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Bisogni e costi delle
persone con lesione
   midollare e dei
 nuclei familiari di
    riferimento
     if i     t

      Luigi Reale

 Roma,
 Roma 10 Dicembre 2009
Il perché dello studio?
Ad oggi non esisteva in Italia una ricerca estesa all’intero
territorio nazionale volta a far luce:

• sui bisogni sanitari e sociali “soddisfatti e non soddisfatti
  “delle persone con questa disabilità
   delle

• sui costi (tangibili e intangibili) a carico del nucleo
            ( g               g )
  familiare

• identificare buone pratiche da diffondere per migliorare la
  qualità della vita delle persone con lesione midollare e dei
  loro familiari.
Impianto metodologico (1/2)
FASE PREMILINARE

• Consultazioni con degli opinion leader del settore per meglio inquadrare
  gli obiettivi della ricerca definire il campionamento e i criteri di inclusione
                      ricerca,

• Costruzione degli strumenti di indagine (questionario e check-list) da
  utilizzare nel corso del lavoro sul campo

LA POPOLAZIONE OGGETTO DELLO STUDIO
Desiderata:
D id t 250 t persone con l i
            tra          lesione midollare e caregiver
                                  id ll           i

Criteri di inclusione:
      • PLM dimesse o in fase avanzata di ricovero
      • Rappresentatività minima del 25% del Nord, Centro, Sud
      • Contesto urbano (>100.000 abitanti) vs. extraurbano
      • Proporzione di genere (almeno 20% di genere femminile)
Impianto metodologico (2/2)
ANALISI FIELD

• Indagine estensiva quantitativa attraverso due questionari ad hoc
  semi-strutturati, uno rivolto alle P
      i t tt ti          i lt ll Persone con L i
                                             Lesione Mid ll
                                                     Midollare e uno ai
                                                                      i
  caregiver

 Modalità
 M d lità di somministrazione:
                 i i t i
     • in presenza
     • collaborazione di personale di Unità Spinale
     • via web

• Analisi qualitativa tramite focus group in 6 Unità Spinali (CTO Alesini
  di Roma, Niguarda di Milano, “M.Adelaide” di Torino, Careggi di Firenze,
  Negrar di Verona, “Massimo Tarantelli” di Perugia)
Il ritratto d ll persona
    it tt della
 con Lesione midollare
La provenienza

 218 Persone con lesione
     midollare




 • Numero di Unità Spinali
   inadeguato ai bisogni
   assistenziali delle persone
   con lesione midollare

 • Difficoltà nel raggiungere le
   persone del Sud Italia
Le persone disabili incluse nello studio
213 persone
70% uomini e 30 % donne


       Età media:        42,98
       Età mediana: 43                  Età minima      12
       Età moda:         37             Età max.        78


                Età in cui si è subita la lesione
 <18    19 25
        19-25   26 30 31 35 36 40 41 45
                26-30 31-35 36-40 41-45              46 50
                                                     46-50 51 oltre
 29%    24%        19%        8%   3%       6%        6%     5%
Eziologia delle PLM incluse nello studio
   76% disabilità di origine traumatica
   24% disabilità di origine non traumatica

Origine traumatica
Incidente auto-moto 74 (41%)     (41 % M 41% F)
                                       M,
Sport                26 (14%)    (19% M, 4% F)
Incidente sul lavoro 21 (12%)    (15% M, 4% F)
Incidente pedone      3 ( 2%)    (3% M, 0% F)
Altro                13 ( 7%))   (
                                 (6% M, 8% F)
                                        ,     )
Origine non traumatica
Patologia            38 (21%)    (14% M, 39% F)
Post operatorio      15 ( 3%)    (2% M, 4% F)
Lesione alla colonna
Le i i li
L principali conseguenze

Le lesioni midollari a seconda se sono complete o
incomplete hanno delle ripercussioni sulla
capacità di movimento, la sensibilità, Il controllo
della vescica e dell’intestino, la respirazione, la
temperatura,
temperatura la funzione sessuale
                           sessuale.

Paraplegia: in caso di lesione localizzata nel tratto
dorsale o lombare.

tetraplegia : in caso di lesione del tratto cervicale
del midollo spinale
             p


     65% sono paraplegici
     35% sono t t
              tetraplegici
                    l i i
Il ritratto d l caregiver
    it tt del       gi
L’identikit del caregiver
Su 63 adesioni all’intervista, il 70% del caregiver (ovvero
del “donatore di cura”) è donna.
                      )

L’età media della popolazione è di 45 anni valore inferiore
rispetto ad altri studi sul caregiving che la identificano
intorno ai 55.

