2. • Descrizione delle singole alterazioni psichiche e comportamentali.
• Classificazione di tali alterazioni, prescindendo dai quadri clinici e
dalle patologie nelle quali sono riscontrate.
• Non primariamente interessata alle definizioni diagnostiche o alla
delimitazione delle varie entità patologiche.
Il ruolo della Psicopatologia Descrittiva
3. • La psicopatologia non ha finalità di cura. Al contrario per la psichiatria
gli aspetti inerenti l’intervento terapeutico risultano cruciali e costitutivi
(psyché= anima e iatros= cura).
• La psicopatologia non pretende di fornire risposte alle questioni
eziopatogenetiche. La psichiatria affida questo compito principalmente
delle neuroscienze cliniche.
• In psicopatologia il confine tra normalità e patologia è meno netto
rispetto alle classificazioni psichiatriche. Tale confine d’altra parte non
è sempre tracciabile, in quanto molte modificazioni dello psichismo
sono aspecifiche e riscontrabili, in particolari circostanze, anche in
soggetti sani.
Psichiatria vs Psicopatologia
4. Psicopatologia e semeiotica medica
SEMEIOTICA MEDICA
SINTOMI Indicatori di malattia riferiti dai pazienti
(ad es. dolore, nausea …).
SEGNI Indicatori di malattia riscontrati oggettivamente
dall’esaminatore (ad es. febbre, ipertensione
arteriosa…).
PSICOPATOLOGIA
Aspetti soggettivi dell’esperienza, colti in prima
persona.
VISSUTI
Riscontri oggettivi, direttamente osservabili. COMPORTAMENTI
5. Quante psicopatologie?
PSICOPATOLOGIA OGGETTIVA:
Il suo campo d’indagine è la realtà esterna: postura, mimica, modalità e
contenuto dell’eloquio, attività psicomotoria, prestazioni cognitive.
E’ nata all’interno di un orizzonte culturale di stampo positivista.
Il suo più eminente esponente è stato Emil Kraepelin (1856-1926).
Essa costituisce a tutt’oggi l’architrave degli attuali DSM.
6. PSICOPATOLOGIA SOGGETTIVA:
La realtà esterna interessa come espressione e porta d’accesso alla
realtà interna del soggetto.
Suoi strumenti sono l’introspezione e la capacità d’immedesimazione
nei vissuti altrui (empatia), previa sospensione di ogni pre-giudizio e
conoscenza a-priori (epochè).
E’ nata come reazione all’impostazione culturale e scientifica della
psicopatologia oggettiva.
Quante psicopatologie?
7. PSICOPATOLOGIA SOGGETTIVA:
Tra i suoi riferimenti filosofici troviamo Wilhelm Dilthey (1833-1911) e la
sua distinzione tra scienze della natura e scienze dello spirito.
Il suo fondatore può essere rinvenuto in Karl Jaspers (1883-1969).
“L’oggetto della psicopatologia è l'accadere psichico reale e cosciente.
Noi vogliamo sapere che cosa provano gli esseri umani nelle loro
esperienze e come le vivono, vogliamo conoscere le dimensioni delle
realtà psichiche.”
Quante psicopatologie?
8. PSICOPATOLOGIA SOGGETTIVA:
Al suo interno troviamo:
• La psicopatologia fenomenologica (si ispira alla fenomenologia di
Edmund Husserl)
• La psicopatologia analitico-esistenziale (si ispira all’esistenzialismo
di Martin Heidegger)
Quante psicopatologie?
9. PSICOPATOLOGIA
INTERPRETATIVA/ERMENEUTICA:
L’identificazione dei sintomi va di pari passo con i tentativi di decodificazione della
loro genesi.
L’attenzione è rivolta più al contenuto che alla forma dell’esperienza.
In ogni approccio psico(pato)logico è rinvenibile la ricerca delle cause di ciò che si
osserva.
Jasper parla ad esempio di psicologia comprensiva, i fenomenologi di
fenomenologia genetica (contrapponendola a quella descrittiva).
Le correnti interpretative che hanno avuto maggiore influenza sono:
• la psicologia psicodinamica
• la psicologia cognitivo-comportamentale
• la psicologia sistemico-relazionale
Quante psicopatologie?
10. Principali aree di indagine dell’esame
psichico
Vigilanza e coscienza Memoria
Aspetto Intelligenza
Atteggiamento Critica e giudizio
Percezione Volontà e psicomotricità
Attenzione Ideazione e linguaggio
Umore/affettività Disturbi della coscienza dell’Io e
del corpo
11. Vigilanza e coscienza
Sono da considerarsi funzioni basali, presupposto dell’attività mentale
superiore.
La loro valutazione risulta prioritaria per due ragioni:
1) una loro alterazione è spesso indicativa di una situazione
d’emergenza/urgenza, con potenziale pericolo di vita.
2) una loro modificazione influirà profondamente su tutte le altre funzioni
indagate nel corso dell’esame psichico.
12. VIGILANZA COSCIENZA
Stato di veglia, di attivazione delle
funzioni di comunicazione con
l’ambiente esterno.
Stato di consapevolezza, da parte del
soggetto, di sé e dell’ambiente.
È sostenuta dal Sistema Reticolare
Attivante (o Sistema Ascendente di
Vigilanza), costituito da gruppi
neuronali della metà rostrale del
tronco encefalico e del diencefalo che
con i loro assoni di proiezione
innervano diffusamente il talamo e la
corteccia cerebrale.
13. I DISTURBI DELLA VIGILANZA E DELLA
COSCIENZA SI DISTINGUONO IN
DISTURBI QUANTITATIVI
DELLO STATO DI COSCIENZA
(o disturbi di vigilanza)
DISTURBI QUALITATIVI DELLO
STATO DI COSCIENZA
14. OBNUBILAMENTO DEL SENSORIO
Lieve diminuzione della chiarezza della coscienza, con sonnolenza, difficoltà
attentive e di concentrazione.
TORPORE
Tendenza a cadere nel sonno se non sollecitati da stimoli di media intensità,
con attenuate reazioni di evitamento a stimoli dolorosi.
SOPORE
Soggetto incosciente, risvegliabile solo con stimoli intensi, ad esempio
pizzicandolo o pungendolo.
COMA
Soggetto incosciente e non risvegliabile.
IN SENSO PROGRESSIVO TROVIAMO:
Disturbi quantitativi dello stato di coscienza
DIMINUZIONE DELLO STATO DI COSCIENZA
15. Condizione di aumentata consapevolezza con sensazione soggettiva di
maggiore ricchezza percettiva, alterazione del tono dell’umore, sensazione
di allerta aumentata, di maggiori prestazioni intellettuali, memoria e
comprensione.
Disturbi quantitativi dello stato di coscienza
AUMENTO DELLO STATO DI COSCIENZA
16. Stato confusionale (o delirium)
Disturbi qualitativi dello stato di coscienza
Ridotta capacità di dirigere e sostenere l’attenzione, pensiero
disorganizzato, disorientamento di vario grado, affettività labile e
suggestionabile, fluttuazioni giornaliere, solitamente peggioramento serale
e notturno.
Frequenti i disturbi neurovegetativi associati (sudorazione, tachicardia,
tremori ad ampie scosse, instabilità pressoria, febbre, disidratazione).
Possibili sono poi i disturbi della percezione (illusioni, allucinazioni),
dell’ideazione (con deliri frammentari) e le anomalie comportamentali come
irrequietezza e agitazione.
17. Stato oniroide
Disturbi qualitativi dello stato di
coscienza
Doppio fronte onirismo/adesione alla realtà circostante, alternando
floride produzioni deliranti-allucinatorie con viva partecipazione
emotiva (che ricordano uno stato sognante) a momenti di lucidità.
Stato crepuscolare
Restringimento del campo della coscienza, con polarizzazione su
determinati vissuti interiori ed esclusione o distorsione di ciò che
avviene nell’ambiente circostante.
Ha solitamente esordio e termine bruschi, con successiva amnesia
dell’episodio.
18. Aspetto
In esso si valutano:
• i parametri generali: età, peso, altezza, età apparente.
• La facies (composita, ipomimica, fatua, segnalarle tutte).
• L’abbigliamento, che potrà essere adeguato alla circostanza e alla
stagione oppure, a seconda dei casi, trascurato, bizzarro,
eccessivamente curato o vistoso.
• La cura di sé e la pulizia personale.
19. Volontà e psicomotricità
CONDIZIONI DI AUMENTATA ATTIVITÀ MOTORIA
IRREQUIETEZZA → difficoltà a mantenere a lungo una stessa
postura, con movimenti continui di tronco e arti.
IPERATTIVITÀ → incremento dell’attività finalizzata in cui i
movimenti e i gesti hanno scopi ben precisi.
AFFACCENDAMENTO → comportamento iperattivo inconcludente.
AGITAZIONE → attività eccessiva e inadeguata che si associa a
turbolenza emotiva.
CRISI PANTOCLASTICA: Episodio in cui il paziente, in
preda a sentimenti aggressivi e impulsi distruttivi, si
scaglia contro ciò che lo circonda.
20. CONDIZIONI DI RIDOTTAATTIVITÀ MOTORIA
IPOCINESIA → riduzione del numero e dell’ampiezza dei movimenti.
ARRESTO PSICOMOTORIO (o STUPOR CATATONICO) →
immobilità, mutismo, mancanza di reattività agli stimoli dolorosi ed a
volte rifiuto ad alimentarsi (sitofobia).
ABULIA/AVOLIZIONE→ riduzione della spinta volitiva, con
conseguenze più o meno marcate sul piano oggettivo.
