3. A scuola agli studenti viene chiesto di imparare pezzi
segmentati, o bocconi, di disciplina che sembrano essere
importanti solo per poter imparare ancora altri pezzi della
stessa materia. Gli studenti avanzano di classe in classe in
infornate di una quindicina di unità, con poche opportunità di
distinguersi dai loro pari, eccetto, forse, per comportamenti
violenti. Hanno poco rispetto per i propri insegnanti ai quali è
stato dato il compito impossibile di pretendere attenzione ad
argomenti che sembrano senza vita e senza utilità. (A.
Steinberg, 1997, Real learning, Real Work p. 4)
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
4. La scuola: 15.000 ore di sistematica formazione ad
imparare come non imparare (S. F. Diggory,
Schooling).
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
5. Una delle possibili ragioni della passività degli studenti
è che raramente nelle attività educative sono messi a
contatto con la divertente, frustrante, intrigante,
imprevedibile complessità del mondo. Nella scuola la
tendenza è di presentare agli studenti spiegazioni
quanto più semplici ed ordinate di quanto accade. Ma
è attraverso il fare esperienza ed il misurarsi con le
complessità che lo studente impara a formarsi le
proprie idee ed all’uso di queste idee in nuove
situazioni. (E. Duckworth)
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
6. Gli allievi potrebbero apprendere se impegnati in
attività che hanno uno scopo e che corrispondono ad
attività che gli adulti svolgono nel mondo reale.
(Dewey)
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
7. Uno dei problemi degli adolescenti è che non si
sentono adeguatamente valorizzati e messi al centro
delle micro dinamiche sociali della comunità in cui essi
vivono. Se famiglia e scuola non offrono loro
opportunità per rispondere a questa esigenza, la
ricerca si potrebbe spostare su comportamenti
socialmente dannosi (Steinberg, 1997).
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
8. La scuola non è il loro
mondo
…CI ERAVAMO RESI CONTO
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
9. Mettendo tutto assieme
Gli studenti vivono la situazione formativa come una dimensione estranea ai propri
interessi e priorità: la scuola non è il loro mondo;
Le resistenze all’impegno nelle attività didattiche proposte dagli insegnanti derivano da
questa assenza di significato attribuito alla situazione in cui si trovano;
La conseguente limitata focalizzazione emotiva e cognitiva sui compiti di
apprendimento li porta a sviluppare un apprendimento superficiale e a mettere in atto
strategie di memorizzazione che raramente sfociano nella comprensione e
nell’applicazione dei contenuti oggetto del percorso di studio;
Le strategie didattiche prevalentemente centrate sulla lezione diretta risultano poco
efficaci in quanto gli studenti non “seguono” le lezioni se non per un periodo molto
limitato;
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
10. La difficoltà a tenere focalizzati gli studenti sui compiti didattici proposti potrebbe essere dovuta
anche al circolo vizioso di estraneità della situazione formativa nel suo insieme – non significato
dei contenuti didattici proposti – mancato impegno nei compiti di apprendimento;
I significati attribuiti alla situazione formativa e i comportamenti in classe hanno le loro radici
anche nelle biografie familiari e personali degli studenti;
I problemi di didattica vissuti dagli insegnanti, spesso in modo drammatico, hanno radici nelle
caratteristiche psicologiche e cognitive degli studenti dovute tanto alle loro precedenti
esperienze scolastiche, che al contesto sociale e familiare in cui vivono;
Alcune strategie didattiche che sembrano funzionare meglio della didattica trasmissiva (didattica
attiva, laboratoriale) sono difficilmente attivabili nell’ambito dell’organizzazione vigente della
didattica.
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
12. Cosa vogliono gli studenti?
non tollerano più lezioni cattedratiche;
vogliono essere rispettati, vogliono che si abbia fiducia in
loro;
vogliono che si tenga conto delle loro opinioni e che li si
apprezzi;
vogliono coltivare le proprie passioni e i propri interessi;
vogliono creare, utilizzando gli strumenti del loro tempo;
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
13. vogliono lavorare con i loro coetanei, in gruppi di lavoro, per
realizzare progetti;
vogliono prendere decisioni ed essere coinvolti nel controllo
dell'esecuzione;
vogliono essere collegati con i loro coetanei per esprimere e
condividere le loro opinioni, in classe e al di fuori della scuola;
vogliono cooperare e competere con altri;
vogliono che l'educazione sia anche legata alla realtà.
(Prensky citato da Bottani)
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
14. Nella vita reale
l’apprendimento è
basato su attività, non
su contenuti
FAR LEVA SULLE MODALITÀ NATURALI DI
APPRENDIMENTO
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
15. Problemi/soluzioni
Non ascoltano, non seguono,
sono passivi
Non colgono il significato di
tante attività didattiche
Facciamoli lavorare,
costruire, sviluppare progetti
Facciamoli esplorare e
scoprire quelle tematiche
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
18. 1.Didattica laboratoriale
1. Gli allievi svolgono la maggior parte del
lavoro;
