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“Disturbi di apprendimento: come riconoscerli ed affrontarli”
- Cosa sono i DSA
- Sviluppo del linguaggio e prerequisiti della letto – scrittura
- Come si presentano nelle diverse fasi dell’apprendimento
- I sintomi più frequenti: la dislessia, la disortografia, la disgrafia, la
discalculia
- Importanza dell’identificazione precoce e diagnosi specialistica
- Importanza della comunicazione diagnostica ai genitori ed al corpo
docente
“Disturbi di apprendimento, problemi psicologici, interventi sociali e
Normativa”
- Il disagio psicologico dei bambini e le conseguenti reazioni
- Esiti psico-sociali e interventi sociali: la realtà dei DSA in Italia
- Il supporto psicologico al bambino e alla famiglia da parte degli
insegnanti (motivazione al cambiamento, consapevolezza delle difficoltà,
abilità interpersonali, percezione di autoefficacia, autostima)
- Applicazione delle circolari ministeriali e della normativa vigente
L'apprendimento è la modificazione del
comportamento che si basa sull'esperienza e
che dura nel tempo. Dal punto di vista
psicologico, l'apprendimento è una funzione
dell'adattamento nel comportamento di un
soggetto, risultato da una esperienza. Dunque,
l'apprendimento è un processo attivo di
acquisizione di comportamenti stabili in
funzione dell'adattamento, dovuto a stimoli
esterni o interni.
DEFINIZIONE
Fattori individuali
• efficienza dei sistemi sensoriali
• efficienza cognitiva generale
• efficienza del sistema attentivo
Fattori esterni
• sufficiente esposizione a stimoli rilevanti
• qualità degli stimoli che sono presentati
• grado di consistenza e coerenza degli stimoli
• presenza di sufficienti motivazioni esterne
• presenza di sufficienti feedback correttivi
L’apprendimento di nuove abilità richiede
– strutture innate efficienti (geneticamente
determinate)
– motivazione
– ambiente favorevole (relazioni affettive,
esperienze)
Un sistema in equilibrio
– dà maggiori garanzie di successo
– è in grado di strutturare da sé soluzioni
adattive
Incidenza percentuale
(fascia 4-21 anni)
Tipo di difficoltà Maschi Femmine
Basso rendimento scolastico 13 7
DSA 4,5 3,5
Disturbi del linguaggio 1,5 1
DDAI (Dist. Attenz. e iperatt.) 5 1,25
Ritardo mentale 1 1
Disturbi di personalità 1 1
Disabilità plurime 0,15 0,15
Sordità e ipoacusia 0,1 0,1
Perché il bambino non impara ?
• Ritardo di apprendimento
• Difficoltà a-specifiche di
apprendimento (learning difficulties)
• Disturbi “specifici” di apprendimento
(learning disabilities)
Ritardo di apprendimento
• Si intende sottolineare che i tempi di
apprendimento del bambino sono più
lenti.
• La progressione delle tappe di
acquisizione sono le stesse di uno
sviluppo normale.
• Le prestazioni del soggetto sono
qualitativamente analoghe a quelle di
bambini normali più piccoli
Difficoltà di apprendimento
indica qualsiasi difficoltà incontrata da uno
studente durante la sua carriera scolastica; il
termine descrive problematiche ampie, meno
definite dei disturbi di apprendimento, non
necessariamente gravi
Le difficoltà
•Si definiscono nel contesto scolastico
attraverso la somministrazione, in genere
collettiva, di prove standardizzate
• Sono modificabili con interventi didattici
mirati
Disturbo di apprendimento
Descrive problematiche più gravi
e meglio definite che sono:
• verificate mediante un procedimento
clinico
• resistenti “al cambiamento”
DIFFICOLTA’ A-SPECIFICHE DI
APPRENDIMENTO
- riguardano il 10-15% della popolazione
scolastica
- possono manifestarsi all’inizio dell’iter
scolastico o a iter scolastico inoltrato
- esprimono una difficoltà di adattamento
all’impatto con le richieste scolastiche o ad
un aumento della complessità (2° ciclo
delle elementari o 1° media)
DIFFICOLTA’
DI
APPRENDIMENTO
PROBLEMI
COGNIT. e NEUROL.
MEMORIA B.T. / L.T.
DISTURBI DI
LINGUAGGIO
VERBALE
ATTENZIONE
MOTIVAZIONE
RELAZIONE
IPERATTIVITA’
DEPRESSIONE
Fattori di ordine sociolinguistico
dipendono da:
• rete sociale
• tipi di interazione familiare e sociale
• sottocodici, registri e varietà funzionali-
contestuali di lingua praticate (teoria del
codice ristretto vs. elaborato di B. Bernstein)
Fattori di ordine cognitivo
determinano :
• Problematiche con la comprensione
nella lettura
• Mancanza di esperienze di
incoraggiamento alla lettura
Fattori di ordine metacognitivo
implicano la capacità da parte
del bambino di strutturare :
• Metaconoscenze
• Strategie
Consentono di attivare i meccanismi di
controllo e di autoregolazione della
prestazione e di acquisire un efficace
metodo di studio
Particolare attenzione merita
l’aspetto linguistico….
Lo svantaggio linguistico
a scuola: attualità del problema
• La rilevazione della diffusione delle difficoltà di
apprendimento, insieme ai risultati di indagini di
assessment delle competenze linguistiche, induce a
considerare ancora persistente l’importanza della
condizione sociale di origine come predittore del
successo o insuccesso scolastico
• I flussi migratori da cui il nostro paese è interessato
impongono alle scuole di dotarsi di competenze utili a
favorire l’inserimento in classe di bambini immigrati che
non conoscono la lingua
• Il soggetto che si trova in situazione di svantaggio
linguistico sperimenta situazioni di difficoltà di
apprendimento anche in aree in cui la competenza
linguistica assume importanza strumentale (matematica)
Disturbi specifici di linguaggio
• Il livello di sviluppo linguistico raggiunto in età prescolare
è il dato predittivo più sicuro dell’apprendimento della
lettura alla scuola elementare (Satz, 1974; Ferreiro,
1976)
• Nei bambini in cui è presente DSL dopo i 4 anni è
frequente la presenza successiva di disturbi di
apprendimento della letto scrittura:
- nel 50-75% ( Shriberg e Kwiatowski 1994 )
- nel 37-63% (Silva 1983 )
(a seconda del tipo di compromissione delle componenti
del linguaggio)
• Il 40% di bambini con DSA risulta aver manifestato
precedenti disturbi o ritardi del linguaggio
Ambiti in cui le difficoltà
di apprendimento hanno
maggiore impatto
• Produzione linguistica (in particolare la
scrittura)
• Comprensione linguistica (in particolare la
lettura)
• Matematica
• Metodo di studio
DISTURBI SPECIFICI DI
APPRENDIMENTO
• riguardano il 2-4% circa della popolazione
scolastica
• sono più frequenti nei maschi
• sono disturbi di “sviluppo”, ovvero
accompagnano il bambino nel suo
percorso evolutivo
• si manifestano fin dall’inizio dell’esperienza
scolastica e accompagnano il bambino nel
suo percorso di scolarizzazione
• tendono a migliorare nel tempo, ma
spesso lasciano qualche traccia
nell’adolescenza e nell’età adulta
• hanno manifestazioni molto variabili
come severità in quanto esprimono
variazioni della distribuzione normale
lungo un “continuum”
• le caratteristiche del disturbo possono
modificarsi a livello di espressione clinica
nel corso dello sviluppo.
Criteri per identificare i D.S.A
• Discrepanza:
nella valutazione del Q.I. c’è una differenza tra la
stima delle abilità intellettive generali del
soggetto e l’effettivo successo scolastico
(underachievement);
• Disomogeneità:
il profilo di competenze dimostrate dal soggetto
può risultare disomogeneo nei diversi ambiti di
apprendimento. Il soggetto presenta punti di
forza e punti di debolezza nei suoi processi di
apprendimento;
DISTURBI SPECIFICI DI
APPRENDIMENTO E COMORBILITA’
Sono frequenti le associazioni con altre
sindromi cliniche e/o altri disturbi specifici:
- Sindrome ipercinetica (Disturbo dell’attività e
dell’attenzione)
- Disturbi della condotta
- Disturbi specifici di linguaggio
- Disturbi della sfera emozionale
DISTURBO SPECIFICO DI
APPRENDIMENTO
Riguarda specificamente aspetti di
codifica, decodifica, calcolo.
Le categorie diagnostiche interessate
sono
Dislessia, Disortografia,
Disgrafia, Discalculia
Per definizione i dislessici non
presentano disturbi di tipo:
cognitivo
sensoriale
neurologico
relazionale
N.B : devono aver avuto “normali” opportunità scolastiche
I soggetti dislessici possono
presentare difficoltà :
* Ortografiche
* Nella scrittura di numeri
* Nelle tabelline e calcolo mentale
* Negli algoritmi del calcolo aritmetico
* Nell’esposizione orale vincolata
Sotto il profilo del comportamento: instabilità
motoria, apatia, distraibilità, disturbi di attenzione
Di solito i soggetti dislessici
non presentano difficoltà di :
* Ragionamento
* Comprensione delle spiegazioni orali
* Comprensione del testo
* Comunicazione sociale
DISLESSIA EVOLUTIVA
Incapacità di identificare in modo
automatico la parola scritta
PROCESSI AUTOMATICI
Attività eseguite in modo rapido e preciso senza la
necessità di una programmazione consapevole e di
un controllo nel corso della loro realizzazione
 
I DISTURBI SPECIFICI DI
APPRENDIMENTO SONO
CAUSATI DA …
• Deficit della processazione fonologica
• Deficit visivo/uditivo magnocellulare
• Deficit cerebellare dell’automatizzazione
Le tre principali teorie :Le tre principali teorie :
Deficit della processazione
fonologica
Questa teoria ritiene che i dislessici abbiano uno
specifico problema nella rappresentazione,
nell’immagazzinamento e nel recupero dei suoni
del linguaggio.
