Presentazione in occasione del convegno a Frascati del 28 giugno 2018 organizzato dal Gruppo Esperantista Tuscolano. Invitato d'eccezione Franco Cardini
1. Europa: quale
futuro?
Lingua, storia e cultura prima della finanza
Federico Gobbo
Università degli Studi dell'Aquila &
Università degli Studi di Torino
Frascati, 28 giugno 2013
2. Prima la diagnosi, poi la prognosi
Per vedere quale futuro è possibile per l'Europa
(prognosi) analizziamo la situazione delle
politiche linguistiche europee attuali (diagnosi).
Presupposto: l'Unione Europea non implode
nonostante la crisi economica e la disaffezione
dei cittadini europei semplificabile in:
● Unione Europea = banche, spread, finanza...
3. La moneta e le lingue ufficiali
Vediamo alcuni esempi di carta moneta di
alcuni Stati del mondo a confronto con l'UE:
● sterlina inglese
● franco svizzero
● yuan cinese
● euro
La moneta è una prova evidente e molto
semplice delle politiche linguistiche ufficiali.
14. La "questione delle lingue" nella UE
è ancora un tabù
Le lingue ufficiali sono 23
come recita la targa
del Parlamento Europeo.
Il 1 Luglio (tra 3 giorni!)
diverranno 24, perché
la Croazia entra nella UE
quale 28-esimo membro.
15. Lo strano caso del croato
Quando la Croazia è diventata paese candidato c'è
stata la proposta di adottare non il croato ma una
varietà scritta di serbo-croato-bosniaco (sigla:
BHS), già usata al Tribunale dell'Aia per i crimini di
guerra della ex-Jugoslavia.
Argomentazione: "tanto lo capite tutti quanti, e
riduciamo i costi quandi entreranno Serbia o
Montenegro."
fonte: Augustin Palokaj, Croatian to become 24th EU language, EUObserver,
24.11.10
16. La protesta croata
La Croazia ha protestato vivamente, con le
seguenti argomentazioni:
● tutti hanno la loro lingua ufficiale, perché noi
no? (eccezione: il Lussemburgo)
● anche i cèchi e gli slovacchi hanno lingue
simili mutualmente comprensibili
passivamente, ciononostante sono due
lingue ufficiali distinte!
● il referendum pro UE rischiava di non
passare!
17. Prime riflessioni
1. L'analisi della carta moneta dell'euro mostra
il tabù sulle politiche linguistiche UE
2. L'allargamento non si ferma: le lingue
ufficiali sono oggi 23, dopodomani 24, tra 20
anni quali e quante? 30? Russia? Turchia?
Israele? Situazione sempre più complessa
3. Il caso croato mostra che non è mai una
questione finanziaria ma sempre
culturale
18. Una politica linguistica europea deve
tener conto di tutte le lingue europee
Per la Commissione Europea, esistono:
1. le lingue ufficiali (23, presto 24)
2. le lingue "regionali e minoritarie di comunità
indigene" (oltre 60, ufficiali localmente, quali
sardo, basco, gaelico, catalano)
3. le lingue "delle comunità immigrate" (quali?
quante? Non si sa, non si dice!)
fonte: http://ec.europa.eu/languages/languages-of-europe/index_it.htm
19. Le lingue di comunità indigene
Nel 2010 l'ufficio per le lingue minori (EBLUL) è
stato chiuso, ufficialmente per problemi di fondi.
L'UE tende a delegare le politiche di queste
lingue agli stati membri. Paradosso! Certe più
parlate delle ufficiali (es. maltese o estone):
● catalano, basco e galiziano (Spagna),
● gallese e scozzese gaelico (Regno Unito)
Alcuni chiedono lo status di lingue "co-
ufficiali".
20. Le lingue delle comunità immigrate
Sono tante, da tutto il mondo. No stime ufficiali.
Menzioniamo almeno le più importanti:
● arabo (nelle sue numerose varianti),
● turco (comunità forti in Germania e Olanda),
● cinese (ogni Chinatown europea ha la sua),
● swahili (lingua veicolare dell'Africa nera).
21. Caso speciale: lingue non territoriali
Lingue come lo yiddish (ebrei askenasiti) e le
lingue dei rom e dei sinti (per es., sinti
piemontese) non sono legate a un territorio.
