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L’attività del logopedista è volta
all’educazione e rieducazione di tutte le
patologie che provocano disturbi della
voce, della parola, del linguaggio
parlato,letto e scritto e delle disabilità
comunicative.
L'attivita’ clinica consiste in :
raccolta della storia del paziente soprattutto
per quanto non riguarda questioni nettamente
mediche o i relativi collegamenti, in particolare per
gli aspetti ambientali ed educativi;
esame delle abilità e disabilità comunicative con
particolare riguardo alla natura, alla articolazione
ed alla gravità dei disturbi redigendo un
BILANCIO LOGOPEDICO mediante modalita,
strumenti e tecnologie che fanno parte essenziale
e consistente della professione logopedica
trattamento del paziente;
counseling per il paziente, per i parenti e per
quant'altri lo richiedano o lo si ritenga utile nonchè
il coordinamento con le agenzie sociali della
famiglia, della scuola, delle pubbliche e private
istituzioni, del lavoro.
L’intervento logopedico si pone il seguente
obiettivo:[...] il perseguimento della salute
della persona [...].
Nel caso di un disturbo di linguaggio e/o di
comunicazione e/o di loro eventuali esiti,
l’obiettivo sarà il superamento del disagio
ad esso conseguente, mediante il recupero
delle abilità e delle competenze fi nalizzate
alla comunicazione o mediante l’acquisizione
e il consolidamento di metodiche
alternative utili alla comunicazione e
all’inserimento sociale. (Federazione
Logopedisti Italiani, 1999)1
Si continua a consigliare ai familiari di intraprendere
un percorso psicomotorio e di aspettare per quello
logopedico, facendo riferimento a maturazioni fi
siologiche delle strutture cognitive non ancora
avvenute.
Tuttavia occorre considerare che:
1. nella migliore delle ipotesi il bambino giunge alla
valutazione logopedica all’età di 3-4 anni, epoca in
cui il suo coetaneo con sviluppo tipico ha già acquisito
e collaudato lo strumento linguistico;
3. gli ultimi studi sulla plasticità cerebrale sottolineano
l’efficacia di un intervento mirato e precoce.
Se dunque si prendono in esame i suddetti aspetti,
appare obsoleta la scelta di non intervenire
tempestivamente con un approccio multidisciplinare, in
cui sia possibile l’integrazione degli stimoli provenienti
anche dalla terapia logopedica.
Basi neurobiologiche della comunicazione
La comunicazione umana è, tra le funzioni,
quella che meglio rappresenta la complessità dei
sistemi e dei circuiti neuronali. Essa richiede
l’attività concomitante di molte e diverse regioni
corticali e l’integrazione multisensoriale di
differenti tipi di segnali (visivi, uditivi e anche
somestesici).
In neuroscienze,infatti, la scoperta
dei neuroni mirror evidenzia lo
stretto legame tra percezione e
azione e postula che la comunicazione
ha alla base dei sistemi evoluti
dall’imitazione: il linguaggio parlato
sembra si sia evoluto da un sistema di
comunicazione basato sulla gestualità
(Rizzolati e Arbib, 1998).
Parallelamente alcuni ricercatori stanno
focalizzando l’attenzione sul fatto che la
comunicazione utilizzi meccanismi cross-
modali. Alcuni studi recenti hanno postulato
che similarità strutturali fra processi
chinestesici, visivi e acustici possano aver
costituito la base per lo sviluppo della
comunicazione, per cui la possibilità che
tatto, visione e udito possano scambiarsi
informazioni è cruciale.
Nell’interazione sociale esiste quindi,
a livello neuronale una stretta
relazione tra emozione e azione
(Carr et al., 2003; De Gelder et al.,
2004).
DIAGNOSI E STRUMENTI DI
VALUTAZIONE LOGOPEDICA
Il Bilancio Logopedico
Pianificazione del
trattamento
Counseling
Monitorare lo sviluppo
linguistico e
misurazione
dell’outcome
Definisce la tipologia
del trattamento
Contributo alla
diagnosi
definire il profilo
funzionale
Stabilisce la
priorità della
presa in carico
sulla base degli
indici di rischio
Il progetto riabilitativo non può
prescindere da un’attenta valutazione
esistono a tutt’oggi protocolli
standardizzati che ci consentono di
evidenziare il profilo evolutivo sia negli
aspetti quantitativi, rispettando quindi il
criterio della significatività (quantità di
errori), che qualitativi (classificazione
degli errori).
Valutazione della competenza
linguistica
Aspetti formali (fonetica- fonologia-
morfologia-sintassi)
Contenuti linguistico ( semantica-lessico)
Aspetti funzionali ( pragmatica-
coversazionale-narrativa)
Abilità metalinguistiche ( prerequisiti per
l’apprendimento della lettura e scrittura)
La valutazione logopedica a fini diagnostici
Prove tarate per l’italiano secondo dati
psicometrici (es. TCGB, PPVT-R)
Prove utili ad analisi dinamiche (es. PFLI)
Prove tarate per altra lingua contenenti
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Italiana Questionario Bishop)
Osservazioni utili alla definizione di
tipologie descritte (es. comunicatore
attivo/passivo secondo Fey)
Analisi del linguaggio spontaneo (es. LME)
La valutazione a fini riabilitativi
Analisi qualitative delle medesime prove
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Analisi delle categorie grammaticali (in-
put e out-put)
Analisi delle categorie lessicali
Analisi in tratti e in processi
La valutazione in età evolutiva
Deve essere dinamica cioè ripetibile nel tempo
a verifica dei risultati ottenuti e dello sviluppo
del bambino
Perché valutare ?
Cosa valutare ?
Come valutare ?
La valutazione in età evolutiva
Perché valutare?
Elevata incidenza di bambini che
presentano disturbi in età evolutiva
Necessità di formulare un bilancio
delle abilità/disabilità
Adeguata stesura del piano di
trattamentop
La valutazione in età evolutiva
Perché valutare?
