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L’OSSERVAZIONE NELL’ETA’
          PRESCOLARE:
     I MODELLI TEORICI E GLI
   STRUMENTI DELL’ASSESSMENT
STRUTTURATO ( LINEE GUIDA PER LA
  STESURA DELLA NUOVA SCHEDA
        PSICOPEDAGOGICA)

                        a cura di Iva Martini
            insegnante presso l’IRCCS
           “Stella Maris”di Calambrone (PI)

                           1
INDICE
                                                           
CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA
-definizione del termine osservazione SLIDE 13 ;
-fasi metodologiche dell’osservazione SLIDE 14-15-16;
-funzioni dell’osservazione SLIDE 17-18-19;
-l’osservazione sistematica e le sue caratteristiche SLIDE 20-21-22;
-le qualità necessarie per l’osservazione sistematica SLIDE 23;
-sintesi delle peculiarità del processo di assessment SLIDE 24-25;
-le tecniche SLIDE 26-27;
-riassunto generale SLIDE 28-29;
GLI STRUMENTI
-gli strumenti che veicolano la valutazione SLIDE 30-31-32-33-34-35-36;
-tipologia degli items SLIDE 37;
PICCOLO GLOSSARIO
-capacità SLIDE 38;
-competenze SLIDE 39;
-conoscenze/abilità SLIDE 40;
-apprendimento SLIDE 41-42;
-metodi SLIDE 43;
GLI ASSI FUNZIONALI
-elenco degli assi presi in considerazione SLIDE 44;
ASSE GRAFICO
-suddivisione dei tre livelli (esecutivo,percettivo,rappresentativo) SLIDE 45;
-livello esecutivo (elenco strumenti di riferimento) SLIDE 46;
-indicatori della griglia analitica del movimento e della forma grafica SLIDE 47-48-49-50;


                                                                                2
INDICE
test Learning Accomplishment Profile (LAP) –abilità di prescrittura- SLIDE 51;
-livello percettivo (elenco strumenti di riferimento) SLIDE 52;
-griglia qualitativa SLIDE 53;
-tassonomia dei rapporti spaziali (topologici e euclidei) SLIDE 54-55-56;
-evoluzione della struttura spaziale SLIDE 57-58-59;
-test di percezione visiva (TPV) items a motricità presente SLIDE 60;
-scheda coordinazione occhio-mano (TPV) SLIDE 61;
-scheda copiatura/riproduzione (TPV) SLIDE 62;
-scheda rapporti spaziali (TPV) SLIDE 63;
-scheda velocità visuo-motoria (TPV) SLIDE 64;
-livello rappresentativo (elenco strumenti di riferimento) SLIDE 65;
-livello elementare (scarabocchio) SLIDE 66-67-;
-fasi dello sviluppo dello scarabocchio SLIDE 68-69 ;
-significato dello scarabocchio SLIDE 70;
-indicazioni emotive dello scarabocchio SLIDE 71-72;
-scarabocchio motorio -scarabocchio coordinato SLIDE 73;
-tipologie dello scarabocchio SLIDE 74;
-ferri del mestiere SLIDE 75-76;
-linguaggio grafico-pittorico e funzioni SLIDE 77-78;
-il disegno:l’abilità cognitiva e la valutazione emotivo-affettiva SLIDE 79;
-riassunto SLIDE 80-81-82;
-teorie studiali del disegno- tassonomia di Burt SLIDE 83-84-85-86:
- teorie studiali del disegno- tassonomia di Luquet SLIDE 87-88-89-90-91-92-93-94;
- teorie studiali del disegno- tassonomia della Kellogg SLIDE 95-96;
- teorie studiali del disegno- tassonomia di Lowenfeld SLIDE 97-98-99-100-101-102-103-104-105-106-107-108-109;
-disegno(percorso metodologico della richiesta) SLIDE 110;
-la motivazione SLIDE 111;
-gioco e disegno (somiglianze e differenze) SLIDE 112-113-114;
-passaggi salienti della traduzione iconica dello schema corporeo SLIDE 115-116;
                                                                                 3
INDICE
-evoluzione della raffigurazione dell’ “omino” nei due sessi SLIDE 117;
-scheda di rilevazione dello schema corporeo SLIDE 118-119;
-tracciati-scrittura SLIDE 120-121;
-presentazione del libro “Gli adulti di fronte ai disegni dei bambini “ di P.Federigi ed.FRANCOANGELI SLIDE
      122;
-visualizzazione dell’evoluzione della traccia grafica SLIDE 123;
- visualizzazione dell’evoluzione della rappresentazione della figura umana SLIDE 124-125-126;
ASSE VISUO-PERCETTIVO
-elenco strumenti di riferimento SLIDE 127;
-stadi dello sviluppo della funzione visiva SLIDE 128-129;
-che cosa è la percezione SLIDE 130-131;
-preferenza per forma e colore SLIDE 132-133;
-evoluzione visuo-percettiva SLIDE 134-135;
-test di percezione visiva (TPV) –a motricità presente(coordinazione occhio-mano
      copiatura/riproduzione;rapporti spaziali; velocità visuo-motoria-utilizzabili anche per la valutazione
      grafica) e assente (posizione nello spazio; figura sfondo;completamento di figura;costanza della forma)
      SLIDE 136-137-138-139;
-test dei concetti di relazione (spaziali e temporali) -(TCR)- SLIDE 140;
ASSE PRASSICO-COSTRUTTIVO
-elenco degli strumenti di riferimento SLIDE 141;
-breve suddivisione dei movimenti e dei sistemi che li governano SLIDE 142;
-che sono le prassie SLIDE 143;
-come si struttura una prassia (differenti livelli di controllo e organizzazione) SLIDE 144;
-l’imitazione dei modelli SLIDE 145;
-tipologia degli errori prassici SLIDE 146-147 ;
-forme di disprassia SLIDE 148-149;
-fasi dello sviluppo della prensione SLIDE 150 ;
-classificazione delle prassie SLIDE 151-152;
-valutazione delle abilità prassiche SLIDE 153;
-                                                                               4
INDICE 
test Learning Accomplishment Profile (LAP) – abilità fini-motorie- SLIDE 154;
-protocollo per la valutazione delle abilità prassiche e della coordinazione motoria (APCM) SLIDE 155;
ASSE RELATIVO ALLO SCHEMA CORPOREO
-corpo “vissuto”,”corpo percepito,”corpo rappresentato” SLIDE 156-157-158-159;
-metodologia inerente le prove di valutazione SLIDE 160;
-items delle prove atte alla stima dell’interiorizzazione dello schema corporeo e della lateralizzazione SLIDE 161-
      162-163-164-165;
ASSE RELATIVO RELATIVO ALLE FUNZIONI ESECUTIVE DI BASE
-definizione funzioni esecutive di base SLIDE 166 ;
-motivazione SLIDE 167-168-169-170-171-172-173;
-inibizione comportamentale SLIDE 174-175;
-autoregolazione delle emozioni SLIDE 176;
-internalizzazione del linguaggio SLIDE 177;
-influenza del linguaggio sul comportamento SLIDE 178;
-regole autodirette SLIDE 179-180;
-automonitoraggio (sensibilità all’errore) SLIDE 181;
-attenzione SLIDE 182-183-184-185-186-187-188-189-190;
-memoria SLIDE 191-192-193-194-195-196-197;
ASSE RELATIVO AL PROBLEM SOLVING
-elenco strumenti di riferimento SLIDE 198;
-dati in input e output SLIDE 199;
-contesto dei problemi SLIDE 200;
-processi SLIDE 201-202;
-individuare le caratteristiche del problema SLIDE 203;
-elaborare una strategia risolutiva SLIDE 204;
-comunicare la soluzione del problema SLIDE 205;
-ragionamento analitico SLIDE 206;
-ragionamento analogico SLIDE 207;
-fasi SLIDE 208;
-
                                                                                    5
INDICE
descrizione dell’iter di analisi SLIDE 209;
-strategie di soluzione SLIDE 210-211;
-ostacoli alla risoluzione dei problemi SLIDE 212;
-difficoltà di autoregolazione SLIDE 213-214;
-inferenza proattiva e retroattiva SLIDE 215;
-strategie di aiuto SLIDE 216;
-griglia qualitativa SLIDE 217;
-test Learning Accomplishment Profile (LAP)-( abilità inferenziali) SLIDE 218;
-scala Portage relativa al problem solving SLIDE 219-220-221-222-223-224-225-226-227-228;
-Behavior Assesment Battery (BAB) SLIDE 229;
-scala Huzgiris-Hunt SLIDE 230;
-COSTRUTTIVISMO PIAGETTIANO(ANALISI DEGLI STADI SENSOMOTORIO E
      PREOPERATORIO)
-cenni sul costruttivismo piagettiano SLIDE 231-232-233;
-analisi della tassonomia piagettiana (limitatamente al periodo sensomotorio e preoperatorio)
      SLIDE 234-235-236-237-238-239-240-241-242-243-244-245-246-247-248-249-250-251;
ASSE LUDICO
-elenco strumenti di riferimento SLIDE 252;
-bambini piccole e forme di gioco (Piaget) SLIDE 253-254-255-256;
- (Piaget)verso il gioco simbolico… SLIDE 257-258-259-260-261-262;
-test Learning Accomplishment Profile (LAP)- abilità simboliche SLIDE 263;
-tassonomia del gioco Lombardino-Stein SLIDE 264-265-266-267-268-269;
-valutazione del gioco di Borstein SLIDE 270-271-272-273-274-275;
                                                                      6
-scala SVALSI ( scala di valutazione delle abilità ludico-simboliche infantili) SLIDE 276-277-
      278-279-280-281-282-283-28-285;
INDICE
-tabella di rilevazione della scala SVALSI SLIDE 286;
-stadi dello sviluppo del gioco con regole SLIDE 287-288;
-sviluppo del gioco sociale SLIDE 289;
ASSE DELLE AUTONOMIE PERSONALI
-elenco strumenti di riferimento SLIDE 290;
-test Learning Accomplishment Profile (LAP)- abilità di autonomia personale) SLIDE 291;
-evoluzione dell’autonomia nel bambino (scala di Gesell) SLIDE 292-293-294-295-296-297-298-299-300;
-scala personale-sociale di Griffiths SLIDE 301-302-303-304-305-306-307;
ASSE LINGUISTICO (PRODUZIONE-COMPRENSIONE)
-elenco strumenti di riferimento SLIDE 308;  ;
-sviluppo della produzione linguistica dalla nascita a 10mm SLIDE 309-310-311-312-313-314;;
-stadi della produzione SLIDE 315-;   ;
-test School Readiness (S/R 4-5) SLIDE 316;
-test Learning Accomplishment Profile (LAP)- abilità di linguaggio (produzione e comprensione) SLIDE 317; ;
-test di valutazione del linguaggio (TVL) SLIDE 318-319;  ;
-test fono-lessicale (TFL) SLIDE 320-321;  ;
-tabella sulla comprensione linguistica (semantica , sintattica, comunicazione pragmatica) SLIDE 322-323;
                                                                                                        ;
ASSE COMUNICATIVO-RELAZIONALE-EMOTIVO
-elenco strumenti di riferimento; SLIDE 324
-modalità comunicative del bambino SLIDE 325-326-327-328-329-330;
-intersoggettività (primaria e secondaria) SLIDE 331;
-teoria dell’intersoggettività di Trevarthen SLIDE 332;
-teoria dell’attaccamento di Bowlby SLIDE 333;
-descrizione delle funzioni comunicative nell’infanzia SLIDE 334-335;
-test School Readiness ( S/R 4-5) SLIDE 336-337;
-test Learning Accomplishment Profile (LAP)- abilità interpersonali e conoscenza di sé SLIDE 338;
-

                                                                               7
INDICE
test SEDS (Social Emotional Dimension Scale) SLIDE 339;
-test di valutazione degli aspetti psicopatologici nell’handicap (VAP-H) SLIDE 340;
- scala di disattenzione e iperattività (SDAI) SLIDE 341-342;
ASSE DELLE COMPETENZE PROSSIMALI AGLI APPRENDIMENTI STRUMENTALI
-          
-elenco degli strumenti SLIDE 343;
-processi che sottendono l’acquisizione delle letto scrittura SLIDE 344;
-sviluppo della letto-scrittura(consapevolezza fonologica globale e analitica) SLIDE 345-346-
       347-348;
-modello di apprendimento della lettura e della scrittura (U.Frith) SLIDE 349-350-351;
- fasi dello sviluppo modello Ferreiro-Teberosky SLIDE 352-353-354 ;
-esempi di scrittura spontanea SLIDE 355-356-357;
-riassunto SLIDE 358;
-competenze globali relative alla concettualizzazione (prove scrittura- prove lettura) SLIDE
       359-360-361;
- -invarianza del testo (prove) SLIDE 362;
-teoria piagettiana sulla letto-scrittura SLIDE 363-364-365-366-367;
-modello lettura U.Frith SLIDE 368-369-370-371-372-373-374-375-376-377-378 ;
-strumenti (S/R 4-5) SLIDE 379;
-test di valutazione delle competenze metafonologiche (CMF) SLIDE 380;
-la lettura prima( guida all'analisi e al trattamento dei pre-requisiti della lettura- SAP-) SLIDE
       381;
-competenze narrative: tappe di sviluppo SLIDE 382-383-384;
-laboratorio della lettura e scrittura (prove) SLIDE 385-386-387-388-389-;
-sviluppo della competenza narrativa nel racconto per immagini SLIDE 390-391-392-393-394-
       395;
                                                                       8
-prova descrizione di una scena IPDA (Identificazione Precoce dei Disturbi di
       Apprendimento) SLIDE 396-397;
INDICE
-tabella predittiva per la dislessia SLIDE 398;
-sviluppo dell’aritmetica di base nei bambini prescolari:l’approccio al numero naturale SLIDE 399-
     400-401-402-403-04-405-406-407-408;
-notazione numerica (Lucangeli) SLIDE 409;
-esempi di notazione numerica SLIDE 410-411-412-413;
-studi di Piaget SLIDE 414-415-416-417-418;

-competenze richieste per contare SLIDE 419-420;
-interessante ricerca dell’Università di Stanford SLIDE 421-422-423-424;
-attività di verifica dell’apprendimento del concetto di numero SLIDE 425-426-427-;
-protocollo per lo studio dello sviluppo del sistema numerico in bambini da 5aa a 7aa (dal giudizio
     di numerosità alla comparsa del calcolo mentale)- (A. Martini) SLIDE 428-429;
     -batteria per l’intelligenza numerica (BIN 4-6) SLIDE 430-431-432-433-434-435-436-437-438-
     439-440-441-442;
-protocollo Lucangeli SLIDE 443-444-445-446-447-448;
-test Preschool Screening System (PSS) SLIDE 449;
-batteria di valutazione neuropsicologica (BVN 5-11) SLIDE 450-451;
-IPDA (Identificazione Precoce dei Disturbi di Apprendimento)questionario SLIDE 452;
-IPDA (Identificazione Precoce dei Disturbi di Apprendimento) test SLIDE 453;
-test d'Intelligenza Potenziale (TIP) SLIDE 454-455;
 

 


                                                                      9
INDICE
-MS 4-8- Operazioni logiche e conservazione-(OLC) SLIDE 456-457-458-459;
AUTISMO
-elenco strumenti di riferimento SLIDE 460;
-gioco e autismo SLIDE 461-462-463-464-465-466-467-468-469-470-471-472-473-474-
     475-476-477-478-79-480-481-482-483-484-485;
- i criteri diagnostici per il Disturbo autistico, secondo il DSM IV SLIDE 486-487-488-
     489;
-teoria della mente SLIDE 490-491-492-493-494-495-496-497-498-499;
-Sally –Ann Task SLIDE 500;
-sviluppo emotivo-comunicativo SLIDE 501-502-503-504-505-506-507-508-509-510-511;
-questionari per i genitori SLIDE 512-513-514-515-516-517-518;




                                                             10
INDICE
Profilo Psico-Educativo Revisionato (PEP-R) SLIDE 519-520-521-522-523-524-525-526;
-Childhood Autism Rating Scale (CARS) SLIDE 527-528-529-530-531-532;
-Checklist for Autism in Toddlers (CHAT) SLIDE 533-534-535-536-537-538;
-Scala di valutazione dei Tratti Autistici nelle persone con Disabilità Intellettiva(STA-DI)
    SLIDE 539;
-Valutazione della Comunicazione Aumentativa e Alternativa (VCAA ) SLIDE 540-541;
INDICAZIONI PER LA NUOVA SCHEDA PSICOPEDAGOGICA SLIDE 542-543-544-
    545-546-547-548-549-550-551-552-553-554-555-556;
FORMAT DELLA SCHEDA SLIDE 557;
BLIBLIOGRAFIA CORRELATA DALL’ ETA’ DI RIFERIMENTO DEGLI
    STRUMENTI DIDATTICI SLIDE 558-559-560;
SITOGRAFIA SLIDE 561-562-563-564-565-566-567-568-569.
 




                                                                11
CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI
       DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA
DEFINIZIONE DEL TERMINE “OSSERVAZIONE”.
Dal punto di vista etimologico, “osservare”deriva dal latino
observare,composto di “ob” (verso) e “serbare”(tenere gli occhi
addosso) e significa in generale “guardare, esaminare con cura”,
“rilevare”.De Ketele evidenzia come, da un lato, osservare voglia
dire “mettersi davanti a un oggetto come schiavo o servo per
essergli fedele”.Dall’altro lato, osservare fa riferimento al mettersi
davanti a un oggetto “come maestro per possederlo e
conservarlo”. Dunque, l’osservazione di un fenomeno o
comportamento esteriore non consiste nel semplice vederlo o
comunque in senso più lato, nel percepirlo,ma nel “guardarlo” e
descriverlo in modo “fedele”, allo scopo di comprenderlo.
L’osservazione è un processo la cui funzione principale è
raccogliere informazioni sull’oggetto preso in considerazione.E’
un’operazione di prelievo e strutturazione dei dati in modo da far
emergere una rete di significati.
                                                    12
CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI
       DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA
FASI METODOLOGICHE DELL’OSSERVAZIONE
Il processo osservativo, di norma,può articolarsi in tre fasi
    fondamentali, dinamicamente collegate tra loro,anche se
    operativamente distinte (Amplatz,1999) :
1) focalizzazione;
2) raccolta dei dati;
3) analisi.




                                                 13
CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI
      DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA
Fase di focalizzazione
La scelta della situazione da osservare si riferisce a quella
    preliminare opera di chiarificazione di ciò su cui si intende
far luce. precisare i fenomeni o comportamenti
che si ritengono rilevanti e significativi in relazione alla
dimensione che interessa indagare e agli obiettivi prefissati e di
    procedere ad una loro definizione in termini non
ambigui.
Raccolta dei dati
Prima di procedere fattualmente all’azione osservativa, è
    importante definire le operazioni da compiere per
poter raccogliere i dati, valutando le risorse disponibili e
    predisponendo gli strumenti necessari.
Una delle fasi nodali del processo, infatti, è proprio la raccolta dei
    dati, dalla cui correttezza- sistematicità dipende la fondatezza
    dell’analisi e l’attendibilità dei risultati.
                                                  14
CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI
          DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA
Analisi
L’analisi delle informazioni raccolte costituisce la conclusiva fase
critica che porta l’osservazione a partorire i suoi esiti conoscitivi.
Può poggiare su procedure di quantificazione o su un processo
qualitativo.
L’analisi di tipo quantitativo, mira ad una conoscenza “computabile” dei
   fenomeni e che si basa pertanto sulla loro riconduzione ad indici
   misurabili.
Essa è basata sul linguaggio matematico ed è pertanto più oggettiva,
meno incline, cioè, ad essere influenzata dai filtri soggettivi dell’osservatore.
  Inoltre è rigorosamente e supinamente aderente ai dati.
L’analisi di tipo qualitativo è più attenta al “significato” che assume il
   fenomeno nella sua consistenza “intensionale”, collegata al senso che essa
   riveste per chi lo osserva e/o lo vive. Essa è tendenzialmente più rischiosa e
   meno attendibile.