Volontà e psicomotricità
21. NEGATIVISMO → resistenza alle richieste motorie avanzate
dall’esaminatore (negativismo passivo) o esecuzione di un’azione
contraria alla richiesta ricevuta (negativismo attivo).
AUTOMATISMO A COMANDO → il paziente esegue qualunque ordine
dell’esaminatore (anche paradossale).
AUTOMATISMO DI IMITAZIONE → il soggetto ripete spontaneamente le
parole (ecolalia) o i movimenti (ecoprassia) della persona che ha di fronte.
MANIERISMO → esecuzione di gesti finalizzati, ma attuati in maniera
artificiosa e caricaturale (ad esempio camminare saltellando).
Volontà e psicomotricità
22. Varianti:
Volontà e psicomotricità
Il sintomo CATATONIA
forma di rigidità muscolare generalizzata o settoriale, con resistenza attiva ai
tentativi di movimento, che tende ad aumentare con l’incremento dell’energia
applicata.
Varianti:
FLESSIBILITÀ CEREA: la resistenza tende a cedere gradualmente, in modo
plastico, tipo un tubo di gomma.
CATALESSIA: mantenimento per lungo tempo delle posizioni fatte assumere,
anche qualora esse siano scomode e necessitanti contrazioni muscolari
persistenti.
La sindrome CATATONIA
quadri clinici in cui le alterazioni della psicomotricità (in senso iper- o
ipocinetico) sono preminenti rispetto alle altre dimensioni psicopatologiche.
23. TICS → espressioni vocali o movimenti involontari,
improvvisi, rapidi, ricorrenti, aritmici e stereotipati.
ASTASIA/ABASIA → incapacità di stare in piedi o
camminare in modo normale.
Volontà e psicomotricità
24. Impulsività
CONDOTTE IMPROVVISE, IMPREVEDIBILI, VISSUTE COME
INCOERCIBILI E NON MEDIATE DALLA RIFLESSIONE
Possono essere:
• generalizzate
• limitate ad aree specifiche: “manie” appetitive
CLEPTOMANIA
bisogno di rubare, irrefrenabile e immotivato
TRICOTILLOMANIA
impulso a strapparsi ciocche di capelli
GAMBLING
gioco d’azzardo patologico
PIROMANIA
tendenza a provocare intenzionalmente incendi, senza scopo di lucro
25. Disturbi della condotta
DISTORSIONE DI VARIO GENERE DELLA VITA
ISTINTIVA
ISTINTI:
comportamenti innati,
stereotipati, aventi come
finalità la conservazione
della vita del singolo o
della specie.
Tra gli istinti primari si
riconoscono:
l’alimentazione, il sesso,
l’aggressività.
Negazione/Riduzione
Accentuazione
Spostamento
ANORESSIA
BULIMIA
DISFUNZIONI
SESSUALI
PSICOGENE
CONDOTTE
AGGRESSIVE AUTO- O
ETERO-DIRETTE
PARAFILIE
26. Memoria
TIPOLOGIE
• Riguarda le informazioni comunicabili che
vengono richiamate consciamente.
• Memoria semantica (nozioni)
• Memoria episodica (eventi)
MEMORIA
ESPLICITA (O
DICHIARATIVA)
• Memoria procedurale che riguarda informazioni
relative a comportamenti automatici.
MEMORIA
IMPLICITA (O
NON
DICHIARATIVA)
FISSAZIONE/REGISTRAZIONE (ENCODING)
RITENZIONE (STORAGE)
RIEVOCAZIONE (RETRIEVAL)
PRINCIPALI
FASI
DELL’ATTIVITÀ
MNEMONICA
(memoria
esplicita)
RICONOSCIMENTO
27. DISTURBI QUANTITATIVI DELLA MEMORIA
IPERMNESIA: Intensificazione, per quantità e ricchezza di dettagli, delle
tracce mnemoniche.
AMNESIA/IPOMNESIA: Perdita (o riduzione) di tracce mnemoniche.
Amnesia anterograda → le informazioni perse sono occorse
successivamente all’evento indice.
Riflette una compromissione della capacità di FISSAZIONE.
Amnesia retrograda → le informazioni andate perdute precedono l’evento
indice.
Riflette una compromissione della capacità di
RITENZIONE/RIEVOCAZIONE.
Amnesia retro/anterograda → compresenza di più componenti.
Memoria
28. DISTURBI QUANTITATIVI DELLA MEMORIA
Memoria
In base alla estensione del periodo
temporale coinvolto si dividono in
LACUNARI
GLOBALI
SELETTIVE
In base alla durata si dividono in
TRANSITORIE
PERMANENTI
29. DISTURBI QUALITATIVI DELLA MEMORIA (o PARAMNESIE)
FALSI RICORDI → ricordi totalmente falsi (ovvero ricordi di esperienze
mai vissute).
FALSIFICAZIONI RETROSPETTIVE → ricordi in cui l’esperienza
rievocata è fortemente distorta.
