1. I concetti di fondo degli otto stadi
che si ripetono nella esperienza del bambino, dell’adolescente e della coppia
1 i i ll ( l i )• 1 – avvicinamento – allontanamento (esplorazione)
• 2 ‐ soddisfazione dei bisogni di base (orientamento)
• 3 attaccamento (attaccamento)• 3 – attaccamento (attaccamento)
• 4 – comunicazione e razionalità (simbolizzazione)
• 5 – attenzione allo sviluppo personale (riflessione)• 5 – attenzione allo sviluppo personale (riflessione)
• 6 – parità nei rapporti (empatia)
• 7 – intimità – distanza (interdipendenza)7 intimità distanza (interdipendenza)
• 8 – identità (identità)
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2. La teoria dell’inter‐soggettivita’
1 – avvicinamento – allontanamento (esplorazione)a c a e to a o ta a e to (esp o a o e)
2 ‐ soddisfazione dei bisogni di base (orientamento)
3 – attaccamento (attaccamento)
L’i t tti ità è l di i i i l “i t ” d l• L’intersoggettività è la predisposizione sociale “innata” del
neonato. Nel volere affrontare la tematica riguardante il
processo di attaccamento, è indispensabile andare alle origine
d ll l i i i i è ll i d b bidella relazione primaria, cioè alla coppia madre‐bambino,
dove per ciascuna persona vengono gettate le fondamenta
per la costruzione della propria base sicura. E’ qui che il
b bi i l i l f di di lbambino sperimenta per la prima volta una forma di dialogo
con l’altro: “le due menti creano l’intersoggettività e
l’intersoggettività modella le due menti” (Stern, 2004, p.65).
• Ed è qui che si crea la matrice intersoggettiva dell’esistenza
umana.
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3. 1. L’intersoggettivita’
è la predisposizione sociale “innata” del neonato
• La definizione di intersoggettività come partecipazione
volontariamente cercata di esperienze concernenti gli eventi evolontariamente cercata di esperienze concernenti gli eventi e
gli oggetti (Trevarthen e Hubley, 1978), definisce un processo di
condivisione dell’attività mentale tra soggetti durante un
l i i i i L’i i i à i ifqualsiasi atto comunicativo. L’intersoggettività si manifesta
come una consapevolezza immediata e naturale della
presenza dell’altro, osservabile fin dalle prime settimane di p , p
vita negli scambi tra madre e bambino.
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4. intersoggettività primariaintersoggettività primaria
N ll t i i il t i t• Nelle protoconversazioni il neonato si comporta come un
soggetto coerente e tra bambino e madre si verifica una
reciproca comprensione o empatia. Insieme essi danno vita ad
bi i t t t tt tuno scambio integrato e strutturato.
• La qualità di tale scambio è determinata da uno spettro di
emozioni che essi condividono e che si organizzano tra loro g
per mezzo dell’influenza reciproca nelle comunicazioni (Trevarthen
1984).
• Il rapporto emotivo diviene quindi un palcoscenico in cui essiIl rapporto emotivo diviene quindi un palcoscenico in cui essi
interpretano, uno nei confronti dell’altro, diversi ruoli
espressivi, come soggetti umani dotati di reciproca
consapevolezzaconsapevolezza.
• Questa è chiamata intersoggettività primaria.
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5. La bidirezionabilita’ del rapporto diadico
• Parlare di bi direzionalità delle intenzioni madre bambino significa• Parlare di bi‐direzionalità delle intenzioni madre‐bambino, significa
affermare che non è più la madre che quando interagisce con il figlio ”crea
ordine dal caos” (Shaffer,1987) ma adatta il suo comportamento ad
un’organizzazione già esistente.g g
• La coppia risulta quindi un sistema aperto , autoregolantesi, in grado di
autocorreggere risposte in base agli scopi e di scambiare informazioni sia gg p g p
al proprio interno che all’ esterno, in cui entrambi i partner si influenzano
reciprocamente in risposta ai feed‐back.
