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Sociologia della religione
Sociologia
Prof. Vincenzo Romania
La religione è una credenza, o un insieme di credenze, relativa
all’esistenza di una realtà ultrasensibile, ultraterrena e
sovrannaturale. In forme elementari o complesse, è un
fenomeno pressoché universale nelle società umane

Giudizio sulla realtà
(su una qualsiasi realtà)
che si fonda su un atto di fede

Le credenze religiose postulano
l’esistenza di una sfera della
realtà trascendente rispetto
alla sfera della realtà percepibile

2
E’ stato Durkheim a evidenziare che una caratteristica comune a
tutte le religioni è l’opposizione tra il sacro e il profano: le varie
forme di religione si differenziano tra loro a seconda del modo con
cui tale opposizione si articola.
⇒ Il sacro è tutto ciò che incute timore reverenziale e profondo
rispetto. Possiede qualità straordinarie, soprannaturali e spesso
pericolose e generalmente ci si accosta a esso solo attraverso un
certo rituale.
⇒ Il profano è tutto ciò che si crede faccia parte del mondo
comune e non di quello soprannaturale e che in quanto tale abbia il
potere di indebolire, di rendere impuro, di corrompere.

3
La religione, nelle sue varie forme, deriva da due
esperienze tipiche della condizione umana:
- l’esperienza del limite
- l’esperienza del caso

4
esperienza del limite
Gli esseri umani sono dotati di una consapevolezza che sembra
specifica della loro specie: sanno di dover morire; essi vivono
nella certezza che la loro vita ha avuto un inizio e avrà una fine,
un limite.
esperienza del caso
L’uomo si confronta costantemente con il limite della sua capacità
di dare una spiegazione agli eventi naturali, sociali e individuali
che interferiscono con la sua esistenza. Le nostre spiegazioni
rimangono sempre parziali e provvisorie, non siamo in grado di
risalire alle cause ultime del divenire e di ricondurre l’infinita
varietà dei fenomeni a una spiegazione unitaria ed esaustiva.
5
Vi sono diversi criteri in base ai quali è possibile classificare le religioni:
1. la natura delle credenze
2. la promessa e il premio riservato ai fedeli
3. il tipo di metodica di comportamento che garantisce la salvezza

6
1. La natura delle credenze
Totemismo: i credenti riconoscono in un oggetto, in genere animale o pianta,
l’antenato comune che ha dato origine al clan
Animismo: dietro gli uomini, le cose, i fenomeni, vi sono degli spiriti che
intervengono attivamente, influenzandone il comportamento
Politeismo: il mondo degli dei è gerarchizzato e agli dei vengono attribuiti
sentimenti e aspirazioni quasi umane. Tra i due mondi, quelli umano e quello
divino, ci sono analogie e corrispondenze
Monoteismo: (ebraismo, cristianesimo, islamismo) l’eterogeneità tra divino e
umano raggiunge il grado più elevato: Dio è unico, la causa prima e l’origine di
tutte le cose
Teocentrismo: si fonda sulla credenza di un aldilà dominato dalla presenza della
divinità
Cosmocentrismo: si fonda, come nel buddismo, sulla credenza di un’armonia
universale ultraterrena
7
2. La promessa e il premio riservato ai fedeli
Religioni, come nell’induismo, che promettono il
raggiungimento di uno stato di beatitudine e di
pienezza durante la vita
Religioni della redenzione che promettono il riscatto
e la redenzione dalle pene terrene soltanto
nell’aldilà
8
3. Metodica del comportamento
⇒ Religioni che prescrivono pratiche mistiche e
contemplative di distacco dal mondo
⇒ Religioni che prescrivono una condotta ascetica di vita
extramondana: l’uomo si fa contenitore della volontà di Dio
⇒ Religioni che prescrivono una condotta ascetica e operosa
nel mondo stesso: l’uomo si fa strumento della volontà di
Dio
9
Le religioni non sono soltanto sistemi di idee; le idee per diventare
socialmente operanti hanno bisogno di uomini che agiscono
nell’ambito di gruppi più o meno organizzati, più o meno
istituzionalizzati.
Alcune forme tipiche di organizzazione religiosa, almeno
nell’ambito della tradizione ebraico-cristiana, sono:
- i movimenti religiosi
- le chiese
- gli ordini monastici
- le sette
- le denominazioni

10
I MOVIMENTI RELIGIOSI
Il movimento religioso è la forma più fluida di organizzazione
religiosa e compare quando maturano le condizioni per una
rottura delle credenze religiose tradizionali. All’origine del
movimento vi è una profezia e un profeta, che rivela agli
uomini la parola e la volontà di dio. I membri di un movimento
religioso passano attraverso l’esperienza della conversione.

11
LE CHIESE
Il movimento si trasforma in chiesa attraverso un processo di
istituzionalizzazione delle credenze e delle pratiche religiose.
Le credenze vanno sistematizzate in un corpo organico di
dottrina e codificate in un testo scritto. Le pratiche religiose
assumono un carattere di universalità, stabilità e astrattezza e
nel loro insieme vengono a costituire una liturgia alla quale
presiede un corpo di specialisti organizzato gerarchicamente.

12
GLI ORDINI MONASTICI
Gli ordini monastici rappresentano un tipo di comunità
religiosa separata dalla massa dei fedeli di una chiesa;
a essi si appartiene per scelta di dedizione a un ideale
di perfezione di vita religiosa.

13
LA SETTA
La setta è una comunità religiosa tendenzialmente
chiusa, tra i cui membri si stabiliscono legami assai
forti di fratellanza e di fiducia e che vive in un contesto
sociale formato da appartenenti ad altre religioni o
confessioni.

14
LE DENOMINAZIONI
Anche le sette passano attraverso un processo di
istituzionalizzazione e si trasformano in
denominazioni.
Mentre però le chiese tendono a essere le
organizzazioni religiose dominanti nell’ambito di
singole società, le denominazioni rispecchiano una
situazione di pluralismo religioso.

15
La religione è parte della società, ne riflette le
caratteristiche, viene influenzata dalle sue
dinamiche e, a sua volta, le influenza.

16
Tre processi di mutamento della religione
nella società contemporanea






Secolarizzazione
Privatizzazione
Pluralizzazione delle fedi e delle
denominazioni;
Prodotto: ibridazione, inclusione,
conversioni
La secolarizzazione è il processo attraverso il quale la
religione declina e perde la sua influenza nelle diverse sfere
della vita sociale.
Vari ambiti come, per esempio, il lavoro, la politica, che in
passato ne erano fortemente influenzati, vengono oggi a
emanciparsi dalla sua influenza.
La scienza ha senza dubbio svolto un ruolo decisivo in questo
processo, nel sedimentare credenze e convinzioni fondate
sulla ragione e sul metodo sperimentale.
18
Vi sono cinque diverse interpretazioni sociologiche della
religione:
- interpretazione evoluzionista
- interpretazione marxista
- interpretazione funzionalistica
- religione come fattore di mutamento
- concezione fenomenologica della religione

19
Interpretazione evoluzionistica
Secondo Comte e Spencer, la religione è
espressione di uno stadio primitivo del processo
evolutivo delle società umane. Nella modernità,
invece, essa occupa uno spazio sempre più
marginale ed è sostanzialmente destinata a essere
sostituita dalla scienza, come criterio fondamentale
di orientamento delle azioni e delle società umane.

20
Interpretazione marxista
Per il materialismo dialettico di Marx, la storia è storia di lotta di classe e la
religione ostacola il processo, mediante il quale gli oppressi prendono
coscienza dei rapporti sociali di dominio, dei quali sono vittime .
Marx considerava la religione come una forma di “falsa coscienza” e come
uno strumento nelle mani delle classi dominanti nella lotta tra le classi.
In tutte le società, la religione dominante è sempre la religione della classe
dominante nell’economia e nella politica e fornisce sempre una giustificazione
alla disuguaglianza e all’ingiustizia sociale.

21
Interpretazione funzionalistica
La religione svolge la fondamentale funzione di
integrazione sociale.
La società va pensata come un’unità, in cui le varie parti
sono tenute insieme da una credenza comune.
Secondo Durkheim, ogni atto di culto, rituale, cerimonia,
diventa l’occasione per ribadire e rafforzare l’identità
collettiva e il sentimento di appartenenza. Se nelle società
moderne la religione sembra in declino, è perché altre
forme hanno preso il suo posto e svolgono la sua funzione.
22
Religione come fattore di mutamento
Molti studiosi ritengono che le istituzioni religiose siano
conservatrici e sostengano lo status quo. In realtà è
innegabile che la religione sia stata anche un potente
fattore di mutamento sociale, un fattore di rottura della
tradizione.
Come dimostra Weber, le idee religiose sono state
storicamente delle ‘potenze rivoluzionarie’ capaci di indurre
profonde trasformazioni negli assetti sociali e culturali.

