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I processi di acquisizione
linguistica

Aspetti biologici cognitivi e culturali
Punti principali


Come acquisiamo il linguaggio?


Ambiente linguistico




Processi cognitivi




Esterme deprivazioni ambientali (bambini “selvaggi” o
deprivati) acquizione del linguaggio ritardata

Processi cognitivi sono correlati allo sviluppo del linguaggio

Meccanismi innati


Bambini che hanno ricevuto input linguistici molto poveri
si servono di sistemi comunicativi molto vicini al linguaggio
della prima infanzia
-2-
L’ambiente linguistico





Bambini “selvaggi” e
deprivati
Ipotesi del Periodo Critico
Linguaggio materno
(“Maternese”)
Bambini “selvaggi” e deprivati


“bambini” selvaggi e isolati





Cresciuti nella foresta
Es) il caso di Victor

Bambini deprivati



Cresciuti con contatti umani estremamente limitati
Es) bambini segregati (il caso di Genie)

-4-
Il Ragazzo selvaggio- Victor


Ritrovato nelle foreste francesi nel1797, aveva 12 (o 13)anni quando catturato



Nessun linguaggio parlato (udito normale, pronuncia di
alcuni suoni)



Itard (medico) cercò di socializzarlo e di addestrarlo all’uso
del linguaggio per 5 anni



In generale I progressi linguistici di Victor furono molto
poveri




Capace di comprendere il linguaggio, ma quasi del tutto incapace di produrlo
Le uniche due parole pronunciate: “latte”, “oh mio dio”
Perlopiù il suo comunicare era considerato un grugnire e ululare
-5-
You

http://www.youtube.com/watch?v=CWS4AKq-K

http://www.youtube.com/watch?v=jWXp2GfhUs
http://www.youtube.com/watch?v=fGelqr7oyyg

-6-
Bambini deprivati- Genie


Liberata nel 1970, tredicenne in California, non poteva stare in piedi e non
parlava – solo due parole: “Smettila”, “Basta”



Scarsissima esposizione al linguaggio durante la prigionia





Dai 20 mesi visse in isolamento totale legata a un vaso da guinzagli per la maggior
parte del suo tempo.
Il padre comunicava con lei non via linguaggio ma abbaiandole.

Grazie a un programma di recupero linguistico



1970: pronuncia di una sola parola, es) “No. No. Gatto” [13 a]
1971: linguaggio paragonabile a quello di un b. di 18-20 mesi








Distinzione tra numeri singolari e plurali
Pronuncia di parole-frase come, ex) “volere latte”, “Grande denti” [14 a.]

Nessun espansione del vocabolario dopo 18-20 mesi
Incapacità di produrre domande (Es “Io dove è il cracker in cima la mensola?”)

Sviluppo semantico: rapido & ampio, sviluppo sintattico: lento



Es) mi piace ascoltare musica gelato camion (Curtiss, 1981) : struttura grammaticale
minima
Es) Pensare che mamma amare Genie (Curtiss, 1981)
-7 sviluppo cognitivo prima che linguistico
L’ambiente linguistico




Bambini “selvaggi” e deprivati
Ipotesi del Periodo Critico
Linguaggio materno
(“Maternese”)
Ipotesi del Periodo Critico


Esiste un periodo precoce della vita in cui
siamo specialmente predisposti ad acquisire
un linguaggio


Possono avvenire cambiamenti neurologici nel
cervello che rendono una persona meno
preparata ad acquisire il linguaggio



Questi cambiamenti sono prossimi al periodo
prossimo alla pubertà
-9-
Ipotesi del Periodo Critico


Johnson and Newport (1989)





Esaminarono Coreani e Cinesi immigrati negli USA a
diverse età tra i 3 e i 39
Test grammaticali
Correlazione tra età di arrivo e punteggio ai test



Fortemente negativa ( r=-.87): se arrivavano dagli (0 ~ 16)
Nessuna : se arrivavano dai (16 ~ 40)

 La conclusione è che I processi nei discenti giovani e
adulti sono profondamente diverse
- 10 -
Ipotesi del Periodo Critico

- 11 -
Ipotesi del periodo Critico


Limiti


Bialystok and Hakuta (1994)




Aumentando l’età da 16 a 20 anni trovarono correlazioni negative
significative in tutti I gruppi di età

Hakuta, Bialystok and Wiley (2003)


1990 US censimento di un ampissimo numero di Spagnoli e Cinesi
insieme



Abilità linguistica autoriferita




“not at all”, “not well”, “well”, “very well”, “speak only English”

Non così netta discontinuità tra prima e dopo I 15 years di età (il declino
è graduale)
- 12 -
Ipotesi del periodo Critico


Critiche


Snow e Hoefnagel-Hohle (1978)











Studiarono tutte le famiglie americane che si trasferirono in Olanda per
un anno e studiarono landese
Adolescenti migliori> adulti > bambini
All’inizio I più anziani sembravano I migliori e poi raggiungevano un
plateau; I più giovani li raggiungevano e spesso superavano

La ricerca sull’acquisizione di un secondo linguaggio non ha
confermato l’ipotesi del periodo critico
I bambini più giovani imparano L2 meglio dei bambini più grandi e
adulti sul lungo termine
La differenza tra giovani e meno giovani sta nello sviluppo cognitivo
e in una differente tipologia di strateguie cognitive
- 13 -
L’ambiente linguistico




Bambini “selvaggi” e deprivati
Ipotesi del Periodo Critico
Linguaggio materno
(“Maternese”)
Mammese


Come gli adulti parlano ai bambini
(Adult-to-Child Language)



In generale, la parlata usata con bambini che
apprendono a parlare è breve, concreta, direttiva, e
esagerata nell’intonazione



Queste qualità accompagnano il bambino allo sviluppo
del linguaggio, ma i dati su questa domanda sono
relativamente scarsi, e opinioni ampiamente differenti
esistono in materia
- 15 -
Mammese


Ipotesi del Motherese




C’è una relazione tra la regolazione della parlata adulta
e lo sviluppo del linguaggio nel bambino
Sostenitori “strong” dell’ipotesi del motherese




Sostenitori “deboli” dell’ipotesi motherese




Le modalità Motherese sono necessarie per uno sviluppo
adeguatodel linguaggio; assenza di tali modalità difficoltà di
linguaggio nel bambino
Le modalità Motherese aiutano lo sviluppo linguistico

(1) Apptoccio correlazionale & (2) Approccio
sperimentale
- 16 -
Mammese


(1) Studi correlazionali


Newport & Gleitman, 1977



Esiste una relazione limitata tra parlata dei genitori
e il linguaggio del bambino. Madri che hanno usato
più domande chiuse del tipo sì/no hanno bambini
che utilizzano più ausiliari ma la maggior parte degli
aspetti del linguaggio del bambino erano
indipendenti

- 17 -
Mammese


(2) Studi sperimentali





Nelson, Carskaddon, Bonvillian,1973
Lo sviluppo del linguaggio può essere facilitato se si presentano ai
bambini sono nuove informazioni sintattiche relative alla frase detta
precedentemente dal bambino.
(1) Gruppo della frase-rimaneggiata


Introduzione di nuove frasi correlate alla frase del bambino
- bambino: sparito camion
- sperimentatore: Si, il camion è sparito



(2) Gruppo della frase nuova


Introdotte frasi relativamente corte, frasi grammaticali che escludono le
parole contenute nella precedente frase del

(3) Gruppo di controllo (senza schemi fissi)

Frase rimaneggiata > produz. Verbale del Controllo
> Nuova frase)

- 18 -
Processi cognitivi





Principi operativi
Schemi Sensorimotori
Vincoli Cognitivi
IDisturbi del Linguaggio & Cognitivi
Principi Operativi


Modi preferiti dei bambini di assunzione di informazioni

-

I bambini utilizzano ordine fisso di parola per creare significati.
I bambini spesso sovraregolarizzano morfemi grammaticali.

-



Utile pe la comprensione dell'acquisizione dei bambini di
frasi complesse

-Primo tentativo di formare negazioni e domande, i bambini spesso
semplicemente posizionano il maker negativo o della domanda
nella parte anteriore di una semplice frase dichiarativa

- 20 -
Processi Cognitivi





Principi operativi
Schemi Sensorimotori
Vincoli Cognitivi
I Disturbi del Linguaggio & Cognitivi
Schemi Sensomotori
Sviluppo Cognitivo– Piaget
- Stadio dello sviluppo




Sensomotorio (0~2 y.)