Possibile interpretazione:
la lesione midollare colpisce per l’80% persone in un età
                                  l 80%
compresa tra i 18 e i 40 anni, quindi è molto frequente il
caregiving genitoriale.
I caregiver inclusi nello studio
63   persone            Età media:     44,9
                        Età mediana:   46
30% uomini
                        Età moda:      50
70 % donne              Età minima     20
                        Età max.       70
Il viaggio d ll persona
    i ggi della
 con Lesione midollare
Le fasi della cura e dell’assistenza a una persona
 con trauma da con lesione midollare

Accesso in USU


        Ricovero

            Weekend pre
             dimissione

                     Dimissione
                   rientro a casa

                                    Casa   Follow up   Inclusione
                                           sanitario     sociale
Viaggi in strutture di transizione
aspettando il posto letto nel centro esperto

   N.
            Totale   Nord   Centro   Sud
Strutture
    1       71%      73%     71%     70%

    2       23%      27%     29%     17%

    3        4%                      9%

 Più di 3    2%                      4%
Il Sud attende di più del Centro e del
Nord un posto letto in Unità spinale
          p                    p
Le dimissioni dall’Unità Spinale
Il “ritorno a casa”, nella propria abitazione e nel tessuto sociale di
riferimento rappresenta un momento estremamente delicato.
Si lascia dopo molti mesi un luogo “protetto” come l’Unità
Spinale, dove ci si sente sicuri dal punto di vista clinico-
assistenziale.
    i t   i l


Esperienza positiva quella dei week end a casa oppure dei
                               week-end
periodi di transizione negli appartamenti pre-dimissione.


  - grandi agglomerati urbani socialmente deboli
  - la lesione midollare nelle persone straniere
C’è stato un contatto con il medico di famiglia
fin dalla permanenza in Unità Spinale?
In caso di bisogno sanitario si rivolge al medico
di famiglia?
I servizi sociali o disponibili o conosciuti da
p
poco più della metà della popolazione
      p                     p p
intervistata...
La psicologia come fonte d’aiuto
Il 53% ha avuto contatti con lo psicologo all’interno dell’Unità
Spinale e il 73% non ritiene di aver bisogno di un supporto
psicologico una volta tornato al proprio domicilio.
                                          domicilio


Le risposte differiscono molto a seconda dell’età in cui si è
                                            dell età
verificata la lesione: i giovani tendenzialmente apprezzano di più
il lavoro psicologico che viene svolto in Unità Spinale rispetto a
persone di età avanzata che si di
               tà         t h i dimostrano un po’ diffid ti
                                        t            ’ diffidenti.


Ci sono state tuttavia testimonianze di persone che vivono da più
di venti anni con una lesione midollare che in passato non hanno
usufruito di un supporto psicologico di nessun tipo e che
avrebbero desiderato averlo.
Il tessuto sociale una volta tornati a casa
Stato di convivenza o “singletudine”
delle persone con lesione midollare
    “Mio fratello è un adulto single senza genitori, senza
    moglie né figli. Se in Italia c’è poco per le famiglie
                figli              cè
     figuriamoci per un single. Io sono la sorella e ho la fortuna
     di avere una libera professione che riesco a gestire, per il
     momento, accantonando degli i
             t          t     d d li impegni, ma l’ i
                                                 i    l’unica
     soluzione che mi si prospetta per il futuro sarà quella di
     far formare una badante. Ma quando q
                                       q        questa andrà via
     cosa succederà? Sarà necessario formare un’altra
     persona? Anche i single hanno questi problemi. La
     badante
     b d t non è una sempre una b          buona soluzione.
                                                    l i
     Bisognerebbe pensare a degli alloggi con dei servizi
     centralizzati, più familiari. In Italia siamo ancora lontani da
                     p
     una proposta del genere”.
I cambiamenti di relazioni
Lieve diminuzione dei rapporti di coppia che significa che
alcune relazioni durante “il cataclisma” riescono a stare
assieme anzi a uscire rafforzate
                         ff

L coppie “solide” i genitori con i fi li e i fi li con i genitori.
Le    i “ lid ”        it i        figli     figli          it i

Il 75% delle persone disabili tra i 41 e i 50 anni vive ancora
con i genitori.


Gli amici e i parenti invece rappresentano relazioni
“impermanenti” e a rischio.
Quali sono le principali preoccupazioni di una
 persona con lesione midollare?




Quando le case sono prive di barriere architettoniche la
p
preoccupazione di rimanere a casa da soli assume un dimensione
        p
meno rilevante.
La nuova gestione del tempo del caregiver: tempo
donato o tempo sottratto?
            p
do
                   lo
                        ri
                           i   m
                 M              us
                  al              co               m
                                     li               al
                        di              e




                                                                              0%
                                                                                   10%
                                                                                         20%
                                                                                               30%
                                                                                                     40%
                                                                                                           50%
                                                                                                                 60%
                                                                                                                       70%
                                                                                                                             80%
                           st             al                di                                                                     90%
                              om             le                te
                                                                   st
                                  ac              ar
                                                     tic               a
                                      o,                  ol
                                         co                  az
                                             lic                 io
                                                 he                  ni
                                      Au              in
                                          m                te
                                                              st
                                             en                 in
                                                  to                al
                                                                        i
                                                      pr
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No
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Sì, un po'
                                             rd                on
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                                                      di
                                          Al               ap
                                                                                                                                         Come sta il caregiver?