23
Interpretazione fenomenologica
Per la concezione fenomenologica l’elemento costitutivo e
universale della religione è l’esperienza del sacro. Essa pone
quindi l’accento sulla relazione tra il soggetto credente e
l’oggetto di venerazione, che si colloca su un piano
trascendente rispetto alla realtà terrena.
Diversi sono i tratti che definiscono l’esperienza religiosa:il
sentimento di essere creatura, l’esperienza del mistero,
l’aurea di mistero e di inaccessibilità del sacro.
24
Cos’è la religione?









Funzionalismo : la religione è fattore
di integrazione sociale (Parsons)
Prospettiva del conflitto : Le
religioni sono il prodotto di lotte:
inter-religiose (guerre,
competizione), intra-religiose
(eretici) che vedono vinti e
vincitori (Weber)
Potere simbolico : Chi ha diritto di dire
la verità? Le religioni esprimono la lotta
per le definizioni legittime. (Bourdieu)
Riduzionismo (XIX e XX s.):
“la religione è qualcos’altro”


Marx (1818 – 1883):

la religione è: ideologia,
sovrastruttura, falsa coscienza,
oppressione di classe








Durkheim (1858 – 1917):
la religione fornisce legame rituale;
simbolizza la società;
scienza e culti sostitutivi nella modernità





Freud (1856 – 1939):
la religione esprime
dipendenza dal fato, bisogno
di consolazione; è uno stadio
infantile dell’umanità (nevrosi
collettiva)














Fenomenologia:
La religione è …
“Potere misterioso che si crede risieda
in certi oggetti dell’esperienza ”
totem
(città, fiume, edificio, persona, parola,
libro, periodo, roccia …) (…)
L’opposizione Sacro / Profano sta alla base della dialettica
sociale e della conoscenza” (Durkheim)
“L’iniziativa umana grazie alla quale è costituito
un ordine sacro ”
“Il Sacro si contrappone al Caos:
la religione è lo sforzo di un dare
senso umano all’Universo ”
(Berger)

Cosmologia
cinese:
Yin-Yang
“Dare senso all’universo” (Berger)
(bisogni primari soddisfati dalla religione)

















ORDINE
Terrore infantile  rassicurazione materna 
ordine trascendente
GIOCO
Sospensione delle regole ordinarie  tempo festivo 
ordine eterno, a-temporale
SPERANZA
Rifiuto umano della morte 
speranza  vita eterna
GIUDIZIO - DANNAZIONE
Ingiustizie inspiegabili 
giustizia superiore (teodicea)

Cosmologia
tolemaica

Michelangelo,
giudizio
Universale (part.)
La lotta per il controllo della verità
(P. Bourdieu)










Campo culturale : cultura delle elite  scuola  riproduzione
della cultura legittima  riproduzione delle gerarchie sociali 
riproduzione della società
Campo scientifico : lotta per la “verità” mediante procedure
“empiriche”  lotta di individui e gruppi per denaro e prestigio 
produzione della “verità scientifica” = ciò che le accademie
scientifiche ritengono tale.
Campo artistico : mercato dei beni artistici. Accademia e
avanguardie  lotte per imporre il proprio gusto come “legittimo”
Campo religioso : qual è la vera religione? Chi ha diritto di dire la
verità soprannaturale?
Due modelli in Occidente Europa (monopolio) e Stati Uniti
(mercato)
Religione e secolarizzazione





La secolarizzazione è:
“Il processo per il quale il
pensiero, la pratica e le
istituzioni della religione
perdono significato sociale ”
(Wilson)

“Il processo che sottrae parti
intere della cultura
all’influenza delle istituzioni
o dei simboli religiosi ”
(Berger)

B. R. Wilson,
1926-2004

P. L. Berger (1929 - )


La secolarizzazione:
emancipazione della società dalla
religione
L’economia: superamento dei divieti
religiosi (usura)  economia politica









La politica: rivoluzioni del XVIII s.,
volontà di Dio  volontà del popolo
(democrazia)
La scienza. Galileo; Darwin; il DNA
Le scienze umane. Relativismo socioantropologico;
Psicologia. Dall’anima alla psiche; dal
peccato alla nevrosi
Le economie religiose:



Domanda: esprime
il bisogno di religione.
–
–

Significati soprannaturali
Esperienze personali e comunitarie

Offerta: di beni e servizi religiosi da parte
di apposite agenzie
–
–
–

“Chiese”: accoglienti, elastiche, tolleranti
“Sette”: esclusive, esigenti, controllanti
“Culti”: offerte varie, non esclusive, (agenzie
Il mercato religioso
italiano


Il monopolio cattolico

• Cattolicesimo, parte dell’identità nazionale
• Differenziazione interna (possibilità di scelta)
• Scarsa propensione a cambiare religione (la

conversione avrebbe un alto costo)
• Alta propensione al bricolage religioso (“Rimango
cattolico ma decido io …”)
La domanda religiosa
1. il sentimento di appartenenza
Come ti consideri?
(Valori percentuali)
Cattolico

67

Credente ma non cattolico

18

Ateo o indifferente alla religione

12

Aderisce ad altre religioni

03

Totale risposte

100
La domanda religiosa
2. le credenze
Credenze cattoliche

Percentuali di adesione

Dio è onnipotente e creatore

68

L’anima è giudicata in base al comportamento

56

Apparizioni della Madonna o altri santi

63

Guarigioni miracolose

68

Credenze “alternative” (New Age)
Fede, interesse per la reincarnazione

25

Vede il sacro nel cosmo, natura, se stesso

26

Due o più verità esoteriche

51

Credenze ateistiche
L’anima immortale non esiste

15

Dio è un'invenzione; non mi pongo il problema

09

Gesù non è l’unigenito figlio di Dio

27
La domanda religiosa
3. le pratiche




Pratiche cattoliche

  
Messa ogni settimana

.
Partecipa ad associazioni cattoliche

% di chi pratica
43
28

Pratiche “alternative”



Consulta: astrologi, maghi, ecc

14

Legge l'oroscopo

65

Segue trasmissioni di magia

20

Segue trasmissioni di astrologia

22
La domanda religiosa
4. le esperienze
Esperienza
Confessione almeno mensile
Confessione almeno episodica
Preghiera a Dio ogni settimana
Preghiera a Dio almeno episodica
Prega la Madonna, almeno raramente
Prega le anime dei morti
Si è sentito colpito dal malocchio

%
38
66
60
84
75
61
21
Diffusione di immagini non “ortodosse” di Dio:
Diffusione di immagini non “ortodosse” dell’anima
Interesse per l’esoterismo

Credenza: in due o più verità esoteriche
Curiosità: crede o ritiene probabili 2 o più verità esoteriche
Pratica: una o più esperienze nell’ultimo anno (client cult)
Profili religiosi
Come interpretare il bricolage
religioso?
• Individualismo narcisista
• Opportunismo disimpegnato
• Disinteresse per la religione
•
•
•
•

Ripristino di significati trascendenti
Re-incanto del mondo “razionalizzato”
Adattamento della religione ai vissuti personali
Appropriazione di potere (teologia selvaggia) in una
condizione di atavico monopolio religioso
CULTURA E SOCIETÀ
La cultura è l’insieme dei modi di vita dei membri di una società o di
gruppi all’interno della società.
Essa include, ad esempio, l’abbigliamento, le consuetudini
matrimoniali, la vita familiare, le forme di produzione, le convinzioni
religiose, l’uso del tempo libero.
La società è un insieme di individui legati da relazioni strutturate
sulla base di una cultura comune.
Tra cultura e società esistono forti interrelazioni, l’esistenza dell’una
è strettamente correlata all’esistenza dell’altra.
La cultura non si riferisce a caratteri ereditati, ma appresi nel
corso del processo di socializzazione.
I caratteri culturali, condivisi dai membri di una società, sono alla
base della cooperazione e della comunicazione.
Una cultura comprende:
- aspetti materiali: artefatti prodotti da una società;
- aspetti immateriali: linguaggio, valori e norme.
I valori sono le idee che definiscono ciò che è considerato
importante, degno e desiderabili in una cultura, e che guidano gli
essere umani nella loro interazione con l’ambiente sociale.
Le norme sono regole di comportamento che riflettono o incarnano
i valori di una cultura.
Valori e norme variano:
- nel tempo;
- nello spazio.
Le società possono essere distinte in:

monoculturali (culturalmente
omogenee)

multiculturali (culturalmente
composite)