                                                           15
CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI
      DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA
LE FUNZIONI DELL’OSSERVAZIONE
Perché osservare?
La risposta a questo interrogativo permette di individuare cinque funzioni
che possono presiedere alla creazione o all’utilizzazione di uno strumento
d’osservazione:
descrittiva,
formativa,
valutativa,
euristica o invocata,
provocata.
La funzione descrittiva :si osserva per descrivere i fenomeni o una situazione.
   ( Descrive una situazione o un fatto/fenomeno, raccoglie dati);
La funzione formativa:si osserva per agire sulla base della situazione
   osservata e per formare. (Agisce sulla base di quanto osservato, per
   imparare, per formarsi);                           16
CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI
        DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA

La funzione valutativa :si osserva per valutare, si valuta per decidere, si decide
   per agire. L’azione sarà a sua volta sottoposta alla valutazione, e dunque
   all’osservazione, per una nuova decisione. (Descrive una situazione o un
   fatto/fenomeno, raccoglie dati);
La funzione euristica :quando l’attività è orientata verso l’emergere di ipotesi
   pertinenti, che saranno ulteriormente sottoposte ad attività di controllo. (Fa
   emergere delle ipotesi da sottoporre a verifica);
La funzione di verifica :si osserva una situazione “provocata” o manipolata per
   poter verificare un’ipotesi, e dunque utilizzando l’osservazione come
   strumento di misurazione delle variabili dell’ipotesi stessa. (Convalidare o
   meno un’ipotesi).(Postic- De Ketele,1993,25-26) (Amplatz,1999,33).
Un’ ulteriore classificazione dell’osservazione viene fatta anche in base a:
-il grado di partecipazione dell’osservatore;
-l’ambiente in cui viene svolta;
-il grado di strutturazione.                             17
CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI
         DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA
Il grado di partecipazione dell’osservatore
Osservazione documentaria(indiretta): ricerche storiche ed etnografiche. Documenti
   utilizzati sono: notizie di archivio, registrazioni audio, video, diari…
Indipendentemente quando l’osservatore raccoglie in prima persona i dati,
mantenendo il distacco dal gruppo osservato (telecamere).
Osservazione partecipante(diretta): l’osservatore entra nel contesto e nel sistema
   delle relazioni, coinvolgendosi nelle situazioni che analizza.
L’ambiente in cui viene svolta
Naturalistica: rilevazione continuata dei comportamenti di uno o più soggetti nel
   loro ambiente naturale (nel suo habitat).
In condizione controllate: quando l’osservatore cerca di controllare la
situazione.
In ambiente artificiale: in laboratorio, un settino molto strutturato. Osservazione dei
    giocattoli utilizzati da bambini e bambine.
Il grado di strutturazione
Sistematica.
Narrativa ( diari, registrazioni anneddotiche).                 18
CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI
         DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA

L’OSSERVAZIONE SISTEMATICA E LE SUE CARATTERISTICHE
L’osservazione tende ad essere sistematica quando soddisfa le seguenti
condizioni:
1. impiego di procedure coerenti e ripetibili;
2. determinazione delle condizioni dell’osservazione;
3. impiego di tecniche rigorose di osservazione, di annotazione e di codifica.
L’osservazione, quindi, è sistematica quando è “organizzata, metodica, ha
   uno scopo ben determinato e mezzi adeguati per conseguirlo”
Essa presenta le seguenti caratteristiche:
intenzionalità : è sempre guidata da un obiettivo esplicito, che è “allo stesso
    tempo finale ed organizzatore del processo stesso di osservazione;


                                                         19
CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI
     DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA
Progettualità: viene utilizzata all’interno di un preciso progetto.
Delimitazione-definizione del campo osservativo: idealmente circoscrive il
   setting, puntando l’attenzione su eventi o comportamenti che devono
   essere preliminarmente definiti secondo criteri chiari e rigorosi, e
   discriminati in funzione dello scopo e del punto di vista adottato.
nel progetto.
Tendenza all’obiettività: rilevare fatti e non sensazioni, né impressioni o
tanto meno di anticipare giudizi.
Utilizzo di precisi strumenti di riferimento: si tratta di tecniche e
strumenti che in forma diversa, tendono a facilitare la raccolta e l’analisi
    delle informazioni.
Pianificazione dell’osservazione sistematica: fare un piano d’osservazione
   significa prospettarsi le difficoltà e trovare le maniere concrete per
   affrontarle.
                                                        20
CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI
        DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA
• Chi osserva
• Chi/cosa osservare: implica la selezione, tra i possibili innumerevoli oggetti di
   osservazione, di quegli eventi e comportamenti che risultano più rilevanti
   per la dimensione che interessa indagare.
Dove condurre l’osservazione: non si tratta solo di scegliere un ambiente ma
  anche di confrontarsi con la concreta natura del luogo (aperto o chiuso,
  pubblico o privato, e, più nello specifico, aula, palestra, mensa, cortile, ecc.)
Quando osservare: è una decisione che dipende in modo più diretto dalle
  circostanze specifiche in cui il comportamento deve essere osservato.
  Scegliere in merito al tempo, significa anche riferirsi alla durata e frequenza
  delle osservazioni.
Come, in che modo osservare: scegliere tra i diversi tipi, modi, tecniche di
  osservazione, quelli più adatti e funzionali rispetto agli obiettivi e all’oggetto
  dell’indagine; di precisare il ruolo che l’osservatore dovrà assumere; di
  prevedere tutti gli accorgimenti necessari per garantire la normalità di
  comportamenti da parte dei soggetti osservati; e, in sintesi, di prefigurare le
  modalità più opportune secondo cui procedere nelle21 fasi operative
                                                          varie
  dell’osservazione.
CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI
        DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA
LE QUALITA’ NECESSARIE PER L’OSSERVAZIONE SISTEMATICA
La pertinenza
Essa si riferisce a ciò che il ricercatore vuole e all’obiettivo della sua
  ricerca: ciò che voglio osservare è pertinente al raggiungimento
dell’obiettivo della mia ricerca?
La validità
C’è un accordo sufficiente tra ciò che io osservo realmente e ciò che voglio
   osservare?
L’affidabilità
Due o più osservatori diversi, osservando ognuno per conto suo la stessa
  cosa nello stesso momento la classificheranno allo stesso modo.
La trasferibilità
I risultati ottenuti dalla procedura d’osservazione sonotrasferibili
    alla popolazione di riferimento .
                                                           22
CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI
        DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA
IN SINTESI LE PECULIARITA’ DEL PROCESSO DI ASSESSMENT SONO LE
    SEGUENTI:
1)STABILIRE A PRIORI L’OBIETTIVO DA ANALIZZARE,
2)AGIRE INTENZIONALMENTE GUIDATA DA UN OBIETTIVO;
3)ESSERE UTILIZZATA ALL’INTERNO DI UN PRECISO PROGETTO;
4) CERCARE DI ESSERE QUANTO PIU’ OBIETTIVA;
5)RILIEVARE I FATTI SENZA ANTICIPARE I GIUDIZI;
6)REGISTRARE FEDELMENTE I COMPORTAMENTI;
7) BASARSI SU MODELLI TEORICI CONVALIDATI DALLA RICERCA;
8) CONNOTARE LO STILE EDUCATIVO DI OGNI SINGOLO OPERATORE SU BASI
    OGGETTIVE E NON APPROSSIMATIVE;
9) VEICOLARE L’ IMPOSTAZIONE E IL MONITORAGGIO NEL TEMPO DEI
    PROGRAMMI E DELLE METODOLOGIE PERSONALIZZATE;
10) COMPIERE UN FEEDBACK CONTINUO NELL’OPERATO EDUCATIVO;
11) DIVENIRE UN VALIDO STRUMENTO DI FORMAZIONE;
12) RENDERE FACILMENTE PUBBLICIZZABILI I RISULTATI SECONDO “CHIAVI
     DI LETTURA” COMUNI E OBIETTIVE.


                                                  23
CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI
        DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA

    Le osservazioni hanno lo scopo di approfondire aspetti
    significativi e sono guidate da ipotesi di lavoro, hanno un
    carattere eminentemente descrittivo, i commenti e le ipotesi
    sono fondamentali ma  vanno chiaramente distinti nel
    protocollo.
    Per condurre tali osservazioni è necessario:
•   descrivere gli eventi e i comportamenti senza incasellarli in
    categorie predefinite;
•   usare un linguaggio descrittivo e non valutativo;
•   non usare termini generici;
•   prestare attenzione ai dettagli;
•   distinguere la descrizione degli avvenimenti dai commenti e
    dagli eventuali giudizi che ne conseguono;
•   prestare attenzione al contesto, inteso come ambiente
    immediato in cui si manifesta il comportamento e che ne
    influenza la qualità sociale ed emotiva.

                                                   24
CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI
       DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA

LE TECNICHE
L’osservazione non partecipata: di tipo ecologico, libera, l’insegnante non
interviene in alcun modo.

L’osservazione partecipante è una strategia nella quale l’insegnante si
inserisce in maniera diretta nelle attività del bambino (ponendo blande
variabili sia in modo diretto che con tecniche a “sfondo integratore)preso
nel suo ambiente naturale, istaurando un rapporto di interazione
personale allo scopo di descriverne le azioni e di comprenderne, mediante
un processo di immedesimazione, le motivazioni.




                                                       25
CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI
        DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA

Per conoscere un bambino è necessario guardarlo, ma guardare un bambino non è facile,
i nostri occhi spesso guardano solo ciò che sanno vedere. L’osservazione deve essere
guidata da schemi interpretativi (non si può osservare se non si sa che cosa osservare). 
L’osservazione vuole dare un significato a ciò che si osserva, fornire una interpretazione.
Gli strumenti e i metodi da adottare variano in dipendenza dell’oggetto del’osservazione 




                                                               26
RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE
            DELL’OSSERVAZIONE


RIASSUNTO GENERALE
Chi osserva
Ø       attivo/passivo
Ø       percepito/non percepito
Oggetto dell’osservazione
Ø       fatti(osservazione diretta)/rappresentazioni(dossier)
Strumenti dell’osservazione
Ø       griglie qualitative
Ø       diari, annotazioni
Ø       registrazioni(video, audio, audio video)
Ø       interviste questionari
Ø       tassonomie
Ø  test settoriali o globali a esito metrico
Grado di inferenza dell’osservazione sull’oggetto osservato
Ø      debole
Ø       forte
                                                       27
RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE
            DELL’OSSERVAZIONE

Annotazione
Ø       immediata/differita
Ø       diretta/mediata
Situazione dell’osservazione
Ø       creata/naturale
Ø      manipolata/non manipolata
Grado di libertà dell’osservatore
Ø       sistematica/non sistematica




                                      28
GLI STRUMENTI



E’ importante considerare :
•    la corretta selezione del test o dello strumento;
•    l’interpretazione dei risultati;
•    l’etica dell’applicazione della misura docimologica.
STRUMENTI CHE VEICOLANO LA VALUTAZIONE
•    diario di “bordo”;
•    check list e griglie;
•    colloqui clinici e interviste ai genitori del bambino;
•    test di performance ( prove riferite a una norma e prove criteriali
     -settoriali o globali-).
 

                                                         29
GLI STRUMENTI
•   COLLOQUIO CLINICO E INTERVISTA AI GENITORI DEL BAMBINO
    a) adattamento al ruolo di genitore,
    b) la relazione con i figli,
    c) influenze della famiglia,
    d) l’interazione con il mondo esterno,
    e) le potenzialità di cambiamento

•   DIARIO DI BORDO
    La compilazione di un diario è utile soprattutto per osservare lo sviluppo di un
    bambino con handicap. E’ necessario che le notazioni si riferiscano e descrivano
    il comportamento quotidiano, abituale di quel bambino. Gli ambiti essenziali di
    sviluppo che è utile avere presenti nel diario sono:
•   l’evoluzione del suo stato affettivo
•   la relazione con l’insegnante di riferimento e gli altri adulti;
•   il comportamento durante le operazioni quotidiane;
•   lo sviluppo degli apprendimenti (compreso l’evolvere dell’interesse per le
    attività);
•   la relazione con i pari;
•   i comportamenti e le abitudini.
                                                                   30
GLI STRUMENTI

•    check list e griglie
•    La check list è sostanzialmente una lista della spesa: è un elenco di tutto ciò che si pensa sia
     utile osservare o annotare, a scopo principalmente di promemoria. In realtà non è
     unicamente un promemoria, perché nel redigere l'elenco, si tiene conto dell'importanza dei
     vari passi, in relazione agli obiettivi che ci si prefigge. È utile soprattutto in fase di avvio di
     un'attività, perché aiuta, oltre che a non dimenticare le cose importante, a focalizzare gli
     obiettivi che si vogliono raggiungere. La check list viene sicuramente già usata, anche se in
     forma non così esplicita, nel programmare le attività, perché è uno strumento utile per non
     dimenticare le cose. Si tratta soltanto di usarlo sistematicamente e possibilmente con gli
     stessi punti in modo da avere un minimo di monitoraggio uniforme dell'attività svolta.
    Criteri per la costruzione di una check list
     1) individuare con precisione il settore o l’area che si intende approfondire attraverso
     l’osservazione;
     2) identificare ogni azione considerata interessante e significativa nella performance;
     3) aggiungere all’elenco le azioni che rappresentano errori comuni o difetti considerati
     rilevanti;
     4) sistemare le azioni in un ordine adeguato;
     5) fornire un procedimento per controllare e annotare semplicemente ogni azione.



                                                                             31
GLI STRUMENTI

•   La griglia osservativa è il passo successivo. Può riprendere i punti rilevanti della
    check list, ampliarli e strutturarli, se necessario, in sottopunti e associare a
    ciascuno di loro un commento o un giudizio. La griglia può essere arricchita e
    ampliata in misura diversa a seconda dell'interesse. Se usata sistematicamente
    permette di monitorare, a distanza di tempo, l'evoluzione o l’involuzione
    funzionale.
    Come per la check list, anche la griglia osservativa viene già usata spesso, in
    particolare per valutare il comportamento e la performance generale dell'allievo.
    Spesso tuttavia, proprio per essere generali, diventano generiche e rischiano di
    appiattire tutta l'osservazione codificandola in modo standard e quindi di essere
    poco informative.




                                                                 32
GLI STRUMENTI

Test di performance 
Prove nelle quali si chiede alla persona di eseguire un compito, che esige una risposta orale,
    scritta o prassica.
Si dividono in:
•   TEST NORMATIVI
•   TEST CRITERIALI


TEST NORMATIVI ATTENDIBILITÀ : il test deve fornire risultati costanti e coerenti nel
   tempo 
   VALIDITÀ : il test deve misurare effettivamente le abilità per le quali è stato costruito 
   TEST NORMATIVI “FORNISCONO PROVE RIGOROSAMENTE SELEZIONATE E
   VALUTATE PER QUANTO RIGUARDA IL LORO GRADO DI ATTENDIBILITA’,
   VALIDITA’E NORMATIVITA’”
Meazzini, 1997 
NORMATIVITA’ Il punteggio che il soggetto ottiene al test viene confrontato ad una norma.
Le norme vengono individuate dopo che il test è stato somministrato ad un campione che si
    ritiene rappresentativo della popolazione alla quale esso dovrà essere somministrato.
Le norme si esprimono prevalentemente mediante punteggi standardizzati (media e deviazione
    standard) da cui è possibile calcolare il grado di scostamento del singolo dalla media.
                                                                     33
GLI STRUMENTI

     VANTAGGI La standardizzazione del materiale e del punteggio consente analisi comparative
    di natura epidemiologica.
     Es. Il confronto tra i punteggi medi ottenuti in test normativi di lettura tra popolazioni di
    allievi residenti in regioni diverse…
•   Consente di individuare la posizione occupata dal singolo all’interno di un gruppo.
    TEST CRITERIALI 
    Il parametro utilizzato dai test criteriali non è la norma (media e deviazione standard) ma il
    criterio dato da uno o più livelli di prestazione del soggetto. Punteggi superiori a tale livello
    indicano che vi è una padronanza totale o accettabile per quanto riguarda l’abilità esaminata.
    Punteggi inferiori indicano il contrario. 
    Il criterio viene stabilito dall’operatore a seconda degli obiettivi educativi che intende
    raggiungere.
    I test criteriali dunque sono test che valutano il raggiungimento di una certa competenza
    reputata necessaria per acquisire ulteriori e più complesse conoscenze. Il test serve a valutare
    ciò che una persona ha appreso e non si pone il problema di paragonare la competenza
    raggiunta dall’alunno con quella dei compagni o, più in genere, con un gruppo di alunni di
    pari età ; la valutazione viene effettuata solo in rapporto ai contenuti, agli argomenti e agli
    obiettivi oggetto di verifica. Questi test vengono anche definiti test di rendimento o di profitto
    (achievement test). non viene confrontato con un gruppo ma solo con sé stesso, prima e dopo
    un intervento educativo.


                                                                        34
GLI STRUMENTI

Ciò che si valuta è il progresso fatto dall’alunno rispetto alla sua stessa
competenza iniziale; gli obiettivi formativi, quindi, diventano il criterio da
raggiungere e l’eventuale giudizio valutativo non viene basato sul confronto con
la prestazione di un gruppo di riferimento. La prestazione a cui fare riferimento
è, solitamente, la percentuale di risposte corrette ad un dato compito; in questo
caso è bene definire in anticipo i criteri rispetto ai quali una prestazione viene
definita positiva o negativa; in un dato compito si può assumere, per esempio,
che il 75% di risposte corrette sia il criterio per giudicare una prestazione
positiva o negativa.
VANTAGGI Consente di discriminare tra abilità e sotto-abilità. E’ uno
strumento flessibile con il quale si può valutare qualsiasi performance. Il criterio
viene scelto dall’operatore e cambiato di volta in volta a seconda delle esigenze.
Il test può essere costruito dall’operatore, è semplice da applicare e non richiede
la standardizzazione.Il soggetto




                                                            35
GLI STRUMENTI

TIPOLOGIA DEGLI ITEMS
-figurati;
-verbali;
- (vero-falso);
-a risposta multipla semplice e complessa;
- a risposta aperta univoca-limitata
- a risposta aperta.




                                             36
PICCOLO GLOSSARIO

PICCOLO GLOSSARIO
1) CAPACITA’ :
2) COMPETENZA :
3) CONOSCENZE E ABILITA’.




                                     37
PICCOLO GLOSSARIO




                    38
PICCOLO GLOSSARIO




                39
PICCOLO GLOSSARIO




                    40
PICCOLO GLOSSARIO




                    41
PICCOLO GLOSSARIO




                    42
GLI ASSI FUNZIONALI
ELENCO DEGLI ASSI PRESI IN CONSIDERAZIONE - L’OSSERVAZIONE
COINVOLGE MOLTEPLICI AMBITI FUZIONALI,NELLO SPECIFICO CI
RIFERIAMO AI SEGUENTI:
-ASSE GRAFICO;
-ASSE VISUO-PERCETTIVO;
-ASSE PRASSICO-COSTRUTTIVO;
-ASSE RELATIVO ALLO SCHEMA CORPOREO;
-ASSE RELATIVO AL PROBLEM SOLVING;
-ASSE RELATIVO ALLE FUNZIONI ESECUTIVE DI BASE;
-ASSE LUDICO;
-ASSE DELLE AUTONOMIE PERSONALI;
-ASSE LINGUISTICO (PRODUZIONE-COMPRENSIONE);
-ASSE COMUNICATIVO-RELAZIONALE-EMOTIVO;
-ASSE DELLE COMPETENZE PROSSIMALI AGLI APPRENDIMENTI
STRUMENTALI.
-Un un’ulteriore analisi è dedicata poi alla patologia AUTISTICA.
                                                             43
ASSE GRAFICO
SUDDIVISO IN TRE LIVELLI : esecutivo,percettivo e
rappresentativo




                                       44
ASSE GRAFICO


LIVELLO ESECUTIVO (GLI STRUMENTI DI RIFERMENT
E SONO: LA GRIGLIA ANALITICA QUALITATIVA DEL
MOVIMENTO,DEL GESTO E DELLA FORMA GRAFICA E
IL TEST LEARNING ACCOMPLISHMENT PROFILE –
LAP-)




                                45
ASSE GRAFICO (TEST)

  INDICATORI DELLA GRIGLIA ANALITICA   DEL
  MOVIMENTO E DELLA FORMA GRAFICA
               VELOCITA’:RALLENTATA-ACCELERATA-
  FREQUENTEMENTE
  VARIABILE,ALTRO………………………………………………
  ……………………
·         
     RITMO:UGUALE,DISCONTINUO,DISARMONICO,ALTRO
     ………………….
·          CONTINUITA’ DEL
     GESTO:INTERROTTO,CONTINUO,ESITANTE,ALTRO…
     …………………………………………………………………….



                                 46
ASSE GRAFICO (TEST)

      TIPO DI IMPUGNATURA:NORMALE,ERRATA
     PER…………………………………………………………………
     …………………
·         
     LATERALIZZAZIONE:DESTRA,SINISTRA,AMBIVALENTE
     CON PREFERENZA
     A…………………………………………………………….
·     TRATTO
     PREVALENTE:BREVILINEO,LONGILINEO,CURVO,ANGO
     LATO,FRAMMENTATO,CON PRESENZA DI CHIARO –
     SCURI,ALTRO……………………………………………………
 



                                   47
ASSE GRAFICO (TEST)
  GRANDEZZA(DIMENSIONE CORRETTA QUELLA
   COMPRESA INDICATIVAMENTE TRA GLI 8 E I 18
   CM):NORMALE,MACROGRAFICA,MICROGRAFICA,MISTA,A
   LTRO………
·  PRESSIONE:REGOLARE,LEGGERA,FORTE,VARIABILE,
    ALTRO…………………………………………………………….
·          UNIFORMITA’ DI GRANDEZZA E DI FORMA:
     PRESENTE/NON PRESENTE
ANCORAGGIO DEL FOGLIO CON L'EFFETTORE NON
  DOMINANTE
·          Caratteristiche di produzione:
·          INCLINAZIONE PENNARELLO:
·          INCLINAZIONE FOGLIO:
     


                                            48
ASSE GRAFICO (TEST)

    MANIERISMI:TRATTO
    ORNATO,SEMPLICE,TRASCURATO,CON ECCESSIVO
    RIEMPIMENTO DI COLORE,CON
    RIPASSI,ALTRO…………………………………………………
    ……………………
·    IMITAZIONE SIMULTANEA DI:
    ………………………………………………
·   COPIA DI……………………………………




                                 49
ASSE GRAFICO (TEST)
TEST LEARNING ACCOMPLISHMENT PROFILE




                                50
ASSE GRAFICO
LIVELLO PERCETTIVO (GLI STRUMENTI DI
RIFERIMENTO SONO : LA GRIGLIA QUALITATIVA.LA
TASSONOMIA DEI RAPPORTI SPAZIALI , IL TEST DI
PERCEZIONE VISIVA(TPV) NELLA PARTE RELATIVA ALLA
MOTRICITA’ PRESENTE)




                                 51
ASSE GRAFICO (TEST)


GRIGLIA QUALITATIVA

    TRACCIATI OMOLATERALI (ESEGUITI CON LA
    MANO DESTRA VANNO A COLLOCARSI ALLA
    DESTRA DEL FOGLIO IDEM PER SINISTRA)
·     TRACCIATI CENTRALI
·     TRACCIATI CENTRIFUGHI(PARTONO DAL PUNTO
      PIU’ VICINO AL SOGGETTO CHE DISEGNA E SI
      ALLONTANANO SIA A DESTRA CHE A SINISTRA)
·     DIREZIONE DELLE LINEE POSITIVA (SENSO
      ANTIORARIO)
·     DIREZIONE DELLE LINEE NEGATIVA (SENSO
      ORARIO).

                                      52
ASSE GRAFICO


TASSONOMIA DEI RAPPORTI SPAZIALI
(TOPOLOGICI E EUCLIDEI) :ACQUISIZIONE
DELLE OPERAZIONI SPAZIO – TEMPORALI
IN RELAZIONE ALL’ATTO GRAFICO
1) RAPPORTI TOPOLOGICI
- CAPACITA’ DI APERTURA - CHIUSURA
- INCLUSIONE - ESCLUSIONE
-VICINANZA – SEPARAZIONE
- ORDINE - SUCCESSIONE



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ASSE GRAFICO

    2)RAPPORTI EUCLIDEI
    - RAPPRESENTARE UN SISTEMA DI COORDINATE
    (ORIZZONTALE-VERTICALE)
    -CAPACITA’ DI PARTIZIONE
    -DAVANTI-DIETRO
    - PROSPETTIVA (emergono le linee di riferimento di terra e di
    cielo).
     Piaget analizza la rappresentazione dei rapporti spaziali nei
    disegni infantili distinguendone tre classi:
-   i rapporti topologici, tipici del periodo che va dai 2 anni e mezzo ai
    4 anni e caratterizzati dall’invarianza dei rapporti spaziali quali
    vicinanza, separazione,inclusione, chiusura e ordine; i bambini
    riescono ad utilizzare solo alcuni rapporti topologici, senza però
    riuscire a coordinarli nel caso di rappresentazioni complesse;


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ASSE GRAFICO


 i rapporti euclidei, rappresentati tra i 4 e i 7 anni e caratterizzati
dall’invarianza dei rapporti quando le trasformazioni dell’oggetto
sono rotazioni o spostamenti;
i rapporti proiettivi, conquistati tra i 7 e i 9 anni e caratterizzati
dai rapporti prospettici e dalla comprensione della posizione del
punto di vista richiesto; si riesce ,in questo caso , a coordinare le
dimensioni e le distanze tra gli oggetti.