• E’ un processo continuo, reciprocamente influenzato e costruito attimo
d i d bi idopo attimo da entrambi i partners (Beebe e Lachmann, 2002).
• La regolazione interattiva e l’autoregolazione, si intrecciano quindi in un
reciproco e continuo scambioreciproco e continuo scambio.
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6. Gli stadi emozionali condivisi
e il paradigma Still‐Face di Tronicke il paradigma Still‐Face di Tronick
• La reciprocità delle interazioni madre bambino risulta confermata anche• La reciprocità delle interazioni madre‐bambino, risulta confermata anche
dall’analisi delle interazioni “faccia a faccia” proposto da Tronick.
• Gli studi di Tronick hanno approfondito le competenze comunicative
infantili il livello di sensibilità materna ai segnali del bambino e la capacitàinfantili, il livello di sensibilità materna ai segnali del bambino e la capacità
di entrambi i partner di regolare gli stati emozionali condivisi.
• Intorno agli anni settanta, Tronick e colleghi introdussero una procedura
sperimentale denominata Paradigma Still Face (Tronick e al., 1978) p g ( , )
attraverso la quale indagare i meccanismi di mutua regolazione presenti
nella relazione precoce tra madre e bambino.
• La procedura consente di ricreare una situazione viso a viso, nel quale
id i l di i i f ili di i i à ll’evidenziare la presenza di aspettative infantili di reciprocità nell’
interazione con l’altro.
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8. effetto Still‐Face.
• Gli studi che hanno applicato il Paradigma Still Face hanno rilevato un• Gli studi che hanno applicato il Paradigma Still‐Face hanno rilevato un
pattern tipico di reazioni emotivo‐comportamentali del bambino di fronte
all’inespressività materna.
• Il disagio sperimentato dal lattante si manifesta attraverso un:Il disagio sperimentato dal lattante, si manifesta attraverso un:
• aumento di espressioni emotive negative,
• di comportamenti di evitamento dello sguardo
• e di agitazione psicomotoria• e di agitazione psicomotoria.
• Questo complesso di reazioni infantili viene indicato col nome di effetto
Still‐Face.
• La reazione di disagio mostrata dal bambino è legata alla mancanza di• La reazione di disagio, mostrata dal bambino, è legata alla mancanza di
regolazione esterna nel corso della fase di inespressività materna e alla
situazione contraddittoria dovuta all’ impossibilità, per il bambino, di
stabilire un coinvolgimento con la madre pur essendo presente. g p p
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9. Sono soloSono solo …
• Questo significativo
cambiamento
comportamentale delcomportamentale del
bambino dimostra la sua
sensibilità alla violazione
delle aspettative rispetto al
normale scambio
comunicativo.
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10. effetto reunioneffetto reunion
• Dall’analisi di queste interazioni è emerso, inoltre, quello che viene
definito effetto reunion, ovvero una persistenza, nella fase di ripresa dell’definito effetto reunion, ovvero una persistenza, nella fase di ripresa dell
interazione, dell’emozionalità negativa infantile osservata nel precedente
episodio still face, alternata alla manifestazione di affetti positivi legati al
desiderio di tornare ad interagire con la madre.
• E’ in questa fase che madre e bambino sono chiamati a recuperare lo stato
di condivisione dopo la rottura interattiva, ristabilendo la sintonia e la
di i ff tti ti i d ll f di i i itàcoordinazione affettive presenti prima della fase di inespressività
materna.
Si il di i i t t d l b bi ll’ i di di lt t• Sia il disagio sperimentato dal bambino nell’episodio di volto materno
immobile, che i tentativi di recuperare l’interazione nella fase di reunion,
consentono anche di analizzare i comportamenti di regolazione adottati
dal piccolo.dal piccolo.