All’interno di una società è possibile individuare diverse:
- subculture: segmenti di popolazione appartenenti a una società più
ampia e distinguibili sulla base di parametri culturali (es. hacker,
naturisti, hippy ecc.).
- controculture: gruppi che, respingendo i valori e le norme prevalenti
in una data società, elaborano e diffondono valori alternativi a quelli
della cultura dominante.
Ogni società, o gruppo sociale, sviluppa una
propria cultura.
Nella tendenza tipica che abbiamo a confondere
una cultura con una nazione, tendiamo a
sottovalutare l’importanza dei processi di
globalizzazione e “glocalizzazione”.
Un altro rischio è quello di ritenere gli individui
come dei “cultural dopes”.
In sociologia è importante il relativismo culturale:
lo studio di una cultura sulla base di significati e di valori che le
sono propri.
Ma
il relativismo culturale presenta anche un’insidia:
tende a considerare ugualmente legittimi tutti i costumi e i
comportamenti.
La socializzazione è il processo attraverso cui il bambino, o un
qualunque nuovo membro (es. immigrato), apprende valori,
norme e stili di vita della società di cui entra a far parte.
Alcune caratteristiche della socializzazione:
è un processo attraverso cui il bambino inerme diventa
gradualmente una persona consapevole di se stessa;
- non è una sorta di “programmazione culturale”;
- collega l’una all’altra le diverse generazioni;
- è un processo che dura quanto la vita stessa.
-
I sociologici distinguono fra:
socializzazione primaria
avviene durante l’infanzia ed è il periodo di più
intenso apprendimento culturale

socializzazione
secondaria

comincia dopo l’infanzia per continuare fino alla
maturità e oltre

I principali agenti della socializzazione sono:
- la famiglia;
- la scuola;
- il gruppo dei pari;
- le organizzazioni;
- i media;
- il lavoro.
La socializzazione va considerata come un processo adattivo, in
cui l’individuo ha un ruolo attivo e dialettico con gli altri con cui
interagisce
• Piaget sottolinea che la formazione del giudizio morale nel
bambino non dipende solo da una logica interna di sviluppo,
ma dal carattere del sistema di interazione sociale in cui è
inserito, in particolare quando il bambino entra a far parte di
gruppi di coetanei
• per Mead durante la socializzazione il bambino acquisisce la
propria identità assumendo i ruoli e gli atteggiamenti delle
persone per lui importanti, attraverso il linguaggio, ossia
attraverso la comunicazione di simboli significativi
Attraverso il processo di socializzazione gli individui
imparano a conoscere i ruoli sociali.
Un ruolo sociale è l’insieme dei comportamenti socialmente
definiti che ci aspettiamo da chi ricopre un determinato
status o posizione sociale.
Lo status può essere:

ascritto: assegnato sulla base di fattori biologici;
- acquisito: ottenuto attraverso una prestazione.
-

In ogni società ci sono master status, cioè status che hanno
priorità su tutti gli altri e determinano la posizione sociale
complessiva di una persona.
In sociologia l’identità può essere:

sociale

Si riferisce alle caratteristiche
attribuite dagli altri a un individuo
ed è plurima e cumulativa.

individuale
Si riferisce al processo di sviluppo
personale attraverso il quale
elaboriamo il senso della nostra
unicità.

Oggi noi creiamo e ricreiamo continuamente la nostra identità, perché i modelli tradizionali sono diventati meno
importanti e abbiamo sempre più possibilità di prendere autonomamente delle decisioni.
Ogni società è influenzata dal livello di “cultura materiale” che le è
propria.
Per comprendere ciò, può essere utile analizzare le forme di società
succedutesi fino all’affermazione dell’industrialismo moderno:
società di cacciatori-raccoglitori;
- società pastorali e agricole;
- società tradizionali;
- società industrializzate.
-
Il colonialismo è un fenomeno sviluppatosi fra il XVII e il XX secolo =>
creazione di colonie da parte dei paesi occidentali in molte aree
precedentemente occupate da società tradizionali ricorrendo, se
necessario, alla superiore potenza militare.
Il colonialismo rimodellò la mappa sociale e culturale del globo.
Gli studiosi hanno suddiviso il globo in:
- Primo mondo;
- Secondo mondo;
- Terzo mondo.
Le società del Primo mondo (Europa, Nord America, Australia,
Nuova Zelanda, Giappone) sono quelle industrializzate e sono
caratterizzate da:
- economie di mercato;
- sistemi politici multipartitici.
Le società del Secondo mondo (Urss ed Europa orientale) sono
scomparse con la fine della guerra fredda ed erano caratterizzate
da:
- economie pianificate;
- ruolo limitato della proprietà privata e della competizione;
- sistemi politici a partito unico.
Le società del Terzo mondo sono quelle dei paesi in via di sviluppo e molte
di queste aree hanno subìto il dominio coloniale (Asia, Africa, Sud
America).
Questi paesi sono caratterizzati da:
- stati nazionali;
- concentrazione della popolazione in aree rurali;
- recente avvio dello sviluppo urbano;
- prodotti agricoli destinati soprattutto al mercato mondiale e non al
consumo locale;
- generale arretratezza rispetto ai paesi industrializzati.
Negli ultimi 30 anni, alcuni paesi del Terzo mondo hanno intrapreso un
processo di crescita economica sensazionale e perciò sono detti paesi
di nuova industrializzazione (Singapore, Taiwan, Hong Kong, Messico,
Brasile ecc.).
In una prima fase questi processi hanno interessato paesi di piccole
dimensioni, più di recente anche grandi paesi asiatici come la Cina,
l’India, l’Indonesia.
Lo sviluppo dei paesi di nuova industrializzazione sta alterando la
tradizionale distinzione fra “Nord” e “Sud”, fra Primo e Terzo mondo.
I processi di globalizzazione stanno producendo una redistribuzione
molto complessa della ricchezza, del potere e della conoscenza.
Due paradigmi dell’idea di cultura a confronto
Paradigma antropologico:
- cultura come totalità sociale
- omogeneità culturale
- tradizione/stabilità
- condizionamento

Paradigma sociologico:
- distinzione società/cultura
- differenziazione culturale
- innovazione/cambiamento
- interazione
La genesi sociale dell’idea di cultura
La nozione di cultura appartiene alla storia occidentale e non ha
sempre equivalenti nelle altre civiltà e società. Nella ricostruzione
della sua genesi sociale, si possono distinguere due concezioni
fondamentalmente diverse:
• umanistica o classica, presenta la cultura come un ideale di
formazione individuale, un’attività che consente di “coltivare” l’animo
umano (dal verbo latino colere);
• antropologica o moderna, presenta la cultura come il variegato
insieme dei costumi e delle abitudini delle diverse popolazioni del
mondo, non concernendo quindi soltanto l’individuo, ma anche le
collettività in cui è inserito.
64
La genesi sociale dell’idea di cultura
Alla concezione umanistica corrisponde una distinzione fra ‘cultura
alta’ e ‘cultura popolare’ che è propria del senso comune e che si
esprime nel concetto di cultura come erudizione (caso dell’arte
moderna, della pop art,

65
L’idea di cultura in antropologia (tre componenti)
• Complessi di norme e di credenze esplicite, elaborati in modi più

o meno formalizzati
• Costumi e abitudini acquisite da esseri umani per il semplice
fatto di vivere in determinate comunità, comprese quindi le azioni
ordinarie della vita quotidiana
• Artefatti delle attività umane, dalle opere d’arte vere e proprie agli
oggetti di uso quotidiano e tutto quanto fa riferimento alla cultura
materiale, al sapere necessario per vivere
Le caratteristiche che definiscono la cultura nella concezione
descrittiva dell’antropologia sono principalmente tre:
• la cultura è appresa e non è riducibile alla dimensione

biologica dell’esistenza umana
• la cultura rappresenta la totalità dell’ambiente sociale
e fisico che è opera dell’uomo
• la cultura è condivisa all’interno di un gruppo o di una
società. Essa è distribuita in maniera omogenea
all’interno di tali gruppi o società.
La cultura è al centro degli interessi teorici e empirici della
sociologia classica
Gli autori legati alla Scuola di Chicago:
- sono interessati alla vita culturale nelle città americane
- studiano i nuovi processi di integrazione, di comunicazione e
mobilità sociale delle realtà urbane
- subiscono molto l’influenza dell’antropologia culturale

William Thomas studia gli immigrati nelle città statunitensi e ritiene che:
- le differenze di integrazione siano legate alla cultura
- la cultura abbia un carattere interattivo e processuale
I coniugi Lynd analizzano la vita nelle middletowns e:
- spostano l’attenzione su realtà urbane diverse dalle metropoli
- utilizzano metodi etnografici, come l’osservazione del partecipante
- evidenziano la distruzione delle comunità e dei vicinati tradizionali
- scoprono la resistenza al cambiamento nelle piccole città