Bambino usa il corpo e gli organi di senso: sbattendo,
succhiando, tirando

Acquisizione della permanenza dell’oggetto (fine
stadio sensomotorio)


Nozione che gli oggetti continuano ad esistere anche
quando essi non possono essere percepiti

- 22 -
Schemi Sensomotori


Lo sviluppo cognitivo & lo sviluppo del linguaggio del
bambino (due predizioni)



Bambino molto piccolo (not acquired object permanence)
- potrebbe usare parole che si riferiscano a oggetti concreti
- Ampia gamma di aprole che indicano il “qui ed ora”


Più grandicelli (permanenza dell’oggetto)
Dovrebbe

iniziare ad usare Parole che si riferiscono a oggetti o eventi
che non sono immediatamente presenti
Ex)





camion andato via , ancora latte

Linguaggio specifico e conquiste cognitive avvengono con
ritardi brevi o simultaneamente
Scarse evidenze che lo sviluppo cognitivo preceda di molto lo
sviluppo linguistico
- 23 -
Processi Cognitivi





Principi Operativi
Schemi sensomotori
Vincoli Cognitivi
Disturbi del linguaggio e cognitivi
Vincoli cognitivi


Linguaggio adulto-bambino (uno schema
semplificato e ordinato di dati) è sufficiente per
l'acquisizione di un linguaggio normale?






Sembra improbabile che i bambini esplorino ogni
possibile significato di una parola data dagli adulti
Bambino può avere determinate aspettative
sull'apprendimento delle parole (Vincolo Cognitivo)
Tre possibili vincoli




Errori dell’insieme dell’oggetto
Errori tassonomici
Errori di mutua esclusività
- 25 -
Vincoli cognitivi


Errori dell’insieme dell’oggetto


Quando i bambini si imbattono in una nuova etichetta, preferiscono
attaccare l'etichetta all'intero oggetto piuttosto che alla parte
dell'oggetto




Errori tassonomici


I bambini assumeranno che l'etichetta dell'oggetto è una categoria
tassonomica piuttosto che un nome per un cane-individuo




Es) cane (un'etichetta per l'intero oggetto anziché la coda del cane)

Es) cane è un marchio per un gruppo di animali non solo per Fido

Errori della mutua esclusività


Si riferisce al fatto che un bambino che conosce il nome di un
particolare oggetto poi rifiuterà generalmente di applicare un secondo
nome a quell'oggetto



Es) mostrami X (X sillaba senza senso)  non verrà genealizzato a una
seconda sillaba senza senso

 I bambini hanno qualche pregiudizio o preferenze quando imparano nuove parole- 26 -
Processi Cognitivi





Principi Operativi
Schemi sensomotori
Vincoli Cognitivi
Disturbi del linguaggio e cognitivi
Disturbi del linguaggio e
cognitivi






L'idea che esista una stretta relazione tra linguaggio e
cognizione in generale è stata sostenuta da studi di
individui con sindrome Down
Questi individui tendono ad avere ritardi di linguaggio
che sono proporzionati alla gravità del loro handicap
cognitivo
Tuttavia, in alcuni individui, ci possono essere notevoli
discrepanze tra il livello di funzionamento cognitivo e il
livello di funzionamento linguistico
- Genie
- Sindrome di Williams
- Sindrome del chiaccherone
- 28 -


Genie


Abilità cognitive avanzate relativamente alle
competenze linguistiche

-

Grammaticalmente rudimentale ma semanticamente più
avanzata

Grammaticalmente rudimentale ma semanticamente più avanzata
Adulto: perchè non canti?
 Genie: molto triste
 Adulto: perchè ti senti triste?
 Gene: Lisa malata

 Questo sarebbe fornire prove contro la tesi che la
cognizione è sufficiente per acquisire il linguaggio
- 29 -
Disturbi del linguaggio e
cognitivi


Sindrome di William






Espressione facciale dello “gnomo”, ritardo mentale, deficenze
cardiache
Nonostante il loro decadimento cognitivo, le funzioni sintattiche
sembrano conservate

Sindrome del chiacchierone


Decadimento cognitivo significativo & abilità linguistiche
inaspettate

 Se il normale sviluppo cognitivo è necessario per lo
sviluppo del linguaggio normale, non accade in tutti i
casi
- 30 -
Meccanismi INNATI




L’IPOTESI del Bioprogramma
Impostazioni dei parametri
Il problema dell’ evidenza negativa
Il Bioprogramma del
Linguaggio


Bioproramma del linguaggio- Bickerton (1983,
1984)




I bambini hanno una grammatica innata che, in
assenza di input ambientali adeguati, funge da
sistema di lingua del bambino  un sistema di
backup linguistico

Studi correlati





Caso 1: Pidgins e Creoli (Bickerton)
Caso 2: Studi di sviluppo del linguaggio nei bambini
congenitamente sordi (Golden-Meadow)
Case 3: Lingua dei segni in Nicaragua
- 32 -
Il Bioprogramma del
Linguaggio


Caso 1: Pidgins & Creoli

Pidgin: una lingua ausiliaria che si pone quando parlanti di diverse lingue reciprocamente
incomprensibili sono in stretto contatto(Bickrton, 1984)





Creolo: Quando i figli di questi immigrati acquisiscono una lingua semplificata
come loro lingua madre





Es) Lavoratori immigrati riescono a parlare una forma più semplice della lingua
dominante della zona-appena abbastanza per ottenere un minimo di comprensione
Sintassi non riconoscibile, spesso una parola ordine, nessuna frase complessa

Frasi relativamente sofisticate e complesse
Nonostante i pidgins, i creoli ricordano le regole strutturali di altre lingue

Caso 2: bambini sordi dalla nascita








bambini (13 mesi ~ 4 anni), ogni 2-4 mesi, per 1.5 anni
Nessuno di questi bambini è stato esposto alla lingua dei segni convenzionale
Tuttavia I bambini inventarono una forma di linguaggio gestuale (Homesign)
simile al linguaggio dei bambini con udito normale
Apparve l’enunciazione di un segno (18 mesi), poi due o tre segni
Quando l'input linguistico è minimo, bambini sordi possono creare un linguaggio
gestuale simile al linguaggio dei bambini normali
- 33 -
Il Bioprogramma del
Linguaggio




Bioprogramma potrebbe funzionare in assenza di
stimolazione linguistica ordinaria
Che cosa accada con input linguistico appropriato?





Bioprogram è soppresso e i bambini imparano la lingua madre
I bambini usano un "principio di prelazione”; Se si sente
qualcuno usare una forma di lingua diversa da quella
conosciuta, e non si sente qualcuno utilizzare la tua forma,
abbandonano la tua e utilizzano la loro”

Uso di processi cognitivi associati al linguaggio non sono
semplici tentativi di problem-solving ma sono invece
strettamente limitati al linguaggio
- 34 -
Meccanismi Innati




L’IPOTESI del Bioprogramma
Impostazioni del parametro
Il problema dell’ evidenza negativa
Impostazioni del parametro


Grammatica Universale (Chomsky, 1981)


Grammatica  un set di parametri corrispondenti a ciascuno
dei sottosistemi di linguaggio
(ogni parametro ha un numero finito di possibili impostazioni)



Varie combinazioni di impostazioni del parametro tutte le
lingue al mondo



I bambini nascono con la conoscenza dei parametri e le loro
impostazioni possibili



Acquisizione del linguaggio (LAD) identificare quale
impostazioni del parametro si applicano alla lingua madre

- 36 -
Impostazioni del parametro


Parametro principale (Cook, 1988)
Ogni frase nella lingua possiede un elemento essenziale
chiamato «principale»  head parameter
- Sostantivo in sintagmi, verbo nelle frasi di verbo

Il parametro guida specifica la posizione dell’elemento
principale attraverso la frase




Inglese – un linguaggio con elementi principali all’inizio







The man with the bow tie (l’uomo con il nodo alla cravatta)
Liked him
Nice to see
To the bank

Giapponese – elementi principali in chiusura


Watashi wa nihongin desu (Io Giapponese sono)
- 37 -
Impostazioni del parametro


Parametro del soggetto nullo (Hyams, 1986)


Italiano, Spagnolo – grammaticalmente accettabile



Inglese – non permesso



I bambini nascono con un parametro settato sul soggetto nullo
(valore di default)


Es) Play it



Es) Eating cereal



Es) Shake hands



Es) See window

- 38 -
Impostazioni del parametro


Principio del sottoinsieme (Berwick and Weinberg,
1984)


I bambini iniziano a cercare attraverso lingue possibili all'inizio
con il più piccolo sottoinsieme disponibile (che è la lingua più
restrittiva). Se non ci sono prove dal primo input linguistico che
che si tratti del loro linguaggio nativo, si procede al successivo
sottoinsieme più grande fino a trovare una corrispondenza

- 39 -
Meccanismi innati




L’IPOTESI del Bioprogramma
Impostazioni dei parametri
Il problema dell’ evidenza negativa
Il problema dell’ evidenza negativa