Questo deficit impedisce o
rallenta l’apprendimento delle corrispondenze
grafema-fonema in un sistema alfabetico
Deficit uditivo-
visivo magnocellulare
Questa teoria ritiene che il disturbo fonologico
sia secondario ad un deficit nella percezione
uditiva o visiva.
La versione visiva ritiene che il deficitLa versione visiva ritiene che il deficit
risieda in un anomalo funzionamentorisieda in un anomalo funzionamento
delle magnocellule, neuronidelle magnocellule, neuroni
specializzati nella rilevazione delspecializzati nella rilevazione del
movimento dello stimolo visivo e deimovimento dello stimolo visivo e dei
suoi cambiamenti rapidi.suoi cambiamenti rapidi.
Sono importanti per il controllo delSono importanti per il controllo del
movimento degli occhi.movimento degli occhi.
Alcuni autori (Tallal) riportano le difficoltà diAlcuni autori (Tallal) riportano le difficoltà di
lettoscrittura a problemi di elaborazione uditiva.lettoscrittura a problemi di elaborazione uditiva.
Pur sentendo perfettamente i suoni, il cervelloPur sentendo perfettamente i suoni, il cervello
non elabora correttamente i suoni, li confonde enon elabora correttamente i suoni, li confonde e
sovrappone. I suoni acustici rapidi, come lesovrappone. I suoni acustici rapidi, come le
consonanti, non riescono ad essereconsonanti, non riescono ad essere
decodificati, vengono confusi e immagazzinatidecodificati, vengono confusi e immagazzinati
in rappresentazioni improprie del fonema-in rappresentazioni improprie del fonema-
suono. Si genererebbero così gli errori nellasuono. Si genererebbero così gli errori nella
conversione mentale dei suoni in lettere econversione mentale dei suoni in lettere e
viceversa.viceversa.
Deficit cerebellare
dell’automatizzazione
Questa teoria ritiene che il cervelletto
a) giochi un ruolo nei processi articolatori che a
loro volta influenzano le rappresentazioni
fonologiche
b) intervenga nell’automatizzazione delle attività
(tra cui il leggere).
Indirettamente questa teoria si fonda
sull’osservazione di scarse prestazioni dei
dislessici in compiti che richiedono
coordinazione motoria.
Quali sono i fattori predittivi ?
Familiarità
Ritardo/disturbo
di linguaggio
Consapevolezza
fonologica
Capacità di apprendere e
automatizzare associazioni
arbitrarie
Presenza di familiarità
• La dislessia non è una patologia su base
genetica quanto piuttosto un carattere
ereditabile (studi su gemelli omo ed eterozigoti
e prevalenza nei maschi)
• Nel 65% dei casi si rileva la presenza di
D.S.A. in altri componenti della famiglia, in
particolare uno dei genitori
Sviluppo del linguaggio verbale
• Tra dislessia e difficoltà di linguaggio
esiste una forte correlazione ma non un
rapporto di causalità
• Il ruolo rivestito dalle diverse
sottocomponenti linguistiche nel
processo di apprendimento varia in
rapporto a fasi diverse del processo
stesso
Consapevolezza fonologica
• Esiste una stretta correlazione tra abilità di
letto-scrittura e quella di compiere
operazioni di tipo metafonologico
( ricerche su adulti analfabeti)
• Fattore predittivo non è la consapevolezza
fonologica in sé ma il suo potenziale di
sviluppo
Capacità di apprendere e
automatizzare associazioni arbitrarie
• L’associazione tra fonema e grafema è
arbitaria
• L’ arbitrarietà è una delle principali
caratteristiche del segno linguistico
significato significante
Quale evoluzione
hanno questi
disturbi ?
L’ iter scolastico è influenzato
da:
• Tipologia del disturbo
• Età della diagnosi
• Collaborazione scuola- famiglia-
operatori sanitari
Gravità del disturbo
+ 5 +4 +3 +2 +1 0 -1 -2 -3 -4 -5
Ogni intervallO cOrrispOnde ad 1
d. s.
a partire da – 2 d.s. si può parlare di
“patOlOgia”
68% 13% 3 – 4 %
Numerodicasi
Valore
medio
- 2 - 1 + 2
Area di
diagnosi della
dislessia
+ 10
Velocità di lettura
(Sillabe per unità di tempo)Deviazione
standard
Numerodicasi
Valore
medio
- 2 - 1 + 2
Area di
diagnosi della
dislessia
+ 10
Numero di errori
Deviazione
standard
Matteo L. Inizio III Elementare ( ha ripetuto I El.)
Legge lista a.a.70 Sillabe in 210 Secondi Sill/Sec.0,3
uomo vino mano casa pane
palazzo ragazzo bambina mattina
dottore acqua occhio signora
campagna padre testa mamma
mondo letto finestra fratello
domenica giornata giornale
bagno foglia scherzo famiglia
Standardizzazione Batteria Dislessia Disortografia
Eta’ della diagnosi
FAMIGLIA
SERVIZI SANITARI SCUOLA
•FORMAZIONE
•INSEGNANTE DI SOSTEGNO (?)
•STRUMENTI COMPENSATIVI
• MISURE DISPENSATIVE
•BOCCIATURA
•DIAGNOSI
•ABILITAZIONE
•RI-ABILITAZIONE
•COUNSELING FAMILIARE
•SOSTEGNO PSICOLOGICO
•CERTIFICAZIONE (?)
Pentagono prognostico di Critchley
Identificazione Adeguato
Intervento ambiente
Precoce educativo
familiare
Adeguata Equilibrio
Assistenza psicologico
didattico-educativa
Buona condizione cognitiva
Quando parliamo di lettura, di scrittura e di
calcolo dobbiamo sempre fare una
distinzione tra abilità e competenza
ABILITA’ Capacità funzionale di fronte
a compiti determinati
COMPETENZA Piena capacità di orientarsi
in un determinato ambito
ABILITA’ COMPETENZE
(processi)
LETTURA
SCRITTURA
CALCOLO
ABILITA’ PROCESSI
Componenti specifiche Attività trasversali
del sistema cognitivo non scomponibili
• Riconoscimento
visivo
• Conversione
fonema-grafema
• Analisi fonetica
• Sintesi fonemica
• Elaborazione
morfologica
• Ricerca lessicale
• Comprensione del
testo
• Processi di controllo
• Processi inferenziali
• Reclutamento delle
conoscenze
Le abilità
necessitano di un intervento specifico
I processi
necessitano di un intervento
pedagogico-didattico più generale
E’ IMPORTANTE RICORDARE CHE …
• Sul piano dei risultati scolastici hanno maggiore
rilevanza i processi rispetto alle abilità
• La tipologia di attenzione richiesta varia in
base al compito :
Compito abilitativo attenzione focale
Compito naturale attenzione automatica
e distribuita
Nella lettura esistono due piani di
elaborazione dell’informazione:
* BASSO quando un soggetto dopo un periodo di
addestramento riesce a trasformare
informazioni grafiche in informazioni
linguistiche
* ALTO quando vi è l’attivazione del significato
L’accesso al significato può avvenire
attraverso due modalità :
• Con un processo automatico di
cambiamento della qualità
(grafema/fonema) – via fonologica
• Con un accesso alle informazioni altealte
ugualmenteugualmente altoalto attraverso ilattraverso il
riconoscimento fotografico della parolariconoscimento fotografico della parola
-- via lessicalevia lessicale
VIA FONOLOGICA
(accesso indiretto)
PAROLA SCRITTA
ANALISI VISIVA SEQUENZIALE
RICONOSCIMENTO GRAFEMICO *
CONVERSIONE GRAFEMA-FONEMA
SINTESI FONEMICA **
ACCESSO MAGAZZINO LESSICALE ***
RICONOSCIMENTO DELLA PAROLA
SIGNIFICATO
* Buffer grafemico ** memoria fonologica *** ritorno analisi
visiva
VIA LESSICALE
(accesso diretto)
PAROLA SCRITTA
ANALISI VISIVA GLOBALE
MAGAZZINO LESSICALE ORTOGRAFIZZATO
SIGNIFICATO *
* Se incongruo si ritorna ad analisi visiva, se congruo sollecita
immagine anticipatoria che aiuta analisi visiva successiva, l’accesso al
magazzino ortografizzato e l’accesso al significato
MODELLO DI LETTURA A DUE VIE
Analisi visiva
Lessico di entrata visivo (a)
Sistema semantico (b)
Lessico di uscita
fonologico (c)
Buffer fonemico
PAROLA SCRITTA
PAROLA LETTA
Conversione
scritto-suono (d)
a-b-c via lessicale
d via fonologica
Tempi di lettura di parole
1,69
2,18
2,62
3,2
3,94
4,44 4,65
0,33
0,62 0,81
1,2 1,41
1,88
2,14
0
1
2
3
4
5
2^ El. 3^ El. 4^ El. 5^ El. I M. II M. III M.
normali
dislessiciSill./sec
0
0,05
0,1
0,15
0,2
0,25
0,3
0,35
0,4
0,45
0,5
2^ el. 3^ el. 4^ el. 5^el. 1^ Med. 2^ Med. 3^ Med.
dislessici
normali
Andamento nel tempo degli errori
nella lettura di parole
Tressoldi -Job
La lettura è un processo
che ha come finalità la
comprensione del significato
di un testo scritto
La comprensione del testo scritto
si realizza quando
il soggetto riesce a :
• Ricostruire nella sua mente una
rappresentazione o un insieme di
rappresentazioni analoghe a quelle pensate
dall’autore del testo;
• A mettere in relazione le nuove informazioni
con le sue conoscenze generali preesistenti.