George Herbert Mead:
- sviluppa una teoria della socialità della mente
- ritiene che il “sé” si formi nella relazione con gli altri
- attribuisce molta importanza al linguaggio
La cultura secondo la Scuola sociologica francese di Durkheim
• Émile Durkheim, ponendosi il problema del perché la società
stia insieme, ritiene che ogni società si stabilisce e permane
solo se si costituisce come comunità simbolica
• Nel suo studio, e in quello dei suoi allievi, hanno una grande
importanza le rappresentazioni collettive, cioè insiemi di
norme e credenze condivise da un gruppo sociale, sentite dagli
individui come obbligatorie. Esse vengono considerate da
Durkheim vere e proprie istituzioni sociali
• Esse costituiscono il cemento della società, consentono la
comunicazione tra i suoi membri e mutano con il cambiamento
sociale
La cultura nella tradizione sociologica tedesca
Max Weber e Georg Simmel ritengono che:
• la comprensione e la spiegazione non sono metodi antitetici
nell’analisi dei fenomeni sociali e culturali, bensì complementari
• il ruolo delle idee come motore degli eventi umani è tanto
importante quanto quello delle condizioni materiali di vita delle varie
classi sociali
• credenze e valori sono concezioni del mondo che si costituiscono
all’interno di contesti di interazione sociale, nella relazione con gli
altri, assumendo in tal modo un carattere intersoggettivo
Alfred Weber ritiene che:
- vi sia una netta separazione tra il mondo della scienza e quello
della cultura
- i prodotti della cultura non sono classificabili od ordinabili

Karl Mannheim e Max Scheler:
- elaborano i fondamenti della sociologia della conoscenza
- ricercano le relazioni tra esistenza sociale e pensiero
- mentre per Scheler i fattori sociali favoriscono solo la comparsa,
in un dato periodo storico, di certe configurazioni di valori piuttosto che
altre, per Mannheim essi condizionano anche il loro
contenuto
Dopo anni di scarso interesse da parte dei sociologi, Talcott Parsons
riprende il tema della cultura e la considera come uno dei
sottosistemi del suo sistema generale dell’azione

L’organismo
biologico
(Adattamento)

La personalità
(Conseguimento)

La cultura

Il sistema sociale

(Latenza)

(Integrazione)
Si possono distinguere quattro dimensioni principali della cultura:
coerenza/incoerenza. Le proposizioni culturali costituiscono un
insieme in cui sono individuabili dei principi ordinatori e non un
agglomerato di elementi tra loro sconnessi. Il grado interno di
coerenza è tuttavia variabile
pubblico/privato. La cultura è pubblica, nel senso che le proposizioni
da cui è costituita sono codificate entro simboli e linguaggi
collettivi all’interno di gruppi sociali e accessibili da tutti
oggettività/soggettività. La cultura è un fatto oggettivo, nel senso
che va al di là degli individui per occupare uno spazio e una
rilevanza sociale autonoma. Esiste anche un lato soggettivo
della cultura, costituito dalle interpretazioni che di questa
danno gli individui
esplicito/implicito. La cultura può essere manifesta, tematizzata
esplicitamente, più o meno elaborata teoricamente, o può
essere tacita, non tematizzata, che gli individui condividono
senza saperla necessariamente giustificare
Oltre a queste dimensioni analitiche, si distinguono quattro
componenti della cultura: valori, norme, concetti e simboli
I valori
• I valori si distinguono dalle preferenze perché indicano ciò
che è desiderabile e non ciò che è desiderato, comportano
cioè un dover essere. La loro efficacia sociale dipende
dall’operare di sentimenti interiorizzati
• I valori variano storicamente e geograficamente, perché non
appartengono al mondo assoluto delle idee, ma sono
interconnessi alla realtà sociale
• Parsons identifica quattro dilemmi fondamentali (chiamati
“variabili strutturali”) che costituiscono, nelle culture moderne,
una sorta di mappa dei valori socialmente riconosciuti:
universalismo/particolarismo, prestazione/qualità,
neutralità affettiva /affettività, specificità/ diffusione
Le norme
• Le norme sono più specifiche e imperative dei valori; la loro

efficacia sociale dipende eminentemente (anche se non
esclusivamente) da forme di controllo esterno del
comportamento
• Le norme costitutive costituiscono, cioè generano, una
pratica che prima della loro formulazione non esisteva.
Rientrano tra queste, ad esempio, le regole dei giochi
• Le norme regolative, invece, si limitano a regolamentare
delle pratiche già esistenti. In questo tipo rientra la grande
maggioranza delle norme, dai precetti religiosi alle leggi dello
stato
I concetti
• I concetti sono le proposizioni descrittive della realtà, che i

soggetti utilizzano per organizzare cognitivamente la loro
esperienza
• I concetti o credenze proposizionali sono quelli che bastano
a identificare una sola proposizione e il cui significato è del
tutto univoco e non si presta a differenti interpretazioni
• I concetti o credenze semi-proposizionali si prestano invece
a molte interpretazioni differenti e il loro significato è vago e
piuttosto indeterminato
I simboli
• I simboli sono segni sia convenzionali, tali in virtù di una
convenzione, sia analogici, cioè capaci di evocare una
relazione tra un oggetto concreto e un’idea astratta
• I simboli sono diversi dai segnali, che hanno un puro valore
informativo e non evocativo
• I simboli sono diversi anche dai marchi, che hanno un valore
solamente soggettivo
• I simboli possiedono un forte carattere intersoggettivo, in
quanto sono condivisi da un gruppo sociale
Il pluralismo culturale nelle società contemporanee
L’elevata complessità sociale delle società contemporanee è
legata anche al fatto che in esse si afferma il pluralismo
culturale, inteso come:
• coesistenza di diversi sistemi simbolici, solo scarsamente

correlati tra loro
• l’individuo, posto di fronte alla pluralità delle opzioni, tende ad
assumere un atteggiamento riflessivo, ad affidarsi, più che
alla tradizione o ad altre fonti di autorità, all’esperienza
personale. Ciò genera senso di libertà, ma anche incertezza

80
Le subculture
Lo studio delle subculture, intese come culture di gruppo
subordinate alla cultura della società più ampia, è uno dei modi
per analizzare la differenziazione sociale. Due sono i filoni di
ricerca principali:
• Scuola di Chicago, i cui studi mettono in luce il fatto che le
subculture devianti nascono come soluzioni innovative di gruppo al
problema dell’adattamento sociale
• Scuola di Birmingham (Center for Contemporary Cultural
Studies) più attenta alle subculture giovanili in genere, in particolare
quelle “spettacolari”, di cui si mette in luce il carattere attivo, spesso
di antagonismo simbolico, e il rapporto con l’identità collettiva
I processi comunicativi
Uno dei veicoli più importanti di diffusione della cultura è il
linguaggio, al cui proposito occorre rilevare che:
• tra linguaggio e pensiero esiste un complesso processo di
interazione
• il linguaggio verbale è spesso accompagnato da codici non
verbali
• pur essendo universale, il linguaggio varia in funzione della
struttura sociale e della cultura in una determinata società
• il linguaggio può denotare un concetto, cioè etichettarlo in
maniera univoca, e può connotarlo, vale a dire riferirsi alle sue
associazioni implicite, a significati ulteriori oltre ciò che
direttamente indica
82
Il linguaggio è poi al centro dei processi che vengono definiti di
comunicazione di massa, su vasta scala e che raggiungono
contemporaneamente milioni di persone
• i mezzi tecnici di questo tipo di comunicazione permettono un
alto grado di fissazione, diffusione e riproducibilità dei
contenuti, favorendo anche la partecipazione
• l’apparato istituzionale che governa questi processi è il
sistema dell’industria culturale, inteso come insieme delle
organizzazioni che producono e distribuiscono tali contenuti
• qui si produce poi il distanziamento spazio-temporale,
inteso come distacco della forma simbolica trasmessa dal suo
originario contesto di produzione e suo trasferimento in nuovi
contesti collocati in tempi e luoghi differenti
83
La socializzazione
La socializzazione è quel processo attraverso il quale l’individuo
diventa un essere pienamente sociale e si integra, in modo più
o meno completo, in un gruppo o in una comunità. Può essere:
• primaria, quando fa riferimento ai processi di acquisizione delle

conoscenze di base
• secondaria, quando fa riferimento all’apprendimento di ruoli
specializzati, legati alla scuola, al mondo del lavoro, alla
cittadinanza
• legata ai riti di passaggio, che però nelle società contemporanee
sono in crisi a causa della condizione di moratoria sociale assunta
dalla giovinezza
84
Istituzionalizzazione e legittimazione
Oltre alla socializzazione altri due processi sono molto
importanti per la vita sociale e culturale
• l’istituzionalizzazione, intesa come il processo attraverso il
quale alcune relazioni e azioni sociali vengono oggettivate e date
per scontate dai componenti di un determinato gruppo sociale.
Essa ha origine nella consuetudinarietà
• la legittimazione, intesa come la spiegazione e giustificazione
dell’esistenza e delle funzioni delle istituzioni sociali. Essa, che
Berger e Luckmann intendono come un’ “oggettivazione di
secondo grado”, integra in un ordine simbolico e cognitivo più
elevato i singoli e parziali aspetti culturali