Evidenza Positiva




Prova che un particolare enunciato è grammaticalmente corretto nella
lingua che il bambino sta imparando

Evidenza Negativa


Prova che un particolare enunciato è sgrammaticato

Pinker (1990)






Sarebbe molto difficile acquisire un linguaggio esclusivamente da prove
positive
Prove negative, che potrebbero limitare il problema di capacità nel
dispositivo di acquisizione, non sono generalmente disponibili
Tuttavia possono esserci dei limiti di capacità innati

 Anche se prove negative sono presenti e possono aiutare lo sviluppo
del linguaggio, la ricerca non ha dimostrato la loro necessità
 Giustificazione per meccanismi innati
- 41 -
Riassumendo


Tre classi di variabili sono necessarie per un
completo resoconto di aquisizione del linguaggio


Ambiente linguistico




Evidente deprivazione ambientale (bambini selvaggi e
isolati) ritardo di acquisizione

Processi cognitivi


Processo cognitivo sono correlati con lo sviluppo del
linguaggio

o

Meccanismi innati



Bambini che ricevono input linguistici poveri Creano un
sistema di linguaggio simile alla prima infanzia
- 42 -
L’approccio neurocostruttivista






Karmiloff-Smith: durante lo sviluppo vi è un processo di
progressiva specializzazione delle aree emisferiche
edelle funzioni da esse veicolate che è il risultato
dell’interazione tra vincoli biologici e l’esperienza
(Karmiloff-Smith, 1992)
Oggi si interpreta l’innatismo in funzione dei vincoli
biologici che guidano lo sviluppo (Tomasello, 1999)
In sintesi: è oggi ampiamente riconosciuto che lo
sviluppo del linguaggio è il risultato dell’interazione tra
vincoli biologici ed esperienza

- 43 -
Natura del linguaggio e dei suoi
sottosistemi
Suono

Fonologia

Lessico
Significato

Semantica

Morfologia
Sintassi

Grammatica

Funzioni comunicative
Contesto

Pragmatica

Conversazione
Discorso
44
Caratteristiche distintive del linguaggio

Capacità
comunicativa

Linguaggio

Creatività
Chi parla una lingua è capace di produrre
una grande varietà di messaggi combinando
tra loro un numero limitato di unità base di
quella lingua

Arbitrarietà
La relazione tra suoni e significati è arbitraria:
il significato non può essere ricavato dalla
forma del suono, pertanto deve essere
appreso e trasmesso culturalmente

45
La posizione innatista sullo sviluppo
del linguaggio

Chomsky
(1965)

Dispositivo innato per l’acquisizione del linguaggio
LAD (Language Acquisition Device)
Programma biologico che corrisponde ad una grammatica universale
(GU), la quale contiene la descrizione degli aspetti strutturali
condivisi da tutte le lingue naturali

Indipendente sia
dall’intelligenza che
dalla capacità
comunicativa

Acquisizione
del linguaggio
Processo attivo
di scoperta di
regole

In cui la competenza
linguistica precede
l’esecuzione

46
La teoria di Chomsky spiega
• Perché si impara a parlare in maniera rapida
• Perché le tappe dello sviluppo linguistico sono le stesse in tutte le culture e le
classi sociali

• Perché il bambino è in grado di produrre e capire espressioni
mai sentite in precedenza (creatività)
• Perché il linguaggio che il bambino produce è più ricco di
quello a cui è stato esposto

47
La posizione interazionista sullo sviluppo
del linguaggio

Piaget
(1945)

Il linguaggio è un aspetto della capacità simbolica.
Compare nel sesto stadio sensomotorio e segna il passaggio
dall’intelligenza sensomotoria all’intelligenza rappresentativa

Dipende dallo sviluppo
cognitivo

Acquisizione
del linguaggio

L’esecuzione precede
la competenza
linguistica

48
La posizione funzionalista sullo sviluppo del
linguaggio
Comunicazione
prelinguistica

Relazione di continuità

Gesti e vocalizzi

Comparsa del
linguaggio

Prime parole

“Atti linguistici” (Austin e Searle)
E’ importante distinguere il contenuto proposizionale di una frase (significato
locutivo) e l’intenzione con cui il parlante pronuncia quella frase (significato
locutivo
illocutivo)
illocutivo
49
La posizione funzionalista sullo sviluppo del
linguaggio

Teorici dell’Apprendimento sociale
(Bruner,1983):
􀂄 Non esclude l’esistenza del LAD, ma deve
essere riconosciuto un ruolo altrettanto
importante all’ambiente sociale
􀂄 L.A.S.S. (Language Acquisition Support
System) 􀃆 il sistema di supporto
all’acquisizione del linguaggio, fornito
dall’ambiente sociale (es. Motherese,
protolinguaggio) .
􀂄 Il linguaggio nasce dalla comunicazione
interpersonale.

- 50 -
Relazione tra linguaggio e contesto sociale
• Il linguaggio rivolto dagli adulti ai bambini che imparano a parlare non è l’input
impoverito e scorretto che Chomsky aveva ipotizzato. E’ ben adattato alle ancora
limitate capacità di comprensione del bambino: le frasi sono brevi e
sintatticamente semplici, l’intonazione è esagerata, il lessico concreto e sono
presenti numerose ripetizioni

• L’interazione sociale precoce tra il bambino e chi lo accudisce è una matrice di
significati e di segnali convenzionali, che confluiscono nella costruzione del
codice linguistico e che aiutano il bambino a “comprendere il codice” grazie al
contesto sociale che l’accompagna

51
I primi
suoni
0-1 mese

• Pianto (di fame, di dolore, di
Suoni di natura
irritazione)
vegetativa
• Sbadigli, ruttini, gorgoglii

Vocalizzazioni

Le vocalizzazioni del bambino si
inseriscono tra i turni verbali del
genitore (proto-conversazioni)

6-7 mesi

Lallazione
canonica

Il bambino produce sequenze
consonante-vocale con le stesse
caratteristiche delle sillabe, spesso
ripetute due o più volte

10-12 mesi

Lallazione
variata

Il bambino produce sequenze
sillabiche complesse. Compaiono i
primi suoni simili a parole

2-6 mesi

52
Gesti
comunicativi
Performativi o
deittici

Esprimono un’intenzione comunicativa e si riferiscono ad
un oggetto-evento che si può individuare osservando il
contesto

(es.: stendere il braccio con la mano aperta e il
palmo in su o in giù; aprire e chiudere ritmicamente
il palmo della mano; indicare)
Chiedere l’intervento o l’aiuto
dell’adulto

RICHIESTA

Attirare l’attenzione e
condividere con l’adulto
l’interesse per un evento esterno

DICHIARAZIONE

Utilizzati
per:

53
Gesti
comunicativi
Referenziali o
rappresentativi

Relazione tra
repertorio
gestuale e vocale
nello sviluppo

Esprimono un’intenzione comunicativa e
rappresentano un referente specifico; il loro
significato non varia sulla base del contesto.

(es.: agitare le mani per significare “uccello”;
aprire e chiudere la mano per “ciao”; scuotere la
testa per “no”)
Periodo in cui il
bambino usa gesti
referenziali

Periodo in cui il
vocabolario raggiunge le
50 parole

Comparsa delle
prime parole

Diminuzione dell’uso di
gesti referenziali
54
Le prime parole
Età di comparsa: tra 11 e 13 mesi

Inizialmente: USO NON REFERENZIALE = Usate in contesti specifici e ritualizzati

Persone familiari
Si riferiscono a

Oggetti familiari
Azioni che il bambino compie abitualmente

Successivamente: USO REFERENZIALE =Usate in una varietà di situazioni e
contesti
55
Fasi dello sviluppo lessicale

Fase I

12-16
mesi
circa

L’ampiezza del vocabolario si attesta in media
sulle 50 parole

Fase II

17-24
mesi
circa

Maggiore rapidità nell’acquisire nuove parole
Può assumere la forma di:
ESPLOSIONE DEL VOCABOLARIO

Il ritmo di espansione è di 5 o più parole (fino anche a 40) per settimana. Alla fine
del periodo il vocabolario si attesta mediamente sulle 300 parole, ma può
raggiungere anche 600 parole

56
Errori tipici del bambino nelle prime fasi dello
sviluppo lessicale

Errore di
sovraestensione

Il bambino chiama “cane” qualsiasi animale
a quattro zampe

Errore di
sottoestensione

Il bambino chiama “bambola”
esclusivamente la sua bambola preferita

Errore di
sovrapposizione

Il bambino usa “aprire” per riferirsi non
soltanto all’azione di aprire una porta, ma
anche all’azione di accendere la luce
57
Diverse teorie sulla costruzione
del significato delle
prime parole
Clark
1973

