inizialmente a meccanismi percettivi e
cognitivi generali.
Possiamo ipotizzare che in un secondo tempo il linguaggio,
soprattutto alcune componenti possono «modularizzarsi»
divenendo domini separati e molto specifici.
Alcune acquisizioni «quasi» certe:
• Alcune tappe sembrano «universali» indipendenti dalla
lingua
• Il linguaggio non nasce improvvisamente: è preparato da
uno sviluppo comunicativo che precede e prepara il
successivo sviluppo linguistico.
LO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO:
• TAPPE FISIOLOGICHE
• LA COMUNICAZIONE VERBALE E GESTUALE
• ASPETTI COGNITIVI
• ASPETTI PERCETTIVI
Componenti del linguaggio
 Aspetto fonologico: riguardano la capacità di discriminare i
suoni linguistici e di riprodurli.
La specializzazione emisferica sinistra per i suoni linguistici è
presente dalla nascita, indicando che gli esseri umani sono
predisposti ad elaborare in modo specializzato l’informazione
linguistica, i suoni verbali, rispetto ad altri suoni, come rumori
 Speech disorders sono problemi sul piano articolatorio e
fonatorio
 Language disorders sono deficit di elaborazione centrale del
linguaggio.
Componenti del linguaggio
 Aspetto semantico: i suoni servono a convogliare dei significati
 Aspetto grammaticale: parole e suoni che compongono il
linguaggio sono combinati tra di loro in base a regole
abbastanza stabili e che queste combinazioni sono dotate di
significati.
• I significati vengono espressi anche attraverso opportuna
modificazione di una certa parte della parola, come avviene per
es. nel singolare/plurale o nelle desinenze dei verbi
(morfologia) e nel modo stesso con cui vengono concatenate le
parole e le frasi (sintassi)
 Aspetto pragmatico: funzione comunicativa. Il linguaggio
serve a mettere in comunicazione o in contato persomnale le
persone (funzione interpersonale)e con se stesse (funzione
intrapersonale).

Il bambino, apprendendo la pragmatica, apprende quella visione delle
relazioni con le altre persone e delle relazioni sociali in genere che è
tipica della sua cultura e del suo ambiente di vita.
Alcune tappe.

La comunicazione intenzionale, tra 8 e 13 mesi di vita
avviene attraverso l’uso di una serie di gesti :
• richiesta ritualizzata (braccio teso e mano che si apre e
chiude ritmicamente)
• Mostrare
• Dare, indicare un oggetto
Questi gesti deittici sono prodotti da soli o accompagnati
da vocalizzazioni, precursori delle prime parole.
I gesti deittici sono convenzionali e si riferiscono ad oggetti
o eventi esterni ed esprimono l’intenzione comunicativa
del bambino, mentre il referente esterno è ricavabile dal
contesto extralinguistico.
Stadio dei suoni linguistici preverbali ( Oller)

Stadio

Età approssimativa Tipo di espressione

Fonazione

Nascita-1 mese

Nuclei quasi risonanti

Suoni gutturali

2-3 mesi

Nuclei quasi risonanti
anche con costrizione
posteriore

Espansione

4-6 mesi

Nuclei di risonanza
completi: pernacchie,
gridolini, strilli, borbottii,
marginali lallazioni

Lallazione tipica

7-10 mesi

CVCV con caratteristiche
temporali

Lallazione
variegata

10-12 mesi

Ampia varietà di
consonanti e vocali,
discorsi inarticolari
Verso gli 8-13 mesi compaiono i primi segni sistematici di
comprensione di parole.
E’ una comprensione altamente ritualizzata che avviene solo in
contesti particolari dove oltre all’input linguistico ci sono anche
indizi situazionali e non verbali
Nello stesso periodo verso i 12-13 mesi compare la
«denominazione», cioè comincia ad usare suoni che già in
qualche modo fanno parte del suo bagaglio per denominare o
riconoscere oggetti.
Anche questa fase avviene in contesti altamente ritualizzati.
Dai 12 ai 16 mesi il bambino usa un ristretto numero di parole.
C’ è comunque una certa variabilità individuale che riguarda
anche la comprensione che può andare da 10 parole a 200
parole.
In questo periodo è però rilevante :
• La comparsa e l’uso dei gesti accanto alle parole
• Il processo di decontestualizzazione che si manifesta alla
comparsa delle prime parole.
Accanto ai gesti deittici compaiono i gesti referenziali: gesti
che non si limitano ad indicare qualcosa presente nel
contesto, ma lo rappresentano attraverso un’etichetta o un
simbolo.
Ciao (aprendo o chiudendo la mano)
Pappa/mangiare ( portando un recipiente vuoto o la
mano alla bocca)
Non c’è più (aprendo le braccia)
Telefono /telefonare (portando la mano vuota o la
cornetta del telefono all’orecchio).
Attraverso il processo di decontestualizzazione il
bambino passa ad un uso simbolico e rappresentativo
delle parole.
Dice «bau» per denominare un cane anche in
immagine
O «bam» per raccontare che ha buttato giù una torre.
Tra i 16 e i 20 mesi appaiono le distinzioni grammaticali. Nel
periodo precedente «pappa» sta per cibo e mangiare. Adesso
«pappa» sta per cibo e «mangia» per mangiare: aggettivi e
verbi diventano più frequenti. Inizia lo sviluppo della
componente grammaticale del linguaggio, che sarà più
evidente dopo i 24 mesi
Tra i 18 e i 20 mesi le parole si combinano in frasi. Ciò non
avviene prima che il bambino non superi la conoscenza di 50
parole.
Verso i 2 anni il bambino mostra di utilizzare alcune delle
regole morfologiche e sa utilizzare le principali strutture
frasali
Esplosione del vocabolario
 Nella prima fase dello sviluppo linguistico,
denominata del “lessico emergente”, la
crescita del vocabolario risulta lenta: circa
5 nuove parole al mese.
 Tra i 18 e 20 mesi l’incremento mensile è
di 20 nuove parole fino a diventare di circa
50 tra i 21 e i 26 mesi
Correlati cognitivi nello sviluppo del linguaggio
Rapporto tra comportamenti comunicativi gestuali e sviluppo
verbale.
C’è una notevole interdipendenza che si rafforza nel tempo fino
ai 15 mesi.
Nei primi mesi c’è una notevole interdipendenza e si ipotizza che
il linguaggio non sostituisce la comunicazione gestuale, ma che
si muovono su canali diversi.

Per ciò che riguarda il rapporto tra cognizione e comunicazione
bisogna analizzare ogni componente del linguaggio che può
avere una interdipendenza diversa con i fattori percettivi,
cognitivi e sociali.
Numero medio
di gesti
50
40

30
20

10
Età in mesi
0
8-10

11-13

14-16

Media dei gesti prodotti nelle diverse fasce di età

17-18
La maggior parte dei dati scientifici è concorde nell’affermare
che le prime parole possono comparire solo quando si
raggiungono alcune tappe cognitive e in particolare:
• Riconoscimento e uso semplice di oggetti
• Capacità di applicare schemi d’azione differenti secondo di
oggetti.
Superata una certa «soglia» lo sviluppo del linguaggio può
essere indipendente dai correlati gestuali cognitivi. ( bambini
con s. di Williams e bambini con s. di Down)
Alcuni prerequisiti cognitivi sono indispensabili per le prime
fasi del linguaggio, ma successivamente sembra manifestarsi
una relativa indipendenza sia per quanto riguarda i rapporti
tra linguaggio e cognizione, sia per quanto riguarda la
notevole variabilità che si manifesta all’interno degli stessi
componenti del linguaggio.
Fino all’età di 13-14 mesi il numero di referenti espressi vocalmente è
uguale a quello espresso con i gesti.
Dai 15 mesi vi è un rapido aumento del numero delle parole e un
congelamento della produzione dei gesti; non compaiono gesti
referenziali nuovi e quelli presenti vengono usati sporadicamente.
Evoluzione gesti parola.
 Gesto deittico + gesto deittico
 Gesto deittico + gesto referenziale
 Gesto deittico + parola
 Gesto referenziale+ parola
 Il bambino udente non combina mai due gesti referenziali. ( Volterra)
 La capacità di combinare due o più simboli per comunicare sembra
dipendere dall’input linguistico cui è esposto il bambino.
I dati della ricerca sembrano confermare che:
• Ad 1 anno la modalità comunicativa prevalente sembra
essere quella gestuale ( dai 4 ai 10 gesti) per esprimere
significati per i quali non possiedono ancora parole. Tra
15-16 mesi numero di gesti e parole si equivalgono ( 30
in media) e gesti e parole si riferiscono a referenti
diversi.
• Questi dati confermano una equipotenzialità tra le due
modalità vocale e gestuale come se sussistesse un unico
sistema comunicativo, formato sia da gesti che da
parole.
• Il bambino non sembra ancora distinguere tra codice
comunicativo e codice linguistico.
I dati della ricerca sembrano confermare che:
• Questa distinzione appare gradualmente dopo i 12 mesi
e soprattutto dopo i 16 mesi: aumenta di molto il
vocabolario verbale e diminuisce l’uso di gesti referenziali
e i due sistemi, quello comunicativo e quello linguistico,
a partire da questo momento, si sviluppano in modo
differenziato.
• L’aumento del vocabolario a 20 mesi è collegato al
numero delle parole prodotte a 16 mesi, ma
indipendente dal numero dei gesti referenziali a 16 mesi.
• La combinazione di simboli, tra i 20 e i 24 mesi è collegata
al numero di parole e non appare se il lessico è inferiore
alle 50 parole
ALTRO QUESSITO APERTO:
DISSOCIAZIONE TRA COMPRENSIONE E
PRODUZIONE
Comprensione di parole
Età