2. Gli allievi collaborano e costruiscono;
3. Si ha una costante “presenza” didattica.
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
19. I cambiamenti richiesti
1. Il ruolo dei contenuti nell’apprendimento (da contenuti
decontestualizzati a contestualizzati in situazioni ed attività;
quali «contenuti»; la frammentazione delle discipline)
2. I tempi ed i luoghi della didattica (moduli
consistenti, flessibilità logistica)
3. La ristrutturazione dei presupposti concettuali della didattica
(i nostri convincimenti su cosa significhi ed implichi
«apprendere»; la percezione del ruolo del docente)
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
20. Il docente
A.Identifica le opportunità per lo studente di
«fare esperienza di apprendimento»
B.Mette a disposizione le risorse
C.Fornisce supporto nell’esecuzione dei compiti
di apprendimento
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
21. I punti di forza
A.Attivare gli stili di apprendimento preferiti da
ogni studente
B.Utilizzare e valorizzare al meglio le sue proprie
risorse ed i suoi interessi
C.Potenziare i processi cognitivi, metacognitivi e
sociali
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
22. Le criticità: i cambiamenti
A.Modificare le nostre abitudini didattiche
B.Modificare le abitudini di lavoro degli studenti
C.Modificare l’organizzazione della didattica
D.Allargare i luoghi della didattica
E. Allargare gli strumenti della didattica
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
23. La didattica laboratoriale è centra
sullo studente
DIDATTICA CENTRATA SULL’INSEGNANTE
Insegnante espositore di fatti, esperto
Enfasi sulla memorizzazione di fatti
Conoscenza come accumulo
Successo riferito ad una norma
Valutazione come ripetizione
DIDATTICA CENTRATA SUL SOGGETTO CHE
APPRENDE
Insegnante «collaboratore»
Enfasi sull’indagine, scoperta, invenzione
Conoscenza come trasformazione
Successo riferito alla comprensione personale
Valutazione come qualità della prestazione
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
24. … consente di passare dall’apprendimento
meccanico a quello significativo
A. Costruzione di conoscenza non riproduzione
B. Conversazione non ricezione
C. Articolazione non ripetizione
D.Collaborazione non competizione
E. Riflessione non prescrizione
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
25. Processi ed attività per
l’apprendimento significativo
A. investigare
B. esplorare
C. scrivere
D. costruire modelli
E. costruire comunità
F. comunicare con altri
G. progettare
H. visualizzare
I. valutare
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
26. 2. La didattica dei compiti autentici
(Reeves, Herrington, Oliver, 2002 )
A. Hanno rilevanza nel mondo reale
B. Non sono ben definiti (ill-defined) e richiedono allo studente di
definire i compiti ed i sottocompiti necessari a completare
l’attività;
C. Comprendono compiti complessi che devono essere esplorati
dagli studenti in un periodo di tempo sostenibile
D. Consentono soluzioni alternative e portare a prodotti differenti
E. Offrono la possibilità di collaborare
F. Offrono la possibilità di riflettere
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
27. Didattica dei compiti autentici
G. Devono poter essere integrati ed utilizzati in differenti aree
tematiche e portare a risultati che non siano riferibili a specifici
domini di conoscenza
H. Sono integrati nella valutazione
I. Portano alla realizzazione di un prodotto finito, valido di per sé, non
a qualcosa di intermedio e funzionale ad altro
J. Offrono agli studenti l’opportunità di esaminare il compito da
differenti prospettive usando una varietà di risorse
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
28. 3. Didattica attraverso progetti
APPROCCIO DIDATTICO TRADIZIONALE
Si inizia con la trattazione dei
contenuti previsti nel programma
Successivamente si identificano le
loro possibili applicazioni al
mondo “reale”
APPROCCIO PROJECT-BASED LEARNING
Si comincia con un problema
reale che va risolto.
Successivamente si apprendono i
concetti e le abilità che sono
importanti e rilevanti per
affrontare quel problema e
producendo un prodotto o una
soluzione che affronta quel
problema
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
29. 3. Didattica attraverso progetti (a)
da Dewey:
il metodi dei "progetti"
consente una didattica "pragmatica": si impara dal
mondo reale e non da situazioni artificiali;
valorizza le risorse dell'allievo: l'allievo intraprende un
processo individuale e personale di interrogazione più che di
ricerca di ciò che "l'insegnante vuole"
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
30. Didattica attraverso progetti (b)
da Kilpatrick:
incoraggiando lo studente a seguire i propri
interessi, si sviluppa la sua capacità di
autogoverno e di ricerca consapevole di
significato della conoscenza acquisita
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
31. Didattica attraverso progetti (c)
da Bruner:
l'apprendimento attraverso scoperta (discovery-based
learning) è motivante e significativo e, quindi, più utile. Ciò
avviene se l'allievo è attivamente coinvolto nel processo
d'apprendimento, se seleziona e trasforma le informazioni
ed intraprende un processo di costruzione, prova e
ricostruzione della conoscenza con cui viene a contatto
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
32. Didattica attraverso progetti (d)
da Rogers:
l'apprendimento significativo ha luogo solo
quando chi apprende percepisce che il tema ha
rilevanza per i suoi propri scopi
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
33. 4. Peer tutoring
A. Valorizzare le relazioni tra pari per motivare e
promuovere apprendimento
B. Formazione e supporto dei peer tutor
C. Riconoscimento del peer tutoring (formale e sostanziale)
D. Mentor dei peer tutor
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
34. Le leve dell’efficacia
A. Sul piano cognitivo
A. Conoscenze presentate nel contesto del loro utilizzo
B. Collegamento apprendimento ed utilizzo di quanto appreso
C. Complessità dei compiti di apprendimento
D. Attivazione cognitiva (mobilitazione del pensiero)
B. Sul piano affettivo
A. Valorizzazione di quanto si sa (risorse personali)
B. Valorizzazione di approcci personali
C. Sul piano sociale
A. Lavorare non in isolamento
B. L’altro come risorsa
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM