1. Corso di Psicologia Medica
Psicologia e Psicopatologia dello Sviluppo
Il contributo di Jean Piaget
Prof. Antonello Bellomo
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Università degli Studi di Foggia
2. Corso di Psicologia Medica
Introduzione
Nell’opera dello psicologo svizzero Jean Piaget (1896-1980) lo
studio dello sviluppo psichico infantile si inquadra in una
problematica più ampia, in parte già prospettata da Baldwin,
relativa alla genesi della conoscenza umana e al rapporto tra la
mente e il mondo esterno
Si tratta di una tematica, quella di come si sviluppa la
conoscenza e quale sia la corrispondenza tra essa e gli oggetti
esterni
Piaget in quanto scienziato della natura che studia la struttura
della mente ricorre al metodo scientifico
L’epistemologia genetica elaborata da Piaget ha rappresentato
di fatto la proposta di una nuova filosofia della mente fondata
su basi empiriche
3. Corso di Psicologia Medica
Introduzione
La conquista delle modalità adulte di conoscenza non
è immediata, ma procede per stadi successivi,
ciascuno dei quali svolge un ruolo necessario e
ineludibile per la progressiva ristrutturazione del loro
funzionamento
Con Piaget fu portata a compimento la scoperta di una
“mente infantile”, intravista e approssimativamente
abbozzata già negli ultimi decenni dell’Ottocento ma
mai indagata sistematicamente
Piaget compì una serie incredibile per numero ed
originalità, di ricerche su bambini, aprendo un varco
definitivo per accedere al mondo cognitivo infantile
4. Corso di Psicologia Medica
I concetti fondamentali della teoria piagetiana
Piaget si è ispirato, nell’elaborazione della sua teoria
dello sviluppo mentale, a due modelli fondamentali:
quello dell’adattamento dell’organismo all’ambiente e
quello dell’organizzazione del pensiero secondo
strutture formali
Il punto di partenza della teoria piagetiana è costituito
dal concetto di trasformazione, che può essere riferito
in generale alle interazioni tra organismo e ambiente
Per Piaget, conoscere gli oggetti significa agire su di
essi, cioè trasformarli
5. Corso di Psicologia Medica
I concetti fondamentali della teoria piagetiana
Questo carattere attivo della conoscenza assume
una chiara evidenza nel periodo sensomotorio,
quando gli scambi tra il bambino e l’ambiente
avvengono mediante azioni reali, come prendere,
tirare, succhiare, ecc.
Esso è tuttavia presente anche nelle fasi
successive dello sviluppo, quando, con l’apparire
delle attività rappresentative, il soggetto (bambino
o adulto) è in grado di compiere non solo azioni
reali, ma anche azioni interiorizzate o mentali
6. Corso di Psicologia Medica
I concetti fondamentali della teoria piagetiana
Le azioni interiorizzate sono trasformazioni che, anziché
essere prodotte mediante movimenti del corpo su oggetti
reali, sono prodotte, mediante strumenti puramente
intellettuali, su rappresentazioni di oggetti
Consideriamo ad esempio l’azione di riunire, essa può
essere eseguita realmente su degli oggetti, ponendoli gli
uni accanto agli altri o essere eseguita come azione
interiorizzata
Ogni conoscenza secondo Piaget comporta delle azioni da
parte del soggetto, sia che esse abbiano luogo realmente,
sia che vengano effettuate solo mentalmente
7. Corso di Psicologia Medica
I concetti fondamentali della teoria piagetiana
Le azioni, sia reali che interiorizzate, non esistono in isolamento le une
dalle altre, ma tendono a coordinarsi in strutture d’insieme
Si pone perciò il problema della formazione di queste strutture
d’insieme
Tale formazione secondo Piaget non è dovuta né ad una crescita
puramente maturativa da parte del soggetto, né ad un apprendimento
passivo; essa invece avviene attraverso un processo di costruzione, in
cui gli schemi d’azione (reali o interiorizzati) già presenti incorporano
di volta in volta vari aspetti dell’ambiente, e vengono da questi
modificati, aprendo così la strada ad ulteriori acquisizioni