                                                   55
ASSE GRAFICO

EVOLUZIONE DELLA STRUTTURA SPAZIALE
 Fasi iniziali
 Il bambino, pur conoscendo giā le forme euclidee
attraverso la percezione visuale, nei suoi disegni
dimostra di cogliere solo i caratteri topologici
(specialmente quelli di vicinanza e separazione).
 Per il piccolo gli oggetti possono essere in alto-in
basso, a destra- a sinistra,vicini-lontani ma il punto di
riferimento resta incentrato sul proprio io percepente
poiché non vi è ancora l’intuizione del collegamento tra
elementi (si ragiona in termini assoluti e non relativi).
 Le prime espressioni prospettiche, rovesciamenti e
svolgimenti, sono significative della struttura proiettiva
dello spazio: solo a partire da qui il bambino giungerà
ad una strutturazione euclidea dello spazio stesso.
                                           56
ASSE GRAFICO


Cronologicamente le intuizioni topologiche si situano verso i tre
anni: il passaggio all’ordine proiettivo a sua volta non può esser
considerato completo prima dei sette anni: la costruzione
euclidea infine si realizza dai sette ai nove anni. Un bambino
anche molto piccolo è in grado di apprezzare differenze fra la
forma di un cerchio e quella di un quadrato, ma, anche se non vi
sono particolari difficoltà grafiche, non è in grado di riprodurre
queste differenze; la spiegazione di ciò sta appunto nella
distinzione tra spazio percettivo e spazio rappresentativo.




                                                57
ASSE GRAFICO

 Si considerano dunque 4 livelli strutturali nella riproduzione
grafica:
1)NON STRUTTURA (la riproduzione è a livello di grafismo
spontaneo dello sgorbio, dello scarabocchio)- (prima dei tre
anni);
2)STRUTTURA DISARTICOLATA (la riproduzione è solo
simile al modello nel senso che si riconosce sommariamente il
modello stesso ma non l’articolazione della struttura)-(3-4aa);
3)STRUTTURA AGGREGATA ( la riproduzione è composta da
elementi strutturati ma disgiunti uno dall’altro,
accostati,giustapposti a volte capovolti)- (4-7aa);
4)STRUTTURA ARTICOLATA (la copia è molto simile al
modello e ne rappresenta gli elementi euclidei nelle angolature,
nelle proporzioni delle parti, nelle dimensioni e
nell’orientamento)- (dai 7aa in poi).

                                               58
ASSE GRAFICO (TEST)



TEST DI PERCEZIONE VISIVA (TPV) _esito metrico
a partire dai 4aa- ITEMS A MOTRICITA’ PRESENTE
-COORDINAZIONE OCCHIO-MANO;
-COPIATURA/RIPRODUZIONE;
-RAPPORTI SPAZIALI;
-VELOCITA’ VISUO-MOTORIA




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ASSE GRAFICO (TEST)
SCHEDA TRATTA DAL TEST TPV
COORDINAZIONE OCCHIO-MANO




                             60
ASSE GRAFICO (TEST)

SCHEDA TRATTA DAL TEST TPV
COPIATURA/RIPRODUZIONE




                              61
ASSE GRAFICO (TEST)


SCHEDA TRATTA DAL TEST TPV
RAPPORTI SPAZIALI




                             62
ASSE GRAFICO (TEST)


SCHEDA TRATTA DAL TEST TPV
VELOCITA’ VISUO-MOTORIA




                               63
ASSE GRAFICO

LIVELLO RAPPRESENTATIVO (GLI STRUMENTI DI
RILEVAZIONE SONO: LE TIPOLOGIE DELLO
SCARABOCCHIO;LE TASSONOMIE DI BURT, LUQUET,
KELOG E LOWENFELD SI FA INOLTRE RIFERIMENTO
ALLE CHECKLISTS PRESENTI NEL TESTO “GLI ADULTI DI
FRONTE AI DISEGNI DEI BAMBINI “di P.FEDERICI
ed.FRANCO ANGELI)




                                 64
ASSE GRAFICO
LIVELLO ELEMENTARE (SCARABOCCHIO)
Verso i 16-18 mesi il bambino si rende conto che ci sono degli oggetti
   che lasciano una traccia (matite, gessi,ecc.).
Inizia così a differenziare l’utilizzo della traccia sonora da quella
   grafica.
TRACCIA GRAFICA: è più duratura, resta al di fuori della persona
   che la ha provocata, si conserva nel tempo, ma è poco efficace a
   livello immediato.
TRACCIA SONORA: svanisce in fretta, ha un carattere imperativo e
   di utilità immediata.
Infatti gli adulti non rispondono agli scarabocchi con la stessa
   immediatezza con cui rispondono ai vocalizzi.
L’attività grafica nei primi mesi della vita del bambino diventa un
   gioco personale con sé stesso, il cui significato sociale è rimandato
   nel tempo.I primi segni sul foglio sono il prodotto di colpi che alle
   volte sono così forti che bucano il foglio ( tanta energia, poco
   controllo motorio).
                                                   65
ASSE GRAFICO

Il segno è la conseguenza del gesto che descrive la sua
traiettoria su una superficie capace di registrarla.
 Nei primi mesi il bambino disegna (spesso macchie) con tutto
il corpo, compie movimenti più larghi possibili.
 Sei mesi dopo che ha iniziato a scarabocchiare (2aa circa), si
rende conto che c’è un rapporto tra i suoi movimenti e i segni
ottenuti.
 Prima dei 2 o 3 anni è sbagliato indurre il bambino a
rappresentare oggetti reali, in quanto lo scarabocchiare
rappresenta una forma di gioco, un piacere puro fine a sé
stesso. 
Prima di vedere le fasi dello sviluppo dello scarabocchio,
cerchiamo di capire brevemente quali sono i meccanismi che
portano il bambino ad utilizzare i propri prodotti grafici per
rappresentare la realtà .


                                              66
ASSE GRAFICO


FASI DELLO SVILUPPO DELLO SCARABOCCHIO : 
Definizione di  SCARABOCCHIO : forma spontanea di piacere
motorio e visivo senza che sia presente alcuna
INTENZIONALITÀ RAPPRESENTANTIVA (il bambino non
vuole disegnare una “cosa” e tutto il corpo partecipa a questa
attività grafica). Questa attività inizia verso i 18 mesi e in genere
vengono eseguiti “tondeggianti guardandosi in giro”.
 1 anno: il bambino prende in mano per la prima volta una matita,
tenta di colpire il foglio, ancora non riesce a lasciare traccia;
 18-20 mesi: inizia a lasciare traccia sul foglio da disegno, disegna
segni verticali, orizzontali e radiali;




                                                 67
ASSE GRAFICO
 2 anni: compaiono i primi segni circolari e ad angolo,non
solleva la matita dal foglio e con molta facilità ne supera i bordi,
 inizia il controllo visivo, il bambino guarda quello che sta
facendo con la penna e allora si vede che cerca di riempire una
parte particolare del foglio.
 2 anni e mezzo: aumenta il controllo motorio, non supera più i
bordi, fa scivolare la matita con guida con lo sguardo,
cominciano i primi “riccioli” e successivamente vengono
disegnate le spirali e i cerchi multipli;
 3 anni: non scarabocchia solo per il piacere del movimento o per
sentire l’attrito della matita sul foglio, bensì per rappresentare
sensazioni interne vissute intensamente ( compaiono croci,
spazi chiusi, quadrati, solo verso la fine dei tre anni inizia ad
abbozzare una persona, una casa o un sole);
 4 anni: gli scarabocchi acquistano significato anche per l’adulto,
arrivano le prime schematiche figure umane.

                                                68
ASSE GRAFICO
IL SIGNIFICATO DELLO SCARABOCCHIO:
Ø Il disegno rappresenta uno STRUMENTO di indagine di
fondamentale importanza: l’attività grafo-espressiva
costituisce un mezzo di espressione immediato e
compatibile al bambino che, attraverso di esso, ELABORA
E RAPPRESENTA, come nel gioco, le proprie esigenze
affettive e le modalità di rapporto con il mondo circostante.
   Ø   Dopo di 5 anni l’attività grafica assume una esplicita
finalità NARRATIVA e RAPPRESENTATIVA in quanto la
motivazione cosciente che spinge il bambino a disegnare, è
data dal desiderio di raccontare e comunicare le esperienze
vissute.
   Il momento della comparsa dell’attività grafica varia da
bambino a bambino: per alcuni coincide con gli ultimi mesi
del secondo anno; per altri emerge durante l’arco del terzo
anno.

                                           69
ASSE GRAFICO

INDICAZIONI EMOTIVE DELLO SCARABOCCHIO: 
1.  Tracciato veloce: attività, dinamismo,impulsività.
2.  Tracciato lento: calma tendenza alla pigrizia, riflessione.
3.  Tratto marcato: energia fisica,vitalità, volontà.
4.  Tratto sottile: delicatezza, sensibilità.




                                                  70
ASSE GRAFICO

1.   Orientamento da sinistra a destra:  voglia di fare nuove
     esperienze.
2.   Tutto spostato a sinistra: timore, timidezza, insicurezza,
     bisogno della figura materna.
3.   Tutto spostato a destra: voglia di fare, desiderio di crescere,
     importanza della figura paterna.
4.   A linee curve: capacità di adattamento.
5.   A linee angolose: resistenza, energia,carica aggressiva.
6.   Senza sollevare la matita: socievolezza.
7.   Fatto con più tratti: bisogno di staccare per ritrovare energie.
8.   Che occupa tutto il foglio: desiderio di attenzione, di
     manifestarsi.
9.   Piccolo: introversione, desiderio di uno spazio tutto per sé.


                                                   71
ASSE GRAFICO
LO SCARABOCCHIO MOTORIO
 I primi segni tracciati sulla carta non denotano particolari forme e
 non seguono direzioni preordinate;
I primi grafismi sono il risultato di una attività puramente motoria e
 non hanno, al suo origine, alcuna funzione figurativa;
   Il bambino non tarda a accorgersi dei segni che traccia ma
 trascorrerà abbastanza tempo prima che si curi di dargli un nome.
LO SCARABOCCHIO COORDINATO
 Verso i tre anni e mezzo le linee assumono la forma di ricciolo ed
 emerge una varietà cromatica. Le tracce grafiche dipendono dalla
 dinamica del polso e della mano. Il tipo di impugnatura non è naturale
 ed il bambino di stanca tornando ad eseguire segni grafici della fase
 precedente. Si assiste poi ad una finalizzazione dei movimenti grafici.
 L’occhio non osserva solo ciò che traccia ma la mano va verso nuovi spazi
 sul foglio.

                                                   72
ASSE GRAFICO

 TIPOLOGIE DELLO SCARABOCCHIO
1)   Scarabocchio imitativo: il bambino cerca di imitare il gesto
     grafico osservato nell'adulto nel tentativo di fare, quindi
     di essere, come l'altro.
2)    Scarabocchio espressivo: il bambino scopre la possibilità di
     manipolare la linea, che diventa un veicolo attraverso il
     quale
     manifestare il proprio stato emotivo.
3)   Scarabocchio simbolico: il bambino rappresenta il modo in
     cui egli vive il rapporto con l'oggetto. Gli scarabocchi non
     sono più buoni o cattivi, ma scarabocchi di cose buone o
     di cose cattive.
4)   Scarabocchio onomatopeico: traduce graficamente
     la visione dinamica che il bambino ha
     delle cose.
     Terminata la scoperta del tratto come linea, il bambino inizia a
     sperimentare il contorno, avviandosi ad una rielaborazione più
     matura del rapporto tra il disegno e l'oggetto.73
ASSE GRAFICO
I “FERRI DEL MESTIERE”
 Gli strumenti utilizzati per disegnare cambiano nel corso dello
sviluppo (Lowenfeld);
 Quanto più il bambino è piccolo, tanto più la sua possibilità di
scelta tra strumenti diversi dovrebbe essere limitata per non
spostare l’attenzione dal disegno all’esplorazione del materiale.
 È consigliabile EVITARE il “riciclo” di fogli prestampati; riviste
patinate; superfici ruvide che possono ostacolare la traccia
pittorica.
CARATTERISTICHE DEGLI STRUMENTI PIÙ COMUNI:
Penne a sfera: rappresenta il primo oggetto usato dai più piccoli;
Ø        Acquarelli: consentono di sperimentare la gamma dei colori
ma sono sconsigliati all’esordio dell’attività pittorica;


                                                74
ASSE GRAFICO

Ø        Carboncino e gessetti: adatti per i preadolescenti che usano
   la tecnica a “schizzo”;
Ø        Colori a tempera: la pittura con le dita in bambini molto
   piccoli può costituire un interesse tattile e perché consentono di
   riprodurre diverse sfumature;
Ø        Matite (colorate e non): sconsigliate ai più piccoli perché la
   pressione fa spezzare le punte; adatte a partire dai 7-8 anni;
Ø        Pennarelli a punta grossa: sono adatti per i più piccoli in
   quanto permettono di tracciare linee marcate;
Ø        Pennarelli a punta fine: delicati da usare, la punta può
   rientrare o spezzarsi;
Ø        Pastelli a cera: delicati da maneggiare; si spezzano;
   tracciano linee piuttosto grosse.

                                                   75
ASSE GRAFICO
LINGUAGGIO GRAFICO-PITTORICO E FUNZIONI
LA NATURA DELL’ATTIVITÀ GRAFICO PITTORICA È DATA
DAL RISULTATO DI UN INSIEME DI FUNZIONI PSICO-
FISICHE:
-capacità percettiva: in relazione a quanto percepito e scoperto
nel proprio ambiente;
-campo emotivo: sotto la spinta del bisogno di espressione;
-un messaggio: la persona elabora una comunicazione;
    -capacità cognitive di tipo convergente: assumendo le
modalità di codificazione apprese nell’ambiente;
       -creatività, funzione cognitiva divergente: operare
modificazioni personali;
    -funzioni motorie-percettive: estrinseca queste funzioni
usando ironicamente delle tracce grafiche.


                                              76
ASSE GRAFICO

  I bambini disegnano perché scaricano un surplus di energia
fisica o emotiva, altre volte disegnano per passare il tempo,
alcuni sembrano voler sperimentare e perfezionare abilità
necessarie per diventare adulti.
 I piccoli disegnano anche per controllare sempre meglio le
forme realizzate e le modalità per produrle.
 La soddisfazione di comunicare sembra un’altra motivazione
per la produzione pittorica, per altri “disegnatori” sembra
invece prevalere il piacere visivo che nasce dall’osservazione di
quanto disegnato.




                                              77
ASSE GRAFICO
 IL DISEGNO, L’ABILITÀ COGNITIVA E LA
VALUTAZIONE EMOTIVA -AFFETTIVA
Il disegno è uno strumento per esprimere emozioni, motivazioni,
affetti e sentimenti. È possibile individuare alcuni elementi nel
processo pittorico:
-calma e serenità interiore( il bambino esegue il disegno rimanendo
seduto, senza compiere movimenti eccessivi, in silenzio, senza
interruzioni di rilievo, la mimica facciale è distesa, la
concentrazione è buona, l’esecuzione del disegno è fluida, il tempo
è adeguato);
- ansia ( durante l’attività il bambino parla in modo eccessivo, pone
domande, rinvia l’esecuzione del disegno. In alcuni casi il bambino
è rigido, scarsa concentrazione, valorizzazione del disegno
realizzato);
- aggressività ( può essere manifestata o nascosta, diretta verso di
sé ma anche verso l’ambiente esterno).

                                               78
ASSE GRAFICO
 RIASSUMENDO quanto già è stato scritto di fronte a un foglio
di carta e con un pennarello in mano, un bambino di due anni
inizia a scoprire la possibilità di lasciare una traccia visibile per
mezzo di un segno grafico: egli scopre che i movimenti di
flessione ed estensione del suo avambraccio producono dei
tangibili effetti, dei quali all'inizio rimane stupito. Il bambino
all'inizio è quindi interessato non alle immagini, ma alle linee,
attraverso le quali scarica spontaneamente una sovrabbondanza
di energia neuro-muscolare, la stessa che motiva la continuazione
dell'attività.
Alla produzione dei segni non discretizzabili (scarabocchio
disordinato) si aggiungerà quella di movimenti circolari
(scarabocchio controllato), che richiedono un maggior controllo
del polso, della spalla, ma anche delle dita. Il bambino
sperimenta la possibilità di vivere il gesto non più come semplice
attività motoria, ma come esperienza visiva: che diventa scoperta
e piacere.


                                               79
ASSE GRAFICO


L'esperienza visiva: che questo tipo di attività affina, diventa poi
il principale responsabile del prodotto grafico: verso i tre anni e
infatti l'occhio che inizia a guidare la mano, invece del
contrario. Il bambino inizia allora a produrre figure chiuse e
spirali continue.
La prima fase dello sviluppo del disegno e stata anche definita
del realismo fortuito, dal momento che, inizialmente, il bambino
non ha la consapevolezza di poter usare l'espressione grafica per
rappresentare elementi della realtà. Ciò avverrà quando, in modo
casuale, egli osserverà una vaga somiglianza tra le linee
raffigurate e un qualche oggetto reale.




                                                 80
ASSE GRAFICO

Circa sei mesi dopo l’inizio dello scarabocchio, avviene un fatto
importantissimo: il bambino, in termini che tecnicamente
definiremmo di feed-back, collega la propria sensazione cinestetica
al segno prodotto.
 Così inizia a controllare i propri movimenti in rapporto al segno
grafico che vuole lasciare con sempre maggiore intenzionalità.
 Da questo punto in poi si svilupperanno:
 -il disegno espressivo ;
 -l’imitazione della scrittura (intenzionalità sociale imitativa) ;
 Ciò che lo affascina della scrittura è la ritmicità del tratto(melodia
cinetica)che diviene un gioco, piacere puro, motorio, visivo,
globale del corpo inteso come unità biopsichica.
 La variabilità individuale, quella che poi definirà lo stile personale,
è evidente fin dall’inizio (il tratto più leggero e limitato nello
spazio, o più marcato e centrale od espansivo indicano già tratti
temperamentali, emerge la modalità globale di atteggiarsi nei
confronti della realtà).
                                                 81
ASSE GRAFICO
TEORIE STADIALI DEL DISEGNO
STADI DI BURT
Egli descrive una progressione di 7 stadi:
1)SCARABOCCHIO (1-2-3 anni), in cui l’attività grafica è soltanto
 un’espressione motoria eseguita per gioco
Primi grafismi tendenzialmente basati sul movimento a volte
rappresentativi dell’attività mentale. Il bambino già da 1ANNO di
vita scopre che può produrre dei segni in modo assai divertente e,
utilizzando un qualsiasi strumento che lasci una traccia, si
abbandona a descrivere linee che vanno in tutte le direzioni, per il
solo gusto di farlo. Le linee tracciate siano esse su carta che sui
muri di casa sono una testimonianza dell’espansione dei suoi
movimenti; i punti, che a volte sono eseguiti con tanta intensità da
bucare il foglio, evidenziano il gusto di incidere sulla realtà e il
piacere di riuscirci. Siamo nella fase dello “SCARABOCCHIO
INVOLONTARIO”, definito anche “GHIRIGORO”.


                                              82
ASSE GRAFICO
  Verso i ventidue mesi si affaccia sulla scena l’idea dell’intenzionalità
 legata all’acquisizione di una maggior padronanza delle capacità visive
 e motorie: non più occasionale casualità ma impegno programmato e
 finalizzato in nome di una produzione mirata. Compariranno così tratti
 verticali, orizzontali e circolari. Nella prima fase dello scarabocchio
 non c’è ancora intenzionalità di rappresentazione.
Il fare del bambino in questi anni è assolutamente istintivo e casuale
 poi, lentamente inizia ad essere orientato verso degli scopi.
Intorno ai 2aa l'attività istintiva del bambino si sfuma per lasciare
 emergere una timida intenzionalità, nel senso che il piccolo è in grado
 di coordinare meglio le sue capacità visive con quelle motorie, e quindi
 saprà orientare con più scaltrezza il suo movimento per produrre
 determinati segni.
 In questi mesi il bambino sarà interessato a produrre linee orizzontali,
 verticali e circolari : Lowenfeld definisce questa fase dello
 "SCARABOCCHIO CONTROLLATO".
 Alcuni studiosi fanno precedere alla fase dello scarabocchio, dal
 francese “ecarbot” (scarafaggio), la fase delle “MACCHIE”:
 durante questo periodo, il bambino si diverte a realizzare delle
 macchie il cui inizio è quasi casuale e successivamente diventa
 intenzionale.
                                                     83
ASSE GRAFICO

 Lo scarabocchio è uno stadio preliminare a quello del disegno
vero e proprio, è un processo di conoscenza; non è il pensiero che
dirige l’espressione grafica, al contrario, da questa nasce la
spiegazione, l’associazione, l’idea.
2) LINEA (3-4 anni), dove si riscontrano inizialmente singoli
movimenti della matita che costituiscono gli scarabocchi,
successivamente, avvicinandosi ai tre anni e mezzo compaiono
i primi tentativi di rappresentazione della figura umana che
a forma tonda con occhietti, bocca, gambe e braccia sarà
progressivamente rivisitata fino al suo definirsi in una
struttura più vicina all’aspetto reale della persona.
A cinque-sei anni l’attività grafica si arricchirà di nuovi
particolari interessandosi anche alla raffigurazione della
realtà esterna: case, fiori, alberi e paesaggi;


                                                   84
ASSE GRAFICO

 3)SIMBOLISMO DESCRITTIVO (5-6 anni), in cui il bambino
 mette in atto semplici schemi simbolici riferiti ad un tipo
 generico e non ad un particolare oggetto;
  4) REALISMO DESCRITTIVO (7-9/10 anni), dove si
 riscontrano ancora disegni simbolici nei
  quali la corrispondenza visiva dello schema alla realtà è
 rafforzata da alcuni dettagli o tratti particolari;
  5) REALISMO VISIVO (10-11 anni o più), in cui la tecnica
 migliora ed il bambino ricerca una corretta rappresentazione
 visiva della realtà;
  6) REPRESSIONE (11-14 anni), in cui i disegni mostrano una
 regressione dovuta probabilmente a conflitti emotivi;
  7) REVIVAL ARTISTICO (prima adolescenza), in cui i
 disegni si avvicinano, nella realizzazione alla realtà.



