2. La religione è una credenza, o un insieme di credenze, relativa
all’esistenza di una realtà ultrasensibile, ultraterrena e
sovrannaturale. In forme elementari o complesse, è un
fenomeno pressoché universale nelle società umane
Giudizio sulla realtà
(su una qualsiasi realtà)
che si fonda su un atto di fede
Le credenze religiose postulano
l’esistenza di una sfera della
realtà trascendente rispetto
alla sfera della realtà percepibile
2
3. E’ stato Durkheim a evidenziare che una caratteristica comune a
tutte le religioni è l’opposizione tra il sacro e il profano: le varie
forme di religione si differenziano tra loro a seconda del modo con
cui tale opposizione si articola.
⇒ Il sacro è tutto ciò che incute timore reverenziale e profondo
rispetto. Possiede qualità straordinarie, soprannaturali e spesso
pericolose e generalmente ci si accosta a esso solo attraverso un
certo rituale.
⇒ Il profano è tutto ciò che si crede faccia parte del mondo
comune e non di quello soprannaturale e che in quanto tale abbia il
potere di indebolire, di rendere impuro, di corrompere.
3
4. La religione, nelle sue varie forme, deriva da due
esperienze tipiche della condizione umana:
- l’esperienza del limite
- l’esperienza del caso
4
5. esperienza del limite
Gli esseri umani sono dotati di una consapevolezza che sembra
specifica della loro specie: sanno di dover morire; essi vivono
nella certezza che la loro vita ha avuto un inizio e avrà una fine,
un limite.
esperienza del caso
L’uomo si confronta costantemente con il limite della sua capacità
di dare una spiegazione agli eventi naturali, sociali e individuali
che interferiscono con la sua esistenza. Le nostre spiegazioni
rimangono sempre parziali e provvisorie, non siamo in grado di
risalire alle cause ultime del divenire e di ricondurre l’infinita
varietà dei fenomeni a una spiegazione unitaria ed esaustiva.
5
6. Vi sono diversi criteri in base ai quali è possibile classificare le religioni:
1. la natura delle credenze
2. la promessa e il premio riservato ai fedeli
3. il tipo di metodica di comportamento che garantisce la salvezza
6
7. 1. La natura delle credenze
Totemismo: i credenti riconoscono in un oggetto, in genere animale o pianta,
l’antenato comune che ha dato origine al clan
Animismo: dietro gli uomini, le cose, i fenomeni, vi sono degli spiriti che
intervengono attivamente, influenzandone il comportamento
Politeismo: il mondo degli dei è gerarchizzato e agli dei vengono attribuiti
sentimenti e aspirazioni quasi umane. Tra i due mondi, quelli umano e quello
divino, ci sono analogie e corrispondenze
Monoteismo: (ebraismo, cristianesimo, islamismo) l’eterogeneità tra divino e
umano raggiunge il grado più elevato: Dio è unico, la causa prima e l’origine di
tutte le cose
Teocentrismo: si fonda sulla credenza di un aldilà dominato dalla presenza della
divinità
Cosmocentrismo: si fonda, come nel buddismo, sulla credenza di un’armonia
universale ultraterrena
7
8. 2. La promessa e il premio riservato ai fedeli
Religioni, come nell’induismo, che promettono il
raggiungimento di uno stato di beatitudine e di
pienezza durante la vita
Religioni della redenzione che promettono il riscatto
e la redenzione dalle pene terrene soltanto
nell’aldilà
8
9. 3. Metodica del comportamento
⇒ Religioni che prescrivono pratiche mistiche e
contemplative di distacco dal mondo
⇒ Religioni che prescrivono una condotta ascetica di vita
extramondana: l’uomo si fa contenitore della volontà di Dio
⇒ Religioni che prescrivono una condotta ascetica e operosa
nel mondo stesso: l’uomo si fa strumento della volontà di
Dio
9
10. Le religioni non sono soltanto sistemi di idee; le idee per diventare
socialmente operanti hanno bisogno di uomini che agiscono
nell’ambito di gruppi più o meno organizzati, più o meno
istituzionalizzati.
Alcune forme tipiche di organizzazione religiosa, almeno
nell’ambito della tradizione ebraico-cristiana, sono:
- i movimenti religiosi
- le chiese
- gli ordini monastici
- le sette
- le denominazioni
10
11. I MOVIMENTI RELIGIOSI
Il movimento religioso è la forma più fluida di organizzazione
religiosa e compare quando maturano le condizioni per una
rottura delle credenze religiose tradizionali. All’origine del
movimento vi è una profezia e un profeta, che rivela agli
uomini la parola e la volontà di dio. I membri di un movimento
religioso passano attraverso l’esperienza della conversione.
11
12. LE CHIESE
Il movimento si trasforma in chiesa attraverso un processo di
istituzionalizzazione delle credenze e delle pratiche religiose.
Le credenze vanno sistematizzate in un corpo organico di
dottrina e codificate in un testo scritto. Le pratiche religiose
assumono un carattere di universalità, stabilità e astrattezza e
nel loro insieme vengono a costituire una liturgia alla quale
presiede un corpo di specialisti organizzato gerarchicamente.
12
13. GLI ORDINI MONASTICI
Gli ordini monastici rappresentano un tipo di comunità
religiosa separata dalla massa dei fedeli di una chiesa;
a essi si appartiene per scelta di dedizione a un ideale
di perfezione di vita religiosa.
13
14. LA SETTA
La setta è una comunità religiosa tendenzialmente
chiusa, tra i cui membri si stabiliscono legami assai
forti di fratellanza e di fiducia e che vive in un contesto
sociale formato da appartenenti ad altre religioni o
confessioni.
14
15. LE DENOMINAZIONI
Anche le sette passano attraverso un processo di
istituzionalizzazione e si trasformano in
denominazioni.
Mentre però le chiese tendono a essere le
organizzazioni religiose dominanti nell’ambito di
singole società, le denominazioni rispecchiano una
situazione di pluralismo religioso.
15
16. La religione è parte della società, ne riflette le
caratteristiche, viene influenzata dalle sue
dinamiche e, a sua volta, le influenza.
16
17. Tre processi di mutamento della religione
nella società contemporanea
Secolarizzazione
Privatizzazione
Pluralizzazione delle fedi e delle
denominazioni;
Prodotto: ibridazione, inclusione,
conversioni
18. La secolarizzazione è il processo attraverso il quale la
religione declina e perde la sua influenza nelle diverse sfere
della vita sociale.
Vari ambiti come, per esempio, il lavoro, la politica, che in
passato ne erano fortemente influenzati, vengono oggi a
emanciparsi dalla sua influenza.
La scienza ha senza dubbio svolto un ruolo decisivo in questo
processo, nel sedimentare credenze e convinzioni fondate
sulla ragione e sul metodo sperimentale.
18
19. Vi sono cinque diverse interpretazioni sociologiche della
religione:
- interpretazione evoluzionista
- interpretazione marxista
- interpretazione funzionalistica
- religione come fattore di mutamento
- concezione fenomenologica della religione
19
20. Interpretazione evoluzionistica
Secondo Comte e Spencer, la religione è
espressione di uno stadio primitivo del processo
evolutivo delle società umane. Nella modernità,
invece, essa occupa uno spazio sempre più
marginale ed è sostanzialmente destinata a essere
sostituita dalla scienza, come criterio fondamentale
di orientamento delle azioni e delle società umane.
20
21. Interpretazione marxista
Per il materialismo dialettico di Marx, la storia è storia di lotta di classe e la
religione ostacola il processo, mediante il quale gli oppressi prendono
coscienza dei rapporti sociali di dominio, dei quali sono vittime .
Marx considerava la religione come una forma di “falsa coscienza” e come
uno strumento nelle mani delle classi dominanti nella lotta tra le classi.
In tutte le società, la religione dominante è sempre la religione della classe
dominante nell’economia e nella politica e fornisce sempre una giustificazione
alla disuguaglianza e all’ingiustizia sociale.
21
22. Interpretazione funzionalistica
La religione svolge la fondamentale funzione di
integrazione sociale.
La società va pensata come un’unità, in cui le varie parti
sono tenute insieme da una credenza comune.
Secondo Durkheim, ogni atto di culto, rituale, cerimonia,
diventa l’occasione per ribadire e rafforzare l’identità
collettiva e il sentimento di appartenenza. Se nelle società
moderne la religione sembra in declino, è perché altre
forme hanno preso il suo posto e svolgono la sua funzione.
22
23. Religione come fattore di mutamento
Molti studiosi ritengono che le istituzioni religiose siano
conservatrici e sostengano lo status quo. In realtà è
innegabile che la religione sia stata anche un potente
fattore di mutamento sociale, un fattore di rottura della
tradizione.
Come dimostra Weber, le idee religiose sono state
storicamente delle ‘potenze rivoluzionarie’ capaci di indurre
profonde trasformazioni negli assetti sociali e culturali.