85

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Religione e cultura

  • 2. La religione è una credenza, o un insieme di credenze, relativa all’esistenza di una realtà ultrasensibile, ultraterrena e sovrannaturale. In forme elementari o complesse, è un fenomeno pressoché universale nelle società umane Giudizio sulla realtà (su una qualsiasi realtà) che si fonda su un atto di fede Le credenze religiose postulano l’esistenza di una sfera della realtà trascendente rispetto alla sfera della realtà percepibile 2
  • 3. E’ stato Durkheim a evidenziare che una caratteristica comune a tutte le religioni è l’opposizione tra il sacro e il profano: le varie forme di religione si differenziano tra loro a seconda del modo con cui tale opposizione si articola. ⇒ Il sacro è tutto ciò che incute timore reverenziale e profondo rispetto. Possiede qualità straordinarie, soprannaturali e spesso pericolose e generalmente ci si accosta a esso solo attraverso un certo rituale. ⇒ Il profano è tutto ciò che si crede faccia parte del mondo comune e non di quello soprannaturale e che in quanto tale abbia il potere di indebolire, di rendere impuro, di corrompere. 3
  • 4. La religione, nelle sue varie forme, deriva da due esperienze tipiche della condizione umana: - l’esperienza del limite - l’esperienza del caso 4
  • 5. esperienza del limite Gli esseri umani sono dotati di una consapevolezza che sembra specifica della loro specie: sanno di dover morire; essi vivono nella certezza che la loro vita ha avuto un inizio e avrà una fine, un limite. esperienza del caso L’uomo si confronta costantemente con il limite della sua capacità di dare una spiegazione agli eventi naturali, sociali e individuali che interferiscono con la sua esistenza. Le nostre spiegazioni rimangono sempre parziali e provvisorie, non siamo in grado di risalire alle cause ultime del divenire e di ricondurre l’infinita varietà dei fenomeni a una spiegazione unitaria ed esaustiva. 5
  • 6. Vi sono diversi criteri in base ai quali è possibile classificare le religioni: 1. la natura delle credenze 2. la promessa e il premio riservato ai fedeli 3. il tipo di metodica di comportamento che garantisce la salvezza 6
  • 7. 1. La natura delle credenze Totemismo: i credenti riconoscono in un oggetto, in genere animale o pianta, l’antenato comune che ha dato origine al clan Animismo: dietro gli uomini, le cose, i fenomeni, vi sono degli spiriti che intervengono attivamente, influenzandone il comportamento Politeismo: il mondo degli dei è gerarchizzato e agli dei vengono attribuiti sentimenti e aspirazioni quasi umane. Tra i due mondi, quelli umano e quello divino, ci sono analogie e corrispondenze Monoteismo: (ebraismo, cristianesimo, islamismo) l’eterogeneità tra divino e umano raggiunge il grado più elevato: Dio è unico, la causa prima e l’origine di tutte le cose Teocentrismo: si fonda sulla credenza di un aldilà dominato dalla presenza della divinità Cosmocentrismo: si fonda, come nel buddismo, sulla credenza di un’armonia universale ultraterrena 7
  • 8. 2. La promessa e il premio riservato ai fedeli Religioni, come nell’induismo, che promettono il raggiungimento di uno stato di beatitudine e di pienezza durante la vita Religioni della redenzione che promettono il riscatto e la redenzione dalle pene terrene soltanto nell’aldilà 8
  • 9. 3. Metodica del comportamento ⇒ Religioni che prescrivono pratiche mistiche e contemplative di distacco dal mondo ⇒ Religioni che prescrivono una condotta ascetica di vita extramondana: l’uomo si fa contenitore della volontà di Dio ⇒ Religioni che prescrivono una condotta ascetica e operosa nel mondo stesso: l’uomo si fa strumento della volontà di Dio 9
  • 10. Le religioni non sono soltanto sistemi di idee; le idee per diventare socialmente operanti hanno bisogno di uomini che agiscono nell’ambito di gruppi più o meno organizzati, più o meno istituzionalizzati. Alcune forme tipiche di organizzazione religiosa, almeno nell’ambito della tradizione ebraico-cristiana, sono: - i movimenti religiosi - le chiese - gli ordini monastici - le sette - le denominazioni 10
  • 11. I MOVIMENTI RELIGIOSI Il movimento religioso è la forma più fluida di organizzazione religiosa e compare quando maturano le condizioni per una rottura delle credenze religiose tradizionali. All’origine del movimento vi è una profezia e un profeta, che rivela agli uomini la parola e la volontà di dio. I membri di un movimento religioso passano attraverso l’esperienza della conversione. 11
  • 12. LE CHIESE Il movimento si trasforma in chiesa attraverso un processo di istituzionalizzazione delle credenze e delle pratiche religiose. Le credenze vanno sistematizzate in un corpo organico di dottrina e codificate in un testo scritto. Le pratiche religiose assumono un carattere di universalità, stabilità e astrattezza e nel loro insieme vengono a costituire una liturgia alla quale presiede un corpo di specialisti organizzato gerarchicamente. 12
  • 13. GLI ORDINI MONASTICI Gli ordini monastici rappresentano un tipo di comunità religiosa separata dalla massa dei fedeli di una chiesa; a essi si appartiene per scelta di dedizione a un ideale di perfezione di vita religiosa. 13
  • 14. LA SETTA La setta è una comunità religiosa tendenzialmente chiusa, tra i cui membri si stabiliscono legami assai forti di fratellanza e di fiducia e che vive in un contesto sociale formato da appartenenti ad altre religioni o confessioni. 14
  • 15. LE DENOMINAZIONI Anche le sette passano attraverso un processo di istituzionalizzazione e si trasformano in denominazioni. Mentre però le chiese tendono a essere le organizzazioni religiose dominanti nell’ambito di singole società, le denominazioni rispecchiano una situazione di pluralismo religioso. 15
  • 16. La religione è parte della società, ne riflette le caratteristiche, viene influenzata dalle sue dinamiche e, a sua volta, le influenza. 16
  • 17. Tre processi di mutamento della religione nella società contemporanea     Secolarizzazione Privatizzazione Pluralizzazione delle fedi e delle denominazioni; Prodotto: ibridazione, inclusione, conversioni
  • 18. La secolarizzazione è il processo attraverso il quale la religione declina e perde la sua influenza nelle diverse sfere della vita sociale. Vari ambiti come, per esempio, il lavoro, la politica, che in passato ne erano fortemente influenzati, vengono oggi a emanciparsi dalla sua influenza. La scienza ha senza dubbio svolto un ruolo decisivo in questo processo, nel sedimentare credenze e convinzioni fondate sulla ragione e sul metodo sperimentale. 18
  • 19. Vi sono cinque diverse interpretazioni sociologiche della religione: - interpretazione evoluzionista - interpretazione marxista - interpretazione funzionalistica - religione come fattore di mutamento - concezione fenomenologica della religione 19
  • 20. Interpretazione evoluzionistica Secondo Comte e Spencer, la religione è espressione di uno stadio primitivo del processo evolutivo delle società umane. Nella modernità, invece, essa occupa uno spazio sempre più marginale ed è sostanzialmente destinata a essere sostituita dalla scienza, come criterio fondamentale di orientamento delle azioni e delle società umane. 20
  • 21. Interpretazione marxista Per il materialismo dialettico di Marx, la storia è storia di lotta di classe e la religione ostacola il processo, mediante il quale gli oppressi prendono coscienza dei rapporti sociali di dominio, dei quali sono vittime . Marx considerava la religione come una forma di “falsa coscienza” e come uno strumento nelle mani delle classi dominanti nella lotta tra le classi. In tutte le società, la religione dominante è sempre la religione della classe dominante nell’economia e nella politica e fornisce sempre una giustificazione alla disuguaglianza e all’ingiustizia sociale. 21
  • 22. Interpretazione funzionalistica La religione svolge la fondamentale funzione di integrazione sociale. La società va pensata come un’unità, in cui le varie parti sono tenute insieme da una credenza comune. Secondo Durkheim, ogni atto di culto, rituale, cerimonia, diventa l’occasione per ribadire e rafforzare l’identità collettiva e il sentimento di appartenenza. Se nelle società moderne la religione sembra in declino, è perché altre forme hanno preso il suo posto e svolgono la sua funzione. 22
  • 23. Religione come fattore di mutamento Molti studiosi ritengono che le istituzioni religiose siano conservatrici e sostengano lo status quo. In realtà è innegabile che la religione sia stata anche un potente fattore di mutamento sociale, un fattore di rottura della tradizione. Come dimostra Weber, le idee religiose sono state storicamente delle ‘potenze rivoluzionarie’ capaci di indurre profonde trasformazioni negli assetti sociali e culturali. 23