È sempre maggiore la richiesta di diagnosi
La diagnosi precoce può migliorare la
prognosi e diminuire i rischi di
cronicizzazione del disturbo
Definizione degli obiettivi di terapia a
breve-medio-lungo termine
La valutazione in età evolutiva
Cosa valutare?
All’interno delle diverse competenze valutare
le singole funzioni e le interazioni tra di esse in
compiti specifici
Evidenziare le aree maggiormente evolute
―aree di forza‖ e quelle maggiormente
compromesse ―aree di debolezza‖
La valutazione in età evolutiva
Cosa valutare?
Linguaggio
Comprensione Produzione
Aspetti formali
(fonetica- fonologia
-morfologia-sintassi)
Contenuti linguistici
(semantica-lessico)
Aspetti funzionali
(pragmatica-
Conversazionale
-narrativa)
La valutazione in età evolutiva
Cosa valutare?
Linguaggio, i livelli
Gli aspetti dello studio
dei suoni linguistici
Gli aspetti cognitivi e
motori delle parole
Fonetica
Fonologia
La valutazione in età evolutiva
Cosa valutare?
Linguaggio, i livelli
L’insieme di quei
suffissi e prefissi
che servono a
formare il sing./plur.
masch./femmin. –
nomi alter./derivati
nomi da aggettivo
/verbo
Morfologia
La valutazione in età evolutiva
Cosa valutare?
Linguaggio, i livelli
Capacità di costruire
combinazioni di
parole che rispettino
le regole tipiche
della lingua (ordine
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parole/struttura
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Sintassi
La valutazione in età evolutiva
Cosa valutare?
Linguaggio, i livelli
―Un insieme di
rappresentazioni, cioè di
oggetti mentali, che
corrispondono ad elementi
della realtà di cui riflettono le
caratteristiche rilevanti, e di
processi che si applicano a
queste rappresentazioni
operando su di esse,
trasformandole e mettendole
in relazione tra loro―
(Laudanna e Burani 1993) da
Sabbadini 1995
Semantica
Lessico
La valutazione in età evolutiva
Cosa valutare?
Linguaggio, i livelli
Saper utilizzare il
linguaggio
appropriatamente nel
contesto sociale e in
funzione dei diversi
interlocutori
Pragmatica
La valutazione in età evolutiva
Come valutare?
Linguaggio
I dati devono essere ricavati da una
metodologia di tipo interindividuale in cui si
mettono in relazione i dati di ogni bambino
rispetto a quelli normativi per pari fascia
d’età mentale o cronologica. Associato deve
esservi anche un confronto intraindividuale,
che delinei un profilo funzionale delle diverse
componenti
La valutazione in età evolutiva
Come valutare?
Linguaggio
Il progetto riabilitativo non può prescindere
da un’attenta valutazione, esistono a
tutt’oggi protocolli standardizzati che ci
consentono di evidenziare il profilo
evolutivo sia negli aspetti quantitativi,
rispettando quindi il criterio della
significatività (quantità di errori), che
qualitativi (classificazione degli errori)
La valutazione in età evolutiva
Come valutare?
Linguaggio
Diversi strumenti
Interviste ai genitori
Tecniche ecologiche, osservative
(check list, griglie, gioco
strutturato)
Tecniche sperimentali (tests
specifici)
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famiglia
Raccogliere informazioni
sull’anamnesi personale e
familiare
Capire come e perché
viene posto un dato
problema
Analisi del contesto
linguistico
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comunicazione
Livello di autonomia
La valutazione in età evolutiva
Come valutare?
Linguaggio
Osservazione del
comportamento
del bambino
Attenzione
Motivazione
Livello di interazione
Profilo linguistico
Organizzazione del
gioco spontaneo e
strutturato
La valutazione in età evolutiva
Come valutare?
Linguaggio
Sviluppo del Gioco Simbolico
1. Riconosce l’uso appropriato di un oggetto
2. Finge di compiere azioni che solitamente compie in prima
persona (es. mangiare/dormire)
3. Finge di compiere azioni che altri compiono
— A: con lui (es. pettinarsi)
— B: su altre persone o oggetti (es. imboccare la
bambola/lavare la macchina)
4. Compie azioni con oggetti non appropriati fingendo che un
oggetto sia un altro
5. Compie azioni in sequenza
— A: la stessa azione ripetuta con più oggetti o su più persone
— B: Applica una serie di schemi di azione allo stesso oggetto
Cosa osservare durante il gioco?
• Come e se il bambino associa spontaneamente gli
elementi in modo appropriato
• Se è creativo anche con materiale non appropriato
• Quante sequenze organizza
• Se ripete più volte lo stesso schema
• Se il gioco è decentrato
• Se il bambino organizza da solo il gioco, con un
compagno, su imitazione
• Se modifica il gioco sulla base di un modello
La valutazione in età evolutiva
Come valutare?
Linguaggio
Valutazione
contesto
spontaneo
contesto
semistrutturato
contesto
strutturato
La valutazione in età evolutiva
Prove
standardizzate
Produzione lessicale Il primo
vocabolario del bambino
(Caselli e Casadio) 08-36mesi
TPL Test di primo linguaggio
Axia 12-36 mesi
Test di comprensione
grammaticale (TCGB Chilosi e
Cipriani) 3.6 – 8 anni
Comprensione Linguistica
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Peabody
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CMF Valutazione delle
competenze metafonologiche
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Ripetizione frasi (Ciancarelli e
Sannio Fancello)TVL 3a.- 5.11
La valutazione in età evolutiva
Come valutare?
Linguaggio
Prove non
standardizzate ma
fornite di un
campione di
riferimento per la
popolazione italiana
Ripetizione frasi 2-4 anni
Caselli et.al.
PFLI Prove per la
valutazione fonologica . 2-
5 anni Bortolini
Boston Naming Test
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La valutazione in età evolutiva
Come valutare?