BUGIE PATOLOGICHE → vi è consapevolezza, almeno parziale, della
falsità dell’episodio ricordato (esse nella loro forma conclamata
configurano il quadro della pseudologia fantastica).
CONFABULAZIONI → ricordi erronei, mutevoli e di breve durata,
generalmente influenzabili dall’esaminatore.
Memoria
30. DISTURBI QUALITATIVI DELLA MEMORIA (o PARAMNESIE)
DEJA VU/DEJA VECU → un evento visto o sperimentato per la prima
volta, suscita un ambiguo sentimento di familiarità.
JAMAIS VU/JAMAIS VECU → un evento noto, suscita un sentimento di
estraneità.
PARAMNESIE REDUPLICATIVE → il soggetto percepisce come noti da
tempo, persone e luoghi visti per la prima volta.
Memoria
31. Attenzione
Definizione: capacità di focalizzare ed indirizzare l’attività psichica
verso determinati contenuti di coscienza (esterni o interni).
Essa è dipendente da due fattori:
• il livello di coscienza;
• la spinta motivazionale ad effettuare un determinato compito o
attività.
Può essere distinta in due sottofunzioni:
• l’ATTENZIONE PASSIVA: i contenuti entrano liberamente nel
campo di coscienza, senza sforzo soggettivo da parte
dell’individuo.
• l’ATTENZIONE ATTIVA: la capacità di direzionare l’attenzione e
mettere a fuoco specifici contenuti.
32. Disturbi dell’ attenzione
↓ ATTENZIONE
↑ ATTENZIONE
DISATTENZIONE (o
IPOPROSESSIA): difficoltà a
concentrarsi su un determinato
compito.
↓ ATTENZIONE ATTIVA
DISTRAIBILITÀ: essere
catturati da stimoli di ogni
tipo.
↓ ATTENZIONE ATTIVA e
↑ ATTENZIONE PASSIVA
IPERPROSESSIA: aumento
delle capacità attentive rispetto
alle condizioni basali.
↑ ATTENZIONE ATTIVA e
↑ ATTENZIONE PASSIVA
33. Intelligenza
Disturbi dell’ intelligenza
Definizione: capacità che consente di capire, ricordare, utilizzare e
integrare costruttivamente le conoscenze precedenti e gli elementi di
pensiero attuali, allo scopo di risolvere problemi e adattarsi
all’ambiente circostante.
• Congeniti: ritardo mentale (o insufficienza mentale, o
oligofrenia).
• Acquisiti: demenza.
34. Pensiero
Disturbi del pensiero
DISTURBI DELLA FORMA DEL PENSIERO modificazioni della
codifica e dell’articolazione dei pensieri.
ANOMALIE DEL LINGUAGGIO E DEL SUO FLUSSO.
DISTURBI DEL CONTROLLO DEL PENSIERO.
DISTURBI DEL CONTENUTO DEL PENSIERO.
È l’attività responsabile della formazione delle idee e della loro
articolazione per associazioni, logica e ragionamento.
35. Disturbi della forma del pensiero
DERAGLIAMENTO: le idee deviano in direzioni scarsamente o per
nulla collegate con la direzione di partenza.
INCOERENZA: destrutturazione a livello sintattico e grammaticale,
che rende l’eloquio frammentato e incomprensibile, arriva fino
all’INSALATA DI PAROLE (o SCHIZOFASIA).
ILLOGICITÀ: il pensiero non segue le normali leggi logiche, avendo in
alcuni o in tutti i passaggi del ragionamento premesse e/o inferenze
erronee.
36. TANGENZIALITÀ: modalità di risposta alle domande, in cui si ha
un’attinenza solo marginale con la richiesta di partenza
ACCELERAZIONE DEL FLUSSO IDEICO: aumento della frequenza
dei pensieri, spesso a scapito dell’efficacia comunicativa. Il suo
corrispettivo sul piano verbale è la LOGORREA
FUGA DELLE IDEE: quadro in cui si la contemporanea presenza di:
accelerazione, distraibilità ed impulso a parlare
RUMINAZIONE: il soggetto rimugina insistentemente su alcuni temi,
senza riuscire a sortirne.
Disturbi della forma del pensiero
37. POVERTÀ DI ELOQUIO: riduzione dell’eloquio spontaneo e delle
risposte evocate dall’esaminatore con possibilità di AUMENTATA
LATENZA DI RISPOSTA
POVERTÀ DEI CONTENUTI veicolati
INIBIZIONE DEL PENSIERO: quadro in cui i due elementi
summenzionati sono presenti in grado marcato.
BLOCCO DEL PENSIERO: il flusso ideativo si arresta
improvvisamente ed il paziente ha l’impressione che il pensiero sia
svanito, con un senso di vuoto e di perplessità
Disturbi della forma del pensiero
38. Anomalie psicogene: forme del discorso tra inappropriatezza
(rispetto al contesto semantico o relazionale) e falsificazioni.
