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Percorre e allargare
la strada stretta della
didattica
GIANNI MARCONATO
METIS GENOVA 21 – 23 MARZO 2014
MIUR – MAESTRI DI STRADA – MUSEO LUZZATI
Fare scuola andando oltre la scuola
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
A scuola agli studenti viene chiesto di imparare pezzi
segmentati, o bocconi, di disciplina che sembrano essere
importanti solo per poter imparare ancora altri pezzi della
stessa materia. Gli studenti avanzano di classe in classe in
infornate di una quindicina di unità, con poche opportunità di
distinguersi dai loro pari, eccetto, forse, per comportamenti
violenti. Hanno poco rispetto per i propri insegnanti ai quali è
stato dato il compito impossibile di pretendere attenzione ad
argomenti che sembrano senza vita e senza utilità. (A.
Steinberg, 1997, Real learning, Real Work p. 4)
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
La scuola: 15.000 ore di sistematica formazione ad
imparare come non imparare (S. F. Diggory,
Schooling).
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
Una delle possibili ragioni della passività degli studenti
è che raramente nelle attività educative sono messi a
contatto con la divertente, frustrante, intrigante,
imprevedibile complessità del mondo. Nella scuola la
tendenza è di presentare agli studenti spiegazioni
quanto più semplici ed ordinate di quanto accade. Ma
è attraverso il fare esperienza ed il misurarsi con le
complessità che lo studente impara a formarsi le
proprie idee ed all’uso di queste idee in nuove
situazioni. (E. Duckworth)
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
Gli allievi potrebbero apprendere se impegnati in
attività che hanno uno scopo e che corrispondono ad
attività che gli adulti svolgono nel mondo reale.
(Dewey)
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
Uno dei problemi degli adolescenti è che non si
sentono adeguatamente valorizzati e messi al centro
delle micro dinamiche sociali della comunità in cui essi
vivono. Se famiglia e scuola non offrono loro
opportunità per rispondere a questa esigenza, la
ricerca si potrebbe spostare su comportamenti
socialmente dannosi (Steinberg, 1997).
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
La scuola non è il loro
mondo
…CI ERAVAMO RESI CONTO
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Mettendo tutto assieme
Gli studenti vivono la situazione formativa come una dimensione estranea ai propri
interessi e priorità: la scuola non è il loro mondo;
Le resistenze all’impegno nelle attività didattiche proposte dagli insegnanti derivano da
questa assenza di significato attribuito alla situazione in cui si trovano;
La conseguente limitata focalizzazione emotiva e cognitiva sui compiti di
apprendimento li porta a sviluppare un apprendimento superficiale e a mettere in atto
strategie di memorizzazione che raramente sfociano nella comprensione e
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Le strategie didattiche prevalentemente centrate sulla lezione diretta risultano poco
efficaci in quanto gli studenti non “seguono” le lezioni se non per un periodo molto
limitato;
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
La difficoltà a tenere focalizzati gli studenti sui compiti didattici proposti potrebbe essere dovuta
anche al circolo vizioso di estraneità della situazione formativa nel suo insieme – non significato
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esperienze scolastiche, che al contesto sociale e familiare in cui vivono;
Alcune strategie didattiche che sembrano funzionare meglio della didattica trasmissiva (didattica
attiva, laboratoriale) sono difficilmente attivabili nell’ambito dell’organizzazione vigente della
didattica.
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
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GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
Cosa vogliono gli studenti?
 non tollerano più lezioni cattedratiche;
 vogliono essere rispettati, vogliono che si abbia fiducia in
loro;
 vogliono che si tenga conto delle loro opinioni e che li si
apprezzi;
 vogliono coltivare le proprie passioni e i propri interessi;
 vogliono creare, utilizzando gli strumenti del loro tempo;
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
 vogliono lavorare con i loro coetanei, in gruppi di lavoro, per
realizzare progetti;
 vogliono prendere decisioni ed essere coinvolti nel controllo
dell'esecuzione;
 vogliono essere collegati con i loro coetanei per esprimere e
condividere le loro opinioni, in classe e al di fuori della scuola;
 vogliono cooperare e competere con altri;
 vogliono che l'educazione sia anche legata alla realtà.