23
24. Interpretazione fenomenologica
Per la concezione fenomenologica l’elemento costitutivo e
universale della religione è l’esperienza del sacro. Essa pone
quindi l’accento sulla relazione tra il soggetto credente e
l’oggetto di venerazione, che si colloca su un piano
trascendente rispetto alla realtà terrena.
Diversi sono i tratti che definiscono l’esperienza religiosa:il
sentimento di essere creatura, l’esperienza del mistero,
l’aurea di mistero e di inaccessibilità del sacro.
24
25. Cos’è la religione?
Funzionalismo : la religione è fattore
di integrazione sociale (Parsons)
Prospettiva del conflitto : Le
religioni sono il prodotto di lotte:
inter-religiose (guerre,
competizione), intra-religiose
(eretici) che vedono vinti e
vincitori (Weber)
Potere simbolico : Chi ha diritto di dire
la verità? Le religioni esprimono la lotta
per le definizioni legittime. (Bourdieu)
26. Riduzionismo (XIX e XX s.):
“la religione è qualcos’altro”
Marx (1818 – 1883):
la religione è: ideologia,
sovrastruttura, falsa coscienza,
oppressione di classe
Durkheim (1858 – 1917):
la religione fornisce legame rituale;
simbolizza la società;
scienza e culti sostitutivi nella modernità
Freud (1856 – 1939):
la religione esprime
dipendenza dal fato, bisogno
di consolazione; è uno stadio
infantile dell’umanità (nevrosi
collettiva)
27.
Fenomenologia:
La religione è …
“Potere misterioso che si crede risieda
in certi oggetti dell’esperienza ”
totem
(città, fiume, edificio, persona, parola,
libro, periodo, roccia …) (…)
L’opposizione Sacro / Profano sta alla base della dialettica
sociale e della conoscenza” (Durkheim)
“L’iniziativa umana grazie alla quale è costituito
un ordine sacro ”
“Il Sacro si contrappone al Caos:
la religione è lo sforzo di un dare
senso umano all’Universo ”
(Berger)
Cosmologia
cinese:
Yin-Yang
28. “Dare senso all’universo” (Berger)
(bisogni primari soddisfati dalla religione)
ORDINE
Terrore infantile rassicurazione materna
ordine trascendente
GIOCO
Sospensione delle regole ordinarie tempo festivo
ordine eterno, a-temporale
SPERANZA
Rifiuto umano della morte
speranza vita eterna
GIUDIZIO - DANNAZIONE
Ingiustizie inspiegabili
giustizia superiore (teodicea)
Cosmologia
tolemaica
Michelangelo,
giudizio
Universale (part.)
29. La lotta per il controllo della verità
(P. Bourdieu)
Campo culturale : cultura delle elite scuola riproduzione
della cultura legittima riproduzione delle gerarchie sociali
riproduzione della società
Campo scientifico : lotta per la “verità” mediante procedure
“empiriche” lotta di individui e gruppi per denaro e prestigio
produzione della “verità scientifica” = ciò che le accademie
scientifiche ritengono tale.
Campo artistico : mercato dei beni artistici. Accademia e
avanguardie lotte per imporre il proprio gusto come “legittimo”
Campo religioso : qual è la vera religione? Chi ha diritto di dire la
verità soprannaturale?
Due modelli in Occidente Europa (monopolio) e Stati Uniti
(mercato)
30. Religione e secolarizzazione
La secolarizzazione è:
“Il processo per il quale il
pensiero, la pratica e le
istituzioni della religione
perdono significato sociale ”
(Wilson)
“Il processo che sottrae parti
intere della cultura
all’influenza delle istituzioni
o dei simboli religiosi ”
(Berger)
B. R. Wilson,
1926-2004
P. L. Berger (1929 - )
31.
La secolarizzazione:
emancipazione della società dalla
religione
L’economia: superamento dei divieti
religiosi (usura) economia politica
La politica: rivoluzioni del XVIII s.,
volontà di Dio volontà del popolo
(democrazia)
La scienza. Galileo; Darwin; il DNA
Le scienze umane. Relativismo socioantropologico;
Psicologia. Dall’anima alla psiche; dal
peccato alla nevrosi
32. Le economie religiose:
Domanda: esprime
il bisogno di religione.
–
–
Significati soprannaturali
Esperienze personali e comunitarie
Offerta: di beni e servizi religiosi da parte
di apposite agenzie
–
–
–
“Chiese”: accoglienti, elastiche, tolleranti
“Sette”: esclusive, esigenti, controllanti
“Culti”: offerte varie, non esclusive, (agenzie
33. Il mercato religioso
italiano
Il monopolio cattolico
• Cattolicesimo, parte dell’identità nazionale
• Differenziazione interna (possibilità di scelta)
• Scarsa propensione a cambiare religione (la
conversione avrebbe un alto costo)
• Alta propensione al bricolage religioso (“Rimango
cattolico ma decido io …”)
34.
35.
36.
37. La domanda religiosa
1. il sentimento di appartenenza
Come ti consideri?
(Valori percentuali)
Cattolico
67
Credente ma non cattolico
18
Ateo o indifferente alla religione
12
Aderisce ad altre religioni
03
Totale risposte
100
38. La domanda religiosa
2. le credenze
Credenze cattoliche
Percentuali di adesione
Dio è onnipotente e creatore
68
L’anima è giudicata in base al comportamento
56
Apparizioni della Madonna o altri santi
63
Guarigioni miracolose
68
Credenze “alternative” (New Age)
Fede, interesse per la reincarnazione
25
Vede il sacro nel cosmo, natura, se stesso
26
Due o più verità esoteriche
51
Credenze ateistiche
L’anima immortale non esiste
15
Dio è un'invenzione; non mi pongo il problema
09
Gesù non è l’unigenito figlio di Dio
27
39. La domanda religiosa
3. le pratiche
Pratiche cattoliche
Messa ogni settimana
.
Partecipa ad associazioni cattoliche
% di chi pratica
43
28
Pratiche “alternative”
Consulta: astrologi, maghi, ecc
14
Legge l'oroscopo
65
Segue trasmissioni di magia
20
Segue trasmissioni di astrologia
22
40. La domanda religiosa
4. le esperienze
Esperienza
Confessione almeno mensile
Confessione almeno episodica
Preghiera a Dio ogni settimana
Preghiera a Dio almeno episodica
Prega la Madonna, almeno raramente
Prega le anime dei morti
Si è sentito colpito dal malocchio
%
38
66
60
84
75
61
21
43. Interesse per l’esoterismo
Credenza: in due o più verità esoteriche
Curiosità: crede o ritiene probabili 2 o più verità esoteriche
Pratica: una o più esperienze nell’ultimo anno (client cult)
45. Come interpretare il bricolage
religioso?
• Individualismo narcisista
• Opportunismo disimpegnato
• Disinteresse per la religione
•
•
•
•
Ripristino di significati trascendenti
Re-incanto del mondo “razionalizzato”
Adattamento della religione ai vissuti personali
Appropriazione di potere (teologia selvaggia) in una
condizione di atavico monopolio religioso
47. La cultura è l’insieme dei modi di vita dei membri di una società o di
gruppi all’interno della società.
Essa include, ad esempio, l’abbigliamento, le consuetudini
matrimoniali, la vita familiare, le forme di produzione, le convinzioni
religiose, l’uso del tempo libero.
La società è un insieme di individui legati da relazioni strutturate
sulla base di una cultura comune.
Tra cultura e società esistono forti interrelazioni, l’esistenza dell’una
è strettamente correlata all’esistenza dell’altra.
48. La cultura non si riferisce a caratteri ereditati, ma appresi nel
corso del processo di socializzazione.
I caratteri culturali, condivisi dai membri di una società, sono alla
base della cooperazione e della comunicazione.
Una cultura comprende:
- aspetti materiali: artefatti prodotti da una società;
- aspetti immateriali: linguaggio, valori e norme.
49. I valori sono le idee che definiscono ciò che è considerato
importante, degno e desiderabili in una cultura, e che guidano gli
essere umani nella loro interazione con l’ambiente sociale.
Le norme sono regole di comportamento che riflettono o incarnano
i valori di una cultura.
Valori e norme variano:
- nel tempo;
- nello spazio.
50. Le società possono essere distinte in:
monoculturali (culturalmente
omogenee)
multiculturali (culturalmente
composite)
All’interno di una società è possibile individuare diverse:
- subculture: segmenti di popolazione appartenenti a una società più
ampia e distinguibili sulla base di parametri culturali (es. hacker,
naturisti, hippy ecc.).
- controculture: gruppi che, respingendo i valori e le norme prevalenti
in una data società, elaborano e diffondono valori alternativi a quelli
della cultura dominante.
51. Ogni società, o gruppo sociale, sviluppa una
propria cultura.