                                           85
ASSE GRAFICO
 STADI DI LUQUET LUQUET: il disegno è quella
 
  rappresentazione grafica che implica intenzionalità.
 1 SCARABOCCHIO
 2  REALISMO FORTUITO (2-3 anni)
    La rassomiglianza del disegno con la realtà è raggiunta per
  caso. Il bambino inizia ad osservare le proprie produzioni
  grafiche cercandovi le analogie con qualche cosa effettivamente
  esistente.
     La rappresentazione non è prodotta intenzionalmente, ma
  scoperta solo a posteriori; una volta fatta la scoperta però il
  bambino comincia a fare delle aggiunte,questa volta
  consapevolmente.
 Il bambino, nel tentativo di imitare l’adulto che scrive o disegna
  (e talvolta però anche di propria iniziativa, in qualche gioco con
  dei materiali che lasciano una traccia) produce dei segni, o uno
  scarabocchio, non avendo ancora, o avendola già, l’intenzione
  di raffigurare qualcosa di preciso.
                                                86
ASSE GRAFICO
Nel momento in cui, poi, osserva il segno o lo scarabocchio
prodotto, accade che la forma
d’insieme di quest’ultimo, o qualche suo particolare vistoso gli
suggerisca una qualche interpretazione (che può essere anche
diversa da quella che era la sua intenzione, qualora ne avesse
avuta una). Se, Ad esempio, lo scarabocchio suggerisce l’idea di
un gatto, l’interpretazione<gatto> si impone , e il bambino può
allora aggiungere qualche altro segno per indicare la coda, o gli
occhi, elaborando così un sommario <modello interno> di gatto
che potrà poi utilizzare nel tentativo di disegnare
intenzionalmente questo animale. La qualificazione di
<fortuito>, con cui Luquet indica questa prima fase di realismo,
è dovuta al fatto che il bambino giunge a raffigurare un certo
elemento della realtà quasi per caso, e talvolta anzi in contrasto
con le sue intenzioni



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ASSE GRAFICO

REALISMO MANCATO (3-5 anni)
   In questa fase il bambino decide quale oggetto rappresentare
PRIMA di cominciare               il        disegno (intenzionalità
rappresentativa). Il bambino riformula le proprie intenzioni man
mano che il disegno procede (es.: “volevo fare una barca e mi è
venuto..”).Il termine <mancato> è qui forse inappropriato perché
sta ad indicare una valutazione del prodotto grafico che l’adulto
compie usando come criterio l’assenza o l’errata raffigurazione, nel
disegno, di certi elementi o rapporti che caratterizzano l’oggetto
reale (anche se il disegno è invece vissuto dal bambino come del
tutto adeguato alle se intenzioni figurative).




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ASSE GRAFICO

 Anche in questo caso il sincretismo percettivo può far sentire la
sua influenza, nel senso che nel <modello interno> vengono
conservati solo quegli elementi di un oggetto che, per il loro
aspetto o per la loro funzione, hanno per il bambino una
particolare vistosità. Per esempio, disegnando la figura
umana,un bambino può collegare direttamene alla testa le
gambe e le braccia, con esclusione del tronco (la cui funzione
non è ancora ben nota), nei cosiddetti <pupazzi testone>.




                                                89
ASSE GRAFICO
 Ma certamente a rendere <mancata> (o <erronea>) la
riproduzione interviene il carattere irreversibile, preoperatorio, del
pensiero. Così, ad esempio, volendo disegnare un viale con le
aiuole, un bambino può disegnare sia il bordo del viale, sia accanto
ad esso il bordo delle aiuole,senza rendersi conto che un’unica
linea può avere qui una doppia funzione (essere margine delle
aiuole e, nello stesso tempo, dl viale). Sempre per la stessa ragione
un bambino incontra difficoltà a rendere bene i rapporti spaziali o
le proporzioni fra le parti di una scena. Per esempio volendo
disegnare una persona con un cappello in testa, può disegnare
interamente la testa, e poi interamente il cappello, ma sospeso a
mezz’aria sopra la testa; o avendo disegnato una casa, e volendo
disegnare dei fiori nel prato accanto ad essa, può fare delle
margherite alte quanto la casa (come se, pensando a ciò che sta
disegnando in quel momento non riesca più a fare attenzione
anche a ciò che ha disegnato prima, come sarebbe invece
necessario per rispettare le proporzioni).

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ASSE GRAFICO

REALISMO INTELLETTUALE (5-8 anni)
 Il bambino disegna non solo quello che vede, ma anche ciò
che conosce o ritiene importante.
Intorno ai 6/7 anni, con il pensiero reversibile, il bisogno di
sintesi si viene manifestando anche nel disegno. Un bambino,
disegnando una scena, cerca di mettervi tutte le cose che la
riguardano (e di mettervele rappresentandole con la struttura
grafica che solitamente utilizza e che le rende riconoscibili),
anche se per farlo deve contravvenire a certe regole
prospettiche, come quella per cui un oggetto non può essere
visto se sta completamente dietro o dentro un altro, o quella
per cui gli elementi di un paesaggio vanno rappresentati tutti
secondo un unico punto di vista.



                                             91
ASSE GRAFICO

 Può così ricorrere a tecniche particolari e curiose, come quella
<della trasparenza> (ad esempio una casa è rappresentata con
le sue parti esterne ma anche con il suo contenuto, come se le
pareti fossero di vetro), o quella del <miscuglio di piani> (ad
esempio una tavola vista
 dall’alto, con i commensali <ribaltati>, rappresentati cioè
come se fossero invece visti di fronte). 
            TRASPARENZA: il bambino vuole mostrare
simultaneamente quello che è esteriore e visibile a quello che
è invece inferiore e nascosto. Es.: la casa con i mobili dentro; i
pantaloni ma si vedono le gambe…
 EFFETTO RIBALTAMENTO: es. il viale con gli alberi tutti
distesi…


                                                92
ASSE GRAFICO
 REALISMO VISIVO (8 anni in poi)
     Disegno reale, è quello che assomiglia di più ad una
“foto”.Intorno agli 8/9 anni che ha inizio il realismo visivo,
con graduale abbandono delle tecniche adottate nella fase
precedente e progressivo rispetto delle leggi prospettiche.
Dopo i 7 anni
Il disegno perde la spontaneità che lo aveva caratterizzato
fino a questo momento e si trasforma in un tentativo di copia
piuttosto fredda e impersonale dalla realtà. La scuola è in
parte responsabile di questa trasformazione che da un lato fa
del bambino un esecutore preciso e attento affinando quella
che è la sua tecnica pittorica, dall'altro, però, lo svuota della
"passione" con cui aveva realizzato le precedenti opere.




                                                93
ASSE GRAFICO
Kellogg identifica quattro stadi per lo sviluppo della capacità
grafica spontanea; questi si articolano dai primi segni dei
bambini di età inferiore ai 2 anni alle rappresentazioni dei
bambini di 5 anni, età in cui il bambino comincia a copiare la
realtà che lo circonda.
 1)LO STADIO DEI MODELLI: tipico dei 2 anni e
caratterizzato da scarabocchi elementari, quali linee senza
controllo visivo e da modelli di organizzazione che indicano
come vengono collocate le linee sul foglio; 
 2) LO STADIO DELLE FORME: tipico della fascia d’età 2-3
anni e caratterizzato da diagrammi emergenti, quali forme
disegnate senza il riferimento del bordo del foglio, e da
diagrammi riferiti a singole linee utilizzate per croci, triangoli,
ovali, che tengono conto del bordo del foglio;
 3)LO STADIO DEL DISEGNO: tipico dei 3-4 anni e
caratterizzato dall'unificazione dei diagrammi per formare
combinazioni e aggregati; inoltre vengono identificate alcune
forme lineari molto importanti quali i radiali, i soli, e i mandala;
                                                 94
ASSE GRAFICO


    4)LO STADIO PITTORICO, caratteristico dei 4-5 anni e
    identificato dal disegno rappresentativo.Compare il disegno in
    trasparenza e la dinamica dello schema-particolare ovvero lo
    schema tende a ripetersi i particolari si innestano sullo schema
    modificandolo.
.




                                                  95
ASSE GRAFICO

STADI di LOWENFELD
FASE DELLO SCARABOCCHIO
TIPOLOGIA (da circa 14 mesi a 3aa)
a)informi
- senza scopo;
-ondulati;
- coordinazione oculo-manuale limitata;
- ampi movimenti del braccio, del gomito e della spalla;
-disordinati - a questa età il bambino ha poco o nessun controllo
sull’attività motoria;
 b) longitudinali
 -ripetizioni controllata di proposte;
 -permane la la consapevolezza e il godimento dei movimenti in
senso cinestetico;


                                              96
ASSE GRAFICO


 c) circolari
- migliora il controllo dei movimenti deputati alla capacità
di fare le forme più complesse;
d) naming
-il bambino racconta storie sullo scarabocchio;
-vi è un cambiamento da un pensiero cinestesico in termini
di movimento di pensiero immaginativo in termini di
immagini.




                                              97
ASSE GRAFICO

 A 18 mesi circa :
-cambiano gradualmente anche a movimenti circolari, intervallati da
   linee;
-lateralizzazione incerta;
-migliore il controllo dei muscoli in mano, del polso e del braccio;
-la collaborazione della mente e del corpo è maggiore;
 circa 2 anni
-più nette linee, angoli, lo zigzag ;
-su imitazione traccia linee verticali,orizzontali e a V;
-l'uso del braccio, del polso e delle dita muscoli più controllato;
-maggiore padronanza della percezione, della memoria e della
   coordinazione della mano e dell'occhio nel movimento;



                                                98
ASSE GRAFICO


 -costruzione di un bagaglio di conoscenze con risultati
 altalenanti;
- aumenta la capacità di discretizzare e formalizzare i segni
 che sfocerà nella produzione di immagini riconoscibili;
-lo spazio è più limitato - non si diffonde in tutta la pagina,
 le linee sono isolate isolate;
-i tracciati sono prima omologhi, poi centrifughi e infine
 centrali;
 -a volte viene dato il nome - "un fiore“.




                                                 99
ASSE GRAFICO


FASE PRESCHEMATICA (da 3aa a 6aa )
In questa fase si evidenziano due diverse modalità di
realismo:
1)osservazione - guardare gli altri –ripetere i movimenti
per copia ;
2)sperimentazione - disordinata – viene riconosciuta la
somiglianza - la ripetizione di successo.
 Spesso le figure sono umane, ma emergono anche
animali e piante.
FIGURA UMANA PRIMITIVA E PROVVISORIA
(3anni)
-testa e corpo solo (disegno girino);
- full face.


                                               100
ASSE GRAFICO
Non appena i piccoli si avvicinano ai 3 anni, i loro disegni
cinestetici mostrano una maggiore tendenza a produrre segni
particolari.   Fra i 3 e i 4 anni il bambino scopre di poter
rappresentare la figura umana. È costituita da una forma più o
meno circolare che contiene elementi del volto mentre al suo
esterno troviamo attaccati gli arti. Alcuni bambini superano
questa fase nell’arco di pochi giorni, altri la conservano e la
esercitano per molti mesi. I bambini ricordano e rappresentano
correttamente il primo elemento “la testa” e l’ultimo “le gambe”
dimenticandosi della parte intermedia.
   Se vengono fornite loro delle sagome o se gli si ricorda quali
sono gli elementi da disegnare (su guida verbale,gestuale o
iconica) si favoriscono l’emergere delle conoscenze infantili sullo
schema corporeo. Dapprima le produzioni erano linee continue e
ingarbugliate, ma ora assumono la forma di cerchi in cui il
bambino può accorgersi di aver voluto forse rappresentare una
testa.

                                                101
ASSE GRAFICO

Il bambino continuerà ad usare il cerchio per rappresentare
un'ampia varietà di percezioni: testa, occhi, bocca, tronco, orecchie
e perfino capelli tratti interni: che indicano gli occhi, il naso, la
bocca tratti esterni:     che indicano gli arti inferiori.
Compaiono poi tratti accurati per gli occhi, per il naso, per la
bocca che danno un aspetto di volto alla forma iniziale; un
"tronco" completa questo volto, generalmente è ovale, più
raramente lineare.
In seguito vengono disegnati i piedi, le mani, alcuni indici di
differenziazione sessuale: capelli, tratti del tronco specifici,
raramente organi sessuali.
Le figure sono statiche, poste anteriormente come se guardassero
una platea.



                                               102
ASSE GRAFICO
  In questa fase lo schema visivo (l'idea visiva) è più sviluppato;
 -i disegni mostrano ciò che il bambino percepisce come più importante
   in senso rappresentativo (pur con i limiti del sincretismo) e non più
   solo il piacere motorio;
 -vi è una scarsa comprensione dello spazio - gli oggetti sono disposti in
   maniera casuale ;
 -l'uso del colore è più emotivo che logico.
- vengono aggiunte via via parti anatomiche poiché si sviluppa e
   aumenta la percezione          ( piedi, naso, occhi, bocca, braccia, il
   corpo e testa );
-l’ esperienza scolastica determina un allargamento delle relazioni
   sociali;
- la ripetizione dello schema diviene sistematica ;
- il cerchio è utilizzato per la testa e le cime degli alberi;
-(differenze tra maschio / femmina) vedi tabella successiva;
-comprensione concettuale piuttosto che osservazione visiva;
-grande attenzione ai dettagli – talora alcuni particolari sono distorti e/o
   esagerati;
-capacità di riprodurre semplici forme geometriche; 103
ASSE GRAFICO

FIGURA UMANA-preceduta da forme coerenti la
 forma diventa un uomo / madre / sorella / fratello;
  - la produzione individuale, può variare notevolmente;
  - il processo di socializzazione porta a disegnare maggiormente
      le persone.
  FASE SCHEMATICA - circa 6 a 9 anni
 forme facilmente riconoscibili per la consapevolezza
dimostrata         del concetto di spazio;
 -gli oggetti del disegno hanno un rapporto a ciò che è alto e ciò
che è basso;
  -basi definite ( la linea cielo e terra sono evidenti). gli elementi
del disegno sono tutti legati spazialmente;
  - i colori riflettono realisticamente quelli che appaiono in
natura.
  - esagerazione tra gli elementi (l'uomo più alto di una casa, i
fiori più grandi di esseri umani);
                                                 104
ASSE GRAFICO


 Un'altra tecnica utilizzata è a volte chiamata "piegando"
questo è dimostrato quando gli oggetti sono disegnati
inclinati rispetto alla linea di base.
Altre volte gli oggetti sembrano essere a testa in giù,
un altro fenomeno è chiamato “x-ray"come in una
radiografia il soggetto è dipinto come per essere visto sia
all'interno così come all'esterno.




                                               105
ASSE GRAFICO

FIGURA UMANA Il collo e le spalle sono gestiti insieme in una
struttura continua, le braccia 'aperte' nel segmento del corpo, l’
abbigliamento prende il posto del corpo .
Le braccia e il tronco sono eseguiti insieme dal 7° anno , inoltre
aumentano e si integrano tutti i segmenti corporei.
Alcune forme geometriche ovali, triangoli, quadrati, cerchi,
rettangoli e irregolari sono utilizzate come schema corporeo
(gambe, pancia …) e vestiti.Quando sono separate le une dalle
altre, queste forme sono prive di significato.
Le braccia e il tronco sono spesso molto lunghi, le mani
allargate. I cambiamenti di forma sono accompagnati da
particolari aggiunti ad esempio mangiare = bocca più grande.
Gli interessi sono in espansione e la consapevolezza corporea è
maggiore.
La copia si riduce, concetto di formazione autonoma delle
produzioni cresce.

                                               106
ASSE GRAFICO

 Altre peculiarità di questa fase:
 - utilizzo di linee di base che indica lo spazio e regolano
tutto il resto della pagina ;
 - linea comune per le cose che stanno insieme;
 - caratteristiche del paesaggio di superficie fiori, alberi,
edifici, macchinari, gli animali e persone;
 - uso di punti di riferimento spaziali sempre più complessi;
-fenomeno della trasparenza per gli edifici visti all'interno:
casa, scuola, camere…
 L’ esperienze sociali maggiormente esperite
 determinano una riduzione di disegni di singole
 figure e      una implementazione di più gruppi di oggetti
(bambini e adulti, edifici, paesaggi, gli alberi
e gli animali)che dà origine alla composizione.

                                             107
ASSE GRAFICO


L'uomo è indicato come bambina, bambino, con una discreta
sensibilità per i dettagli, la prospettiva caratterizza questa
fase( la consapevolezza e gestione dello spazio tra la linea di
terra e la linea di cielo)emergono sovrapposizioni di oggetti,
gli elementi non sono più in piedi su una linea di base, e si
osserva anche la produzione di oggetti/persone/animali di
profilo.




                                             108
ASSE GRAFICO
   IL DISEGNO   (percorso metodologico della richiesta)
   1)Libero;
  2) Con proposta di uno stimolo( es: un cerchio) se, che il
   bambino completa liberamente. 
  2)Guidato parzialmente, dopo lo stimolo iniziale si guida il
   bambino almeno in  un’altra  fase (verbalmente o
   gestualmente) e poi si da spazio alla libera  interpretazione
   ed  alla  creatività del singolo;
   3)Guidato ,per tutte le fasi in sequenza al fine di guidare il
   bambino verso il disegno di un soggetto lasciando libero, se
   possibile,solo l’arricchimento finale del particolare  o
   del colore.
  Le su indicate tipologie saranno proiettate in diversi ambiti
   o tematiche :
   -naturale “campagna”;
   -artificiale “città”;
   -familiare “casa”.
                                                109
ASSE GRAFICO


  La motivazione ha un’influenza determinante
 sul disegno:
      -  motivazione intrinseca: il bambino disegna per il proprio
   piacere, per realizzarsi, per curiosità, per esprimersi, per
   comunicare qualcosa di sé agli altri;
        -   motivazione estrinseca: tutto quello che lo spinge ad
   affrontare un compito per ottenere qualcosa che prescinde dallo
   svolgimento del compito stesso.




                                                110
ASSE GRAFICO

GIOCO E DISEGNO
Ø  Il disegno per alcuni aspetti può essere considerato un
     gioco.
Ø   Alcune attività infantili osservate nei primi tre anni di vita
     rappresentano proprio un legame tra gioco e disegno. 
      Disegno e gioco sono accomunati da alcune caratteristiche
     mentre si differenziano da altre.
Principali somiglianze:
-          sono entrambi attività piacevoli;
-          consentono di esercitare le funzioni simboliche;
-          offrono la possibilità di controllare la realtà esterna
     adeguandola agli schemi mentali e al mondo interno del
     bambino.


                                                  111
ASSE GRAFICO

Ø Il disegno per alcuni aspetti può essere considerato un
     gioco.
Ø   Alcune attività infantili osservate nei primi tre anni di vita
     rappresentano proprio un legame tra gioco e disegno. 
∀ Disegno e gioco sono accomunati da alcune caratteristiche
     mentre si differenziano da altre.
Principali somiglianze:
-          sono entrambi attività piacevoli;
-          consentono di esercitare le funzioni simboliche;
-         offrono la possibilità di controllare la realtà esterna
     adeguandola agli schemi mentali e al mondo interno del
     bambino.



                                                  112
ASSE GRAFICO


Aspetti che differenziano gioco e disegno:
  -    nel gioco in genere il procedimento è più importante del
risultato; il gioco consente ai partecipanti di creare regole
sempre nuove e di modificarle strada facendo, senza porre
vincoli particolari;
 -  mentre il gioco è un’attività “non letterale”, il disegno deve
rispettare delle regole di corrispondenza con la realtà molto più
strette, che lo rendono un’attività “letterale”;




                                                 113
ASSE GRAFICO


I PASSAGGI SALIENTI DELLA TRADUZIONE ICONICA
DELLO SCHEMA CORPOREO
 La prima rappresentazione riconoscibile dell'essere umano è il
cosiddetto "uomo-girino", che consiste in un cerchio isolato che
indica la testa e che spesso contiene altri cerchi, da cui escono una
o più linee rette che indicano o l'insieme del corpo o gli arti..
L'uomo-girino compare verso i 3 anni ed evolve nel senso di una
rappresentazione sempre più precisa del tronco. Inizialmente esso
consiste di un secondo cerchio al di sotto di quello che indica la
testa oppure nel prolungamento delle due linee che indicano le
gambe. Fra i 3 e i 4 anni il bambino si sforza di non dimenticare
nessun dettaglio; ma non c'è ancora il tentativo di comporre i
diversi dettagli isolati in un unico insieme; essi sono
semplicemente giustapposti.