                                              tri              pe




Sì, molto
                                                                    tit
                                  An
                                      sia
                                                   di
                                                     st                o
                           Tr             ,p             ur
                              is                             bi
                                te            re                 fis
                                   zz             oc                 ic
                                      a,              cu                  i
                                         vo                pa
                            Pa                                 zi
                                             gl                   on
                                ur
                                  a             ia
Sì, moltissimo
                                     (d              di                e
                                        iq               pi
                                           ua                an
                                                ls               ge
                                                   ia                 re
                                                      si
                                                           na
                                                               tu
                                                                   ra
                                                                      )
Studio e lavoro prima e dopo la lesione
midollare
  id ll
La realizzazione professionale (1/2)
La realizzazione professionale (2/2)




“L’azienda non appena sa che sei un disabile in carrozzina
 L azienda
preferisce non assumerti perché non ha gli spazi tutti accessibili.
Le conviene più pagare una penale che ha un peso irrisorio per
le loro casse”.
L’INAIL, una fonte di sussistenza

Tra coloro che ricevono un pensionamento INAIL, la
maggior parte decide di uscire dal mondo del lavoro
    gg      p
per non rinunciare o vedere ridotto il contributo mensile che
riceve, sia per sostentamento economico, ma anche
perché vive questo contributo finanziario come un
“risarcimento”, un atto di “giustizia” a fronte di un
evento ingiusto.
             g
Ma c’è anche una minoranza che vive il sostegno INAIL
come una grande possibilità per avere tempo e
tranquillità economica e potersi dedicare allo sviluppo
t       illità        i      t    i d di        ll   il
di passioni e interessi anche imprenditoriali
Un caso di buona pratica: responsabilità
 sociale d’impresa
         d impresa

“Lavoro in un’azienda farmaceutica L’azienda è stata nei miei
 Lavoro un azienda farmaceutica. L azienda
confronti meravigliosa, l’Amministratore Delegato viene una
volta a settimana a trovarmi in Unità Spinale, mi ha detto che
                                       p     ,
posso continuare nella crescita professionale di carriera.
Hanno sostenuto le spese per il soggiorno dei miei
familiari durante il mio ricovero.
Sono stati profondamente umani e chiari nei termini di
discussione del mio futuro contratto .
                              contratto”
I caregiver e il lavoro

Tipologia di cambiamento                                        %

Riesce a mantenere gli stessi ritmi di lavoro.                  30%
Ha dovuto sospendere la propria attività.                       20%
Ha richiesto ferie e permessi speciali
                     p           p                              30%
Si è messo in aspettativa                                        3%
Ha diminuito sensibilmente l’attività                            7%
Ha dovuto cercare sostituti                                      3%
Ha modificato il contratto di lavoro da full time a part time    7%
L’interruzione e la sospensione degli studi

                           TOTALE
                                    <18   19-25   26-30   >30
                           VA   %

Ha rinunciato agli studi   67   48% 41%   48%     28%     35%

Ha sospeso
temporaneamente gli        17   12% 29%   11%     16%     3%
studi
 t di

Non ha rinunciato          53   40% 30%   41%     56%     62%
Trasloco o trasformazione della casa

Il 40% delle persone ha dovuto traslocare dalla casa in cui
viveva al momento della lesione.


Ora,
Ora il 55% delle 135 persone con lesione midollare
rispondenti ha dichiarato che la propria abitazione presenta
barriere architettoniche.


Il 52% vive in un condominio mentre il restante 48% in una
casa autonoma.
Le modifiche all’abitazione
                                                   61%         Letto
                                                   12%         Tavolo
                                                   11%      Arredo vario
                                                   8%       Attrezzi per
                                                                     p
                                                              lo sport
                                                   8%          Porte




Un ruolo fondamentale è ricoperto dalle Associazioni che in alcune realtà
italiane mettono a disposizione gratis personale esperto (architetto,
g
geometra ecc.) sulle esigenze abitative dei disabili che esegue
               )        g                                   g
consulenze e sopralluoghi.
La vivibilità e la viabilità dell’ambiente:
usa i mezzi pubblici?
La vivibilità e la viabilità dell’ambiente:
usa i mezzi pubblici?

“Un giorno esco di casa p p
    g                   per prendere l’autobus. L’autista non voleva
farmi salire con la pedana. Dopo essermi fatto sentire, mi è venuto
incontro e ho capito che la sua difficoltà nasceva dal fatto che non
sapeva far funzionare la pedana Ha chiamato in sede per chiedere
                            pedana.
come attivare il meccanismo e dopo vari tentativi tra il malumore
degli altri passeggeri è riuscito a farlo funzionare. Dopo qualche
mese,
mese tutti gli autisti dei pullman presenti sui tragitti che frequento di
solito sapevano far funzionare la pedana”.