Linguaggio
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I PROTOCOLLI RIABILITATIVI
log. Alessandra Corbellini
Il progetto riabilitativo
Viene steso in equipe
Ne è responsabile il Medico Coordinatore
Prevede gli obiettivi globali comprensivi di
tutte le necessità e risorse
Prevede gli interventi riabilitativi necessari
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Il programma riabilitativo
Viene redatto dal singolo operatore
Ne è responsabile il singolo operatore
Prevede gli obiettivi relativi ad una
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Prevede gli obiettivi specifici, i tempi di
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Il trattamento logopedico
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I contenuti del trattamento logopedico
Vengono programmati protocolli di
gruppo e individuali per le diverse aree
secondo i risultati del bilancio
logopedico e le caratteristiche
comunicativo-linguistiche del singolo
bambino
Molti obiettivi, procedure ed attività
sono risultate ―ricorsive‖ nel corso
degli anni e sono state attualmente
formalizzate in protocolli-base
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trattamento
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Il trattamento è utile?
Il massimo effetto del trattamento
sembra verificarsi nel caso di intervento
precoce rivolto ai soggetti meno gravi
Un effetto importante sembra essere e
verificarsi anche nei casi gravi laddove il
trattamento sia precoce
Raccomandazioni per il riabilitatore:
Osservare l’interazione tra genitori e bambino
Iniziare con proposte di gioco non verbale
Iniziare introducendo degli obiettivi semplici
affinchè il bambino si senta soddisfatto (compr-
prod)
Tenere presente quali e quanti aiuti chiede
Mostrare gli items con la stessa velocità con cui il
bambino risponde
Trasmettere consenso e partecipazione senza
verbalizzare troppo
Raccomandazioni per la famiglia: cosa fare
Ascoltare il bambino quando parla, anche se mostra difficoltà,
con attenzione e serenità, senza mostrare fretta, ansia,
insofferenza.
Lasciare che concluda sempre il suo discorso, anche se richied
più tempo.
Favorire l’uso del gesto a supporto dell’efficacia comunicativa.
Riformulare la produzione ―scorretta‖ del bambino e non
correggerla: il bambino impara implicitamente dal modello
verbale dell’adulto, non dall’esercizio di ripetizione.
Parlare molto al bambino, in modo rilassato, senza scandire
troppo le parole e mantenendo la spontaneità della
comunicazione.
Valorizzare le altre qualità del bambino in modo da aumentare
la sua autostima.
Accettare il bambino con il suo disturbo creandogli intorno un
mondo accogliente dove la sua difficoltà non venga sottolineat
Cosa non fare
Non parlare davanti al bambino delle sue difficoltà.
Non anticiparlo quando parla, completando le parole o le
frasi.
Non interromperlo dicendogli che si è già capito.
Non mortificare, anzi, favorire l’uso del gesto a supporto del
linguaggio verbale del bambino.
Non correggerlo quando pronuncia male una parola o una
frase, ma riformularla correttamente nel rispondergli.
Non fare finta di non avere capito cercando di stimolare una
produzione più comprensibile.
Raccomandazioni per la famiglia
La gerarchia dell’intervento
Griglia di Fey (1986, 1998)
Obiettivi
Procedure
Agenti
Contesto
Attività
Strategie di attacco
Obiettivi di
base
immediati
Agente
dell’intervento
Procedure
Strategie di
attacco degli
obiettivi
Obiettivi
specifici
Attività
Contesto
dell’intervento
Obiettivi
intermedi e a
lungo termine
Organizzazione gerarchica dell’ntervento (Fey
Rispetto al progetto di intervento facciamo riferimento in
parte allo schema proposto da Fey, (1995) che tiene conto di
alcuni dei seguenti aspetti:
1. Definizione del livelli di Obiettivi immediati, a medio
termine e a lungo termine
2. Contesto dell’intervento: dove si attua (terapia
specialistica, scuola, casa)
3 Agente dell’intervento: logopedisti,
educatori,insegnanti,famiglia
4. Procedure
5. Strategie generali di intervento
6. Definizione del programma operativo: per ogni obiettivo
indicare le modalità per realizzarlo, gli strumenti che si
vogliono usare, i tempi.
Counceling
Modeling
Ricerca
comunicazione
Interlocutore
Attivo
Attività
di contenimento
Regole
motivazione
Trattamento
Il trattamento logopedico
Trattamento
individuale gruppo interprofessionale intensivo-ciclico
Area Fonetica-Fonologica
Obiettivi Attività
Aumento della competenza
percettivo-uditive
-giochi di suoni isolati e in sequenza
-giochi con coppie di fonemi
-giochi con coppie di parole e non
Completamento dell’inventario
fonemico
-esercizi di propiocezione motoria
-giochi fonoci
-grafismo fonetico
-generalizzazione all’interno di parole
Aumento della competenza cognitivo
linguistica
-presentazione di coppie di fonemi
con uso contrastivo
-uso di parole target in contesti più
ampi
-uso di parole con struttura più
lunga
-uso delle parole in contesti frasali
Area Morfo-Sintattica
Obiettivi Attività
Aumento della comprensione morfo-
sintattica
-sequenze strutturate con gioco in
miniatura
-indicazione di disegni corrispondenti
a frasi target
Aumento della produzione morfo-
sintattica
-verbalizzazione di articoli,
preposizionie pronomi evidenziati con
materiale figurato
-verbalizzazine di piccoli ordini
-verbalizzazione di giochi
(nascondino)
Area Semantico-Lessicale
Obiettivi Attivtà
Aumento della competenza
lessicale
in produzione
-denominazione di immagini
complesse
-denominazione dettagli di figure
-costruzione di un vocabolario
personale
-denominazione di azioni
Aumento della competenza
lessicale
in comprensione
-giochi con materiale miniaturizzato
-giochi di indicazione
-giochi di tombole
Capacità di categorizzare in classi
lessicali
-riconoscimento di categorie di
classi
-denominazione di categorie di
oggetti
-associazione di disegni per
funzione
Obiettivi Attività
Acquisire l’alternanza dei turni
non verbali
-Giochi di carte
-Puzzle ad incastro
-Elaborazione grafica condivisa
Acquisire l’alternanza dei turni
verbali
-gioco di ruolo
-storie a più personaggi
-attribuire un titolo a delle vignette
o a piccoli racconti
Aumento dell’efficacia comunicativa -dare corrette indicazioni di un
percorso
-verbalizzare lo svolgimento di azioni
finalizzate
-Indovinelli
Area Pragmatica
Area Metafonologica
Obiettivi Attività
Allenare l’attenzione e la
discriminazione uditiva
-discriminazione dei parametri del
suono
-riconoscimento di suoni isolati e in
seguenza
Allenare la consapevolezza fonologica
globale
-giochi di rima
-giochi di divisione in sillabe quantità
-fusione sillabica
-riconoscimento del fonema iniziale
Allenare la consapevolezza fonologica
analitica
-fusione fonemica
-segmentazione fonemica
-delezione del suono iniziale
-giochi di manipolazione dei suoni
CONCLUSIONI..