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11. • Il passaggio da uno stato di coordinazione
a uno di non coordinazione suscita nela uno di non coordinazione, suscita nel
bambino sentimenti negativi, che danno
luogo a configurazioni espressive in
d di i ll’ d lt il di igrado di comunicare all’ adulto il disagio
infantile.
• L’adeguamento del comportamento
adulto in risposta a tale comunicazione
del bambino, facilita il ritorno ad una
situazione di armonia e determina il
ripristinarsi di stati affettivi positivi, che a
loro volta sostengono l’azione materna e
confermano il raggiungimento dell’confermano il raggiungimento dell
obiettivo condiviso di un nuovo stato di
connessione affettiva
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12. Q i di l l bi l ti d• Quindi sul complesso scambio regolativo madre‐
bambino e sulla sua interiorizzazione si fondano
• i processi di pensiero• i processi di pensiero,
• la coscienza,
• ma anche gli stili relazionali del soggetto• ma anche gli stili relazionali del soggetto.
• Tutto questo però non avviene in senso
deterministico ma in un processo di costruzione deldeterministico ma in un processo di costruzione del
sé in un contesto interattivo, che va dalle prime
regolazioni corporee fino agli stili relazionali più
d ltiadulti.
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13. Le rappresentazioni dell’interazione madre figlioLe rappresentazioni dell interazione madre‐figlio
• L’insieme degli scambi continui e prolungati tra bambino e caregiver
costituiscono un sistema di regolazione interattivo in cui ciascun
componente influenza e regola il comportamento dell’altrocomponente influenza e regola il comportamento dell altro.
• Ciò che sorprende è come non solo i momenti di reale interazione madre‐
bambino contribuiscono a creare la loro storia, ma anche le
rappresentazioni personali di tali relazioni. pp p
• Queste non sono altro che le lenti personali attraverso le quali
ciascuno dei due membri interpreta e percepisce l’interazione
attraverso la fantasia la speranza la paura la tradizioneattraverso la fantasia, la speranza, la paura, la tradizione
familiare, le esperienze passate e le esigenze presenti.
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14. rappresentazioni mentali
durante la fine del primo anno
di vita nella mente deldi vita, nella mente del
bambino si vengono a
formare i modelli operativi
i t i i d llinterni; ossia delle
rappresentazioni mentali
abbastanza coerenti
dell’esperienza affettiva
vissuta nelle relazioni
interpersonali con leinterpersonali con le
persone che si sono prese
cura di lui.
Sono le rappresentazioni di
sé con l’altro
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15. Un st i d ll isp st ff tti d ll disp nibilitàUna storia delle risposte affettive e della disponibilità…
• I modelli operativi non sono una rappresentazione reale e obiettiva dei• I modelli operativi non sono una rappresentazione reale e obiettiva dei
genitori ma coincidono e rappresentano la storia delle risposte affettive e della
disponibilità della madre e del padre nei confronti delle richieste del bambino.
• Essi si sviluppano attraverso la sintesi di ricordi impliciti ripetitivi
d ll’i i il b bi l fi di didell’interazione tra il bambino e la figura di accudimento
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16. Un giorno saprà narrareUn giorno saprà narrare
ciò che ha vissuto …
• Più avanti questi ricordi
di interazioni didi interazioni di
attaccamento che sono
stati generalizzati si
sviluppano in ricordi
semantici , di significato
che potranno essereche potranno essere
espressi verbalmente e
nella propria esperienzanella propria esperienza
.
