Lettera capodiferro su iniziative commissario dabbicco
1. A proposito di….
A poco più di due mesi dalla nomina del Commissario Prefettizio, si fa sempre più frenetica, fra i
vari schieramenti politici nostrani, la ricerca di formule di aggregazione e improbabili candidati Sindaco.
E mentre i vari laboratori politici tentano di coalizzare personaggi e idee tra loro contrastanti, la
dott.ssa Dabbicco (commissario prefettizio) continua imperterrita ad assumere decisioni di non poco conto
per la città secondo un modello relazionale oggi molto in voga e introdotto dall’attuale Presidente del
Consiglio, prof. Mario Monti che prima di adottare un provvedimento consulta i partiti e lo pubblicizza
attraverso la stampa salvo poi appellarsi al buon senso e alla comprensione di chi gli effetti nefasti dei
provvedimenti assunti li subisce: lavoratori e lavoratrici dipendenti, pensionati, ovvero la grande platea dei
cosiddetti cittadini comuni.
Nessun contatto con i corpi intermedi della società nessun tentativo di ascoltare anche altri soggetti
sociali.
A differenza del Commissario Prefettizio dott. Palomba, (gestione commissariale precedente alla
elezione di Piero Longo), che della partecipazione ne fece uno strumento di fondamentale importanza
programmatoria attraverso il quale affrontare le situazioni più spinose come l’equilibrio di bilancio, la
stabilizzazione dei lavoratori precari, l’annullamento di atti amministrativi di dubbia legittimità e altro
ancora, la dott.ssa Dabbicco non ha mai convocato alcuna rappresentanza del mondo del lavoro, dell’impresa
o dell’associazionismo in generale nonostante abbia assunto diversi provvedimenti i cui effetti hanno
ricadute sociali e amministrative di non poco conto: nomina C.d.A. della Spes, azzeramento della Dirigenza,
esternalizzazione parziale dell’asilo nido, concorso pubblico per assumere due educatrici.
Paradossalmente, il Commissario, continua a consultare proprio gli artefici delle situazioni critiche
che si trova a dover affrontare e che hanno contribuito ai rispettivi fallimenti amministrativi delle gestioni
Mastrovito / Longo non ritenendo necessario alcuna forma di coinvolgimento della cittadinanza.
Vogliamo parlare della Spes? Nata come un’azienda che avrebbe dovuto ridurre i costi della raccolta
dei rifiuti solidi urbani si è rivelata, ben presto, un’autentica azienda mangiasoldi incapace di allargare la sua
operatività o di tessere accordi industriali extracomunali tali da renderla finanziariamente sana e quindi in
grado di competere sul mercato con i maggiori competitor del settore.
Ambedue gli schieramenti politici hanno la loro parte di responsabilità, il centro-sinistra per aver
proposto e sottoscritto, durante l’amministrazione Mastrovito, la strana impostazione societaria che con i
patti parasociali concedeva al socio di minoranza la gestione dell’azienda in cambio, forse, della possibilità,
spesso utilizzata, di usarla come una specie di ammortizzatore sociale dove poter collocare amici e parenti
senza i fastidiosi vincoli procedurali e normativi che regolano l’impiego pubblico e dove far lavorare aziende
amiche con il gioco degli appalti e dei sub appalti;
Il centro-destra avrebbe potuto rimettere le cose a posto, rivedendo i patti parasociali, rilevando la
quota del socio di minoranza, che non ci risulta abbia apportato alcunché in termini di know-how, e
nominando un management in grado di rilanciare l’azienda, ma che invece, alla fine, ha pensato bene di
imitare i predecessori usando più raffinatezza attraverso l’utilizzo di forme di lavoro flessibili a chiamata,
legittime, ma pur sempre nominali, incrementando la spesa per il personale e finendo per litigare tra loro
stessi creando la paradossale situazione di contrapposizione tra il C.d.A. e il suo socio di maggioranza
(Comune di Gioia) e consegnando al Commissario Prefettizio un’azienda in condizioni finanziarie pietose
senza alcun piano industriale serio gonfia di personale e senza alcuna prospettiva di rilancio nonostante
all’interno della Giunta Longo vi fosse una corrente di pensiero, minoritaria, che avrebbe voluto tentare di
provarci.
Oggi la dott.ssa Dabbicco dopo aver consultato entrambi gli schieramenti corresponsabili dell’attuale
situazione, ha nominato, nel consiglio di amministrazione della società, dei tecnici affinché analizzino la
reale situazione ed elaborino un piano serio ed obiettivo e scevro da interessi personalistici che consenta
alla città di poter decidere in fretta cosa fare.
A parte i pettegolezzi, però, nessuno sa cosa abbia in mente il Commissario né quali siano le reali
condizioni dell’azienda come se tutto fosse un affare privato da non dover dar conto ad alcuno.