n.soggetti

media

Deviazione
standard

range

8-10 mesi

53

29

37

0-200

11-13

70

103

57

9-228

14-16

70

161

82

25-381

17-18

45

214

92

22-398
Produzione di parole
età

n. soggetti

media

Deviazione
standard

range

8-10

53

1,5

2,7

0-15

11-13

70

7

9,3

0-53

14-16

20

21

21

0-92

17-18

45

54

58

0-283
Produzione di parole
età

n. soggetti

nedia

Deviazione
standard

Range

19-21 mesi 63

130

115

7-488

22-24 mesi 76

283

174

9-648

25-27 mesi 42

350

176

14-649

28-30 mesi 48

441

150

102-666
500

Numero medio di
parole

450
400
350
300
250
produzione

200

150
100
50

Età in mesi
0
17-18

19-21

22-24

Media di parole prodotte nelle diverse fasce di età

25-27

28-30
Il numero di parole comprese ad una determinata età non è
necessariamente collegato al numero di parole prodotte a
quella stessa età ma diverse ricerche dimostrano che c’è
spesso un collegamento fra la comprensione di parole in
una fase di sviluppo e la produzione di parole nelle fasi
successive
Rapporto tra numero di parole prodotte e uso di frasi.
Sviluppo percettivo e linguaggio.
Il sistema nervoso del bambino sembra essere strutturato in
modo da associare gli aspetti visivi ed acustici della produzione
linguistica. Il bambino possiede fin dalla nascita determinate
capacità uditive e visive che permettono la formazione di
categorie cognitive di suoni ed unità linguistiche. E’ pertanto in
grado di decodificare ed organizzare gli aspetti visivi ed acustici
della produzione linguistica dell’adulto.
Gottlieb, un embriologo comportamentista fu tra i primi a
richiamare l’attenzione sulla possibilità che queste capacità siano
possedute alla nascita dal bambino per apprendimento
prenatale.
Sviluppo percettivo e linguaggio.
Nell’ultimo trimestre di gestazione il feto può sentire i
suoni esterni che variano da 4HHz fino a 250Hz dove cade
la frequenza della voce di una donna
Durante la prima settimana di vita, il neonato dimostra di
preferire l’ascolto di suoni linguistici piuttosto che di suoni
non linguistici e tendono a vocalizzare di più mentre li
ascoltano, ipotizzando che nel sistema nervoso vi sia un
legame acustico-motorio innato.
Discriminazione dei suoni linguistici nei neonati
I bambini non nascono con la conoscenza delle classi
fonemiche, ma sono dotati inizialmente della capacità di
discriminare tutti gli indici acustici presenti nei suoni
linguistici

Esperimenti: ( con bambini entro le 20 settimane di vita)
 Orientamento riflesso

 Variazioni delle pulsazioni cardiache
 Qualità e quantità del succhiare
In conclusione:
 Da 0 a 6-10 mesi il bambino estrae dal segnale acustico
l’informazione corrispondente a caratteristiche fonetiche universali
e quindi che possono non essere presenti nella lingua adulta di
appartenenza.
 Da 6-10 mesi a 18-24 mesi i bambini incominciano a riconoscere le
categorie fonetiche specifiche della lingua materna. Verso i 12 mesi
l’abilità discriminante sembra essere sintonizzata verso i fonemi
della lingua materna. La capacità di discriminazione dei suoni
linguistici decade qualora i fonemi non siano presenti nella lingua
adulta. Già a 12 mesi circa l’interazione con gli stimoli ambientali
hanno formato nel bambino categorie percettive vicine a quelle
dell’adulto.
 E’ solo dai 5-6 anni che i bambini imparano che i fonemi sono
combinabili e commutabili. Questo è un prerequisito
indispensabile per l’apprendimento della lettura.
Sviluppo della comunicazione e del linguaggio nel
bambino
• Sviluppo lallazione generica

3-7 mesi

• Lallazione canonica

8-9 mesi

• Babbling variegato

9-10 mesi

• Inizio comparsa comprensione di parole

9-12 mesi

• Comparsa produzione delle prime parole 13-15 mesi
•
(12/20 parole intorno a 18 mesi)
• Rapido aumento del vocabolario
dai 18 ai 20 mesi

• Combinazione di parole

20-22 mesi
Sviluppo della comunicazione e del linguaggio nel bambino
• Esplosione della grammatica;
comparsa delle prime frasi

24-30 mesi

• Progressiva efficienza sul piano lessicale,
grammaticale e sintattico
24-36 mesi
Correlazione tra eventi neurali e cognitivi linguistici dalla nascita
all’adolescenza

ETA’

Eventi neurali

Eventi linguistici e
cognitivi

Nascita

Conclusione della
formazione cellulare e
della migrazione
cellulare

Stabilirsi di un’inclinazione
dell’emisfero sinistro per alcuni
stimoli verbali e non verbali

8-9 mesi

Stabilirsi delle
connessioni a lungo
raggio tra le regioni
della corteccia. Attività
metabolica tra regioni
simile a quella degli
adulti.

Comprensione della parola;
soppressione dei contrasti verbali
non innati; comunicazione
intenzionale con suoni e gesti;
imitazione di nuove azioni e suoni;
cambiamenti nella categorizzazione
e nella memoria
Correlazione tra eventi neurali e cognitivi linguistici dalla
nascita all’adolescenza

ETA’

Eventi neurali Eventi linguistici e cognitivi

16-24 mesi

Rapida
accelerazione nel
numero delle
sinapsi

Rapida accelerazione del vocabolario
e inizio della combinazione di parole,
seguita da una rapida accelerazione
nello sviluppo grammaticale.
Incrementi nella capacità di creare
categorie, nel gioco simbolico e in
alcune padronanza non linguistiche

48 mesi

Apice a livello
globale del
metabolismo
cerebrale

Acquisite la maggior parte delle
strutture grammaticali; inizia un
periodo di stabilizzazione e
automatizzazione
Correlazione tra eventi neurali e cognitivi linguistici dalla
nascita all’adolescenza

ETA’

Eventi neurali

Eventi linguistici
e cognitivi

4 anni-adolescenza

Lento e uniforme
declino nella densità
sinaptica e nei livelli
globali del metabolismo
cerebrale

Lento aumento
nell’accessibilità a
forme grammaticali
complesse.
Lento declino nella
capacità di
apprendimento di una
seconda lingua.
ALCUNE CONSIDERAZIONI SUGLI ASPETTI
PRAGMATICI DEL LINGUAGGIO
Le competenze pragmatiche: il linguaggio come
azione.
La pragmatica studia i meccanismi e le rappresentazioni
mentali che permettono a che parla e a chi ascolta di risolvere
le ambiguità e di interpretare il linguaggio nel contesto verbale
e non verbale.
Es.( a) A: Mi presti il telefono
(b) B: Aspetta, l’hai tenuto sempre tu.
© A: Me lo dai dopo?
Interventi non pertinenti
Introduzione di un nuovo
argomento non collegato al tema
generale della conversazione

Ritorni ad un precedente
argomento

Interventi su eventi verbali/non
verbali che si verificano nel corso
della conversazione e non sono in
alcun modo collegati all’argomento
del discorso

(si parla di una favola)
B. Maestra lo sai che la mamma
ieri è andata dal parrucchiere

Si è parlato dei regali di natale e
ore si parla delle decorazione.
B. Babbo natale mi ha portato
un camion

Ho la tuta nuova io, lo sai?
Pertinenza bassa
Ripetizione dell’enunciato prodotto
dal parlante

b.1 io gioco con la plastilina
b.2 pure io ho la plastilina

Variazione dell’enunciato prodotto
dal parlante

b.1 Ieri sono uscito con mio zio
mario
b.2 Mio zio si chiama bruno

Negazione dell’enunciato prodotto
dal parlante

b.1 quello è il mare
b.2 no non è il mare

Segnalazione di accordo

b.1 mi piace andare a mare
b.2 Si
Pertinenza media
Offerta di nuove informazioni
sul referente che costituisce
l’argomento del discorso del
precedente intervento

b. 1 babbo natale non esiste. O
forse si ma viene da lontano e
poi va via
b.2 io l’ho visto , era vestito di
rosso e aveva la barba bianca e
lunga,
Il b. 2 continua a parlare di
babbo natale ma non sviluppa
il focus della conversazione cioè
se esiste o meno babbo natale
Pertinenza alta
Richieste di spiegazioni o
specificazioni

b.1 io ci sono riuscito a farlo
b.2 e come hai fatto, mi fai
vedere?

Commenti, spiegazioni, negazioni
giustificate che integrano una
nuova informazione con il focus del
precedente intervento

b.1 se tu lasci cader le briciole per
terra vengono le formiche
b.2 si perché se le formiche
vedono le briciole per terra
vengono in tante per mangiare.
Lo sviluppo delle competenze conversazionali.
• Richiamare l’attenzione dell’interlocutore ( 2-3 anni)
• Alternanza di turni ( 2-3 anni)
• Permettere all’ascoltatore di identificare ciò di cui si
parla ( 2-3 anni)
• Scambiare informazioni attraverso il dialogo( 2-3 anni)
A 4-5 anni le competenze conversazionali del bambino sono
estremamente articolate.
Risponde a richieste d’informazione
Richiedere chiarificazioni di un messaggio non compreso
Segnalare all’ascoltatore che si intende iniziare un dialogo
Avanzare richieste
Giustificarle o attenuarle se esse vengono rifiutate
Contraddire un’affermazione e giustificare il proprio giudizio
Scambiare informazioni intorno ad oggetti, persone, eventi,
anche quando non sono presenti nel contesto verbale
Semplificare il proprio linguaggio parlando con un bambino
più piccolo
Segnalare all’interlocutore l’intenzione di iniziare un racconto.
In età scolare hanno maggiori conoscenze del mondo e i loro
argomenti di conversazione sono dunque più articolati;
l’organizzazione dell’informazione verbale pone loro minori
sforzi di memoria e maggiori risorse cognitive possono essere
dedicate al controllo del discorso e al tentativo di esplicitare
verbalmente informazioni che chi parla dà come presupposte,
ma che chi ascolta potrebbe non possedere.
Lo sviluppo di competenze narrative. ( 4-5 anni)
Lo sviluppo di competenze narrative. ( 4-5 anni)
50

