3. Soggetto
con sintomi
di depressione
Tristezza
Problemi di vita
Disturbi
d’adattamento
Lutto
Disturbi d’Ansia
Dist. Somatoformi
Disturbi
dell’Umore
Depressione Maggiore
Distimia
Depressione NAS
Disturbo Bipolare
Dist. Personalità
Dist. Psicotici
Disturbo dell’Umore
da Condizione Medica
Generale
Disturbo dell’Umore
da Uso/Abuso di Sostanze
6. EZIOPATOGENESI DELLA DEPRESSIONE
condizioni predisponenti di base
(geneticamente determinate)
condizioni relative alle fasi più importanti
dello sviluppo (0-3 anni, attaccamento e reciprocità,
vissuti di perdita e abbandono)
eventi di vita stressanti/supporto affettivo
diminuzione di neurotrasmettitori
(serotonina, noradrenalina, dopamina)
in specifiche aree cortico-cerebrali
7. Biologia della depressione
Disregolazione di diversi sistemi trasmettitoriali
del SNC, particolarmente noradrenalina (NA) e
serotonina (5HT).
Alterazione delle funzioni ipotalamiche, con
disfunzioni neuroendocrine.
Alterazioni del sonno: ridotta latenza REM,
aumentata densità REM, anomala distribuzione
circadiana del sonno REM, riduzione del sonno
ad onde lente.
8.
9. Genetica
• Fattori genetici risultano importanti in numerosi casi di
depressione
– se un gemello monovulare soffre di depressione, vi sono il 70% di
probabilità che anche l’altro gemello ne soffra
– i parenti di primo grado di una persona che soffre di depressione
hanno il 15% di probabilità di ammalarsi
– i parenti di secondo grado hanno un rischio del 7% circa
– il rischio nella popolazione generale è del 3-5% circa
• I figli di persone con problemi depressivi anche se adottati
fin dalla prima infanzia presentano un rischio di
depressione 3 volte più elevato rispetto ai figli della
famiglia adottante
10.
11. Perdite precoci
• I bambini che perdono i genitori in fasi precoci dello
sviluppo risultano maggiormente predisposti alla
depressione da adulti
• La presenza di validi sostituti genitoriali riduce il rischio
• Anche da adulti, la estrema solitudine pone le persone a
maggior rischio di depressione
12. Eventi della vita
• Alcuni eventi della vita comportano un
significativo rischio di depressione
– perdita di persone amate e significative
– assistenza ai malati
– perdita del lavoro, trasferimenti
– cambiamenti di ruolo e posizione (pensionamento o
cambiamenti nel lavoro o in famiglia)
– conflitti cronici
– difficoltà economiche, superlavoro
– mancanza di supporto
15. Un caso tipico
esordio
Il signor M ha 45 anni, è sposato e lavora in una ditta di trasporti. E’
una persona di buon carattere, con amici ed hobby, ed è
soddisfatto della propria esistenza.
La madre aveva sofferto di depressione.
Negli ultimi tempi sono sorti seri problemi nella ditta in cui lavora e
molti suoi colleghi sono stati licenziati o sono andati via.
Il signor M va incontro ad un infarto miocardico, risolto senza
particolari conseguenze.
Sei mesi dopo la dimissione dall’ospedale, chiede aiuto al medico
per l’insorgenza di uno stato di abbattimento, pessimismo,
svogliatezza, ansia ed insonnia.
16. Un caso tipico
sintomatologia
Il signor M soffriva intensamente. Era molto provato ed abbattuto,
ma al tempo stesso inquieto, ansioso, spaventato.
Aveva molte difficoltà a dormire e sentiva di non avere energia.
Aveva perso lucidità.
Recarsi al lavoro era molto difficile: non riusciva ad essere
concentrato ed efficiente e ad affrontare i rapporti con gli altri.
Tutto era pesante e non aveva prospettive per il futuro.
19. CLASSIFICAZIONE DEI DISTURBI DELL’UMORE
Disturbi Depressivi:
. Disturbo Depressivo Maggiore (episodio singolo)
. Disturbo Depressivo Maggiore (ricorrente)
. Disturbo Distimico
Disturbi Bipolari:
. Disturbo Bipolare I
. Disturbo Bipolare II
. Disturbo Ciclotimico
20. CLASSIFICAZIONE DEI DISTURBI DELL’UMORE
Disturbi Depressivi:
. Disturbo Depressivo Maggiore (episodio singolo)
. Disturbo Depressivo Maggiore (ricorrente)
. Disturbo Distimico
Disturbi Bipolari:
. Disturbo Bipolare I
. Disturbo Bipolare II
. Disturbo Ciclotimico
21. A) Almeno 5 dei seguenti sintomi sono stati presenti durante lo stesso lo stesso
periodo di 2 settimane, e rappresentano un cambiamento rispetto al
funzionamento precedente; almeno uno dei sintomi è (1) umore depresso, o
(2) perdita d’interesse o di piacere.
1) umore depresso (oppure umore irritabile nei bambini e negli
adolescenti) per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno, come
riferito dal resoconto del soggetto osservato dagli altri.
2) Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte,
le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno (come
indicato dalla presenza di apatia per la maggior parte del tempo,
riferita dal soggetto od osservato da altri.)
22. 3) Significativa perdita di peso o aumento di peso non dovuto a diete
(per es. più del 5% del perso corporeo in un mese), oppure
diminuzione o aumento dell’appetito quasi ogni giorno (nei bambini
considerare l’incapacità a raggiungere i normali livelli ponderali.
4) insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno.
5) Agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno
(osservato dagli altri, e non soltanto sentimenti soggettivi di essere
irrequieto o rallentato).
6) Affaticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno.
7) Sentimenti di svalutazione o di colpa eccessivi o immotivati (che
possono essere deliranti) quasi ogni giorno (non soltanto autoaccusa o
sentimenti di colpa per il fatto di essere ammalato).
23. 8) Diminuita capacità di pensare o di concentrarsi, o indecisione,
quasi ogni giorno (come riferito dal soggetto o osservato da altri).
9) Pensieri ricorrenti di morte (non solo paura di morire), ricorrenti
propositi suicidi senza un piano specifico, o un tentativo di suicidio o
ideazione di un piano specifico al fine di commettere il suicidio
24. B) I sintomi non soddisfano i criteri per un
Episodio Misto.
C) I sintomi causano disagio clinicamente
significativo o compromissione del funzionamento
sociale, lavorativo, o di altre aree importanti.
25. D) I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici
diretti di una sostanza (per es., una droga di
abuso, un medicamento) o di una condizione
medica generale (per es., ipotiroidismo).
(criterio d’esclusione organico)
26. DEPRESSIONE IN PAZIENTI CON PATOLOGIE
MEDICHE
- Depressione ad eziologia medica
-Depressione precipitata da patologie mediche
-Malattie della tiroide ed altre malattie endocrine
-Farmaci (antipertensivi, ormoni, anticoncezionali)
- Depressione concomitante a patologie mediche
- Depressione iatrogena
27. E) I sintomi non sono meglio giustificati da Lutto,
cioè, dopo la perdita di una persona amata, i
sintomi persistono per più di 12 mesi, o sono
caratterizzati da una compromissione funzionale
marcata, autosvalutazione patologica, ideazione
suicidaria, sintomi psicotici o rallentamento
psicomotorio.
(criterio d’esclusione psicologico)
28. Lutto
= processo di elaborazione attiva di un evento traumatico di
perdita che si conclude con una posizione psicologica
diversa da quella iniziale
= stato transitorio che si estingue spontaneamente
Fasi del lutto
1) Negazione (evitamento psicologico)
2) Reazione d’allarme
3) Ricerca dell’oggetto perduto
4) Rabbia (eventualmente colpa)
5) Sensazione di vuoto
6) Modificazione della propria identità
30. Depressione melanconica
Presente se più di 4 dei seguenti aspetti sono presenti:
• Anedonia
• Perdita di reattività (Perdita di reattività emozionale
verso gli eventi e le circostanze che normalmente
procurano gioia)
• Risvegli precoci (>2 ore prima)
• Ritardo o agitazione psicomotorio
• Marcata perdita di appetito
• Perdita di peso >5% del peso corporeo in un mese
• Sentimenti di colpa eccessivi
Tratto da: Anthony S Hale. ABC of mental health:
Depression. BMJ, Jul 1997; 315: 43 - 46
31. QUADRI CLINICI PARTICOLARI
- Depressione con manifestazioni ansiose:
. Sindrome ansioso-depressiva
. Comorbidità con disturbo di panico
- Depressione con manifestazioni psicotiche:
. Congrue al tono dell’umore
. Incongrue al tono dell’umore
- Depressione atipica
32. • La gravità della depressione è legata a
– Numero
– Intensità
dei sintomi caratteristici
• Quando si tratta di sintomi lievi ma persistenti si
fa diagnosi di distimia
• Sintomi numerosi e gravi: disturbo depressivo
• Sintomi psicotici (deliri o allucinazioni) o stupor
sono presenti sono nella depressione grave
Tratto da: Anthony S Hale. ABC of mental health:
Depression. BMJ, Jul 1997; 315: 43 - 46
33. Valutazione di altre possibili Condizioni responsabili della
Sindrome Depressiva.