Il 75% delle 171 persone con lesione midollare
rispondenti ha la patente di guida.
La disponibilità del parcheggio
La disponibilità del parcheggio
Spese sanitarie mensili non coperte dal
servizio sanitario
Il caregiving a pagamento...
  Spesa mensile    Badante   Infermiere   Fisioterapista   Altro

Meno di 300 euro
                     9%        47%            53%           42%
300-500 euro        17%        20%            11%           8%

501-800 euro        20%         7%             8%           4%

801-1000 euro       24%         0%             6%           0%

Oltre 1000 euro     17%         0%             0%           4%

Aiuti familiari      4%         0%             0%           0%

Nessuno              9%        26%            22%           42%

TOTALE              100%       100%           100%         100%

Media              829,65       200          281,03        300,64

Mediana
M di                770,5
                    770 5       125            200          147
Il costo totale della condizione da
disabilità da lesione midollare

La media dei costi diretti a carico del nucleo familiare di
una persona con lesione midollare si aggira intorno ai
26.900 euro per il primo anno dalla lesione, cifra che
prende in considerazione i costi sostenuti per le modifiche
dell’abitazione, le spese sanitarie e le visite specialistiche
non rimborsate, l’assistenza e i viaggi verso la struttura di
     rimborsate l assistenza
ricovero.

Questa stima scende intorno a 14.700 euro negli anni
successivi.
Un possibile modello di mancato
guadagno del nucleo familiare

              Reddito medio          Riduzione del 50                      Riduzione del
             Annuo lordo 2008*        % delle attività                   25% delle attività

 Operaio
 O    i                  21626                            10813                             5406,5
                                                                                            5406 5

 Impiegato               25679                         12839,5                            6419,75

  Quadro                 51018                            25509                           12754,5

 Dirigente              103424                            51712                              25856

                                 Fonte: 10 rapporto sulle retribuzioni in Italia, ODM Job 24, Sole 24 Ore
Che fare sul versante sanitario?
Sui posti letto in Unità Spinale: e’ la disparità tra le
due Italie che dovrà essere affrontata attraverso i
Livelli Essenziali di A i t
Li lli E      i li Assistenza, all’interno d ll
                                    ll’i t  della
Conferenza Stato Regioni, in modo da allocare risorse
opportune per costruire le Unità Spinali nel meridione,
                                              meridione
controllandone poi l’effettiva realizzazione.

Il medico di “famiglia” deve sapere che in caso di
incidente da lesione midollare avrà la responsabilità
                                          p
di essere proattivo e di tutelare soprattutto l’intera
famiglia nella nuova condizione sopraggiunta.
Che fare per le professioni d’aiuto?
Si potrebbero formare assistenti sociali, psicologi,
counselor e professionisti dell’aiuto che conoscano
               p
meglio i veri bisogni della persona midollare per
guadagnarsi stima e credibilità autentica, poiché il solo ruolo
di tecnico, in questa circostanza così forte non è affatto
   tecnico                             forte,
condizione sufficiente per tessere legami di fiducia con le
persone disabili.
Che fare per la famiglia?
Si potrebbe sopperire con figure di “badantato
professionalizzato”, formato nelle unità spinali e nei centri
esperti

Si potrebbero dare voucher alla famiglia (in alcune
Regioni si sta diffondendo il voucher per il badantato, vedi
Regione Lombardia)
   g                 )

Si potrebbero aiutare concretamente le famiglie rispetto
alla ricerca o adattamento di un’abitazione e rendere più
conveniente per un proprietario attraverso un voucher
affittare un appartamento ad una persona disabile.
                                            disabile
Che fare per potenziare la scuola?
Premiare gli insegnanti proattivi che portano
l’insegnamento fino in ospedale, nelle unità spinali dove
       g                   p                     p
sono ricoverati i giovani e nel frattempo si attivano per
mettere la scuola a norma (quando non lo è) e preparano
la classe
    classe.

Potenziare la scuola in ospedale per bambini e
adolescenti, l’uso di Internet delle nuove tecnologie come
mezzo di istruzione, quindi gli ospedali e i centri di
riabilitazione WI-FI, potrebbero essere un f fattore che
previene il rischio di interruzione scolastica.
Che fare per il lavoro?
Aumentare la penale in caso di non assunzione della
p
persona disabile

Sostenere le aziende nell’abbattimento delle barriere
architettoniche

Rendere più efficaci e efficienti attraverso una
R d        iù ffi      i    ffi i ti tt
formazione mirata i centri di ascolto e orientamento dei
disabili verso il lavoro in modo che possano trovare
occupazioni gratificanti e valorizzanti.
Che fare per la città e l’ambiente?

Le politiche urbanistiche dovrebbero potenziare il numero
dei parcheggi dei disabili, verificarne l’appropriatezza
                                        l appropriatezza
attraverso l’identificazione delle generalità del disabile e
della vettura ed essere più severo nelle sanzioni in caso di
occupazione di un posto H non proprio.