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17. Att t iAttaccamento sicuro
• Il significato dei ricordi
semantici che compongono i
MOI d ll’ iMOI dell’attaccamento sicuro
in un bambino ( ma anche in
un adulto) si esprime nellaun adulto) si esprime nella
aspettativa di essere curato in
presenza di problemi e nella p p
capacità di valutare
positivamente i propri
ti ti l isentimenti e le proprie
emozioni
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18. Att t it tAttaccamento evitante
• Il significato dei ricordi
semantici che compongonosemantici che compongono
i MOI dell’attaccamento
evitante trasmettono
l’aspettativa di essere
disapprovato o rifiutato nel
bi o o di cure ed u abisogno di cure ed una
valutazione negativa dei
propri sentimenti dipropri sentimenti di
attaccamento.
iris anfuso 18
19. Att t bi l tAttaccamento ambivalente
• Il significato dei ricordi
semantici che compongono isemantici che compongono i
MOI dell’attaccamento
ambivalente, riflette i dubbi,ambivalente, riflette i dubbi,
le incertezze relativi al sé e a
quanto l’aiuto sarà q
disponibile.
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21. Le storie dei bambiniLe storie dei bambini
• raccontate attraverso scritti o rappresentazioni
simboliche e archetipiche sono una testimonianza del
forte impatto creato dall’esperienza relazionale con iforte impatto creato dall’esperienza relazionale con i
propri genitori e di quanto, un intervento sbagliato ,
possa trasformarsi in uno specchio di mondi feriti e
f i f d hi d lfrantumati conferendo , per chi osserva ed ascolta un
significato chiaro di ciò che a volte è definito
insensato o incomprensibile .
• Le storie sono risonanze del Sé, che avvengono dopo un
tempo di libera immersione in ritmi della relazione
terapeutica che sostengono la fiducia e la possibilità di unterapeutica che sostengono la fiducia e la possibilità di un
cambiamento , attraverso il passaggio nel mondo interno.
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22. • «C’era una volta un piccolo bambino, che a lui le dava molto fastidio
che una persona le batteva sulla testa. Lui voleva fare viaggi, essere
utile e stare più tempo in giardino in città e in altri postiutile, e stare più tempo in giardino, in città e in altri posti.
• Una notte vide una luce, e questa luce si avvicinava e da vicino si
vedeva una Fata, lui le aveva chiesto: "Vorrei essere un’altra cosa, mi
aiuti?" La Fata le disse che l’avrebbe aiutata, e disse: “Abracalabra
ora diventerai un cestino!”. Lui era felicissimo, e viaggiava con la
bici, in macchina, e andava anche in altre zone., ,
• Il cestino non è stato mai messo in soffitta e neanche in altri posti e lo
trattavano anche bene.”
(L i 9 i)• (Lucia 9 anni)
iris anfuso 22
23. b bi i l’h f di i ld i id b l• «Un bambino triste l’hanno fatto diventare un pizza calda, tiepida, buona, golosa
e golosona. Il bambino era triste perché piangeva troppo perché era triste di stare
solo, anche se sembrava avere una famiglia.
• Luca 7 anni
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24. «C’era una volta un tamburo che conteneva un piccolo mostro. Ma un giorno il«C era una volta un tamburo che conteneva un piccolo mostro. Ma un giorno il
piccolo mostro, stanco di stare nascosto nel tamburo, decise di cambiare casa.
Prima di cercare casa andò a mangiare. Dopo mangiato vendette la sua piccola e
vecchia casa e se ne comprò una molto più grande per invitare tutti i suoi amici. p p g p
Nella nuova casa il piccolo mostro trovò due vasi pieni di magie liquide che decise
di bere per diventare cattivo con le persone più grandi di lui graffiandole e
morsicandole.
Il piccolo mostro non amava le persone grandi perché l’avevano chiuso in una
gabbia dove non c’era ossigeno e lui si sentiva molto male.»
(Sofia 9 anni)
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25. Compiti del bambinoCompiti del bambino
• Acquisire fiducia in se stesso ( posso far fronte ai miei bisogni)
• Fiducia negli altri ( gli altri accoglieranno i miei bisogni , gli altri vanno
bene così come sono)
• Fiducia nel mondo ( questo è un mondo in cui posso vivere , in cui vale
)la pena esserci)
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27. le parole "Genitore", "Adulto" e "Bambino" indicano delle condizioni mentali
che ora andremo ad analizzare
Il "G it " Gli t ti d ll t di t i• Il "Genitore" Gli strumenti della mente diventano ceppi,
quando l'ambiente che li ha resi necessari
ha cessato di esistere (Henry Bergson).