• Sindrome Depressiva meglio attribuibile ad altro
Disturbo Psichico
• Sindrome Depressiva come manifestazione diretta
di una Condizione Medica Generale
• Sindrome Depressiva come manifestazione diretta
dell’uso/abuso di una sostanza
FASI DEL COLLOQUIO DIAGNOSTICO
34. Scala di Hamilton
Umore depresso
Sentimenti di colpa
Suicidio
Insonnia
Lavoro ed interessi
Rallentamento
psicomotorio
Agitazione
Ansia psichica
Ansia somatica
Sintomi somatici gastrointestinali
Sintomi somatici generali
Sintomi genitali
Ipocondria
Perdita di peso
Insight
Variazioni diurne
Depersonalizzazione e
derealizzazione
Sintomi paranoidei
Sintomi ossessivi e compulsivi
35. CLINICA DEL DISTURBO DEPRESSIVO
MAGGIORE (episodio singolo o ricorrente)
Esordio
Brusco: improvvisa o rapida comparsa di sintomatologia
Graduale: presenza di sintomi prodromici quali labilità emotiva,
astenia, insonnia, cefalea, ridotto interesse sessuale, scarso
appetito, difficoltà di concentrazione, diminuzione di interesse
nelle normali attività.
36. Periodo di stato
Sintomatologia: piuttosto uniforme nei diversi episodi.
Sono individuabili alcune varietà fenomeniche (con
melanconia, sintomi psicotici, ansiosa, agitata, catatonica)
Complicanze: gesti autolesivi. Abuso di alcolici,
benzodiazepine, stimolanti. Complicanze di natura medica
(disidratazione, squilibri idroelettrici, malattie fisiche
intercorrenti)
.
Durata: variabile, in rapporto anche all’intervento
terapeutico (media 4-6 mesi); è possibile la cronicizzazione.
37. Fase di risoluzione
Brusca: soprattutto nelle forme che fanno parte di un
disturbo bipolare
Graduale: attenuazione graduale della sintomatologia
con fluttuazione della gravità e ritorno ai precedenti
livelli di adattamento
Esiti: possibilità di risoluzione incompleta con il
persistere di “sintomi residui”.
38. Variazioni circadiane dei sintomi dell’umore:
Oscillazioni dell’intensità dei sintomi all’interno
delle 24 ore.
Più frequente è il miglioramento serotino.
39. Clinica del Disturbo Unipolare
- Prevalenza: Il Disturbo Unipolare ha una prevalenza mondiale
variabile dal 5% al 25%: nella popolazione italiana tali valori
sono del 5,2% (Significa che se viaggi in tram e questo è pieno, ci
sono vicino a te almeno due persone che soffrono, hanno sofferto
o soffriranno di questa malattia; per quante altre patologie
potresti dire lo stesso?).
- Distribuzione per Sesso: E’ più diffuso nel sesso femminile con
un rapporto tra i sessi di 2 a 1. A questo proposito sono state
fatte varie ipotesi. Nessuna è sembrata convincente!
- Età di esordio: Pur potendo esordire a qualunque età,
dall’infanzia alla senilità, l’età di massimo rischio per l’esordio
del Disturbo unipolare si colloca tra i 25 e i 40 anni.
40. Familiarità: Sono numerosi gli studi epidemiologici che hanno
dimostrato un ruolo essenziale della componente genetica nel
determinare la suscettibilità dei Disturbi dell’Umore.
Il risultato di tali studi indica che il rischio ad ammalare è 3-4 volte
aumentato nei nuclei familiari in cui sono presenti soggetti con
disturbi dell’umore rispetto al rischio presente nella popolazione
generale. Questo in termini pratici significa che pur esistendo la
possibilità di casi sporadici (cioè privi di familiarità positiva
omotipica), la presenza di un consanguineo affetto costituisce un
elemento molto comune tanto da poter essere una conferma
diagnostica in casi dubbi.
41. Clinica del Disturbo Distimico
-Stessi criteri della depressione
-Sufficienti 2 o più sintomi
-Durata >2 anni
42. Clinica del Disturbo Distimico
- Prevalenza: studi controllati indicano che il disturbo ha una
prevalenza del 3% circa, con stima del 2.3% nella popolazione
italiana. Nella popolazione psichiatrica la prevalenza arriva anche al
36%.
-Distribuzione per sesso: il disturbo è più diffuso nel sesso femminile
con un rapporto tra i sessi di 2 a 1.
- Età di esordio: il disturbo tende ad esordire precocemente, con
un’età media tra i 18 e i 45 anni
43. - Conseguenze:
a) complicanze psichiatriche: i distimici sviluppano
frequentemente nel tempo un disturbo d’ansia (più
frequenetemente il disturbo da attacchi di panico, la fobia
sociale, il disturbo d’ansia generalizzata) o un episodio
depressivo maggiore, configurando in questi casi quadri clinici
complessi sia in termini sintomatoligici che di intervento
farmacologico.
b) condotte di abuso: l’evoluzione tendenzialmente lunga della
distimia può determinare l’insorgenza di una abuso d’alcool e /o
benzodiazepine che assume il ruolo di autoterapia ma che spesso
finisce per indurre seri problemi di dipendenza.
44. - Familiarità: esiste una elevata concentrazione familiare per
Disturbo dell’umore nei pazienti affetti da Disturbo bipolare. Questi
soggetti infatti hanno rischi di malattia per Disturbo dell’umore nei
parenti di I e II grado intorno al 20% (il doppio rispetto agli UP).
- Relazioni con gli eventi di vita stressanti: E’ quindi anche difficile
distinguere tra gli eventi che sono diretta ed immediata conseguenza
della mania da quelli cosiddetti fattori stressanti, che potrebbero
precedere come vero e propria causa principale o causa scatenante la
fase maniacale.
.
45. Il trattamento di un disturbo depressivo deve essere
iniziato con gli antidepressivi
Il medico curante dovrebbe avere familiarità con l’utilizzo
di due o tre composti ad attività antidepressiva, prestando
particolare attenzione al loro range di efficacia
Se il paziente non risponde entro 3 settimane alla terapia
prescritta, dovrebbe essere presa in considerazione
l’opportunità di un cambiamento di terapia
46. Il raggiungimento del dosaggio terapeutico del farmaco
scelto nei tempi previsti, controllando gli effetti collaterali
acuti.
Se il paziente non risponde entro 4/6 settimane dal
raggiungimento del dosaggio terapeutico del farmaco, è
opportuno prendere in considerazione l’opportunità di
modificare il trattamento, ricorrendo ad una molecola
con profilo farmacologico diverso.
Nel momento in cui si prescrive una terapia antidepressiva
occorre sempre indagare e prevedere la possibilità di
comparsa di ideazione suicidaria.
47. La natura medica del disturbo
Le caratteristiche cliniche della malattia: con questo si
intende informare il paziente della possibilità di oscillazioni
dell’intensità dei sintomi nell’arco delle 24 ore e da un
giorno con l’altro, la possibilità di comparsa di idee
“strane” (sia di tipo delirante, sia di tipo suicidario).
Consigliare rispetto all’opportunità di assumere la terapia,
con particolare riguardo al tempo di latenza della terapia, e
informare su perché si sceglie una determinata molecola nel
suo specifico caso.
Una volta risolto l’episodio depressivo, spiegare al paziente
la tendenza del disturbo a ripresentarsi nel tempo e
l’importanza, quindi, di un aterapia di mantenimento.
48. CRITERI DI SCELTA DELL’ANTIDEPRESSIVO
Anamnesi psicofarmacologica Quando un antidepressivo si è dimostrato
efficace nel trattamento di un episodio
precedente (controllare dosaggio e tempi
di assunzione) è da considerare di prima
scelta e va prescritto anche negli episodi
successivi.
Anamnesi Psicofarmacologica Familiare Se si tratta di un primo episodio o comunque
del primo episodio da trattare ed in assenza
di altri criteri di scelta, si può utilizzare il
medesimo antidepressivo risultato efficace
in un consanguineo affetto.
Patologie organiche concordanti Ricordati che:
I triciclici son controindicati in:
- Cardiopatie
- Ipertrofia Prostatica
- Glaucoma ad angolo chiuso
Gli SSRI sono controindicati in:
- gastriti ricorrenti non trattate
- ulcera peptica
50. Gestione della Depressione
• Alleanza terapeutica
• Informazione e Counselling
• Trattamento con farmaci antidepressivi
• Psicoterapia
• Supporto alla famiglia
51. Gestione della Depressione
Alleanza terapeutica
E’ cruciale una forte alleanza terapeutica con il paziente.
Lo psichiatra deve prestare attenzione alle relazioni dei
pazienti cosi come dei loro familiari.
La gestione della alleanza terapeutica dovrebbe
comprendere la consapevolezza dei fattori di transfert e
contro transfert anche se non sono direttamente affrontati
nel trattamento.
Attribuire un ruolo attivo del paziente ed eventualmente
della famiglia
Validazione delle esperienze del paziente
52. Gestione della Depressione
Informazione
La depressione è una malattia con alterazioni biologiche
significative
La depressione non è segno di debolezza o di pigrizia
La depressione non può essere vinta con uno atto di
volontà (devo farcela da solo!)