40

30
20
10

00
Percentuale di bambini ( su un gruppo di 70) che producono diversi tipi di
organizzazione dell’episodio a 4-5 anni
Rapin definisce lo sviluppo patologico del linguaggio come un
disordine nei tempi e nei modi di acquisizione delle diverse
competenze linguistiche, da cui originano profili diversi di
funzionamento o patterns diversi di dissociazione tra
differenti ambiti linguistici :
• comprensione/produzione;
• lessico/fonologica;
• lessico/morfosintassi;
• lessico /grammatica;
• abilità linguistiche generali;
• capacità di accesso lessicale;
• capacità di processamento dei suoni non
linguistici/linguistici
Classificazione dei disturbi del linguaggio ( Ingram)
1. Disfonie: disturbi della voce

2. Disritmie o balbuzie
3. Disartrie: disturbi articolatori dovute ad anomalie strutturali
o funzionali degli organi articolatori:
a. Anomalie morfologiche bucco-laringo-faringee
b. Anomalie d’innervazione degli organi fonatori (paresi,
incoordinazione, movimenti involontari da lesione del 1°
motoneurone, lesione della giunzione neuromuscolare,
lesione muscolare).
4. Disturbi del linguaggio secondari a deficit intellettivo, deficit
acustico, disturbi psichiatrici, deprivazione socio-ambientale.
Classificazione dei disturbi del linguaggio ( Ingram)
5. Disturbi evolutivi primitivi o specifici dello sviluppo linguistico:
a. Turbe isolate dell’articolazione ( dislalie)
b. Turbe articolatorie evolutive con ritardo dello sviluppo
linguistico (disfasia espressiva)
c. Turbe articolatorie, ritardo dello sviluppo linguistico, turbe
della comprensione verbale ( disfasia recettiva, sordità
verbale, impercezione acustica);
d. Gravissimo ritardo dello sviluppo articolatorio associato
a grave ritardo del linguaggio espressivo, grave deficit di
comprensione verbale e di discriminazione acustica
( impercezione acustica, sordità centrale)
6. Quadri misti in cui due o più delle categorie precedenti risultano
associate.
Sviluppo del linguaggio e psicopatologia.
Cinque diversi patterns di associazione tra disturbo del linguaggio e disturbo
psichiatrico. ( Rutter e Lord)
1. Disordine psichiatrico
problema linguistico: mancato uso del
linguaggio nonostante capacià linguistiche adeguatamente sviluppate,
come nel mutismo elettivo
2. Problemi linguistici
disordine psichiatrico: es. disturbi socioemotivi secondari che complicano molti quadri di disordine specifico del
linguaggio.
3. Disordine psichiatrico+ problemi linguistici: nell’autismo infantile
entrambi i problemi possono essere considerati come manifestazioni
diverse di una unica patologia sottostante
4. Disordine psichiatrico,problema linguistico: non si può parlare di una
causa comune sottostante, in quanto i fattori di rischio specifici per i due
tipi di patologia sono spesso distinti, come nel caso di bambini con
esperienza di deprivazione ambientale.
5. Disordine psichiatrico
problema linguistico: le due condizioni
possono risultare strettamente intrecciate come nel ritardo mentale
Nelle lesioni focali insorte nel primo anno di vita è
possibile trovare tutte le combinazioni: ( Riva)
• Ritardo cognitivo e linguistico associato
• Ritardo cognitivo senza ritardo del linguaggio
• Cognitività normale con un serio disturbo del
linguaggio.
Tre problemi teorici:
• Equipotenzialità degli emisferi cerebrali
• Plasticità cerebrale
• Modalità con cui lo sviluppo di una funzione interagisce con
le altre
La maggior parte degli autori concludono oggi che gli emisferi
cerebrali posseggono già alla nascita un certo grado di
specializzazione e che posseggono comunque geneticamente
il programma che li porterà a sviluppare le differenze
anatomo/funzionali che diventeranno progressivamente
evidenti nel tempo.
Questa teoria non nega che la completa asimmetria
funzionale si completa alla nascita
In ogni caso la neuropsicologia dell’età evolutiva non è
arrivata a definire sindromi deficitarie con localizzazioni
cerebrali precise.
Lesioni focali dell’emisfero sinistro:
Due quadri possibili:
• Con afasia
• Senza afasia.
Con Afasia.
Le cause sono di solito da lesioni vascolari e da traumi cranici. Landau /Kleffner
I casi documentati di afasia dopo lesioni focali dell’emisfero destro sono molto
pochi.
SEMIOLOGIA DELL’AFASIA

Prevalgono, quando il danno avviene entro gli otto anni, i sintomi
negativi dell’afasia:
1. Mutismo
2. Ipospontaneità dell’eloquio
3. Disartria
4. Agrammatismo
5. Assenza di logorrea, parafasie, neologismi e disordini persistenti della
comprensione( sintomi positivi)
Nelle lesioni emisferiche sinistre che non
portano afasia ci sono disturbi del linguaggio
di tipo deficit lessicali e di tipo semantico
sintattico.
Spesso compaiono problemi di
apprendimento

Nelle lesioni focali dell’emisfero destro
compaiono principalmente disturbi:
1. Delle abilità visuo percettive
2. Agnosia visiva
3. Delle abilità spaziali.
Deficit specifici del linguaggio.
Definizione
Insieme eterogeneo di quadri sindromici caratterizzati da un
ritardo o disordine in uno o più ambiti dello sviluppo linguistico
in assenza di deficit cognitivi, sensoriali, motori, affettivi e di
importanti carenze socio-ambientali.
I bambini con disturbi specifici del linguaggio presentano
difficoltà di vario grado nella comprensione, produzione e uso
del linguaggio in una o tutte le componenti linguistiche (
fonologico, semantico, sintattico e pragmatico) e una
evoluzione nel tempo che varia in rapporto alla gravità e
persistenza del disturbo linguistico.
Classificazione dei disturbi specifici del linguaggio
spontaneo : sottotipi.
ICD-10

•
•
•
•

Disturbo specifico dell’articolazione della parola
Disturbo del linguaggio espressivo
Disturbo del linguaggio recettivo
Afasia acquisita con epilessia ( sindrome di landaukleffner)
Classificazione dei disturbi specifici del linguaggio
spontaneo : sottotipi.
Rapin ed Allen

Agnosia uditiva –verbale
Disprassia verbale
Sindrome da deficit di programmazione
fonologica
Sindrome da deficit fonologico-sintattico
Sindrome da deficit semantico-pragmatico
Sindrome da deficit lessicale-sintattico
Disturbi specifici del linguaggio: prevalenza e persistenza
• Dipende dai criteri d’inclusione . Da 1,5 a 5%
• La prognosi a distanza non è buona. Dal 60 al 100% dei
soggetti diagnosticati da bambini, da adulti hanno disturbi
del linguaggio di vario tipo., anche se il disturbo si manifesta
in modo diverso col passare degli anni e a secondo la fase
evolutiva..
• Secondo alcune ricerche c’è una sovrapposizione tra i DSL e
DSA
Eziologia:

Ipotesi . Multifattorialità?
• Familiarità. (Leonard)
• Fattori neuroanatomici. Zone perisilviane estese
(Plante)
• Difficoltà nell’Elaborazione di eventi acustici
ravvicinati (Bishop) e di processamento delle
informazioni (Leonard)
Età
QIP sess
medi medi o
a
o

famil Pat.
iarit prec
à
oce

conv Pat.
ulsio uditi
ni
va

Dist.
Lat.

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0

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14

14

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Rit.
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esp
8b

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6m/
2f

75

37

0

62

50

37

37

20

d.
8a
fono
-sint.
18 b

85

10m
/8f

61

38

38

61

77

72

0

28

d.
7a/8
less- m
sint.
13 b.

88

7m/
6f

46

53

30

30

84

61

23

60

5a/6
m
Sottotipi

• Disturbo di programmazione fonologica: difficoltà limitate
alla componente fonologica; nei casi gravi il linguaggio è
incomprensibile
• Sindrome da deficit fonologico-sintattico: la difficoltà
prevalente è sul versante espressivo. Rientrano la maggior
parte dei DSL
• Sindrome lessicale sintattica: difficoltà sintattiche e di
accesso lessicale e di ritrovamento delle parole ( anomie)
• La sindrome semantica pragmatica fa parte di quadri di una
più generale disorganizzazione cognitiva affettiva
Diagnosi differenziale
Differenziazione dagli estremi della variabilità normale.
4 criteri associati:
 Gravità
 Decorso
 Manifestazioni cliniche
 Problemi associati
Si considera anormale ogni condizione di ritardato sviluppo
del linguaggio che comporti prestazioni inferiori alla media
di 2 deviazioni standard.
(assenza di produzione di parole singole a 2 anni e di
combinazione di due parole a 3 anni)
Diagnosi differenziale
Differenziazione da un ritardo mentale o da un ritardo
globale dello sviluppo..