(Prensky citato da Bottani)
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Nella vita reale
l’apprendimento è
basato su attività, non
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FAR LEVA SULLE MODALITÀ NATURALI DI
APPRENDIMENTO
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
Problemi/soluzioni
Non ascoltano, non seguono,
sono passivi
Non colgono il significato di
tante attività didattiche
Facciamoli lavorare,
costruire, sviluppare progetti
Facciamoli esplorare e
scoprire quelle tematiche
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Quale didattica a
scuola per andare
oltre la scuola
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Riferimenti
A.Didattica laboratoriale
B.Didattica per compiti autentici
C.Didattica per progetti
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1.Didattica laboratoriale
1. Gli allievi svolgono la maggior parte del
lavoro;
2. Gli allievi collaborano e costruiscono;
3. Si ha una costante “presenza” didattica.
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
I cambiamenti richiesti
1. Il ruolo dei contenuti nell’apprendimento (da contenuti
decontestualizzati a contestualizzati in situazioni ed attività;
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(i nostri convincimenti su cosa significhi ed implichi
«apprendere»; la percezione del ruolo del docente)
GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
Il docente
A.Identifica le opportunità per lo studente di
«fare esperienza di apprendimento»
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di apprendimento
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3. Didattica attraverso progetti
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3. Didattica attraverso progetti (a)
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Didattica attraverso progetti (b)
da Kilpatrick:
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da Rogers:
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GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
4. Peer tutoring
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GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
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A. Sul piano cognitivo
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IL CAMBIAMENTO IN UNA FRASE

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Percorrere e allargare la strada stretta della didattica

  • 1. Percorre e allargare la strada stretta della didattica GIANNI MARCONATO METIS GENOVA 21 – 23 MARZO 2014 MIUR – MAESTRI DI STRADA – MUSEO LUZZATI
  • 2. Fare scuola andando oltre la scuola GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 3. A scuola agli studenti viene chiesto di imparare pezzi segmentati, o bocconi, di disciplina che sembrano essere importanti solo per poter imparare ancora altri pezzi della stessa materia. Gli studenti avanzano di classe in classe in infornate di una quindicina di unità, con poche opportunità di distinguersi dai loro pari, eccetto, forse, per comportamenti violenti. Hanno poco rispetto per i propri insegnanti ai quali è stato dato il compito impossibile di pretendere attenzione ad argomenti che sembrano senza vita e senza utilità. (A. Steinberg, 1997, Real learning, Real Work p. 4) GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 4. La scuola: 15.000 ore di sistematica formazione ad imparare come non imparare (S. F. Diggory, Schooling). GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 5. Una delle possibili ragioni della passività degli studenti è che raramente nelle attività educative sono messi a contatto con la divertente, frustrante, intrigante, imprevedibile complessità del mondo. Nella scuola la tendenza è di presentare agli studenti spiegazioni quanto più semplici ed ordinate di quanto accade. Ma è attraverso il fare esperienza ed il misurarsi con le complessità che lo studente impara a formarsi le proprie idee ed all’uso di queste idee in nuove situazioni. (E. Duckworth) GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 6. Gli allievi potrebbero apprendere se impegnati in attività che hanno uno scopo e che corrispondono ad attività che gli adulti svolgono nel mondo reale. (Dewey) GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 7. Uno dei problemi degli adolescenti è che non si sentono adeguatamente valorizzati e messi al centro delle micro dinamiche sociali della comunità in cui essi vivono. Se famiglia e scuola non offrono loro opportunità per rispondere a questa esigenza, la ricerca si potrebbe spostare su comportamenti socialmente dannosi (Steinberg, 1997). GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 8. La scuola non è il loro mondo …CI ERAVAMO RESI CONTO GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 9. Mettendo tutto assieme Gli studenti vivono la situazione formativa come una dimensione estranea ai propri interessi e priorità: la scuola