Necessita di una elaborazione precisa dell’informazione a livello
percettivo,grammaticale, sintattico e semantico (relazione molto forte
tra capacità di comprendere linguaggio scritto e orale)
E’ un attività di problem solving : il lettore avanza ipotesi che
sono da verificare
Le informazioni che arrivano dai singoli livelli di elaborazione
concorrono alla costruzione del significato e aiutano il soggetto a fare
ipotesi sul significato
Decodifica e comprensione sono solo parzialmente correlate
Ai fini della comprensione del testo
risultano determinanti le conoscenze
pre-esistenti del lettore
Fondamentale
SCHEMA
SCHEMA
( Bartlett 1932 )
“… Ciò che viene conservato dell’esperienza vissuta
non è una riproduzione accurata ma uno schema
generale o forma ..”
Molti studiosi concordano nel ritenere che nella
mente umana esistano strutture astratte di
conoscenze ( scripts, frames o schemi) determinanti
per la comprensione.
Il termine struttura indica che le conoscenze sono
organizzate e in relazione tra loro
MODALITA’ CHE POSSONO FAVORIRE LA
COMPRENSIONE
- * Costruire una base prima di affrontare la lettura
- * Creare interesse e sviluppare concetti inerenti ad
oggetti
reali e concreti
- * Sviluppare il vocabolario entro un determinato contesto
- * Alla lettura deve seguire discussione sul tema trattato
o attinenti
- * Usare l’esperienza di lettura per attività esplorative
* Formare gruppi di interesse che facilitino relazioni fra
bambini
- * Usare fonti e mezzi di comunicazione differenziati
- * Favorire “tutoring” fra bambini
- * Promuovere il pensiero “divergente”
- * Identificare occasioni che favoriscono la comprensione
all’ interno delle diverse aree curricolari
SCRITTURA (dettato)
INPUT ACUSTICO
ANALISI FONEMICA
INPUT LESSICALE
ANALISI FONOLOGICA
CONVERSIONE
FONEMA GRAFEMA
SCELTA ALLOGRAFO
PAROLA SCRITTA
CONFRONTO
MAGAZZINO
LESSICALE
BUFFER
FONOLOGICO
BUFFER
GRAFEMICO
Modello evolutivo stadiale
( U.Frith 1985)
Stadio logografico
Stadio alfabetico
Stadio ortografico
Stadio lessicale
STADI DI APPRENDIMENTO DELLA LETTO SCRITTURA
LETTURA SCRITTURA
Legge parole in modo
globale
STADIO
LOGOGRAFICO
Scrittura globale di parole
Si iniziano ad applicare
regole di conversione
fonema/grafema
STADIO
ALFABETICO
Applicazione di regole di
conversione
fonema/grafema
Si sviluppano nuove
associazioni con parti più
complesse
(suffissi,morfemi, sillabe,
ecc.)
STADIO
ORTOGRAFICO
Regole di conversione
fonema/grafema per
gruppi di lettere
Le parole vengono lette
senza bisogno di
trasformazioni parziali
STADIO
LESSICALE
Scrittura globale della
parola
Stadio logografico (lettura)
Il bambino riconosce le parole
come configurazioni visive sulla
base della loro forma globale.
nutella vs nutella
Stadio logografico (scrittura)
•Disegni
•Pseudoscrittura
•Segni senza valore fonemico convenzionale
Di fatto non vi è alcuna relazione tra
fonologia e rappresentazione grafemica
Stadio alfabetico
Compaiono le prime associazioni tra il
simbolo grafico e il fonema.
Il bambino impara a scomporre le parole in
parti più piccole ( sillabe o fonemi ).
Iniziano le prime operazioni di analisi e
sintesi fonologica.
/c//o//c//c//o//l//a//t//a/ cocolata
Stadio alfabetico
•Corrispondenza tra fonema-grafema e grafema-
fonema /a/ A – a - a - a
•Riproduzione di parole con
struttura semplice C.V.C.V
es: toro
•Riproduzione di parole con struttura sillabica più
complessa
C.V.C.C.V ponte
C.C.V.C.V treno
Stadio ortografico
Il bambino scopre che le regole
di trasformazione possono
interessare gruppi di lettere.
ran’o ragno
Stadio ortografico
• Alcuni fonemi devono essere rappresentati
graficamente con digrammi
• In alcuni casi non c’è corrispondenza biunivoca
tra fonema e grafema (cu/qu/cqu)
• Alcuni grafemi hanno una decodifica diversa a
seconda del segno che li segue (c,g)
Stadio ortografico
Il bambino riproduce stringhe
omofone che rappresentano elementi
lessicali distinti
L’ orso lorso
Errato per l’ortografia, ma compatibile
per la fonologia
Stadio ortografico
Il passaggio dallo stadi alfabetico a quello ortografico
corrisponde all’acquisizione dei una nuova competenza
che consente di rendere più “economico” il processo di
scrittura in quanto:
• si modifica il processamento dell’informazione
•l’automatizzazione riduce e/o elimina l’impegno
della memoria
Stadio lessicale
Consente di disambiguare stringhe
sonore foneticamente uguali ma
lessicalmente diverse
L’ago
Lago
Teoria linguistica del bambino
E’ l’insieme di idee e regole sulla lingua
orale e scritta che ricava dalle sue
esperienze ed osservazioni
Libri per bambini, giornali, scritte
pubblicitarie, insegne diventano occasione
per riflettere e fare classificazioni che
possono essere considerate le prime
esperienze di conoscenza del linguaggio
scritto
scarabocchi
pseudolettere
lettere
Ricerca di G.Stella (1988)
Dati elaborati su un totale di 5300 parole raccolte
nelle scuole dell’infanzia del comune di Modena
Inoltre i bambini …
• Non attribuiscono il valore di
lettere agli ideogrammi o a lettere
che compaiono in altre lingue
• Distinguono nettamente i numeri
dalle lettere
• Danno giudizi di leggibilità in base
ad un numero minimo di lettere a
alla variabilità interna
E’ importante anche tenere
presente che il bambino alla
presenza di configurazioni
particolari e in contesti precisi
va alla ricerca del significato
che è il nucleo centrale di
qualsiasi atto di lettura
La teoria linguistica di ogni bambino
può essere scoperta attraverso
l’analisi dei suoi atti di scrittura
spontanea e delle sue ipotesi di
lettura
Gli elementi di coerenza, gli errori e
le stranezze che vi si ritrovano ci
consentono di ricostruire molto
precocemente le sue idee sul
funzionamento della lingua
Lo sviluppo della Teoria Linguistica
dei bambini dipende molto dalle
esperienze, dalle occasioni che
vengono loro offerte .
E’ molto importante dare ai bambini
la possibilità di esprimere il loro
pensiero e di scambiare opinioni ed
ipotesi sia con gli adulti che con i
loro compagni
Le teorie linguistiche dei bambini
sono
• Molto diverse l’una dall’altra
• Molto instabili
Possono essere indagate
mediante una prova di
scrittura spontanea
SCRITTURA SPONTANEA
Le parole vengono
pronunciate senza alcuna
segmentazione né sillabica né
fonetica e il bambino deve
scrivere , ovvero riprodurre
graficamente la parola
Per eliminare problemi di memoria
di lavoro la prova si scrittura
spontanea può essere effettuato
con il supporto di:
•Disegno libero
•Immagini proposte dall’insegnante
Criteri per valutare la
scrittura spontanea
• Parole lunghe Vs parole corte
• Lunghezza della parola deve avere una
relazione anche con immagine
(es: treno è una parola corta che rappresenta un
oggetto lungo)
• Utilizzare anche una frase che
contenga una delle parole o immagini
utilizzate ( costanza nella rappresentazione
grafica )
La prova di scrittura spontanea può
essere valutata sulla base di due
parametri:
• Parametro costruttivo
a) tipo di segno (aste,cerchietti,lettere)
b) verifica del valore sonoro convenzionale
• Parametro esecutivo
a) direzionalità
b) orientamento delle lettere
c) utilizzo spazio-foglio
d) adeguatezza del segno grafico ( sicuro-incerto)
e) carattere utilizzato
Le difficoltà costruttive derivano dalla
mancanza di una teoria linguistica adeguata per
cui si riscontrano:
a) Una costruzione poco evoluta
• Parole scritte con un solo segno
• Identica sequenza di lettere per parole diverse
• Scarabocchi informi
b) Difficoltà a modificare proprie idee sulla lingua
nonostante gli stimoli
•Problemi a ritrovare i vari suoni all’interno della
parola e a controllarli nell’ autodettato
Sulla base del parametro
costruttivo la scrittura di
distingue in:
Preconvenzionale
Convenzionale
SCRITTURA
PRECONVENZIONALE
Scrittura spontanea del bambino
dove non si trovano grafemi
corrispondenti al valore sonoro
convenzionale delle parole
richieste
Scrittura convenzionale
a) Sillabica
Ad ogni sillaba corrisponde una
sola lettera con valore sonoro
convenzionale
b) Sillabico-alfabetica
Le lettere con valore sonoro
convenzionale rappresentano un numero
di suoni superiore a quello delle sillabe,
ma non ancora tutti i suoni della parola
c) Alfabetica
Il bambino rappresenta
correttamente tutti i suoni
delle parole
Gli elementi di cambiamento
• La stabilità nel numero di lettere scritte
• Il rapporto con le lettere del proprio nome
• La diversificazione tra le parole
• La comparsa dell’ iniziale della parola che
dimostra l’avvio di un’analisi fonologica
E’ importante la frequenza delle opportunità di
lavorare sulla scrittura spontanea
Che fare?