Sono oggi disponibili trattamenti efficaci
53. Gestione della Depressione
“Il ruolo di malato”
Avendo informato il paziente, gli si attribuisce il ruolo di
malato, che gli consente di ricevere le cure
Il ruolo di malato
Esenta da alcuni obblighi sociali e da alcune responsabilità
Deve essere abbandonato al più presto
Comporta obblighi precisi, in particolare collaborare con chi lo
aiuta a guarire
Il ruolo di malato come alternativa ad una visione
moralistica della depressione
54. Gestione della Depressione
Counselling: riposo
Consigliare al paziente di astenersi da iniziative e
cambiamenti che potrebbero essere dettate da
idee pessimistiche
Consigliare riposo
55. Gestione della Depressione
Counselling: suicidio
Vigilanza contro l’emergenza di impulsi
distruttivi contro se e gli altri
Conflitti
Uso di sostanze
Idee di suicidio
Anamnesi di impulsività e violenza
Il suicidio è un rischio non trascurabile
Interrogare apertamente il paziente sul rischio di suicidio
56. Gestione della Depressione
Counselling: sintomi fisici
Discutere la correlazione tra eventuali
sintomi fisici e depressione
Sintomi fisici parte del quadro clinico
Sintomi fisici come causa della depressione
Sintomi fisici non spiegabili e comportamento
abnorme di malattia in associazione alla
depressione
57. La comparsa della depressione è
spesso associata a life events
Morte di un parente, divorzio,
separazione
Lesione o malattia personale
Licenziamento o pensionamento
Peggioramento della condizione
finanziaria
Conflitti cronici in casa o sul lavoro
Cambiamenti importanti (residenza,
scuola, etc..)
Gestione della Depressione
Counselling: Life Events
La gestione dei life events si
articola su tre piani
Oggettivo: riconoscimento del life
event
Emotivo: vissuto del paziente
Gestione del problema
58. Gestione della Depressione
Compliance
I medici dovrebbero incoraggiare i pazienti ad esprimere
chiaramente le loro preoccupazioni rispetto all’aderenza
alla terapia ed enfatizzare l’importanza della
collaborazione per un trattamento efficace.
La compliance si migliora anche riconoscendo gli effetti
collaterali dei trattamenti e condividendo il disagio che
causano al paziente
Spiegare la prognosi positiva
59. Supporto alla famiglia
La famiglia, soprattutto nelle forme più gravi di
depressione, è ampiamente coinvolta:
Il cambiamento del comportamento del paziente crea disagio e
sofferenza, soprattutto se non è chiaro che è dovuto ad una
malattia
I familiari possono preoccuparsi molto
I cambiamenti e la assistenza la paziente possono logorare
emotivamente i familiari
Lo stress può creare in famiglia tensioni e conflitti che certamente
aggravano la malattia del paziente
60. Psicoterapie per il trattamento della
depressione
• Gestione psichiatrica
– componente essenziale di ogni approccio terapeutico
• Psicoterapie specifiche per il trattamento della depressione
– IPT, cognitivo-comportamentale, loro evoluzioni
– orientate alla risoluzione della sindrome depressiva
• Psicoanalisi
– orientata alla modificazione della personalità
– trascende la sintomatologia attuale
61. Psicoterapie cognitive, comportamentali ed
interpersonali nel trattamento ambulatoriale della
depressione
• Brevi, standardizzate, specifiche
• Le psicoterapie specifiche per la depressione sono
significativamente più efficaci di interventi di supporto
psicologico aspecifici
• Non vi sono evidenze forti che alcuna delle forme di
psicoterapia specifica per la depressione sia superiore ad altre.
• Le psicoterapie specifiche per la depressione sono risultate di
efficacia comparabile agli antidepressivi in trial clinici
randomizzati.
• Inadeguate, da sole, al trattamento delle forme più gravi e
melanconiche
62. Psicoterapie psicodinamiche e
psicoanalisi
• Originano dalla concettualizzazione della psicodinamica della
depressione di Freud, che attribuisce importanza fondamentale alla
relazione ambivalente con l’oggetto perduto che risulta in rabbia repressa
diretta contro il se, auto-critiche ed impulsi auto-distruttivi
• In individui vulnerabili che sono eccessivamente sensibili alle perdite e
che usano la formazione reattiva e l’introversione dell’aggressione come
meccanismi di difesa per controllare gli impulsi aggressivi, il
riconoscimento e la modificazione di questi meccanismi psicodinamici è
di importanza centrale
• Alcuni pazienti possono non avere, nelle prime fasi del trattamento della
depressione, le energie emotive o le capacità cognitive richieste da
trattamenti psicoterapici orientati all’insight. Questi trattamenti, se
indicati, possono essere intrapresi successivamente nel corso del
miglioramento.
63. Antidepressivi o psicoterapia?
• Alcuni pazienti apprezzano il trattamento psicoterapeutico e lo
preferiscono al trattamento farmacologico
• Pazienti che non possono ricevere un trattamento farmacologico,
come ad es. le donne in stato di gravidanza, gli anziani, i pazienti che
non tollerano il trattamento farmacologico.
• Il trattamento farmacologico è in generale più diffuso del trattamento
psicoterapico
• Il trattamento farmacologico risponde a criteri di efficienza e consente
di gestire un numero più elevato di pazienti
• L’efficacia delle psicoterapie è disomogenea e dipendente dalla
formazione e dalle caratteristiche personali dello psicoterapeuta.
• Nelle forme più gravi e croniche di depressione la associazione tra
antidepressivo e psicoterapia è molto efficace
64. Problemi psicosociali associati alla
depressione
• I problemi psicosociali associati alla depressione (ridotta capacità
lavorativa, difficoltà coniugali e familiari, problemi interpersonali)
possono essere cause o conseguenze della depressione.
• Nei pazienti con depressione ricorrente i problemi sociali ed
interpersonali associati alla depressione spesso non si risolvono del
tutto.
• La persistenza di questi problemi può scatenare episodi successivi
(Keller, 1992).
• La psicoterapia può avere un ruolo nella terapia di mantenimento, sola
o associata agli antidepressivi, per aiutare il paziente a gestire i
problemi sociali ed interpersonali che sono conseguenze o triggers
della depressione ricorrente (Weissman, 1994).
65. Ruolo dell’esercizio fisico
British Journal of Psychiatry 2002
Mather AS et al.
Effect of exercise on depressive symptoms in older adults
with poorly responsive depressive disorder
Conclusioni:
gli anziani depressi che rispondono scarsamente
alle terapie dovrebbero essere incoraggiati a fare attività
fisica
66. Depressione nella medicina generale
• 1/20 visite per depressione
• >100 pazienti depressi in carico a ciascun
MMG, la metà non riconosciuti come depressi
• 20% sviluppano depressione cronica
• Perché i pazienti non parlano della loro
depressione:
– Imbarazzo
– Paura di annoiare il medico
– Evitare lo stigma
– Somatizzazione
Tratto da: Anthony S Hale. ABC of mental health:
Depression. BMJ, Jul 1997; 315: 43 - 46
67. Complicazioni della depressione
• Cronicizzazione
• Sintomi psicotici
• Alcol e sostanze
• Idee di suicidio
• Non risposta ai trattamenti
68. Alcol e sostanze
• La depressione può indurre abuso di sostanze come
tentativo di automedicazione
• L’abuso di sostanze (alcol, hashish, cocaina, altre droghe)
può a sua volta causare depressione, disforia, ansia e la
cosi detta “sindrome amotivazionale”
• Il concomitante abuso di sostanza può rendere la
depressione resistente ai trattamenti ed a cattiva prognosi
69. Depressione e suicidalità
• Le idee di morte sono intrinseche alla psicopatologia
depressiva, caratterizzata da temi di colpa, indegnità,
rovina.
• Le idee di morte possono essere più o meno gravi
– Sensazione che la vita non valga la pena di essere vissuta
– Disinteresse per la vita e desiderio di morire
– Idee di suicidio
– Propositi di suicidio
– Formulazione di piani di suicidio
– Gesto suicidiario
70. Decorso dalla depressione
• Nella maggior parte dei casi la depressione compare dopo i
30 anni
• Un episodio depressivo spesso guarisce entro alcuni mesi,
soprattutto se adeguatamente curato
• Non è infrequente che ad un primo episodio depressivo ne
seguano altri
• In alcuni casi la depressione diviene cronica o sub-cronica
• Il trattamento adeguato e precoce migliora la prognosi
71. Cronicità della depressione
• Un episodio singolo, di gravità moderata, in età adulta,
reattivo a situazioni stressanti, si risolve di solito
favorevolmente
• In alcuni pazienti l’episodio depressivo è seguito da
ulteriori episodi depressivi a distanza di alcuni mesi, ma
possono guarire completamente anche senza terapia di
mantenimento
• Altre volte la ricorrenza degli episodi depressivi richiede
una terapia di mantenimento di lunga durata
• In alcuni casi, infine, la depressione assume andamento
cronico
72. Fattori di rischio per la cronicità
• Età avanzata
• Persistenza di fattori stressanti
• Abuso di sostanze
• Non trattamento o trattamento inadeguato
• Temperamento
• Predisposizione biologica
75. RISCHIO DI COMORBIDITÀ IN PAZIENTI
CON DEPRESSIONE MAGGIORE
Kessler, 1995
Distimia 12.8
Mania 16.9
OCD 6.4
Panico 12.7
Fobia 3.5
Alcol 1.9
Droghe 3.5
76. Depressione nell’adolescente
• Si può manifestare in forma atipica rendendo più
difficile la diagnosi
• Idee di morte, irritabilità, sintomi alimentari
• Frequente comorbidità
– disturbi d’ansia 46%
– distimia 36%
– ADHD 35%
– disturbi della condotta 31%
77. Depressione nell’anziano
• La prevalenza della depressione nell’anziano è
paragonabile a quella dei pazienti più giovani.