non è il loro mondo; Le resistenze all’impegno nelle attività didattiche proposte dagli insegnanti derivano da questa assenza di significato attribuito alla situazione in cui si trovano; La conseguente limitata focalizzazione emotiva e cognitiva sui compiti di apprendimento li porta a sviluppare un apprendimento superficiale e a mettere in atto strategie di memorizzazione che raramente sfociano nella comprensione e nell’applicazione dei contenuti oggetto del percorso di studio; Le strategie didattiche prevalentemente centrate sulla lezione diretta risultano poco efficaci in quanto gli studenti non “seguono” le lezioni se non per un periodo molto limitato; GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 10. La difficoltà a tenere focalizzati gli studenti sui compiti didattici proposti potrebbe essere dovuta anche al circolo vizioso di estraneità della situazione formativa nel suo insieme – non significato dei contenuti didattici proposti – mancato impegno nei compiti di apprendimento; I significati attribuiti alla situazione formativa e i comportamenti in classe hanno le loro radici anche nelle biografie familiari e personali degli studenti; I problemi di didattica vissuti dagli insegnanti, spesso in modo drammatico, hanno radici nelle caratteristiche psicologiche e cognitive degli studenti dovute tanto alle loro precedenti esperienze scolastiche, che al contesto sociale e familiare in cui vivono; Alcune strategie didattiche che sembrano funzionare meglio della didattica trasmissiva (didattica attiva, laboratoriale) sono difficilmente attivabili nell’ambito dell’organizzazione vigente della didattica. GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 12. Cosa vogliono gli studenti?  non tollerano più lezioni cattedratiche;  vogliono essere rispettati, vogliono che si abbia fiducia in loro;  vogliono che si tenga conto delle loro opinioni e che li si apprezzi;  vogliono coltivare le proprie passioni e i propri interessi;  vogliono creare, utilizzando gli strumenti del loro tempo; GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 13.  vogliono lavorare con i loro coetanei, in gruppi di lavoro, per realizzare progetti;  vogliono prendere decisioni ed essere coinvolti nel controllo dell'esecuzione;  vogliono essere collegati con i loro coetanei per esprimere e condividere le loro opinioni, in classe e al di fuori della scuola;  vogliono cooperare e competere con altri;  vogliono che l'educazione sia anche legata alla realtà. (Prensky citato da Bottani) GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 14. Nella vita reale l’apprendimento è basato su attività, non su contenuti FAR LEVA SULLE MODALITÀ NATURALI DI APPRENDIMENTO GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 15. Problemi/soluzioni Non ascoltano, non seguono, sono passivi Non colgono il significato di tante attività didattiche Facciamoli lavorare, costruire, sviluppare progetti Facciamoli esplorare e scoprire quelle tematiche GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 16. Quale didattica a scuola per andare oltre la scuola GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 17. Riferimenti A.Didattica laboratoriale B.Didattica per compiti autentici C.Didattica per progetti D.Peer tutoring GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 18. 1.Didattica laboratoriale 1. Gli allievi svolgono la maggior parte del lavoro; 2. Gli allievi collaborano e costruiscono; 3. Si ha una costante “presenza” didattica. GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 19. I cambiamenti richiesti 1. Il ruolo dei contenuti nell’apprendimento (da contenuti decontestualizzati a contestualizzati in situazioni ed attività; quali «contenuti»; la frammentazione delle discipline) 2. I tempi ed i luoghi della didattica (moduli consistenti, flessibilità logistica) 3. La ristrutturazione dei presupposti concettuali della didattica (i nostri convincimenti su cosa significhi ed implichi «apprendere»; la percezione del ruolo del docente) GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 20. Il docente A.Identifica le opportunità per lo studente di «fare esperienza di apprendimento» B.Mette a disposizione le risorse C.Fornisce supporto nell’esecuzione dei compiti di apprendimento GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 21. I punti di forza A.Attivare gli stili di apprendimento preferiti da ogni studente B.Utilizzare e valorizzare al meglio le sue proprie risorse ed i suoi interessi C.Potenziare i processi cognitivi, metacognitivi e sociali GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 22. Le criticità: i cambiamenti A.Modificare le nostre abitudini didattiche B.Modificare le abitudini di lavoro degli studenti C.Modificare l’organizzazione della didattica D.Allargare i luoghi della didattica E. Allargare gli strumenti della didattica GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 23. La