Il LAVORO MULTIDISCIPLINARE
CONFRONTO
COMUNICAZIONE
REGOLE RELAZIONE
METODOLOGIE
SPECIFICITA’
RISORSA
LA MEMORIA
La memoria umana può essere concettualizzata come:
Un sistema complesso

frazionabile in molteplici sottosistemi funzionali specializzati

ognuno caratterizzato da specifiche operazioni e processi di
controllo

altamente integrati tra loro e

strettamente connessi ad altre componenti del Sistema
Cognitivo

che si modifica in funzione di processi maturativi e
dell’interazioe con l’ambiente
LA MEMORIA
(modello di Atkinson e Shiffrin)
Vengono distinti tre diversi tipi di magazzino con
caratteristiche funzionali diverse in cui
l’informazione transita prima di essere
immagazzinata permanentemente:
Registro Sensoriale
Può essere caratterizzato come una sorta di
memoria immediata in cui in un brevissimo tempo
(secondi) viene conservata traccia delle impressioni
sensoriali.la traccia decade se non viene trasferita
al magazzino a BT
Magazzino a Breve Termine può essere
concettualizzato come un magazzino transitorio
dove l’informazione proveniente dai registri
sensoriali resta solo per il tempo necessario a
svolger una serie di operazioni di verifica di
confronto. Due caratteristiche importanti: la
capacità limitata (―span‖ ) e la persistenza limitata.
Magazzino a Lungo Termine
Modello di Memoria a Breve Termine
Baddeley , 1974
La Memoria a Breve Termine deve essere concettualizzata come un
sistema complesso a sua volta frazionabile in più sottosistemi.
Baddley e i suoi collaboratori hannoesplorato in modo più sistematico
l’organizzazione interna della MBT e hanno introdotto una distinzione tra
MBT e Memoria di Lavoro.
Proprio per sottolineare il ruolo attivo che svolge questa componente nel
trattamento dell’informazione hanno delineato un sistema formato da
due principali componenti funzionali:
Esecutivo centrale, che dirige, controlla e supervisiona tutte le
informazioni provenienti dai diversi sistemi.
Sistemi assertivi sono magazzini transitori in cui l’informazione permane
per il tempo strettamente necessario alla sua elaborazione.
L’informazione può essere mantenuta in questi magazzini attraverso
l’impiego di strategie. Finora ne sono stati descritti due:
il magazzino fonologico e il taccuino visuo-spaziale
MEMORIA A LUNGO TERMINE
Rappresenta un deposito permanente dell’informazione.
Non esistono limiti noti di capacità o di durata della traccia mnestica una
volta che essa sia stata trasferita in questo magazzino.
In base al tipo di informazione immagazzinata si distingue:
Memoria implicita
Si basa su processi prevalentemente automatici largamente inconsapevoli
e utilizza codici senso motori non simbolici.
Memoria esplicita richiede l’uso di strategie attive e spesso consapevoli
di apprendimento. In essa distinguiamo due sottosistemi:
Memoria Episodica: memoria autobiografica relativa alle conoscenze
degli eventi caratterizzanti la vita di ogni persona.
Memoria Semantica : magazzino in cui la conoscenza è organizzata in
concetti e nelle loro reciproche relazioni.
L’ATTENZIONE
Un sistema di filtraggio delle informazioni
che provengono dall’ambiente esterno o
interno al soggetto.
Le caratteristiche specifiche sono legate alle
modalità attraverso cui si esprime il
funzionamento del sistema attentivo
(attenzione uditiva, visiva, spaziale ecc) ed
alle componenti di cui è costituito (attenzione
selettiva, sostenuta, divisa, ecc.).
All’interno di una prospettiva
multicomponenziale, si possono
individuare diverse tipologie di
processi attentivi relative a diverse
tipologie di compiti.
L’attenzione selettiva è il processo che
seleziona gli stimoli esterni o interni che
entrano nella nostra coscienza;
L’attenzione focalizzata è il processo che
―focalizza‖ le risorse attentive su un solo
compito, non impegnato nell’elaborazione
contemporanea e consapevole di più insiemi
di informazioni;
L’attenzione divisa è il processo che
permette l’elaborazione simultanea di vari
gruppi di informazione;
Lo “shift” dell’attenzione è il processo che
permette il cambiamento rapido del fuoco
dell’attenzione da un insieme di
informazioni ad un altro.
Lo sviluppo dell’attenzione nel
bambino
L’attenzione del bambino nel corso dello sviluppo si
modifica sia in base ad un aumento della quantità
di risorse attentive disponibili sia sulla base
dell’efficienza dei processi di selezione,
organizzazione, inibizione dell’interferenza e
controllo dell’attività in corso.
Il livello di efficienza permette di indirizzare
energia attentiva su attività maggiormente
complesse sul piano cognitivo.
Si può dire, per semplificare, che fino al primo
anno di vita prevale un ―sistema di orientamento-
investigazione‖.
Dopo il primo anno di vita diviene sempre più
evidente l’emergere di un ―sistema controllato‖
guidato dalla capacità di raggiungere determinati
obiettivi.

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Valutazione trattamento logopedico

  • 1. L’attività del logopedista è volta all’educazione e rieducazione di tutte le patologie che provocano disturbi della voce, della parola, del linguaggio parlato,letto e scritto e delle disabilità comunicative.