• Mentre nei giovani i fattori di rischio sono
prevalentemente di ordine psicosociale, nell’anziano le
malattie fisiche giocano un ruolo importante
• Le malattie fisiche possono indurre depressione attraverso
– Meccanismi biologici (es. ipotiroidismo, farmaci antipertensivi)
– Meccanismi psicologici (demoralizzazione)
– Disabilità e limitazioni
• La depressione nell’anziano è più disabilitante che nel
giovane
• Più spesso è necessario protrarre la durata del trattamento
78. Segni e sintomi sovrapponibili
in depressione e demenza
•impoverimento dell’affettività
•povertà del linguaggio
•rallentamento, deficit di concentrazione
•diminuzione degli interessi e delle attività
•insonnia
•apatia
•sintomi vegetativi
79. Depressione e demenza
• in un sub-gruppo di depressi anziani alterazioni
morfofunzionali SNC
• alcune forme depressive ad esordio tardivo possono
rappresentare manifestazioni precoci di demenza
• La depressione nell’anziano può assumere aspetti di
“pseudodemenza”
– alterazioni reversibili delle funzioni cognitive (memoria,
concentrazione, orientamento) e bradipsichismo
• In caso di doppia diagnosi
– la remissione dei sintomi depressivi nella demenza migliora la
qualità di vita e la compliance
– un miglioramento della performance cognitiva influisce sul tono
dell’umore
81. • self-harm (autolesionismo)
– 100.000 casi all’anno in UK nei pronto soccorsi
– La maggior parte include:
• Avvelenamenti
• Ferite da taglio
• Abuso di alcolici (nel 45% dei casi)
• Uomini e donne in ugual misura, età media: 30 anni
• Self-harm in seguito a problemi sociali ed interpersonali
• Di questi: il 15% ritorna in pronto soccorso entro 1 anno
ancora per self-harm, l’1% si suicida
Tratto da:A Ramirez and A House. ABC of mental
health: Common mental health problems in
hospital. BMJ, Jun 1997; 314: 1679
82.
83.
84. • Cosa è utile nei casi di self-harm:
– Ricovero breve per tutti (anche per 1 notte)
– Immediata valutazione psicosociale
– Ricovero in unità psichiatrica se appropriato
– Seguire il paziente in ambito territoriale da parte dei
servizi psichiatrici
– Lavoro in collaborazione con equipe mediche,
chirurgiche, MMG, educatori
Tratto da:A Ramirez and A House. ABC of mental
health: Common mental health problems in
hospital. BMJ, Jun 1997; 314: 1679
85. • self-harm: gruppi a rischio
– Alto rischio
• Disturbi depressivi maggiori
• Abuso di sostanze
• Schizofrenia
– Basso rischio
• Paziente con problemi sociali e personali con
aspetti disfunzionali in quanto
–Mancano di supporto
–Sono state vittime di abuso o sono stati
trascurati
Tratto da:A Ramirez and A
House. ABC of mental health:
Common mental health
problems in hospital. BMJ, Jun
1997; 314: 1679
86. PER IDEAZIONE DI SUICIDIO
SI INTENDE:
• un insieme di idee,fantasie e vissuti che
hanno per argomento la propria morte vista
in termini positivi rispetto all’attualità della
vita psichica del paziente
87. Il suicidio e il tentativo di
suicidio differiscono per:
Intenzionalità
Idoneità del mezzo
97. Aspetti da valutare
Motivazioni
Circostanze del tentativo
Disturbo psichiatrico
Problemi precipitanti o che mantengono il rischio
Strategie di adattamento e supporto
Rischio
Indicatori di alto rischio suicidario
Uomini
Età >40 anni
Storia familiare di suicidio
Disoccupazione
Isolamento sociale
Note/ideazioni suicidali
Desiderio continuato di morire
Mancanza di speranza,
Incapacità di vedere il futuro
Abuso di sostanze o di alcool
Tratto da: Anthony S Hale. ABC of mental health:
Depression. BMJ, Jul 1997; 315: 43 - 46
98. Determinare il Livello di Rischio
SAD PERSONS SCALE (Quick and Easy Assessment)
Sex 1 if patient is mail, 0 if female
Age 1 if patient is (25-34; 35-44; 65+)
Depression
Previous attempt 1 if present
Ethanol abuse 1 if present
Rational thinking loss 1 if patient is psychotic for any reason
(schizophrenia, affective illness, organic brain syndrome)
Social support lacking 1 If these are lacking, especially with recent loss of a
significant other
Organized Plan 1 if plan made and method lethal
No spouse 1 if divorced, widowed, separated, or single (for males)
Sickness 1 especially if chronic, debilitating, severe (e.g.; non-
localized cancer, epilepsy, MS, gastrointestinal disorders)
Patterson WM, Dohn HH, et al: Evaluation of suicidal patients, THE SAD PERSONS Scale, Psychosomatics, 1983
99. SAD PERSON Linee Guida
• 0-2 Dimissione
• 3-4 Monitoraggio
• 5-6 Considerare ospedalizzazione
• 7-10 Ospedalizzazione
Patterson WM, Dohn HH, et al: Evaluation of suicidal patients, THE SAD PERSONS Scale,
Psychosomatics, 1983
105. ’30s ’40s ’50s ’60s ’70s ’80s ’90s ’00 ‘05
ECTECT
ClorpromazinaClorpromazina
ImipraminaImipramina
TioridazinaTioridazina
AloperidoloAloperidolo
ClomipraminaClomipramina
AmitriptilinaAmitriptilina
Prima
Generazione
Seconda
Generazione
ClozapinaClozapina
RisperidoneRisperidone
OlanzapinaOlanzapina
QuetiapinaQuetiapina
ZiprasidoneZiprasidone
FluoxetinaFluoxetina
SertralinaSertralina
ParoxetinaParoxetina
FluvoxaminaFluvoxamina
CitalopramCitalopram
Storia degli Psicofarmaci
106. Psicofarmacologia
• Farmaci influenzanti il sistema nervoso
centrale ed il comportamento, includono
– antipsicotici
– antidepressivi
– stabilizzatori dell’umore
– ansiolitici
– Trattamenti non farmacologici
Tratto da: SR Pathare, C Paton, ABC of mental health:Psychotropic drug treatment, BMJ, 1997; 315:661-664
107. Faramacodinamica:
Dove i farmaci agiscono
• Quattro principali siti di azione
– Recettori
– Canali ionici
– Enzimi
– Trasportatori
108. Recettori
• Tipi di Azione
– Agonisti
– Antagonisti
• Tipi di interazione recettoriale
– Selettività
– Affinità
109. Canali Ionici
• I farmaci possono bloccare o aprire i
canali
• Esempio: le benzodiazepine facilitano il
GABA nell’aprire i canali ionici
110. Enzimi
• Gli enzimi catalizzano specifiche reazioni
biochimiche e sono il target di vari
farmaci.
• Esempio: alcuni antidepressivi inibiscono
le Monoaminossidasi (NE, DA, 5-HT).
111. Trasportatori
• Trasportano i neurotrasmettitori
attraverso la menbrana sinaptica
• Esempio: numerosi antidepressivi bloccano
o inibiscono trasportatori (NE, DA, 5-HT)
112. Effetti Terapeutici e Collaterali
• Effetti Terapeutici:
– Sintomi specifici per ogni classe di farmaci
• Effetti Collaterali:
– Effetti non desiderati, frequentemente fastidiosi
a volte gravi
113. Tossicità
• Tossicità: Livello del farmaco che causa
effetti negativi.
• Indice terapeutico: Rapporto tra il massimo
livello tollerabile ed il minimo efficace.
• Alto indice terapeutico: Ampio range tra la minima
dose efficace e quella tossica.
• Basso indice terapeutico: range ristretto (Es. Litio,
antidepressivi triciclici)
114. Assorbimento
• Orale
– Pratico
– Molto variabile
• IM – Breve e long acting
• IV – Migliore ma poco pratico (BDZ,
clomipramina, citalopram…)
116. Spettro d’azione degli
antidepressivi
• Depressione
• Area ansioso-depressiva:
– Disturbo da attacchi di panico
– Disturbo di ansia generalizzata
– Disturbo ossessivo compulsivo
118. Increase in neurotransmitters
causes return to normal state
MAO inhibitor blocks
the enzyme from
destroying monoamine
neurotransmitter
reuptake pump blocked
by antidepressant
5-15
5-16
Stahl S M, Essential
Psychopharmacology (2000
120. Farmaci antidepressivi
• SSRI
– inibitori della ricaptazione di serotonina
• Antidepressivi triciclici
– Inibitori della ricaptazione di serotonina e noradrenalina
• NSRI (venlafaxina)
– Inibitori della ricaptazione di serotonina e noradrenalina
• Alfa 2 antagonisti (mirtazapina)
– Inibitori della ricaptazione di serotonina e noradrenalina
• IMAO
– Inibiscono il catabolismo di serotonina e noradrenalina
• Altri
– Trazodone, Nefazodone, Mianserina
• Prodotti di incerta classificazione
– Iperico, S. adenosilmetionina (Same), amisulpiride
121. Fasi del trattamento
Inizio Remissione
sintomatologica
Trattamento di stabilizzazione
2
settim
ane
2
m
esi
4
m
esi
Sospensione
graduale
1
m
ese
122. acute
6 - 12 weeks
continuation
4-9 months
maintenance
1 or moreyears
REMISSION
RECOVERY
DEPRESSION
NORMAL
MOOD
100
%
5-3 Stahl S M, Essential
Psychopharmacology (2000
TIME
123. 5-4 Stahl S M, Essential
Psychopharmacology (2000
acute
6 - 12 weeks
continuation
4-9 months
maintenance
1 or moreyears
TIME
DEPRESSION
NORMAL
MOOD RELAPSE RECURRENCE
124. 5-9 Stahl S M, Essential
Psychopharmacology (2000
8 weeks
DEPRESSION
NORMAL
MOOD
67% RESPONDERS
MEDICATIONMEDICATION
medication
started
33% NON-
RESPONDERS
125. 5-10 Stahl S M, Essential
Psychopharmacology (2000
8 weeks
DEPRESSION
NORMAL
MOOD
33% RESPONDERS
PLACEBOPLACEBO
placebo
started
67% NON-
RESPONDERS
126. 5-11 Stahl S M, Essential
Psychopharmacology (2000
DEPRESSION
NORMAL
MOOD
50% continue
response
PLACEBOPLACEBO
SUBSTITUTIOSUBSTITUTIO
NN
antidepressant
treatment
placebo
50% relapse
127. 5-12 Stahl S M, Essential
Psychopharmacology (2000
DEPRESSION
NORMAL
MOOD
90% continue
response
DRUGDRUG
CONTINUATIOCONTINUATIO
NN
antidepressant
treatment
10% relapse
128. Efficacia dei diversi
antidepressivi
• Non esistono evidenze scientifiche che permettano di
stabilire la superiorità di un antidepressivo sull’altro.
