12. La vita del casaro ieri ed oggi Premesso che la lavorazione del latte che porta alla produzione del Parmigiano Reggiano è da annoverarsi come forma d'arte e che le basi di essa sono rimaste tali nei secoli, non può dire altrettanto della vita del casaro. Il casaro, mestiere nobile ed antico fino agli anni 50,' si tramandava tramite l'uso dell'apprendistato. Da apprendista si passava ad esse "sotcaldera" per poi arrivare alla qualifica di casaro. Oggi esiste la scuola per casari. Fino alla metà del secolo scorso il casaro raccoglieva il latte dei contadini che avevano piccole stalle tanto che il caseificio rimaneva chiuso da novembre a marzo dell'anno successivo a causa della scarsa produzione di latte. Questo veniva raccolto con un carretto trainato da animali, in genere asini, muli, cavalli ma non di rado anche dalle mucche. Il latte raccolto veniva messo a mano nei "bigonci" per poi essere depositato nelle bacinelle e,come si fa adesso, si lavorava assieme il latte della sera con quello della mattina. La scrematura del latte nelle bacinelle veniva fatta alla moglie del casaro che poi utilizzando la zangola di legno, che veniva fatta girare a mano, otteneva il burro. Il lavoro del casaro era tutto manuale: le caldaie in cui veniva cotto il latte erano scaldate a legna ed era compito del garzone mantenere acceso il fuoco a temperatura costante, la regolazione del fuoco era affidata all'intuito del casaro. Le forme di formaggio, dopo la produzione, venivano spostate nei vari settori sempre a mano. Oggi con l'apporto delle tecnologie la vita del casaro è cambiata completamente. Il latte viene raccolto dalle autobotti e trasportato nelle bacinelle tramite delle tubature idrauliche, per poi essere scremato ed immesso nelle caldere ,riscaldate con appositi impianti a gas o a gasolio, dotate di termostati che regolano la temperatura di cottura. Le forme vengono trasportate su nastri trasportatori e pulite con robot nelle cascine di stagionatura. La vita del casaro è notevolmente migliorata, anche se continua ad alzarsi alle 5 del mattino per coricarsi alla sera verso le dieci. Va puntualizzato che, nonostante queste innovazioni tecnologiche , il prodotto rimane sempre fatto con gli stessi ingredienti usati fin dai tempi dei tempi: latte, caglio e sale. Alessio Pagano 2^ B a.s. 2009-2010 Intervista al signor Mauro Marazzi
18. CASEIFICIO SOCIALE DEL PARCO RAMISETO – RE- 15 aprile 2010 Il caseificio in numeri ( dati forniti dalla Sig.re Martino Dolci, presidente del caseificio, consigliere del Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano, Sindaco di Ramiseto ) Visita al caseificio dalle ore 10,00 circa ,alla ore 11.35 circa. Il caseificio è una azienda con 6 addetti in media, inizia l’attività nel 2005 per fusione di 3 caseifici con lo scopo di valorizzare il parco, il territorio, il prodotto. Raccoglie il latte di 20 soci allevatori. Codice del caseificio 999 n. caldaie: 18 Capacità di 1 caldaia: 12 q. di latte Quantità di latte lavorato in 1 giorno: 120 q. di latte Quantità di latte lavorato in un anno : 50.000 q di latte Da 1 caldaia si hanno: 2 forme da 50 kg l’una La cascina contiene : 16000 forme di formaggio Peso di 1 forma: 41 kg Prezzo di vendita per kg del formaggio 2009: Euro 10,50 formaggio da pasto OSSERVAZIONE: il caseificio ha l’insegna che ne indica l’appartenenza al Consorzio Parmigiano- Reggiano.
27. Dati tratti dal libro”Terre e Buoi” L’estensione dei pascoli in montagna, collina e pianura rispetto alla superficie totale: Periodo Montagna Collina Pianura Ottocento 14% 8% 3,70% Anno 1929 11% 4,75% 0% Anni ‘80 9,20% 0,60% 0%
35. “ La Val Parma e la Val Baganza in cartoline d’epoca” collezione di B.DALCO’ 2005. Corniglio: Piazza del Mercato Ricerca di Tramalloni Matteo -3^ B
36. Corniglio 13/01/1984 “Quando la neve bloccava le strade burro e formaggio si facevano in casa.” Nelle foto alcuni momenti del conferimento e della pesatura del latte “montanaro”. Nando Donnini