Nelson
1974

Barrett
1989

Il bambino costruisce il significato delle parole sulla
base delle somiglianze percettive tra gli oggetti o
eventi
Il bambino categorizza all’inizio le somiglianze
funzionali, cioè l’uso degli oggetti e le loro proprietà
dinamiche.
Ipotesi del NUCLEO FUNZIONALE
Il bambino segue strade diverse nell’acquisire il
significato delle parole: alcune parole vengono
apprese in modo contestualizzato e altre in modo
decontestualizzato

58
Regole presenti nelle prime frasi dei bambini
Brown e Frasen (1964) hanno raggruppato in due classi le parole che compaiono
nei medesimi contesti:

Classe
perno

Piccolo numero di parole che ricorrono frequentemente
e sempre in posizione iniziale della frase

Classe
aperta

Tutte le altre parole del vocabolario, che sono più
numerose ma ricorrono meno frequentemente e non
hanno una posizione fissa

Critiche:
• Scarse conferme della presenza della classi perno e aperta
• E’ descritta la struttura sintattica ma viene trascurata la dimensione semantica
59
Stadi nello sviluppo sintattico dei bambini
italiani
Antonucci e Parisi (1973) hanno applicato un’analisi semantica alla produzione
linguistica dei bambini che imparano l’italiano, individuando 2 stadi di sviluppo:

I

I bambini producono espressioni di 2 o più parole che
contengono la struttura nucleare della frase, cioè un
predicato verbale con i suoi argomenti e l’intenzione con
cui si pronuncia la frase

II

La struttura nucleare minima si amplia e include
strutture facoltative, come gli avverbi e le frasi inserite

60
Esempi del primo stadio nello sviluppo
sintattico
dei bambini italiani
a) tata dà

Claudia dà una bambola a Francesco

b) dà mamma

Claudia vuole una palla dalla mamma

c) mamma iacca

Claudia chiede dell’acqua alla madre

d) dà a nonna bototto

La nonna dà un biscotto a Claudia

e) Acesco a dai a palla

Francesco dà la palla a Claudia

Claudia utilizza sempre lo stesso predicato “dare” ma non è capace di
verbalizzare contemporaneamente i 3 argomenti del predicato (chi dà, chi riceve
e l’oggetto che viene scambiato).
61
Esempi del secondo stadio nello
sviluppo sintattico (analisi semantica)

a) Paola occi ene

Paola oggi viene

b) Io pulisco co tetto

Io pulisco con questo

c) Devo pendee libbi

Devo prendere i libri

Gli avverbi occi e co tetto forniscono informazione aggiuntiva rispetto ai verbi
“venire” e “pulire” rispettivamente. Le frasi inserite compaiono inizialmente come frasi
implicite, con il verbo all’infinito. Nell’espressione c), pendee libbi è una frase inserita
in modo implicito nella frase principale.

62
La lunghezza media dell’enunciato (LME)
Valuta la progressiva crescita della complessità morfosintattica nelle produzioni
verbali infantili nei primi tre anni di vita

Brown
1973

LME

Presupposto: la complessità della frase può
essere valutata in base al numero degli
elementi che la compongono

Lingua inglese

Lingua italiana

Si calcola il numero di morfemi per
ogni enunciato

Si calcola il numero di parole per ogni
enunciato (LMEp)
63
Lo sviluppo
morfosintattico
3 anni
Morfologia
verbale

in produzione
7 anni

Accordo tra soggetto e verbo
es.: il cane inseguono i gatti

in comprensione

Morfologia
nominale

3 anni

Forme del genere (m/f) e del numero
(singolare/plurale) relative ai nomi

Morfologia
pronominale

3-4 anni

Pronomi personali

64
Differenze individuali nel ritmo di sviluppo del linguaggio
Media

Minimo

Massimo

Età di comparsa delle prime
parole
Ampiezza del vocabolario
a 20 mesi
Comprensione di parole a
8 -10 mesi
Comprensione di parole a
17 - 18 mesi

13
mesi
50
parole
30
parole

8
mesi
22
parole

18
mesi
628
parole

nessuna

200

215

22

398

Età di comparsa delle prime
frasi

20
mesi

14
mesi

24
mesi
65
Differenze individuali nello stile di sviluppo del
linguaggio

Referenziale
Katherine Nelson
Stile di acquisizione
del linguaggio

Espressivo

Vocabolario composto in maggioranza
da nomi
Sviluppo lessicale più rapido

Vocabolario composto in maggioranza
da pronomi, nomi propri e formule
per regolare l’interazione sociale
Sviluppo sintattico più rapido

66
Differenze individuali nello
sviluppo della semantica
STILE 1













Alta proporzione di nomi nelle
prime 50 parole
Utilizzo di parole singole nel
primo linguaggio
Imita nomi di oggetti
Maggiore varietà lessicale
Utilizzo di elementi dotati di
significato
Elevato uso di aggettivi
Uso decontestualizzato di
nomi
Rapida crescita del
vocabolario

STILE 2












Bassa proporzione di nomi nelle
prime 50 parole
Utilizzo di formule nel primo
linguaggio
Imita in modo non selettivo
Minore varietà lessicale
Utilizzo di suoni senza
significato
Scarso uso di aggettivi
Uso contestualizzato di nomi
Lenta crescita del vocabolario
67
Differenze individuali nello
sviluppo della pragmatica
STILE 1








Orientamento verso gli
oggetti
Uso prevalente di
intenzione dichiarativa
Scarsa varietà di atti
linguistici
Approccio riflessivo alla
soluzione di problemi

STILE 2







Orientamento verso le
persone
Uso prevalente di
intenzione richiestiva
Alta varietà di atti linguistici
Approccio impulsivo alla
soluzione di problemi

68
Altre differenze individuali
nello sviluppo linguistico
STILE 1

STILE 2
FONOLOGIA






Buona articolazione e
intelligibilità
Orientamento verso la parola
Pronuncia costante nell’uso
della stessa parola






Scarsa articolazione e
intelligibilità
Orientamento verso l’intonazione
Pronuncia variabile nell’uso della
stessa parola

VARIABILI DEMOGRAFICHE

• Genere femminile
• Primogenito
• Livello socio-economico alto

• Genere maschile
• Secondogenito
• Livello socio-economico basso
69
La consapevolezza
metalinguistica
Capacità di trattare le forme del linguaggio come oggetto di
Analisi, considerarle per se stesse piuttosto che come veicolo
di intenzioni e significati

Verbi che si riferiscono a stati
mentali

Credere, pensare,
immaginare, dubitare

Verbi che si riferiscono ad atti
linguistici

Pregare, maledire,
promettere, ordinare

Termini con cui ci si riferisce a
parti o unità del codice linguistico

Parole, frasi, sillabe, lettere

70
Giocare con i suoni e le
parole nei primi anni di vita
Studio di
Ruth Weir
(1962)

Audioregistrazione dei soliloqui prodotti dal figlio
di 2 anni e mezzo quando veniva lasciato nella
propria stanza prima di addormentarsi

ESEMPIO
1) Quale colore
2) Quale colore la coperta
3) Quale colore la scopa
4) Quale colore il vetro

Il bambino utilizza il linguaggio
anche in assenza di stimoli
comunicativi
• Gioca con i suoni e con le
parole
• Si esercita con le forme
linguistiche che sta imparando
(trascurando i contenuti)
71
Abilità implicate nel produrre e comprendere un
messaggio (comunicazione referenziale)
Abilità
percettive

Differenziare gli attributi del referente da quelli dei
non referenti

Abilità di
confronto

Identificare somiglianze e differenze tra referente e
non referenti

Abilità di
memoria

Ricordare gli attributi criteriali per descriverli
verbalmente

Abilità
linguistiche

Verbalizzare gli attributi criteriali

72
Fasi nel processo di conoscenza della lettura e
della scrittura secondo Ferreiro e Teberosky (1979)

Fase presillabica
Imparare a leggere e a scrivere è un
processo conoscitivo. Il bambino fa
conoscitivo
delle ipotesi che vengono vagliate e
eventualmente abbandonate quando
entrano in conflitto con i
dati dell’esperienza, finché acquisisce
le regole del sistema convenzionale
adulto

Fase sillabica

Fase
sillabico-alfabetica

Fase alfabetica

73
Fasi del processo di acquisizione della
lettura Utha Frith (1985)
a)

Fase logografica: i bambini sono già in grado di riconoscere alcune
parole, brevi e molto frequent,i che fanno parte delle loro
esperienze quotidiane. Queste parole, però, sono riconosciute
come configurazioni globali (Logogen).

b)