•Attività metafonologiche e/o di analisi
fonologica (laboratorio attività meta-fonologiche)
•Porsi come obiettivo il raggiungimento della
stabilità nella rappresentazione della parola
( proporre parole note, nomi propri, universo linguistico
stabile)
•Frase bloccata
•Favorire l’ autonomia nella verifica perché aiuta
a sviluppare la capacità di ricerca del significato
Le difficoltà esecutive sono
determinate da :
a) Problemi di lateralizzazione e/o coordinazione
oculo-motoria
• Difficoltà di organizzazione spaziale
• Incertezze nelle sequenze e nella direzionalità
• Difficoltà di orientamento spaziale
b) Difficoltà nell’automatizzare il sistema
fonografico ( rapporto suono-segno)
Che fare?
•Attività di tipo psicomotorio
•Esercizi carta-matita ( Frostig etc.)
•Utilizzare stampato maiuscolo
partendo da un numero ristretto di
parole formate da stessi fonemi
( ramo-mare-moto-toro etc.)
Classificazione degli errori ortografici
( Tressoldi – Cornoldi mod.)
1- scambio grafemi (folpe Vs. volpe)
2- omissione o aggiunta lettere/sillabe (taolo Vs.tavolo)
3- inversioni ( li Vs, il )
1- separazioni o fusioni illegali (in sieme Vs. insieme / perla Vs.per la )
2-scambio grafema omofono ( squola Vs. scuola)
3 -Omissione aggiunta di h
4- grafema inesatto (pese Vs. pesce)
Raddoppiamenti
Accenti
Fonologici ( problemi nella fase alfabetica)
Non fonologici ( problemi nella fase ortografica o lessicale)
Gli elementi che concorrono a definire la
qualità di un testo sono di difficile
quantificazione tuttavia si cerca di valutare
alcuni aspetti :
• L’ adeguatezza della comunicazione
• L’ organizzazione e presentazione del
contenuto
• La grammatica
• Il lessico
Difficoltà nel recupero di pattern grafo-motori
che permettono la rappresentazione delle
diverse forme grafemiche.
Efficienza
neuro-motoria
Efficienza
oculo-motoria
Calligrafia
INCIDENZA
DISCALCULIA EVOLUTIVA
 
 
Disturbo Specifico di Calcolo
0,2 %
Difficoltà in matematica
20%
 
Caratteristiche della Discalculia Evolutiva (DSM IV,ICD10)
 
 Incapacità a comprendere i concetti di base di particolari
operazioni aritmetiche
 
 Mancanza di comprensione dei termini o dei segni
matematici
 
Mancato riconoscimento dei simboli numerici
 Difficoltà di comprendere quali dati sono pertinenti nei
problemi aritmetici
 
e ancora ...
 Difficoltà ad allineare correttamente i numeri
• Scorretta organizzazione spaziale dei calcoli
• Incapacità di apprendere le tabelline
Dobbiamo distinguere …
e
“Operare” correttamente sui numeri
comporta alcune capacità :
Riconoscerli in base al codice con cui sono
espressi
Arabico 8 Linguistico “otto” Grafico otto
I numeri devono essere “cognitivamente
manipolati” attraverso meccanismi
Lessicali
Sintattici
Elaborano le singole cifre contenute
nel numero
Es: leggere scrivere,dire, rappresentarsi 4 invece di 7
Elaborano i rapporti tra le cifre che
costituiscono il numero stesso
Principali errori di tipo sintattico
• Errori nel conteggio orale prima che venga
interiorizzata la sequenza numerica
( Es: 1,2,6,10..)
• Mancato riconoscimento del valore posizionale
delle cifre
(Es: “duecentocinquantasette” 210057)
• Mancato riconoscimento del valore posizionale
dello 0
( Es: “duemilacinque” 2.5)
Possiamo definirli errori di transcodificazione
Errori nel sistema del calcolo
• Errori nel recupero dei fatti aritmetici
• Errori nel mantenimento e recupero delle
procedure
• Errori nell’applicazione delle procedure
• Difficoltà visuo-spaziali
A monte possono esserci difficoltà nella
comprensione semantica dei segni delle
operazioni
Protocollo Diagnostico
La segnalazione
La raccolta anamnestica
La valutazione clinica
L’interpretazione dei risultati
Altri esami
Formulazione della diagnosi
Indicazioni di intervento
La segnalazione
 Quando arriva ? (range molto ampio – effetti diversi)
 Chi la effettua ? (scuola – famiglia – pediatra?)
 Cosa viene segnalato:
- difficoltà nello svolgimento quotidiano dei compiti
(lentezza, svogliatezza, mancanza di concentrazione)
- disturbi della sfera emotivo/motivazionale
(apatia, disturbi psicosomatici e comportamentali)
- incongruenza tra capacità percepite (nella norma)
e rendimento scolastico (scarso)
La raccolta anamnestica
 Presenza di familiarità per il disturbo
- disturbi analoghi nei genitori, fratelli, altri parenti
- livello scolastico di genitori e fratelli
 Principali tappe dello sviluppo
linguistico
 Storia scolastica del bambino
 Percezione ( e descrizione) del
problema attuale
Cosa è importante rilevare:
La valutazione clinica
• Osservazioni informali
- osservazione generale del comportamento
(autonomia,capacità relazionali e adattive)
- osservazione degli elaborati scolastici
• Colloqui
- sulla percezione del problema e i relativi vissuti
• Valutazione psicometrica e
neuropsicologica
- somministrazione di test
Valutazione psicometrica
• Test di intelligenza (WISC-III, PM47, ecc.)
• Prove standardizzate di lettura
• - lettura di parole (prova 4 – Batteria Sartori e al., 1995)
• - lettura di non-parole (prova 5 – Batteria Sartori e al., 1995)
• - lettura di un testo (prove MT – velocità e correttezza)
• - lettura di un testo (prove MT – comprensione)
• Prove standardizzate di scrittura (Tressoldi-Cornoldi)
• Prove di calcolo ( ACMT ,ABCA)
Formulazione della diagnosi
Considerata l’elevata eterogeneità dei
profili di sviluppo individuali, una diagnosi
vera e propria non dovrebbe essere
effettuata prima della 2^ elementare.
E’ possibile formulare una ragionevole
ipotesi funzionale già durante le prime fasi del
processo di apprendimento quando, oltre al
ritardo negli apprendimenti, è presente un deficit
severo delle abilità “meta-fonologiche” in un
pregresso ritardo del linguaggio e una familiarità
per il disturbo
 
Tipologie di intervento
 Preventivi
 Riabilitativi
 Compensativi
La tipologia dell’intervento varia in relazione
all’eterogeneità dei profili funzionali e di
sviluppo.
Di conseguenza gli interventi possono essere:
 
Interventi preventivi
Sono tutti quegli interventi mirati ad una
identificazione precoce del disturbo e, in
generale, ad un rafforzamento delle abilità
(soprattutto meta-fonologiche) necessarie
all’acquisizione della lingua scritta e ad un
suo uso efficiente
IDENTIFICAZIONE PRECOCE
Essa può avvenire durante il processo di
acquisizione della letto-scrittura nel primo
anno della scuola elementare.
Sarebbe importante che essa avvenisse già
in età pre-scolare nell’ultimo anno della
scuola dell’infanzia.Prima di questa età si ha
un alto numero di “falsi positivi”, a causa
dell’ancora elevata eterogeneità dei profili
individuali di sviluppo
Essa può essere svolta come attività di
screening:
 nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia o
all’inizio della scolarità elementare
 su bambini “a rischio” (soggetti con pregresso
ritardo del linguaggio o con una familiarità
accertata per il disturbo)
VANTAGGI
• Consente un lavoro mirato e tempestivo sui
pre-requisiti dell’apprendimento della “letto-scrittura”
facilitando l’acquisizione e l’uso del codice alfabetico
• Contribuisce a prevenire l’insuccesso scolastico
• Può evitare la catena di eventi negativi
(colpevolizzazioni che coinvolgono sia il bambino
che la famiglia) provocati dal disturbo
• Previene l’insorgere di problematiche
psicopatologiche
Interventi ri - abilitativi
Sono tutti quegli interventi che si
indirizzano in senso stretto ad un
recupero delle abilità di
letto-scrittura attraverso cicli
di interventi ed esercitazioni mirate e
specifiche
Obiettivi della ri - abilitazione
La ri-abilitazione della Dislessia Evolutiva si
pone obiettivi diversi, in relazione alle
diverse fasi di acquisizione dell’abilità di
lettura e alla conseguente modificazione
nell’espressione del disturbo:
1. La costruzione dell’abilità
2. L’automatizzazione dell’abilità
3. Sviluppo di strategie “top-down”
Interventi Compensativi
Sono tutti quegli interventi che si attuano
in fasi più avanzate del percorso scolastico
(scuola media e oltre), nelle situazioni in
cui il disturbo è ormai poco modificabile,
e diventa pertanto necessario individuare le
modalità più efficaci per “vicariare”
deteminate abilità.