Date queste premesse, Piaget conclude che il complesso di relazioni
tra soggetto e ambiente che si generano nel corso dello sviluppo
cognitivo consiste di assimilazioni
8. Corso di Psicologia Medica
I concetti fondamentali della teoria piagetiana
Da un punto di vista biologico, l’assimilazione è l’integrazione di
elementi esterni entro una struttura dell’organismo già completata o in
via di evoluzione. Nel senso in cui di solito il termine è
usato, l’assimilazione del cibo consiste di trasformazioni chimiche che
lo incorporano entro la sostanza dell’organismo
Secondo Piaget il concetto di assimilazione ne richiama, per necessità
di cose, un altro, che egli denomina col termine di
accomodamento, schemi che si modificano, acquisizione di nuove
conoscenze
Nel campo del comportamento noi chiameremo accomodamento ogni
modificazione di uno schema di assimilazione o struttura, ad opera
degli elementi che esso assimila. Per esempio, il bambino che assimila
il proprio pollice allo schema della suzione, per succhiare il pollice farà
dei movimenti diversi da quelli che fa per succhiare il seno della madre
(Piaget 1970)
9. Corso di Psicologia Medica
I concetti fondamentali della teoria piagetiana
Nelle azioni del bambino a volte è l’assimilazione, altre volte
l’accomodamento a predominare. Se si tratta di azioni
reali, l’assimilazione predomina quando il bambino ripete a vuoto uno
schema, oppure esercita ripetutamente azioni che già dominava
compiutamente, per il puro piacere di svolgere un’attività
Nel caso di azioni interiorizzate, predomina l’assimilazione quando per
esempio il bambino, cercando di spiegarsi vari fenomeni fisici, finisce
col considerare le attività dei corpi naturali analoghe a quelle che lui
stesso svolge, e formula così le concezioni animistiche
L’accomodamento invece predomina quando il bambino cerca di
modificare le sue azioni, reali o interiorizzate, senza riuscire a collegare
le nuove conoscenze così acquisite con quelle di cui è già in possesso
10. Corso di Psicologia Medica
I concetti fondamentali della teoria piagetiana
Quando effettua una azione (reale o interiorizzata)
adattata, il bambino riesce a cogliere nuovi aspetti
dell’ambiente, integrandolo armoniosamente nel
complesso di conoscenze, pratiche o
rappresentative, che già possiede
L’adattamento (che Piaget considera sinonimo di
intelligenza) viene raggiunto, durante il periodo
sensomotorio, soltanto nel sesto stadio, quando il
bambino riesce a scoprire vari mezzi con cui
risolvere problemi pratici, come cercare un
oggetto finito sotto il mobile, avvicinare un
giocattolo usando uno strumento, ecc.
11. Corso di Psicologia Medica
I concetti fondamentali della teoria piagetiana
La formazione dell’attività rappresentativa mette il bambino
a contatto con un mondo molto più ampio
Da quel momento in poi, il dominio entro cui egli esercita la
propria attività non è più costituito soltanto da oggetti
effettivamente presenti e a portata dei suoi movimenti;
accanto alla percezione e alle azioni reali ora esistono le
rappresentazioni di oggetti
L’adattamento in questo caso non è più costituito da azioni
efficaci, ma dalla costruzione di concetti che consentono di
comprendere la realtà nei suoi molteplici aspetti e di fare
delle previsioni attendibili
12. Corso di Psicologia Medica
I concetti fondamentali della teoria piagetiana
In sintesi, l’organismo assimila incessantemente
l’ambiente alla sua stessa struttura nello stesso tempo
in cui accomoda la struttura propria all’ambiente:
l’adattamento è un equilibrio tra i due scambi
È possibile distinguere quattro periodi nello sviluppo
cognitivo:
periodo dell’intelligenza sensomotoria da 0 a 24 mesi;
periodo caratterizzato dall’intelligenza rappresentativa
preoperatoria dai 2 ai 6 anni;
periodo dell’intelligenza operatoria concreta dai 7 agli
11-12 anni;
periodo dell’intelligenza operatoria formale che parte
dagli 11-12 anni.