  • 24. Interpretazione fenomenologica Per la concezione fenomenologica l’elemento costitutivo e universale della religione è l’esperienza del sacro. Essa pone quindi l’accento sulla relazione tra il soggetto credente e l’oggetto di venerazione, che si colloca su un piano trascendente rispetto alla realtà terrena. Diversi sono i tratti che definiscono l’esperienza religiosa:il sentimento di essere creatura, l’esperienza del mistero, l’aurea di mistero e di inaccessibilità del sacro. 24
  • 25. Cos’è la religione?       Funzionalismo : la religione è fattore di integrazione sociale (Parsons) Prospettiva del conflitto : Le religioni sono il prodotto di lotte: inter-religiose (guerre, competizione), intra-religiose (eretici) che vedono vinti e vincitori (Weber) Potere simbolico : Chi ha diritto di dire la verità? Le religioni esprimono la lotta per le definizioni legittime. (Bourdieu)
  • 26. Riduzionismo (XIX e XX s.): “la religione è qualcos’altro”  Marx (1818 – 1883): la religione è: ideologia, sovrastruttura, falsa coscienza, oppressione di classe      Durkheim (1858 – 1917): la religione fornisce legame rituale; simbolizza la società; scienza e culti sostitutivi nella modernità    Freud (1856 – 1939): la religione esprime dipendenza dal fato, bisogno di consolazione; è uno stadio infantile dell’umanità (nevrosi collettiva)
  • 27.             Fenomenologia: La religione è … “Potere misterioso che si crede risieda in certi oggetti dell’esperienza ” totem (città, fiume, edificio, persona, parola, libro, periodo, roccia …) (…) L’opposizione Sacro / Profano sta alla base della dialettica sociale e della conoscenza” (Durkheim) “L’iniziativa umana grazie alla quale è costituito un ordine sacro ” “Il Sacro si contrappone al Caos: la religione è lo sforzo di un dare senso umano all’Universo ” (Berger) Cosmologia cinese: Yin-Yang
  • 28. “Dare senso all’universo” (Berger) (bisogni primari soddisfati dalla religione)             ORDINE Terrore infantile  rassicurazione materna  ordine trascendente GIOCO Sospensione delle regole ordinarie  tempo festivo  ordine eterno, a-temporale SPERANZA Rifiuto umano della morte  speranza  vita eterna GIUDIZIO - DANNAZIONE Ingiustizie inspiegabili  giustizia superiore (teodicea) Cosmologia tolemaica Michelangelo, giudizio Universale (part.)
  • 29. La lotta per il controllo della verità (P. Bourdieu)       Campo culturale : cultura delle elite  scuola  riproduzione della cultura legittima  riproduzione delle gerarchie sociali  riproduzione della società Campo scientifico : lotta per la “verità” mediante procedure “empiriche”  lotta di individui e gruppi per denaro e prestigio  produzione della “verità scientifica” = ciò che le accademie scientifiche ritengono tale. Campo artistico : mercato dei beni artistici. Accademia e avanguardie  lotte per imporre il proprio gusto come “legittimo” Campo religioso : qual è la vera religione? Chi ha diritto di dire la verità soprannaturale? Due modelli in Occidente Europa (monopolio) e Stati Uniti (mercato)
  • 30. Religione e secolarizzazione    La secolarizzazione è: “Il processo per il quale il pensiero, la pratica e le istituzioni della religione perdono significato sociale ” (Wilson) “Il processo che sottrae parti intere della cultura all’influenza delle istituzioni o dei simboli religiosi ” (Berger) B. R. Wilson, 1926-2004 P. L. Berger (1929 - )
  • 31.  La secolarizzazione: emancipazione della società dalla religione L’economia: superamento dei divieti religiosi (usura)  economia politica     La politica: rivoluzioni del XVIII s., volontà di Dio  volontà del popolo (democrazia) La scienza. Galileo; Darwin; il DNA Le scienze umane. Relativismo socioantropologico; Psicologia. Dall’anima alla psiche; dal peccato alla nevrosi
  • 32. Le economie religiose:   Domanda: esprime il bisogno di religione. – – Significati soprannaturali Esperienze personali e comunitarie Offerta: di beni e servizi religiosi da parte di apposite agenzie – – – “Chiese”: accoglienti, elastiche, tolleranti “Sette”: esclusive, esigenti, controllanti “Culti”: offerte varie, non esclusive, (agenzie
  • 33. Il mercato religioso italiano  Il monopolio cattolico • Cattolicesimo, parte dell’identità nazionale • Differenziazione interna (possibilità di scelta) • Scarsa propensione a cambiare religione (la conversione avrebbe un alto costo) • Alta propensione al bricolage religioso (“Rimango cattolico ma decido io …”)
  • 34.
  • 35.
  • 36.
  • 37. La domanda religiosa 1. il sentimento di appartenenza Come ti consideri? (Valori percentuali) Cattolico 67 Credente ma non cattolico 18 Ateo o indifferente alla religione 12 Aderisce ad altre religioni 03 Totale risposte 100
  • 38. La domanda religiosa 2. le credenze Credenze cattoliche Percentuali di adesione Dio è onnipotente e creatore 68 L’anima è giudicata in base al comportamento 56 Apparizioni della Madonna o altri santi 63 Guarigioni miracolose 68 Credenze “alternative” (New Age) Fede, interesse per la reincarnazione 25 Vede il sacro nel cosmo, natura, se stesso 26 Due o più verità esoteriche 51 Credenze ateistiche L’anima immortale non esiste 15 Dio è un'invenzione; non mi pongo il problema 09 Gesù non è l’unigenito figlio di Dio 27
  • 39. La domanda religiosa 3. le pratiche    Pratiche cattoliche    Messa ogni settimana . Partecipa ad associazioni cattoliche % di chi pratica 43 28 Pratiche “alternative”  Consulta: astrologi, maghi, ecc 14 Legge l'oroscopo 65 Segue trasmissioni di magia 20 Segue trasmissioni di astrologia 22
  • 40. La domanda religiosa 4. le esperienze Esperienza Confessione almeno mensile Confessione almeno episodica Preghiera a Dio ogni settimana Preghiera a Dio almeno episodica Prega la Madonna, almeno raramente Prega le anime dei morti Si è sentito colpito dal malocchio % 38 66 60 84 75 61 21
  • 41. Diffusione di immagini non “ortodosse” di Dio:
  • 42. Diffusione di immagini non “ortodosse” dell’anima
  • 43. Interesse per l’esoterismo Credenza: in due o più verità esoteriche Curiosità: crede o ritiene probabili 2 o più verità esoteriche Pratica: una o più esperienze nell’ultimo anno (client cult)
  • 45. Come interpretare il bricolage religioso? • Individualismo narcisista • Opportunismo disimpegnato • Disinteresse per la religione • • • • Ripristino di significati trascendenti Re-incanto del mondo “razionalizzato” Adattamento della religione ai vissuti personali Appropriazione di potere (teologia selvaggia) in una condizione di atavico monopolio religioso
  • 47. La cultura è l’insieme dei modi di vita dei membri di una società o di gruppi all’interno della società. Essa include, ad esempio, l’abbigliamento, le consuetudini matrimoniali, la vita familiare, le forme di produzione, le convinzioni religiose, l’uso del tempo libero. La società è un insieme di individui legati da relazioni strutturate sulla base di una cultura comune. Tra cultura e società esistono forti interrelazioni, l’esistenza dell’una è strettamente correlata all’esistenza dell’altra.
  • 48. La cultura non si riferisce a caratteri ereditati, ma appresi nel corso del processo di socializzazione. I caratteri culturali, condivisi dai membri di una società, sono alla base della cooperazione e della comunicazione. Una cultura comprende: - aspetti materiali: artefatti prodotti da una società; - aspetti immateriali: linguaggio, valori e norme.
  • 49. I valori sono le idee che definiscono ciò che è considerato importante, degno e desiderabili in una cultura, e che guidano gli essere umani nella loro interazione con l’ambiente sociale. Le norme sono regole di comportamento che riflettono o incarnano i valori di una cultura. Valori e norme variano: - nel tempo; - nello spazio.
  • 50. Le società possono essere distinte in: monoculturali (culturalmente omogenee) multiculturali (culturalmente composite) All’interno di una società è possibile individuare diverse: - subculture: segmenti di popolazione appartenenti a una società più ampia e distinguibili sulla base di parametri culturali (es. hacker, naturisti, hippy ecc.). - controculture: gruppi che, respingendo i valori e le norme prevalenti in una data società, elaborano e diffondono valori alternativi a quelli della cultura dominante.
  • 51. Ogni società, o gruppo sociale, sviluppa una propria cultura. Nella tendenza tipica che abbiamo a confondere una cultura con una nazione, tendiamo a sottovalutare l’importanza dei processi di globalizzazione e “glocalizzazione”. Un altro rischio è quello di ritenere gli individui come dei “cultural dopes”.
  • 52. In sociologia è importante il relativismo culturale: lo studio di una cultura sulla base di significati e di valori che le sono propri. Ma il relativismo culturale presenta anche un’insidia: tende a considerare ugualmente legittimi tutti i costumi e i comportamenti.