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  • 1.
  • 2. “Disturbi di apprendimento: come riconoscerli ed affrontarli” - Cosa sono i DSA - Sviluppo del linguaggio e prerequisiti della letto – scrittura - Come si presentano nelle diverse fasi dell’apprendimento - I sintomi più frequenti: la dislessia, la disortografia, la disgrafia, la discalculia - Importanza dell’identificazione precoce e diagnosi specialistica - Importanza della comunicazione diagnostica ai genitori ed al corpo docente “Disturbi di apprendimento, problemi psicologici, interventi sociali e Normativa” - Il disagio psicologico dei bambini e le conseguenti reazioni - Esiti psico-sociali e interventi sociali: la realtà dei DSA in Italia - Il supporto psicologico al bambino e alla famiglia da parte degli insegnanti (motivazione al cambiamento, consapevolezza delle difficoltà, abilità interpersonali, percezione di autoefficacia, autostima) - Applicazione delle circolari ministeriali e della normativa vigente
  • 3. L'apprendimento è la modificazione del comportamento che si basa sull'esperienza e che dura nel tempo. Dal punto di vista psicologico, l'apprendimento è una funzione dell'adattamento nel comportamento di un soggetto, risultato da una esperienza. Dunque, l'apprendimento è un processo attivo di acquisizione di comportamenti stabili in funzione dell'adattamento, dovuto a stimoli esterni o interni. DEFINIZIONE
  • 4. Fattori individuali • efficienza dei sistemi sensoriali • efficienza cognitiva generale • efficienza del sistema attentivo
  • 5. Fattori esterni • sufficiente esposizione a stimoli rilevanti • qualità degli stimoli che sono presentati • grado di consistenza e coerenza degli stimoli • presenza di sufficienti motivazioni esterne • presenza di sufficienti feedback correttivi
  • 6. L’apprendimento di nuove abilità richiede – strutture innate efficienti (geneticamente determinate) – motivazione – ambiente favorevole (relazioni affettive, esperienze) Un sistema in equilibrio – dà maggiori garanzie di successo – è in grado di strutturare da sé soluzioni adattive
  • 7. Incidenza percentuale (fascia 4-21 anni) Tipo di difficoltà Maschi Femmine Basso rendimento scolastico 13 7 DSA 4,5 3,5 Disturbi del linguaggio 1,5 1 DDAI (Dist. Attenz. e iperatt.) 5 1,25 Ritardo mentale 1 1 Disturbi di personalità 1 1 Disabilità plurime 0,15 0,15 Sordità e ipoacusia 0,1 0,1
  • 8. Perché il bambino non impara ? • Ritardo di apprendimento • Difficoltà a-specifiche di apprendimento (learning difficulties) • Disturbi “specifici” di apprendimento (learning disabilities)
  • 9. Ritardo di apprendimento • Si intende sottolineare che i tempi di apprendimento del bambino sono più lenti. • La progressione delle tappe di acquisizione sono le stesse di uno sviluppo normale. • Le prestazioni del soggetto sono qualitativamente analoghe a quelle di bambini normali più piccoli
  • 10. Difficoltà di apprendimento indica qualsiasi difficoltà incontrata da uno studente durante la sua carriera scolastica; il termine descrive problematiche ampie, meno definite dei disturbi di apprendimento, non necessariamente gravi Le difficoltà •Si definiscono nel contesto scolastico attraverso la somministrazione, in genere collettiva, di prove standardizzate • Sono modificabili con interventi didattici mirati
  • 11. Disturbo di apprendimento Descrive problematiche più gravi e meglio definite che sono: • verificate mediante un procedimento clinico • resistenti “al cambiamento”
  • 12. DIFFICOLTA’ A-SPECIFICHE DI APPRENDIMENTO - riguardano il 10-15% della popolazione scolastica - possono manifestarsi all’inizio dell’iter scolastico o a iter scolastico inoltrato - esprimono una difficoltà di adattamento all’impatto con le richieste scolastiche o ad un aumento della complessità (2° ciclo delle elementari o 1° media)
  • 13. DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO PROBLEMI COGNIT. e NEUROL. MEMORIA B.T. / L.T. DISTURBI DI LINGUAGGIO VERBALE ATTENZIONE MOTIVAZIONE RELAZIONE IPERATTIVITA’ DEPRESSIONE
  • 14. Fattori di ordine sociolinguistico dipendono da: • rete sociale • tipi di interazione familiare e sociale • sottocodici, registri e varietà funzionali- contestuali di lingua praticate (teoria del codice ristretto vs. elaborato di B. Bernstein)
  • 15. Fattori di ordine cognitivo determinano : • Problematiche con la comprensione nella lettura • Mancanza di esperienze di incoraggiamento alla lettura
  • 16. Fattori di ordine metacognitivo implicano la capacità da parte del bambino di strutturare : • Metaconoscenze • Strategie Consentono di attivare i meccanismi di controllo e di autoregolazione della prestazione e di acquisire un efficace metodo di studio
  • 18. Lo svantaggio linguistico a scuola: attualità del problema • La rilevazione della diffusione delle difficoltà di apprendimento, insieme ai risultati di indagini di assessment delle competenze linguistiche, induce a considerare ancora persistente l’importanza della condizione sociale di origine come predittore del successo o insuccesso scolastico • I flussi migratori da cui il nostro paese è interessato impongono alle scuole di dotarsi di competenze utili a favorire l’inserimento in classe di bambini immigrati che non conoscono la lingua • Il soggetto che si trova in situazione di svantaggio linguistico sperimenta situazioni di difficoltà di apprendimento anche in aree in cui la competenza linguistica assume importanza strumentale (matematica)
  • 19. Disturbi specifici di linguaggio • Il livello di sviluppo linguistico raggiunto in età prescolare è il dato predittivo più sicuro dell’apprendimento della lettura alla scuola elementare (Satz, 1974; Ferreiro, 1976) • Nei bambini in cui è presente DSL dopo i 4 anni è frequente la presenza successiva di disturbi di apprendimento della letto scrittura: - nel 50-75% ( Shriberg e Kwiatowski 1994 ) - nel 37-63% (Silva 1983 ) (a seconda del tipo di compromissione delle componenti del linguaggio) • Il 40% di bambini con DSA risulta aver manifestato precedenti disturbi o ritardi del linguaggio
  • 20. Ambiti in cui le difficoltà di apprendimento hanno maggiore impatto • Produzione linguistica (in particolare la scrittura) • Comprensione linguistica (in particolare la lettura) • Matematica • Metodo di studio
  • 21. DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO • riguardano il 2-4% circa della popolazione scolastica • sono più frequenti nei maschi • sono disturbi di “sviluppo”, ovvero accompagnano il bambino nel suo percorso evolutivo
  • 22. • si manifestano fin dall’inizio dell’esperienza scolastica e accompagnano il bambino nel suo percorso di scolarizzazione • tendono a migliorare nel tempo, ma spesso lasciano qualche traccia nell’adolescenza e nell’età adulta
  • 23. • hanno manifestazioni molto variabili come severità in quanto esprimono variazioni della distribuzione normale lungo un “continuum” • le caratteristiche del disturbo possono modificarsi a livello di espressione clinica nel corso dello sviluppo.
  • 24. Criteri per identificare i D.S.A • Discrepanza: nella valutazione del Q.I. c’è una differenza tra la stima delle abilità intellettive generali del soggetto e l’effettivo successo scolastico (underachievement); • Disomogeneità: il profilo di competenze dimostrate dal soggetto può risultare disomogeneo nei diversi ambiti di apprendimento. Il soggetto presenta punti di forza e punti di debolezza nei suoi processi di apprendimento;
  • 25. DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO E COMORBILITA’ Sono frequenti le associazioni con altre sindromi cliniche e/o altri disturbi specifici: - Sindrome ipercinetica (Disturbo dell’attività e dell’attenzione) - Disturbi della condotta - Disturbi specifici di linguaggio - Disturbi della sfera emozionale
  • 26. DISTURBO SPECIFICO DI APPRENDIMENTO Riguarda specificamente aspetti di codifica, decodifica, calcolo. Le categorie diagnostiche interessate sono Dislessia, Disortografia, Disgrafia, Discalculia
  • 27. Per definizione i dislessici non presentano disturbi di tipo: cognitivo sensoriale neurologico relazionale N.B : devono aver avuto “normali” opportunità scolastiche
  • 28. I soggetti dislessici possono presentare difficoltà : * Ortografiche * Nella scrittura di numeri * Nelle tabelline e calcolo mentale * Negli algoritmi del calcolo aritmetico * Nell’esposizione orale vincolata Sotto il profilo del comportamento: instabilità motoria, apatia, distraibilità, disturbi di attenzione
  • 29. Di solito i soggetti dislessici non presentano difficoltà di : * Ragionamento * Comprensione delle spiegazioni orali * Comprensione del testo * Comunicazione sociale
  • 30. DISLESSIA EVOLUTIVA Incapacità di identificare in modo automatico la parola scritta PROCESSI AUTOMATICI Attività eseguite in modo rapido e preciso senza la necessità di una programmazione consapevole e di un controllo nel corso della loro realizzazione  
  • 31. I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO SONO CAUSATI DA …
  • 32. • Deficit della processazione fonologica • Deficit visivo/uditivo magnocellulare • Deficit cerebellare dell’automatizzazione Le tre principali teorie :Le tre principali teorie :
  • 33. Deficit della processazione fonologica Questa teoria ritiene che i dislessici abbiano uno specifico problema nella rappresentazione, nell’immagazzinamento e nel recupero dei suoni del linguaggio. Questo deficit impedisce o rallenta l’apprendimento delle corrispondenze grafema-fonema in un sistema alfabetico
  • 34. Deficit uditivo- visivo magnocellulare Questa teoria ritiene che il disturbo fonologico sia secondario ad un deficit nella percezione uditiva o visiva.