E’ possibile i i
       ibil ispirarsi alle città più vivibili al mondo e capire
                    i ll ittà iù i ibili l          d       i
come hanno fatto a aumentare la propria vivibilità
soprattutto in caso di città antiche e d’arte
                                        d arte.
Ma è un paradigma di pensiero diverso
che è necessario
      necessario...

Ci vogliono, nella nostra società dell’immagine, dove “vecchiaia,
                                  dell immagine,       vecchiaia,
disabilità e malattia” evocano l’evitamento da parte delle masse,
nuovo forme educazionali (veri corsi di educazione civica) volti
alla solidarietà.
 ll    lid i tà
Ma oltre la solidarietà, questa la frase lungimirante su cui
riflettere: qual è l’apporto che una persona disabile può darci con
                   l apporto
la sua esperienza?

                “La specie umana ha bisogno di sfide intellettuali.
          Sarebbe noioso essere Dio, e non aver nulla da scoprire”

                                                  Stephen Hawking

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Bisogni e costi delle persone con lesione midollare e dei nuclei famigliari di riferimento

  • 1. Bisogni e costi delle persone con lesione midollare e dei nuclei familiari di riferimento if i t Luigi Reale Roma, Roma 10 Dicembre 2009
  • 2. Il perché dello studio? Ad oggi non esisteva in Italia una ricerca estesa all’intero territorio nazionale volta a far luce: • sui bisogni sanitari e sociali “soddisfatti e non soddisfatti “delle persone con questa disabilità delle • sui costi (tangibili e intangibili) a carico del nucleo ( g g ) familiare • identificare buone pratiche da diffondere per migliorare la qualità della vita delle persone con lesione midollare e dei loro familiari.
  • 3. Impianto metodologico (1/2) FASE PREMILINARE • Consultazioni con degli opinion leader del settore per meglio inquadrare gli obiettivi della ricerca definire il campionamento e i criteri di inclusione ricerca, • Costruzione degli strumenti di indagine (questionario e check-list) da utilizzare nel corso del lavoro sul campo LA POPOLAZIONE OGGETTO DELLO STUDIO Desiderata: D id t 250 t persone con l i tra lesione midollare e caregiver id ll i Criteri di inclusione: • PLM dimesse o in fase avanzata di ricovero • Rappresentatività minima del 25% del Nord, Centro, Sud • Contesto urbano (>100.000 abitanti) vs. extraurbano • Proporzione di genere (almeno 20% di genere femminile)
  • 4. Impianto metodologico (2/2) ANALISI FIELD • Indagine estensiva quantitativa attraverso due questionari ad hoc semi-strutturati, uno rivolto alle P i t tt ti i lt ll Persone con L i Lesione Mid ll Midollare e uno ai i caregiver Modalità M d lità di somministrazione: i i t i • in presenza • collaborazione di personale di Unità Spinale • via web • Analisi qualitativa tramite focus group in 6 Unità Spinali (CTO Alesini di Roma, Niguarda di Milano, “M.Adelaide” di Torino, Careggi di Firenze, Negrar di Verona, “Massimo Tarantelli” di Perugia)
  • 5. Il ritratto d ll persona it tt della con Lesione midollare
  • 6. La provenienza 218 Persone con lesione midollare • Numero di Unità Spinali inadeguato ai bisogni assistenziali delle persone con lesione midollare • Difficoltà nel raggiungere le persone del Sud Italia
  • 7. Le persone disabili incluse nello studio 213 persone 70% uomini e 30 % donne Età media: 42,98 Età mediana: 43 Età minima 12 Età moda: 37 Età max. 78 Età in cui si è subita la lesione <18 19 25 19-25 26 30 31 35 36 40 41 45 26-30 31-35 36-40 41-45 46 50 46-50 51 oltre 29% 24% 19% 8% 3% 6% 6% 5%
  • 8. Eziologia delle PLM incluse nello studio 76% disabilità di origine traumatica 24% disabilità di origine non traumatica Origine traumatica Incidente auto-moto 74 (41%) (41 % M 41% F) M, Sport 26 (14%) (19% M, 4% F) Incidente sul lavoro 21 (12%) (15% M, 4% F) Incidente pedone 3 ( 2%) (3% M, 0% F) Altro 13 ( 7%)) ( (6% M, 8% F) , ) Origine non traumatica Patologia 38 (21%) (14% M, 39% F) Post operatorio 15 ( 3%) (2% M, 4% F)
  • 9. Lesione alla colonna Le i i li L principali conseguenze Le lesioni midollari a seconda se sono complete o incomplete hanno delle ripercussioni sulla capacità di movimento, la sensibilità, Il controllo della vescica e dell’intestino, la respirazione, la temperatura, temperatura la funzione sessuale sessuale. Paraplegia: in caso di lesione localizzata nel tratto dorsale o lombare. tetraplegia : in caso di lesione del tratto cervicale del midollo spinale p 65% sono paraplegici 35% sono t t tetraplegici l i i