Nella tendenza tipica che abbiamo a confondere
una cultura con una nazione, tendiamo a
sottovalutare l’importanza dei processi di
globalizzazione e “glocalizzazione”.
Un altro rischio è quello di ritenere gli individui
come dei “cultural dopes”.
52. In sociologia è importante il relativismo culturale:
lo studio di una cultura sulla base di significati e di valori che le
sono propri.
Ma
il relativismo culturale presenta anche un’insidia:
tende a considerare ugualmente legittimi tutti i costumi e i
comportamenti.
53. La socializzazione è il processo attraverso cui il bambino, o un
qualunque nuovo membro (es. immigrato), apprende valori,
norme e stili di vita della società di cui entra a far parte.
Alcune caratteristiche della socializzazione:
è un processo attraverso cui il bambino inerme diventa
gradualmente una persona consapevole di se stessa;
- non è una sorta di “programmazione culturale”;
- collega l’una all’altra le diverse generazioni;
- è un processo che dura quanto la vita stessa.
-
54. I sociologici distinguono fra:
socializzazione primaria
avviene durante l’infanzia ed è il periodo di più
intenso apprendimento culturale
socializzazione
secondaria
comincia dopo l’infanzia per continuare fino alla
maturità e oltre
I principali agenti della socializzazione sono:
- la famiglia;
- la scuola;
- il gruppo dei pari;
- le organizzazioni;
- i media;
- il lavoro.
55. La socializzazione va considerata come un processo adattivo, in
cui l’individuo ha un ruolo attivo e dialettico con gli altri con cui
interagisce
• Piaget sottolinea che la formazione del giudizio morale nel
bambino non dipende solo da una logica interna di sviluppo,
ma dal carattere del sistema di interazione sociale in cui è
inserito, in particolare quando il bambino entra a far parte di
gruppi di coetanei
• per Mead durante la socializzazione il bambino acquisisce la
propria identità assumendo i ruoli e gli atteggiamenti delle
persone per lui importanti, attraverso il linguaggio, ossia
attraverso la comunicazione di simboli significativi
56. Attraverso il processo di socializzazione gli individui
imparano a conoscere i ruoli sociali.
Un ruolo sociale è l’insieme dei comportamenti socialmente
definiti che ci aspettiamo da chi ricopre un determinato
status o posizione sociale.
Lo status può essere:
ascritto: assegnato sulla base di fattori biologici;
- acquisito: ottenuto attraverso una prestazione.
-
In ogni società ci sono master status, cioè status che hanno
priorità su tutti gli altri e determinano la posizione sociale
complessiva di una persona.
57. In sociologia l’identità può essere:
sociale
Si riferisce alle caratteristiche
attribuite dagli altri a un individuo
ed è plurima e cumulativa.
individuale
Si riferisce al processo di sviluppo
personale attraverso il quale
elaboriamo il senso della nostra
unicità.
Oggi noi creiamo e ricreiamo continuamente la nostra identità, perché i modelli tradizionali sono diventati meno
importanti e abbiamo sempre più possibilità di prendere autonomamente delle decisioni.
58. Ogni società è influenzata dal livello di “cultura materiale” che le è
propria.
Per comprendere ciò, può essere utile analizzare le forme di società
succedutesi fino all’affermazione dell’industrialismo moderno:
società di cacciatori-raccoglitori;
- società pastorali e agricole;
- società tradizionali;
- società industrializzate.
-
59. Il colonialismo è un fenomeno sviluppatosi fra il XVII e il XX secolo =>
creazione di colonie da parte dei paesi occidentali in molte aree
precedentemente occupate da società tradizionali ricorrendo, se
necessario, alla superiore potenza militare.
Il colonialismo rimodellò la mappa sociale e culturale del globo.
Gli studiosi hanno suddiviso il globo in:
- Primo mondo;
- Secondo mondo;
- Terzo mondo.
60. Le società del Primo mondo (Europa, Nord America, Australia,
Nuova Zelanda, Giappone) sono quelle industrializzate e sono
caratterizzate da:
- economie di mercato;
- sistemi politici multipartitici.
Le società del Secondo mondo (Urss ed Europa orientale) sono
scomparse con la fine della guerra fredda ed erano caratterizzate
da:
- economie pianificate;
- ruolo limitato della proprietà privata e della competizione;
- sistemi politici a partito unico.
61. Le società del Terzo mondo sono quelle dei paesi in via di sviluppo e molte
di queste aree hanno subìto il dominio coloniale (Asia, Africa, Sud
America).