  • 53. La socializzazione è il processo attraverso cui il bambino, o un qualunque nuovo membro (es. immigrato), apprende valori, norme e stili di vita della società di cui entra a far parte. Alcune caratteristiche della socializzazione: è un processo attraverso cui il bambino inerme diventa gradualmente una persona consapevole di se stessa; - non è una sorta di “programmazione culturale”; - collega l’una all’altra le diverse generazioni; - è un processo che dura quanto la vita stessa. -
  • 54. I sociologici distinguono fra: socializzazione primaria avviene durante l’infanzia ed è il periodo di più intenso apprendimento culturale socializzazione secondaria comincia dopo l’infanzia per continuare fino alla maturità e oltre I principali agenti della socializzazione sono: - la famiglia; - la scuola; - il gruppo dei pari; - le organizzazioni; - i media; - il lavoro.
  • 55. La socializzazione va considerata come un processo adattivo, in cui l’individuo ha un ruolo attivo e dialettico con gli altri con cui interagisce • Piaget sottolinea che la formazione del giudizio morale nel bambino non dipende solo da una logica interna di sviluppo, ma dal carattere del sistema di interazione sociale in cui è inserito, in particolare quando il bambino entra a far parte di gruppi di coetanei • per Mead durante la socializzazione il bambino acquisisce la propria identità assumendo i ruoli e gli atteggiamenti delle persone per lui importanti, attraverso il linguaggio, ossia attraverso la comunicazione di simboli significativi
  • 56. Attraverso il processo di socializzazione gli individui imparano a conoscere i ruoli sociali. Un ruolo sociale è l’insieme dei comportamenti socialmente definiti che ci aspettiamo da chi ricopre un determinato status o posizione sociale. Lo status può essere: ascritto: assegnato sulla base di fattori biologici; - acquisito: ottenuto attraverso una prestazione. - In ogni società ci sono master status, cioè status che hanno priorità su tutti gli altri e determinano la posizione sociale complessiva di una persona.
  • 57. In sociologia l’identità può essere: sociale Si riferisce alle caratteristiche attribuite dagli altri a un individuo ed è plurima e cumulativa. individuale Si riferisce al processo di sviluppo personale attraverso il quale elaboriamo il senso della nostra unicità. Oggi noi creiamo e ricreiamo continuamente la nostra identità, perché i modelli tradizionali sono diventati meno importanti e abbiamo sempre più possibilità di prendere autonomamente delle decisioni.
  • 58. Ogni società è influenzata dal livello di “cultura materiale” che le è propria. Per comprendere ciò, può essere utile analizzare le forme di società succedutesi fino all’affermazione dell’industrialismo moderno: società di cacciatori-raccoglitori; - società pastorali e agricole; - società tradizionali; - società industrializzate. -
  • 59. Il colonialismo è un fenomeno sviluppatosi fra il XVII e il XX secolo => creazione di colonie da parte dei paesi occidentali in molte aree precedentemente occupate da società tradizionali ricorrendo, se necessario, alla superiore potenza militare. Il colonialismo rimodellò la mappa sociale e culturale del globo. Gli studiosi hanno suddiviso il globo in: - Primo mondo; - Secondo mondo; - Terzo mondo.
  • 60. Le società del Primo mondo (Europa, Nord America, Australia, Nuova Zelanda, Giappone) sono quelle industrializzate e sono caratterizzate da: - economie di mercato; - sistemi politici multipartitici. Le società del Secondo mondo (Urss ed Europa orientale) sono scomparse con la fine della guerra fredda ed erano caratterizzate da: - economie pianificate; - ruolo limitato della proprietà privata e della competizione; - sistemi politici a partito unico.
  • 61. Le società del Terzo mondo sono quelle dei paesi in via di sviluppo e molte di queste aree hanno subìto il dominio coloniale (Asia, Africa, Sud America). Questi paesi sono caratterizzati da: - stati nazionali; - concentrazione della popolazione in aree rurali; - recente avvio dello sviluppo urbano; - prodotti agricoli destinati soprattutto al mercato mondiale e non al consumo locale; - generale arretratezza rispetto ai paesi industrializzati.
  • 62. Negli ultimi 30 anni, alcuni paesi del Terzo mondo hanno intrapreso un processo di crescita economica sensazionale e perciò sono detti paesi di nuova industrializzazione (Singapore, Taiwan, Hong Kong, Messico, Brasile ecc.). In una prima fase questi processi hanno interessato paesi di piccole dimensioni, più di recente anche grandi paesi asiatici come la Cina, l’India, l’Indonesia. Lo sviluppo dei paesi di nuova industrializzazione sta alterando la tradizionale distinzione fra “Nord” e “Sud”, fra Primo e Terzo mondo. I processi di globalizzazione stanno producendo una redistribuzione molto complessa della ricchezza, del potere e della conoscenza.
  • 63. Due paradigmi dell’idea di cultura a confronto Paradigma antropologico: - cultura come totalità sociale - omogeneità culturale - tradizione/stabilità - condizionamento Paradigma sociologico: - distinzione società/cultura - differenziazione culturale - innovazione/cambiamento - interazione
  • 64. La genesi sociale dell’idea di cultura La nozione di cultura appartiene alla storia occidentale e non ha sempre equivalenti nelle altre civiltà e società. Nella ricostruzione della sua genesi sociale, si possono distinguere due concezioni fondamentalmente diverse: • umanistica o classica, presenta la cultura come un ideale di formazione individuale, un’attività che consente di “coltivare” l’animo umano (dal verbo latino colere); • antropologica o moderna, presenta la cultura come il variegato insieme dei costumi e delle abitudini delle diverse popolazioni del mondo, non concernendo quindi soltanto l’individuo, ma anche le collettività in cui è inserito. 64
  • 65. La genesi sociale dell’idea di cultura Alla concezione umanistica corrisponde una distinzione fra ‘cultura alta’ e ‘cultura popolare’ che è propria del senso comune e che si esprime nel concetto di cultura come erudizione (caso dell’arte moderna, della pop art, 65
  • 66. L’idea di cultura in antropologia (tre componenti) • Complessi di norme e di credenze esplicite, elaborati in modi più o meno formalizzati • Costumi e abitudini acquisite da esseri umani per il semplice fatto di vivere in determinate comunità, comprese quindi le azioni ordinarie della vita quotidiana • Artefatti delle attività umane, dalle opere d’arte vere e proprie agli oggetti di uso quotidiano e tutto quanto fa riferimento alla cultura materiale, al sapere necessario per vivere
  • 67. Le caratteristiche che definiscono la cultura nella concezione descrittiva dell’antropologia sono principalmente tre: • la cultura è appresa e non è riducibile alla dimensione biologica dell’esistenza umana • la cultura rappresenta la totalità dell’ambiente sociale e fisico che è opera dell’uomo • la cultura è condivisa all’interno di un gruppo o di una società. Essa è distribuita in maniera omogenea all’interno di tali gruppi o società.
  • 68. La cultura è al centro degli interessi teorici e empirici della sociologia classica Gli autori legati alla Scuola di Chicago: - sono interessati alla vita culturale nelle città americane - studiano i nuovi processi di integrazione, di comunicazione e mobilità sociale delle realtà urbane - subiscono molto l’influenza dell’antropologia culturale William Thomas studia gli immigrati nelle città statunitensi e ritiene che: - le differenze di integrazione siano legate alla cultura - la cultura abbia un carattere interattivo e processuale
  • 69. I coniugi Lynd analizzano la vita nelle middletowns e: - spostano l’attenzione su realtà urbane diverse dalle metropoli - utilizzano metodi etnografici, come l’osservazione del partecipante - evidenziano la distruzione delle comunità e dei vicinati tradizionali - scoprono la resistenza al cambiamento nelle piccole città George Herbert Mead: - sviluppa una teoria della socialità della mente - ritiene che il “sé” si formi nella relazione con gli altri - attribuisce molta importanza al linguaggio
  • 70. La cultura secondo la Scuola sociologica francese di Durkheim • Émile Durkheim, ponendosi il problema del perché la società stia insieme, ritiene che ogni società si stabilisce e permane solo se si costituisce come comunità simbolica • Nel suo studio, e in quello dei suoi allievi, hanno una grande importanza le rappresentazioni collettive, cioè insiemi di norme e credenze condivise da un gruppo sociale, sentite dagli individui come obbligatorie. Esse vengono considerate da Durkheim vere e proprie istituzioni sociali • Esse costituiscono il cemento della società, consentono la comunicazione tra i suoi membri e mutano con il cambiamento sociale