Anomalie del linguaggio e del suo flusso
Gergalità
Alterazioni
dell’eloquio
quantitative
Logorrea
Mutismo
Rallentamento
dell’eloquio
qualitative
Concretismo
Deragliamento
Tangenzialità
Circostanzailità
Perseverazione
Aspetti
linguistici
Volume e
intonazione
39. LOGORREA: aumento della quantità dell’eloquio.
MUTISMO: assenza di eloquio.
RALLENTAMENTO DELL’ELOQUIO
VERBIGERAZIONE: ripetizione molto frequente di parole o frasi, in modo
monotono e automatico.
CIRCOSTANZIALITÀ: il pensiero è ricco di dettagli e proposizioni parentetiche, che
rendono prolisso il discorso, il quale solo molto lentamente giunge all’obiettivo
prefissato.
PERSEVERAZIONE: il soggette ripete più volte, in maniera stereotipata, parole,
idee, opinioni.
CONCRETISMO: tendenza a considerare solo le qualità fisiche di un oggetto o di
una persona, senza la capacità di astrarre, di attuare un processo d’induzione dal
particolare al generale, di concettualizzare.
Anomalie del linguaggio e del suo flusso
40. PENSIERO OSSESSIVO: presenza di contenuti psichici che s’intromettono
nella coscienza in modo insistente; tali contenuti possono essere idee, ricordi,
immagini, paure, impulsi. Il soggetto li vive come assurdi e disturbanti
(egodistonici), ma ha consapevolezza che provengono da lui e non sono
imposti dall’esterno.
ALIENAZIONE DEL PENSIERO: senso di influenzamento dall’esterno sul
proprio pensiero, con vissuti di inserzione, sottrazione, diffusione, trasmissione
dello stesso.
Disturbi del controllo del pensiero
Il soggetto ha la sensazione di non poter dirigere a piacimento i propri pensieri.
41. Disturbi del contenuto del pensiero
IDEA PREVALENTE: idea che domina la coscienza, a forte tonalità affettiva, a
carattere egosintonico ed accessibile alla critica.
DELIRIO
DEFINIZIONE DI JASPERS:
Il delirio è una convinzione erronea che si caratterizza per:
1) l’evidente assurdità del contenuto,
2) l’assoluta certezza soggettiva,
3) l’inacessibilità alla critica e al ragionamento.
42. Disturbi del contenuto del pensiero
Classificazioni dei deliri:
IN BASE ALLA DERIVABILITA’:
• delirio primario (in tedesco Wahn), esperienza originaria ed
inderivabile;
• delirio secondario o idea deliroide (in tedesco Wahnhaft idee),
derivabile da affetti, situazioni umilianti o sconvolgenti, oppure da altri
vissuti psicopatologici.
IN BASE AL MATERIALE PSICHICO DA CUI ORIGINANO:
• percezione delirante: una percezione reale e correttamente
decodificata, viene interpretata secondo un significato abnorme;
• rappresentazione delirante: ad essere interpretato in modo abnorme è
un ricordo o un’immagine interna del soggetto;
• intuizione delirante: insorge improvvisamente, senza rapporti con
contenuti esterni o interni al soggetto.
43. IN BASE AL RAPPORTO ESISTENTE CON UNA CONCOMITANTE
ALTERAZIONE DELL’UMORE:
• delirio congruo con l’umore
• delirio incongruo con l’umore
IN BASE AL LIVELLO DI PLAUSIBILTA’:
• delirio non bizzarro: convinzione erronea ma su un piano teorico non
del tutto inverosimile
• delirio bizzarro: convinzione del tutto implausibile
IN BASE AL LIVELLO DI COMPLESSITA’ E ALLA PRESISTENZA NEL
TEMPO:
• delirio sistematizzato
• delirio non sistematizzato
Disturbi del contenuto del pensiero
Classificazioni dei deliri:
44. Disturbi del contenuto del pensiero
Principali tematiche dei deliri:
DELIRIO DI RIFERIMENTO: gli avvenimenti esterni sono interpretati dal
soggetto in senso autoreferenziale, ritenendo che eventi e persone gli
inviino segnali e messaggi con modalità inusuali e indirette
DELIRIO DI INFLUENZAMENTO: si ha la convinzione di essere in vario
modo controllato da persone o forze esterne, nei propri pensieri,
emozioni, impulsi o comportamenti
DELIRIO DI PERSECUZIONE: il soggetto è vittima di cospirazioni e
molestie. Sottogruppi di esso sono: il D. DI VENEFICIO (in cui il soggetto
teme di essere avvelenato) ed il D. DI NOCUMENTO (in cui il soggetto
ritiene di essere in vario modo danneggiato)
45. DELIRIO QUERULOMANE (O DI RIVENDICAZIONE): Il soggetto ritiene
di aver subito un danno, per il quale pretende di essere risarcito
DELIRIO DI GRANDEZZA: basato sulla tematica generale della
negazione dei propri limiti, con spesso perdita della dimensione
temporale. Sue varianti sono il D. DI INVENZIONE (o INVENTIVO), il D.