13. Corso di Psicologia Medica
I concetti fondamentali della teoria piagetiana
Questi periodi formano una sequenza stadiale
Il termine stadio si riferisce ad una fase dello sviluppo
individuale perché caratterizzata da particolari strutture
d’insieme mediante le quali sono organizzate le azioni reali o
interiorizzate del bambino
Il termine sequenza indica che questi stadi si susseguono l’uno
dopo l’altro in un ordine preciso: un bambino non può
raggiungere uno stadio se prima non ha attraversato quelli che
lo precedono
Fattori culturali (ambiente più o meno stimolante e ricco di
opportunità di compiere esperienze, sia nei confronti
dell’ambiente fisico che sociale) e fattori individuali (maggiore o
minore intelligenza, buona salute fisica, ecc.) possono
accelerare, rallentare, o in qualche caso anche bloccare lo
sviluppo, ma non possono alterare la sequenza con cui esso si
svolge
14. Corso di Psicologia Medica
Periodo dell’intelligenza sensomotoria
Lo schema d’azione rappresenta qui l’equivalente funzionale delle
operazioni logiche del pensiero
Uno schema d’azione è ciò che è trasferibile, generalizzabile o
differenziabile tra una situazione e la successiva
Esempi di schemi d’azione: schema di dondolare un oggetto sospeso, di
tirare un veicolo, di tendere ad un obiettivo, o, in maniera più
complessa, schema di riunione (tutto ciò che unisce), schema d’ordine (ogni
condotta di classificazione)
Questi schemi d’azione motoria rappresentano così delle unità
comportamentali elementari, non legate direttamente agli oggetti; ma questi
schemi d’azione permettono la progressiva assimilazione di nuovi oggetti
mentre questi ultimi, per accomodazione, determinano l’apparizione di nuovi
schemi
Esiste pure una circolarità d’azione tra il bambino e il suo ambiente
15. Corso di Psicologia Medica
Periodo dell’intelligenza sensomotoria
Piaget (1936, 1937, 1946) ha studiato il
periodo sensomotorio osservando i suoi tre
bambini, annotando i loro comportamenti
spontanei, e talora intervenendo in vari modi,
ad esempio mostrando degli oggetti e quindi
nascondendoli, per controllare le loro
reazioni
16. Corso di Psicologia Medica
Periodo dell’intelligenza sensomotoria
Stadio dell’esercizio riflesso (da 0 a 1 mese)
Al momento della nascita il bambino possiede vari schemi riflessi, dovuti a
coordinazioni neuro-muscolari innate. Alcuni di questi riflessi si conservano immutati
durante tutto il corso della vita (è questo il caso dello starnuto) e non presentano
alcun interesse dal punto di vista psicologico. Altri schemi invece (più
specificatamente quelli della suzione, prensione, visione, audizione e fonazione)
subiscono profonde trasformazioni, man mano che, con l’assimilazione e
l’accomodamento, incorporano nuovi oggetti e si coordinano con altri schemi
Durante il primo mese di vita il bambino esercita gli schemi riflessi in modo non
coordinato: succhia gli oggetti che giungono, a contatto delle sue labbra
(suzione), stringe ciò che gli sfiora il palmo della mano (prensione), fissa lo sguardo
sugli oggetti che appaiono nel suo campo visivo (visione), manifesta interesse per i
suoni (audizione) e ne emette a propria volta (fonazione)
Il bambino non si rende conto che varie stimolazioni che raggiungono i suoi organi di
senso
È insomma del tutto assente la nozione di oggetto
17. Corso di Psicologia Medica
Periodo dell’intelligenza sensomotoria
Stadio delle prime abitudini (da 1 a 4 mesi)
Gli schemi riflessi cominciano a differenziarsi, dando origine a nuovi schemi
d’azione, e a coordinarsi gli uni con gli altri, grazie alle reazioni circolari.