  • 2. L'attivita’ clinica consiste in : raccolta della storia del paziente soprattutto per quanto non riguarda questioni nettamente mediche o i relativi collegamenti, in particolare per gli aspetti ambientali ed educativi; esame delle abilità e disabilità comunicative con particolare riguardo alla natura, alla articolazione ed alla gravità dei disturbi redigendo un BILANCIO LOGOPEDICO mediante modalita, strumenti e tecnologie che fanno parte essenziale e consistente della professione logopedica trattamento del paziente; counseling per il paziente, per i parenti e per quant'altri lo richiedano o lo si ritenga utile nonchè il coordinamento con le agenzie sociali della famiglia, della scuola, delle pubbliche e private istituzioni, del lavoro.
  • 3. L’intervento logopedico si pone il seguente obiettivo:[...] il perseguimento della salute della persona [...]. Nel caso di un disturbo di linguaggio e/o di comunicazione e/o di loro eventuali esiti, l’obiettivo sarà il superamento del disagio ad esso conseguente, mediante il recupero delle abilità e delle competenze fi nalizzate alla comunicazione o mediante l’acquisizione e il consolidamento di metodiche alternative utili alla comunicazione e all’inserimento sociale. (Federazione Logopedisti Italiani, 1999)1
  • 4. Si continua a consigliare ai familiari di intraprendere un percorso psicomotorio e di aspettare per quello logopedico, facendo riferimento a maturazioni fi siologiche delle strutture cognitive non ancora avvenute. Tuttavia occorre considerare che: 1. nella migliore delle ipotesi il bambino giunge alla valutazione logopedica all’età di 3-4 anni, epoca in cui il suo coetaneo con sviluppo tipico ha già acquisito e collaudato lo strumento linguistico; 3. gli ultimi studi sulla plasticità cerebrale sottolineano l’efficacia di un intervento mirato e precoce. Se dunque si prendono in esame i suddetti aspetti, appare obsoleta la scelta di non intervenire tempestivamente con un approccio multidisciplinare, in cui sia possibile l’integrazione degli stimoli provenienti anche dalla terapia logopedica.
  • 5. Basi neurobiologiche della comunicazione La comunicazione umana è, tra le funzioni, quella che meglio rappresenta la complessità dei sistemi e dei circuiti neuronali. Essa richiede l’attività concomitante di molte e diverse regioni corticali e l’integrazione multisensoriale di differenti tipi di segnali (visivi, uditivi e anche somestesici).
  • 6. In neuroscienze,infatti, la scoperta dei neuroni mirror evidenzia lo stretto legame tra percezione e azione e postula che la comunicazione ha alla base dei sistemi evoluti dall’imitazione: il linguaggio parlato sembra si sia evoluto da un sistema di comunicazione basato sulla gestualità (Rizzolati e Arbib, 1998).
  • 7. Parallelamente alcuni ricercatori stanno focalizzando l’attenzione sul fatto che la comunicazione utilizzi meccanismi cross- modali. Alcuni studi recenti hanno postulato che similarità strutturali fra processi chinestesici, visivi e acustici possano aver costituito la base per lo sviluppo della comunicazione, per cui la possibilità che tatto, visione e udito possano scambiarsi informazioni è cruciale.
  • 8. Nell’interazione sociale esiste quindi, a livello neuronale una stretta relazione tra emozione e azione (Carr et al., 2003; De Gelder et al., 2004).
  • 9. DIAGNOSI E STRUMENTI DI VALUTAZIONE LOGOPEDICA
  • 10. Il Bilancio Logopedico Pianificazione del trattamento Counseling Monitorare lo sviluppo linguistico e misurazione dell’outcome Definisce la tipologia del trattamento Contributo alla diagnosi definire il profilo funzionale Stabilisce la priorità della presa in carico sulla base degli indici di rischio
  • 11. Il progetto riabilitativo non può prescindere da un’attenta valutazione esistono a tutt’oggi protocolli standardizzati che ci consentono di evidenziare il profilo evolutivo sia negli aspetti quantitativi, rispettando quindi il criterio della significatività (quantità di errori), che qualitativi (classificazione degli errori).
  • 12. Valutazione della competenza linguistica Aspetti formali (fonetica- fonologia- morfologia-sintassi) Contenuti linguistico ( semantica-lessico) Aspetti funzionali ( pragmatica- coversazionale-narrativa) Abilità metalinguistiche ( prerequisiti per l’apprendimento della lettura e scrittura)
  • 13. La valutazione logopedica a fini diagnostici Prove tarate per l’italiano secondo dati psicometrici (es. TCGB, PPVT-R) Prove utili ad analisi dinamiche (es. PFLI) Prove tarate per altra lingua contenenti indici utili anche in italiano (es. Bus Story) Raccolte ―ecologiche‖ organizzate in Questionari (es. Check List, Versione Italiana Questionario Bishop) Osservazioni utili alla definizione di tipologie descritte (es. comunicatore attivo/passivo secondo Fey) Analisi del linguaggio spontaneo (es. LME)
  • 14. La valutazione a fini riabilitativi Analisi qualitative delle medesime prove Esempi: Analisi delle categorie grammaticali (in- put e out-put) Analisi delle categorie lessicali Analisi in tratti e in processi
  • 15. La valutazione in età evolutiva Deve essere dinamica cioè ripetibile nel tempo a verifica dei risultati ottenuti e dello sviluppo del bambino Perché valutare ? Cosa valutare ? Come valutare ?