Solitamente acquisizioni linguistiche e cognitive procedono
parallelamente.
Bambini con disturbo persistente del linguaggio spesso
diminuiscono le prestazioni cognitive e c’è un abbassamento
del QI.
Secondo alcuni se la discrepanza tra sviluppo linguistico e
cognitivo è superiore a 2 deviazione standard è possibile
parlare di comorbidità anche nel caso di ritardo mentale.
 Differenziazione da un disturbo linguistico secondario ad
altra alterazione neurologica
Componenti delle diverse fasi previste nella procedura di valutazione
Raccolta dati anamnstici, attività del
Colloquio con la famiglia
bambino e ambiente e input
linguistico
Raccolta di materiale spontaneo

Linguaggio spontaneo in interazione
con persone conosciute

Osservazione dl bambino rispetto a

-Livello d’interazione
-Motivazione
-Attenzione

Analisi con prove specifiche

Valutazioni neuropsicologiche

Esami specialistici

Con prove strutturate

Con prove strutturate

Eeg, visita neuologica e audiologica e
O.R.L.
Valutazione del linguaggio in comprensione e
produzione
 Aspetti formali
• Fonetica
• Fonologica
• Morfologica
• Sintassi
Pragmatica
• Analisi del contesto delle interazioni
Valutazione del linguaggio in comprensione e
produzione
Aspetti funzionali
• Funzione dialogica
• Funzione discorsiva
• Funzione narrativa
Contenuto
• Lessico e aspetti semantici
 Raccolta LME da conversazione spontanea, elicitata,
gioco, storie figurate.
 Osservazione della fluenza della voce, della coordinazione
respiratoria
TEST PER LA VALUTAZIONE
DI COMPETENZE LINGUISTICHE GLOBALI
Test del primo linguaggio – TPL (Axia)

E' un metodo diretto di valutazione dello sviluppo linguistico
dei bambini della prima infanzia (dai 12 ai 36 mesi); lo scopo
del test è di dare una descrizione delle principali abilità
linguistiche e di permettere la valutazione del singolo
bambino rispetto al suo gruppo normativo di età.
Il test è diviso in tre scale di comprensione e tre scale di
produzione linguistica che valutano:
 Abilità comunicative e pragmatiche
 Conoscenza di nomi e semplici concetti linguistici
 Prime abilità sintattiche
Test di valutazione del linguaggio – TVL (Cianchetti)
Consente una valutazione plurisettoriale con l'obiettivo di
rilevare un ritardo o un deficit globale del linguaggio(3071mesi)
E' suddiviso in:
Comprensione di parole e frasi, parti del corpo, oggetti, figure
di oggetti, colori, figure di oggetti secondo l'uso, aggettivi, frasi
semplici designanti azioni, frasi complesse designanti oggetti
frasi con concetti spaziali e temporali


TEST PER LA VALUTAZIONE DI COMPETENZE
LINGUISTICHE GLOBALI
la WPPSI-III è un test usato per ottenere una
valutazione completa del funzionamento intellettivo
generale, ed identificare soggetti con ritardi nello
sviluppo cognitivo e con difficoltà di apprendimento,
può essere usato per pianificare degli obiettivi in
programmi di natura clinica o scolastica.

WPPSI III
Fornisce un'analisi qualitativa della produzione
fonologica-articolatoria attraverso la denominazione di
immagini.
 Il test è composto da 90 figure di cui 74 stimolano la
produzione di fonemi, 3 storielle, da proporre in
sequenza, stimolano il racconto.
 E’ somministrabile a partire dai 24 mesi.
Vengono esaminati i fonemi consonantici e vocalici in
posizione
iniziale e mediale e in gruppi consonantici
(trigrammi) discriminando
quali sono articolati
correttamente, quali sostituiti, omessi o distorti sia nella
parola spontanea che in ripetizione.


Prove per la valutazione fonologica del linguaggio
infantile PFLI(Bortolini)
E' un test figurato a scelta multipla che consente di determinare la
capacità del bambino di comprendere strutture linguistiche semplici
e complesse.
 Il test è composto da 78 tavole e permette di valutare:
 Il livello di comprensione verbale del bambino
 Il tipo di strategia utilizzata nella risoluzione del compito
 Il profilo della performance linguistica
 Il test è suddiviso per fasce d'età e permette di indagare diversi
tipi di frase


Prove di valutazione della comprensione
linguistica (Rustioni)
Il test valuta il lessico verbale passivo.
 E' composto da 150 tavole, il bambino deve indicare,
scegliendo fra 4 figure, la parola bersaglio detta
dall'esaminatore.
 Il test è diviso per età; si ricava un punteggio che
confrontato con i dati normativi del test, dall'età
delle capacità lessicali passive del bambino.


Test Peabody
Il test valuta il lessico verbale passivo.
 E' composto da 150 tavole, il bambino deve indicare,
scegliendo fra 4 figure, la parola bersaglio detta
dall'esaminatore.
 Il test è diviso per età; si ricava un punteggio che
confrontato con i dati normativi del test, dall'età
delle capacità lessicali passive del bambino.


Test Peabody
E' uno strumento utile per la valutazione linguistica e gestuale
del bambino nei primi anni di vita. E' suddiviso in due schede
e viene compilato dai genitori e dagli operatori del nido.
Prima parte Gesti e Parole:
raccoglie informazioni relative ai bambini di 8-17 mesi. Viene
analizzata la comprensione del linguaggio parlato, viene fatta
una raccolta del lessico attivo e passivo e si analizza la
comunicazione non verbale.
Seconda parte Parole e Frasi:
raccoglie informazioni su bambini di età compresa fra 18 e 30
mesi. Permette di analizzare la produzione linguistica, la
capacità di usare la grammatica e l'utilizzo della frase da parte
del bambino.


Questionario Mac Arthur
Wechsler Intelligence Scales Children (WISC III)
E’ uno dei test maggiormente utilizzati nelle batterie
neuropsicologiche.
E’ considerato “the gold standard” nella misurazione
dell’intelligenza.

Batterie di Valutazione
Cifrario








Batteria per la valutazione della scrittura e della
competenza ortografica nella scuola dell’obbligo
(Tressoldi e Cornoldi, 2000).
Batteria di valutazione della lettura e della scrittura
in età evolutiva (Sartori, Job e Tressoldi, 1995).
Diagnosi dei disturbi ortografici in età evolutiva
(Angelelli et al., 2009).
Test Ceo (Bozzo et al. 2000).
Prova di dettato ortografico (Biancardi et al.2002)

Strumenti di valutazione della competenza ortografica
Comportamenti cognitivi e comunicativi correlate con le
tappe principali dello sviluppo linguistico.
 Sviluppo dell’intenzione comunicativa sguardo/gesto

5-7 mesi

 Comunicazione gestuale(, gesti di routine,, Gesti deittici
( dare, indicare, mostrare, richiesta)

8-13 mesi

 Uso di strumenti e schemi di azioni con oggetti

9-12 mesi

 Riferimento gestuale e comparsa di simboli ( far finta di) 12-18 mesi
 Comparsa della capacità di gioco simbolico spontaneo

16-18 mesi
Comportamenti cognitivi e comunicativi correlate con le tappe
principali dello sviluppo linguistico.
 Combinazione di gesto + parola
(« palla» stringendo la palla= è mia la palla

16-18 mesi

 Combinazione di gesti nel gioco simbolico

20-24 mesi

 Pianificazione e ordinamento dei gesti (sequenza)
nel gioco simbolico

24-36 mesi
Indicatori prognostici nei disturbi del linguaggio
(non comparsa, ritardo, atipie nello sviluppo del linguaggio) ( Cipriani)
Funzione

età di comparsa

• Lallazione canonica

8/9 mesi

• Babbling variegato

9/10 mesi

• Comprensione parole
contestuali

9/10 mesi

• Produzione prime parole

13/15 mesi
(grande variabilità)

• Combinazione di parole

20-24 mesi

indicatori del disturbo

produzione scarsa e
indifferenziata
può risultare normale
«

30/40 parole
ritardata nel numero.
Assenza di parole a 24 mesi

Assenza di combinazione di 2
parole a 36 mesi
Indicatori prognostici nei disturbi del linguaggio
(non comparsa, ritardo, atipie nello sviluppo del linguaggio) ( Cipriani)
Funzione
età di comparsa
indicatori del disturbo
• Combinazione di gesti
nel gioco simbolico
20/24 mesi
Assenza
• Vocabolario in produzione 20 parole a 18/20
mesi/ 300 a 24 mesi
• Accelerazioni del vocabolario dai 20 mesi

meno di 50 a 24 mesi
assenza

• Aumento complessità
della grammatica

dai 24 ai 36 mesi

assenza

• Sequenzialità attiva
Nel gioco simbolico

24- 36 mesi

assenza

• Lunghezza media
dell’enunciato ( LME)

tra i 27 e i 38 mesi
da 3 a 5 parole

meno di 3 parole a 38 mesi
Elementi che caratterizzano lo sviluppo del linguaggio
atipico
1. Ritmo di acquisizione molto rallentato. Cambiamento
molto lento
2. Assenza di una chiara sequenza di fasi
3. Assenza di fenomeni di transizione
4. Rigidità nell’apprendimento delle regole piuttosto che
creatività
5. Dissociazione tra diverse componenti del sistema
linguistico e all’interno delle singole componenti; ad
esempio:
• Dissociazione tra contenuto e forma ( Es. semantica e
sintattica
• Dissociazione tra sintassi e morfologia ( es. omissione di
funtori grammaticali)
..ma tu a caputu
qualcosa?

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Linguaggio pediatri def 9 marzo 2013