Questa espressione indica l’esecuzione ripetuta di un’azione dapprima
prodotta casualmente. Durante questo stadio, l’interesse del bambino è
attirato da certe azioni (tirare fuori la lingua, grattare, produrre certi suoni) in
se stesse, e non da eventuali effetti prodotti sull’ambiente; la loro ripetizione
può essere definita reazione circolare primaria
Le reazioni circolari primarie riguardano anche la coordinazione di più
schemi, come nel caso in cui il bambino si esercita a portare la mano alla
bocca e quindi succhiarla. In questo stadio si assiste alla coordinazione tra
prensione e suzione, visione e prensione (il bambino arriva a prendere in
mano un oggetto che sta vedendo, o a portare davanti agli occhi un oggetto
che sta tenendo in mano), e audizione e fonazione (il bambino cerca di
ascoltare i suoni che ha prodotto, o di riprodurre un suono che ha ascoltato)
Anche in questo stadio come nel precedente la nozione di oggetto è del tutto
assente
18. Corso di Psicologia Medica
Periodo dell’intelligenza sensomotoria
Stadio degli adattamenti sensomotori intenzionali (dai 4 agli 8-9 mesi)
Il bambino manifesta un crescente interesse per l’ambiente circostante: le
azioni che riguardano essenzialmente il corpo vengono ora applicate agli
oggetti
Egli cerca di strofinare, battere, tirare, dondolare, portare alla bocca gli
oggetti che gli capitano a portata di mano, e, osserva gli effetti in questo
modo prodotti
Succede a volte che una di queste azioni produca un effetto interessante,
come l’inatteso dondolio o tintinnio di un giocattolo, e il bambino allora ripete
l’azione in modo da far durare lo “spettacolo interessante”
Questa reazione circolare, volta a ottenere la ripetizione di un effetto
sull’ambiente, e non dell’azione in quanto tale, può essere definita
secondaria
Per quanto riguarda l’azione di oggetto, appaiono ora degli sviluppi rispetto
agli stadi precedenti. Ad esempio il bambino fa dei movimenti di ricerca se
un oggetto gli sfugge di mano, ma desiste ben presto se non lo trova. Egli
dunque va oltre la percezione immediata, ma l’oggetto continua ad essere
un prolungamento dell’azione, più che un’entità indipendente
19. Corso di Psicologia Medica
Periodo dell’intelligenza sensomotoria
Stadio della coordinazione degli schemi secondari e della loro
applicazione a situazioni nuove (dai 9 agli 11-12 mesi)
Il bambino coordina gli schemi che aveva acquisito nello stadio precedente
grazie alle reazioni circolari, e costruisce delle sequenze in cui è possibile
distinguere uno scopo dal mezzo impiegato per raggiungerlo. Per esempio
spostando dapprima un ostacolo (mezzo), egli consegue poi lo scopo di
prendere il giocattolo che si trovava dietro di esso; spingendo la mano della
madre, la induce ad azionare un carillon, e così via
I comportamenti di questo stadio indicano che stanno avvenendo degli
sviluppi importanti anche per quanto riguarda la nozione di oggetto. Se il
bambino riesce a prendere un oggetto, rimovendo l’ostacolo che
momentaneamente lo nasconde, vuol dire che riconosce l’esistenza
dell’oggetto anche se non percepito
La nozione di oggetto presenta però seri limiti, che possono essere
evidenziati nascondendo un giocattolo, nel corso di varie prove, in luoghi
diversi, e lasciando che il bambino osservi questi spostamenti. Il bambino di
questo stadio continua a cercare l’oggetto dove lo ha trovato la prima volta,
anche se ha modo di vedere che esso viene successivamente nascosto in
altri posti.