  • 16. La valutazione in età evolutiva Perché valutare? Elevata incidenza di bambini che presentano disturbi in età evolutiva Necessità di formulare un bilancio delle abilità/disabilità Adeguata stesura del piano di trattamentop
  • 17. La valutazione in età evolutiva Perché valutare? È sempre maggiore la richiesta di diagnosi La diagnosi precoce può migliorare la prognosi e diminuire i rischi di cronicizzazione del disturbo Definizione degli obiettivi di terapia a breve-medio-lungo termine
  • 18. La valutazione in età evolutiva Cosa valutare? All’interno delle diverse competenze valutare le singole funzioni e le interazioni tra di esse in compiti specifici Evidenziare le aree maggiormente evolute ―aree di forza‖ e quelle maggiormente compromesse ―aree di debolezza‖
  • 19. La valutazione in età evolutiva Cosa valutare? Linguaggio Comprensione Produzione Aspetti formali (fonetica- fonologia -morfologia-sintassi) Contenuti linguistici (semantica-lessico) Aspetti funzionali (pragmatica- Conversazionale -narrativa)
  • 20. La valutazione in età evolutiva Cosa valutare? Linguaggio, i livelli Gli aspetti dello studio dei suoni linguistici Gli aspetti cognitivi e motori delle parole Fonetica Fonologia
  • 21. La valutazione in età evolutiva Cosa valutare? Linguaggio, i livelli L’insieme di quei suffissi e prefissi che servono a formare il sing./plur. masch./femmin. – nomi alter./derivati nomi da aggettivo /verbo Morfologia
  • 22. La valutazione in età evolutiva Cosa valutare? Linguaggio, i livelli Capacità di costruire combinazioni di parole che rispettino le regole tipiche della lingua (ordine delle parole/struttura attiva-pass) Sintassi
  • 23. La valutazione in età evolutiva Cosa valutare? Linguaggio, i livelli ―Un insieme di rappresentazioni, cioè di oggetti mentali, che corrispondono ad elementi della realtà di cui riflettono le caratteristiche rilevanti, e di processi che si applicano a queste rappresentazioni operando su di esse, trasformandole e mettendole in relazione tra loro― (Laudanna e Burani 1993) da Sabbadini 1995 Semantica Lessico
  • 24. La valutazione in età evolutiva Cosa valutare? Linguaggio, i livelli Saper utilizzare il linguaggio appropriatamente nel contesto sociale e in funzione dei diversi interlocutori Pragmatica
  • 25. La valutazione in età evolutiva Come valutare? Linguaggio I dati devono essere ricavati da una metodologia di tipo interindividuale in cui si mettono in relazione i dati di ogni bambino rispetto a quelli normativi per pari fascia d’età mentale o cronologica. Associato deve esservi anche un confronto intraindividuale, che delinei un profilo funzionale delle diverse componenti
  • 26. La valutazione in età evolutiva Come valutare? Linguaggio Il progetto riabilitativo non può prescindere da un’attenta valutazione, esistono a tutt’oggi protocolli standardizzati che ci consentono di evidenziare il profilo evolutivo sia negli aspetti quantitativi, rispettando quindi il criterio della significatività (quantità di errori), che qualitativi (classificazione degli errori)
  • 27. La valutazione in età evolutiva Come valutare? Linguaggio Diversi strumenti Interviste ai genitori Tecniche ecologiche, osservative (check list, griglie, gioco strutturato) Tecniche sperimentali (tests specifici)
  • 28. Colloquio con la famiglia Raccogliere informazioni sull’anamnesi personale e familiare Capire come e perché viene posto un dato problema Analisi del contesto linguistico Stato attuale della comunicazione Livello di autonomia La valutazione in età evolutiva Come valutare? Linguaggio
  • 29. Osservazione del comportamento del bambino Attenzione Motivazione Livello di interazione Profilo linguistico Organizzazione del gioco spontaneo e strutturato La valutazione in età evolutiva Come valutare? Linguaggio
  • 30. Sviluppo del Gioco Simbolico 1. Riconosce l’uso appropriato di un oggetto 2. Finge di compiere azioni che solitamente compie in prima persona (es. mangiare/dormire) 3. Finge di compiere azioni che altri compiono — A: con lui (es. pettinarsi) — B: su altre persone o oggetti (es. imboccare la bambola/lavare la macchina) 4. Compie azioni con oggetti non appropriati fingendo che un oggetto sia un altro 5. Compie azioni in sequenza — A: la stessa azione ripetuta con più oggetti o su più persone — B: Applica una serie di schemi di azione allo stesso oggetto
  • 31. Cosa osservare durante il gioco? • Come e se il bambino associa spontaneamente gli elementi in modo appropriato • Se è creativo anche con materiale non appropriato • Quante sequenze organizza • Se ripete più volte lo stesso schema • Se il gioco è decentrato • Se il bambino organizza da solo il gioco, con un compagno, su imitazione • Se modifica il gioco sulla base di un modello
  • 32. La valutazione in età evolutiva Come valutare? Linguaggio Valutazione contesto spontaneo contesto semistrutturato contesto strutturato
  • 33. La valutazione in età evolutiva Prove standardizzate Produzione lessicale Il primo vocabolario del bambino (Caselli e Casadio) 08-36mesi TPL Test di primo linguaggio Axia 12-36 mesi Test di comprensione grammaticale (TCGB Chilosi e Cipriani) 3.6 – 8 anni Comprensione Linguistica (Rustioni-Lancaster)3.6-8 anni Peabody (Stella,Pizzoli.Tressoldi) 3,5-10 anni Token test ( De Renzi 1980 ,De Renzi e Faglioni 1978) CMF Valutazione delle competenze metafonologiche 5-11 anni (Marotta et,all) Ripetizione frasi (Ciancarelli e Sannio Fancello)TVL 3a.- 5.11