                                                114
ASSE GRAFICO
Verso i 5 anni il bambino disegna un omino completo, ricco di
particolari anche nell'abbigliamento. Con la vestizione
dell'omino, che è quasi sempre di tipo geometrico un
triangolo per rappresentare la gonna,due rettangoli per
rappresentare i pantaloni, un cerchio per il tronco femminile,
un rettangolo per quello maschile .Compare spesso un
fenomeno caratteristico del disegno infantile: la trasparenza .
Questo fenomeno si manifesta quando il bambino disegna
degli oggetti non visibili come se gli elementi che li
nascondono fossero trasparenti. Il collo e le spalle sono gli
ultimi dettagli a comparire nella rappresentazione della figura
umana, che nell'età prescolare compare quasi sempre di
faccia. La rappresentazione del movimento, fra i 5 e i 6 anni,
ha la sua origine nell’orientamento di un segmento del corpo
verso l'oggetto ed è preparatoria alla rappresentazione
dell'uomo di profilo.
Più dettagli sono presenti nel disegno maggiore è la rilevanza che il
personaggio ha nella vita del bambino. A 6 anni lo schema che il
bambino ha del proprio corpo è completo, compare il collo, le mani e
l’altezza è quattro volte superiore alla larghezza.
                                                  115
ASSE GRAFICO (TEST)
  EVOLUZIONE DELLA RAFFIGURAZIONE DELL’ “OMINO” NEI
DUE SESSI
 
     BAMBINA                            BAMBINO

 UOMO GIRINO              3aa     UOMO GIRINO




 TESTA/OCCHI              4aa     TESTA/OCCHI/DISEGNO
 /TRONCO/BRACCIA/GAM              ORIENTATO
 BE


 BOCCA/NASO/BRACCIA       5aa     NASO/TRONCO
 ATTACCATE AL                     LUNGO/BRACCIA
 CORPO/PIEDI/ABITO                ATTACCATE AL
 COLORATO                         CORPO/GAMBE
                                  ATTACCATE AL
                                  CORPO/PIEDI/ABITO
                                  COLORATO
 CAPELLI/TRONCO           6aa     COLORI REALISTICI DEL
 LUNGO/BRACCIA A DUE              VOLTO/BOCCA/CONTOR
 TRATTI/GAMBE A DUE               NI A MATITA/ BRACCIA
 TRATTI/PANTALONI O               A DUE TRATTI/GAMBE A
 GONNA/ SCARPE                          116
                                  DUE TRATTI/PANTALONI
ASSE GRAFICO SCHEDA DI RILEVAZIONE DISEGNO DELLO SCHEMA
                                               CORPOREO (TEST)
CONTENUTI                                              STRUTTURA             DELLO                  SCHEMA            CORPOREO

Abbigliamento                                          Elementi essenziali   Elementi particolari   Elementi          Coerenza                Pressione del     Spazialità del foglio e
Espressione del volto                                  (testa,,troco,arti)   (mani,piedi,elementi   intersegmentali                           tratto            colorazione
Proporzioni                                                                  della testa)           (es:collo)



Il personaggio è ben caratterezzato:sono rispettate    Sono presenti         Sono presenti          Sono presenti     Corrispondenza tra le   Il tratto della   La rappresentazione
la statura,la corporatura,l’espressione del volto e                                                                   dimensioni delle        matita è          grafica è centrata nel
l’abbigliamento                                                                                                       singole                 usato in          foglio e occupa i due
                                                                                                                      parti.organizzate in    modo sicuro       terzi dello spazio
                                                                                                                      una struttura                             grafico,la colorazione è
                                                                                                                      d’insieme                                 uniforme e nel rispetto
                                                                                                                      corrispondente alla                       degli spazi,l’utilizzo del
                                                                                                                      realtà                                    colore è funzionale




Il personaggio è ben caratterizzato: sono rispettate   Sono presenti         Sono presenti          E’ assente        Corrispondenza tra le   Il tratto della   La rappresentazione
la statura, la corporatura e l’abbigliamento, ma                                                                      dimensioni delle        matita è          grafica è centrata nel
l’espressione del volto è poco definita                                                                               singole                 usato in          foglio e occupa i due
                                                                                                                      parti.organizzate in    modo sicuro       terzi dello spazio
                                                                                                                      una struttura                             grafico,la colorazione è
                                                                                                                      d’insieme                                 uniforme e nel rispetto
                                                                                                                      corrispondente alla                       degli spazi,l’utilizzo del
                                                                                                                      realtà                                    colore è funzionale