  • 1. Regione Sicilia AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI SIRACUSA U.O.C. di Neuropsichiatria infantile Lo sviluppo del linguaggio in età evolutiva. Quadri clinici e psicopatologia Ordine dei medici di Siracusa 09/3/2013 Francesco sciuto Neuropsichiatra infantile
  • 2. Tappe di sviluppo e quesiti aperti Aspetti teorici
  • 3. Periodo preverbale ( 0-12 mesi) Periodo olofrastico ( 13-20 mesi) Periodo telegrafico (20-26 mesi) Periodo della frase inizia intorno ai 24 -30 mesi
  • 5. Errori tipici del bambino nelle prime fasi dello sviluppo lessicale Errore di sovraestensione Il bambino chiama “cane” qualsiasi animale a quattro zampe Errore di sottoestensione Il bambino chiama “bambola” esclusivamente la sua bambola preferita Errore di sovrapposizione Il bambino usa “aprire” per riferirsi non soltanto all’azione di aprire una porta, ma anche all’azione di accendere la luce
  • 7. La struttura delle frasi prodotte è strettamente legata alla Lunghezza Lunghezza Media dell’Enunciato LME = somma delle parole che compongono le frasi prodotte/numero di frasi prodotte Per l’italiano si considerano tutte le parole (articoli, preposizioni, verbi e nomi)
  • 8. Lunghezza media dell’enunciato. Media di morfemi che il bambino usa in una frase da lui prodotta. Un morfema è la più piccola unità del discorso dotata di significato ETA’ 28 mesi 35 mesi 38 mesi Qualcuno matita Terra Dove andare uccello? Leggi libro Batti martello, mamma Secchio, si bene Prendi cacciavite No, non so Cosa fa disco Fallo ancora No, non tenermi Lo butto giù Perché giocattolo non parla Quelle sono mie Mi piace la macchinina Ho rotto la macchinina Hai preso delle biglie Chi mi getta la polvere in testa Mamma compramene un po’ Perché non funziona?
  • 9. Come aiutare il bambino a parlare • Baby talk o mammarese Frasi brevi, semplici, espresse con tono di voce elevato e spesso ripetitivi che gli adulti usano con i bambini piccoli • Espansione. Un modo di rispondere alle frasi grammaticalmente scorrette del bambino con una forma grammaticalmente migliorata della sua espressione. B. «Cane andare» M. «Si, il cane sta andando via» • Correzione Un modo di rispondere alle frasi grammaticalmente scorrette del bambino con una espressione non ripetitiva ma grammaticalmente corretta B. « Cane mangiando» M. Che cosa sta mangiando il cane? Oppure M. Si il cane sta mangiando
  • 10. Es. Madre: andiamo Bambino: nonna Madre: si, andiamo da nonna Bambino: brumbrum Madre: si, andiamo con la macchina
  • 11. 1° quesito: Le strutture mentali che rendono possibile l’acquisizione del linguaggio sono innate, specifiche, discontinue e dissociabili da altri sistemi percettivi e cognitivi o nasce da un sistema innato, che coinvolge una riconfigurazione di sistemi mentali e neurali che esistono in altre specie e continuano a svolgere anche alcune funzioni linguistiche?
  • 12. Le due teorie sono collegate a due diversi punti di vista riguardo l’evoluzione filogenetica che ontogenetica. Per la teoria modulare il linguaggio sarebbe l’esempio di una improvvisa comparsa o mutazione che ha portato ad una nuova abilità complessa e sostiene che le abilità linguistiche sono innate e specifiche; Per la teoria funzionalista il linguaggio si è evoluto gradualmente da abilità pre esistenti e ritiene che ci sia una continuità e suggerisce che i substrati del linguaggio siano presenti nei primati non umani e che pertanto la complessità del linguaggio si basi su abilità cognitive e percettive più generali.
  • 13. 1° teoria ( Fodor; Bloom) Teoria della modularità Il linguaggio viene acquisito e mantenuto grazie ad una «speciale» facoltà che è indipendente dalle altre facoltà della mente e del cervello 2° teoria( Slobin; Bates) Teoria cognitivista funzionale Il linguaggio è acquisito e mantenuto attraverso processi mentali/neurali che condivide con altri domini percettivi, cognitivi e affettivi.
  • 14. La realtà è più complessa della teoria. Innanzitutto bisogna considerare che il linguaggio ha diverse componenti: fonologico, morfologico, semantico, grammaticale, sintattico pragmatico e che ognuno ha un suo sviluppo in parte indipendente in parte integrata con le altre componenti. Oggi si ritiene che la capacità di acquisire il linguaggio sia un’abilità innata, ma non necessariamente specifica e indipendente da altre capacità. Collegata strettamente- inizialmente a meccanismi percettivi e cognitivi generali. Possiamo ipotizzare che in un secondo tempo il linguaggio, soprattutto alcune componenti possono «modularizzarsi» divenendo domini separati e molto specifici.
  • 15. Alcune acquisizioni «quasi» certe: • Alcune tappe sembrano «universali» indipendenti dalla lingua • Il linguaggio non nasce improvvisamente: è preparato da uno sviluppo comunicativo che precede e prepara il successivo sviluppo linguistico.
  • 16. LO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO: • TAPPE FISIOLOGICHE • LA COMUNICAZIONE VERBALE E GESTUALE • ASPETTI COGNITIVI • ASPETTI PERCETTIVI
  • 17. Componenti del linguaggio  Aspetto fonologico: riguardano la capacità di discriminare i suoni linguistici e di riprodurli. La specializzazione emisferica sinistra per i suoni linguistici è presente dalla nascita, indicando che gli esseri umani sono predisposti ad elaborare in modo specializzato l’informazione linguistica, i suoni verbali, rispetto ad altri suoni, come rumori  Speech disorders sono problemi sul piano articolatorio e fonatorio  Language disorders sono deficit di elaborazione centrale del linguaggio.
  • 18. Componenti del linguaggio  Aspetto semantico: i suoni servono a convogliare dei significati  Aspetto grammaticale: parole e suoni che compongono il linguaggio sono combinati tra di loro in base a regole abbastanza stabili e che queste combinazioni sono dotate di significati. • I significati vengono espressi anche attraverso opportuna modificazione di una certa parte della parola, come avviene per es. nel singolare/plurale o nelle desinenze dei verbi (morfologia) e nel modo stesso con cui vengono concatenate le parole e le frasi (sintassi)
  • 19.  Aspetto pragmatico: funzione comunicativa. Il linguaggio serve a mettere in comunicazione o in contato persomnale le persone (funzione interpersonale)e con se stesse (funzione intrapersonale). Il bambino, apprendendo la pragmatica, apprende quella visione delle relazioni con le altre persone e delle relazioni sociali in genere che è tipica della sua cultura e del suo ambiente di vita.
  • 20. Alcune tappe. La comunicazione intenzionale, tra 8 e 13 mesi di vita avviene attraverso l’uso di una serie di gesti : • richiesta ritualizzata (braccio teso e mano che si apre e chiude ritmicamente) • Mostrare • Dare, indicare un oggetto Questi gesti deittici sono prodotti da soli o accompagnati da vocalizzazioni, precursori delle prime parole. I gesti deittici sono convenzionali e si riferiscono ad oggetti o eventi esterni ed esprimono l’intenzione comunicativa del bambino, mentre il referente esterno è ricavabile dal contesto extralinguistico.
  • 21. Stadio dei suoni linguistici preverbali ( Oller) Stadio Età approssimativa Tipo di espressione Fonazione Nascita-1 mese Nuclei quasi risonanti Suoni gutturali 2-3 mesi Nuclei quasi risonanti anche con costrizione posteriore Espansione 4-6 mesi Nuclei di risonanza completi: pernacchie, gridolini, strilli, borbottii, marginali lallazioni Lallazione tipica 7-10 mesi CVCV con caratteristiche temporali Lallazione variegata 10-12 mesi Ampia varietà di consonanti e vocali, discorsi inarticolari
  • 22. Verso gli 8-13 mesi compaiono i primi segni sistematici di comprensione di parole. E’ una comprensione altamente ritualizzata che avviene solo in contesti particolari dove oltre all’input linguistico ci sono anche indizi situazionali e non verbali Nello stesso periodo verso i 12-13 mesi compare la «denominazione», cioè comincia ad usare suoni che già in qualche modo fanno parte del suo bagaglio per denominare o riconoscere oggetti. Anche questa fase avviene in contesti altamente ritualizzati.
  • 23. Dai 12 ai 16 mesi il bambino usa un ristretto numero di parole. C’ è comunque una certa variabilità individuale che riguarda anche la comprensione che può andare da 10 parole a 200 parole. In questo periodo è però rilevante : • La comparsa e l’uso dei gesti accanto alle parole • Il processo di decontestualizzazione che si manifesta alla comparsa delle prime parole.
  • 24. Accanto ai gesti deittici compaiono i gesti referenziali: gesti che non si limitano ad indicare qualcosa presente nel contesto, ma lo rappresentano attraverso un’etichetta o un simbolo. Ciao (aprendo o chiudendo la mano) Pappa/mangiare ( portando un recipiente vuoto o la mano alla bocca) Non c’è più (aprendo le braccia) Telefono /telefonare (portando la mano vuota o la cornetta del telefono all’orecchio).
  • 25. Attraverso il processo di decontestualizzazione il bambino passa ad un uso simbolico e rappresentativo delle parole. Dice «bau» per denominare un cane anche in immagine O «bam» per raccontare che ha buttato giù una torre.
  • 26. Tra i 16 e i 20 mesi appaiono le distinzioni grammaticali. Nel periodo precedente «pappa» sta per cibo e mangiare. Adesso «pappa» sta per cibo e «mangia» per mangiare: aggettivi e verbi diventano più frequenti. Inizia lo sviluppo della componente grammaticale del linguaggio, che sarà più evidente dopo i 24 mesi Tra i 18 e i 20 mesi le parole si combinano in frasi. Ciò non avviene prima che il bambino non superi la conoscenza di 50 parole. Verso i 2 anni il bambino mostra di utilizzare alcune delle regole morfologiche e sa utilizzare le principali strutture frasali
  • 27. Esplosione del vocabolario  Nella prima fase dello sviluppo linguistico, denominata del “lessico emergente”, la crescita del vocabolario risulta lenta: circa 5 nuove parole al mese.  Tra i 18 e 20 mesi l’incremento mensile è di 20 nuove parole fino a diventare di circa 50 tra i 21 e i 26 mesi