  • 34. La valutazione in età evolutiva Come valutare? Linguaggio Prove non standardizzate ma fornite di un campione di riferimento per la popolazione italiana Ripetizione frasi 2-4 anni Caselli et.al. PFLI Prove per la valutazione fonologica . 2- 5 anni Bortolini Boston Naming Test lessico in produzione 4-10 anni Ripetizione frasi 3.5-6.11 anni C. Vender et.all. LME Storie in sequenza
  • 35. La valutazione in età evolutiva Come valutare? Linguaggio Prove cliniche Produzione di gesti simbolici Gioco simbolico Thal e Bates 18-36 mesi Gioco simbolico spontaneo con materiale strutturato (Rescola) Gioco spontaneo
  • 36. I PROTOCOLLI RIABILITATIVI log. Alessandra Corbellini
  • 37. Il progetto riabilitativo Viene steso in equipe Ne è responsabile il Medico Coordinatore Prevede gli obiettivi globali comprensivi di tutte le necessità e risorse Prevede gli interventi riabilitativi necessari per il perseguimento degli obiettivi globali
  • 38. Il programma riabilitativo Viene redatto dal singolo operatore Ne è responsabile il singolo operatore Prevede gli obiettivi relativi ad una determinata area Prevede gli obiettivi specifici, i tempi di attuazione, la verifica (tempi e modi)
  • 39. Il trattamento logopedico Trattamento individuale Trattamento di gruppo omogeneo e non Trattamento monoprofessionale/multiprofessionale Intensivo, bi-trisettimanale, ciclico
  • 40. I contenuti del trattamento logopedico Vengono programmati protocolli di gruppo e individuali per le diverse aree secondo i risultati del bilancio logopedico e le caratteristiche comunicativo-linguistiche del singolo bambino Molti obiettivi, procedure ed attività sono risultate ―ricorsive‖ nel corso degli anni e sono state attualmente formalizzate in protocolli-base
  • 41. Criteri per la presa in carico Tipologia del disturbo Severità del disturbo con preferenza per i livelli deficitari e la presenza di disturbi comportamentali e/o emotivi Motivazione familiare al tipo di trattamento Possibilità di frequenza al trattamento
  • 42. Il trattamento è utile? Il massimo effetto del trattamento sembra verificarsi nel caso di intervento precoce rivolto ai soggetti meno gravi Un effetto importante sembra essere e verificarsi anche nei casi gravi laddove il trattamento sia precoce
  • 43. Raccomandazioni per il riabilitatore: Osservare l’interazione tra genitori e bambino Iniziare con proposte di gioco non verbale Iniziare introducendo degli obiettivi semplici affinchè il bambino si senta soddisfatto (compr- prod) Tenere presente quali e quanti aiuti chiede Mostrare gli items con la stessa velocità con cui il bambino risponde Trasmettere consenso e partecipazione senza verbalizzare troppo
  • 44. Raccomandazioni per la famiglia: cosa fare Ascoltare il bambino quando parla, anche se mostra difficoltà, con attenzione e serenità, senza mostrare fretta, ansia, insofferenza. Lasciare che concluda sempre il suo discorso, anche se richied più tempo. Favorire l’uso del gesto a supporto dell’efficacia comunicativa. Riformulare la produzione ―scorretta‖ del bambino e non correggerla: il bambino impara implicitamente dal modello verbale dell’adulto, non dall’esercizio di ripetizione. Parlare molto al bambino, in modo rilassato, senza scandire troppo le parole e mantenendo la spontaneità della comunicazione. Valorizzare le altre qualità del bambino in modo da aumentare la sua autostima. Accettare il bambino con il suo disturbo creandogli intorno un mondo accogliente dove la sua difficoltà non venga sottolineat
  • 45. Cosa non fare Non parlare davanti al bambino delle sue difficoltà. Non anticiparlo quando parla, completando le parole o le frasi. Non interromperlo dicendogli che si è già capito. Non mortificare, anzi, favorire l’uso del gesto a supporto del linguaggio verbale del bambino. Non correggerlo quando pronuncia male una parola o una frase, ma riformularla correttamente nel rispondergli. Non fare finta di non avere capito cercando di stimolare una produzione più comprensibile. Raccomandazioni per la famiglia
  • 46. La gerarchia dell’intervento Griglia di Fey (1986, 1998) Obiettivi Procedure Agenti Contesto Attività Strategie di attacco
  • 47. Obiettivi di base immediati Agente dell’intervento Procedure Strategie di attacco degli obiettivi Obiettivi specifici Attività Contesto dell’intervento Obiettivi intermedi e a lungo termine Organizzazione gerarchica dell’ntervento (Fey
  • 48. Rispetto al progetto di intervento facciamo riferimento in parte allo schema proposto da Fey, (1995) che tiene conto di alcuni dei seguenti aspetti: 1. Definizione del livelli di Obiettivi immediati, a medio termine e a lungo termine 2. Contesto dell’intervento: dove si attua (terapia specialistica, scuola, casa) 3 Agente dell’intervento: logopedisti, educatori,insegnanti,famiglia 4. Procedure 5. Strategie generali di intervento 6. Definizione del programma operativo: per ogni obiettivo indicare le modalità per realizzarlo, gli strumenti che si vogliono usare, i tempi.