Fase alfabetica: i bambini apprendono le regole di conversione
grafema-fonema. In questa fase, si ha la tipica lettura lettera-perlettera o sillaba-per-sillaba, con una fusione difficoltosa dei singoli
fonemi.

c)

Fase ortografica: i bambini si creano un lessico ortografico di
entrata, cioè un magazzino di tracce mnestiche, in cui le parole
sono associate a rappresentazioni astratte, ormai indipendenti dalle
caratteristiche percettive dello stimolo visivo, che si attivano
globalmente e automaticamente durante la lettura.
74

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Linguaggio (1) (1)

  • 1. I processi di acquisizione linguistica Aspetti biologici cognitivi e culturali
  • 2. Punti principali  Come acquisiamo il linguaggio?  Ambiente linguistico   Processi cognitivi   Esterme deprivazioni ambientali (bambini “selvaggi” o deprivati) acquizione del linguaggio ritardata Processi cognitivi sono correlati allo sviluppo del linguaggio Meccanismi innati  Bambini che hanno ricevuto input linguistici molto poveri si servono di sistemi comunicativi molto vicini al linguaggio della prima infanzia -2-
  • 3. L’ambiente linguistico    Bambini “selvaggi” e deprivati Ipotesi del Periodo Critico Linguaggio materno (“Maternese”)
  • 4. Bambini “selvaggi” e deprivati  “bambini” selvaggi e isolati    Cresciuti nella foresta Es) il caso di Victor Bambini deprivati   Cresciuti con contatti umani estremamente limitati Es) bambini segregati (il caso di Genie) -4-
  • 5. Il Ragazzo selvaggio- Victor  Ritrovato nelle foreste francesi nel1797, aveva 12 (o 13)anni quando catturato  Nessun linguaggio parlato (udito normale, pronuncia di alcuni suoni)  Itard (medico) cercò di socializzarlo e di addestrarlo all’uso del linguaggio per 5 anni  In generale I progressi linguistici di Victor furono molto poveri    Capace di comprendere il linguaggio, ma quasi del tutto incapace di produrlo Le uniche due parole pronunciate: “latte”, “oh mio dio” Perlopiù il suo comunicare era considerato un grugnire e ululare -5-
  • 7. Bambini deprivati- Genie  Liberata nel 1970, tredicenne in California, non poteva stare in piedi e non parlava – solo due parole: “Smettila”, “Basta”  Scarsissima esposizione al linguaggio durante la prigionia    Dai 20 mesi visse in isolamento totale legata a un vaso da guinzagli per la maggior parte del suo tempo. Il padre comunicava con lei non via linguaggio ma abbaiandole. Grazie a un programma di recupero linguistico   1970: pronuncia di una sola parola, es) “No. No. Gatto” [13 a] 1971: linguaggio paragonabile a quello di un b. di 18-20 mesi      Distinzione tra numeri singolari e plurali Pronuncia di parole-frase come, ex) “volere latte”, “Grande denti” [14 a.] Nessun espansione del vocabolario dopo 18-20 mesi Incapacità di produrre domande (Es “Io dove è il cracker in cima la mensola?”) Sviluppo semantico: rapido & ampio, sviluppo sintattico: lento   Es) mi piace ascoltare musica gelato camion (Curtiss, 1981) : struttura grammaticale minima Es) Pensare che mamma amare Genie (Curtiss, 1981) -7 sviluppo cognitivo prima che linguistico
  • 8. L’ambiente linguistico    Bambini “selvaggi” e deprivati Ipotesi del Periodo Critico Linguaggio materno (“Maternese”)
  • 9. Ipotesi del Periodo Critico  Esiste un periodo precoce della vita in cui siamo specialmente predisposti ad acquisire un linguaggio  Possono avvenire cambiamenti neurologici nel cervello che rendono una persona meno preparata ad acquisire il linguaggio  Questi cambiamenti sono prossimi al periodo prossimo alla pubertà -9-
  • 10. Ipotesi del Periodo Critico  Johnson and Newport (1989)    Esaminarono Coreani e Cinesi immigrati negli USA a diverse età tra i 3 e i 39 Test grammaticali Correlazione tra età di arrivo e punteggio ai test   Fortemente negativa ( r=-.87): se arrivavano dagli (0 ~ 16) Nessuna : se arrivavano dai (16 ~ 40)  La conclusione è che I processi nei discenti giovani e adulti sono profondamente diverse - 10 -
  • 11. Ipotesi del Periodo Critico - 11 -
  • 12. Ipotesi del periodo Critico  Limiti  Bialystok and Hakuta (1994)   Aumentando l’età da 16 a 20 anni trovarono correlazioni negative significative in tutti I gruppi di età Hakuta, Bialystok and Wiley (2003)  1990 US censimento di un ampissimo numero di Spagnoli e Cinesi insieme  Abilità linguistica autoriferita   “not at all”, “not well”, “well”, “very well”, “speak only English” Non così netta discontinuità tra prima e dopo I 15 years di età (il declino è graduale) - 12 -
  • 13. Ipotesi del periodo Critico  Critiche  Snow e Hoefnagel-Hohle (1978)       Studiarono tutte le famiglie americane che si trasferirono in Olanda per un anno e studiarono landese Adolescenti migliori> adulti > bambini All’inizio I più anziani sembravano I migliori e poi raggiungevano un plateau; I più giovani li raggiungevano e spesso superavano La ricerca sull’acquisizione di un secondo linguaggio non ha confermato l’ipotesi del periodo critico I bambini più giovani imparano L2 meglio dei bambini più grandi e adulti sul lungo termine La differenza tra giovani e meno giovani sta nello sviluppo cognitivo e in una differente tipologia di strateguie cognitive - 13 -
  • 14. L’ambiente linguistico    Bambini “selvaggi” e deprivati Ipotesi del Periodo Critico Linguaggio materno (“Maternese”)
  • 15. Mammese  Come gli adulti parlano ai bambini (Adult-to-Child Language)  In generale, la parlata usata con bambini che apprendono a parlare è breve, concreta, direttiva, e esagerata nell’intonazione  Queste qualità accompagnano il bambino allo sviluppo del linguaggio, ma i dati su questa domanda sono relativamente scarsi, e opinioni ampiamente differenti esistono in materia - 15 -
  • 16. Mammese  Ipotesi del Motherese   C’è una relazione tra la regolazione della parlata adulta e lo sviluppo del linguaggio nel bambino Sostenitori “strong” dell’ipotesi del motherese   Sostenitori “deboli” dell’ipotesi motherese   Le modalità Motherese sono necessarie per uno sviluppo adeguatodel linguaggio; assenza di tali modalità difficoltà di linguaggio nel bambino Le modalità Motherese aiutano lo sviluppo linguistico (1) Apptoccio correlazionale & (2) Approccio sperimentale - 16 -
  • 17. Mammese  (1) Studi correlazionali  Newport & Gleitman, 1977  Esiste una relazione limitata tra parlata dei genitori e il linguaggio del bambino. Madri che hanno usato più domande chiuse del tipo sì/no hanno bambini che utilizzano più ausiliari ma la maggior parte degli aspetti del linguaggio del bambino erano indipendenti - 17 -
  • 18. Mammese  (2) Studi sperimentali    Nelson, Carskaddon, Bonvillian,1973 Lo sviluppo del linguaggio può essere facilitato se si presentano ai bambini sono nuove informazioni sintattiche relative alla frase detta precedentemente dal bambino. (1) Gruppo della frase-rimaneggiata  Introduzione di nuove frasi correlate alla frase del bambino - bambino: sparito camion - sperimentatore: Si, il camion è sparito  (2) Gruppo della frase nuova  Introdotte frasi relativamente corte, frasi grammaticali che escludono le parole contenute nella precedente frase del (3) Gruppo di controllo (senza schemi fissi)  Frase rimaneggiata > produz. Verbale del Controllo > Nuova frase) - 18 -
  • 19. Processi cognitivi     Principi operativi Schemi Sensorimotori Vincoli Cognitivi IDisturbi del Linguaggio & Cognitivi
  • 20. Principi Operativi  Modi preferiti dei bambini di assunzione di informazioni - I bambini utilizzano ordine fisso di parola per creare significati. I bambini spesso sovraregolarizzano morfemi grammaticali. -  Utile pe la comprensione dell'acquisizione dei bambini di frasi complesse -Primo tentativo di formare negazioni e domande, i bambini spesso semplicemente posizionano il maker negativo o della domanda nella parte anteriore di una semplice frase dichiarativa - 20 -
  • 21. Processi Cognitivi     Principi operativi Schemi Sensorimotori Vincoli Cognitivi I Disturbi del Linguaggio & Cognitivi
  • 22. Schemi Sensomotori Sviluppo Cognitivo– Piaget - Stadio dello sviluppo   Sensomotorio (0~2 y.)   Bambino usa il corpo e gli organi di senso: sbattendo, succhiando, tirando Acquisizione della permanenza dell’oggetto (fine stadio sensomotorio)  Nozione che gli oggetti continuano ad esistere anche quando essi non possono essere percepiti - 22 -
