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Lama San Giorgio è un lungo solco erosivo (circa 40 Km), formato, dallo scorrimento
delle acque meteoriche su di un substrato prevalentemente costituito da calcari me-
sozoici, individuabili nelle unità litostratigrafiche del Calcare di Altamura e del Calcare
di Bari ed approfonditosi a seguito del sollevamento tettonico subito dall’area murgi-
ana in epoca Pleistocenica.
Le lame possono considerarsi come formazioni geomorfologiche tipiche della Puglia
centrale che svolgono una funzione primaria nella regolazione dell’idrologia di super-
ficie.
Generalmente esse consentono il deflusso delle acque meteoriche, attraverso tipici
sistemi di valli chiuse propri di quei territori carsici comuni in gran parte della Puglia,
verso punti naturali di assorbimento inghiottitoi, vore, ecc. che alimentano diretta-
mente le falde sotterranee ma, come nel caso di Lama San Giorgio, possono anche
orientare il deflusso delle acque direttamente verso il mare.
Le lame costituiscono un elemento caratterizzante del paesaggio pugliese e la loro
valenza si estrinseca non solo attraverso la funzione idraulica espletata ma, molto
spesso, anche attraverso l’importanza naturalistica e storica che possono rivestire.
Lama San Giorgio origina alle falde della collina di Monte Sannace in territorio di
Gioia del Colle e prosegue con un percorso sinuoso verso nord attraverso i territori
dei Comuni di Sammichele, Casamassima, Rutigliano, Noicattaro, Triggiano per termi-
nare in territorio di Bari in corrispondenza del porticciolo del piccolo centro abitato di
San Giorgio.
Nel suo lungo percorso la Lama, fatta eccezione per l’area di origine, in agro di Gioia
del Colle, territorialmente caratterizzata da zone boschive alternate a coltivi in un
contesto ambientale e paesaggistico di alta qualità, si snoda in un territorio del tut-
to coltivato e prevalentemente investito da colture specializzate spesso a carattere
monocolturale-intensivo di bassa se non nulla qualità agroambientale.
In tale circostanza il suo solco erosivo, che seppure a volte si assottiglia fino a divenire
una debole traccia ma che per lunghi tratti si allarga ad ospitare ampie aree con as-
setto vegetazionale che dal bosco sconfina nella macchia e nella gariga, rappresenta
ecologicamente già oggi, con la sua biodiversità, un fondamentale ed insostituibile
fattore di riequilibrio agro-ambientale; suscettibile di divenire, fatti salvi gli opportuni
interventi naturalistici di restauro e miglioramento delle aree degradate, un vero e
proprio “corridoio ecologico” capace di collegare la sponda adriatica con gli splen-
didi paesaggi della Murgia sud-orientale, ricchi di boschi e insediamenti agricoli es-
tensivi.
Le formazioni vegetazionali presenti, a partire dal piano più elevato (400 m.) in corri-
spondenza del Monte Sannace, sono costituite da boschi a prevalente composizione
mista di fragno e roverella (Quercus trojana – Quercus pubescens) in associazione a
fillirea (Phyllirea largifolia), alaterno (Rhamnus alaternus), fusaggine (Euonymus eu-
ropaeus), biancospino (Crataegus monogyna), ciliegio canino (Prunus mahaleb) ecc.;
mentre nei piani più bassi subentra la lecceta a cui fanno seguito nelle aree di mag-
giore degrado formazioni a macchia e gariga.
INTRODUZIONE
ASPETTI NATURALISTICI
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Notevole è nel complesso, oltre alle citate, il numero di specie autoctone sia arboree
che arbustive ed erbacce mentre, tra queste ultime, le numerose orchidacee (sedici
le specie segnalate) accrescono significativamente la valenza del sito.
Riguardo alla fauna le specie stanziali possono sostanzialmente riportarsi a quelle
normalmente presenti in ambiente rurale; tra tutte è comunque da segnalare la pre-
senza del colubro leopardino (Elaphe situla) raro endemismo dell’Italia meridionale,
considerato il più bel serpente europeo.