Il personaggio è abbastanza caratterizzato nella       Sono presenti         Sono presenti          E’ assente        Discreta                Il tratto         La rappresentazione
statura e nella corporatura, poco definiti sono                                                                       corrispondenza fra      della             grafica  è
l’espressione del volto e l’abbigliamento                                                                             le dimensioni delle     matita è          abbastanza centrata
                                                                                                                      singole parti,          usato in          nel foglio e l’utilizzo
                                                                                                                      organizzate in una      modo              dello spazio è
                                                                                                                      struttura d’insieme,    abbastanza        accettabile,la
                                                                                                                      sufficientemente        sicuro            colorazione
                                                                                                                      corrispondente                            abbastanza uniforme
                                                                                                                      alla realtà .                             e non sempre nel
                                                                                                                                                                rispetto degli spazi
                                                                                                                                                                Utilizzo funzionale
                                                                                                                                                                del colore
                                                                                                                                  117
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  • 1. L’OSSERVAZIONE NELL’ETA’ PRESCOLARE: I MODELLI TEORICI E GLI STRUMENTI DELL’ASSESSMENT STRUTTURATO ( LINEE GUIDA PER LA STESURA DELLA NUOVA SCHEDA PSICOPEDAGOGICA) a cura di Iva Martini insegnante presso l’IRCCS “Stella Maris”di Calambrone (PI) 1
  • 2. INDICE   CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA -definizione del termine osservazione SLIDE 13 ; -fasi metodologiche dell’osservazione SLIDE 14-15-16; -funzioni dell’osservazione SLIDE 17-18-19; -l’osservazione sistematica e le sue caratteristiche SLIDE 20-21-22; -le qualità necessarie per l’osservazione sistematica SLIDE 23; -sintesi delle peculiarità del processo di assessment SLIDE 24-25; -le tecniche SLIDE 26-27; -riassunto generale SLIDE 28-29; GLI STRUMENTI -gli strumenti che veicolano la valutazione SLIDE 30-31-32-33-34-35-36; -tipologia degli items SLIDE 37; PICCOLO GLOSSARIO -capacità SLIDE 38; -competenze SLIDE 39; -conoscenze/abilità SLIDE 40; -apprendimento SLIDE 41-42; -metodi SLIDE 43; GLI ASSI FUNZIONALI -elenco degli assi presi in considerazione SLIDE 44; ASSE GRAFICO -suddivisione dei tre livelli (esecutivo,percettivo,rappresentativo) SLIDE 45; -livello esecutivo (elenco strumenti di riferimento) SLIDE 46; -indicatori della griglia analitica del movimento e della forma grafica SLIDE 47-48-49-50; 2
  • 3. INDICE test Learning Accomplishment Profile (LAP) –abilità di prescrittura- SLIDE 51; -livello percettivo (elenco strumenti di riferimento) SLIDE 52; -griglia qualitativa SLIDE 53; -tassonomia dei rapporti spaziali (topologici e euclidei) SLIDE 54-55-56; -evoluzione della struttura spaziale SLIDE 57-58-59; -test di percezione visiva (TPV) items a motricità presente SLIDE 60; -scheda coordinazione occhio-mano (TPV) SLIDE 61; -scheda copiatura/riproduzione (TPV) SLIDE 62; -scheda rapporti spaziali (TPV) SLIDE 63; -scheda velocità visuo-motoria (TPV) SLIDE 64; -livello rappresentativo (elenco strumenti di riferimento) SLIDE 65; -livello elementare (scarabocchio) SLIDE 66-67-; -fasi dello sviluppo dello scarabocchio SLIDE 68-69 ; -significato dello scarabocchio SLIDE 70; -indicazioni emotive dello scarabocchio SLIDE 71-72; -scarabocchio motorio -scarabocchio coordinato SLIDE 73; -tipologie dello scarabocchio SLIDE 74; -ferri del mestiere SLIDE 75-76; -linguaggio grafico-pittorico e funzioni SLIDE 77-78; -il disegno:l’abilità cognitiva e la valutazione emotivo-affettiva SLIDE 79; -riassunto SLIDE 80-81-82; -teorie studiali del disegno- tassonomia di Burt SLIDE 83-84-85-86: - teorie studiali del disegno- tassonomia di Luquet SLIDE 87-88-89-90-91-92-93-94; - teorie studiali del disegno- tassonomia della Kellogg SLIDE 95-96; - teorie studiali del disegno- tassonomia di Lowenfeld SLIDE 97-98-99-100-101-102-103-104-105-106-107-108-109; -disegno(percorso metodologico della richiesta) SLIDE 110; -la motivazione SLIDE 111; -gioco e disegno (somiglianze e differenze) SLIDE 112-113-114; -passaggi salienti della traduzione iconica dello schema corporeo SLIDE 115-116; 3
  • 4. INDICE -evoluzione della raffigurazione dell’ “omino” nei due sessi SLIDE 117; -scheda di rilevazione dello schema corporeo SLIDE 118-119; -tracciati-scrittura SLIDE 120-121; -presentazione del libro “Gli adulti di fronte ai disegni dei bambini “ di P.Federigi ed.FRANCOANGELI SLIDE 122; -visualizzazione dell’evoluzione della traccia grafica SLIDE 123; - visualizzazione dell’evoluzione della rappresentazione della figura umana SLIDE 124-125-126; ASSE VISUO-PERCETTIVO -elenco strumenti di riferimento SLIDE 127; -stadi dello sviluppo della funzione visiva SLIDE 128-129; -che cosa è la percezione SLIDE 130-131; -preferenza per forma e colore SLIDE 132-133; -evoluzione visuo-percettiva SLIDE 134-135; -test di percezione visiva (TPV) –a motricità presente(coordinazione occhio-mano copiatura/riproduzione;rapporti spaziali; velocità visuo-motoria-utilizzabili anche per la valutazione grafica) e assente (posizione nello spazio; figura sfondo;completamento di figura;costanza della forma) SLIDE 136-137-138-139; -test dei concetti di relazione (spaziali e temporali) -(TCR)- SLIDE 140; ASSE PRASSICO-COSTRUTTIVO -elenco degli strumenti di riferimento SLIDE 141; -breve suddivisione dei movimenti e dei sistemi che li governano SLIDE 142; -che sono le prassie SLIDE 143; -come si struttura una prassia (differenti livelli di controllo e organizzazione) SLIDE 144; -l’imitazione dei modelli SLIDE 145; -tipologia degli errori prassici SLIDE 146-147 ; -forme di disprassia SLIDE 148-149; -fasi dello sviluppo della prensione SLIDE 150 ; -classificazione delle prassie SLIDE 151-152; -valutazione delle abilità prassiche SLIDE 153; - 4
  • 5. INDICE  test Learning Accomplishment Profile (LAP) – abilità fini-motorie- SLIDE 154; -protocollo per la valutazione delle abilità prassiche e della coordinazione motoria (APCM) SLIDE 155; ASSE RELATIVO ALLO SCHEMA CORPOREO -corpo “vissuto”,”corpo percepito,”corpo rappresentato” SLIDE 156-157-158-159; -metodologia inerente le prove di valutazione SLIDE 160; -items delle prove atte alla stima dell’interiorizzazione dello schema corporeo e della lateralizzazione SLIDE 161- 162-163-164-165; ASSE RELATIVO RELATIVO ALLE FUNZIONI ESECUTIVE DI BASE -definizione funzioni esecutive di base SLIDE 166 ; -motivazione SLIDE 167-168-169-170-171-172-173; -inibizione comportamentale SLIDE 174-175; -autoregolazione delle emozioni SLIDE 176; -internalizzazione del linguaggio SLIDE 177; -influenza del linguaggio sul comportamento SLIDE 178; -regole autodirette SLIDE 179-180; -automonitoraggio (sensibilità all’errore) SLIDE 181; -attenzione SLIDE 182-183-184-185-186-187-188-189-190; -memoria SLIDE 191-192-193-194-195-196-197; ASSE RELATIVO AL PROBLEM SOLVING -elenco strumenti di riferimento SLIDE 198; -dati in input e output SLIDE 199; -contesto dei problemi SLIDE 200; -processi SLIDE 201-202; -individuare le caratteristiche del problema SLIDE 203; -elaborare una strategia risolutiva SLIDE 204; -comunicare la soluzione del problema SLIDE 205; -ragionamento analitico SLIDE 206; -ragionamento analogico SLIDE 207; -fasi SLIDE 208; - 5
  • 6. INDICE descrizione dell’iter di analisi SLIDE 209; -strategie di soluzione SLIDE 210-211; -ostacoli alla risoluzione dei problemi SLIDE 212; -difficoltà di autoregolazione SLIDE 213-214; -inferenza proattiva e retroattiva SLIDE 215; -strategie di aiuto SLIDE 216; -griglia qualitativa SLIDE 217; -test Learning Accomplishment Profile (LAP)-( abilità inferenziali) SLIDE 218; -scala Portage relativa al problem solving SLIDE 219-220-221-222-223-224-225-226-227-228; -Behavior Assesment Battery (BAB) SLIDE 229; -scala Huzgiris-Hunt SLIDE 230; -COSTRUTTIVISMO PIAGETTIANO(ANALISI DEGLI STADI SENSOMOTORIO E PREOPERATORIO) -cenni sul costruttivismo piagettiano SLIDE 231-232-233; -analisi della tassonomia piagettiana (limitatamente al periodo sensomotorio e preoperatorio) SLIDE 234-235-236-237-238-239-240-241-242-243-244-245-246-247-248-249-250-251; ASSE LUDICO -elenco strumenti di riferimento SLIDE 252; -bambini piccole e forme di gioco (Piaget) SLIDE 253-254-255-256; - (Piaget)verso il gioco simbolico… SLIDE 257-258-259-260-261-262; -test Learning Accomplishment Profile (LAP)- abilità simboliche SLIDE 263; -tassonomia del gioco Lombardino-Stein SLIDE 264-265-266-267-268-269; -valutazione del gioco di Borstein SLIDE 270-271-272-273-274-275; 6 -scala SVALSI ( scala di valutazione delle abilità ludico-simboliche infantili) SLIDE 276-277- 278-279-280-281-282-283-28-285;
  • 7. INDICE -tabella di rilevazione della scala SVALSI SLIDE 286; -stadi dello sviluppo del gioco con regole SLIDE 287-288; -sviluppo del gioco sociale SLIDE 289; ASSE DELLE AUTONOMIE PERSONALI -elenco strumenti di riferimento SLIDE 290; -test Learning Accomplishment Profile (LAP)- abilità di autonomia personale) SLIDE 291; -evoluzione dell’autonomia nel bambino (scala di Gesell) SLIDE 292-293-294-295-296-297-298-299-300; -scala personale-sociale di Griffiths SLIDE 301-302-303-304-305-306-307; ASSE LINGUISTICO (PRODUZIONE-COMPRENSIONE) -elenco strumenti di riferimento SLIDE 308; ; -sviluppo della produzione linguistica dalla nascita a 10mm SLIDE 309-310-311-312-313-314;; -stadi della produzione SLIDE 315-; ; -test School Readiness (S/R 4-5) SLIDE 316; -test Learning Accomplishment Profile (LAP)- abilità di linguaggio (produzione e comprensione) SLIDE 317; ; -test di valutazione del linguaggio (TVL) SLIDE 318-319; ; -test fono-lessicale (TFL) SLIDE 320-321; ; -tabella sulla comprensione linguistica (semantica , sintattica, comunicazione pragmatica) SLIDE 322-323; ; ASSE COMUNICATIVO-RELAZIONALE-EMOTIVO -elenco strumenti di riferimento; SLIDE 324 -modalità comunicative del bambino SLIDE 325-326-327-328-329-330; -intersoggettività (primaria e secondaria) SLIDE 331; -teoria dell’intersoggettività di Trevarthen SLIDE 332; -teoria dell’attaccamento di Bowlby SLIDE 333; -descrizione delle funzioni comunicative nell’infanzia SLIDE 334-335; -test School Readiness ( S/R 4-5) SLIDE 336-337; -test Learning Accomplishment Profile (LAP)- abilità interpersonali e conoscenza di sé SLIDE 338; - 7
  • 8. INDICE test SEDS (Social Emotional Dimension Scale) SLIDE 339; -test di valutazione degli aspetti psicopatologici nell’handicap (VAP-H) SLIDE 340; - scala di disattenzione e iperattività (SDAI) SLIDE 341-342; ASSE DELLE COMPETENZE PROSSIMALI AGLI APPRENDIMENTI STRUMENTALI -           -elenco degli strumenti SLIDE 343; -processi che sottendono l’acquisizione delle letto scrittura SLIDE 344; -sviluppo della letto-scrittura(consapevolezza fonologica globale e analitica) SLIDE 345-346- 347-348; -modello di apprendimento della lettura e della scrittura (U.Frith) SLIDE 349-350-351; - fasi dello sviluppo modello Ferreiro-Teberosky SLIDE 352-353-354 ; -esempi di scrittura spontanea SLIDE 355-356-357; -riassunto SLIDE 358; -competenze globali relative alla concettualizzazione (prove scrittura- prove lettura) SLIDE 359-360-361; - -invarianza del testo (prove) SLIDE 362; -teoria piagettiana sulla letto-scrittura SLIDE 363-364-365-366-367; -modello lettura U.Frith SLIDE 368-369-370-371-372-373-374-375-376-377-378 ; -strumenti (S/R 4-5) SLIDE 379; -test di valutazione delle competenze metafonologiche (CMF) SLIDE 380; -la lettura prima( guida all'analisi e al trattamento dei pre-requisiti della lettura- SAP-) SLIDE 381; -competenze narrative: tappe di sviluppo SLIDE 382-383-384; -laboratorio della lettura e scrittura (prove) SLIDE 385-386-387-388-389-; -sviluppo della competenza narrativa nel racconto per immagini SLIDE 390-391-392-393-394- 395; 8 -prova descrizione di una scena IPDA (Identificazione Precoce dei Disturbi di Apprendimento) SLIDE 396-397;
  • 9. INDICE -tabella predittiva per la dislessia SLIDE 398; -sviluppo dell’aritmetica di base nei bambini prescolari:l’approccio al numero naturale SLIDE 399- 400-401-402-403-04-405-406-407-408; -notazione numerica (Lucangeli) SLIDE 409; -esempi di notazione numerica SLIDE 410-411-412-413; -studi di Piaget SLIDE 414-415-416-417-418; -competenze richieste per contare SLIDE 419-420; -interessante ricerca dell’Università di Stanford SLIDE 421-422-423-424; -attività di verifica dell’apprendimento del concetto di numero SLIDE 425-426-427-; -protocollo per lo studio dello sviluppo del sistema numerico in bambini da 5aa a 7aa (dal giudizio di numerosità alla comparsa del calcolo mentale)- (A. Martini) SLIDE 428-429; -batteria per l’intelligenza numerica (BIN 4-6) SLIDE 430-431-432-433-434-435-436-437-438- 439-440-441-442; -protocollo Lucangeli SLIDE 443-444-445-446-447-448; -test Preschool Screening System (PSS) SLIDE 449; -batteria di valutazione neuropsicologica (BVN 5-11) SLIDE 450-451; -IPDA (Identificazione Precoce dei Disturbi di Apprendimento)questionario SLIDE 452; -IPDA (Identificazione Precoce dei Disturbi di Apprendimento) test SLIDE 453; -test d'Intelligenza Potenziale (TIP) SLIDE 454-455;     9
  • 10. INDICE -MS 4-8- Operazioni logiche e conservazione-(OLC) SLIDE 456-457-458-459; AUTISMO -elenco strumenti di riferimento SLIDE 460; -gioco e autismo SLIDE 461-462-463-464-465-466-467-468-469-470-471-472-473-474- 475-476-477-478-79-480-481-482-483-484-485; - i criteri diagnostici per il Disturbo autistico, secondo il DSM IV SLIDE 486-487-488- 489; -teoria della mente SLIDE 490-491-492-493-494-495-496-497-498-499; -Sally –Ann Task SLIDE 500; -sviluppo emotivo-comunicativo SLIDE 501-502-503-504-505-506-507-508-509-510-511; -questionari per i genitori SLIDE 512-513-514-515-516-517-518; 10
  • 11. INDICE Profilo Psico-Educativo Revisionato (PEP-R) SLIDE 519-520-521-522-523-524-525-526; -Childhood Autism Rating Scale (CARS) SLIDE 527-528-529-530-531-532; -Checklist for Autism in Toddlers (CHAT) SLIDE 533-534-535-536-537-538; -Scala di valutazione dei Tratti Autistici nelle persone con Disabilità Intellettiva(STA-DI) SLIDE 539; -Valutazione della Comunicazione Aumentativa e Alternativa (VCAA ) SLIDE 540-541; INDICAZIONI PER LA NUOVA SCHEDA PSICOPEDAGOGICA SLIDE 542-543-544- 545-546-547-548-549-550-551-552-553-554-555-556; FORMAT DELLA SCHEDA SLIDE 557; BLIBLIOGRAFIA CORRELATA DALL’ ETA’ DI RIFERIMENTO DEGLI STRUMENTI DIDATTICI SLIDE 558-559-560; SITOGRAFIA SLIDE 561-562-563-564-565-566-567-568-569.   11
  • 12. CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA DEFINIZIONE DEL TERMINE “OSSERVAZIONE”. Dal punto di vista etimologico, “osservare”deriva dal latino observare,composto di “ob” (verso) e “serbare”(tenere gli occhi addosso) e significa in generale “guardare, esaminare con cura”, “rilevare”.De Ketele evidenzia come, da un lato, osservare voglia dire “mettersi davanti a un oggetto come schiavo o servo per essergli fedele”.Dall’altro lato, osservare fa riferimento al mettersi davanti a un oggetto “come maestro per possederlo e conservarlo”. Dunque, l’osservazione di un fenomeno o comportamento esteriore non consiste nel semplice vederlo o comunque in senso più lato, nel percepirlo,ma nel “guardarlo” e descriverlo in modo “fedele”, allo scopo di comprenderlo. L’osservazione è un processo la cui funzione principale è raccogliere informazioni sull’oggetto preso in considerazione.E’ un’operazione di prelievo e strutturazione dei dati in modo da far emergere una rete di significati. 12
  • 13. CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA FASI METODOLOGICHE DELL’OSSERVAZIONE Il processo osservativo, di norma,può articolarsi in tre fasi fondamentali, dinamicamente collegate tra loro,anche se operativamente distinte (Amplatz,1999) : 1) focalizzazione; 2) raccolta dei dati; 3) analisi. 13
  • 14. CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA Fase di focalizzazione La scelta della situazione da osservare si riferisce a quella preliminare opera di chiarificazione di ciò su cui si intende far luce. precisare i fenomeni o comportamenti che si ritengono rilevanti e significativi in relazione alla dimensione che interessa indagare e agli obiettivi prefissati e di procedere ad una loro definizione in termini non ambigui. Raccolta dei dati Prima di procedere fattualmente all’azione osservativa, è importante definire le operazioni da compiere per poter raccogliere i dati, valutando le risorse disponibili e predisponendo gli strumenti necessari. Una delle fasi nodali del processo, infatti, è proprio la raccolta dei dati, dalla cui correttezza- sistematicità dipende la fondatezza dell’analisi e l’attendibilità dei risultati. 14
  • 15. CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA Analisi L’analisi delle informazioni raccolte costituisce la conclusiva fase critica che porta l’osservazione a partorire i suoi esiti conoscitivi. Può poggiare su procedure di quantificazione o su un processo qualitativo. L’analisi di tipo quantitativo, mira ad una conoscenza “computabile” dei fenomeni e che si basa pertanto sulla loro riconduzione ad indici misurabili. Essa è basata sul linguaggio matematico ed è pertanto più oggettiva, meno incline, cioè, ad essere influenzata dai filtri soggettivi dell’osservatore. Inoltre è rigorosamente e supinamente aderente ai dati. L’analisi di tipo qualitativo è più attenta al “significato” che assume il fenomeno nella sua consistenza “intensionale”, collegata al senso che essa riveste per chi lo osserva e/o lo vive. Essa è tendenzialmente più rischiosa e meno attendibile. 15
  • 16. CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA LE FUNZIONI DELL’OSSERVAZIONE Perché osservare? La risposta a questo interrogativo permette di individuare cinque funzioni che possono presiedere alla creazione o all’utilizzazione di uno strumento d’osservazione: descrittiva, formativa, valutativa, euristica o invocata, provocata. La funzione descrittiva :si osserva per descrivere i fenomeni o una situazione. ( Descrive una situazione o un fatto/fenomeno, raccoglie dati); La funzione formativa:si osserva per agire sulla base della situazione osservata e per formare. (Agisce sulla base di quanto osservato, per imparare, per formarsi); 16
  • 17. CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA La funzione valutativa :si osserva per valutare, si valuta per decidere, si decide per agire. L’azione sarà a sua volta sottoposta alla valutazione, e dunque all’osservazione, per una nuova decisione. (Descrive una situazione o un fatto/fenomeno, raccoglie dati); La funzione euristica :quando l’attività è orientata verso l’emergere di ipotesi pertinenti, che saranno ulteriormente sottoposte ad attività di controllo. (Fa emergere delle ipotesi da sottoporre a verifica); La funzione di verifica :si osserva una situazione “provocata” o manipolata per poter verificare un’ipotesi, e dunque utilizzando l’osservazione come strumento di misurazione delle variabili dell’ipotesi stessa. (Convalidare o meno un’ipotesi).(Postic- De Ketele,1993,25-26) (Amplatz,1999,33). Un’ ulteriore classificazione dell’osservazione viene fatta anche in base a: -il grado di partecipazione dell’osservatore; -l’ambiente in cui viene svolta; -il grado di strutturazione. 17
  • 18. CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA Il grado di partecipazione dell’osservatore Osservazione documentaria(indiretta): ricerche storiche ed etnografiche. Documenti utilizzati sono: notizie di archivio, registrazioni audio, video, diari… Indipendentemente quando l’osservatore raccoglie in prima persona i dati, mantenendo il distacco dal gruppo osservato (telecamere). Osservazione partecipante(diretta): l’osservatore entra nel contesto e nel sistema delle relazioni, coinvolgendosi nelle situazioni che analizza. L’ambiente in cui viene svolta Naturalistica: rilevazione continuata dei comportamenti di uno o più soggetti nel loro ambiente naturale (nel suo habitat). In condizione controllate: quando l’osservatore cerca di controllare la situazione. In ambiente artificiale: in laboratorio, un settino molto strutturato. Osservazione dei giocattoli utilizzati da bambini e bambine. Il grado di strutturazione Sistematica. Narrativa ( diari, registrazioni anneddotiche). 18
  • 19. CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA L’OSSERVAZIONE SISTEMATICA E LE SUE CARATTERISTICHE L’osservazione tende ad essere sistematica quando soddisfa le seguenti condizioni: 1. impiego di procedure coerenti e ripetibili; 2. determinazione delle condizioni dell’osservazione; 3. impiego di tecniche rigorose di osservazione, di annotazione e di codifica. L’osservazione, quindi, è sistematica quando è “organizzata, metodica, ha uno scopo ben determinato e mezzi adeguati per conseguirlo” Essa presenta le seguenti caratteristiche: intenzionalità : è sempre guidata da un obiettivo esplicito, che è “allo stesso tempo finale ed organizzatore del processo stesso di osservazione; 19
  • 20. CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA Progettualità: viene utilizzata all’interno di un preciso progetto. Delimitazione-definizione del campo osservativo: idealmente circoscrive il setting, puntando l’attenzione su eventi o comportamenti che devono essere preliminarmente definiti secondo criteri chiari e rigorosi, e discriminati in funzione dello scopo e del punto di vista adottato. nel progetto. Tendenza all’obiettività: rilevare fatti e non sensazioni, né impressioni o tanto meno di anticipare giudizi. Utilizzo di precisi strumenti di riferimento: si tratta di tecniche e strumenti che in forma diversa, tendono a facilitare la raccolta e l’analisi delle informazioni. Pianificazione dell’osservazione sistematica: fare un piano d’osservazione significa prospettarsi le difficoltà e trovare le maniere concrete per affrontarle. 20
  • 21. CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA • Chi osserva • Chi/cosa osservare: implica la selezione, tra i possibili innumerevoli oggetti di osservazione, di quegli eventi e comportamenti che risultano più rilevanti per la dimensione che interessa indagare. Dove condurre l’osservazione: non si tratta solo di scegliere un ambiente ma anche di confrontarsi con la concreta natura del luogo (aperto o chiuso, pubblico o privato, e, più nello specifico, aula, palestra, mensa, cortile, ecc.) Quando osservare: è una decisione che dipende in modo più diretto dalle circostanze specifiche in cui il comportamento deve essere osservato. Scegliere in merito al tempo, significa anche riferirsi alla durata e frequenza delle osservazioni. Come, in che modo osservare: scegliere tra i diversi tipi, modi, tecniche di osservazione, quelli più adatti e funzionali rispetto agli obiettivi e all’oggetto dell’indagine; di precisare il ruolo che l’osservatore dovrà assumere; di prevedere tutti gli accorgimenti necessari per garantire la normalità di comportamenti da parte dei soggetti osservati; e, in sintesi, di prefigurare le modalità più opportune secondo cui procedere nelle21 fasi operative varie dell’osservazione.
  • 22. CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA LE QUALITA’ NECESSARIE PER L’OSSERVAZIONE SISTEMATICA La pertinenza Essa si riferisce a ciò che il ricercatore vuole e all’obiettivo della sua ricerca: ciò che voglio osservare è pertinente al raggiungimento dell’obiettivo della mia ricerca? La validità C’è un accordo sufficiente tra ciò che io osservo realmente e ciò che voglio osservare? L’affidabilità Due o più osservatori diversi, osservando ognuno per conto suo la stessa cosa nello stesso momento la classificheranno allo stesso modo. La trasferibilità I risultati ottenuti dalla procedura d’osservazione sonotrasferibili alla popolazione di riferimento . 22
  • 23. CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA IN SINTESI LE PECULIARITA’ DEL PROCESSO DI ASSESSMENT SONO LE SEGUENTI: 1)STABILIRE A PRIORI L’OBIETTIVO DA ANALIZZARE, 2)AGIRE INTENZIONALMENTE GUIDATA DA UN OBIETTIVO; 3)ESSERE UTILIZZATA ALL’INTERNO DI UN PRECISO PROGETTO; 4) CERCARE DI ESSERE QUANTO PIU’ OBIETTIVA; 5)RILIEVARE I FATTI SENZA ANTICIPARE I GIUDIZI; 6)REGISTRARE FEDELMENTE I COMPORTAMENTI; 7) BASARSI SU MODELLI TEORICI CONVALIDATI DALLA RICERCA; 8) CONNOTARE LO STILE EDUCATIVO DI OGNI SINGOLO OPERATORE SU BASI OGGETTIVE E NON APPROSSIMATIVE; 9) VEICOLARE L’ IMPOSTAZIONE E IL MONITORAGGIO NEL TEMPO DEI PROGRAMMI E DELLE METODOLOGIE PERSONALIZZATE; 10) COMPIERE UN FEEDBACK CONTINUO NELL’OPERATO EDUCATIVO; 11) DIVENIRE UN VALIDO STRUMENTO DI FORMAZIONE; 12) RENDERE FACILMENTE PUBBLICIZZABILI I RISULTATI SECONDO “CHIAVI DI LETTURA” COMUNI E OBIETTIVE. 23
  • 24. CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA Le osservazioni hanno lo scopo di approfondire aspetti significativi e sono guidate da ipotesi di lavoro, hanno un carattere eminentemente descrittivo, i commenti e le ipotesi sono fondamentali ma  vanno chiaramente distinti nel protocollo. Per condurre tali osservazioni è necessario: • descrivere gli eventi e i comportamenti senza incasellarli in categorie predefinite; • usare un linguaggio descrittivo e non valutativo; • non usare termini generici; • prestare attenzione ai dettagli; • distinguere la descrizione degli avvenimenti dai commenti e dagli eventuali giudizi che ne conseguono; • prestare attenzione al contesto, inteso come ambiente immediato in cui si manifesta il comportamento e che ne influenza la qualità sociale ed emotiva. 24
  • 25. CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA LE TECNICHE L’osservazione non partecipata: di tipo ecologico, libera, l’insegnante non interviene in alcun modo. L’osservazione partecipante è una strategia nella quale l’insegnante si inserisce in maniera diretta nelle attività del bambino (ponendo blande variabili sia in modo diretto che con tecniche a “sfondo integratore)preso nel suo ambiente naturale, istaurando un rapporto di interazione personale allo scopo di descriverne le azioni e di comprenderne, mediante un processo di immedesimazione, le motivazioni. 25
  • 26. CRITERI QUALITATIVI E FUNZIONI DELL’OSSERVAZIONE STRUTTURATA Per conoscere un bambino è necessario guardarlo, ma guardare un bambino non è facile, i nostri occhi spesso guardano solo ciò che sanno vedere. L’osservazione deve essere guidata da schemi interpretativi (non si può osservare se non si sa che cosa osservare).  L’osservazione vuole dare un significato a ciò che si osserva, fornire una interpretazione. Gli strumenti e i metodi da adottare variano in dipendenza dell’oggetto del’osservazione  26