  • 23. Schemi Sensomotori  Lo sviluppo cognitivo & lo sviluppo del linguaggio del bambino (due predizioni)  Bambino molto piccolo (not acquired object permanence) - potrebbe usare parole che si riferiscano a oggetti concreti - Ampia gamma di aprole che indicano il “qui ed ora”  Più grandicelli (permanenza dell’oggetto) Dovrebbe iniziare ad usare Parole che si riferiscono a oggetti o eventi che non sono immediatamente presenti Ex)   camion andato via , ancora latte Linguaggio specifico e conquiste cognitive avvengono con ritardi brevi o simultaneamente Scarse evidenze che lo sviluppo cognitivo preceda di molto lo sviluppo linguistico - 23 -
  • 24. Processi Cognitivi     Principi Operativi Schemi sensomotori Vincoli Cognitivi Disturbi del linguaggio e cognitivi
  • 25. Vincoli cognitivi  Linguaggio adulto-bambino (uno schema semplificato e ordinato di dati) è sufficiente per l'acquisizione di un linguaggio normale?    Sembra improbabile che i bambini esplorino ogni possibile significato di una parola data dagli adulti Bambino può avere determinate aspettative sull'apprendimento delle parole (Vincolo Cognitivo) Tre possibili vincoli    Errori dell’insieme dell’oggetto Errori tassonomici Errori di mutua esclusività - 25 -
  • 26. Vincoli cognitivi  Errori dell’insieme dell’oggetto  Quando i bambini si imbattono in una nuova etichetta, preferiscono attaccare l'etichetta all'intero oggetto piuttosto che alla parte dell'oggetto   Errori tassonomici  I bambini assumeranno che l'etichetta dell'oggetto è una categoria tassonomica piuttosto che un nome per un cane-individuo   Es) cane (un'etichetta per l'intero oggetto anziché la coda del cane) Es) cane è un marchio per un gruppo di animali non solo per Fido Errori della mutua esclusività  Si riferisce al fatto che un bambino che conosce il nome di un particolare oggetto poi rifiuterà generalmente di applicare un secondo nome a quell'oggetto  Es) mostrami X (X sillaba senza senso)  non verrà genealizzato a una seconda sillaba senza senso  I bambini hanno qualche pregiudizio o preferenze quando imparano nuove parole- 26 -
  • 27. Processi Cognitivi     Principi Operativi Schemi sensomotori Vincoli Cognitivi Disturbi del linguaggio e cognitivi
  • 28. Disturbi del linguaggio e cognitivi    L'idea che esista una stretta relazione tra linguaggio e cognizione in generale è stata sostenuta da studi di individui con sindrome Down Questi individui tendono ad avere ritardi di linguaggio che sono proporzionati alla gravità del loro handicap cognitivo Tuttavia, in alcuni individui, ci possono essere notevoli discrepanze tra il livello di funzionamento cognitivo e il livello di funzionamento linguistico - Genie - Sindrome di Williams - Sindrome del chiaccherone - 28 -
  • 29.  Genie  Abilità cognitive avanzate relativamente alle competenze linguistiche - Grammaticalmente rudimentale ma semanticamente più avanzata Grammaticalmente rudimentale ma semanticamente più avanzata Adulto: perchè non canti?  Genie: molto triste  Adulto: perchè ti senti triste?  Gene: Lisa malata  Questo sarebbe fornire prove contro la tesi che la cognizione è sufficiente per acquisire il linguaggio - 29 -
  • 30. Disturbi del linguaggio e cognitivi  Sindrome di William    Espressione facciale dello “gnomo”, ritardo mentale, deficenze cardiache Nonostante il loro decadimento cognitivo, le funzioni sintattiche sembrano conservate Sindrome del chiacchierone  Decadimento cognitivo significativo & abilità linguistiche inaspettate  Se il normale sviluppo cognitivo è necessario per lo sviluppo del linguaggio normale, non accade in tutti i casi - 30 -
  • 31. Meccanismi INNATI    L’IPOTESI del Bioprogramma Impostazioni dei parametri Il problema dell’ evidenza negativa
  • 32. Il Bioprogramma del Linguaggio  Bioproramma del linguaggio- Bickerton (1983, 1984)   I bambini hanno una grammatica innata che, in assenza di input ambientali adeguati, funge da sistema di lingua del bambino  un sistema di backup linguistico Studi correlati    Caso 1: Pidgins e Creoli (Bickerton) Caso 2: Studi di sviluppo del linguaggio nei bambini congenitamente sordi (Golden-Meadow) Case 3: Lingua dei segni in Nicaragua - 32 -
  • 33. Il Bioprogramma del Linguaggio  Caso 1: Pidgins & Creoli Pidgin: una lingua ausiliaria che si pone quando parlanti di diverse lingue reciprocamente incomprensibili sono in stretto contatto(Bickrton, 1984)    Creolo: Quando i figli di questi immigrati acquisiscono una lingua semplificata come loro lingua madre    Es) Lavoratori immigrati riescono a parlare una forma più semplice della lingua dominante della zona-appena abbastanza per ottenere un minimo di comprensione Sintassi non riconoscibile, spesso una parola ordine, nessuna frase complessa Frasi relativamente sofisticate e complesse Nonostante i pidgins, i creoli ricordano le regole strutturali di altre lingue Caso 2: bambini sordi dalla nascita      bambini (13 mesi ~ 4 anni), ogni 2-4 mesi, per 1.5 anni Nessuno di questi bambini è stato esposto alla lingua dei segni convenzionale Tuttavia I bambini inventarono una forma di linguaggio gestuale (Homesign) simile al linguaggio dei bambini con udito normale Apparve l’enunciazione di un segno (18 mesi), poi due o tre segni Quando l'input linguistico è minimo, bambini sordi possono creare un linguaggio gestuale simile al linguaggio dei bambini normali - 33 -
  • 34. Il Bioprogramma del Linguaggio   Bioprogramma potrebbe funzionare in assenza di stimolazione linguistica ordinaria Che cosa accada con input linguistico appropriato?    Bioprogram è soppresso e i bambini imparano la lingua madre I bambini usano un "principio di prelazione”; Se si sente qualcuno usare una forma di lingua diversa da quella conosciuta, e non si sente qualcuno utilizzare la tua forma, abbandonano la tua e utilizzano la loro” Uso di processi cognitivi associati al linguaggio non sono semplici tentativi di problem-solving ma sono invece strettamente limitati al linguaggio - 34 -
  • 35. Meccanismi Innati    L’IPOTESI del Bioprogramma Impostazioni del parametro Il problema dell’ evidenza negativa
  • 36. Impostazioni del parametro  Grammatica Universale (Chomsky, 1981)  Grammatica  un set di parametri corrispondenti a ciascuno dei sottosistemi di linguaggio (ogni parametro ha un numero finito di possibili impostazioni)  Varie combinazioni di impostazioni del parametro tutte le lingue al mondo  I bambini nascono con la conoscenza dei parametri e le loro impostazioni possibili  Acquisizione del linguaggio (LAD) identificare quale impostazioni del parametro si applicano alla lingua madre - 36 -
  • 37. Impostazioni del parametro  Parametro principale (Cook, 1988) Ogni frase nella lingua possiede un elemento essenziale chiamato «principale»  head parameter - Sostantivo in sintagmi, verbo nelle frasi di verbo  Il parametro guida specifica la posizione dell’elemento principale attraverso la frase   Inglese – un linguaggio con elementi principali all’inizio      The man with the bow tie (l’uomo con il nodo alla cravatta) Liked him Nice to see To the bank Giapponese – elementi principali in chiusura  Watashi wa nihongin desu (Io Giapponese sono) - 37 -
  • 38. Impostazioni del parametro  Parametro del soggetto nullo (Hyams, 1986)  Italiano, Spagnolo – grammaticalmente accettabile  Inglese – non permesso  I bambini nascono con un parametro settato sul soggetto nullo (valore di default)  Es) Play it  Es) Eating cereal  Es) Shake hands  Es) See window - 38 -
  • 39. Impostazioni del parametro  Principio del sottoinsieme (Berwick and Weinberg, 1984)  I bambini iniziano a cercare attraverso lingue possibili all'inizio con il più piccolo sottoinsieme disponibile (che è la lingua più restrittiva). Se non ci sono prove dal primo input linguistico che che si tratti del loro linguaggio nativo, si procede al successivo sottoinsieme più grande fino a trovare una corrispondenza - 39 -
  • 40. Meccanismi innati    L’IPOTESI del Bioprogramma Impostazioni dei parametri Il problema dell’ evidenza negativa