• Non vi sono neppure evidenze forti indicative di un
diverso spettro di azione antidepressiva dei diversi
antidepressivi
• I Triciclici sono tendenzialmente più efficaci degli SSRI
132. Antidepressivi Triciclici
• Efficacia elevata
• Possono risolvere
forme che non
rispondono ad
altri trattamenti
• Effetti collaterali
• cardio-circolatori
• anticolinergici
• epilessia
• sedazione
• aumento di peso
• Tossicità in
sovradosaggio
133. Effetti collaterali degli AD TRICICLICI
Anticolinergica:
Adrenolitica:
Antiistaminica:
Chinidinosimile:
ipotensione ortostatica, tachicardia, vertigini,
disturbi della sfera sessuale, ecc.
sonnolenza, aumento ponderale, riduzione della
performance cognitiva anche a basse dosi.
alterazioni all’ECG, rischio di aritmie, ecc.
stipsi, ritenzione urinaria, stati confusionali, ecc.
La possibilità di insorgenza di aritmie ventricolari in un miocardio ischemico,
rende ad alto rischio l’ impiego degli AD triciclici nei pazienti con disturbi
cardiaci. Questi farmaci sono inoltre a rischio nei pazienti anziani, ipotesi,
prostatici, epilettici, ed in quelli con problemi di stitichezza, glaucoma e ritenzione
urinaria.
134. AD: Tossicità da sovradosaggio
Studi di tossicologia clinica hanno documentato
un elevato indice di tossicità per gli AD
Triciclici, rispetto ad altre classi di
antidepressivi:
grave aritmia con arresto cardiaco,
convulsioni,
coma
135. SSRI come farmaci
di prima scelta
Efficacia pari ai
TCA a livello
ambulatoriale
Ampio spettro di
azione
Sicurezza in
overdose
Tossicità
comportamentale
trascurabile
Monosomministrazione
136.
137. Consigli nell’utilizzo degli SSRI
• Sono equivalenti. Le modeste differenze vengono
enfatizzate dal marketing. Sceglierne uno ed acquisire
familiarità.
• La fase iniziale è quella più delicata per il possibile
temporaneo prevalere degli effetti collaterali (nausea ed
effetto attivante) sugli effetti terapeutici. Titolazione
graduale
• Alcuni pazienti diminuzione della libido ed altri difficoltà
sessuali: è forse l’effetto collaterale più limitante
• L’impiego in monoterapia garantisce il miglior rapporto
efficacia/tossicità
• Sospendere con altrettanta gradualità
138. % legame proteine plasm. 80 94 99 95 77
Picco livello plasma (ore) 3-4 6-8 6-8 2-8 2-8
Emivita (ore) 35 24-72 25 20 15
Dose range (mg/d) 20-60 20-80 50-200 10-50 50-300
Farmacocinetica lienare Si No Si No No
Assorbimento GI (%) ~100 80 44 64 94
Van Harten. Clin Pharmacokinet, 1993.
Preskorn. Clin Pharmacokinet, 1997.
Preskorn. J Clin Psychiatry, 1993.
Citalopram Fluoxetina Sertralina Paroxetina Fluvoxamina
Farmacocinetica SSRI
139. Effetti collaterali degli
SSRI*
5-HT2
Insonnia, irritabilità, ansia,
disturbi della sfera
sessuale, perdita
dell’appetito, tremori
5-
HT3
Nausea, vomito, cefalea,
diarrea, gastralgia
** legati all’aumento dell’attività serotoninergicalegati all’aumento dell’attività serotoninergica
centrale e perifericacentrale e periferica
141. Sindrome da sospensione degli
antidepressivi
• Nausea, diarrea, gastralgie, mialgie, irrequietezza, cefalea,
insonnia, sintomi extrapiramidali
• Comune a tutti i farmaci antidepressivi, ma più comune in
quelli a breve emivita ed elevata attività anticolinergica
(Paroxetina e Venlafaxina)
• Regredisce con la reintroduzione dell’antidepressivo
• Non associata a tolleranza, escalation, craving
• Si evita sospendendo l’antidepressivo con gradualità
147. • Specific features for paroxetine:
• Elderly
• Females
• Long duration of the episode
148. Utilizzo delle BDZ
• Le benzodiazepine hanno seri effetti collaterali per
cui il loro utilizzo su larga scala oggi è considerato
inaccettabile
• Gli antidepressivi curano tutti i sintomi del quadro
depressivo, inclusa l’ansia e l’insonnia
• La associazione AD+BDZ non ha alcun razionale,
eccetto forse i primi giorni di trattamento.
149. • A molti pazienti depressi vengono prescritte dosi
di antidepressivi troppo basse e per periodi troppo
brevi, determinando così una risposta assente o
ridotta, frequenti ricadute e aumento della
morbidità
• Circa il 70% dei pazienti traggono beneficio
dall’antidepressivo se dato a dosi terapeutiche
(come per es. amitriptilina 150 mg/die o fluoxetina
20 mg/die) pe run periodo adeguato (6-8
settimane).
Tratto da: SR Pathare, C Paton, ABC of mental health:Psychotropic drug treatment, BMJ, 1997; 315:661-664
Depressione Resistente
150. Depressione Resistente
• Generalmente si definisce come mancata risposta
a 2 differenti AD, di differenti classi, assunti alla
massima dose tollerata per 4-6 settimane
• Cambio AD
• potenziamento
• Rivedere la diagnosi, compliance, comorbidità,
fattori esterni
• ipotiroidismo, concomitanti terapie somatiche,
concomitanti disturbi medici
155. ECT
• In caso di depressione resistente
• Da effettuarsi in ambiente
specialistico
• Notevole efficacia
• Scarsi effetti collaterali
• Problemi di accettazione
156. ECT
• Convulsioni generate dal passaggio di
corrente elettrica (circa 100 volts) nel
cervello
• Sotto anestesia (barbiturico, miorilassante)
• 2-3 volte la settimana per max 12 volte
• Massimo effetto antidepressivo
• Effetti collaterali legati all’anestesia e
transitoria amnesia anterograda
157. Preparazioni a base di IPERICO
• Efficacia documentata solo nella forme lievi.
• Concentrazioni di principio attivo (iperfoprina e ipericina)
variabili nei diversi prodotti presenti sul mercato.
• Dosaggi terapeutici non ben definiti
• Effetti indesiderati: nausea, rash cutanei, irrequietezza,
fotosensibilità.
• Rischio di interazioni farmacologiche: induzione enzimatica
con riduzione dei livelli plasmatici dei farmaci impiegati in
associazione: warfarina, digossina, teofillina, antiepilettici,
contraccettivi, HIV inibitori, ecc.
158. Altri Trattamenti Biologici
• Light Therapy (approx 10.000 lux)
– Ristabilisce ritmi circadiani
– Molto usata per la depressione stagionale
(SAD)
• Deprivazione di Sonno
• Terapie nutrizionali (omega 3…)
160. Effetti collaterali degli altri farmaci AD
• Venlafaxina: attività mista 5HT/Naergica:
nausea, vomito,vertigini, cefalea, insonnia.
• Reboxetina: attività Naergica:
insonnia , irritabilità, disturbi anticolinergici, tachicardia,
sudorazione.
• Mirtazapina: attività antiistaminica:
sedazione, sonnolenza, ipotensione, aumento dell’appetito ed
incremento ponderale.
• Amisulpride: disturbi da iperprolattinemia:
galattorrea, ginecomastia, alterazioni sessuali, disturbi
extrapiramidali (ad alte dosi)
161. Effetti collaterali degli antidepressivi
DRUGS SEDATION ANTICHOLINERGIC ORTHOSTATIC
HYPOTENSION
CARDIAC
EFFECTS
Heterocyclics
Amitriptyline
Clomipramine
Desipramine
Doxepin
Imipramine
Maprotiline
Nortriptyline
Protriptyline
Trimipramine
Selective Serotonin
Reuptake Inhibitors
High
High
Low
High
Moderate
Moderate
Moderate
Low
High
Low
High
High
Low
Moderate
Moderate
Moderate
Moderate
Moderate
High
None
Moderate
Low
Low
Moderate
High
Low
Low
Low
Moderate
None
High
Moderate
Moderate
Moderate
High
Moderate
Moderate
Moderate
High
None
162. DRUGS SEDATION ANTICHOLINERGIC ORTHOSTATTIC
HYPOTENSION
CARDIAC
EFFECTS
Dibenzoxapines
Amoxapine
Phenylpiperazine
Trazadone
Nefazodone
Aminoketones
Bupropion
Serotonin and
Norepinephrine
Reuptake Inhibitors
Venlafaxine
Serotonin and
Norepinephrine
Reuptake Activity
Mirtazapine
Monoamine
Oxidase Inhibitors
Isocarboxacid
Phenelzine
Tranylcypromine
Low
High
Low
High
Low
Moderate
Low
Low
High
Low
Low
Low
Very Low
Very Low
Low
None
None
Very Low
None
Moderate
Low
Moderate
Very Low
Low
High
High
Very Low
None
Low
Low
Low
Low
Low
None
None
None
Effetti collaterali degli antidepressivi
163. Managing side effects
• Insomnia: Add trazodone (25-50mg).