DI SALVAZIONE, il D. DI MISSIONE, il D. GENEALOGICO (in cui il
soggetto afferma di discendere da antenati illustri, misconoscendo i
propri reali genitori)
DELIRIO MISTICO
DELIRIO DI COLPA
DELIRIO D’INDEGNITÀ
DELIRIO DI ROVINA
Disturbi del contenuto del pensiero
Principali tematiche dei deliri:
46. DELIRIO DI GELOSIA: si distingue dalla gelosia morbosa per la
particolare tenacia e l’appello a prove ridicole e bizzarre
DELIRIO EROTOMANICO: il soggetto (solitamente di sesso femminile)
ha la ferma convinzione che un’altra persona, in genere di condizione
sociale più elevata, sia innamorata di lui/lei
DELIRIO SOMATICO: al centro delle tematiche deliranti c’è il corpo del
soggetto che viene ad essere in qualche misura abnorme, distorto o
violato
DELIRIO IPOCONDRIACO: si ha la convinzione di essere affetti da una
grave malattia. Una sua forma particolare è il D. DI INFESTAZIONE (o
DERMATOZOICO)
Disturbi del contenuto del pensiero
Principali tematiche dei deliri:
47. DELIRIO NICHILISTICO: il soggetto ritiene che una parte di sé o del
mondo, non esistano
FALSI RICONOSCIMENTI DELIRANTI: gruppo di manifestazioni
patologiche, in cui si ha un’errata identificazione delle persone
• sindrome di Capgras: delle persone conosciute dal soggetto
vengono da lui ritenute degli impostori
• sindrome del sosia, in cui il conoscente è stato sostituito da un sosia
• sindrome di Fregoli, in cui il soggetto riconosce in estranei, persone
familiari
• sindrome di intermetamorfosi, in cui una persona si è trasformata in
un’altra
Disturbi del contenuto del pensiero
Principali tematiche dei deliri:
49. Disturbi della percezione
DISTORSIONI SENSORIALI: l’oggetto è correttamente
riconosciuto, ma alcune sue caratteristiche vengono deformate
• Alterazioni dell’intensità delle sensazioni: esaltate (iperestesie) o ridotte
(ipoestesie).
• Dismegalopsie: variazioni nella percezione della dimensione dell’oggetto,
che viene avvertito come più grande (macropsie) o più piccolo
(micropsie). Una forma peculiare di dismegalopsia è la porropsia
(l’oggetto viene percepito come più distante di quanto esso sia).
• Dismorfopsie: variazioni della forma di alcune parti dell’oggetto.
• Discromatopsie: nella quale l’intensità cromatica dei percetti è aumentata
o affievolita.
• Sinestesie abnormi: la percezione di un oggetto, evoca un’altra
percezione appartenente ad un altro canale sensoriale.
50. Disturbi della percezione
ILLUSIONE: uno stimolo sensoriale viene identificato come un oggetto
diverso da quello reale
Si distinguono:
• illusioni da disattenzione, in cui vi è una ridotta attenzione e capacità di
discriminazione (ad es. in caso di marcata stanchezza);
• illusioni integrative, quando il soggetto si trova in situazioni di scarsa
stimolazione sensoriale (ad es. in condizioni di penombra) ed elabora
produttivamente stimoli indefiniti;
• illusioni emotive, quando il soggetto sta vivendo esperienze a forte
tonalità emotiva (quali paura, rabbia …).
PAREIDOLIE: stimoli indefiniti vengono interpretati
attraverso un’elaborazione costruttivo-fantastica,
assumendo carattere di corporeità ma senza
giudizio di realtà.
51. Disturbi della percezione
ALLUCINAZIONE: una percezione avviene senza oggetto, in assenza
cioè di qualsiasi stimolazione sensoriale ad essa corrispondente.
ALLUCINAZIONI UDITIVE
• A. ELEMENTARI: suoni inarticolati
• A. VERBALI: voci umane
In base al contenuto si distinguono:
• voci commentanti il comportamento ed i pensieri del soggetto
• voci imperative
• voci dialoganti tra loro
52. Disturbi della percezione
ALLUCINAZIONE: una percezione avviene senza oggetto, in
assenza cioè di qualsiasi stimolazione sensoriale ad essa corrispondente.