• Il "Genitore", può essere considerato un grande registratore a
nastro magnetico dove, nei primissimi anni di vita, sono stati
memorizzati i messaggi (amorevoli, critici, invalidanti, gg ( , , ,
lusinghieri, ecc.) ricevuti da parte dei genitori ed educatori.
• Alcuni di tali messaggi, dal profondo della mente, hanno
ancora un effetto quando la persona diventa adulta e possonoancora un effetto quando la persona diventa adulta e possono
alterarne il comportamento ed il modo di vedere le cose.
iris anfuso 27
30. Il "Bambino"Il Bambino
• Il "Bambino" è la parte pura ed istintiva in ciascuno di
noi.
• È la parte che, nello stato libero e naturale, desidera
affetto, ama giocare e inventare.
• Il Bambino allo stato naturale è anche capace di
esternare i suoi sentimenti in piena libertà: ride, es e a e suo se e p e a be à de,
piange, si lamenta, corre, gioca, inventa qualcosa.
iris anfuso 30
31. Ogni bimbo che nasce è interamente nello stato "libero e
naturale".
• Questo comporta che crescendo dovrà necessariamente scontrarsi con• Questo comporta che, crescendo, dovrà necessariamente scontrarsi con
gli adulti che non potranno accettare tutto ciò che lui vuol fare od avere, in
alcuni casi non sarà tollerata la sua vivacità e spontaneità ma compressa o
punita. p
• Da questo nascerà una protesta, ci saranno momenti di pianto e rabbia o
adattamento e rassegnazione con ritiro.
• Il Bambino libero è ancora capace di agire in piena libertà mentre il
Bambino adattato, nelle sue azioni, segue degli schemi ben precisi che, in , , g g p ,
altri termini, potremo chiamare "condizionamenti".
• Questi condizionamenti sono tanto maggiori quanto più i genitori sono
stati severi ed autoritari.
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32. L'"Adulto"
Tra la parte "Bambino" ed i messaggi del "Genitore", si sviluppa nel
tempo un mediatore logico e razionale che prende il nome di Adulto.
• In ogni individuo compaiono queste differenti stati mentali o personalità• In ogni individuo compaiono queste differenti stati mentali o personalità,
che possono essere più o meno sviluppate. Vi sono persone con un
Genitore Critico molto grande ed un Bambino Naturale molto piccolo
(sono serie, critiche, dure e autoritarie). ( , , )
• Ve ne sono altre con un Bambino Naturale molto grande, un Genitore
Critico piccolo ed un Adulto inesistente (sono gli irresponsabili che vivono
di impulsi e cercano subito soddisfazione dei loro desideri).
• Le persone equilibrate hanno un Bambino Naturale presente e
contattabile , un Adulto che funziona ed un Genitore che offre messaggi
utili per affrontare responsabilmente e protettivamente la vita quotidiana.
i i di id i i di li i d i di l à l• Questi individui sono capaci di analizzare i dati di realtà, trarne le
conseguenze e agire di conseguenza .
iris anfuso 32
34. Esercitazioni su copione personale e matrice di copione perEsercitazioni su copione personale e matrice di copione per
analizzare aspetti di sé da discutere per comprendere come
genitori ed educatori quale parte di sé agisce nella relazione
pensa a come potrebbe iniziare la storia che ti riguarda scrivi due
righe *canzone di copione Misia CDrighe *canzone di copione Misia CD
Esercizio sulla fiducia da scegliere dal libretto verde serci io sulla fiducia da scegliere dal libretto verde
iris anfuso 34