• Akathisia: Add a small dose of clonazepam (0.5 mg).
• Weight gain: there is some evidence for topiramate and
zonisamide.
• Sexual dysfunction: Bupropion is least likely to produce
this side effect. Other strategies: sildenafil,
cyproheptadine, and gingko biloba (mild evidence).
University of Michigan.
Guidelines for Clinical
Care. 2004
164. Focus on
• Insomnia: Add trazodone (25-50mg).
• Akathisia: Add a small dose of clonazepam (0.5 mg).
• Weight gain: there is some evidence for topiramate and
zonisamide.
• Sexual dysfunction: Bupropion is least likely to produce
this side effect. Other strategies: sildenafil,
cyproheptadine, and gingko biloba (mild evidence).
165.
166. SSRI PHARMACODYNAMICS
Relative Selectivity of 5-HT, NE or DA reuptake inhibition in an In Vitro Assay
Kis(aM)
Drug 5-HT NE DA
Citalopram 1.3 4,000 28,000
Fluoxetine 12 278 >10,000
Fluvoxamine 25 500 4,200
Paroxetine 1 350 2,000
Sertraline 7 1,400 230
Escitalopram 1.1 7,841 24,410
167. Difference among SSRIs:
HYPOTHESES
APPETITE
Block of pre-synaptic
α-2 adrenoceptors
+
Effects on 5-HT2 and
5-HT3
±
Little affinity for D1
and D2 receptors
+
affinity for muscarinic and H1
receptors
+ +
177. HYPOTHESES: nortriptyline
Weight gain during short term
• Moderate affinity for cholinergic and H1
receptors
Restoration over medium term
• Strong effect on reuptake of NE
• Adaptation?
183. HYPOTHESES
Normalization in the long-term:
Fluoxetine: Affects on α2 noradrenergic
receptors?
Sertraline: Moderate affinity for cholinergic
receptors
Citalopram: Slight affinity for H1 receptors
184. HYPOTHESES
Some kind of Adaptation?
A negative feedback loop has been
hypothesized (Harvey & Bower, 2000).
• The initial weight loss activate compensative
mechanisms
• Restoration of body weight
186. HYPOTHESES: Paroxetine
Weight loss during Acute treatment:
• Potent inhibitor of NE reuptake
• No effect on α2-adrenergic and H1 receptors
Weight gain in the long-term:
• The greatest affinity for cholinergic receptors
among SSRIs
190. No evidence in long term:
HYPOTHESES
• Venlafaxine: slight affinity for H1 and cholinergic
receptors
• Imipramine: affinity for α-adrenergic, H1 and
cholinergic receptors, interacts with opioids
• Desipramine and Clomipramine: affinity for
adrenergic, H1 and cholinergic receptors
191. LIMITATIONS
• Dose effect
• Gender effect
• Pre-morbid weight
• Severity of loss of appetite/weight (or increased)
• Efficacy of treatment
• Longer term
192. FINAL CONSIDERATIONS
• ADs may affect body weight independently
• ADs greatly differs in their ability to affect body
weight
• modest effects for the majority of ADs with few
exceptions (amitriptyline, mirtazapine, paroxetine
and bupropion)
• substantial role for individual variables (genes?)
193. SSRI and Depression
• SSRIs or TCA?
• Which SSRI?
• Special Cases
• Tolerability: Focus on weigth gain
• Tolerability: Focus on sexual side effects
195. Sexual dysfunction
• Early studies
underestimated the
real prevalence of
sexual dysfunction:
the example of
FLUOXETINE
Direct inquiry
Hirschfeld, J Clin Psy, 2007
No direct inquiry
202. Conclusion: Sexual Dysfunction
All SSRIs are associated with sexual dysfunction
Paroxetine, sertraline, fluoxetine and citalopram are
associated with higher rates of sexual dyfunction
Fluvoxamine and escitalopram are less likely to be
associated to sexual dysfunction.
203. Interazioni Farmacologiche
• L’effetto farmacologico di uno psicofarmaco
può essere alterato dalla cosomministrazione di
un secondo farmaco:
– Aumento o riduzione di efficacia
– Comparsa di effetti collaterali
• Le interazioni possono essere a livello
farmacodinamico, farmacocinetico o
idiosincrasico
204. Il sistema dei Citocromi P450
• Molti psicofarmaci possono essere
inibitori, induttori o substrati di uno o
più isoenzimi del citocromo P450
• La conoscenza del profilo P450 di ogni
farmaco somministrato è utile per predire
interazioni
• P450 1A2, 2C (sottofamiglia), 2D6 e
3A4 sono quelli maggiormente coinvolti
205. Minimizzare il rischio di interazioni
• Quando si combinano due farmaci con
potenziale interazione si dovrebbe:
– Ridurre la dose del farmaco corrente
– Iniziare con basse dosi
– Valutare i livelli plasmatici
– Monitorare gli effetti terapeutici e
collaterali
– Scegliere farmaci con un profilo di
interazioni favorevole
213. Azioni degli Antipsicotici Tipici
• Blocco recettori dopaminergici nel sistema
mesolimbico
• Effetti collaterali mediati dal blocco dei
recettori nigrostriatali
• Proprietà anti-emetiche dovute
all’antagonismo DA
• Notevoli effetti collaterali acuti e cronici
214. Antipsicotici Atipici
– Clozapina (Leponex)
– Risperidone (Risperdal)
– Olanzapina (Zyprexa)
– Quetiapina (Seroquel)
– Aripiprazolo (Abilify)
– Ziprasidone (Geodon)
Maggiormente usati in quanto più tollerati e più
efficaci in certi aspetti (es. Sintomi negativi)
215. Risposta alla terapia antipsicotica
• Gli antipsicotici hanno generalmente un effetto calmante e
sono utili nel ridurre l’eccitabilità nei primi giorni di
trattamento. La risposta dell’antipsicotico è più variabile
benché, come regola generale, sia frequente vedere un
inizio di risposta terapeutica dopo una settimana di terapia
ed una piena risposta terapeutica durante le prime 6
settimane
• Una dose terapeutica per un adeguato periodo di tempo
(per esempio aloperidolo 10 mg/die per sei settimane)
produce una buona risposta in un terzo dei pazienti, una
risposta parziale in un altro terzo, e una minima o nessuna
risposta nei restanti pazienti
Tratto da: SR Pathare, C Paton, ABC of mental health:Psychotropic drug treatment, BMJ, 1997; 315:661-664
216. Grado di sedazione e potenza antipsicotica
• I vecchi, tradizionali, farmaci si differenziano usualmente
per il grado di sedazione che inducono. La clorpromazina
è il più sedativo, mentre la trifluoperazina il meno
sedativo.
• L’opposto si verifica per la potenza antipsicotica, laddove
i farmaci più sedativi sono meno potenti dei non sedativi
• I composti ad alta potenza sono usati primariamente per
trattare gli adulti con disturbi psicotici acuti mentre i
farmaci a bassa potenza sono usati quanto l’agitazione è
prominente o laddove sono desiderati effetti sedativi
Tratto da: SR Pathare, C Paton, ABC of mental health:Psychotropic drug treatment, BMJ, 1997; 315:661-664
217. Tratto da: SR Pathare, C Paton, ABC of mental health:Psychotropic drug treatment, BMJ, 1997; 315:661-664
Risposta alla terapia antipsicotica
218. Dose dei farmaci antipsicotici
• Non c’è evidenza che alte dosi conducano a
una più rapida risposta o ad una maggiore
efficacia nella maggior parte dei pazienti
• Possono condurre invece ad una alta
incidenza di effetti collaterali e potrebbero
essere associati ad una morte cardiaca
improvvisa
Tratto da: SR Pathare, C Paton, ABC of mental health:Psychotropic drug treatment, BMJ, 1997; 315:661-664
219. Definition of the ‘optimal’
haloperidol dose for acute
psychosis treatment
Ina Giegling(a), Antonio Drago(b), Annette M. Hartmann(a), Hans-Jürgen Möller(a), Dan Rujescu(a),
Alessandro Serretti(b)
a) Department of Psychiatry, Ludwig Maximilians University, Munich, Germany
b) Institute of Psychiatry, University of Bologna, Italy
220.
221. • La durata convenzionale di un trattamento
per un primo episodio di schizofrenia è da
uno a due anni dopo la completa remissione
dei sintomi
• Per episodi ripetuti di psicosi, è
raccomandato proseguire il trattamento per
almeno 5 anni ed in alcuni casi per tutta la
vita
Tratto da: SR Pathare, C Paton, ABC of mental health:Psychotropic drug treatment, BMJ, 1997; 315:661-664
222. PREPARAZIONI DEPOT
• Flufenazina Decanoato 25 mg
• Aloperidolo Decanoato 50 mg
• Migliore compliance
• Uso a volte eccessivo
• Rischi di effetti collaterali!