  • 10. Il ritratto d l caregiver it tt del gi
  • 11. L’identikit del caregiver Su 63 adesioni all’intervista, il 70% del caregiver (ovvero del “donatore di cura”) è donna. ) L’età media della popolazione è di 45 anni valore inferiore rispetto ad altri studi sul caregiving che la identificano intorno ai 55. Possibile interpretazione: la lesione midollare colpisce per l’80% persone in un età l 80% compresa tra i 18 e i 40 anni, quindi è molto frequente il caregiving genitoriale.
  • 12. I caregiver inclusi nello studio 63 persone Età media: 44,9 Età mediana: 46 30% uomini Età moda: 50 70 % donne Età minima 20 Età max. 70
  • 13. Il viaggio d ll persona i ggi della con Lesione midollare
  • 14. Le fasi della cura e dell’assistenza a una persona con trauma da con lesione midollare Accesso in USU Ricovero Weekend pre dimissione Dimissione rientro a casa Casa Follow up Inclusione sanitario sociale
  • 15. Viaggi in strutture di transizione aspettando il posto letto nel centro esperto N. Totale Nord Centro Sud Strutture 1 71% 73% 71% 70% 2 23% 27% 29% 17% 3 4% 9% Più di 3 2% 4%
  • 16. Il Sud attende di più del Centro e del Nord un posto letto in Unità spinale p p
  • 17. Le dimissioni dall’Unità Spinale Il “ritorno a casa”, nella propria abitazione e nel tessuto sociale di riferimento rappresenta un momento estremamente delicato. Si lascia dopo molti mesi un luogo “protetto” come l’Unità Spinale, dove ci si sente sicuri dal punto di vista clinico- assistenziale. i t i l Esperienza positiva quella dei week end a casa oppure dei week-end periodi di transizione negli appartamenti pre-dimissione. - grandi agglomerati urbani socialmente deboli - la lesione midollare nelle persone straniere
  • 18. C’è stato un contatto con il medico di famiglia fin dalla permanenza in Unità Spinale?
  • 19. In caso di bisogno sanitario si rivolge al medico di famiglia?
  • 20. I servizi sociali o disponibili o conosciuti da p poco più della metà della popolazione p p p intervistata...
  • 21. La psicologia come fonte d’aiuto Il 53% ha avuto contatti con lo psicologo all’interno dell’Unità Spinale e il 73% non ritiene di aver bisogno di un supporto psicologico una volta tornato al proprio domicilio. domicilio Le risposte differiscono molto a seconda dell’età in cui si è dell età verificata la lesione: i giovani tendenzialmente apprezzano di più il lavoro psicologico che viene svolto in Unità Spinale rispetto a persone di età avanzata che si di tà t h i dimostrano un po’ diffid ti t ’ diffidenti. Ci sono state tuttavia testimonianze di persone che vivono da più di venti anni con una lesione midollare che in passato non hanno usufruito di un supporto psicologico di nessun tipo e che avrebbero desiderato averlo.
  • 22. Il tessuto sociale una volta tornati a casa
  • 23. Stato di convivenza o “singletudine” delle persone con lesione midollare “Mio fratello è un adulto single senza genitori, senza moglie né figli. Se in Italia c’è poco per le famiglie figli cè figuriamoci per un single. Io sono la sorella e ho la fortuna di avere una libera professione che riesco a gestire, per il momento, accantonando degli i t t d d li impegni, ma l’ i i l’unica soluzione che mi si prospetta per il futuro sarà quella di far formare una badante. Ma quando q q questa andrà via cosa succederà? Sarà necessario formare un’altra persona? Anche i single hanno questi problemi. La badante b d t non è una sempre una b buona soluzione. l i Bisognerebbe pensare a degli alloggi con dei servizi centralizzati, più familiari. In Italia siamo ancora lontani da p una proposta del genere”.
  • 24. I cambiamenti di relazioni Lieve diminuzione dei rapporti di coppia che significa che alcune relazioni durante “il cataclisma” riescono a stare assieme anzi a uscire rafforzate ff L coppie “solide” i genitori con i fi li e i fi li con i genitori. Le i “ lid ” it i figli figli it i Il 75% delle persone disabili tra i 41 e i 50 anni vive ancora con i genitori. Gli amici e i parenti invece rappresentano relazioni “impermanenti” e a rischio.
  • 25. Quali sono le principali preoccupazioni di una persona con lesione midollare? Quando le case sono prive di barriere architettoniche la p preoccupazione di rimanere a casa da soli assume un dimensione p meno rilevante.
  • 26. La nuova gestione del tempo del caregiver: tempo donato o tempo sottratto? p