  • 27. RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DELL’OSSERVAZIONE RIASSUNTO GENERALE Chi osserva Ø       attivo/passivo Ø       percepito/non percepito Oggetto dell’osservazione Ø       fatti(osservazione diretta)/rappresentazioni(dossier) Strumenti dell’osservazione Ø       griglie qualitative Ø       diari, annotazioni Ø       registrazioni(video, audio, audio video) Ø       interviste questionari Ø  tassonomie Ø  test settoriali o globali a esito metrico Grado di inferenza dell’osservazione sull’oggetto osservato Ø      debole Ø       forte 27
  • 28. RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DELL’OSSERVAZIONE Annotazione Ø       immediata/differita Ø       diretta/mediata Situazione dell’osservazione Ø       creata/naturale Ø      manipolata/non manipolata Grado di libertà dell’osservatore Ø       sistematica/non sistematica 28
  • 29. GLI STRUMENTI E’ importante considerare : • la corretta selezione del test o dello strumento; • l’interpretazione dei risultati; • l’etica dell’applicazione della misura docimologica. STRUMENTI CHE VEICOLANO LA VALUTAZIONE • diario di “bordo”; • check list e griglie; • colloqui clinici e interviste ai genitori del bambino; • test di performance ( prove riferite a una norma e prove criteriali -settoriali o globali-).   29
  • 30. GLI STRUMENTI • COLLOQUIO CLINICO E INTERVISTA AI GENITORI DEL BAMBINO a) adattamento al ruolo di genitore, b) la relazione con i figli, c) influenze della famiglia, d) l’interazione con il mondo esterno, e) le potenzialità di cambiamento • DIARIO DI BORDO La compilazione di un diario è utile soprattutto per osservare lo sviluppo di un bambino con handicap. E’ necessario che le notazioni si riferiscano e descrivano il comportamento quotidiano, abituale di quel bambino. Gli ambiti essenziali di sviluppo che è utile avere presenti nel diario sono: • l’evoluzione del suo stato affettivo • la relazione con l’insegnante di riferimento e gli altri adulti; • il comportamento durante le operazioni quotidiane; • lo sviluppo degli apprendimenti (compreso l’evolvere dell’interesse per le attività); • la relazione con i pari; • i comportamenti e le abitudini.   30
  • 31. GLI STRUMENTI • check list e griglie • La check list è sostanzialmente una lista della spesa: è un elenco di tutto ciò che si pensa sia utile osservare o annotare, a scopo principalmente di promemoria. In realtà non è unicamente un promemoria, perché nel redigere l'elenco, si tiene conto dell'importanza dei vari passi, in relazione agli obiettivi che ci si prefigge. È utile soprattutto in fase di avvio di un'attività, perché aiuta, oltre che a non dimenticare le cose importante, a focalizzare gli obiettivi che si vogliono raggiungere. La check list viene sicuramente già usata, anche se in forma non così esplicita, nel programmare le attività, perché è uno strumento utile per non dimenticare le cose. Si tratta soltanto di usarlo sistematicamente e possibilmente con gli stessi punti in modo da avere un minimo di monitoraggio uniforme dell'attività svolta. Criteri per la costruzione di una check list 1) individuare con precisione il settore o l’area che si intende approfondire attraverso l’osservazione; 2) identificare ogni azione considerata interessante e significativa nella performance; 3) aggiungere all’elenco le azioni che rappresentano errori comuni o difetti considerati rilevanti; 4) sistemare le azioni in un ordine adeguato; 5) fornire un procedimento per controllare e annotare semplicemente ogni azione. 31
  • 32. GLI STRUMENTI • La griglia osservativa è il passo successivo. Può riprendere i punti rilevanti della check list, ampliarli e strutturarli, se necessario, in sottopunti e associare a ciascuno di loro un commento o un giudizio. La griglia può essere arricchita e ampliata in misura diversa a seconda dell'interesse. Se usata sistematicamente permette di monitorare, a distanza di tempo, l'evoluzione o l’involuzione funzionale. Come per la check list, anche la griglia osservativa viene già usata spesso, in particolare per valutare il comportamento e la performance generale dell'allievo. Spesso tuttavia, proprio per essere generali, diventano generiche e rischiano di appiattire tutta l'osservazione codificandola in modo standard e quindi di essere poco informative. 32
  • 33. GLI STRUMENTI Test di performance  Prove nelle quali si chiede alla persona di eseguire un compito, che esige una risposta orale, scritta o prassica. Si dividono in: • TEST NORMATIVI • TEST CRITERIALI TEST NORMATIVI ATTENDIBILITÀ : il test deve fornire risultati costanti e coerenti nel tempo  VALIDITÀ : il test deve misurare effettivamente le abilità per le quali è stato costruito  TEST NORMATIVI “FORNISCONO PROVE RIGOROSAMENTE SELEZIONATE E VALUTATE PER QUANTO RIGUARDA IL LORO GRADO DI ATTENDIBILITA’, VALIDITA’E NORMATIVITA’” Meazzini, 1997  NORMATIVITA’ Il punteggio che il soggetto ottiene al test viene confrontato ad una norma. Le norme vengono individuate dopo che il test è stato somministrato ad un campione che si ritiene rappresentativo della popolazione alla quale esso dovrà essere somministrato. Le norme si esprimono prevalentemente mediante punteggi standardizzati (media e deviazione standard) da cui è possibile calcolare il grado di scostamento del singolo dalla media. 33
  • 34. GLI STRUMENTI VANTAGGI La standardizzazione del materiale e del punteggio consente analisi comparative di natura epidemiologica. Es. Il confronto tra i punteggi medi ottenuti in test normativi di lettura tra popolazioni di allievi residenti in regioni diverse… • Consente di individuare la posizione occupata dal singolo all’interno di un gruppo. TEST CRITERIALI  Il parametro utilizzato dai test criteriali non è la norma (media e deviazione standard) ma il criterio dato da uno o più livelli di prestazione del soggetto. Punteggi superiori a tale livello indicano che vi è una padronanza totale o accettabile per quanto riguarda l’abilità esaminata. Punteggi inferiori indicano il contrario.  Il criterio viene stabilito dall’operatore a seconda degli obiettivi educativi che intende raggiungere. I test criteriali dunque sono test che valutano il raggiungimento di una certa competenza reputata necessaria per acquisire ulteriori e più complesse conoscenze. Il test serve a valutare ciò che una persona ha appreso e non si pone il problema di paragonare la competenza raggiunta dall’alunno con quella dei compagni o, più in genere, con un gruppo di alunni di pari età ; la valutazione viene effettuata solo in rapporto ai contenuti, agli argomenti e agli obiettivi oggetto di verifica. Questi test vengono anche definiti test di rendimento o di profitto (achievement test). non viene confrontato con un gruppo ma solo con sé stesso, prima e dopo un intervento educativo. 34
  • 35. GLI STRUMENTI Ciò che si valuta è il progresso fatto dall’alunno rispetto alla sua stessa competenza iniziale; gli obiettivi formativi, quindi, diventano il criterio da raggiungere e l’eventuale giudizio valutativo non viene basato sul confronto con la prestazione di un gruppo di riferimento. La prestazione a cui fare riferimento è, solitamente, la percentuale di risposte corrette ad un dato compito; in questo caso è bene definire in anticipo i criteri rispetto ai quali una prestazione viene definita positiva o negativa; in un dato compito si può assumere, per esempio, che il 75% di risposte corrette sia il criterio per giudicare una prestazione positiva o negativa. VANTAGGI Consente di discriminare tra abilità e sotto-abilità. E’ uno strumento flessibile con il quale si può valutare qualsiasi performance. Il criterio viene scelto dall’operatore e cambiato di volta in volta a seconda delle esigenze. Il test può essere costruito dall’operatore, è semplice da applicare e non richiede la standardizzazione.Il soggetto 35
  • 36. GLI STRUMENTI TIPOLOGIA DEGLI ITEMS -figurati; -verbali; - (vero-falso); -a risposta multipla semplice e complessa; - a risposta aperta univoca-limitata - a risposta aperta. 36
  • 37. PICCOLO GLOSSARIO PICCOLO GLOSSARIO 1) CAPACITA’ : 2) COMPETENZA : 3) CONOSCENZE E ABILITA’. 37
  • 43. GLI ASSI FUNZIONALI ELENCO DEGLI ASSI PRESI IN CONSIDERAZIONE - L’OSSERVAZIONE COINVOLGE MOLTEPLICI AMBITI FUZIONALI,NELLO SPECIFICO CI RIFERIAMO AI SEGUENTI: -ASSE GRAFICO; -ASSE VISUO-PERCETTIVO; -ASSE PRASSICO-COSTRUTTIVO; -ASSE RELATIVO ALLO SCHEMA CORPOREO; -ASSE RELATIVO AL PROBLEM SOLVING; -ASSE RELATIVO ALLE FUNZIONI ESECUTIVE DI BASE; -ASSE LUDICO; -ASSE DELLE AUTONOMIE PERSONALI; -ASSE LINGUISTICO (PRODUZIONE-COMPRENSIONE); -ASSE COMUNICATIVO-RELAZIONALE-EMOTIVO; -ASSE DELLE COMPETENZE PROSSIMALI AGLI APPRENDIMENTI STRUMENTALI. -Un un’ulteriore analisi è dedicata poi alla patologia AUTISTICA. 43
  • 44. ASSE GRAFICO SUDDIVISO IN TRE LIVELLI : esecutivo,percettivo e rappresentativo 44
  • 45. ASSE GRAFICO LIVELLO ESECUTIVO (GLI STRUMENTI DI RIFERMENT E SONO: LA GRIGLIA ANALITICA QUALITATIVA DEL MOVIMENTO,DEL GESTO E DELLA FORMA GRAFICA E IL TEST LEARNING ACCOMPLISHMENT PROFILE – LAP-) 45
  • 46. ASSE GRAFICO (TEST) INDICATORI DELLA GRIGLIA ANALITICA DEL MOVIMENTO E DELLA FORMA GRAFICA VELOCITA’:RALLENTATA-ACCELERATA- FREQUENTEMENTE VARIABILE,ALTRO……………………………………………… …………………… ·          RITMO:UGUALE,DISCONTINUO,DISARMONICO,ALTRO …………………. ·          CONTINUITA’ DEL GESTO:INTERROTTO,CONTINUO,ESITANTE,ALTRO… ……………………………………………………………………. 46
  • 47. ASSE GRAFICO (TEST)       TIPO DI IMPUGNATURA:NORMALE,ERRATA PER………………………………………………………………… ………………… ·          LATERALIZZAZIONE:DESTRA,SINISTRA,AMBIVALENTE CON PREFERENZA A……………………………………………………………. ·     TRATTO PREVALENTE:BREVILINEO,LONGILINEO,CURVO,ANGO LATO,FRAMMENTATO,CON PRESENZA DI CHIARO – SCURI,ALTRO……………………………………………………   47
  • 48. ASSE GRAFICO (TEST)   GRANDEZZA(DIMENSIONE CORRETTA QUELLA COMPRESA INDICATIVAMENTE TRA GLI 8 E I 18 CM):NORMALE,MACROGRAFICA,MICROGRAFICA,MISTA,A LTRO……… ·  PRESSIONE:REGOLARE,LEGGERA,FORTE,VARIABILE, ALTRO……………………………………………………………. ·          UNIFORMITA’ DI GRANDEZZA E DI FORMA: PRESENTE/NON PRESENTE ANCORAGGIO DEL FOGLIO CON L'EFFETTORE NON DOMINANTE ·          Caratteristiche di produzione: ·          INCLINAZIONE PENNARELLO: ·          INCLINAZIONE FOGLIO:       48
  • 49. ASSE GRAFICO (TEST) MANIERISMI:TRATTO ORNATO,SEMPLICE,TRASCURATO,CON ECCESSIVO RIEMPIMENTO DI COLORE,CON RIPASSI,ALTRO………………………………………………… …………………… ·  IMITAZIONE SIMULTANEA DI: ……………………………………………… ·   COPIA DI…………………………………… 49
  • 50. ASSE GRAFICO (TEST) TEST LEARNING ACCOMPLISHMENT PROFILE 50
  • 51. ASSE GRAFICO LIVELLO PERCETTIVO (GLI STRUMENTI DI RIFERIMENTO SONO : LA GRIGLIA QUALITATIVA.LA TASSONOMIA DEI RAPPORTI SPAZIALI , IL TEST DI PERCEZIONE VISIVA(TPV) NELLA PARTE RELATIVA ALLA MOTRICITA’ PRESENTE) 51
  • 52. ASSE GRAFICO (TEST) GRIGLIA QUALITATIVA   TRACCIATI OMOLATERALI (ESEGUITI CON LA MANO DESTRA VANNO A COLLOCARSI ALLA DESTRA DEL FOGLIO IDEM PER SINISTRA) ·     TRACCIATI CENTRALI ·     TRACCIATI CENTRIFUGHI(PARTONO DAL PUNTO PIU’ VICINO AL SOGGETTO CHE DISEGNA E SI ALLONTANANO SIA A DESTRA CHE A SINISTRA) ·     DIREZIONE DELLE LINEE POSITIVA (SENSO ANTIORARIO) ·     DIREZIONE DELLE LINEE NEGATIVA (SENSO ORARIO). 52
  • 53. ASSE GRAFICO TASSONOMIA DEI RAPPORTI SPAZIALI (TOPOLOGICI E EUCLIDEI) :ACQUISIZIONE DELLE OPERAZIONI SPAZIO – TEMPORALI IN RELAZIONE ALL’ATTO GRAFICO 1) RAPPORTI TOPOLOGICI - CAPACITA’ DI APERTURA - CHIUSURA - INCLUSIONE - ESCLUSIONE -VICINANZA – SEPARAZIONE - ORDINE - SUCCESSIONE 53
  • 54. ASSE GRAFICO 2)RAPPORTI EUCLIDEI - RAPPRESENTARE UN SISTEMA DI COORDINATE (ORIZZONTALE-VERTICALE) -CAPACITA’ DI PARTIZIONE -DAVANTI-DIETRO - PROSPETTIVA (emergono le linee di riferimento di terra e di cielo). Piaget analizza la rappresentazione dei rapporti spaziali nei disegni infantili distinguendone tre classi: - i rapporti topologici, tipici del periodo che va dai 2 anni e mezzo ai 4 anni e caratterizzati dall’invarianza dei rapporti spaziali quali vicinanza, separazione,inclusione, chiusura e ordine; i bambini riescono ad utilizzare solo alcuni rapporti topologici, senza però riuscire a coordinarli nel caso di rappresentazioni complesse; 54
  • 55. ASSE GRAFICO i rapporti euclidei, rappresentati tra i 4 e i 7 anni e caratterizzati dall’invarianza dei rapporti quando le trasformazioni dell’oggetto sono rotazioni o spostamenti; i rapporti proiettivi, conquistati tra i 7 e i 9 anni e caratterizzati dai rapporti prospettici e dalla comprensione della posizione del punto di vista richiesto; si riesce ,in questo caso , a coordinare le dimensioni e le distanze tra gli oggetti. 55
  • 56. ASSE GRAFICO EVOLUZIONE DELLA STRUTTURA SPAZIALE Fasi iniziali Il bambino, pur conoscendo giā le forme euclidee attraverso la percezione visuale, nei suoi disegni dimostra di cogliere solo i caratteri topologici (specialmente quelli di vicinanza e separazione). Per il piccolo gli oggetti possono essere in alto-in basso, a destra- a sinistra,vicini-lontani ma il punto di riferimento resta incentrato sul proprio io percepente poiché non vi è ancora l’intuizione del collegamento tra elementi (si ragiona in termini assoluti e non relativi). Le prime espressioni prospettiche, rovesciamenti e svolgimenti, sono significative della struttura proiettiva dello spazio: solo a partire da qui il bambino giungerà ad una strutturazione euclidea dello spazio stesso. 56
  • 57. ASSE GRAFICO Cronologicamente le intuizioni topologiche si situano verso i tre anni: il passaggio all’ordine proiettivo a sua volta non può esser considerato completo prima dei sette anni: la costruzione euclidea infine si realizza dai sette ai nove anni. Un bambino anche molto piccolo è in grado di apprezzare differenze fra la forma di un cerchio e quella di un quadrato, ma, anche se non vi sono particolari difficoltà grafiche, non è in grado di riprodurre queste differenze; la spiegazione di ciò sta appunto nella distinzione tra spazio percettivo e spazio rappresentativo. 57
  • 58. ASSE GRAFICO Si considerano dunque 4 livelli strutturali nella riproduzione grafica: 1)NON STRUTTURA (la riproduzione è a livello di grafismo spontaneo dello sgorbio, dello scarabocchio)- (prima dei tre anni); 2)STRUTTURA DISARTICOLATA (la riproduzione è solo simile al modello nel senso che si riconosce sommariamente il modello stesso ma non l’articolazione della struttura)-(3-4aa); 3)STRUTTURA AGGREGATA ( la riproduzione è composta da elementi strutturati ma disgiunti uno dall’altro, accostati,giustapposti a volte capovolti)- (4-7aa); 4)STRUTTURA ARTICOLATA (la copia è molto simile al modello e ne rappresenta gli elementi euclidei nelle angolature, nelle proporzioni delle parti, nelle dimensioni e nell’orientamento)- (dai 7aa in poi). 58
  • 59. ASSE GRAFICO (TEST) TEST DI PERCEZIONE VISIVA (TPV) _esito metrico a partire dai 4aa- ITEMS A MOTRICITA’ PRESENTE -COORDINAZIONE OCCHIO-MANO; -COPIATURA/RIPRODUZIONE; -RAPPORTI SPAZIALI; -VELOCITA’ VISUO-MOTORIA 59
  • 60. ASSE GRAFICO (TEST) SCHEDA TRATTA DAL TEST TPV COORDINAZIONE OCCHIO-MANO 60
  • 61. ASSE GRAFICO (TEST) SCHEDA TRATTA DAL TEST TPV COPIATURA/RIPRODUZIONE 61
  • 62. ASSE GRAFICO (TEST) SCHEDA TRATTA DAL TEST TPV RAPPORTI SPAZIALI 62
  • 63. ASSE GRAFICO (TEST) SCHEDA TRATTA DAL TEST TPV VELOCITA’ VISUO-MOTORIA 63
  • 64. ASSE GRAFICO LIVELLO RAPPRESENTATIVO (GLI STRUMENTI DI RILEVAZIONE SONO: LE TIPOLOGIE DELLO SCARABOCCHIO;LE TASSONOMIE DI BURT, LUQUET, KELOG E LOWENFELD SI FA INOLTRE RIFERIMENTO ALLE CHECKLISTS PRESENTI NEL TESTO “GLI ADULTI DI FRONTE AI DISEGNI DEI BAMBINI “di P.FEDERICI ed.FRANCO ANGELI) 64
  • 65. ASSE GRAFICO LIVELLO ELEMENTARE (SCARABOCCHIO) Verso i 16-18 mesi il bambino si rende conto che ci sono degli oggetti che lasciano una traccia (matite, gessi,ecc.). Inizia così a differenziare l’utilizzo della traccia sonora da quella grafica. TRACCIA GRAFICA: è più duratura, resta al di fuori della persona che la ha provocata, si conserva nel tempo, ma è poco efficace a livello immediato. TRACCIA SONORA: svanisce in fretta, ha un carattere imperativo e di utilità immediata. Infatti gli adulti non rispondono agli scarabocchi con la stessa immediatezza con cui rispondono ai vocalizzi. L’attività grafica nei primi mesi della vita del bambino diventa un gioco personale con sé stesso, il cui significato sociale è rimandato nel tempo.I primi segni sul foglio sono il prodotto di colpi che alle volte sono così forti che bucano il foglio ( tanta energia, poco controllo motorio). 65
  • 66. ASSE GRAFICO Il segno è la conseguenza del gesto che descrive la sua traiettoria su una superficie capace di registrarla. Nei primi mesi il bambino disegna (spesso macchie) con tutto il corpo, compie movimenti più larghi possibili. Sei mesi dopo che ha iniziato a scarabocchiare (2aa circa), si rende conto che c’è un rapporto tra i suoi movimenti e i segni ottenuti. Prima dei 2 o 3 anni è sbagliato indurre il bambino a rappresentare oggetti reali, in quanto lo scarabocchiare rappresenta una forma di gioco, un piacere puro fine a sé stesso.  Prima di vedere le fasi dello sviluppo dello scarabocchio, cerchiamo di capire brevemente quali sono i meccanismi che portano il bambino ad utilizzare i propri prodotti grafici per rappresentare la realtà . 66
  • 67. ASSE GRAFICO FASI DELLO SVILUPPO DELLO SCARABOCCHIO :  Definizione di  SCARABOCCHIO : forma spontanea di piacere motorio e visivo senza che sia presente alcuna INTENZIONALITÀ RAPPRESENTANTIVA (il bambino non vuole disegnare una “cosa” e tutto il corpo partecipa a questa attività grafica). Questa attività inizia verso i 18 mesi e in genere vengono eseguiti “tondeggianti guardandosi in giro”. 1 anno: il bambino prende in mano per la prima volta una matita, tenta di colpire il foglio, ancora non riesce a lasciare traccia; 18-20 mesi: inizia a lasciare traccia sul foglio da disegno, disegna segni verticali, orizzontali e radiali; 67
  • 68. ASSE GRAFICO 2 anni: compaiono i primi segni circolari e ad angolo,non solleva la matita dal foglio e con molta facilità ne supera i bordi, inizia il controllo visivo, il bambino guarda quello che sta facendo con la penna e allora si vede che cerca di riempire una parte particolare del foglio. 2 anni e mezzo: aumenta il controllo motorio, non supera più i bordi, fa scivolare la matita con guida con lo sguardo, cominciano i primi “riccioli” e successivamente vengono disegnate le spirali e i cerchi multipli; 3 anni: non scarabocchia solo per il piacere del movimento o per sentire l’attrito della matita sul foglio, bensì per rappresentare sensazioni interne vissute intensamente ( compaiono croci, spazi chiusi, quadrati, solo verso la fine dei tre anni inizia ad abbozzare una persona, una casa o un sole); 4 anni: gli scarabocchi acquistano significato anche per l’adulto, arrivano le prime schematiche figure umane. 68
  • 69. ASSE GRAFICO IL SIGNIFICATO DELLO SCARABOCCHIO: Ø Il disegno rappresenta uno STRUMENTO di indagine di fondamentale importanza: l’attività grafo-espressiva costituisce un mezzo di espressione immediato e compatibile al bambino che, attraverso di esso, ELABORA E RAPPRESENTA, come nel gioco, le proprie esigenze affettive e le modalità di rapporto con il mondo circostante. Ø   Dopo di 5 anni l’attività grafica assume una esplicita finalità NARRATIVA e RAPPRESENTATIVA in quanto la motivazione cosciente che spinge il bambino a disegnare, è data dal desiderio di raccontare e comunicare le esperienze vissute. Il momento della comparsa dell’attività grafica varia da bambino a bambino: per alcuni coincide con gli ultimi mesi del secondo anno; per altri emerge durante l’arco del terzo anno. 69
  • 70. ASSE GRAFICO INDICAZIONI EMOTIVE DELLO SCARABOCCHIO:  1. Tracciato veloce: attività, dinamismo,impulsività. 2. Tracciato lento: calma tendenza alla pigrizia, riflessione. 3. Tratto marcato: energia fisica,vitalità, volontà. 4. Tratto sottile: delicatezza, sensibilità. 70
  • 71. ASSE GRAFICO 1. Orientamento da sinistra a destra:  voglia di fare nuove esperienze. 2. Tutto spostato a sinistra: timore, timidezza, insicurezza, bisogno della figura materna. 3. Tutto spostato a destra: voglia di fare, desiderio di crescere, importanza della figura paterna. 4. A linee curve: capacità di adattamento. 5. A linee angolose: resistenza, energia,carica aggressiva. 6. Senza sollevare la matita: socievolezza. 7. Fatto con più tratti: bisogno di staccare per ritrovare energie. 8. Che occupa tutto il foglio: desiderio di attenzione, di manifestarsi. 9. Piccolo: introversione, desiderio di uno spazio tutto per sé. 71
  • 72. ASSE GRAFICO LO SCARABOCCHIO MOTORIO I primi segni tracciati sulla carta non denotano particolari forme e non seguono direzioni preordinate; I primi grafismi sono il risultato di una attività puramente motoria e non hanno, al suo origine, alcuna funzione figurativa; Il bambino non tarda a accorgersi dei segni che traccia ma trascorrerà abbastanza tempo prima che si curi di dargli un nome. LO SCARABOCCHIO COORDINATO Verso i tre anni e mezzo le linee assumono la forma di ricciolo ed emerge una varietà cromatica. Le tracce grafiche dipendono dalla dinamica del polso e della mano. Il tipo di impugnatura non è naturale ed il bambino di stanca tornando ad eseguire segni grafici della fase precedente. Si assiste poi ad una finalizzazione dei movimenti grafici. L’occhio non osserva solo ciò che traccia ma la mano va verso nuovi spazi sul foglio. 72
  • 73. ASSE GRAFICO TIPOLOGIE DELLO SCARABOCCHIO 1) Scarabocchio imitativo: il bambino cerca di imitare il gesto grafico osservato nell'adulto nel tentativo di fare, quindi di essere, come l'altro. 2) Scarabocchio espressivo: il bambino scopre la possibilità di manipolare la linea, che diventa un veicolo attraverso il quale manifestare il proprio stato emotivo. 3) Scarabocchio simbolico: il bambino rappresenta il modo in cui egli vive il rapporto con l'oggetto. Gli scarabocchi non sono più buoni o cattivi, ma scarabocchi di cose buone o di cose cattive. 4) Scarabocchio onomatopeico: traduce graficamente la visione dinamica che il bambino ha delle cose. Terminata la scoperta del tratto come linea, il bambino inizia a sperimentare il contorno, avviandosi ad una rielaborazione più matura del rapporto tra il disegno e l'oggetto.73
  • 74. ASSE GRAFICO I “FERRI DEL MESTIERE” Gli strumenti utilizzati per disegnare cambiano nel corso dello sviluppo (Lowenfeld); Quanto più il bambino è piccolo, tanto più la sua possibilità di scelta tra strumenti diversi dovrebbe essere limitata per non spostare l’attenzione dal disegno all’esplorazione del materiale. È consigliabile EVITARE il “riciclo” di fogli prestampati; riviste patinate; superfici ruvide che possono ostacolare la traccia pittorica. CARATTERISTICHE DEGLI STRUMENTI PIÙ COMUNI: Penne a sfera: rappresenta il primo oggetto usato dai più piccoli; Ø        Acquarelli: consentono di sperimentare la gamma dei colori ma sono sconsigliati all’esordio dell’attività pittorica; 74
  • 75. ASSE GRAFICO Ø        Carboncino e gessetti: adatti per i preadolescenti che usano la tecnica a “schizzo”; Ø        Colori a tempera: la pittura con le dita in bambini molto piccoli può costituire un interesse tattile e perché consentono di riprodurre diverse sfumature; Ø        Matite (colorate e non): sconsigliate ai più piccoli perché la pressione fa spezzare le punte; adatte a partire dai 7-8 anni; Ø        Pennarelli a punta grossa: sono adatti per i più piccoli in quanto permettono di tracciare linee marcate; Ø        Pennarelli a punta fine: delicati da usare, la punta può rientrare o spezzarsi; Ø        Pastelli a cera: delicati da maneggiare; si spezzano; tracciano linee piuttosto grosse. 75
  • 76. ASSE GRAFICO LINGUAGGIO GRAFICO-PITTORICO E FUNZIONI LA NATURA DELL’ATTIVITÀ GRAFICO PITTORICA È DATA DAL RISULTATO DI UN INSIEME DI FUNZIONI PSICO- FISICHE: -capacità percettiva: in relazione a quanto percepito e scoperto nel proprio ambiente; -campo emotivo: sotto la spinta del bisogno di espressione; -un messaggio: la persona elabora una comunicazione; -capacità cognitive di tipo convergente: assumendo le modalità di codificazione apprese nell’ambiente; -creatività, funzione cognitiva divergente: operare modificazioni personali; -funzioni motorie-percettive: estrinseca queste funzioni usando ironicamente delle tracce grafiche. 76
  • 77. ASSE GRAFICO I bambini disegnano perché scaricano un surplus di energia fisica o emotiva, altre volte disegnano per passare il tempo, alcuni sembrano voler sperimentare e perfezionare abilità necessarie per diventare adulti. I piccoli disegnano anche per controllare sempre meglio le forme realizzate e le modalità per produrle. La soddisfazione di comunicare sembra un’altra motivazione per la produzione pittorica, per altri “disegnatori” sembra invece prevalere il piacere visivo che nasce dall’osservazione di quanto disegnato. 77
  • 78. ASSE GRAFICO IL DISEGNO, L’ABILITÀ COGNITIVA E LA VALUTAZIONE EMOTIVA -AFFETTIVA Il disegno è uno strumento per esprimere emozioni, motivazioni, affetti e sentimenti. È possibile individuare alcuni elementi nel processo pittorico: -calma e serenità interiore( il bambino esegue il disegno rimanendo seduto, senza compiere movimenti eccessivi, in silenzio, senza interruzioni di rilievo, la mimica facciale è distesa, la concentrazione è buona, l’esecuzione del disegno è fluida, il tempo è adeguato); - ansia ( durante l’attività il bambino parla in modo eccessivo, pone domande, rinvia l’esecuzione del disegno. In alcuni casi il bambino è rigido, scarsa concentrazione, valorizzazione del disegno realizzato); - aggressività ( può essere manifestata o nascosta, diretta verso di sé ma anche verso l’ambiente esterno). 78
  • 79. ASSE GRAFICO RIASSUMENDO quanto già è stato scritto di fronte a un foglio di carta e con un pennarello in mano, un bambino di due anni inizia a scoprire la possibilità di lasciare una traccia visibile per mezzo di un segno grafico: egli scopre che i movimenti di flessione ed estensione del suo avambraccio producono dei tangibili effetti, dei quali all'inizio rimane stupito. Il bambino all'inizio è quindi interessato non alle immagini, ma alle linee, attraverso le quali scarica spontaneamente una sovrabbondanza di energia neuro-muscolare, la stessa che motiva la continuazione dell'attività. Alla produzione dei segni non discretizzabili (scarabocchio disordinato) si aggiungerà quella di movimenti circolari (scarabocchio controllato), che richiedono un maggior controllo del polso, della spalla, ma anche delle dita. Il bambino sperimenta la possibilità di vivere il gesto non più come semplice attività motoria, ma come esperienza visiva: che diventa scoperta e piacere. 79
  • 80. ASSE GRAFICO L'esperienza visiva: che questo tipo di attività affina, diventa poi il principale responsabile del prodotto grafico: verso i tre anni e infatti l'occhio che inizia a guidare la mano, invece del contrario. Il bambino inizia allora a produrre figure chiuse e spirali continue. La prima fase dello sviluppo del disegno e stata anche definita del realismo fortuito, dal momento che, inizialmente, il bambino non ha la consapevolezza di poter usare l'espressione grafica per rappresentare elementi della realtà. Ciò avverrà quando, in modo casuale, egli osserverà una vaga somiglianza tra le linee raffigurate e un qualche oggetto reale. 80