226. Sindrome Maligna da Neurolettici
• Dopo una singola dose o nel corso del
trattamento
• Febbre, Rigidità, Confusione
• Leucocitosi, Incremento CPK
• Sospendere antipsicotico
• Terapia di supporto
229. Antipsicotici e aumento di peso
Allison et al. Am J Psychiatry. 1999;156:1686.
Placebo
M
olindone
Flufenazina
Ziprasidone
Aloperidolo
Politrattam
ento
R
isperidone
C
lorprom
azina
O
lanzapinaC
lozapina
Q
uetiapina
Tioridazina
6
CambiamentoPeso(kg)
5
4
3
2
1
0
-1
-2
-3
I sintomi dell’episodio depressivo sono associati a rilevanti alterazioni biologiche. Nella depressione è stata osservata una disregolazione di diversi sistemi trasmettitoriali del SNC, includenti noradrenalina (NA), serotonina (5HT), acetilcolina (ACH), acido gamma-amino-butirrico (GABA) e dopamina (DA). Il sistema serotoninergico centrale ha un ruolo importante nella regolazione del sonno, dell’appetito, delle attività sessuali, del dolore e dei ritmi circadiani, funzioni tutte profondamente alterate nella depressione. Anche le funzioni ipotalamiche sono alterate nella depressione, con disfunzioni neuroendocrine a carico di ormoni tiroidei, corticosteroidi, prolattina, ormone somatotropo e melatonina. Clinicamente è di frequente riscontro, nella depressione, un ipotiroidismo subclinico e una risposta anomala al test di soppressione al desametazone. (La somministrazione di desametazone inibisce la produzione di cortisolo attraverso un meccanismo di feedback negativo sull’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Nei pazienti depressi la somministrazione di desametazone comporta una insufficiente soppressione). I pazienti con depressione presentano anche significative alterazioni del sonno. L’esame polisomnografico mostra che molti parametri del sonno sono alterati nella depressione: ridotta latenza REM, aumentata densità REM, anomala distribuzione circadiana del sonno REM, riduzione del sonno ad onde lente.
Nel valutare le severità e la pericolosità di una sindrome depressiva, e quindi anche nel pianificarne il trattamento, il numero e le severità dei sintomi depressivi non rappresentano l’unico elemento di osservazione. Va tenuto conto anche della entità delle limitazioni funzionali associate, delle risorse di cui il paziente può disporre per fare fronte alla condizione depressiva, della persistenza dei eventuali fattori stressanti, della condizione sociale e relazionale del paziente e della personalità premorbosa.
La gestione della depressione si compone di un insieme di interventi sia di ordine biomedico che psicosociale. L’integrazione di informazione, semplici interventi di supporto psicologico ed un corretto trattamento farmacologico ha effetti sinergici e non soltanto additivi. Nei casi più severi il programma terapeutico si amplia, per il necessario coinvolgimento della famiglia. In questi casi può essere opportuna la collaborazione con specialisti.
Il piano di trattamento deve essere condiviso dal paziente. Il paziente deve sapere quale è il possibile esito della depressione non tratta, i vantaggi e gli svantaggi (effetti collaterali) del trattamento ed i probabili tempi della remissione sintomatologica. Il paziente viene corresponsabilizzato, chiedendogli di essere molto scrupoloso nella assunzione delle terapie e vigile nel segnalare eventuali cambiamenti, anche iatrogeni. La verifica della compliance, in questo contesto, non risulta fiscale ma al contrario propositiva. Perché il paziente possa collaborare alla motorizzazione del decorso della depressione è necessario individuare un linguaggio comune, che tenga conto delle modalità con cui il paziente esperisce soggettivamente e comunica il proprio stato psichico.
E’ di fondamentale importanza informare il paziente che l’episodio depressivo è un episodio di malattia acuto, che è basato su alterazioni biologiche significative e che richiede trattamenti specifici. Non è raro vede persone affette da depressione che peggiorano il proprio stato e rischiano serie conseguenze ostinandosi a “farcela da solo”. Questo accade quando il paziente non è consapevole di essere affetto da un sindrome clinica e attribuisce i sintomi ad una forma di debolezza del carattere o di mancanza di determinazione che quindi vuole combattere. E’ necessario far capire al paziente che, anche se il suo malessere è nato da uno stress o da un fatto negativo della vita, tuttavia questo stress ha determinato la comparsa di una sindrome depressiva, che richiede riposo e cure mediche. Il paziente va anche informato che i farmaci antidepressivi disponibili al giorno d’oggi consentono, se usati correttamente, di risolvere la maggior parte dei casi. Il paziente, inoltre, può avere una attitudine negativa verso gli psicofarmaci, temendo che possano causare sedazione e perdita di lucidità e, soprattutto, indurre dipendenza. Occorre spiegare al paziente che mentre le benzodiazepine, oggettivamente abusate dalla classe medica italiana, possono causare dipendenza, gli antidepressivi non comportano questo problema. E’ necessario illustrare al paziente quali sono gli effetti terapeutici degli antidepressivi e quali sono i loro possibili effetti collaterali, ed anche che si tratta di un trattamento a termine, di durata nella maggior parte dei casi prevedibile.
Corollario della informazione è la attribuzione del così detto “ruolo di malato”. Nel momento in cui si spiega al paziente che soffre di una sindrome clinica che necessita di cure mediche si attribuisce al paziente il “ruolo di malato”. Al paziente non si chiede di essere passivo, al contrario gli si chiede un grande impegno nel collaborare alle cure, mentre altre intraprese verranno rinviate al momento della remissione della sintomatologia. Alcune persone, ed anche alcuni medici, temono che la attribuzione del ruolo di malato demoralizzi ulteriormente il paziente. Nei pazienti affetti da una sindrome depressiva significativa, la attribuzione del ruolo di malato comporta invece sollievo. Il depresso, infatti, tende a biasimarsi ingiustamente, e critica se stesso per non riuscire a svolgere le attività che normalmente svolgeva prima di ammalarsi.
Stante quanto detto circa il “ruolo di malato”, bisogna consigliare al paziente di rimandare iniziative ed attività al momento della remissione dei sintomi. Alcuni cambiamenti intrapresi dal depresso possono essere dettati da idee pessimistiche depressive: chi si sente povero può chiudere la sua attività, chi si sente solo o fallito può separarsi dal coniuge, etc. Al contrario, il depresso ha bisogno di allontanarsi transitoriamente dalle preoccupazioni e dalle responsabilità. I pazienti depressi possono attribuire a sa e stessi responsabilità e colpe eccessive. Non di rado deve essere il medico a consigliare al paziente un periodi di riposo dal lavoro, diversamente da quanto accade in molti altri casi.
Il maggior rischio della depressione è il suicidio. Questo serio pericolo deve essere discusso apertamente con il paziente. L’interesse del medico verso la sua incolumità solleva il paziente e, diversamente da come si poteva ritenere in passato non lo demoralizza e non lo offende. Se tuttavia una domanda diretta su eventuali idee suicidarie può apparire eccessiva in certi casi, si può approcciare il problema in maniera più morbida chiedendo al paziente della sua vita, di quanto valga la pena di essere vissuta, etc.
Sintomi fisici possono essere parte del quadro clinico della depressione e la loro cura corrisponde alla cura della depressione. Sintomi fisici possono essere come vedremo alla base della depressione, in quanto le malattie fisiche possono favorire la comparsa di depressione. In questi casi il MMG è chiamato ad una gestione integrata delle problematiche mediche e di quelle psicologiche. Sintomi fisici non giustificati da alterazioni biologiche possono far parte di disturbi somatoformi o in generale di un comportamento abnorme di malattia. Non di rado un episodio depressivo compare acutamente sulla base di una persistente tendenza ai disturbi soamtoformi.
I Life Events che possono precedere la depressione spesso riguardano perdite: perdita di una relazione, della salute, della liberta di muoversi o agire, di cose alle quali si era abituati o affezionanti. Altra grande categoria sono i conflitti duraturi, a casa o sul lavoro. Le perdite possono indurre depressione in quanto alterano un equilibrio psicosociale creando un eccessivo e protratto stato di stress. La relazione coniugale, il lavoro, il vivere in una certa casa avendo relazioni con il vicinato possono avere valore fondante per la vita di una persona e la loro perdita può causare un disequilibrio patogeno. Non tutte le depressioni sono associate a life events e non tutti i life events sono associati a depressione. Molto spesso un evento stressante comporta solo un transitorio periodo di malessere emotivo che non richiede cure mediche. La diagnosi di depressione non deve essere basata sulla presenza o assenza di life events, ma sulla sintomatologia. Una volta posta la diagnosi, la valutazione degli eventuali life events è di aiuto per la comprensione e gestione del caso. Può essere di grande giovamento per il paziente la discussione circa eventuali fattori stressanti che hanno preceduto la depressione. Un esempio può essere quello dei pazienti che si ammalano di depressione dopo il pensionamento. Questi pazienti possono soffrire in quanto si ritrovano, non vecchi, ad aver perso il loro ruolo sociale. In altri casi è la mancanza di occupazione che deprime il paziente, oppure la perdita della relazione con i colleghi di lavoro. Dopo avere discusso quale evento stressante è eventualmente collegato alla depressione, e come il paziente lo ha vissuto e sofferto, si può prospettare una migliore gestione del problema.