Stesso ragionamento è quello relativo alla privatizzazione di alcune sezioni dell’asilo nido.
Nessuna informativa, nessun coinvolgimento della città, nessun rispetto delle norme
sull’esternalizzazione di servizi pubblici, nessun riferimento ai costi e alla qualità dell’appalto. Eppure
stiamo parlando di un servizio i cui riflessi toccano le famiglie, i nostri bambini, oltre alle questioni
occupazionali che ovviamente non vanno sottaciute.
Vogliamo parlare dell’azzeramento della Dirigenza? Ebbene anche in questo caso la dott.ssa
Dabbicco ha consultato i soliti noti e senza alcun confronto con le rappresentanze dei lavoratori, ha
2. proceduto spedita per la sua strada e ha dichiarato il proprio intendimento ad assumere nuove figure
dirigenziali. Non c’è dato conoscere se alla base di tale intendimento vi è una valutazione sulla reale utilità
della figura dirigenziale in un Ente con circa centoventi dipendenti, se sia stata mai effettuata un’analisi dei
costi e dei benefici che tali professioni comportano, se sia stata mai ipotizzata una soluzione che
responsabilizzando maggiormente i funzionari già presenti riesca a dare risultati più soddisfacenti a costo
invariato. Secondo una proiezione sommaria quattro dirigenti costerebbero alla comunità gioiese poco più di
mezzo milione di euro! Circa diciotto euro ad abitante, bambini e neonati compresi, che in un contesto
economico di crisi, qual è quello in cui versa il Paese, incide ancora sui sempre più falcidiati bilanci
familiari.
Bene farebbe il Commissario, prima di assumere decisioni affrettate, a valutare altre forme di
organizzazione degli uffici comunali che possano soddisfare le esigenze amministrative senza alcun aggravio
finanziario, perché oggi la vera scommessa alla quale sono chiamate le Pubbliche Amministrazioni è proprio
quella di migliorare i servizi ai cittadini spendendo meno attraverso una seria razionalizzazione delle risorse
e una riorganizzazione degli uffici. Il legislatore nella cosiddetta manovra di luglio 2011 (DL 98/2011) ha
dato gli strumenti legislativi (vedi art 16), ora sta nella capacità degli amministratori della “res” pubblica
utilizzarli al meglio coinvolgendo tutti i soggetti interessati.
Purtroppo non tutti sono pronti ad accettare questa grande sfida e le polemiche di questi giorni sulla
questione nomine, artatamente date in pasto ai media, sono a dir poco allucinanti per il misero tentativo di far
passare come rispettose delle leggi e “osservanti le previsioni normative” alcune assurde decisioni assunte
dall’Amministrazione Longo in materia di Dirigenza. Tutte fesserie!
Saremmo proprio curiosi di sapere se i partiti, nelle ormai frequenti consultazioni, abbiano fatto
presente al Commissario Prefettizio, le tante anomalie gestionali che nel corso degli anni hanno
contraddistinto le ultime amministrazioni (Mastrovito/Longo).
Solo per citare alcuni esempi, abbiamo raccontato e denunciato dalle colonne di Gioia Oggi, di
affidamenti di servizi senza bando pubblico o assegnati direttamente prima alla multiservizi e poi con la
formula del sub appalto concesse ad altre aziende o cooperative, di procedure concorsuali scorrette,
commissioni anomale, concorsi fantasma che dal 1998 fanno da specchio per le allodole, bandi concorsuali
sospesi, annullati e poi improvvisamente ricomparsi, promozioni sospette, indennità non dovute, incarichi e
consulenze poco chiare, si è giunti addirittura a ignorare i rilievi ispettivi in merito all’allegra gestione
amministrativa, per giungere alla farsa degli incarichi dirigenziali conferiti nonostante si fosse a conoscenza
di norme che ne impedivano il conferimento.
Ebbene, è su tutto ciò che si deve far chiarezza e assumere i consequenziali provvedimenti in
autotutela per riportare tutto alla “regolare normalità” cominciando proprio da dove s’interruppe l’azione di
regolarizzazione avviata dal dott. Palomba, ottemperando a quanto più volte sollecitato dalla Funzione
Pubblica e dalla Ragioneria Generale dello Stato.
Forse, in occasione del primo incontro con la stampa avremmo dovuto omaggiare il Commissario
Prefettizio delle copie di Gioia Oggi nelle quali abbiamo riportato fatti e notizie dettagliate relative a diverse
vicende che hanno interessato Palazzo San Domenico. Ma a questo si può sempre rimediare anche se siamo
convinti che la Prefettura di Bari, e non solo, sia a conoscenza di tutte le “storielle gioiesi”.
Francesco Capodiferro