Questi paesi sono caratterizzati da:
- stati nazionali;
- concentrazione della popolazione in aree rurali;
- recente avvio dello sviluppo urbano;
- prodotti agricoli destinati soprattutto al mercato mondiale e non al
consumo locale;
- generale arretratezza rispetto ai paesi industrializzati.
62. Negli ultimi 30 anni, alcuni paesi del Terzo mondo hanno intrapreso un
processo di crescita economica sensazionale e perciò sono detti paesi
di nuova industrializzazione (Singapore, Taiwan, Hong Kong, Messico,
Brasile ecc.).
In una prima fase questi processi hanno interessato paesi di piccole
dimensioni, più di recente anche grandi paesi asiatici come la Cina,
l’India, l’Indonesia.
Lo sviluppo dei paesi di nuova industrializzazione sta alterando la
tradizionale distinzione fra “Nord” e “Sud”, fra Primo e Terzo mondo.
I processi di globalizzazione stanno producendo una redistribuzione
molto complessa della ricchezza, del potere e della conoscenza.
63. Due paradigmi dell’idea di cultura a confronto
Paradigma antropologico:
- cultura come totalità sociale
- omogeneità culturale
- tradizione/stabilità
- condizionamento
Paradigma sociologico:
- distinzione società/cultura
- differenziazione culturale
- innovazione/cambiamento
- interazione
64. La genesi sociale dell’idea di cultura
La nozione di cultura appartiene alla storia occidentale e non ha
sempre equivalenti nelle altre civiltà e società. Nella ricostruzione
della sua genesi sociale, si possono distinguere due concezioni
fondamentalmente diverse:
• umanistica o classica, presenta la cultura come un ideale di
formazione individuale, un’attività che consente di “coltivare” l’animo
umano (dal verbo latino colere);
• antropologica o moderna, presenta la cultura come il variegato
insieme dei costumi e delle abitudini delle diverse popolazioni del
mondo, non concernendo quindi soltanto l’individuo, ma anche le
collettività in cui è inserito.
64
65. La genesi sociale dell’idea di cultura
Alla concezione umanistica corrisponde una distinzione fra ‘cultura
alta’ e ‘cultura popolare’ che è propria del senso comune e che si
esprime nel concetto di cultura come erudizione (caso dell’arte
moderna, della pop art,
65
66. L’idea di cultura in antropologia (tre componenti)
• Complessi di norme e di credenze esplicite, elaborati in modi più
o meno formalizzati
• Costumi e abitudini acquisite da esseri umani per il semplice
fatto di vivere in determinate comunità, comprese quindi le azioni
ordinarie della vita quotidiana
• Artefatti delle attività umane, dalle opere d’arte vere e proprie agli
oggetti di uso quotidiano e tutto quanto fa riferimento alla cultura
materiale, al sapere necessario per vivere
67. Le caratteristiche che definiscono la cultura nella concezione
descrittiva dell’antropologia sono principalmente tre:
• la cultura è appresa e non è riducibile alla dimensione
biologica dell’esistenza umana
• la cultura rappresenta la totalità dell’ambiente sociale
e fisico che è opera dell’uomo
• la cultura è condivisa all’interno di un gruppo o di una
società. Essa è distribuita in maniera omogenea
all’interno di tali gruppi o società.