Il piano di trattamento deve essere condiviso dal paziente. Il paziente deve sapere quale è il possibile esito della depressione non tratta, i vantaggi e gli svantaggi (effetti collaterali) del trattamento ed i probabili tempi della remissione sintomatologica. Il paziente viene corresponsabilizzato, chiedendogli di essere molto scrupoloso nella assunzione delle terapie e vigile nel segnalare eventuali cambiamenti, anche iatrogeni. La verifica della compliance, in questo contesto, non risulta fiscale ma al contrario propositiva. Perché il paziente possa collaborare alla motorizzazione del decorso della depressione è necessario individuare un linguaggio comune, che tenga conto delle modalità con cui il paziente esperisce soggettivamente e comunica il proprio stato psichico.
Le forma più gravi di depressione richiedono un intervento a sostegno della famiglia. Nei casi gravi, la sofferenza del paziente depresso travalica la dimensione individuale per divenire un problema della famiglia. La depressione può infatti indurre modificazioni del comportamento in famiglia (affettività, aggressività, disinteresse) o modificazioni della vita economica e sociale del paziente che si ripercuotono anche sulla famiglia. La famiglia necessita in questi casi di aiuto. In primo luogo i familiari potranno meglio aiutare il paziente se sono adeguatamente informati sulla condizione clinica, il piano di trattamento, le prospettive per il futuro ed i bisogni del paziente. Inoltre, può essere necessario accogliere e sostenere anche lo stress dei familiari.
One method to gather this information that has been useful for healthcare providers is the SAD PERSONS scale. “S” stands for sex. Again, we know that males are likely to end life by suicide 2 xs that of females and females attempt 2x more than males. “A” stands for age. Remember the ages that have the highest suicide rates. “D” stands for depression. Does the patient have symptomatology or diagnosis of depression? Remember, depression is the mental illness with the closest link to suicide. “P”, previous attempt. Has the person attempted before and if so, what means did they use and what factors where involved, how did they survive the attempt? “E” stands for ethanol abuse. “R” stands for rational thinking. Is the patient thinking rationally? “S” stands for social support deficit. Does the patient have a support system? “O” is for organized plan. Does the patient have a thought out plan for taking the steps to act on the thoughts? “N” is for no spouse. Is the patient without a spouse? “S” is for sickness. Does the person have a medical or physical illness? These letters represent 10 areas of assessment. The scoring for this is a follows- 0-2 equals little risk, 3-4 equals following patient closely, 5-6 equals strongly considering hospitalization, and 7-10 equals a very high risk, hospitalize or commit.
Explain scoring for SAD Person Scale. Explain that this is a tool to provide a framework to utilize his/her clinical judgment.
Discuss here that some patients may not want you to disclose to family. When patient is in imminent danger you have legal right to breach confidentiality. Patients may also refuse to be hospitalized. The next slides go into EPC process for Nebraska.
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Gli antidepressivi triciclici sono farmaci molto efficaci e considerati particolarmente vantaggiosi nel trattamento delle forme più severe di depressione. Gli effetti terapeutici ed antiterapeutici di questi farmaci sono stati ampiamente studiati in un gran numero di trial clinici e verificati in decenni di esperienza clinica. I triciclici, inoltre, hanno un prezzo più basso rispetto agli antidepressivi di più recente sintesi. I triciclici presentano però importanti effetti collaterali, in quanto possono indurre ipotensione ortostatica e causare altri effetti collaterali al livello cardiocircolatorio. L’effetto anticolinergico determina stipsi e secchezza delle fauci e ne controindica l’impiego in alcune forme di glaucoma. I triciclici possono inoltre abbassare la soglia convulsiva. Uno dei rischi più gravi nell’impiego di questi farmaci è rappresentato dalla tossicità in caso di sovradosaggio, in quanto intossicazioni mortali possono verificarsi anche con 2000 mg. di Imipramina o altri triciclici, che corrisponde a circa 10 dosi giornaliere. ma di scarsa maneggevolezza. Anche se alcuni importanti studi dimostrano che gli effetti collaterali dei triciclici non sono in assoluto più gravi di quelli dei serotoninergici e che la compliance ai due trattamenti non è statisticamente differente, tuttavia i serotoninergici appaiono a molti clinici come farmaci utilmente impiegabili nel setting della medicina di base. Gli antidepressivi serotoninergici hanno efficacia sovrapponibile a quella dei triciclici, un ampio spettro di azione, e non sono tossici in sovradosaggio. Riguardo alle differenze tra composti della stessa classe, non vi sono studi clinici controllati che dimostrino significative differenze di efficacia tra essi. Questi farmaci si differenziano tra loro sotto altri aspetti, come la farmacocinetica, le interazioni, alcuni effetti collaterali. Esistono anche altri efficaci farmaci antidepressivi. I SNRI ed i NARI sono entrati ella pratica clinica successivamente e evidenze cliniche e sperimentali della loro efficacia si stanno accumulando. Antidepressivi dopaminergici sono risultati efficaci nella distimia e gli IMAO nella depressione atipica, ma la gestione clinica di questi ultimi richiede notevoli attenzioni.
Gli SSRI sono efficaci tanto quanto gli antidepressivi tricilici nel trattamento della depressione, tranne che per le forme più severe, osservate di solito in contesti ospedalieri, in cui vi sono indicazioni di una maggiore efficacia dei TCA. Nell’impiego ambulatoriale i SSRI sono dunque molto efficaci e maneggevoli, in quanto presentano un profilo di effetti collaterali molto favorevole rispetto ai TCA e non sono significativamente tossici in sovradosaggio. Il momento più critico è l'inizio della terapia. Gli SSRI richiedono infatti un periodo di circa 2 settimane prima di determinare un apprezzabile miglioramento della sintomatologia depressiva. In questo periodo l’effetto attivante e la nausea possono avere la loro maggiore intensità e disturbare il paziente. La titolazione graduale permette di controllare in molti casi questi inconvenienti. Gli effetti collaterali sulla sfera sessuale sono invece più persistenti e possono rendere il trattamento difficilmente accettabile da parte di alcuni pazienti. Anche se alcuni importanti studi dimostrano che gli effetti collaterali dei triciclici non sono in assoluto più gravi di quelli dei serotoninergici e che la compliance ai due trattamenti non è statisticamente differente, tuttavia i serotoninergici appaiono a molti clinici come farmaci utilmente impiegabili nel setting della medicina di base. Esistono anche altri efficaci farmaci antidepressivi. I SNRI ed i NARI sono entrati ella pratica clinica successivamente e evidenze cliniche e sperimentali della loro efficacia si stanno accumulando. Antidepressivi dopaminergici sono risultati efficaci nella distimia e gli IMAO nella depressione atipica, ma la gestione clinica di questi ultimi richiede notevoli attenzioni.
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Cerchi bianchi: 5-HT selective Cerchi gialli: potent NE reuptake inhibitors Cerchio rosso: potent DE reuptake inhibitor
D1 e D2 receptors are associated with decreased appetite
Finally, thanks to the amount of data analyzed, we were able to obtain a graph showing the effect of almost all Ads commonly employed, as compared to placebo ( first square on the left and horizontal dotted line). These are the data over the acute treatment (4-12 weeks).
Here you can more clearly see that SSRIs and SNRIs, as well as buproprion and moclobemide have slight but significant effects, in the direction of weight loss from baseline
Some have no or slight effect on body weight
Amitriptyline, Mirtazapine and Nortriptyline have clear effect on body weight, in the direction of weight gain, from 1 to 3 kg into 4-12 weeks of treatment. This is very interesting and clinically meaningful, but
We were also interested to understand what happen in the medium-long term. Since AD treatment is usually maintained for at least 6 months in the best case, but often more. Here you can see that something change with time, with few exceptions. Let’s see it in detail
This is the case of amitryptiline, which effect on weight gain tend to persist over time, when considering up to 8 months or more
Similar cosiderations can be drawn for mirtazapine
The effect of nortriptyline are less stable, with a trend of restoration after 4-7 months
Fluoxetine was probably one the most interesting cases. Usually fluoxetine is believed to induce weight loss and it has been employed, with little success in obesity. We now know why: its anorexigenic effect is only small (more or less 1 kg) and limited to the short-medium term treatment. After 8 months, body weight of fluoxetine treated patients is no more different from those in placebo.
The same could be observed for sertraline
duloxetine
escitalopram
And citalopram. Though citalopram seems to even induce some weight gain over the long period
A further interesting case is paroxetine. It initially induces a slight weight loss, which is followed by a significant inverse effect over the long term
Finally, bupriopion is associated with a significant weight loss that seems to be maintained and even increased over the medium-term treatment
Finally, fluvoxamine showed no effect on body weight, neither during the cute nor the medium-term period
Many limitations should be however to be taken into account. In our study we could not took into account a number of features potentially impacting the individuals’ changes in body weight. First of all, dosage and gender, since the majority of studies did not report weight changes according to these features. We were further unable to control for other important factors that may confounded specific effects of drugs, such as pre-morbid weight of patients, severity of loss of appetite or, at the opposite, increased appetite, as well as efficacy of Ads in each individual. Overall, inter-individual differences may have a critical impact on the effect of drugs on body weight, though we may assume that these were equally stratified in the different studies. Finally, only few studies were performed over the long period, therefore the differences observed may be biased by small samples sizes.
In conclusion, what I would like you to take home…
Only studies reporting mean baseline and final weight scores or the mean change (in Kg or lb) were included in this analysis.
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Only studies reporting mean baseline and final weight scores or the mean change (in Kg or lb) were included in this analysis.
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Allison DB, Mentore JL, Heo M, et al. Antipsychotic-induced weight gain: a comprehensive research synthesis. Am J Psychiatry . 1999;156:1686-1696.