  • 35. La versione visiva ritiene che il deficitLa versione visiva ritiene che il deficit risieda in un anomalo funzionamentorisieda in un anomalo funzionamento delle magnocellule, neuronidelle magnocellule, neuroni specializzati nella rilevazione delspecializzati nella rilevazione del movimento dello stimolo visivo e deimovimento dello stimolo visivo e dei suoi cambiamenti rapidi.suoi cambiamenti rapidi. Sono importanti per il controllo delSono importanti per il controllo del movimento degli occhi.movimento degli occhi.
  • 36. Alcuni autori (Tallal) riportano le difficoltà diAlcuni autori (Tallal) riportano le difficoltà di lettoscrittura a problemi di elaborazione uditiva.lettoscrittura a problemi di elaborazione uditiva. Pur sentendo perfettamente i suoni, il cervelloPur sentendo perfettamente i suoni, il cervello non elabora correttamente i suoni, li confonde enon elabora correttamente i suoni, li confonde e sovrappone. I suoni acustici rapidi, come lesovrappone. I suoni acustici rapidi, come le consonanti, non riescono ad essereconsonanti, non riescono ad essere decodificati, vengono confusi e immagazzinatidecodificati, vengono confusi e immagazzinati in rappresentazioni improprie del fonema-in rappresentazioni improprie del fonema- suono. Si genererebbero così gli errori nellasuono. Si genererebbero così gli errori nella conversione mentale dei suoni in lettere econversione mentale dei suoni in lettere e viceversa.viceversa.
  • 37. Deficit cerebellare dell’automatizzazione Questa teoria ritiene che il cervelletto a) giochi un ruolo nei processi articolatori che a loro volta influenzano le rappresentazioni fonologiche b) intervenga nell’automatizzazione delle attività (tra cui il leggere). Indirettamente questa teoria si fonda sull’osservazione di scarse prestazioni dei dislessici in compiti che richiedono coordinazione motoria.
  • 38. Quali sono i fattori predittivi ? Familiarità Ritardo/disturbo di linguaggio Consapevolezza fonologica Capacità di apprendere e automatizzare associazioni arbitrarie
  • 39. Presenza di familiarità • La dislessia non è una patologia su base genetica quanto piuttosto un carattere ereditabile (studi su gemelli omo ed eterozigoti e prevalenza nei maschi) • Nel 65% dei casi si rileva la presenza di D.S.A. in altri componenti della famiglia, in particolare uno dei genitori
  • 40. Sviluppo del linguaggio verbale • Tra dislessia e difficoltà di linguaggio esiste una forte correlazione ma non un rapporto di causalità • Il ruolo rivestito dalle diverse sottocomponenti linguistiche nel processo di apprendimento varia in rapporto a fasi diverse del processo stesso
  • 41. Consapevolezza fonologica • Esiste una stretta correlazione tra abilità di letto-scrittura e quella di compiere operazioni di tipo metafonologico ( ricerche su adulti analfabeti) • Fattore predittivo non è la consapevolezza fonologica in sé ma il suo potenziale di sviluppo
  • 42. Capacità di apprendere e automatizzare associazioni arbitrarie • L’associazione tra fonema e grafema è arbitaria • L’ arbitrarietà è una delle principali caratteristiche del segno linguistico significato significante
  • 44. L’ iter scolastico è influenzato da: • Tipologia del disturbo • Età della diagnosi • Collaborazione scuola- famiglia- operatori sanitari
  • 45. Gravità del disturbo + 5 +4 +3 +2 +1 0 -1 -2 -3 -4 -5 Ogni intervallO cOrrispOnde ad 1 d. s. a partire da – 2 d.s. si può parlare di “patOlOgia” 68% 13% 3 – 4 %
  • 46. Numerodicasi Valore medio - 2 - 1 + 2 Area di diagnosi della dislessia + 10 Velocità di lettura (Sillabe per unità di tempo)Deviazione standard Numerodicasi Valore medio - 2 - 1 + 2 Area di diagnosi della dislessia + 10 Numero di errori Deviazione standard
  • 47. Matteo L. Inizio III Elementare ( ha ripetuto I El.) Legge lista a.a.70 Sillabe in 210 Secondi Sill/Sec.0,3 uomo vino mano casa pane palazzo ragazzo bambina mattina dottore acqua occhio signora campagna padre testa mamma mondo letto finestra fratello domenica giornata giornale bagno foglia scherzo famiglia
  • 50. FAMIGLIA SERVIZI SANITARI SCUOLA •FORMAZIONE •INSEGNANTE DI SOSTEGNO (?) •STRUMENTI COMPENSATIVI • MISURE DISPENSATIVE •BOCCIATURA •DIAGNOSI •ABILITAZIONE •RI-ABILITAZIONE •COUNSELING FAMILIARE •SOSTEGNO PSICOLOGICO •CERTIFICAZIONE (?)
  • 51. Pentagono prognostico di Critchley Identificazione Adeguato Intervento ambiente Precoce educativo familiare Adeguata Equilibrio Assistenza psicologico didattico-educativa Buona condizione cognitiva
  • 52. Quando parliamo di lettura, di scrittura e di calcolo dobbiamo sempre fare una distinzione tra abilità e competenza ABILITA’ Capacità funzionale di fronte a compiti determinati COMPETENZA Piena capacità di orientarsi in un determinato ambito
  • 54. ABILITA’ PROCESSI Componenti specifiche Attività trasversali del sistema cognitivo non scomponibili • Riconoscimento visivo • Conversione fonema-grafema • Analisi fonetica • Sintesi fonemica • Elaborazione morfologica • Ricerca lessicale • Comprensione del testo • Processi di controllo • Processi inferenziali • Reclutamento delle conoscenze
  • 55. Le abilità necessitano di un intervento specifico I processi necessitano di un intervento pedagogico-didattico più generale
  • 56. E’ IMPORTANTE RICORDARE CHE … • Sul piano dei risultati scolastici hanno maggiore rilevanza i processi rispetto alle abilità • La tipologia di attenzione richiesta varia in base al compito : Compito abilitativo attenzione focale Compito naturale attenzione automatica e distribuita
  • 57.
  • 58. Nella lettura esistono due piani di elaborazione dell’informazione: * BASSO quando un soggetto dopo un periodo di addestramento riesce a trasformare informazioni grafiche in informazioni linguistiche * ALTO quando vi è l’attivazione del significato
  • 59. L’accesso al significato può avvenire attraverso due modalità : • Con un processo automatico di cambiamento della qualità (grafema/fonema) – via fonologica • Con un accesso alle informazioni altealte ugualmenteugualmente altoalto attraverso ilattraverso il riconoscimento fotografico della parolariconoscimento fotografico della parola -- via lessicalevia lessicale
  • 60. VIA FONOLOGICA (accesso indiretto) PAROLA SCRITTA ANALISI VISIVA SEQUENZIALE RICONOSCIMENTO GRAFEMICO * CONVERSIONE GRAFEMA-FONEMA SINTESI FONEMICA ** ACCESSO MAGAZZINO LESSICALE *** RICONOSCIMENTO DELLA PAROLA SIGNIFICATO * Buffer grafemico ** memoria fonologica *** ritorno analisi visiva
  • 61. VIA LESSICALE (accesso diretto) PAROLA SCRITTA ANALISI VISIVA GLOBALE MAGAZZINO LESSICALE ORTOGRAFIZZATO SIGNIFICATO * * Se incongruo si ritorna ad analisi visiva, se congruo sollecita immagine anticipatoria che aiuta analisi visiva successiva, l’accesso al magazzino ortografizzato e l’accesso al significato
  • 62. MODELLO DI LETTURA A DUE VIE Analisi visiva Lessico di entrata visivo (a) Sistema semantico (b) Lessico di uscita fonologico (c) Buffer fonemico PAROLA SCRITTA PAROLA LETTA Conversione scritto-suono (d) a-b-c via lessicale d via fonologica
  • 63.
  • 64.
  • 65. Tempi di lettura di parole 1,69 2,18 2,62 3,2 3,94 4,44 4,65 0,33 0,62 0,81 1,2 1,41 1,88 2,14 0 1 2 3 4 5 2^ El. 3^ El. 4^ El. 5^ El. I M. II M. III M. normali dislessiciSill./sec
  • 66. 0 0,05 0,1 0,15 0,2 0,25 0,3 0,35 0,4 0,45 0,5 2^ el. 3^ el. 4^ el. 5^el. 1^ Med. 2^ Med. 3^ Med. dislessici normali Andamento nel tempo degli errori nella lettura di parole
  • 68.