E' il limite dello ius soli, secondo cui lo status
dipende dalla geografia. L'esempio del
tedesco:
● lingua ufficiale in Germania e Austria
● lingua minoritaria in Südtirol/Alto Adige
22. Caso speciale: le lingue dei segni
Un milione di cittadini non udenti o ipoudenti
hanno una lingua nazionale dei segni come
madrelingua (sono circa 30).
Il 6 giugno 2013 la Commissione europea ha
avviato un progetto per permettere la
comunicazione tra questi cittadini e le istituzioni
UE nelle loro lingue.
fonte: Tullio De Mauro, Segni di interesse in Europa, Internazionale, 1005, 21 giu
23. Abbiamo bisogno di tre livelli
1. Non possiamo promuovere una lingua
ufficiale sopra le altre, ma dobbiamo istituire
un livello nuovo, di lingua federale, che sia
L2 di tutti i cittadini europei
2. Dobbiamo tener conto delle lingue
regionali, eventualmente co-ufficiali,
3. La tutela della lingua madre è diritto
umano fondamentale (Onu, Unesco): la UE
deve permettere la preservazione delle
lingue altre (di immigrazione, non territoriali,
dei segni), le "lingue del cuore" (F.
24. Quale lingua federale per l'Europa?
Queste le proposte fatte finora:
1. anglolalia: inglese pigliatutto (Crystal, Van
Parijs et al.)
2. trilinguismo oligarchico: inglese, francese,
tedesco, o varianti con lo spagnolo (AA. VV.)
3. veteroglossia: latino redivivo (AA. VV.)
4. esoglossia: swahili (Ngũgĩ wa Thiong'o)
5. esperantico: esperanto o "neo-esperanto"
europeo (AA. VV.)
25. Scenario 1: anglolalico
Argomentazione: "ormai l'inglese ha vinto con
la globalizzazione, è diventato lingua franca"
Non vale più lo ius soli: inglese lingua
panterritoriale.
Se il Regno Unito uscisse dalla UE,
potrebbe essere preso l'inglese come lingua
federale.
26. Uno scenario iniquo
L'inglese pigliatutto è iniquo in diversi modi:
● avvantaggia i madrelingua (Regno Unito e
Irlanda)
● ragionevole per l'Europa del Nord (Olanda,
Germania, Svezia, Danimarca, Norvegia...)
● svantaggia l'Europa del Sud (Francia, Italia,
Spagna, Portogallo, Grecia) e l'Europa
dell'Est (Croazia, Repubblica Ceca,
Polonia...)
27. Cosa c'è dietro l'inglese pigliatutto?
Culturalmente e politicamente, c'è l'idea di una
UE filoatlantica:
● rafforza i legami con gli Stati Uniti
d'America
● facilita la mobilità transatlantica
ma considera l'Europa come un paese post-
coloniale del Commonwealth, come
l'Australia o la Nuova Zelanda: non accettabile!
28. Scenario 2: trilinguismo oligarchico
Argomentazione: "il prestigio passato del
francese e del tedesco facciano da scudo
contro l'avanzata dell'inglese imperialista"
Non chiaro se su base territoriale (tedesco ad
Est e francese a Sud?)
Non tiene conto delle lingue regionali e
delle lingue del cuore (gli altri due livelli):
3+2=5!!!
29. Cosa c'è dietro l'oligarchia?
Culturalmente e politicamente, c'è l'idea di una
UE come l'impero austro-ungarico:
● da Napoleone al 1914 ha funzionato
● francese e tedesco indubbiamente prestigiose
ma l'Europa di oggi non è quella che finì 99
anni fa (1914 - 2013)!