  • 41. Il problema dell’ evidenza negativa  Evidenza Positiva   Prova che un particolare enunciato è grammaticalmente corretto nella lingua che il bambino sta imparando Evidenza Negativa  Prova che un particolare enunciato è sgrammaticato Pinker (1990)    Sarebbe molto difficile acquisire un linguaggio esclusivamente da prove positive Prove negative, che potrebbero limitare il problema di capacità nel dispositivo di acquisizione, non sono generalmente disponibili Tuttavia possono esserci dei limiti di capacità innati  Anche se prove negative sono presenti e possono aiutare lo sviluppo del linguaggio, la ricerca non ha dimostrato la loro necessità  Giustificazione per meccanismi innati - 41 -
  • 42. Riassumendo  Tre classi di variabili sono necessarie per un completo resoconto di aquisizione del linguaggio  Ambiente linguistico   Evidente deprivazione ambientale (bambini selvaggi e isolati) ritardo di acquisizione Processi cognitivi  Processo cognitivo sono correlati con lo sviluppo del linguaggio o Meccanismi innati  Bambini che ricevono input linguistici poveri Creano un sistema di linguaggio simile alla prima infanzia - 42 -
  • 43. L’approccio neurocostruttivista    Karmiloff-Smith: durante lo sviluppo vi è un processo di progressiva specializzazione delle aree emisferiche edelle funzioni da esse veicolate che è il risultato dell’interazione tra vincoli biologici e l’esperienza (Karmiloff-Smith, 1992) Oggi si interpreta l’innatismo in funzione dei vincoli biologici che guidano lo sviluppo (Tomasello, 1999) In sintesi: è oggi ampiamente riconosciuto che lo sviluppo del linguaggio è il risultato dell’interazione tra vincoli biologici ed esperienza - 43 -
  • 44. Natura del linguaggio e dei suoi sottosistemi Suono Fonologia Lessico Significato Semantica Morfologia Sintassi Grammatica Funzioni comunicative Contesto Pragmatica Conversazione Discorso 44
  • 45. Caratteristiche distintive del linguaggio Capacità comunicativa Linguaggio Creatività Chi parla una lingua è capace di produrre una grande varietà di messaggi combinando tra loro un numero limitato di unità base di quella lingua Arbitrarietà La relazione tra suoni e significati è arbitraria: il significato non può essere ricavato dalla forma del suono, pertanto deve essere appreso e trasmesso culturalmente 45
  • 46. La posizione innatista sullo sviluppo del linguaggio Chomsky (1965) Dispositivo innato per l’acquisizione del linguaggio LAD (Language Acquisition Device) Programma biologico che corrisponde ad una grammatica universale (GU), la quale contiene la descrizione degli aspetti strutturali condivisi da tutte le lingue naturali Indipendente sia dall’intelligenza che dalla capacità comunicativa Acquisizione del linguaggio Processo attivo di scoperta di regole In cui la competenza linguistica precede l’esecuzione 46
  • 47. La teoria di Chomsky spiega • Perché si impara a parlare in maniera rapida • Perché le tappe dello sviluppo linguistico sono le stesse in tutte le culture e le classi sociali • Perché il bambino è in grado di produrre e capire espressioni mai sentite in precedenza (creatività) • Perché il linguaggio che il bambino produce è più ricco di quello a cui è stato esposto 47
  • 48. La posizione interazionista sullo sviluppo del linguaggio Piaget (1945) Il linguaggio è un aspetto della capacità simbolica. Compare nel sesto stadio sensomotorio e segna il passaggio dall’intelligenza sensomotoria all’intelligenza rappresentativa Dipende dallo sviluppo cognitivo Acquisizione del linguaggio L’esecuzione precede la competenza linguistica 48
  • 49. La posizione funzionalista sullo sviluppo del linguaggio Comunicazione prelinguistica Relazione di continuità Gesti e vocalizzi Comparsa del linguaggio Prime parole “Atti linguistici” (Austin e Searle) E’ importante distinguere il contenuto proposizionale di una frase (significato locutivo) e l’intenzione con cui il parlante pronuncia quella frase (significato locutivo illocutivo) illocutivo 49
  • 50. La posizione funzionalista sullo sviluppo del linguaggio Teorici dell’Apprendimento sociale (Bruner,1983): 􀂄 Non esclude l’esistenza del LAD, ma deve essere riconosciuto un ruolo altrettanto importante all’ambiente sociale 􀂄 L.A.S.S. (Language Acquisition Support System) 􀃆 il sistema di supporto all’acquisizione del linguaggio, fornito dall’ambiente sociale (es. Motherese, protolinguaggio) . 􀂄 Il linguaggio nasce dalla comunicazione interpersonale. - 50 -
  • 51. Relazione tra linguaggio e contesto sociale • Il linguaggio rivolto dagli adulti ai bambini che imparano a parlare non è l’input impoverito e scorretto che Chomsky aveva ipotizzato. E’ ben adattato alle ancora limitate capacità di comprensione del bambino: le frasi sono brevi e sintatticamente semplici, l’intonazione è esagerata, il lessico concreto e sono presenti numerose ripetizioni • L’interazione sociale precoce tra il bambino e chi lo accudisce è una matrice di significati e di segnali convenzionali, che confluiscono nella costruzione del codice linguistico e che aiutano il bambino a “comprendere il codice” grazie al contesto sociale che l’accompagna 51
  • 52. I primi suoni 0-1 mese • Pianto (di fame, di dolore, di Suoni di natura irritazione) vegetativa • Sbadigli, ruttini, gorgoglii Vocalizzazioni Le vocalizzazioni del bambino si inseriscono tra i turni verbali del genitore (proto-conversazioni) 6-7 mesi Lallazione canonica Il bambino produce sequenze consonante-vocale con le stesse caratteristiche delle sillabe, spesso ripetute due o più volte 10-12 mesi Lallazione variata Il bambino produce sequenze sillabiche complesse. Compaiono i primi suoni simili a parole 2-6 mesi 52
  • 53. Gesti comunicativi Performativi o deittici Esprimono un’intenzione comunicativa e si riferiscono ad un oggetto-evento che si può individuare osservando il contesto (es.: stendere il braccio con la mano aperta e il palmo in su o in giù; aprire e chiudere ritmicamente il palmo della mano; indicare) Chiedere l’intervento o l’aiuto dell’adulto RICHIESTA Attirare l’attenzione e condividere con l’adulto l’interesse per un evento esterno DICHIARAZIONE Utilizzati per: 53
  • 54. Gesti comunicativi Referenziali o rappresentativi Relazione tra repertorio gestuale e vocale nello sviluppo Esprimono un’intenzione comunicativa e rappresentano un referente specifico; il loro significato non varia sulla base del contesto. (es.: agitare le mani per significare “uccello”; aprire e chiudere la mano per “ciao”; scuotere la testa per “no”) Periodo in cui il bambino usa gesti referenziali Periodo in cui il vocabolario raggiunge le 50 parole Comparsa delle prime parole Diminuzione dell’uso di gesti referenziali 54
  • 55. Le prime parole Età di comparsa: tra 11 e 13 mesi Inizialmente: USO NON REFERENZIALE = Usate in contesti specifici e ritualizzati Persone familiari Si riferiscono a Oggetti familiari Azioni che il bambino compie abitualmente Successivamente: USO REFERENZIALE =Usate in una varietà di situazioni e contesti 55
  • 56. Fasi dello sviluppo lessicale Fase I 12-16 mesi circa L’ampiezza del vocabolario si attesta in media sulle 50 parole Fase II 17-24 mesi circa Maggiore rapidità nell’acquisire nuove parole Può assumere la forma di: ESPLOSIONE DEL VOCABOLARIO Il ritmo di espansione è di 5 o più parole (fino anche a 40) per settimana. Alla fine del periodo il vocabolario si attesta mediamente sulle 300 parole, ma può raggiungere anche 600 parole 56
  • 57. Errori tipici del bambino nelle prime fasi dello sviluppo lessicale Errore di sovraestensione Il bambino chiama “cane” qualsiasi animale a quattro zampe Errore di sottoestensione Il bambino chiama “bambola” esclusivamente la sua bambola preferita Errore di sovrapposizione Il bambino usa “aprire” per riferirsi non soltanto all’azione di aprire una porta, ma anche all’azione di accendere la luce 57