  • 28. Correlati cognitivi nello sviluppo del linguaggio Rapporto tra comportamenti comunicativi gestuali e sviluppo verbale. C’è una notevole interdipendenza che si rafforza nel tempo fino ai 15 mesi. Nei primi mesi c’è una notevole interdipendenza e si ipotizza che il linguaggio non sostituisce la comunicazione gestuale, ma che si muovono su canali diversi. Per ciò che riguarda il rapporto tra cognizione e comunicazione bisogna analizzare ogni componente del linguaggio che può avere una interdipendenza diversa con i fattori percettivi, cognitivi e sociali.
  • 29. Numero medio di gesti 50 40 30 20 10 Età in mesi 0 8-10 11-13 14-16 Media dei gesti prodotti nelle diverse fasce di età 17-18
  • 30. La maggior parte dei dati scientifici è concorde nell’affermare che le prime parole possono comparire solo quando si raggiungono alcune tappe cognitive e in particolare: • Riconoscimento e uso semplice di oggetti • Capacità di applicare schemi d’azione differenti secondo di oggetti. Superata una certa «soglia» lo sviluppo del linguaggio può essere indipendente dai correlati gestuali cognitivi. ( bambini con s. di Williams e bambini con s. di Down)
  • 31. Alcuni prerequisiti cognitivi sono indispensabili per le prime fasi del linguaggio, ma successivamente sembra manifestarsi una relativa indipendenza sia per quanto riguarda i rapporti tra linguaggio e cognizione, sia per quanto riguarda la notevole variabilità che si manifesta all’interno degli stessi componenti del linguaggio.
  • 32. Fino all’età di 13-14 mesi il numero di referenti espressi vocalmente è uguale a quello espresso con i gesti. Dai 15 mesi vi è un rapido aumento del numero delle parole e un congelamento della produzione dei gesti; non compaiono gesti referenziali nuovi e quelli presenti vengono usati sporadicamente. Evoluzione gesti parola.  Gesto deittico + gesto deittico  Gesto deittico + gesto referenziale  Gesto deittico + parola  Gesto referenziale+ parola  Il bambino udente non combina mai due gesti referenziali. ( Volterra)  La capacità di combinare due o più simboli per comunicare sembra dipendere dall’input linguistico cui è esposto il bambino.
  • 33. I dati della ricerca sembrano confermare che: • Ad 1 anno la modalità comunicativa prevalente sembra essere quella gestuale ( dai 4 ai 10 gesti) per esprimere significati per i quali non possiedono ancora parole. Tra 15-16 mesi numero di gesti e parole si equivalgono ( 30 in media) e gesti e parole si riferiscono a referenti diversi. • Questi dati confermano una equipotenzialità tra le due modalità vocale e gestuale come se sussistesse un unico sistema comunicativo, formato sia da gesti che da parole. • Il bambino non sembra ancora distinguere tra codice comunicativo e codice linguistico.
  • 34. I dati della ricerca sembrano confermare che: • Questa distinzione appare gradualmente dopo i 12 mesi e soprattutto dopo i 16 mesi: aumenta di molto il vocabolario verbale e diminuisce l’uso di gesti referenziali e i due sistemi, quello comunicativo e quello linguistico, a partire da questo momento, si sviluppano in modo differenziato. • L’aumento del vocabolario a 20 mesi è collegato al numero delle parole prodotte a 16 mesi, ma indipendente dal numero dei gesti referenziali a 16 mesi. • La combinazione di simboli, tra i 20 e i 24 mesi è collegata al numero di parole e non appare se il lessico è inferiore alle 50 parole
  • 35. ALTRO QUESSITO APERTO: DISSOCIAZIONE TRA COMPRENSIONE E PRODUZIONE
  • 36.
  • 37. Comprensione di parole Età n.soggetti media Deviazione standard range 8-10 mesi 53 29 37 0-200 11-13 70 103 57 9-228 14-16 70 161 82 25-381 17-18 45 214 92 22-398
  • 38. Produzione di parole età n. soggetti media Deviazione standard range 8-10 53 1,5 2,7 0-15 11-13 70 7 9,3 0-53 14-16 20 21 21 0-92 17-18 45 54 58 0-283
  • 39. Produzione di parole età n. soggetti nedia Deviazione standard Range 19-21 mesi 63 130 115 7-488 22-24 mesi 76 283 174 9-648 25-27 mesi 42 350 176 14-649 28-30 mesi 48 441 150 102-666
  • 40. 500 Numero medio di parole 450 400 350 300 250 produzione 200 150 100 50 Età in mesi 0 17-18 19-21 22-24 Media di parole prodotte nelle diverse fasce di età 25-27 28-30
  • 41. Il numero di parole comprese ad una determinata età non è necessariamente collegato al numero di parole prodotte a quella stessa età ma diverse ricerche dimostrano che c’è spesso un collegamento fra la comprensione di parole in una fase di sviluppo e la produzione di parole nelle fasi successive
  • 42. Rapporto tra numero di parole prodotte e uso di frasi.
  • 43. Sviluppo percettivo e linguaggio. Il sistema nervoso del bambino sembra essere strutturato in modo da associare gli aspetti visivi ed acustici della produzione linguistica. Il bambino possiede fin dalla nascita determinate capacità uditive e visive che permettono la formazione di categorie cognitive di suoni ed unità linguistiche. E’ pertanto in grado di decodificare ed organizzare gli aspetti visivi ed acustici della produzione linguistica dell’adulto. Gottlieb, un embriologo comportamentista fu tra i primi a richiamare l’attenzione sulla possibilità che queste capacità siano possedute alla nascita dal bambino per apprendimento prenatale.
  • 44. Sviluppo percettivo e linguaggio. Nell’ultimo trimestre di gestazione il feto può sentire i suoni esterni che variano da 4HHz fino a 250Hz dove cade la frequenza della voce di una donna Durante la prima settimana di vita, il neonato dimostra di preferire l’ascolto di suoni linguistici piuttosto che di suoni non linguistici e tendono a vocalizzare di più mentre li ascoltano, ipotizzando che nel sistema nervoso vi sia un legame acustico-motorio innato.
  • 45. Discriminazione dei suoni linguistici nei neonati I bambini non nascono con la conoscenza delle classi fonemiche, ma sono dotati inizialmente della capacità di discriminare tutti gli indici acustici presenti nei suoni linguistici Esperimenti: ( con bambini entro le 20 settimane di vita)  Orientamento riflesso  Variazioni delle pulsazioni cardiache  Qualità e quantità del succhiare
  • 46. In conclusione:  Da 0 a 6-10 mesi il bambino estrae dal segnale acustico l’informazione corrispondente a caratteristiche fonetiche universali e quindi che possono non essere presenti nella lingua adulta di appartenenza.  Da 6-10 mesi a 18-24 mesi i bambini incominciano a riconoscere le categorie fonetiche specifiche della lingua materna. Verso i 12 mesi l’abilità discriminante sembra essere sintonizzata verso i fonemi della lingua materna. La capacità di discriminazione dei suoni linguistici decade qualora i fonemi non siano presenti nella lingua adulta. Già a 12 mesi circa l’interazione con gli stimoli ambientali hanno formato nel bambino categorie percettive vicine a quelle dell’adulto.  E’ solo dai 5-6 anni che i bambini imparano che i fonemi sono combinabili e commutabili. Questo è un prerequisito indispensabile per l’apprendimento della lettura.
  • 47.
  • 48.
  • 49. Sviluppo della comunicazione e del linguaggio nel bambino • Sviluppo lallazione generica 3-7 mesi • Lallazione canonica 8-9 mesi • Babbling variegato 9-10 mesi • Inizio comparsa comprensione di parole 9-12 mesi • Comparsa produzione delle prime parole 13-15 mesi • (12/20 parole intorno a 18 mesi) • Rapido aumento del vocabolario dai 18 ai 20 mesi • Combinazione di parole 20-22 mesi
  • 50. Sviluppo della comunicazione e del linguaggio nel bambino • Esplosione della grammatica; comparsa delle prime frasi 24-30 mesi • Progressiva efficienza sul piano lessicale, grammaticale e sintattico 24-36 mesi
  • 51.
  • 52. Correlazione tra eventi neurali e cognitivi linguistici dalla nascita all’adolescenza ETA’ Eventi neurali Eventi linguistici e cognitivi Nascita Conclusione della formazione cellulare e della migrazione cellulare Stabilirsi di un’inclinazione dell’emisfero sinistro per alcuni stimoli verbali e non verbali 8-9 mesi Stabilirsi delle connessioni a lungo raggio tra le regioni della corteccia. Attività metabolica tra regioni simile a quella degli adulti. Comprensione della parola; soppressione dei contrasti verbali non innati; comunicazione intenzionale con suoni e gesti; imitazione di nuove azioni e suoni; cambiamenti nella categorizzazione e nella memoria
  • 53. Correlazione tra eventi neurali e cognitivi linguistici dalla nascita all’adolescenza ETA’ Eventi neurali Eventi linguistici e cognitivi 16-24 mesi Rapida accelerazione nel numero delle sinapsi Rapida accelerazione del vocabolario e inizio della combinazione di parole, seguita da una rapida accelerazione nello sviluppo grammaticale. Incrementi nella capacità di creare categorie, nel gioco simbolico e in alcune padronanza non linguistiche 48 mesi Apice a livello globale del metabolismo cerebrale Acquisite la maggior parte delle strutture grammaticali; inizia un periodo di stabilizzazione e automatizzazione
  • 54. Correlazione tra eventi neurali e cognitivi linguistici dalla nascita all’adolescenza ETA’ Eventi neurali Eventi linguistici e cognitivi 4 anni-adolescenza Lento e uniforme declino nella densità sinaptica e nei livelli globali del metabolismo cerebrale Lento aumento nell’accessibilità a forme grammaticali complesse. Lento declino nella capacità di apprendimento di una seconda lingua.
  • 55. ALCUNE CONSIDERAZIONI SUGLI ASPETTI PRAGMATICI DEL LINGUAGGIO
  • 56. Le competenze pragmatiche: il linguaggio come azione. La pragmatica studia i meccanismi e le rappresentazioni mentali che permettono a che parla e a chi ascolta di risolvere le ambiguità e di interpretare il linguaggio nel contesto verbale e non verbale. Es.( a) A: Mi presti il telefono (b) B: Aspetta, l’hai tenuto sempre tu. © A: Me lo dai dopo?
  • 57. Interventi non pertinenti Introduzione di un nuovo argomento non collegato al tema generale della conversazione Ritorni ad un precedente argomento Interventi su eventi verbali/non verbali che si verificano nel corso della conversazione e non sono in alcun modo collegati all’argomento del discorso (si parla di una favola) B. Maestra lo sai che la mamma ieri è andata dal parrucchiere Si è parlato dei regali di natale e ore si parla delle decorazione. B. Babbo natale mi ha portato un camion Ho la tuta nuova io, lo sai?