  • 71. La cultura nella tradizione sociologica tedesca Max Weber e Georg Simmel ritengono che: • la comprensione e la spiegazione non sono metodi antitetici nell’analisi dei fenomeni sociali e culturali, bensì complementari • il ruolo delle idee come motore degli eventi umani è tanto importante quanto quello delle condizioni materiali di vita delle varie classi sociali • credenze e valori sono concezioni del mondo che si costituiscono all’interno di contesti di interazione sociale, nella relazione con gli altri, assumendo in tal modo un carattere intersoggettivo
  • 72. Alfred Weber ritiene che: - vi sia una netta separazione tra il mondo della scienza e quello della cultura - i prodotti della cultura non sono classificabili od ordinabili Karl Mannheim e Max Scheler: - elaborano i fondamenti della sociologia della conoscenza - ricercano le relazioni tra esistenza sociale e pensiero - mentre per Scheler i fattori sociali favoriscono solo la comparsa, in un dato periodo storico, di certe configurazioni di valori piuttosto che altre, per Mannheim essi condizionano anche il loro contenuto
  • 73. Dopo anni di scarso interesse da parte dei sociologi, Talcott Parsons riprende il tema della cultura e la considera come uno dei sottosistemi del suo sistema generale dell’azione L’organismo biologico (Adattamento) La personalità (Conseguimento) La cultura Il sistema sociale (Latenza) (Integrazione)
  • 74. Si possono distinguere quattro dimensioni principali della cultura: coerenza/incoerenza. Le proposizioni culturali costituiscono un insieme in cui sono individuabili dei principi ordinatori e non un agglomerato di elementi tra loro sconnessi. Il grado interno di coerenza è tuttavia variabile pubblico/privato. La cultura è pubblica, nel senso che le proposizioni da cui è costituita sono codificate entro simboli e linguaggi collettivi all’interno di gruppi sociali e accessibili da tutti
  • 75. oggettività/soggettività. La cultura è un fatto oggettivo, nel senso che va al di là degli individui per occupare uno spazio e una rilevanza sociale autonoma. Esiste anche un lato soggettivo della cultura, costituito dalle interpretazioni che di questa danno gli individui esplicito/implicito. La cultura può essere manifesta, tematizzata esplicitamente, più o meno elaborata teoricamente, o può essere tacita, non tematizzata, che gli individui condividono senza saperla necessariamente giustificare Oltre a queste dimensioni analitiche, si distinguono quattro componenti della cultura: valori, norme, concetti e simboli
  • 76. I valori • I valori si distinguono dalle preferenze perché indicano ciò che è desiderabile e non ciò che è desiderato, comportano cioè un dover essere. La loro efficacia sociale dipende dall’operare di sentimenti interiorizzati • I valori variano storicamente e geograficamente, perché non appartengono al mondo assoluto delle idee, ma sono interconnessi alla realtà sociale • Parsons identifica quattro dilemmi fondamentali (chiamati “variabili strutturali”) che costituiscono, nelle culture moderne, una sorta di mappa dei valori socialmente riconosciuti: universalismo/particolarismo, prestazione/qualità, neutralità affettiva /affettività, specificità/ diffusione
  • 77. Le norme • Le norme sono più specifiche e imperative dei valori; la loro efficacia sociale dipende eminentemente (anche se non esclusivamente) da forme di controllo esterno del comportamento • Le norme costitutive costituiscono, cioè generano, una pratica che prima della loro formulazione non esisteva. Rientrano tra queste, ad esempio, le regole dei giochi • Le norme regolative, invece, si limitano a regolamentare delle pratiche già esistenti. In questo tipo rientra la grande maggioranza delle norme, dai precetti religiosi alle leggi dello stato
  • 78. I concetti • I concetti sono le proposizioni descrittive della realtà, che i soggetti utilizzano per organizzare cognitivamente la loro esperienza • I concetti o credenze proposizionali sono quelli che bastano a identificare una sola proposizione e il cui significato è del tutto univoco e non si presta a differenti interpretazioni • I concetti o credenze semi-proposizionali si prestano invece a molte interpretazioni differenti e il loro significato è vago e piuttosto indeterminato
  • 79. I simboli • I simboli sono segni sia convenzionali, tali in virtù di una convenzione, sia analogici, cioè capaci di evocare una relazione tra un oggetto concreto e un’idea astratta • I simboli sono diversi dai segnali, che hanno un puro valore informativo e non evocativo • I simboli sono diversi anche dai marchi, che hanno un valore solamente soggettivo • I simboli possiedono un forte carattere intersoggettivo, in quanto sono condivisi da un gruppo sociale
  • 80. Il pluralismo culturale nelle società contemporanee L’elevata complessità sociale delle società contemporanee è legata anche al fatto che in esse si afferma il pluralismo culturale, inteso come: • coesistenza di diversi sistemi simbolici, solo scarsamente correlati tra loro • l’individuo, posto di fronte alla pluralità delle opzioni, tende ad assumere un atteggiamento riflessivo, ad affidarsi, più che alla tradizione o ad altre fonti di autorità, all’esperienza personale. Ciò genera senso di libertà, ma anche incertezza 80
  • 81. Le subculture Lo studio delle subculture, intese come culture di gruppo subordinate alla cultura della società più ampia, è uno dei modi per analizzare la differenziazione sociale. Due sono i filoni di ricerca principali: • Scuola di Chicago, i cui studi mettono in luce il fatto che le subculture devianti nascono come soluzioni innovative di gruppo al problema dell’adattamento sociale • Scuola di Birmingham (Center for Contemporary Cultural Studies) più attenta alle subculture giovanili in genere, in particolare quelle “spettacolari”, di cui si mette in luce il carattere attivo, spesso di antagonismo simbolico, e il rapporto con l’identità collettiva
  • 82. I processi comunicativi Uno dei veicoli più importanti di diffusione della cultura è il linguaggio, al cui proposito occorre rilevare che: • tra linguaggio e pensiero esiste un complesso processo di interazione • il linguaggio verbale è spesso accompagnato da codici non verbali • pur essendo universale, il linguaggio varia in funzione della struttura sociale e della cultura in una determinata società • il linguaggio può denotare un concetto, cioè etichettarlo in maniera univoca, e può connotarlo, vale a dire riferirsi alle sue associazioni implicite, a significati ulteriori oltre ciò che direttamente indica 82
  • 83. Il linguaggio è poi al centro dei processi che vengono definiti di comunicazione di massa, su vasta scala e che raggiungono contemporaneamente milioni di persone • i mezzi tecnici di questo tipo di comunicazione permettono un alto grado di fissazione, diffusione e riproducibilità dei contenuti, favorendo anche la partecipazione • l’apparato istituzionale che governa questi processi è il sistema dell’industria culturale, inteso come insieme delle organizzazioni che producono e distribuiscono tali contenuti • qui si produce poi il distanziamento spazio-temporale, inteso come distacco della forma simbolica trasmessa dal suo originario contesto di produzione e suo trasferimento in nuovi contesti collocati in tempi e luoghi differenti 83
  • 84. La socializzazione La socializzazione è quel processo attraverso il quale l’individuo diventa un essere pienamente sociale e si integra, in modo più o meno completo, in un gruppo o in una comunità. Può essere: • primaria, quando fa riferimento ai processi di acquisizione delle conoscenze di base • secondaria, quando fa riferimento all’apprendimento di ruoli specializzati, legati alla scuola, al mondo del lavoro, alla cittadinanza • legata ai riti di passaggio, che però nelle società contemporanee sono in crisi a causa della condizione di moratoria sociale assunta dalla giovinezza 84
  • 85. Istituzionalizzazione e legittimazione Oltre alla socializzazione altri due processi sono molto importanti per la vita sociale e culturale • l’istituzionalizzazione, intesa come il processo attraverso il quale alcune relazioni e azioni sociali vengono oggettivate e date per scontate dai componenti di un determinato gruppo sociale. Essa ha origine nella consuetudinarietà • la legittimazione, intesa come la spiegazione e giustificazione dell’esistenza e delle funzioni delle istituzioni sociali. Essa, che Berger e Luckmann intendono come un’ “oggettivazione di secondo grado”, integra in un ordine simbolico e cognitivo più elevato i singoli e parziali aspetti culturali 85

Hinweis der Redaktion

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