  • 58. Diverse teorie sulla costruzione del significato delle prime parole Clark 1973 Nelson 1974 Barrett 1989 Il bambino costruisce il significato delle parole sulla base delle somiglianze percettive tra gli oggetti o eventi Il bambino categorizza all’inizio le somiglianze funzionali, cioè l’uso degli oggetti e le loro proprietà dinamiche. Ipotesi del NUCLEO FUNZIONALE Il bambino segue strade diverse nell’acquisire il significato delle parole: alcune parole vengono apprese in modo contestualizzato e altre in modo decontestualizzato 58
  • 59. Regole presenti nelle prime frasi dei bambini Brown e Frasen (1964) hanno raggruppato in due classi le parole che compaiono nei medesimi contesti: Classe perno Piccolo numero di parole che ricorrono frequentemente e sempre in posizione iniziale della frase Classe aperta Tutte le altre parole del vocabolario, che sono più numerose ma ricorrono meno frequentemente e non hanno una posizione fissa Critiche: • Scarse conferme della presenza della classi perno e aperta • E’ descritta la struttura sintattica ma viene trascurata la dimensione semantica 59
  • 60. Stadi nello sviluppo sintattico dei bambini italiani Antonucci e Parisi (1973) hanno applicato un’analisi semantica alla produzione linguistica dei bambini che imparano l’italiano, individuando 2 stadi di sviluppo: I I bambini producono espressioni di 2 o più parole che contengono la struttura nucleare della frase, cioè un predicato verbale con i suoi argomenti e l’intenzione con cui si pronuncia la frase II La struttura nucleare minima si amplia e include strutture facoltative, come gli avverbi e le frasi inserite 60
  • 61. Esempi del primo stadio nello sviluppo sintattico dei bambini italiani a) tata dà Claudia dà una bambola a Francesco b) dà mamma Claudia vuole una palla dalla mamma c) mamma iacca Claudia chiede dell’acqua alla madre d) dà a nonna bototto La nonna dà un biscotto a Claudia e) Acesco a dai a palla Francesco dà la palla a Claudia Claudia utilizza sempre lo stesso predicato “dare” ma non è capace di verbalizzare contemporaneamente i 3 argomenti del predicato (chi dà, chi riceve e l’oggetto che viene scambiato). 61
  • 62. Esempi del secondo stadio nello sviluppo sintattico (analisi semantica) a) Paola occi ene Paola oggi viene b) Io pulisco co tetto Io pulisco con questo c) Devo pendee libbi Devo prendere i libri Gli avverbi occi e co tetto forniscono informazione aggiuntiva rispetto ai verbi “venire” e “pulire” rispettivamente. Le frasi inserite compaiono inizialmente come frasi implicite, con il verbo all’infinito. Nell’espressione c), pendee libbi è una frase inserita in modo implicito nella frase principale. 62
  • 63. La lunghezza media dell’enunciato (LME) Valuta la progressiva crescita della complessità morfosintattica nelle produzioni verbali infantili nei primi tre anni di vita Brown 1973 LME Presupposto: la complessità della frase può essere valutata in base al numero degli elementi che la compongono Lingua inglese Lingua italiana Si calcola il numero di morfemi per ogni enunciato Si calcola il numero di parole per ogni enunciato (LMEp) 63
  • 64. Lo sviluppo morfosintattico 3 anni Morfologia verbale in produzione 7 anni Accordo tra soggetto e verbo es.: il cane inseguono i gatti in comprensione Morfologia nominale 3 anni Forme del genere (m/f) e del numero (singolare/plurale) relative ai nomi Morfologia pronominale 3-4 anni Pronomi personali 64
  • 65. Differenze individuali nel ritmo di sviluppo del linguaggio Media Minimo Massimo Età di comparsa delle prime parole Ampiezza del vocabolario a 20 mesi Comprensione di parole a 8 -10 mesi Comprensione di parole a 17 - 18 mesi 13 mesi 50 parole 30 parole 8 mesi 22 parole 18 mesi 628 parole nessuna 200 215 22 398 Età di comparsa delle prime frasi 20 mesi 14 mesi 24 mesi 65
  • 66. Differenze individuali nello stile di sviluppo del linguaggio Referenziale Katherine Nelson Stile di acquisizione del linguaggio Espressivo Vocabolario composto in maggioranza da nomi Sviluppo lessicale più rapido Vocabolario composto in maggioranza da pronomi, nomi propri e formule per regolare l’interazione sociale Sviluppo sintattico più rapido 66
  • 67. Differenze individuali nello sviluppo della semantica STILE 1         Alta proporzione di nomi nelle prime 50 parole Utilizzo di parole singole nel primo linguaggio Imita nomi di oggetti Maggiore varietà lessicale Utilizzo di elementi dotati di significato Elevato uso di aggettivi Uso decontestualizzato di nomi Rapida crescita del vocabolario STILE 2         Bassa proporzione di nomi nelle prime 50 parole Utilizzo di formule nel primo linguaggio Imita in modo non selettivo Minore varietà lessicale Utilizzo di suoni senza significato Scarso uso di aggettivi Uso contestualizzato di nomi Lenta crescita del vocabolario 67
  • 68. Differenze individuali nello sviluppo della pragmatica STILE 1     Orientamento verso gli oggetti Uso prevalente di intenzione dichiarativa Scarsa varietà di atti linguistici Approccio riflessivo alla soluzione di problemi STILE 2     Orientamento verso le persone Uso prevalente di intenzione richiestiva Alta varietà di atti linguistici Approccio impulsivo alla soluzione di problemi 68
  • 69. Altre differenze individuali nello sviluppo linguistico STILE 1 STILE 2 FONOLOGIA    Buona articolazione e intelligibilità Orientamento verso la parola Pronuncia costante nell’uso della stessa parola    Scarsa articolazione e intelligibilità Orientamento verso l’intonazione Pronuncia variabile nell’uso della stessa parola VARIABILI DEMOGRAFICHE • Genere femminile • Primogenito • Livello socio-economico alto • Genere maschile • Secondogenito • Livello socio-economico basso 69
  • 70. La consapevolezza metalinguistica Capacità di trattare le forme del linguaggio come oggetto di Analisi, considerarle per se stesse piuttosto che come veicolo di intenzioni e significati Verbi che si riferiscono a stati mentali Credere, pensare, immaginare, dubitare Verbi che si riferiscono ad atti linguistici Pregare, maledire, promettere, ordinare Termini con cui ci si riferisce a parti o unità del codice linguistico Parole, frasi, sillabe, lettere 70
  • 71. Giocare con i suoni e le parole nei primi anni di vita Studio di Ruth Weir (1962) Audioregistrazione dei soliloqui prodotti dal figlio di 2 anni e mezzo quando veniva lasciato nella propria stanza prima di addormentarsi ESEMPIO 1) Quale colore 2) Quale colore la coperta 3) Quale colore la scopa 4) Quale colore il vetro Il bambino utilizza il linguaggio anche in assenza di stimoli comunicativi • Gioca con i suoni e con le parole • Si esercita con le forme linguistiche che sta imparando (trascurando i contenuti) 71
  • 72. Abilità implicate nel produrre e comprendere un messaggio (comunicazione referenziale) Abilità percettive Differenziare gli attributi del referente da quelli dei non referenti Abilità di confronto Identificare somiglianze e differenze tra referente e non referenti Abilità di memoria Ricordare gli attributi criteriali per descriverli verbalmente Abilità linguistiche Verbalizzare gli attributi criteriali 72
  • 73. Fasi nel processo di conoscenza della lettura e della scrittura secondo Ferreiro e Teberosky (1979) Fase presillabica Imparare a leggere e a scrivere è un processo conoscitivo. Il bambino fa conoscitivo delle ipotesi che vengono vagliate e eventualmente abbandonate quando entrano in conflitto con i dati dell’esperienza, finché acquisisce le regole del sistema convenzionale adulto Fase sillabica Fase sillabico-alfabetica Fase alfabetica 73
  • 74. Fasi del processo di acquisizione della lettura Utha Frith (1985) a) Fase logografica: i bambini sono già in grado di riconoscere alcune parole, brevi e molto frequent,i che fanno parte delle loro esperienze quotidiane. Queste parole, però, sono riconosciute come configurazioni globali (Logogen). b) Fase alfabetica: i bambini apprendono le regole di conversione grafema-fonema. In questa fase, si ha la tipica lettura lettera-perlettera o sillaba-per-sillaba, con una fusione difficoltosa dei singoli fonemi. c) Fase ortografica: i bambini si creano un lessico ortografico di entrata, cioè un magazzino di tracce mnestiche, in cui le parole sono associate a rappresentazioni astratte, ormai indipendenti dalle caratteristiche percettive dello stimolo visivo, che si attivano globalmente e automaticamente durante la lettura. 74