  • 69. La lettura è un processo che ha come finalità la comprensione del significato di un testo scritto
  • 70. La comprensione del testo scritto si realizza quando il soggetto riesce a : • Ricostruire nella sua mente una rappresentazione o un insieme di rappresentazioni analoghe a quelle pensate dall’autore del testo; • A mettere in relazione le nuove informazioni con le sue conoscenze generali preesistenti.
  • 71. Necessita di una elaborazione precisa dell’informazione a livello percettivo,grammaticale, sintattico e semantico (relazione molto forte tra capacità di comprendere linguaggio scritto e orale) E’ un attività di problem solving : il lettore avanza ipotesi che sono da verificare Le informazioni che arrivano dai singoli livelli di elaborazione concorrono alla costruzione del significato e aiutano il soggetto a fare ipotesi sul significato Decodifica e comprensione sono solo parzialmente correlate
  • 72. Ai fini della comprensione del testo risultano determinanti le conoscenze pre-esistenti del lettore Fondamentale SCHEMA
  • 73. SCHEMA ( Bartlett 1932 ) “… Ciò che viene conservato dell’esperienza vissuta non è una riproduzione accurata ma uno schema generale o forma ..” Molti studiosi concordano nel ritenere che nella mente umana esistano strutture astratte di conoscenze ( scripts, frames o schemi) determinanti per la comprensione. Il termine struttura indica che le conoscenze sono organizzate e in relazione tra loro
  • 74.
  • 75. MODALITA’ CHE POSSONO FAVORIRE LA COMPRENSIONE - * Costruire una base prima di affrontare la lettura - * Creare interesse e sviluppare concetti inerenti ad oggetti reali e concreti - * Sviluppare il vocabolario entro un determinato contesto - * Alla lettura deve seguire discussione sul tema trattato o attinenti - * Usare l’esperienza di lettura per attività esplorative
  • 76. * Formare gruppi di interesse che facilitino relazioni fra bambini - * Usare fonti e mezzi di comunicazione differenziati - * Favorire “tutoring” fra bambini - * Promuovere il pensiero “divergente” - * Identificare occasioni che favoriscono la comprensione all’ interno delle diverse aree curricolari
  • 77.
  • 78. SCRITTURA (dettato) INPUT ACUSTICO ANALISI FONEMICA INPUT LESSICALE ANALISI FONOLOGICA CONVERSIONE FONEMA GRAFEMA SCELTA ALLOGRAFO PAROLA SCRITTA CONFRONTO MAGAZZINO LESSICALE BUFFER FONOLOGICO BUFFER GRAFEMICO
  • 79. Modello evolutivo stadiale ( U.Frith 1985) Stadio logografico Stadio alfabetico Stadio ortografico Stadio lessicale
  • 80. STADI DI APPRENDIMENTO DELLA LETTO SCRITTURA LETTURA SCRITTURA Legge parole in modo globale STADIO LOGOGRAFICO Scrittura globale di parole Si iniziano ad applicare regole di conversione fonema/grafema STADIO ALFABETICO Applicazione di regole di conversione fonema/grafema Si sviluppano nuove associazioni con parti più complesse (suffissi,morfemi, sillabe, ecc.) STADIO ORTOGRAFICO Regole di conversione fonema/grafema per gruppi di lettere Le parole vengono lette senza bisogno di trasformazioni parziali STADIO LESSICALE Scrittura globale della parola
  • 81. Stadio logografico (lettura) Il bambino riconosce le parole come configurazioni visive sulla base della loro forma globale. nutella vs nutella
  • 82. Stadio logografico (scrittura) •Disegni •Pseudoscrittura •Segni senza valore fonemico convenzionale Di fatto non vi è alcuna relazione tra fonologia e rappresentazione grafemica
  • 83. Stadio alfabetico Compaiono le prime associazioni tra il simbolo grafico e il fonema. Il bambino impara a scomporre le parole in parti più piccole ( sillabe o fonemi ). Iniziano le prime operazioni di analisi e sintesi fonologica. /c//o//c//c//o//l//a//t//a/ cocolata
  • 84. Stadio alfabetico •Corrispondenza tra fonema-grafema e grafema- fonema /a/ A – a - a - a •Riproduzione di parole con struttura semplice C.V.C.V es: toro •Riproduzione di parole con struttura sillabica più complessa C.V.C.C.V ponte C.C.V.C.V treno
  • 85. Stadio ortografico Il bambino scopre che le regole di trasformazione possono interessare gruppi di lettere. ran’o ragno
  • 86. Stadio ortografico • Alcuni fonemi devono essere rappresentati graficamente con digrammi • In alcuni casi non c’è corrispondenza biunivoca tra fonema e grafema (cu/qu/cqu) • Alcuni grafemi hanno una decodifica diversa a seconda del segno che li segue (c,g)
  • 87. Stadio ortografico Il bambino riproduce stringhe omofone che rappresentano elementi lessicali distinti L’ orso lorso Errato per l’ortografia, ma compatibile per la fonologia
  • 88. Stadio ortografico Il passaggio dallo stadi alfabetico a quello ortografico corrisponde all’acquisizione dei una nuova competenza che consente di rendere più “economico” il processo di scrittura in quanto: • si modifica il processamento dell’informazione •l’automatizzazione riduce e/o elimina l’impegno della memoria
  • 89. Stadio lessicale Consente di disambiguare stringhe sonore foneticamente uguali ma lessicalmente diverse L’ago Lago
  • 90. Teoria linguistica del bambino E’ l’insieme di idee e regole sulla lingua orale e scritta che ricava dalle sue esperienze ed osservazioni Libri per bambini, giornali, scritte pubblicitarie, insegne diventano occasione per riflettere e fare classificazioni che possono essere considerate le prime esperienze di conoscenza del linguaggio scritto
  • 91. scarabocchi pseudolettere lettere Ricerca di G.Stella (1988) Dati elaborati su un totale di 5300 parole raccolte nelle scuole dell’infanzia del comune di Modena
  • 92. Inoltre i bambini … • Non attribuiscono il valore di lettere agli ideogrammi o a lettere che compaiono in altre lingue • Distinguono nettamente i numeri dalle lettere • Danno giudizi di leggibilità in base ad un numero minimo di lettere a alla variabilità interna
  • 93. E’ importante anche tenere presente che il bambino alla presenza di configurazioni particolari e in contesti precisi va alla ricerca del significato che è il nucleo centrale di qualsiasi atto di lettura
  • 94. La teoria linguistica di ogni bambino può essere scoperta attraverso l’analisi dei suoi atti di scrittura spontanea e delle sue ipotesi di lettura Gli elementi di coerenza, gli errori e le stranezze che vi si ritrovano ci consentono di ricostruire molto precocemente le sue idee sul funzionamento della lingua
  • 95. Lo sviluppo della Teoria Linguistica dei bambini dipende molto dalle esperienze, dalle occasioni che vengono loro offerte . E’ molto importante dare ai bambini la possibilità di esprimere il loro pensiero e di scambiare opinioni ed ipotesi sia con gli adulti che con i loro compagni
  • 96. Le teorie linguistiche dei bambini sono • Molto diverse l’una dall’altra • Molto instabili Possono essere indagate mediante una prova di scrittura spontanea
  • 97. SCRITTURA SPONTANEA Le parole vengono pronunciate senza alcuna segmentazione né sillabica né fonetica e il bambino deve scrivere , ovvero riprodurre graficamente la parola
  • 98. Per eliminare problemi di memoria di lavoro la prova si scrittura spontanea può essere effettuato con il supporto di: •Disegno libero •Immagini proposte dall’insegnante
  • 99. Criteri per valutare la scrittura spontanea • Parole lunghe Vs parole corte • Lunghezza della parola deve avere una relazione anche con immagine (es: treno è una parola corta che rappresenta un oggetto lungo) • Utilizzare anche una frase che contenga una delle parole o immagini utilizzate ( costanza nella rappresentazione grafica )
  • 100. La prova di scrittura spontanea può essere valutata sulla base di due parametri: • Parametro costruttivo a) tipo di segno (aste,cerchietti,lettere) b) verifica del valore sonoro convenzionale • Parametro esecutivo a) direzionalità b) orientamento delle lettere c) utilizzo spazio-foglio d) adeguatezza del segno grafico ( sicuro-incerto) e) carattere utilizzato
  • 101. Le difficoltà costruttive derivano dalla mancanza di una teoria linguistica adeguata per cui si riscontrano: a) Una costruzione poco evoluta • Parole scritte con un solo segno • Identica sequenza di lettere per parole diverse • Scarabocchi informi b) Difficoltà a modificare proprie idee sulla lingua nonostante gli stimoli •Problemi a ritrovare i vari suoni all’interno della parola e a controllarli nell’ autodettato
  • 102. Sulla base del parametro costruttivo la scrittura di distingue in: Preconvenzionale Convenzionale
  • 103. SCRITTURA PRECONVENZIONALE Scrittura spontanea del bambino dove non si trovano grafemi corrispondenti al valore sonoro convenzionale delle parole richieste
  • 104.
  • 105.
  • 106.
  • 107. Scrittura convenzionale a) Sillabica Ad ogni sillaba corrisponde una sola lettera con valore sonoro convenzionale
  • 108.
  • 109. b) Sillabico-alfabetica Le lettere con valore sonoro convenzionale rappresentano un numero di suoni superiore a quello delle sillabe, ma non ancora tutti i suoni della parola
  • 110.