  • 27. do lo ri i m M us al co m li al di e 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% st al di 90% om le te st ac ar tic a o, ol co az lic io he ni Au in m te st en in to al i pr G es ira sio D m ne eb en ol ez ti di za te e st a No st D an ch ist ur ez bi za de Pe ls Sì, un po' rd on ita no di Al ap Come sta il caregiver? tri pe Sì, molto tit An sia di st o Tr ,p ur is bi te re fis zz oc ic a, cu i vo pa Pa zi gl on ur a ia Sì, moltissimo (d di e iq pi ua an ls ge ia re si na tu ra )
  • 28. Studio e lavoro prima e dopo la lesione midollare id ll
  • 30. La realizzazione professionale (2/2) “L’azienda non appena sa che sei un disabile in carrozzina L azienda preferisce non assumerti perché non ha gli spazi tutti accessibili. Le conviene più pagare una penale che ha un peso irrisorio per le loro casse”.
  • 31. L’INAIL, una fonte di sussistenza Tra coloro che ricevono un pensionamento INAIL, la maggior parte decide di uscire dal mondo del lavoro gg p per non rinunciare o vedere ridotto il contributo mensile che riceve, sia per sostentamento economico, ma anche perché vive questo contributo finanziario come un “risarcimento”, un atto di “giustizia” a fronte di un evento ingiusto. g Ma c’è anche una minoranza che vive il sostegno INAIL come una grande possibilità per avere tempo e tranquillità economica e potersi dedicare allo sviluppo t illità i t i d di ll il di passioni e interessi anche imprenditoriali
  • 32. Un caso di buona pratica: responsabilità sociale d’impresa d impresa “Lavoro in un’azienda farmaceutica L’azienda è stata nei miei Lavoro un azienda farmaceutica. L azienda confronti meravigliosa, l’Amministratore Delegato viene una volta a settimana a trovarmi in Unità Spinale, mi ha detto che p , posso continuare nella crescita professionale di carriera. Hanno sostenuto le spese per il soggiorno dei miei familiari durante il mio ricovero. Sono stati profondamente umani e chiari nei termini di discussione del mio futuro contratto . contratto”
  • 33. I caregiver e il lavoro Tipologia di cambiamento % Riesce a mantenere gli stessi ritmi di lavoro. 30% Ha dovuto sospendere la propria attività. 20% Ha richiesto ferie e permessi speciali p p 30% Si è messo in aspettativa 3% Ha diminuito sensibilmente l’attività 7% Ha dovuto cercare sostituti 3% Ha modificato il contratto di lavoro da full time a part time 7%
  • 34. L’interruzione e la sospensione degli studi TOTALE <18 19-25 26-30 >30 VA % Ha rinunciato agli studi 67 48% 41% 48% 28% 35% Ha sospeso temporaneamente gli 17 12% 29% 11% 16% 3% studi t di Non ha rinunciato 53 40% 30% 41% 56% 62%
  • 35. Trasloco o trasformazione della casa Il 40% delle persone ha dovuto traslocare dalla casa in cui viveva al momento della lesione. Ora, Ora il 55% delle 135 persone con lesione midollare rispondenti ha dichiarato che la propria abitazione presenta barriere architettoniche. Il 52% vive in un condominio mentre il restante 48% in una casa autonoma.
  • 36. Le modifiche all’abitazione 61% Letto 12% Tavolo 11% Arredo vario 8% Attrezzi per p lo sport 8% Porte Un ruolo fondamentale è ricoperto dalle Associazioni che in alcune realtà italiane mettono a disposizione gratis personale esperto (architetto, g geometra ecc.) sulle esigenze abitative dei disabili che esegue ) g g consulenze e sopralluoghi.
  • 37. La vivibilità e la viabilità dell’ambiente: usa i mezzi pubblici?
  • 38. La vivibilità e la viabilità dell’ambiente: usa i mezzi pubblici? “Un giorno esco di casa p p g per prendere l’autobus. L’autista non voleva farmi salire con la pedana. Dopo essermi fatto sentire, mi è venuto incontro e ho capito che la sua difficoltà nasceva dal fatto che non sapeva far funzionare la pedana Ha chiamato in sede per chiedere pedana. come attivare il meccanismo e dopo vari tentativi tra il malumore degli altri passeggeri è riuscito a farlo funzionare. Dopo qualche mese, mese tutti gli autisti dei pullman presenti sui tragitti che frequento di solito sapevano far funzionare la pedana”. Il 75% delle 171 persone con lesione midollare rispondenti ha la patente di guida.
  • 39. La disponibilità del parcheggio
  • 40. La disponibilità del parcheggio
  • 41. Spese sanitarie mensili non coperte dal servizio sanitario
  • 42. Il caregiving a pagamento... Spesa mensile Badante Infermiere Fisioterapista Altro Meno di 300 euro 9% 47% 53% 42% 300-500 euro 17% 20% 11% 8% 501-800 euro 20% 7% 8% 4% 801-1000 euro 24% 0% 6% 0% Oltre 1000 euro 17% 0% 0% 4% Aiuti familiari 4% 0% 0% 0% Nessuno 9% 26% 22% 42% TOTALE 100% 100% 100% 100% Media 829,65 200 281,03 300,64 Mediana M di 770,5 770 5 125 200 147