didattica laboratoriale è centra sullo studente DIDATTICA CENTRATA SULL’INSEGNANTE Insegnante espositore di fatti, esperto Enfasi sulla memorizzazione di fatti Conoscenza come accumulo Successo riferito ad una norma Valutazione come ripetizione DIDATTICA CENTRATA SUL SOGGETTO CHE APPRENDE Insegnante «collaboratore» Enfasi sull’indagine, scoperta, invenzione Conoscenza come trasformazione Successo riferito alla comprensione personale Valutazione come qualità della prestazione GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 24. … consente di passare dall’apprendimento meccanico a quello significativo A. Costruzione di conoscenza non riproduzione B. Conversazione non ricezione C. Articolazione non ripetizione D.Collaborazione non competizione E. Riflessione non prescrizione GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 25. Processi ed attività per l’apprendimento significativo A. investigare B. esplorare C. scrivere D. costruire modelli E. costruire comunità F. comunicare con altri G. progettare H. visualizzare I. valutare GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 26. 2. La didattica dei compiti autentici (Reeves, Herrington, Oliver, 2002 ) A. Hanno rilevanza nel mondo reale B. Non sono ben definiti (ill-defined) e richiedono allo studente di definire i compiti ed i sottocompiti necessari a completare l’attività; C. Comprendono compiti complessi che devono essere esplorati dagli studenti in un periodo di tempo sostenibile D. Consentono soluzioni alternative e portare a prodotti differenti E. Offrono la possibilità di collaborare F. Offrono la possibilità di riflettere GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 27. Didattica dei compiti autentici G. Devono poter essere integrati ed utilizzati in differenti aree tematiche e portare a risultati che non siano riferibili a specifici domini di conoscenza H. Sono integrati nella valutazione I. Portano alla realizzazione di un prodotto finito, valido di per sé, non a qualcosa di intermedio e funzionale ad altro J. Offrono agli studenti l’opportunità di esaminare il compito da differenti prospettive usando una varietà di risorse GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 28. 3. Didattica attraverso progetti APPROCCIO DIDATTICO TRADIZIONALE Si inizia con la trattazione dei contenuti previsti nel programma Successivamente si identificano le loro possibili applicazioni al mondo “reale” APPROCCIO PROJECT-BASED LEARNING Si comincia con un problema reale che va risolto. Successivamente si apprendono i concetti e le abilità che sono importanti e rilevanti per affrontare quel problema e producendo un prodotto o una soluzione che affronta quel problema GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 29. 3. Didattica attraverso progetti (a) da Dewey: il metodi dei "progetti" consente una didattica "pragmatica": si impara dal mondo reale e non da situazioni artificiali; valorizza le risorse dell'allievo: l'allievo intraprende un processo individuale e personale di interrogazione più che di ricerca di ciò che "l'insegnante vuole" GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 30. Didattica attraverso progetti (b) da Kilpatrick: incoraggiando lo studente a seguire i propri interessi, si sviluppa la sua capacità di autogoverno e di ricerca consapevole di significato della conoscenza acquisita GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 31. Didattica attraverso progetti (c) da Bruner: l'apprendimento attraverso scoperta (discovery-based learning) è motivante e significativo e, quindi, più utile. Ciò avviene se l'allievo è attivamente coinvolto nel processo d'apprendimento, se seleziona e trasforma le informazioni ed intraprende un processo di costruzione, prova e ricostruzione della conoscenza con cui viene a contatto GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 32. Didattica attraverso progetti (d) da Rogers: l'apprendimento significativo ha luogo solo quando chi apprende percepisce che il tema ha rilevanza per i suoi propri scopi GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 33. 4. Peer tutoring A. Valorizzare le relazioni tra pari per motivare e promuovere apprendimento B. Formazione e supporto dei peer tutor C. Riconoscimento del peer tutoring (formale e sostanziale) D. Mentor dei peer tutor GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 34. Le leve dell’efficacia A. Sul piano cognitivo A. Conoscenze presentate nel contesto del loro utilizzo B. Collegamento apprendimento ed utilizzo di quanto appreso C. Complessità dei compiti di apprendimento D. Attivazione cognitiva (mobilitazione del pensiero) B. Sul piano affettivo A. Valorizzazione di quanto si sa (risorse personali) B. Valorizzazione di approcci personali C. Sul piano sociale A. Lavorare non in isolamento B. L’altro come risorsa GIANNIMARCONATO@GMAIL.COM
  • 35. Dai «contenuti» alle «risorse» IL CAMBIAMENTO IN UNA FRASE