68. La cultura è al centro degli interessi teorici e empirici della
sociologia classica
Gli autori legati alla Scuola di Chicago:
- sono interessati alla vita culturale nelle città americane
- studiano i nuovi processi di integrazione, di comunicazione e
mobilità sociale delle realtà urbane
- subiscono molto l’influenza dell’antropologia culturale
William Thomas studia gli immigrati nelle città statunitensi e ritiene che:
- le differenze di integrazione siano legate alla cultura
- la cultura abbia un carattere interattivo e processuale
69. I coniugi Lynd analizzano la vita nelle middletowns e:
- spostano l’attenzione su realtà urbane diverse dalle metropoli
- utilizzano metodi etnografici, come l’osservazione del partecipante
- evidenziano la distruzione delle comunità e dei vicinati tradizionali
- scoprono la resistenza al cambiamento nelle piccole città
George Herbert Mead:
- sviluppa una teoria della socialità della mente
- ritiene che il “sé” si formi nella relazione con gli altri
- attribuisce molta importanza al linguaggio
70. La cultura secondo la Scuola sociologica francese di Durkheim
• Émile Durkheim, ponendosi il problema del perché la società
stia insieme, ritiene che ogni società si stabilisce e permane
solo se si costituisce come comunità simbolica
• Nel suo studio, e in quello dei suoi allievi, hanno una grande
importanza le rappresentazioni collettive, cioè insiemi di
norme e credenze condivise da un gruppo sociale, sentite dagli
individui come obbligatorie. Esse vengono considerate da
Durkheim vere e proprie istituzioni sociali
• Esse costituiscono il cemento della società, consentono la
comunicazione tra i suoi membri e mutano con il cambiamento
sociale
71. La cultura nella tradizione sociologica tedesca
Max Weber e Georg Simmel ritengono che:
• la comprensione e la spiegazione non sono metodi antitetici
nell’analisi dei fenomeni sociali e culturali, bensì complementari
• il ruolo delle idee come motore degli eventi umani è tanto
importante quanto quello delle condizioni materiali di vita delle varie
classi sociali
• credenze e valori sono concezioni del mondo che si costituiscono
all’interno di contesti di interazione sociale, nella relazione con gli
altri, assumendo in tal modo un carattere intersoggettivo
72. Alfred Weber ritiene che:
- vi sia una netta separazione tra il mondo della scienza e quello
della cultura
- i prodotti della cultura non sono classificabili od ordinabili
Karl Mannheim e Max Scheler:
- elaborano i fondamenti della sociologia della conoscenza
- ricercano le relazioni tra esistenza sociale e pensiero
- mentre per Scheler i fattori sociali favoriscono solo la comparsa,
in un dato periodo storico, di certe configurazioni di valori piuttosto che
altre, per Mannheim essi condizionano anche il loro
contenuto
73. Dopo anni di scarso interesse da parte dei sociologi, Talcott Parsons
riprende il tema della cultura e la considera come uno dei
sottosistemi del suo sistema generale dell’azione
L’organismo
biologico
(Adattamento)
La personalità
(Conseguimento)
La cultura
Il sistema sociale
(Latenza)
(Integrazione)
74. Si possono distinguere quattro dimensioni principali della cultura:
coerenza/incoerenza. Le proposizioni culturali costituiscono un
insieme in cui sono individuabili dei principi ordinatori e non un
agglomerato di elementi tra loro sconnessi. Il grado interno di
coerenza è tuttavia variabile
pubblico/privato. La cultura è pubblica, nel senso che le proposizioni
da cui è costituita sono codificate entro simboli e linguaggi
collettivi all’interno di gruppi sociali e accessibili da tutti
75. oggettività/soggettività. La cultura è un fatto oggettivo, nel senso
che va al di là degli individui per occupare uno spazio e una
rilevanza sociale autonoma. Esiste anche un lato soggettivo
della cultura, costituito dalle interpretazioni che di questa
danno gli individui
esplicito/implicito. La cultura può essere manifesta, tematizzata
esplicitamente, più o meno elaborata teoricamente, o può
essere tacita, non tematizzata, che gli individui condividono
senza saperla necessariamente giustificare
Oltre a queste dimensioni analitiche, si distinguono quattro
componenti della cultura: valori, norme, concetti e simboli
76. I valori
• I valori si distinguono dalle preferenze perché indicano ciò
che è desiderabile e non ciò che è desiderato, comportano
cioè un dover essere. La loro efficacia sociale dipende
dall’operare di sentimenti interiorizzati
• I valori variano storicamente e geograficamente, perché non
appartengono al mondo assoluto delle idee, ma sono
interconnessi alla realtà sociale
• Parsons identifica quattro dilemmi fondamentali (chiamati
“variabili strutturali”) che costituiscono, nelle culture moderne,
una sorta di mappa dei valori socialmente riconosciuti:
universalismo/particolarismo, prestazione/qualità,
neutralità affettiva /affettività, specificità/ diffusione
77. Le norme
• Le norme sono più specifiche e imperative dei valori; la loro
efficacia sociale dipende eminentemente (anche se non
esclusivamente) da forme di controllo esterno del
comportamento
• Le norme costitutive costituiscono, cioè generano, una
pratica che prima della loro formulazione non esisteva.