20. Corso di Psicologia Medica
Periodo dell’intelligenza sensomotoria
Stadio della relazione circolare terziaria e della scoperta di mezzi nuovi
attraverso la sperimentazione attiva (dagli 11-12 ai 18 mesi)
Il bambino cerca ora di scoprire nuovi aspetti degli oggetti e delle azioni. Egli non si
limita più a ripetere e coordinare gli schemi che hanno già prodotto risultati
interessanti, ma li modifica in vari modi, attuando una sorta di sperimentazione
sistematica che Piaget chiama reazione circolare terziaria
Ad esempio nel far cadere ripetutamente un oggetto, egli modifica di volta in volta le
posizioni del proprio braccio, producendo delle traiettorie diverse. Egli scopre così
nuove azioni per attuare sequenze mezzo-fine efficaci. Tra gli schemi che, attraverso
varie sperimentazioni, vengono a costituirsi in questo stadio ricordiamo qui quelli di
tirare un supporto, quale un cuscino o una coperta, per avvicinare un giocattolo che
vi si trova sopra; o usare un oggetto rigido, ad esempio una bambola, per avvicinare
un altro che non è a portata di mano
La nozione di oggetto durante questo stadio è quasi costituita: il bambino non cerca
più gli oggetti nascosti là dove li aveva in precedenza trovati, ma nel posto in cui li ha
visti l’ultima volta. Egli è però ancora legato alla percezione: se un oggetto subisce
degli spostamenti non visibili, non è in grado di ricostruirli mentalmente. Così, se si
chiude una moneta dentro un pugno e, tenendo il pugno chiuso, la si depone sotto
un cuscino, il bambino cercherà la moneta dentro il pugno e non sotto il cuscino
21. Corso di Psicologia Medica
Periodo dell’intelligenza sensomotoria
Stadio dell’invenzione di nuovi mezzi attraverso la combinazione
mentale (dai 18 ai 2 anni)
Questo stadio, caratterizzato dall’avvento dell’attività rappresentativa, segna
la conclusione del periodo sensomotorio. Per “rappresentazione” Piaget
intende “la capacità di evocare mediante un immagine simbolica l’oggetto
assente o l’azione non ancora compiuta” (1968)
Ora il bambino è in grado di immaginarsi delle azioni, oltre che effettuarle
realmente, e quindi pensar la soluzione di un problema pratico prima di
metterla in atto, eseguendo mentalmente le sperimentazioni che nello stadio
precedente poteva realizzare solo tramite azioni reali. Come esempio di ciò
descriviamo un comportamento che Piaget ha osservato in una delle due
figlie all’età di 18 mesi. Jacqueline, avvicinatasi ad una porta stringendo in
ciascuna mano un piccolo fascio d’erba, allunga un braccio verso la
maniglia, ma, prima di averla raggiunta, allontana il braccio, depone il fascio
d’erba per terra e, con la mano ora libera, apre finalmente la porta. La
bambina sembra essersi accorta di non poter afferrare la maniglia avendo le
mani occupate. Essa deve aver immaginato l’esito della sua azione, visto
che la ha interrotta prima di poterla constatare
22. Corso di Psicologia Medica
Periodo dell’intelligenza sensomotoria
Stadio dell’invenzione di nuovi mezzi attraverso la combinazione
mentale (dai 18 ai 2 anni)
A partire da questo stadio il bambino è in grado di usare le immagini mentali,
il linguaggio, i movimenti imitativi per rappresentare sia vari stadi di eventi a
cui ha assistito, sia vari bisogni e fantasie
La capacità di rappresentare oggetti ed eventi consente la piena
acquisizione della nozione di oggetto: ora il bambino è in grado di trovare gli
oggetti nascosti ricostruendo mentalmente gli spostamenti di cui non ha
diretta visione
Come mai l’attività rappresentativa appare solo verso i due anni, cioè
relativamente tardi?
Piaget ritiene che le immagini mediante cui il bambino rappresenta azioni,
oggetti ed eventi derivino dall’interiorizzazione di azioni reali. Per
interiorizzazione egli intende una esecuzione solamente mentale, resa
possibile da molte esecuzioni reali precedenti.