ALLUCINAZIONI VISIVE: possono essere allucinazioni di singoli oggetti o di
scene complesse, statiche o animate
Forme particolari sono:
- l’autoscopia, in cui il soggetto vede la propria immagine corporea
proiettata all’esterno
- le a. extracampiche (cioè visione di oggetti posti al di fuori del campo
visivo)
53. Disturbi della percezione
ALLUCINAZIONE: una percezione avviene senza oggetto, in assenza
cioè di qualsiasi stimolazione sensoriale ad essa corrispondente
ALLUCINAZIONI SOMATICHE: possono essere allucinazioni di singoli oggetti o
di scene complesse, statiche o animate
Si distinguono:
• a. tattili
• a. aptiche (scosse elettriche)
• a. idriche
• a. termiche
• a. viscerali
• a. cenestesiche
54. Disturbi della percezione
ALLUCINAZIONE: una percezione avviene senza oggetto, in assenza
cioè di qualsiasi stimolazione sensoriale ad essa corrispondente
ALLUCINAZIONI OLFATTIVE E GUSTATIVE: Sono
relativamente poco frequenti, riscontrandosi con maggior
frequenza in patologie neurologiche. Spesso occorrono assieme
e sono a tonalità negativa
55. Affettività
UMORE: tonalità affettiva stabile che colora l’intera esperienza cosciente di un
individuo, duratura, solo in parte influenzabile dagli eventi esterni
Schneider (1950) distinse:
• Umore di FONDO (Untergrund) → fondale sotterraneo senza contenuto,
non motivato, che determina e sostiene lo stato d'animo medio e
ordinario
• Umore di SFONDO (Hintergrund) → vissuto affettivo motivato da un
evento, imputabile a una causa somatica oppure emergente dal fondo
('giornate nere') che, a distanza di tempo dal momento in cui ha avuto
origine, influenza la risposta emotiva a un altro avvenimento,
rafforzandola o inibendola
56. SENTIMENTI (o AFFETTI): disposizioni transitorie maggiormente condizionate
da eventi esterni, interni e da rappresentazioni.
SENTIMENTI
SOMATICI
LOCALIZZATI (es
dolore)
DIFFUSI (o VITALI)
(es stanchezza, benessere
corporeo)
PSICHICI
SOGGETTIVI (o DI STATO)
(es gioia, tristezza)
DI
VALORE
DI SÉ
(es vergogna,
orgoglio)
DEGLI ALTRI
(es amore, odio)
Affettività
57. EMOZIONI: Stati affettivi di breve durata e direttamente conseguenti ad
avvenimenti esterni.
Tra le emozioni primarie, a cui si è riconosciuto un valore evolutivo, si
riconoscono: la paura, la rabbia, il disgusto.
In ciascuna di esse è presente:
• una componente somatica
• una componente psichica
• una componente comportamentale
Affettività
58. Alterazioni dell’umore
La condizione di umore normale e medio, viene indicata come
EUTIMIA.
Essa si caratterizza tra l’altro per la capacità di rispondere in modo
adeguato e flessibile agli stimoli ambientali.
↓ TONO DELL’UMORE: DEPRESSIONE
↑ TONO DELL’UMORE: MANIA
scarsa o nulla
influenzabilità da parte
della realtà circostante,
che al contrario è distorta
dal soggetto,
concordemente con il suo
umore prevalente.
Ulteriori specificatori delle alterazioni dell’umore sono:
• GRAVITÀ
• DURATA
• PRESENZA DI SINTOMI PSICOTICI
59. Altre modificazioni affettive
WAHNSTIMMUNG (termine tedesco traducibile in italiano come ATMOSFERA
DELIRANTE): stato d’animo angoscioso in cui si ha una perdita dei significati usuali
degli oggetti e delle situazioni, che sembrano assumere significati nuovi e nascosti
(tale condizione è tradizionalmente ritenuta essere preparatoria allo sviluppo di
deliri strutturati).
AMBIVALENZA AFFETTIVA: sintomo in cui il soggetto vive
contemporaneamente sentimenti opposti nei confronti di persone o cose.
INADEGUATEZZA AFFETTIVA: discordanza tra l’espressione affettiva ed il
contesto in cui la persona è inserita (ad esempio il soggetto ride dinanzi a fatti
tragici).
APPIATTIMENTO AFFETTIVO e OTTUNDIMENTO AFFETTIVO restrizione
e perdita della sensibilità emotiva (sintomi facenti parte della cosiddetta dimensione
negativa della schizofrenia).
60. Altri assi affettivi:
l’ansia e l’irritabilità
ANSIA: condizione di preoccupazione e di apprensione, con
senso d’inadeguatezza e iperattivazione neurovegetativa.
TIPOLOGIE DI MANIFESTAZIONI ANSIOSE:
• in base all’espressività clinica:
ansia psichica
ansia somatizzata
• in base all’oggetto
fobia
ansia libera
• in base alla frequenza di presentazione
ansia di tratto
ansia di stato
61. Altri assi affettivi:
l’ansia e l’irritabilità
ANGOSCIA: condizione di ansia molto intensa, vissuta
principalmente come un disagio che interessa il corpo.
PANICO condizione ansiosa parossistica, di breve durata,
d’intensità intollerabile.