  • 81. ASSE GRAFICO Circa sei mesi dopo l’inizio dello scarabocchio, avviene un fatto importantissimo: il bambino, in termini che tecnicamente definiremmo di feed-back, collega la propria sensazione cinestetica al segno prodotto. Così inizia a controllare i propri movimenti in rapporto al segno grafico che vuole lasciare con sempre maggiore intenzionalità. Da questo punto in poi si svilupperanno: -il disegno espressivo ; -l’imitazione della scrittura (intenzionalità sociale imitativa) ; Ciò che lo affascina della scrittura è la ritmicità del tratto(melodia cinetica)che diviene un gioco, piacere puro, motorio, visivo, globale del corpo inteso come unità biopsichica. La variabilità individuale, quella che poi definirà lo stile personale, è evidente fin dall’inizio (il tratto più leggero e limitato nello spazio, o più marcato e centrale od espansivo indicano già tratti temperamentali, emerge la modalità globale di atteggiarsi nei confronti della realtà). 81
  • 82. ASSE GRAFICO TEORIE STADIALI DEL DISEGNO STADI DI BURT Egli descrive una progressione di 7 stadi: 1)SCARABOCCHIO (1-2-3 anni), in cui l’attività grafica è soltanto un’espressione motoria eseguita per gioco Primi grafismi tendenzialmente basati sul movimento a volte rappresentativi dell’attività mentale. Il bambino già da 1ANNO di vita scopre che può produrre dei segni in modo assai divertente e, utilizzando un qualsiasi strumento che lasci una traccia, si abbandona a descrivere linee che vanno in tutte le direzioni, per il solo gusto di farlo. Le linee tracciate siano esse su carta che sui muri di casa sono una testimonianza dell’espansione dei suoi movimenti; i punti, che a volte sono eseguiti con tanta intensità da bucare il foglio, evidenziano il gusto di incidere sulla realtà e il piacere di riuscirci. Siamo nella fase dello “SCARABOCCHIO INVOLONTARIO”, definito anche “GHIRIGORO”. 82
  • 83. ASSE GRAFICO Verso i ventidue mesi si affaccia sulla scena l’idea dell’intenzionalità legata all’acquisizione di una maggior padronanza delle capacità visive e motorie: non più occasionale casualità ma impegno programmato e finalizzato in nome di una produzione mirata. Compariranno così tratti verticali, orizzontali e circolari. Nella prima fase dello scarabocchio non c’è ancora intenzionalità di rappresentazione. Il fare del bambino in questi anni è assolutamente istintivo e casuale poi, lentamente inizia ad essere orientato verso degli scopi. Intorno ai 2aa l'attività istintiva del bambino si sfuma per lasciare emergere una timida intenzionalità, nel senso che il piccolo è in grado di coordinare meglio le sue capacità visive con quelle motorie, e quindi saprà orientare con più scaltrezza il suo movimento per produrre determinati segni. In questi mesi il bambino sarà interessato a produrre linee orizzontali, verticali e circolari : Lowenfeld definisce questa fase dello "SCARABOCCHIO CONTROLLATO". Alcuni studiosi fanno precedere alla fase dello scarabocchio, dal francese “ecarbot” (scarafaggio), la fase delle “MACCHIE”: durante questo periodo, il bambino si diverte a realizzare delle macchie il cui inizio è quasi casuale e successivamente diventa intenzionale. 83
  • 84. ASSE GRAFICO Lo scarabocchio è uno stadio preliminare a quello del disegno vero e proprio, è un processo di conoscenza; non è il pensiero che dirige l’espressione grafica, al contrario, da questa nasce la spiegazione, l’associazione, l’idea. 2) LINEA (3-4 anni), dove si riscontrano inizialmente singoli movimenti della matita che costituiscono gli scarabocchi, successivamente, avvicinandosi ai tre anni e mezzo compaiono i primi tentativi di rappresentazione della figura umana che a forma tonda con occhietti, bocca, gambe e braccia sarà progressivamente rivisitata fino al suo definirsi in una struttura più vicina all’aspetto reale della persona. A cinque-sei anni l’attività grafica si arricchirà di nuovi particolari interessandosi anche alla raffigurazione della realtà esterna: case, fiori, alberi e paesaggi; 84
  • 85. ASSE GRAFICO  3)SIMBOLISMO DESCRITTIVO (5-6 anni), in cui il bambino mette in atto semplici schemi simbolici riferiti ad un tipo generico e non ad un particolare oggetto; 4) REALISMO DESCRITTIVO (7-9/10 anni), dove si riscontrano ancora disegni simbolici nei quali la corrispondenza visiva dello schema alla realtà è rafforzata da alcuni dettagli o tratti particolari; 5) REALISMO VISIVO (10-11 anni o più), in cui la tecnica migliora ed il bambino ricerca una corretta rappresentazione visiva della realtà; 6) REPRESSIONE (11-14 anni), in cui i disegni mostrano una regressione dovuta probabilmente a conflitti emotivi; 7) REVIVAL ARTISTICO (prima adolescenza), in cui i disegni si avvicinano, nella realizzazione alla realtà. 85
  • 86. ASSE GRAFICO  STADI DI LUQUET LUQUET: il disegno è quella   rappresentazione grafica che implica intenzionalità. 1 SCARABOCCHIO 2  REALISMO FORTUITO (2-3 anni) La rassomiglianza del disegno con la realtà è raggiunta per caso. Il bambino inizia ad osservare le proprie produzioni grafiche cercandovi le analogie con qualche cosa effettivamente esistente. La rappresentazione non è prodotta intenzionalmente, ma scoperta solo a posteriori; una volta fatta la scoperta però il bambino comincia a fare delle aggiunte,questa volta consapevolmente. Il bambino, nel tentativo di imitare l’adulto che scrive o disegna (e talvolta però anche di propria iniziativa, in qualche gioco con dei materiali che lasciano una traccia) produce dei segni, o uno scarabocchio, non avendo ancora, o avendola già, l’intenzione di raffigurare qualcosa di preciso. 86
  • 87. ASSE GRAFICO Nel momento in cui, poi, osserva il segno o lo scarabocchio prodotto, accade che la forma d’insieme di quest’ultimo, o qualche suo particolare vistoso gli suggerisca una qualche interpretazione (che può essere anche diversa da quella che era la sua intenzione, qualora ne avesse avuta una). Se, Ad esempio, lo scarabocchio suggerisce l’idea di un gatto, l’interpretazione<gatto> si impone , e il bambino può allora aggiungere qualche altro segno per indicare la coda, o gli occhi, elaborando così un sommario <modello interno> di gatto che potrà poi utilizzare nel tentativo di disegnare intenzionalmente questo animale. La qualificazione di <fortuito>, con cui Luquet indica questa prima fase di realismo, è dovuta al fatto che il bambino giunge a raffigurare un certo elemento della realtà quasi per caso, e talvolta anzi in contrasto con le sue intenzioni 87
  • 88. ASSE GRAFICO REALISMO MANCATO (3-5 anni) In questa fase il bambino decide quale oggetto rappresentare PRIMA di cominciare il disegno (intenzionalità rappresentativa). Il bambino riformula le proprie intenzioni man mano che il disegno procede (es.: “volevo fare una barca e mi è venuto..”).Il termine <mancato> è qui forse inappropriato perché sta ad indicare una valutazione del prodotto grafico che l’adulto compie usando come criterio l’assenza o l’errata raffigurazione, nel disegno, di certi elementi o rapporti che caratterizzano l’oggetto reale (anche se il disegno è invece vissuto dal bambino come del tutto adeguato alle se intenzioni figurative). 88
  • 89. ASSE GRAFICO Anche in questo caso il sincretismo percettivo può far sentire la sua influenza, nel senso che nel <modello interno> vengono conservati solo quegli elementi di un oggetto che, per il loro aspetto o per la loro funzione, hanno per il bambino una particolare vistosità. Per esempio, disegnando la figura umana,un bambino può collegare direttamene alla testa le gambe e le braccia, con esclusione del tronco (la cui funzione non è ancora ben nota), nei cosiddetti <pupazzi testone>. 89
  • 90. ASSE GRAFICO Ma certamente a rendere <mancata> (o <erronea>) la riproduzione interviene il carattere irreversibile, preoperatorio, del pensiero. Così, ad esempio, volendo disegnare un viale con le aiuole, un bambino può disegnare sia il bordo del viale, sia accanto ad esso il bordo delle aiuole,senza rendersi conto che un’unica linea può avere qui una doppia funzione (essere margine delle aiuole e, nello stesso tempo, dl viale). Sempre per la stessa ragione un bambino incontra difficoltà a rendere bene i rapporti spaziali o le proporzioni fra le parti di una scena. Per esempio volendo disegnare una persona con un cappello in testa, può disegnare interamente la testa, e poi interamente il cappello, ma sospeso a mezz’aria sopra la testa; o avendo disegnato una casa, e volendo disegnare dei fiori nel prato accanto ad essa, può fare delle margherite alte quanto la casa (come se, pensando a ciò che sta disegnando in quel momento non riesca più a fare attenzione anche a ciò che ha disegnato prima, come sarebbe invece necessario per rispettare le proporzioni). 90
  • 91. ASSE GRAFICO REALISMO INTELLETTUALE (5-8 anni) Il bambino disegna non solo quello che vede, ma anche ciò che conosce o ritiene importante. Intorno ai 6/7 anni, con il pensiero reversibile, il bisogno di sintesi si viene manifestando anche nel disegno. Un bambino, disegnando una scena, cerca di mettervi tutte le cose che la riguardano (e di mettervele rappresentandole con la struttura grafica che solitamente utilizza e che le rende riconoscibili), anche se per farlo deve contravvenire a certe regole prospettiche, come quella per cui un oggetto non può essere visto se sta completamente dietro o dentro un altro, o quella per cui gli elementi di un paesaggio vanno rappresentati tutti secondo un unico punto di vista. 91
  • 92. ASSE GRAFICO Può così ricorrere a tecniche particolari e curiose, come quella <della trasparenza> (ad esempio una casa è rappresentata con le sue parti esterne ma anche con il suo contenuto, come se le pareti fossero di vetro), o quella del <miscuglio di piani> (ad esempio una tavola vista dall’alto, con i commensali <ribaltati>, rappresentati cioè come se fossero invece visti di fronte).  TRASPARENZA: il bambino vuole mostrare simultaneamente quello che è esteriore e visibile a quello che è invece inferiore e nascosto. Es.: la casa con i mobili dentro; i pantaloni ma si vedono le gambe… EFFETTO RIBALTAMENTO: es. il viale con gli alberi tutti distesi… 92
  • 93. ASSE GRAFICO REALISMO VISIVO (8 anni in poi) Disegno reale, è quello che assomiglia di più ad una “foto”.Intorno agli 8/9 anni che ha inizio il realismo visivo, con graduale abbandono delle tecniche adottate nella fase precedente e progressivo rispetto delle leggi prospettiche. Dopo i 7 anni Il disegno perde la spontaneità che lo aveva caratterizzato fino a questo momento e si trasforma in un tentativo di copia piuttosto fredda e impersonale dalla realtà. La scuola è in parte responsabile di questa trasformazione che da un lato fa del bambino un esecutore preciso e attento affinando quella che è la sua tecnica pittorica, dall'altro, però, lo svuota della "passione" con cui aveva realizzato le precedenti opere. 93
  • 94. ASSE GRAFICO Kellogg identifica quattro stadi per lo sviluppo della capacità grafica spontanea; questi si articolano dai primi segni dei bambini di età inferiore ai 2 anni alle rappresentazioni dei bambini di 5 anni, età in cui il bambino comincia a copiare la realtà che lo circonda. 1)LO STADIO DEI MODELLI: tipico dei 2 anni e caratterizzato da scarabocchi elementari, quali linee senza controllo visivo e da modelli di organizzazione che indicano come vengono collocate le linee sul foglio;  2) LO STADIO DELLE FORME: tipico della fascia d’età 2-3 anni e caratterizzato da diagrammi emergenti, quali forme disegnate senza il riferimento del bordo del foglio, e da diagrammi riferiti a singole linee utilizzate per croci, triangoli, ovali, che tengono conto del bordo del foglio; 3)LO STADIO DEL DISEGNO: tipico dei 3-4 anni e caratterizzato dall'unificazione dei diagrammi per formare combinazioni e aggregati; inoltre vengono identificate alcune forme lineari molto importanti quali i radiali, i soli, e i mandala; 94
  • 95. ASSE GRAFICO 4)LO STADIO PITTORICO, caratteristico dei 4-5 anni e identificato dal disegno rappresentativo.Compare il disegno in trasparenza e la dinamica dello schema-particolare ovvero lo schema tende a ripetersi i particolari si innestano sullo schema modificandolo. . 95
  • 96. ASSE GRAFICO STADI di LOWENFELD FASE DELLO SCARABOCCHIO TIPOLOGIA (da circa 14 mesi a 3aa) a)informi - senza scopo; -ondulati; - coordinazione oculo-manuale limitata; - ampi movimenti del braccio, del gomito e della spalla; -disordinati - a questa età il bambino ha poco o nessun controllo sull’attività motoria; b) longitudinali -ripetizioni controllata di proposte; -permane la la consapevolezza e il godimento dei movimenti in senso cinestetico; 96
  • 97. ASSE GRAFICO c) circolari - migliora il controllo dei movimenti deputati alla capacità di fare le forme più complesse; d) naming -il bambino racconta storie sullo scarabocchio; -vi è un cambiamento da un pensiero cinestesico in termini di movimento di pensiero immaginativo in termini di immagini. 97
  • 98. ASSE GRAFICO A 18 mesi circa : -cambiano gradualmente anche a movimenti circolari, intervallati da linee; -lateralizzazione incerta; -migliore il controllo dei muscoli in mano, del polso e del braccio; -la collaborazione della mente e del corpo è maggiore; circa 2 anni -più nette linee, angoli, lo zigzag ; -su imitazione traccia linee verticali,orizzontali e a V; -l'uso del braccio, del polso e delle dita muscoli più controllato; -maggiore padronanza della percezione, della memoria e della coordinazione della mano e dell'occhio nel movimento; 98
  • 99. ASSE GRAFICO -costruzione di un bagaglio di conoscenze con risultati altalenanti; - aumenta la capacità di discretizzare e formalizzare i segni che sfocerà nella produzione di immagini riconoscibili; -lo spazio è più limitato - non si diffonde in tutta la pagina, le linee sono isolate isolate; -i tracciati sono prima omologhi, poi centrifughi e infine centrali; -a volte viene dato il nome - "un fiore“. 99
  • 100. ASSE GRAFICO FASE PRESCHEMATICA (da 3aa a 6aa ) In questa fase si evidenziano due diverse modalità di realismo: 1)osservazione - guardare gli altri –ripetere i movimenti per copia ; 2)sperimentazione - disordinata – viene riconosciuta la somiglianza - la ripetizione di successo. Spesso le figure sono umane, ma emergono anche animali e piante. FIGURA UMANA PRIMITIVA E PROVVISORIA (3anni) -testa e corpo solo (disegno girino); - full face. 100
  • 101. ASSE GRAFICO Non appena i piccoli si avvicinano ai 3 anni, i loro disegni cinestetici mostrano una maggiore tendenza a produrre segni particolari.   Fra i 3 e i 4 anni il bambino scopre di poter rappresentare la figura umana. È costituita da una forma più o meno circolare che contiene elementi del volto mentre al suo esterno troviamo attaccati gli arti. Alcuni bambini superano questa fase nell’arco di pochi giorni, altri la conservano e la esercitano per molti mesi. I bambini ricordano e rappresentano correttamente il primo elemento “la testa” e l’ultimo “le gambe” dimenticandosi della parte intermedia. Se vengono fornite loro delle sagome o se gli si ricorda quali sono gli elementi da disegnare (su guida verbale,gestuale o iconica) si favoriscono l’emergere delle conoscenze infantili sullo schema corporeo. Dapprima le produzioni erano linee continue e ingarbugliate, ma ora assumono la forma di cerchi in cui il bambino può accorgersi di aver voluto forse rappresentare una testa. 101
  • 102. ASSE GRAFICO Il bambino continuerà ad usare il cerchio per rappresentare un'ampia varietà di percezioni: testa, occhi, bocca, tronco, orecchie e perfino capelli tratti interni: che indicano gli occhi, il naso, la bocca tratti esterni: che indicano gli arti inferiori. Compaiono poi tratti accurati per gli occhi, per il naso, per la bocca che danno un aspetto di volto alla forma iniziale; un "tronco" completa questo volto, generalmente è ovale, più raramente lineare. In seguito vengono disegnati i piedi, le mani, alcuni indici di differenziazione sessuale: capelli, tratti del tronco specifici, raramente organi sessuali. Le figure sono statiche, poste anteriormente come se guardassero una platea. 102
  • 103. ASSE GRAFICO In questa fase lo schema visivo (l'idea visiva) è più sviluppato; -i disegni mostrano ciò che il bambino percepisce come più importante in senso rappresentativo (pur con i limiti del sincretismo) e non più solo il piacere motorio; -vi è una scarsa comprensione dello spazio - gli oggetti sono disposti in maniera casuale ; -l'uso del colore è più emotivo che logico. - vengono aggiunte via via parti anatomiche poiché si sviluppa e aumenta la percezione ( piedi, naso, occhi, bocca, braccia, il corpo e testa ); -l’ esperienza scolastica determina un allargamento delle relazioni sociali; - la ripetizione dello schema diviene sistematica ; - il cerchio è utilizzato per la testa e le cime degli alberi; -(differenze tra maschio / femmina) vedi tabella successiva; -comprensione concettuale piuttosto che osservazione visiva; -grande attenzione ai dettagli – talora alcuni particolari sono distorti e/o esagerati; -capacità di riprodurre semplici forme geometriche; 103
  • 104. ASSE GRAFICO FIGURA UMANA-preceduta da forme coerenti la forma diventa un uomo / madre / sorella / fratello; - la produzione individuale, può variare notevolmente; - il processo di socializzazione porta a disegnare maggiormente le persone. FASE SCHEMATICA - circa 6 a 9 anni forme facilmente riconoscibili per la consapevolezza dimostrata del concetto di spazio; -gli oggetti del disegno hanno un rapporto a ciò che è alto e ciò che è basso; -basi definite ( la linea cielo e terra sono evidenti). gli elementi del disegno sono tutti legati spazialmente; - i colori riflettono realisticamente quelli che appaiono in natura. - esagerazione tra gli elementi (l'uomo più alto di una casa, i fiori più grandi di esseri umani); 104
  • 105. ASSE GRAFICO Un'altra tecnica utilizzata è a volte chiamata "piegando" questo è dimostrato quando gli oggetti sono disegnati inclinati rispetto alla linea di base. Altre volte gli oggetti sembrano essere a testa in giù, un altro fenomeno è chiamato “x-ray"come in una radiografia il soggetto è dipinto come per essere visto sia all'interno così come all'esterno. 105
  • 106. ASSE GRAFICO FIGURA UMANA Il collo e le spalle sono gestiti insieme in una struttura continua, le braccia 'aperte' nel segmento del corpo, l’ abbigliamento prende il posto del corpo . Le braccia e il tronco sono eseguiti insieme dal 7° anno , inoltre aumentano e si integrano tutti i segmenti corporei. Alcune forme geometriche ovali, triangoli, quadrati, cerchi, rettangoli e irregolari sono utilizzate come schema corporeo (gambe, pancia …) e vestiti.Quando sono separate le une dalle altre, queste forme sono prive di significato. Le braccia e il tronco sono spesso molto lunghi, le mani allargate. I cambiamenti di forma sono accompagnati da particolari aggiunti ad esempio mangiare = bocca più grande. Gli interessi sono in espansione e la consapevolezza corporea è maggiore. La copia si riduce, concetto di formazione autonoma delle produzioni cresce. 106
  • 107. ASSE GRAFICO Altre peculiarità di questa fase: - utilizzo di linee di base che indica lo spazio e regolano tutto il resto della pagina ; - linea comune per le cose che stanno insieme; - caratteristiche del paesaggio di superficie fiori, alberi, edifici, macchinari, gli animali e persone; - uso di punti di riferimento spaziali sempre più complessi; -fenomeno della trasparenza per gli edifici visti all'interno: casa, scuola, camere… L’ esperienze sociali maggiormente esperite determinano una riduzione di disegni di singole figure e una implementazione di più gruppi di oggetti (bambini e adulti, edifici, paesaggi, gli alberi e gli animali)che dà origine alla composizione. 107
  • 108. ASSE GRAFICO L'uomo è indicato come bambina, bambino, con una discreta sensibilità per i dettagli, la prospettiva caratterizza questa fase( la consapevolezza e gestione dello spazio tra la linea di terra e la linea di cielo)emergono sovrapposizioni di oggetti, gli elementi non sono più in piedi su una linea di base, e si osserva anche la produzione di oggetti/persone/animali di profilo. 108
  • 109. ASSE GRAFICO IL DISEGNO   (percorso metodologico della richiesta) 1)Libero; 2) Con proposta di uno stimolo( es: un cerchio) se, che il bambino completa liberamente.  2)Guidato parzialmente, dopo lo stimolo iniziale si guida il bambino almeno in  un’altra  fase (verbalmente o gestualmente) e poi si da spazio alla libera  interpretazione ed  alla  creatività del singolo; 3)Guidato ,per tutte le fasi in sequenza al fine di guidare il bambino verso il disegno di un soggetto lasciando libero, se possibile,solo l’arricchimento finale del particolare  o del colore.   Le su indicate tipologie saranno proiettate in diversi ambiti o tematiche : -naturale “campagna”; -artificiale “città”; -familiare “casa”. 109
  • 110. ASSE GRAFICO   La motivazione ha un’influenza determinante sul disegno: -  motivazione intrinseca: il bambino disegna per il proprio piacere, per realizzarsi, per curiosità, per esprimersi, per comunicare qualcosa di sé agli altri; -   motivazione estrinseca: tutto quello che lo spinge ad affrontare un compito per ottenere qualcosa che prescinde dallo svolgimento del compito stesso. 110
  • 111. ASSE GRAFICO GIOCO E DISEGNO Ø  Il disegno per alcuni aspetti può essere considerato un gioco. Ø   Alcune attività infantili osservate nei primi tre anni di vita rappresentano proprio un legame tra gioco e disegno.  Disegno e gioco sono accomunati da alcune caratteristiche mentre si differenziano da altre. Principali somiglianze: -          sono entrambi attività piacevoli; -          consentono di esercitare le funzioni simboliche; - offrono la possibilità di controllare la realtà esterna adeguandola agli schemi mentali e al mondo interno del bambino. 111
  • 112. ASSE GRAFICO Ø Il disegno per alcuni aspetti può essere considerato un gioco. Ø   Alcune attività infantili osservate nei primi tre anni di vita rappresentano proprio un legame tra gioco e disegno.  ∀ Disegno e gioco sono accomunati da alcune caratteristiche mentre si differenziano da altre. Principali somiglianze: -          sono entrambi attività piacevoli; -          consentono di esercitare le funzioni simboliche; -         offrono la possibilità di controllare la realtà esterna adeguandola agli schemi mentali e al mondo interno del bambino. 112
  • 113. ASSE GRAFICO Aspetti che differenziano gioco e disegno: -    nel gioco in genere il procedimento è più importante del risultato; il gioco consente ai partecipanti di creare regole sempre nuove e di modificarle strada facendo, senza porre vincoli particolari; -  mentre il gioco è un’attività “non letterale”, il disegno deve rispettare delle regole di corrispondenza con la realtà molto più strette, che lo rendono un’attività “letterale”; 113
  • 114. ASSE GRAFICO I PASSAGGI SALIENTI DELLA TRADUZIONE ICONICA DELLO SCHEMA CORPOREO La prima rappresentazione riconoscibile dell'essere umano è il cosiddetto "uomo-girino", che consiste in un cerchio isolato che indica la testa e che spesso contiene altri cerchi, da cui escono una o più linee rette che indicano o l'insieme del corpo o gli arti.. L'uomo-girino compare verso i 3 anni ed evolve nel senso di una rappresentazione sempre più precisa del tronco. Inizialmente esso consiste di un secondo cerchio al di sotto di quello che indica la testa oppure nel prolungamento delle due linee che indicano le gambe. Fra i 3 e i 4 anni il bambino si sforza di non dimenticare nessun dettaglio; ma non c'è ancora il tentativo di comporre i diversi dettagli isolati in un unico insieme; essi sono semplicemente giustapposti. 114
  • 115. ASSE GRAFICO Verso i 5 anni il bambino disegna un omino completo, ricco di particolari anche nell'abbigliamento. Con la vestizione dell'omino, che è quasi sempre di tipo geometrico un triangolo per rappresentare la gonna,due rettangoli per rappresentare i pantaloni, un cerchio per il tronco femminile, un rettangolo per quello maschile .Compare spesso un fenomeno caratteristico del disegno infantile: la trasparenza . Questo fenomeno si manifesta quando il bambino disegna degli oggetti non visibili come se gli elementi che li nascondono fossero trasparenti. Il collo e le spalle sono gli ultimi dettagli a comparire nella rappresentazione della figura umana, che nell'età prescolare compare quasi sempre di faccia. La rappresentazione del movimento, fra i 5 e i 6 anni, ha la sua origine nell’orientamento di un segmento del corpo verso l'oggetto ed è preparatoria alla rappresentazione dell'uomo di profilo. Più dettagli sono presenti nel disegno maggiore è la rilevanza che il personaggio ha nella vita del bambino. A 6 anni lo schema che il bambino ha del proprio corpo è completo, compare il collo, le mani e l’altezza è quattro volte superiore alla larghezza. 115
  • 116. ASSE GRAFICO (TEST) EVOLUZIONE DELLA RAFFIGURAZIONE DELL’ “OMINO” NEI DUE SESSI   BAMBINA BAMBINO UOMO GIRINO 3aa UOMO GIRINO TESTA/OCCHI 4aa TESTA/OCCHI/DISEGNO /TRONCO/BRACCIA/GAM ORIENTATO BE BOCCA/NASO/BRACCIA 5aa NASO/TRONCO ATTACCATE AL LUNGO/BRACCIA CORPO/PIEDI/ABITO ATTACCATE AL COLORATO CORPO/GAMBE ATTACCATE AL CORPO/PIEDI/ABITO COLORATO CAPELLI/TRONCO 6aa COLORI REALISTICI DEL LUNGO/BRACCIA A DUE VOLTO/BOCCA/CONTOR TRATTI/GAMBE A DUE NI A MATITA/ BRACCIA TRATTI/PANTALONI O A DUE TRATTI/GAMBE A GONNA/ SCARPE 116 DUE TRATTI/PANTALONI
  • 117. ASSE GRAFICO SCHEDA DI RILEVAZIONE DISEGNO DELLO SCHEMA CORPOREO (TEST) CONTENUTI STRUTTURA DELLO SCHEMA CORPOREO Abbigliamento Elementi essenziali Elementi particolari Elementi Coerenza Pressione del Spazialità del foglio e Espressione del volto (testa,,troco,arti) (mani,piedi,elementi intersegmentali tratto colorazione Proporzioni della testa) (es:collo) Il personaggio è ben caratterezzato:sono rispettate Sono presenti Sono presenti Sono presenti Corrispondenza tra le Il tratto della La rappresentazione la statura,la corporatura,l’espressione del volto e dimensioni delle matita è grafica è centrata nel l’abbigliamento singole usato in foglio e occupa i due parti.organizzate in modo sicuro terzi dello spazio una struttura grafico,la colorazione è d’insieme uniforme e nel rispetto corrispondente alla degli spazi,l’utilizzo del realtà colore è funzionale Il personaggio è ben caratterizzato: sono rispettate Sono presenti Sono presenti E’ assente Corrispondenza tra le Il tratto della La rappresentazione la statura, la corporatura e l’abbigliamento, ma dimensioni delle matita è grafica è centrata nel l’espressione del volto è poco definita singole usato in foglio e occupa i due parti.organizzate in modo sicuro terzi dello spazio una struttura grafico,la colorazione è d’insieme uniforme e nel rispetto corrispondente alla degli spazi,l’utilizzo del realtà colore è funzionale Il personaggio è abbastanza caratterizzato nella Sono presenti Sono presenti E’ assente Discreta Il tratto La rappresentazione statura e nella corporatura, poco definiti sono corrispondenza fra della grafica  è l’espressione del volto e l’abbigliamento le dimensioni delle matita è abbastanza centrata singole parti, usato in nel foglio e l’utilizzo organizzate in una modo dello spazio è struttura d’insieme, abbastanza accettabile,la sufficientemente sicuro colorazione corrispondente abbastanza uniforme alla realtà . e non sempre nel rispetto degli spazi Utilizzo funzionale del colore 117