  • 58. Pertinenza bassa Ripetizione dell’enunciato prodotto dal parlante b.1 io gioco con la plastilina b.2 pure io ho la plastilina Variazione dell’enunciato prodotto dal parlante b.1 Ieri sono uscito con mio zio mario b.2 Mio zio si chiama bruno Negazione dell’enunciato prodotto dal parlante b.1 quello è il mare b.2 no non è il mare Segnalazione di accordo b.1 mi piace andare a mare b.2 Si
  • 59. Pertinenza media Offerta di nuove informazioni sul referente che costituisce l’argomento del discorso del precedente intervento b. 1 babbo natale non esiste. O forse si ma viene da lontano e poi va via b.2 io l’ho visto , era vestito di rosso e aveva la barba bianca e lunga, Il b. 2 continua a parlare di babbo natale ma non sviluppa il focus della conversazione cioè se esiste o meno babbo natale
  • 60. Pertinenza alta Richieste di spiegazioni o specificazioni b.1 io ci sono riuscito a farlo b.2 e come hai fatto, mi fai vedere? Commenti, spiegazioni, negazioni giustificate che integrano una nuova informazione con il focus del precedente intervento b.1 se tu lasci cader le briciole per terra vengono le formiche b.2 si perché se le formiche vedono le briciole per terra vengono in tante per mangiare.
  • 61. Lo sviluppo delle competenze conversazionali. • Richiamare l’attenzione dell’interlocutore ( 2-3 anni) • Alternanza di turni ( 2-3 anni) • Permettere all’ascoltatore di identificare ciò di cui si parla ( 2-3 anni) • Scambiare informazioni attraverso il dialogo( 2-3 anni)
  • 62. A 4-5 anni le competenze conversazionali del bambino sono estremamente articolate. Risponde a richieste d’informazione Richiedere chiarificazioni di un messaggio non compreso Segnalare all’ascoltatore che si intende iniziare un dialogo Avanzare richieste Giustificarle o attenuarle se esse vengono rifiutate Contraddire un’affermazione e giustificare il proprio giudizio Scambiare informazioni intorno ad oggetti, persone, eventi, anche quando non sono presenti nel contesto verbale Semplificare il proprio linguaggio parlando con un bambino più piccolo Segnalare all’interlocutore l’intenzione di iniziare un racconto.
  • 63. In età scolare hanno maggiori conoscenze del mondo e i loro argomenti di conversazione sono dunque più articolati; l’organizzazione dell’informazione verbale pone loro minori sforzi di memoria e maggiori risorse cognitive possono essere dedicate al controllo del discorso e al tentativo di esplicitare verbalmente informazioni che chi parla dà come presupposte, ma che chi ascolta potrebbe non possedere.
  • 64. Lo sviluppo di competenze narrative. ( 4-5 anni)
  • 65. Lo sviluppo di competenze narrative. ( 4-5 anni)
  • 66. 50 40 30 20 10 00 Percentuale di bambini ( su un gruppo di 70) che producono diversi tipi di organizzazione dell’episodio a 4-5 anni
  • 67.
  • 68. Rapin definisce lo sviluppo patologico del linguaggio come un disordine nei tempi e nei modi di acquisizione delle diverse competenze linguistiche, da cui originano profili diversi di funzionamento o patterns diversi di dissociazione tra differenti ambiti linguistici : • comprensione/produzione; • lessico/fonologica; • lessico/morfosintassi; • lessico /grammatica; • abilità linguistiche generali; • capacità di accesso lessicale; • capacità di processamento dei suoni non linguistici/linguistici
  • 69. Classificazione dei disturbi del linguaggio ( Ingram) 1. Disfonie: disturbi della voce 2. Disritmie o balbuzie 3. Disartrie: disturbi articolatori dovute ad anomalie strutturali o funzionali degli organi articolatori: a. Anomalie morfologiche bucco-laringo-faringee b. Anomalie d’innervazione degli organi fonatori (paresi, incoordinazione, movimenti involontari da lesione del 1° motoneurone, lesione della giunzione neuromuscolare, lesione muscolare). 4. Disturbi del linguaggio secondari a deficit intellettivo, deficit acustico, disturbi psichiatrici, deprivazione socio-ambientale.
  • 70. Classificazione dei disturbi del linguaggio ( Ingram) 5. Disturbi evolutivi primitivi o specifici dello sviluppo linguistico: a. Turbe isolate dell’articolazione ( dislalie) b. Turbe articolatorie evolutive con ritardo dello sviluppo linguistico (disfasia espressiva) c. Turbe articolatorie, ritardo dello sviluppo linguistico, turbe della comprensione verbale ( disfasia recettiva, sordità verbale, impercezione acustica); d. Gravissimo ritardo dello sviluppo articolatorio associato a grave ritardo del linguaggio espressivo, grave deficit di comprensione verbale e di discriminazione acustica ( impercezione acustica, sordità centrale) 6. Quadri misti in cui due o più delle categorie precedenti risultano associate.
  • 71. Sviluppo del linguaggio e psicopatologia. Cinque diversi patterns di associazione tra disturbo del linguaggio e disturbo psichiatrico. ( Rutter e Lord) 1. Disordine psichiatrico problema linguistico: mancato uso del linguaggio nonostante capacià linguistiche adeguatamente sviluppate, come nel mutismo elettivo 2. Problemi linguistici disordine psichiatrico: es. disturbi socioemotivi secondari che complicano molti quadri di disordine specifico del linguaggio. 3. Disordine psichiatrico+ problemi linguistici: nell’autismo infantile entrambi i problemi possono essere considerati come manifestazioni diverse di una unica patologia sottostante 4. Disordine psichiatrico,problema linguistico: non si può parlare di una causa comune sottostante, in quanto i fattori di rischio specifici per i due tipi di patologia sono spesso distinti, come nel caso di bambini con esperienza di deprivazione ambientale. 5. Disordine psichiatrico problema linguistico: le due condizioni possono risultare strettamente intrecciate come nel ritardo mentale
  • 72. Nelle lesioni focali insorte nel primo anno di vita è possibile trovare tutte le combinazioni: ( Riva) • Ritardo cognitivo e linguistico associato • Ritardo cognitivo senza ritardo del linguaggio • Cognitività normale con un serio disturbo del linguaggio.
  • 73. Tre problemi teorici: • Equipotenzialità degli emisferi cerebrali • Plasticità cerebrale • Modalità con cui lo sviluppo di una funzione interagisce con le altre
  • 74. La maggior parte degli autori concludono oggi che gli emisferi cerebrali posseggono già alla nascita un certo grado di specializzazione e che posseggono comunque geneticamente il programma che li porterà a sviluppare le differenze anatomo/funzionali che diventeranno progressivamente evidenti nel tempo. Questa teoria non nega che la completa asimmetria funzionale si completa alla nascita In ogni caso la neuropsicologia dell’età evolutiva non è arrivata a definire sindromi deficitarie con localizzazioni cerebrali precise.
  • 75. Lesioni focali dell’emisfero sinistro: Due quadri possibili: • Con afasia • Senza afasia. Con Afasia. Le cause sono di solito da lesioni vascolari e da traumi cranici. Landau /Kleffner I casi documentati di afasia dopo lesioni focali dell’emisfero destro sono molto pochi.
  • 76. SEMIOLOGIA DELL’AFASIA Prevalgono, quando il danno avviene entro gli otto anni, i sintomi negativi dell’afasia: 1. Mutismo 2. Ipospontaneità dell’eloquio 3. Disartria 4. Agrammatismo 5. Assenza di logorrea, parafasie, neologismi e disordini persistenti della comprensione( sintomi positivi)
  • 77. Nelle lesioni emisferiche sinistre che non portano afasia ci sono disturbi del linguaggio di tipo deficit lessicali e di tipo semantico sintattico. Spesso compaiono problemi di apprendimento Nelle lesioni focali dell’emisfero destro compaiono principalmente disturbi: 1. Delle abilità visuo percettive 2. Agnosia visiva 3. Delle abilità spaziali.
  • 78. Deficit specifici del linguaggio. Definizione Insieme eterogeneo di quadri sindromici caratterizzati da un ritardo o disordine in uno o più ambiti dello sviluppo linguistico in assenza di deficit cognitivi, sensoriali, motori, affettivi e di importanti carenze socio-ambientali. I bambini con disturbi specifici del linguaggio presentano difficoltà di vario grado nella comprensione, produzione e uso del linguaggio in una o tutte le componenti linguistiche ( fonologico, semantico, sintattico e pragmatico) e una evoluzione nel tempo che varia in rapporto alla gravità e persistenza del disturbo linguistico.
  • 79. Classificazione dei disturbi specifici del linguaggio spontaneo : sottotipi. ICD-10 • • • • Disturbo specifico dell’articolazione della parola Disturbo del linguaggio espressivo Disturbo del linguaggio recettivo Afasia acquisita con epilessia ( sindrome di landaukleffner)
  • 80. Classificazione dei disturbi specifici del linguaggio spontaneo : sottotipi. Rapin ed Allen Agnosia uditiva –verbale Disprassia verbale Sindrome da deficit di programmazione fonologica Sindrome da deficit fonologico-sintattico Sindrome da deficit semantico-pragmatico Sindrome da deficit lessicale-sintattico
  • 81. Disturbi specifici del linguaggio: prevalenza e persistenza • Dipende dai criteri d’inclusione . Da 1,5 a 5% • La prognosi a distanza non è buona. Dal 60 al 100% dei soggetti diagnosticati da bambini, da adulti hanno disturbi del linguaggio di vario tipo., anche se il disturbo si manifesta in modo diverso col passare degli anni e a secondo la fase evolutiva.. • Secondo alcune ricerche c’è una sovrapposizione tra i DSL e DSA
  • 82. Eziologia: Ipotesi . Multifattorialità? • Familiarità. (Leonard) • Fattori neuroanatomici. Zone perisilviane estese (Plante) • Difficoltà nell’Elaborazione di eventi acustici ravvicinati (Bishop) e di processamento delle informazioni (Leonard)
  • 83. Età QIP sess medi medi o a o famil Pat. iarit prec à oce conv Pat. ulsio uditi ni va Dist. Lat. Imp. glob ale Dispr Defic .buc mem cal. oria r. 5a/3 espr. m 14 b. 108 10m /4f 92 21 0 28 50 14 14 18 Rit. Rec/ esp 8b 101 6m/ 2f 75 37 0 62 50 37 37 20 d. 8a fono -sint. 18 b 85 10m /8f 61 38 38 61 77 72 0 28 d. 7a/8 less- m sint. 13 b. 88 7m/ 6f 46 53 30 30 84 61 23 60 5a/6 m