  • 111. c) Alfabetica Il bambino rappresenta correttamente tutti i suoni delle parole
  • 112. Gli elementi di cambiamento • La stabilità nel numero di lettere scritte • Il rapporto con le lettere del proprio nome • La diversificazione tra le parole • La comparsa dell’ iniziale della parola che dimostra l’avvio di un’analisi fonologica E’ importante la frequenza delle opportunità di lavorare sulla scrittura spontanea
  • 113. Che fare? •Attività metafonologiche e/o di analisi fonologica (laboratorio attività meta-fonologiche) •Porsi come obiettivo il raggiungimento della stabilità nella rappresentazione della parola ( proporre parole note, nomi propri, universo linguistico stabile) •Frase bloccata •Favorire l’ autonomia nella verifica perché aiuta a sviluppare la capacità di ricerca del significato
  • 114. Le difficoltà esecutive sono determinate da : a) Problemi di lateralizzazione e/o coordinazione oculo-motoria • Difficoltà di organizzazione spaziale • Incertezze nelle sequenze e nella direzionalità • Difficoltà di orientamento spaziale b) Difficoltà nell’automatizzare il sistema fonografico ( rapporto suono-segno)
  • 115. Che fare? •Attività di tipo psicomotorio •Esercizi carta-matita ( Frostig etc.) •Utilizzare stampato maiuscolo partendo da un numero ristretto di parole formate da stessi fonemi ( ramo-mare-moto-toro etc.)
  • 116.
  • 117.
  • 118.
  • 119.
  • 120.
  • 121.
  • 122. Classificazione degli errori ortografici ( Tressoldi – Cornoldi mod.) 1- scambio grafemi (folpe Vs. volpe) 2- omissione o aggiunta lettere/sillabe (taolo Vs.tavolo) 3- inversioni ( li Vs, il ) 1- separazioni o fusioni illegali (in sieme Vs. insieme / perla Vs.per la ) 2-scambio grafema omofono ( squola Vs. scuola) 3 -Omissione aggiunta di h 4- grafema inesatto (pese Vs. pesce) Raddoppiamenti Accenti Fonologici ( problemi nella fase alfabetica) Non fonologici ( problemi nella fase ortografica o lessicale)
  • 123.
  • 124. Gli elementi che concorrono a definire la qualità di un testo sono di difficile quantificazione tuttavia si cerca di valutare alcuni aspetti : • L’ adeguatezza della comunicazione • L’ organizzazione e presentazione del contenuto • La grammatica • Il lessico
  • 125.
  • 126. Difficoltà nel recupero di pattern grafo-motori che permettono la rappresentazione delle diverse forme grafemiche. Efficienza neuro-motoria Efficienza oculo-motoria Calligrafia
  • 127.
  • 128. INCIDENZA DISCALCULIA EVOLUTIVA     Disturbo Specifico di Calcolo 0,2 % Difficoltà in matematica 20%
  • 129.   Caratteristiche della Discalculia Evolutiva (DSM IV,ICD10)    Incapacità a comprendere i concetti di base di particolari operazioni aritmetiche    Mancanza di comprensione dei termini o dei segni matematici   Mancato riconoscimento dei simboli numerici  Difficoltà di comprendere quali dati sono pertinenti nei problemi aritmetici   e ancora ...
  • 130.  Difficoltà ad allineare correttamente i numeri • Scorretta organizzazione spaziale dei calcoli • Incapacità di apprendere le tabelline
  • 132. “Operare” correttamente sui numeri comporta alcune capacità : Riconoscerli in base al codice con cui sono espressi Arabico 8 Linguistico “otto” Grafico otto
  • 133. I numeri devono essere “cognitivamente manipolati” attraverso meccanismi Lessicali Sintattici Elaborano le singole cifre contenute nel numero Es: leggere scrivere,dire, rappresentarsi 4 invece di 7 Elaborano i rapporti tra le cifre che costituiscono il numero stesso
  • 134. Principali errori di tipo sintattico • Errori nel conteggio orale prima che venga interiorizzata la sequenza numerica ( Es: 1,2,6,10..) • Mancato riconoscimento del valore posizionale delle cifre (Es: “duecentocinquantasette” 210057) • Mancato riconoscimento del valore posizionale dello 0 ( Es: “duemilacinque” 2.5) Possiamo definirli errori di transcodificazione
  • 135. Errori nel sistema del calcolo • Errori nel recupero dei fatti aritmetici • Errori nel mantenimento e recupero delle procedure • Errori nell’applicazione delle procedure • Difficoltà visuo-spaziali A monte possono esserci difficoltà nella comprensione semantica dei segni delle operazioni
  • 136.
  • 137. Protocollo Diagnostico La segnalazione La raccolta anamnestica La valutazione clinica L’interpretazione dei risultati Altri esami Formulazione della diagnosi Indicazioni di intervento
  • 138. La segnalazione  Quando arriva ? (range molto ampio – effetti diversi)  Chi la effettua ? (scuola – famiglia – pediatra?)  Cosa viene segnalato: - difficoltà nello svolgimento quotidiano dei compiti (lentezza, svogliatezza, mancanza di concentrazione) - disturbi della sfera emotivo/motivazionale (apatia, disturbi psicosomatici e comportamentali) - incongruenza tra capacità percepite (nella norma) e rendimento scolastico (scarso)
  • 139. La raccolta anamnestica  Presenza di familiarità per il disturbo - disturbi analoghi nei genitori, fratelli, altri parenti - livello scolastico di genitori e fratelli  Principali tappe dello sviluppo linguistico  Storia scolastica del bambino  Percezione ( e descrizione) del problema attuale Cosa è importante rilevare:
  • 140. La valutazione clinica • Osservazioni informali - osservazione generale del comportamento (autonomia,capacità relazionali e adattive) - osservazione degli elaborati scolastici • Colloqui - sulla percezione del problema e i relativi vissuti • Valutazione psicometrica e neuropsicologica - somministrazione di test
  • 141. Valutazione psicometrica • Test di intelligenza (WISC-III, PM47, ecc.) • Prove standardizzate di lettura • - lettura di parole (prova 4 – Batteria Sartori e al., 1995) • - lettura di non-parole (prova 5 – Batteria Sartori e al., 1995) • - lettura di un testo (prove MT – velocità e correttezza) • - lettura di un testo (prove MT – comprensione) • Prove standardizzate di scrittura (Tressoldi-Cornoldi) • Prove di calcolo ( ACMT ,ABCA)
  • 142. Formulazione della diagnosi Considerata l’elevata eterogeneità dei profili di sviluppo individuali, una diagnosi vera e propria non dovrebbe essere effettuata prima della 2^ elementare. E’ possibile formulare una ragionevole ipotesi funzionale già durante le prime fasi del processo di apprendimento quando, oltre al ritardo negli apprendimenti, è presente un deficit severo delle abilità “meta-fonologiche” in un pregresso ritardo del linguaggio e una familiarità per il disturbo  
  • 143. Tipologie di intervento  Preventivi  Riabilitativi  Compensativi La tipologia dell’intervento varia in relazione all’eterogeneità dei profili funzionali e di sviluppo. Di conseguenza gli interventi possono essere:  
  • 144. Interventi preventivi Sono tutti quegli interventi mirati ad una identificazione precoce del disturbo e, in generale, ad un rafforzamento delle abilità (soprattutto meta-fonologiche) necessarie all’acquisizione della lingua scritta e ad un suo uso efficiente
  • 145. IDENTIFICAZIONE PRECOCE Essa può avvenire durante il processo di acquisizione della letto-scrittura nel primo anno della scuola elementare. Sarebbe importante che essa avvenisse già in età pre-scolare nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia.Prima di questa età si ha un alto numero di “falsi positivi”, a causa dell’ancora elevata eterogeneità dei profili individuali di sviluppo
  • 146. Essa può essere svolta come attività di screening:  nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia o all’inizio della scolarità elementare  su bambini “a rischio” (soggetti con pregresso ritardo del linguaggio o con una familiarità accertata per il disturbo)
  • 147. VANTAGGI • Consente un lavoro mirato e tempestivo sui pre-requisiti dell’apprendimento della “letto-scrittura” facilitando l’acquisizione e l’uso del codice alfabetico • Contribuisce a prevenire l’insuccesso scolastico • Può evitare la catena di eventi negativi (colpevolizzazioni che coinvolgono sia il bambino che la famiglia) provocati dal disturbo • Previene l’insorgere di problematiche psicopatologiche
  • 148. Interventi ri - abilitativi Sono tutti quegli interventi che si indirizzano in senso stretto ad un recupero delle abilità di letto-scrittura attraverso cicli di interventi ed esercitazioni mirate e specifiche
  • 149. Obiettivi della ri - abilitazione La ri-abilitazione della Dislessia Evolutiva si pone obiettivi diversi, in relazione alle diverse fasi di acquisizione dell’abilità di lettura e alla conseguente modificazione nell’espressione del disturbo: 1. La costruzione dell’abilità 2. L’automatizzazione dell’abilità 3. Sviluppo di strategie “top-down”
  • 150. Interventi Compensativi Sono tutti quegli interventi che si attuano in fasi più avanzate del percorso scolastico (scuola media e oltre), nelle situazioni in cui il disturbo è ormai poco modificabile, e diventa pertanto necessario individuare le modalità più efficaci per “vicariare” deteminate abilità.