IRRRITABILITÀ (O DISFORIA): dimensione trasversale che
interessa svariate condizioni cliniche. Può essere considerata la
risultante di una commistione di tratti affettivi a polarità positiva
(l’irrequietezza e l’iperattività motoria) e negativa (la tonalità
spiacevole).
62. Disturbi della coscienza dell’io e
del corpo
Jaspers (1913) attribuisce all’Io quattro proprietà fondamentali che lo caratterizzano
e lo differenziano rispetto agli altri oggetti che entrano nel suo campo di coscienza.
Tali proprietà sono:
• COSCIENZA DI AUTOATTIVITÀ, ovvero il senso di appartenenza a sé di tutti gli
stati mentali esperiti;
• UNITÀ DELL’IO, ovvero l’essere uno in un determinato istante;
• CONTINUITÀ DELL’IO, cioè l’essere un’entità ben definita nel corso del fluire
temporale;
• CONFINI DELL’IO, ovvero la capacità di distinguere se stessi rispetto al mondo
esterno e all’altro.
63. ALTERAZIONI DELLA COSCIENZA DI AUTOATTIVITÀ
ESPERIENZE DI ESTRANEAMENTO
spiacevole sensazione di estraneità e di automatizzazione nei confronti
dell’esperienza che si sta vivendo. Il piano su cui rimangono è quello del
“come se…”
Possono interessare:
l’Io → DEPERSONALIZZAZIONE AUTOPSICHICA,
Il Corpo → DEPERSONALIZZAZIONE SOMATOPSICHICA
l’ambiente circostante → DEREALIZZAZIONE (O
DEPERSONALIZZAZIONE ALLOPSICHICA)
Disturbi della coscienza dell’io e
del corpo
64. DISTURBI DELL’ESPERIENZA DELL’IO (o ESPERIENZE DI
PASSIVITÀ)
permeabilizzazione della barriera che normalmente vi è tra l’Io e
l’ambiente, tra l’interno e l’esterno.
DIFFUSIONE DEL PENSIERO: il soggetto ritiene che i propri pensieri
siano avvertiti dagli altri nel momento in cui li elabora;
FURTO DEL PENSIERO: i pensieri sono sottratti al soggetto;
INSERZIONE DEL PENSIERO: un agente esterno, noto o ignoto, è
ritenuto essere il responsabile dei propri pensieri;
DELIRIO DI INFLUENZAMENTO SOMATICO, DI INFLUENZAMENTO
DELLA VOLONTÀ O DI INFLUENZAMENTO DELLE EMOZIONI: in cui
non sono i pensieri ad essere imposti, ma sensazioni corporee, impulsi o
stati emotivi.
Disturbi della coscienza dell’io e
del corpo
65. Anamnesi
ANAMNESI FAMILIARE: informazioni inerenti ascendenti (principalmente i
genitori) e collaterali (fratelli e sorelle) del soggetto. I dati da raccogliere
saranno:
• informazioni generali (età, condizioni di salute, stato civile, occupazione,
…);
• presenza di patologie neuropsichiatriche in atto o pregresse;
• tipo di relazione che il soggetto ha con i vari membri della famiglia.
ANAMNESI FISIOLOGICA:
• Presenza di problematiche durante il periodo prenatale, perinatale e
neonatale; sviluppo psicomotorio (inizio ed evoluzione nel camminare,
parlare, …);
• Rendimento e relazioni in ambito scolastico; il titolo di studio e la storia
lavorativa; le relazioni amicali e sentimentali.
• Nella donna vanno raccolte informazioni sulla vita fertile (menarca,
regolarità nei cicli mestruali, parti a termine, aborti, menopausa).
• Altre notizie importanti sono le abitudini alimentari, l’uso di tabacco, alcol
e sostanze stupefacenti, alterazioni dell’alvo e della diuresi.
66. ANAMNESI MEDICO-CHIRURGICA:
dati riguardo le principali patologie internistiche in atto e pregresse,
interventi chirurgici, traumatismi, farmaci assunti.
ANAMNESI PSICOLOGICA E PSICOPATOLOGICA:
• tratti temperamentali e caratteriali del soggetto e la loro evoluzione nel
tempo (in relazione a fattori esogeni o endogeni)
• presenza di precedenti episodi psichiatrici, indagando a loro riguardo:
sintomi manifestati, fattori scatenanti, decorso temporale, terapie
praticate.
• In relazione al quadro attuale si devono conoscere: modalità (acuta,
insidiosa, graduale) e tipologia d’esordio, evoluzione e decorso fino al
momento dell’indagine, presenza di life events (eventi stressanti di tipo
psicosociale) in grado di promuovere o sostenere l’attuale episodio di
malattia, interventi terapeutici attuati (psicoterapie, farmacoterapie,
terapie fisiche, interventi ambientali) ed effetti da essi prodotti.
Anamnesi