  • 84. Sottotipi • Disturbo di programmazione fonologica: difficoltà limitate alla componente fonologica; nei casi gravi il linguaggio è incomprensibile • Sindrome da deficit fonologico-sintattico: la difficoltà prevalente è sul versante espressivo. Rientrano la maggior parte dei DSL • Sindrome lessicale sintattica: difficoltà sintattiche e di accesso lessicale e di ritrovamento delle parole ( anomie) • La sindrome semantica pragmatica fa parte di quadri di una più generale disorganizzazione cognitiva affettiva
  • 85.
  • 86. Diagnosi differenziale Differenziazione dagli estremi della variabilità normale. 4 criteri associati:  Gravità  Decorso  Manifestazioni cliniche  Problemi associati Si considera anormale ogni condizione di ritardato sviluppo del linguaggio che comporti prestazioni inferiori alla media di 2 deviazioni standard. (assenza di produzione di parole singole a 2 anni e di combinazione di due parole a 3 anni)
  • 87. Diagnosi differenziale Differenziazione da un ritardo mentale o da un ritardo globale dello sviluppo.. Solitamente acquisizioni linguistiche e cognitive procedono parallelamente. Bambini con disturbo persistente del linguaggio spesso diminuiscono le prestazioni cognitive e c’è un abbassamento del QI. Secondo alcuni se la discrepanza tra sviluppo linguistico e cognitivo è superiore a 2 deviazione standard è possibile parlare di comorbidità anche nel caso di ritardo mentale.  Differenziazione da un disturbo linguistico secondario ad altra alterazione neurologica
  • 88.
  • 89. Componenti delle diverse fasi previste nella procedura di valutazione Raccolta dati anamnstici, attività del Colloquio con la famiglia bambino e ambiente e input linguistico Raccolta di materiale spontaneo Linguaggio spontaneo in interazione con persone conosciute Osservazione dl bambino rispetto a -Livello d’interazione -Motivazione -Attenzione Analisi con prove specifiche Valutazioni neuropsicologiche Esami specialistici Con prove strutturate Con prove strutturate Eeg, visita neuologica e audiologica e O.R.L.
  • 90. Valutazione del linguaggio in comprensione e produzione  Aspetti formali • Fonetica • Fonologica • Morfologica • Sintassi Pragmatica • Analisi del contesto delle interazioni
  • 91. Valutazione del linguaggio in comprensione e produzione Aspetti funzionali • Funzione dialogica • Funzione discorsiva • Funzione narrativa Contenuto • Lessico e aspetti semantici  Raccolta LME da conversazione spontanea, elicitata, gioco, storie figurate.  Osservazione della fluenza della voce, della coordinazione respiratoria
  • 92.
  • 93. TEST PER LA VALUTAZIONE DI COMPETENZE LINGUISTICHE GLOBALI Test del primo linguaggio – TPL (Axia) E' un metodo diretto di valutazione dello sviluppo linguistico dei bambini della prima infanzia (dai 12 ai 36 mesi); lo scopo del test è di dare una descrizione delle principali abilità linguistiche e di permettere la valutazione del singolo bambino rispetto al suo gruppo normativo di età. Il test è diviso in tre scale di comprensione e tre scale di produzione linguistica che valutano:  Abilità comunicative e pragmatiche  Conoscenza di nomi e semplici concetti linguistici  Prime abilità sintattiche
  • 94. Test di valutazione del linguaggio – TVL (Cianchetti) Consente una valutazione plurisettoriale con l'obiettivo di rilevare un ritardo o un deficit globale del linguaggio(3071mesi) E' suddiviso in: Comprensione di parole e frasi, parti del corpo, oggetti, figure di oggetti, colori, figure di oggetti secondo l'uso, aggettivi, frasi semplici designanti azioni, frasi complesse designanti oggetti frasi con concetti spaziali e temporali  TEST PER LA VALUTAZIONE DI COMPETENZE LINGUISTICHE GLOBALI
  • 95. la WPPSI-III è un test usato per ottenere una valutazione completa del funzionamento intellettivo generale, ed identificare soggetti con ritardi nello sviluppo cognitivo e con difficoltà di apprendimento, può essere usato per pianificare degli obiettivi in programmi di natura clinica o scolastica. WPPSI III
  • 96. Fornisce un'analisi qualitativa della produzione fonologica-articolatoria attraverso la denominazione di immagini.  Il test è composto da 90 figure di cui 74 stimolano la produzione di fonemi, 3 storielle, da proporre in sequenza, stimolano il racconto.  E’ somministrabile a partire dai 24 mesi. Vengono esaminati i fonemi consonantici e vocalici in posizione iniziale e mediale e in gruppi consonantici (trigrammi) discriminando quali sono articolati correttamente, quali sostituiti, omessi o distorti sia nella parola spontanea che in ripetizione.  Prove per la valutazione fonologica del linguaggio infantile PFLI(Bortolini)
  • 97. E' un test figurato a scelta multipla che consente di determinare la capacità del bambino di comprendere strutture linguistiche semplici e complesse.  Il test è composto da 78 tavole e permette di valutare:  Il livello di comprensione verbale del bambino  Il tipo di strategia utilizzata nella risoluzione del compito  Il profilo della performance linguistica  Il test è suddiviso per fasce d'età e permette di indagare diversi tipi di frase  Prove di valutazione della comprensione linguistica (Rustioni)
  • 98. Il test valuta il lessico verbale passivo.  E' composto da 150 tavole, il bambino deve indicare, scegliendo fra 4 figure, la parola bersaglio detta dall'esaminatore.  Il test è diviso per età; si ricava un punteggio che confrontato con i dati normativi del test, dall'età delle capacità lessicali passive del bambino.  Test Peabody
  • 99. Il test valuta il lessico verbale passivo.  E' composto da 150 tavole, il bambino deve indicare, scegliendo fra 4 figure, la parola bersaglio detta dall'esaminatore.  Il test è diviso per età; si ricava un punteggio che confrontato con i dati normativi del test, dall'età delle capacità lessicali passive del bambino.  Test Peabody
  • 100. E' uno strumento utile per la valutazione linguistica e gestuale del bambino nei primi anni di vita. E' suddiviso in due schede e viene compilato dai genitori e dagli operatori del nido. Prima parte Gesti e Parole: raccoglie informazioni relative ai bambini di 8-17 mesi. Viene analizzata la comprensione del linguaggio parlato, viene fatta una raccolta del lessico attivo e passivo e si analizza la comunicazione non verbale. Seconda parte Parole e Frasi: raccoglie informazioni su bambini di età compresa fra 18 e 30 mesi. Permette di analizzare la produzione linguistica, la capacità di usare la grammatica e l'utilizzo della frase da parte del bambino.  Questionario Mac Arthur
  • 101. Wechsler Intelligence Scales Children (WISC III) E’ uno dei test maggiormente utilizzati nelle batterie neuropsicologiche. E’ considerato “the gold standard” nella misurazione dell’intelligenza. Batterie di Valutazione
  • 102.
  • 104.      Batteria per la valutazione della scrittura e della competenza ortografica nella scuola dell’obbligo (Tressoldi e Cornoldi, 2000). Batteria di valutazione della lettura e della scrittura in età evolutiva (Sartori, Job e Tressoldi, 1995). Diagnosi dei disturbi ortografici in età evolutiva (Angelelli et al., 2009). Test Ceo (Bozzo et al. 2000). Prova di dettato ortografico (Biancardi et al.2002) Strumenti di valutazione della competenza ortografica
  • 105.
  • 106. Comportamenti cognitivi e comunicativi correlate con le tappe principali dello sviluppo linguistico.  Sviluppo dell’intenzione comunicativa sguardo/gesto 5-7 mesi  Comunicazione gestuale(, gesti di routine,, Gesti deittici ( dare, indicare, mostrare, richiesta) 8-13 mesi  Uso di strumenti e schemi di azioni con oggetti 9-12 mesi  Riferimento gestuale e comparsa di simboli ( far finta di) 12-18 mesi  Comparsa della capacità di gioco simbolico spontaneo 16-18 mesi
  • 107. Comportamenti cognitivi e comunicativi correlate con le tappe principali dello sviluppo linguistico.  Combinazione di gesto + parola (« palla» stringendo la palla= è mia la palla 16-18 mesi  Combinazione di gesti nel gioco simbolico 20-24 mesi  Pianificazione e ordinamento dei gesti (sequenza) nel gioco simbolico 24-36 mesi
  • 108. Indicatori prognostici nei disturbi del linguaggio (non comparsa, ritardo, atipie nello sviluppo del linguaggio) ( Cipriani) Funzione età di comparsa • Lallazione canonica 8/9 mesi • Babbling variegato 9/10 mesi • Comprensione parole contestuali 9/10 mesi • Produzione prime parole 13/15 mesi (grande variabilità) • Combinazione di parole 20-24 mesi indicatori del disturbo produzione scarsa e indifferenziata può risultare normale « 30/40 parole ritardata nel numero. Assenza di parole a 24 mesi Assenza di combinazione di 2 parole a 36 mesi
  • 109. Indicatori prognostici nei disturbi del linguaggio (non comparsa, ritardo, atipie nello sviluppo del linguaggio) ( Cipriani) Funzione età di comparsa indicatori del disturbo • Combinazione di gesti nel gioco simbolico 20/24 mesi Assenza • Vocabolario in produzione 20 parole a 18/20 mesi/ 300 a 24 mesi • Accelerazioni del vocabolario dai 20 mesi meno di 50 a 24 mesi assenza • Aumento complessità della grammatica dai 24 ai 36 mesi assenza • Sequenzialità attiva Nel gioco simbolico 24- 36 mesi assenza • Lunghezza media dell’enunciato ( LME) tra i 27 e i 38 mesi da 3 a 5 parole meno di 3 parole a 38 mesi
  • 110. Elementi che caratterizzano lo sviluppo del linguaggio atipico 1. Ritmo di acquisizione molto rallentato. Cambiamento molto lento 2. Assenza di una chiara sequenza di fasi 3. Assenza di fenomeni di transizione 4. Rigidità nell’apprendimento delle regole piuttosto che creatività 5. Dissociazione tra diverse componenti del sistema linguistico e all’interno delle singole componenti; ad esempio: • Dissociazione tra contenuto e forma ( Es. semantica e sintattica • Dissociazione tra sintassi e morfologia ( es. omissione di funtori grammaticali)
  • 111. ..ma tu a caputu qualcosa? GRAZIE!!