30. Perché l'ancien régime non funziona
"Vi sono coloro che rievocano e celebrano l'antica realtà di alcuni imperi o comunità
purilingui di stati, la cui ultima incarnazione, per restare ancora una volta nello
spazio della nostra Unione, fu quella dell'Impero austro-ungarico. Ma indagini
sempre più puntuali, di studiosi anche austriaci, hanno precisato che si trattò di un
plurilinguismo territoriale - cuius regio eius lingua - non promosso o
facilitato a livello individuale, sicché, pur esibendo i regnanti la personale
versatilità e pratica plurilingue, tra i sudditi permanevano accesi antagonismi
territorial-linguistici. Il plurilinguismo da proporre e promuovere tra i cittadini
dell' Unione non deve lasciarli racchiusi nei contenitori territoriali ma deve mirare a
moltiplicare la dotazione linguistica degli individui. La vitalità delle nostre lingue
dev'essere affidata all' impegno, all' interesse, alla libera scelta, al libero amore di
ciascun individuo." (grassetti miei)
fonte: Francesco Sabatini (Crusca), lectio magistralis, Università di Bari, 6 dic 2003
31. Scenario 3: veteroglossia
Argomentazione: "il latino è stato lingua
veicolare d'Europa dalla caduta dell'Impero
Romano d'Occidente fino a tutto il
Rinascimento, ed è la base di tutte le lingue
europee"
Non è chiaro quale latino: la pronuncia
restituta o quella ecclesiastica? Ordine delle
parole di Cesare e Cicerone o di Pascoli?
32. Cosa c'è dietro la veteroglossia?
Culturalmente e politicamente, c'è l'idea di una
UE come la romanità cristianizzata:
ma l'Europa di oggi non è particolarmente
romana (il latino è legato al mondo cattolico,
soprattutto per i protestanti e gli ortodossi)
Il latino è legato al mondo pre-rivoluzione
scientifica, tolemaico - Galileo, Cartesio,
Newton scrivono nelle lingue nazionali!
33. Veri parenti ma falsi amici...
"Molte parole del latino classico si trovano sì nelle lingue neolatine, ma
spesso hanno significato mutato, e diverso nelle diverse lingue. Per
esempio, dalla parola latina spes viene sì l'italiano sperare, ma anche lo
spagnolo esperar, che significa "aspettare, attendere"; il latino mulier è
diventato in spagnolo mujer (donna), mentre in italiano è diventato "moglie",
con significato più limitato. La somiglianza fra le parole latine e quelle delle
lingue neolatine può assai spesso trarre in inganno" (grassetti miei)
fonte: A. Chiti-Batelli, La comunicazione internazionale tra politica e
glottodidattica - L'Esperanto, cent'anni dopo, Marzorati: Milano 1987.
34. Scenario 4: esoglossia
Argomentazione: "lo swahili non è lingua
nazionale di nessuno, bensì lingua veicolare in
Kenya e Tanzania; gli europei possono
redimere le loro colpe in Africa adottando lo
swahili"
L'idea è svantaggiare tutti per non
avvantaggiare nessuno: lo swahili ha il
vantaggio di essere molto regolare
35. Cosa c'è dietro l'esoglossia?
Culturalmente e politicamente, c'è l'idea di un
nuovo asse geopolitico Europa-Africa.
C'è bisogno di un lavoro enorme sul corpus dello
swahili per adattarlo a tutti i domini d'uso
europei
Difficilmente accettabile per gli europei di fare
molta fatica per un senso di colpa degli
antenati!
36. Scenario 5: esperantico
Argomentazione: "l'esperanto è semplice e
regolare, ha elementi dalle grandi famiglie
linguistiche europee (neolatina, germanica,
slava), e funziona ininterrottamente da più di
125 anni"
Eventualmente, per non privilegiare gli
esperantofoni europei sugli extraeuropei, si può
pensare un neo-esperanto europeo.
37. Cosa c'è dietro lo scenario esperantico?
L'idea è un nuovo asse geopolitico, dove la UE
diventa una specie di Stati Uniti d'Europa.
La comunità esperantofona deve rinunciare al
suo status attuale di "lingua dell'amicizia
internazionale e della pace" perché non sarebbe
più una lingua del cuore come oggi
Immaginiamo un esercito europeo che parla
esperanto, o usi socialmente bassi della lingua
38. Il rischio di un neo-esperanto europeo
Per ovviare a questi costi della comunità
esperantofona, si dice: "riformiamo
l'esperanto".
La storia delle lingue ausiliarie internazionali
(Ido, Occidental/Interlingue, Novial,
Interlingua...) mostra che quando si inizia a
toccare la struttura dell'esperanto non si
finisce più e la lingua diventa poco o per nulla
usabile.