Il bambino sa immaginare delle azioni solo dopo che è giunto a
padroneggiarle compiutamente durante il lungo tirocinio del periodo
sensomotorio. Anche l’immagine mentale di un oggetto deriva da azioni,
come quelle di esplorarlo manualmente o visivamente, seguendone con le
mani o gli occhi i contorni e i tratti più caratteristici
23. Corso di Psicologia Medica
Intelligenza rappresentativa preoperatoria
Questo periodo caratterizza il progressivo accesso all’intelligenza
rappresentativa; ogni oggetto è rappresentato, cioè corrisponde ad
un’immagine mentale che permette di evocare l’oggetto anche in sua
assenza
Il bambino è condotto a sviluppare la sua funzione simbolica (o semeiotica):
il linguaggio, l’imitazione differita, l’immagine mentale, il disegno, il gioco
simbolico
Piaget chiama funzione simbolica la capacità di evocare oggetti o situazioni
non attualmente percepiti servendosi di segni o simboli
Questa funzione simbolica si sviluppa per imitazione sotto forma di attività
ludica: il bambino riproduce nel gioco le situazioni che lo hanno colpito,
interessato, preoccupato
Il linguaggio accompagna il gioco e permette la progressiva interiorizzazione
24. Corso di Psicologia Medica
Intelligenza rappresentativa preoperatoria
Tuttavia il bambino non è ancora capace di porsi al di fuori del
suo proprio punto di vista e non può mettere in relazione
reciproca le sue percezioni successive: il pensiero non è
ancora reversibile, esiste la capacità rappresentativa e non
quella operatoria, da qui il termine preoperatorio
Questo periodo si suddivide a sua volta in due stadi
Stadio del pensiero simbolico o pre-concettuale (dai 2 ai 4
anni)
Stadio del pensiero intuitivo (dai 4 ai 7 anni)
25. Corso di Psicologia Medica
Intelligenza rappresentativa preoperatoria
Stadio del pensiero simbolico o pre-concettuale
(dai 2 ai 4 anni)
Comparsa della funzione simbolica ed inizio
dell’interiorizzazione degli schemi d’azione in
rappresentazioni: il bambino prima di compiere
un’azione se la rappresenta
La funzione simbolica appare nelle sue differenti
forme: linguaggio, gioco simbolico (o
d’immaginazione, si usa un oggetto come simbolo, per
esempio una penna diventa un treno) in opposizione
ai giochi d’esercizio, unici presenti fino a questo
momento, imitazione differita e probabilmente
comparsa dell’immagine mentale concepita come
imitazione interiorizzata (Piaget, 1972)
26. Corso di Psicologia Medica
Intelligenza rappresentativa preoperatoria
Stadio del pensiero simbolico o pre-concettuale (dai 2 ai 4 anni)
Nell’apprendere e nell’usare il linguaggio, il bambino dai 2 ai 4 anni
assimila le parole a dei pre-concetti, designando con esse qualcosa
che non è né generale né individuale, ma oscilla tra questi due estremi.
Piaget (1946) riporta varie osservazioni effettuate sui suoi figli per
documentare questa confusione
A due anni e mezzo, passeggiando con il padre, Jacqueline vede una
lumaca. Incontrandone un’altra qualche metro più avanti, esclama
“ancora la lumaca!”. Al padre che le chiede se è la stessa già
vista, essa risponde di sì, dopo essere tornata sui suoi passi per
vedere la prima
In altri casi Jacqueline, che ha una sorellina minore di nome
Lucienne, afferma che ci sono molte Jacqueline e molte Lucienne: le
seconde sono delle bambine piccole, le prime delle bambine grandi:
Quando la sorellina crescerà, non sarà più una Lucienne bensì una
Jacqueline
27. Corso di Psicologia Medica
Intelligenza rappresentativa preoperatoria
Stadio del pensiero intuitivo (dai 4 ai 7 anni)
Le azioni non sono ancora coordinate in sistemi d’insieme che
consentano di eseguire più azioni mentali in rapida
successione o simultaneamente
Nel cercare di spiegarsi vari ambiti di fenomeni, il bambino
assimila gli eventi a delle azioni simili a quelle che lui stesso
compie, o vede compiere da altre persone: si ha confusione tra
la sfera soggettiva, a cui appartengono desideri, pensieri,
intenzioni, con quella oggettiva a cui appartengono le cose
inanimate le cui relazioni sono determinate da leggi fisiche
Questa confusione è ben evidenziata da tre tendenze che si
manifestano nelle idee infantili sul mondo fisico: l’animismo, il
finalismo e l’artificialismo
28. Corso di Psicologia Medica
Intelligenza rappresentativa preoperatoria
Stadio del pensiero intuitivo (dai 4 ai 7 anni)
Il termine animismo indica “la tendenza a considerare i corpi come vivi e
dotati di intenzioni” (Piaget, 1926; trad. it. 1966, 176)
I bambini ritengono che ogni oggetto implicato in qualche attività che gli sia
caratteristica ne abbia anche coscienza. Così ad esempio un bottone non
sente di essere punto, ma se viene strappato se ne accorge
Prima dei 7-8 anni la natura appare una specie di società ben ordinata, in
cui ogni corpo agisce intenzionalmente allo scopo di garantire agli uomini le
condizioni per una vita serena: la luna sorge per segnalare ai bambini che è
ora di andare a letto, il sole per darci la luce, i battelli galleggiano per
trasportare la gente. Il bambino dunque dà una spiegazione finalistica delle
attività di vari corpi (naturali e non), ritenendosi soddisfatto quando è riuscito
a individuare (a torto o a ragione) gli scopi che questa realizza, senza
chiedersi in che modo tale attività abbia luogo
29. Corso di Psicologia Medica
Intelligenza rappresentativa preoperatoria
Stadio del pensiero intuitivo (dai 4 ai 7 anni)
L’artificialismo infine “consiste nel considerare le cose come il prodotto della
fabbricazione umana” (Piaget, 1926; trad. it., 1966, 259). Questa tendenza del
pensiero infantile è evidenziata dalle spiegazioni che i bambini forniscono a
proposito dell’origine di astri, fiumi, montagne, materie prime e fenomeni come
vento, pioggia, tuoni e lampi. I bambini, prima dei 7-8 anni pensano che siano stati
gli uomini a scavare i bacini idrici e a riempirli con lo sputo, l’urina o con l’acqua
Volendo descrivere le caratteristiche più salienti del modo di pensare dei bambini
dello stadio preoperatorio, Piaget ha usato i termini di egocentrismo e irreversibilità
Il termine egocentrismo sta ad indicare che, proprio perché le sue azioni mentali
non sono ancora coordinate le une con le altre, “il soggetto rimane centrato sulle
proprie azioni e i propri punti di vista” (Piaget, 1970; 710), non ammette una realtà
diversa da ciò che percepisce Durante lo stadio preoperatorio i bambini sembrano
non rendersi conto che una persona, con la quale stanno parlando, può possedere
delle conoscenze diverse dalle loro: ad esempio, omettono una serie di particolari
convinti che l’interlocutore conosca (sincretismo verbale). Essi perciò non sono in
grado di mettersi, per così dire, nei panni dell’interlocutore, fornendo tutte le
informazioni necessarie perché la comunicazione abbia effettivamente successo
30. Corso di Psicologia Medica
Intelligenza rappresentativa preoperatoria
Stadio del pensiero intuitivo (dai 4 ai 7 anni)
Nel disegno i bambini di questa età riescono a collocare i particolari al punto
giusto, a tracciare i contorni in modo appropriato mediante linee rette o
curve, a eseguire insomma dei disegni che effettivamente tendono a
rassomigliare alla realtà, e che sono perciò realistici, secondo l’accezione
con cui Luquet usa questo termine. Il realismo come lo intende in questa
fase il bambino è però diverso da come lo intende l’adulto: il primo è un
realismo intellettuale, ed il secondo è un realismo visivo
Per l’adulto un disegno perché sia rassomigliante deve essere una specie di
fotografia dell’oggetto visto in prospettiva, con dettagli visibili soltanto dalla
parte da cui l’oggetto si osserva
Nella concezione infantile invece un disegno, per essere
rassomigliante, deve contenere tutti gli elementi reali dell’oggetto, anche se
non visibili dalla parte in cui viene osservato
31. Corso di Psicologia Medica
Intelligenza rappresentativa preoperatoria
Stadio del pensiero intuitivo (dai 4 ai 7 anni)
Il termine irreversibilità sta ad indicare che il bambino non ha modo di
annullare gli effetti di un’azione mentale attraverso l’esecuzione di un’altra
azione mentale ad essa opposta: riesce a tener conto di una cosa per volta,
non ha mai presente l’inizio e la fine di un processo
La irreversibilità del pensiero crea delle difficoltà anche nell’acquisizione di
nozioni di fondamentale importanza, come quelle di conservazione o
invarianza
Se al bambino preoperatorio vengono mostrati due bicchieri del tutto identici
contenenti un uguale quantitativo di acqua colorata, e lo sperimentatore
travasa il contenuto di uno dei due recipienti in un bicchiere di forma diversa,
per il bambino ci sarà tanto più sciroppo tanto è più alto il livello poiché
manca la capacità di mettere in relazione l’altezza della colonna d’acqua con
la sezione del contenitore. Secondo Piaget il bambino acquisisce le nozioni
di invarianza o conservazione solo quando ha superato l’irreversibilità del
pensiero
32. Corso di Psicologia Medica
Periodo dell’intelligenza operatoria concreta
Le azioni mentali del bambino sono ora meno collegate
alle immagini, hanno dunque un carattere più astratto
(Piaget, 1947)
Il bambino diventa capace di decentramento, non è
più limitato al suo solo punto di vista, può
coordinare diversi punti di vista e trarne le
conseguenze
Diventa capace di liberarsi dagli aspetti successivi
delle sue percezioni per distinguere, attraverso il
cambiamento, ciò che resta invariato
33. Corso di Psicologia Medica
Periodo dell’intelligenza operatoria concreta
Entrano in gioco le nozioni di conservazione delle sostanze (peso e
volume), poi le conservazioni spaziali e le conservazioni numeriche
Nello stesso tempo in campo sociale il bambino prende coscienza del suo
pensiero, di quello degli altri, cosa che prelude all’arricchimento degli scambi
sociali. Accetta il punto di vista degli altri, i loro sentimenti. Una vera
collaborazione e cooperazione di gruppo diviene possibile
Il limite operatorio di questo periodo resta caratterizzato dalla necessità del
supporto concreto: il bambino non può ancora ragionare partendo da soli
enunciati verbali
Ad esempio, “Editta è più bionda di Susanna. Susanna è più bruna di Lilli.
Quale delle tre ha i capelli più scuri?”. Questo problema non viene risolto
prima degli 11-12 anni (Piaget, 1924); in apparenza esso richiede solo di
collegare (addizionare) le relazioni “più chiaro” e “più scuro” fra tre
colori, tuttavia la forma in cui è presentato ostacola la formazione di
immagini e richiede che si ragioni su delle proposizioni verbali
34. Corso di Psicologia Medica
Periodo dell’intelligenza operatoria formale
Il bambino diviene capace di operare mediante addizioni e moltiplicazioni di
classi e relazioni anche su idee e conoscenze astratte, cioè non raffigurabili
mediante immagini mentali
Le operazioni concrete rivelano il loro limite quando si tratta di affrontare dei
problemi in cui non basta attuare delle classificazioni o degli ordinamenti seriali,
ma occorre saper combinare diversi elementi tra loro per individuare quelli
rilevanti ed eliminare quelli irrilevanti Problemi di questo genere sono ad
esempio quelli in cui occorre scoprire, tra tutti i fattori possibili, i fattori
responsabili di un certo fenomeno. Prendiamo ad esempio, tra quelli proposti da
Piaget e Inhelder nel loro studio sulla logica dell’adolescente Piaget e Inhelder,
1971; pp.69-80), il problema dell’oscillazione del pendolo. Tra i fattori possibili
che possono influenzare la frequenza di oscillazione di un pendolo (formato da
una cordicella a cui viene applicato un peso) vi sono: la lunghezza della corda, il
peso; l’entità della spinta impressa al peso, l’ampiezza dell’oscillazione; quindi i
fattori in gioco sono quattro, più il fattore risultato (frequenza di oscillazione).
Entro certi limiti dell’ampiezza, la frequenza di oscillazione varia in funzione della
lunghezza della corda. Il compito del soggetto è quello di far variare la frequenza
delle oscillazioni e spiegare (verbalmente) la ragione di queste variazioni. Per
riuscire in questo, egli dovrà dissociare il fattore casuale, cioè la lunghezza,
dagli altri tre, per poi escludere questi ultimi.
35. Corso di Psicologia Medica
Periodo dell’intelligenza operatoria formale
Altra caratteristica, collegata a questa, che connota il
pensiero formale è la capacità di usare la categoria del
“possibile” e dell’”ipotetico”, a differenza del pensiero
concreto che si fonda solo sul reale e l’attuale. Il
pensiero formale o operatorio non si riferisce soltanto
agli oggetti, alle loro classi e relazioni, ma a degli insiemi
di oggetti e alle loro diverse combinazioni possibili
Quando si tratta di sapere se una combinazione fattore-
risultato può presentarsi insieme ad altre, oppure no (se
non si escludono altri fattori), allora il ragionamento non
riguarda più il reale soltanto, ma il reale in funzione del
possibile