  • 43. Il costo totale della condizione da disabilità da lesione midollare La media dei costi diretti a carico del nucleo familiare di una persona con lesione midollare si aggira intorno ai 26.900 euro per il primo anno dalla lesione, cifra che prende in considerazione i costi sostenuti per le modifiche dell’abitazione, le spese sanitarie e le visite specialistiche non rimborsate, l’assistenza e i viaggi verso la struttura di rimborsate l assistenza ricovero. Questa stima scende intorno a 14.700 euro negli anni successivi.
  • 44. Un possibile modello di mancato guadagno del nucleo familiare Reddito medio Riduzione del 50 Riduzione del Annuo lordo 2008* % delle attività 25% delle attività Operaio O i 21626 10813 5406,5 5406 5 Impiegato 25679 12839,5 6419,75 Quadro 51018 25509 12754,5 Dirigente 103424 51712 25856 Fonte: 10 rapporto sulle retribuzioni in Italia, ODM Job 24, Sole 24 Ore
  • 45. Che fare sul versante sanitario? Sui posti letto in Unità Spinale: e’ la disparità tra le due Italie che dovrà essere affrontata attraverso i Livelli Essenziali di A i t Li lli E i li Assistenza, all’interno d ll ll’i t della Conferenza Stato Regioni, in modo da allocare risorse opportune per costruire le Unità Spinali nel meridione, meridione controllandone poi l’effettiva realizzazione. Il medico di “famiglia” deve sapere che in caso di incidente da lesione midollare avrà la responsabilità p di essere proattivo e di tutelare soprattutto l’intera famiglia nella nuova condizione sopraggiunta.
  • 46. Che fare per le professioni d’aiuto? Si potrebbero formare assistenti sociali, psicologi, counselor e professionisti dell’aiuto che conoscano p meglio i veri bisogni della persona midollare per guadagnarsi stima e credibilità autentica, poiché il solo ruolo di tecnico, in questa circostanza così forte non è affatto tecnico forte, condizione sufficiente per tessere legami di fiducia con le persone disabili.
  • 47. Che fare per la famiglia? Si potrebbe sopperire con figure di “badantato professionalizzato”, formato nelle unità spinali e nei centri esperti Si potrebbero dare voucher alla famiglia (in alcune Regioni si sta diffondendo il voucher per il badantato, vedi Regione Lombardia) g ) Si potrebbero aiutare concretamente le famiglie rispetto alla ricerca o adattamento di un’abitazione e rendere più conveniente per un proprietario attraverso un voucher affittare un appartamento ad una persona disabile. disabile
  • 48. Che fare per potenziare la scuola? Premiare gli insegnanti proattivi che portano l’insegnamento fino in ospedale, nelle unità spinali dove g p p sono ricoverati i giovani e nel frattempo si attivano per mettere la scuola a norma (quando non lo è) e preparano la classe classe. Potenziare la scuola in ospedale per bambini e adolescenti, l’uso di Internet delle nuove tecnologie come mezzo di istruzione, quindi gli ospedali e i centri di riabilitazione WI-FI, potrebbero essere un f fattore che previene il rischio di interruzione scolastica.
  • 49. Che fare per il lavoro? Aumentare la penale in caso di non assunzione della p persona disabile Sostenere le aziende nell’abbattimento delle barriere architettoniche Rendere più efficaci e efficienti attraverso una R d iù ffi i ffi i ti tt formazione mirata i centri di ascolto e orientamento dei disabili verso il lavoro in modo che possano trovare occupazioni gratificanti e valorizzanti.
  • 50. Che fare per la città e l’ambiente? Le politiche urbanistiche dovrebbero potenziare il numero dei parcheggi dei disabili, verificarne l’appropriatezza l appropriatezza attraverso l’identificazione delle generalità del disabile e della vettura ed essere più severo nelle sanzioni in caso di occupazione di un posto H non proprio. E’ possibile i i ibil ispirarsi alle città più vivibili al mondo e capire i ll ittà iù i ibili l d i come hanno fatto a aumentare la propria vivibilità soprattutto in caso di città antiche e d’arte d arte.
  • 51. Ma è un paradigma di pensiero diverso che è necessario necessario... Ci vogliono, nella nostra società dell’immagine, dove “vecchiaia, dell immagine, vecchiaia, disabilità e malattia” evocano l’evitamento da parte delle masse, nuovo forme educazionali (veri corsi di educazione civica) volti alla solidarietà. ll lid i tà Ma oltre la solidarietà, questa la frase lungimirante su cui riflettere: qual è l’apporto che una persona disabile può darci con l apporto la sua esperienza? “La specie umana ha bisogno di sfide intellettuali. Sarebbe noioso essere Dio, e non aver nulla da scoprire” Stephen Hawking