  • 50. Il trattamento logopedico Trattamento individuale gruppo interprofessionale intensivo-ciclico
  • 51. Area Fonetica-Fonologica Obiettivi Attività Aumento della competenza percettivo-uditive -giochi di suoni isolati e in sequenza -giochi con coppie di fonemi -giochi con coppie di parole e non Completamento dell’inventario fonemico -esercizi di propiocezione motoria -giochi fonoci -grafismo fonetico -generalizzazione all’interno di parole Aumento della competenza cognitivo linguistica -presentazione di coppie di fonemi con uso contrastivo -uso di parole target in contesti più ampi -uso di parole con struttura più lunga -uso delle parole in contesti frasali
  • 52. Area Morfo-Sintattica Obiettivi Attività Aumento della comprensione morfo- sintattica -sequenze strutturate con gioco in miniatura -indicazione di disegni corrispondenti a frasi target Aumento della produzione morfo- sintattica -verbalizzazione di articoli, preposizionie pronomi evidenziati con materiale figurato -verbalizzazine di piccoli ordini -verbalizzazione di giochi (nascondino)
  • 53. Area Semantico-Lessicale Obiettivi Attivtà Aumento della competenza lessicale in produzione -denominazione di immagini complesse -denominazione dettagli di figure -costruzione di un vocabolario personale -denominazione di azioni Aumento della competenza lessicale in comprensione -giochi con materiale miniaturizzato -giochi di indicazione -giochi di tombole Capacità di categorizzare in classi lessicali -riconoscimento di categorie di classi -denominazione di categorie di oggetti -associazione di disegni per funzione
  • 54. Obiettivi Attività Acquisire l’alternanza dei turni non verbali -Giochi di carte -Puzzle ad incastro -Elaborazione grafica condivisa Acquisire l’alternanza dei turni verbali -gioco di ruolo -storie a più personaggi -attribuire un titolo a delle vignette o a piccoli racconti Aumento dell’efficacia comunicativa -dare corrette indicazioni di un percorso -verbalizzare lo svolgimento di azioni finalizzate -Indovinelli Area Pragmatica
  • 55. Area Metafonologica Obiettivi Attività Allenare l’attenzione e la discriminazione uditiva -discriminazione dei parametri del suono -riconoscimento di suoni isolati e in seguenza Allenare la consapevolezza fonologica globale -giochi di rima -giochi di divisione in sillabe quantità -fusione sillabica -riconoscimento del fonema iniziale Allenare la consapevolezza fonologica analitica -fusione fonemica -segmentazione fonemica -delezione del suono iniziale -giochi di manipolazione dei suoni
  • 57. Il LAVORO MULTIDISCIPLINARE CONFRONTO COMUNICAZIONE REGOLE RELAZIONE METODOLOGIE SPECIFICITA’ RISORSA
  • 59. La memoria umana può essere concettualizzata come: Un sistema complesso  frazionabile in molteplici sottosistemi funzionali specializzati  ognuno caratterizzato da specifiche operazioni e processi di controllo  altamente integrati tra loro e  strettamente connessi ad altre componenti del Sistema Cognitivo  che si modifica in funzione di processi maturativi e dell’interazioe con l’ambiente
  • 60. LA MEMORIA (modello di Atkinson e Shiffrin) Vengono distinti tre diversi tipi di magazzino con caratteristiche funzionali diverse in cui l’informazione transita prima di essere immagazzinata permanentemente: Registro Sensoriale Può essere caratterizzato come una sorta di memoria immediata in cui in un brevissimo tempo (secondi) viene conservata traccia delle impressioni sensoriali.la traccia decade se non viene trasferita al magazzino a BT Magazzino a Breve Termine può essere concettualizzato come un magazzino transitorio dove l’informazione proveniente dai registri sensoriali resta solo per il tempo necessario a svolger una serie di operazioni di verifica di confronto. Due caratteristiche importanti: la capacità limitata (―span‖ ) e la persistenza limitata. Magazzino a Lungo Termine
  • 61. Modello di Memoria a Breve Termine Baddeley , 1974 La Memoria a Breve Termine deve essere concettualizzata come un sistema complesso a sua volta frazionabile in più sottosistemi. Baddley e i suoi collaboratori hannoesplorato in modo più sistematico l’organizzazione interna della MBT e hanno introdotto una distinzione tra MBT e Memoria di Lavoro. Proprio per sottolineare il ruolo attivo che svolge questa componente nel trattamento dell’informazione hanno delineato un sistema formato da due principali componenti funzionali: Esecutivo centrale, che dirige, controlla e supervisiona tutte le informazioni provenienti dai diversi sistemi. Sistemi assertivi sono magazzini transitori in cui l’informazione permane per il tempo strettamente necessario alla sua elaborazione. L’informazione può essere mantenuta in questi magazzini attraverso l’impiego di strategie. Finora ne sono stati descritti due: il magazzino fonologico e il taccuino visuo-spaziale
  • 62. MEMORIA A LUNGO TERMINE Rappresenta un deposito permanente dell’informazione. Non esistono limiti noti di capacità o di durata della traccia mnestica una volta che essa sia stata trasferita in questo magazzino. In base al tipo di informazione immagazzinata si distingue: Memoria implicita Si basa su processi prevalentemente automatici largamente inconsapevoli e utilizza codici senso motori non simbolici. Memoria esplicita richiede l’uso di strategie attive e spesso consapevoli di apprendimento. In essa distinguiamo due sottosistemi: Memoria Episodica: memoria autobiografica relativa alle conoscenze degli eventi caratterizzanti la vita di ogni persona. Memoria Semantica : magazzino in cui la conoscenza è organizzata in concetti e nelle loro reciproche relazioni.
  • 63. L’ATTENZIONE Un sistema di filtraggio delle informazioni che provengono dall’ambiente esterno o interno al soggetto. Le caratteristiche specifiche sono legate alle modalità attraverso cui si esprime il funzionamento del sistema attentivo (attenzione uditiva, visiva, spaziale ecc) ed alle componenti di cui è costituito (attenzione selettiva, sostenuta, divisa, ecc.).
  • 64. All’interno di una prospettiva multicomponenziale, si possono individuare diverse tipologie di processi attentivi relative a diverse tipologie di compiti.
  • 65. L’attenzione selettiva è il processo che seleziona gli stimoli esterni o interni che entrano nella nostra coscienza; L’attenzione focalizzata è il processo che ―focalizza‖ le risorse attentive su un solo compito, non impegnato nell’elaborazione contemporanea e consapevole di più insiemi di informazioni; L’attenzione divisa è il processo che permette l’elaborazione simultanea di vari gruppi di informazione; Lo “shift” dell’attenzione è il processo che permette il cambiamento rapido del fuoco dell’attenzione da un insieme di informazioni ad un altro.
  • 66. Lo sviluppo dell’attenzione nel bambino L’attenzione del bambino nel corso dello sviluppo si modifica sia in base ad un aumento della quantità di risorse attentive disponibili sia sulla base dell’efficienza dei processi di selezione, organizzazione, inibizione dell’interferenza e controllo dell’attività in corso. Il livello di efficienza permette di indirizzare energia attentiva su attività maggiormente complesse sul piano cognitivo. Si può dire, per semplificare, che fino al primo anno di vita prevale un ―sistema di orientamento- investigazione‖. Dopo il primo anno di vita diviene sempre più evidente l’emergere di un ―sistema controllato‖ guidato dalla capacità di raggiungere determinati obiettivi.