Rientrano tra queste, ad esempio, le regole dei giochi
• Le norme regolative, invece, si limitano a regolamentare
delle pratiche già esistenti. In questo tipo rientra la grande
maggioranza delle norme, dai precetti religiosi alle leggi dello
stato
78. I concetti
• I concetti sono le proposizioni descrittive della realtà, che i
soggetti utilizzano per organizzare cognitivamente la loro
esperienza
• I concetti o credenze proposizionali sono quelli che bastano
a identificare una sola proposizione e il cui significato è del
tutto univoco e non si presta a differenti interpretazioni
• I concetti o credenze semi-proposizionali si prestano invece
a molte interpretazioni differenti e il loro significato è vago e
piuttosto indeterminato
79. I simboli
• I simboli sono segni sia convenzionali, tali in virtù di una
convenzione, sia analogici, cioè capaci di evocare una
relazione tra un oggetto concreto e un’idea astratta
• I simboli sono diversi dai segnali, che hanno un puro valore
informativo e non evocativo
• I simboli sono diversi anche dai marchi, che hanno un valore
solamente soggettivo
• I simboli possiedono un forte carattere intersoggettivo, in
quanto sono condivisi da un gruppo sociale
80. Il pluralismo culturale nelle società contemporanee
L’elevata complessità sociale delle società contemporanee è
legata anche al fatto che in esse si afferma il pluralismo
culturale, inteso come:
• coesistenza di diversi sistemi simbolici, solo scarsamente
correlati tra loro
• l’individuo, posto di fronte alla pluralità delle opzioni, tende ad
assumere un atteggiamento riflessivo, ad affidarsi, più che
alla tradizione o ad altre fonti di autorità, all’esperienza
personale. Ciò genera senso di libertà, ma anche incertezza
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81. Le subculture
Lo studio delle subculture, intese come culture di gruppo
subordinate alla cultura della società più ampia, è uno dei modi
per analizzare la differenziazione sociale. Due sono i filoni di
ricerca principali:
• Scuola di Chicago, i cui studi mettono in luce il fatto che le
subculture devianti nascono come soluzioni innovative di gruppo al
problema dell’adattamento sociale
• Scuola di Birmingham (Center for Contemporary Cultural
Studies) più attenta alle subculture giovanili in genere, in particolare
quelle “spettacolari”, di cui si mette in luce il carattere attivo, spesso
di antagonismo simbolico, e il rapporto con l’identità collettiva
82. I processi comunicativi
Uno dei veicoli più importanti di diffusione della cultura è il
linguaggio, al cui proposito occorre rilevare che:
• tra linguaggio e pensiero esiste un complesso processo di
interazione
• il linguaggio verbale è spesso accompagnato da codici non
verbali
• pur essendo universale, il linguaggio varia in funzione della
struttura sociale e della cultura in una determinata società
• il linguaggio può denotare un concetto, cioè etichettarlo in
maniera univoca, e può connotarlo, vale a dire riferirsi alle sue
associazioni implicite, a significati ulteriori oltre ciò che
direttamente indica
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83. Il linguaggio è poi al centro dei processi che vengono definiti di
comunicazione di massa, su vasta scala e che raggiungono
contemporaneamente milioni di persone
• i mezzi tecnici di questo tipo di comunicazione permettono un
alto grado di fissazione, diffusione e riproducibilità dei
contenuti, favorendo anche la partecipazione
• l’apparato istituzionale che governa questi processi è il
sistema dell’industria culturale, inteso come insieme delle
organizzazioni che producono e distribuiscono tali contenuti
• qui si produce poi il distanziamento spazio-temporale,
inteso come distacco della forma simbolica trasmessa dal suo
originario contesto di produzione e suo trasferimento in nuovi
contesti collocati in tempi e luoghi differenti
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84. La socializzazione
La socializzazione è quel processo attraverso il quale l’individuo
diventa un essere pienamente sociale e si integra, in modo più
o meno completo, in un gruppo o in una comunità. Può essere:
• primaria, quando fa riferimento ai processi di acquisizione delle
conoscenze di base
• secondaria, quando fa riferimento all’apprendimento di ruoli
specializzati, legati alla scuola, al mondo del lavoro, alla
cittadinanza
• legata ai riti di passaggio, che però nelle società contemporanee
sono in crisi a causa della condizione di moratoria sociale assunta
dalla giovinezza
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85. Istituzionalizzazione e legittimazione
Oltre alla socializzazione altri due processi sono molto
importanti per la vita sociale e culturale
• l’istituzionalizzazione, intesa come il processo attraverso il
quale alcune relazioni e azioni sociali vengono oggettivate e date
per scontate dai componenti di un determinato gruppo sociale.
Essa ha origine nella consuetudinarietà
• la legittimazione, intesa come la spiegazione e giustificazione
dell’esistenza e delle funzioni delle istituzioni sociali. Essa, che
Berger e Luckmann intendono come un’ “oggettivazione di
secondo grado”, integra in un ordine simbolico e cognitivo più
elevato i singoli e parziali aspetti culturali
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