In quanto alle specie avicole migratrici un recente monitoraggio, condotto da un ap-
passionato fotografo naturalista, ha rivelato, ai piedi del Monte Sannace in prossimità
della Lama, nelle vasche di spandimento a servizio dell’impianto di depurazione AQP
dei reflui di Gioia del Colle, una insospettata presenza di avifauna legata all’ambiente
acquatico, notevole sia per numero che per importanza delle specie rappresentate.
Questa circostanza, mai fino ad ora considerata, invita ad una profonda riflessione
riguardo ad un impianto che, finora valutato solo per i suoi aspetti negativi, potrebbe
viceversa, se opportunamente organizzato, svolgere un importante ruolo di valoriz-
zazione ambientale dell’intera area.
Come dimostrato per altre formazioni geomorfologicamente simili, è possibile che la
Lama, già a partire dall’epoca preistorica, abbia costituito una sorta di corridoio o via
preferenziale di collegamento dalla costa all’entroterra e viceversa.
Lo testimonierebbero, lungo tutta l’asta fluviale, le tracce di numerosi insediamenti
che vanno dall’eneolitico all’alto medioevo.
Tra i più significativi vanno ricordati: in località Pentimone in agro di Sammichele di
Bari un insediamento di età eneolitica e del bronzo; in agro di Turi in località Lama
Rossa un altro insediamento di età eneolitica; nel territorio di Rutigliano nelle località
Purgatorio, Britti, Casiglia e Tomegna testimonianze che vanno dall’VIII sec. a. C. fino
all’epoca altomedievale e, non ultimi, nell’agro di Gioia del Colle in località Monte
Sannace gli importantissimi resti di una intera città peuceta (VIII-II sec. a.C.) oggi com-
presi all’interno dell’omonimo Parco archeologico.
Tra le testimonianze di epoca medievale a Gioia del Colle in località Monte Sannace la
chiesa dell’Annunziata (XI sec.), a Sammichele in località Il Canale i ruderi della chie-
setta di Sant’Angelo (XIII sec. ) con annesse strutture, forse una “mansio” e nell’agro
rutiglianese in località “il Lamone” proprio affacciata sulla Lama la chiesa dell’Annun-
ziata la cui origine è fatta risalire al XIV secolo.
Ancora oggi attraverso una serie di vie secondarie che, fatte salve le modificazioni
avvenute nel corso dei secoli, ricalcano ampiamente l’antico tracciato, è possibile per-
correre il medesimo itinerario della via che anticamente dal centro peuceta di Monte
Sannace raggiungeva l’abitato di Azetium, attuale Rutigliano, e di qui il mare.
TESTIMONIANZE STORICHE
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In considerazione di quanto innanzi accennato, già dal 1997, il Consiglio Regionale
della Puglia, riconosciuta la rilevante valenza ambientale del sito, ha avviato l’iter di
costituzione di un Parco Naturale Regionale denominato “Lama San Giorgio, Giotta”
comprendente sia Lama San Giorgio sia una analoga formazione geomorfologica,
Lama Giotta, posta ad oriente della prima e sfociante in mare in corrispondenza del
centro abitato di Torre a Mare.
Al fine dell’istituzione del Parco, la Regione aveva provveduto, in base a studi prelim-
inari sulla tipologia ambientale e d’intesa con le Istituzioni interessate, ad effettuare
una delimitazione di massima dell’area da destinare a Parco, complessivamente este-
sa circa Ha 4.000 e compresa nei territori di Gioia del Colle, Sammichele, Casamassi-
ma, Rutigliano, Noicattaro, Triggiano e Bari.
Questa delimitazione, preliminarmente condivisa anche dal Comune di Gioia del Col-
le, comprendeva per lo stesso Comune il “Parco archeologico di Monte Sannace” e le
superfici boschive di Bosco Romanazzi (in parte Oasi naturalistica del W.W.F.) e Bosco
Serra Capece, da sempre riconosciute di grande importanza storica e naturalistica.
In tempi relativamente recenti (2013) ed a seguito dell’aggiornamento del Documen-
to d’indirizzo per l’istituzione del Parco (settembre 2007), il Comune di Gioia del Colle
veniva chiamato dalla Regione a confermare la perimetrazione dell’area di propria
pertinenza.
In tale occasione l’Amministrazione comunale con deliberazioni consiliari del
25/06/20113 e del 20/03/2014 riduceva drasticamente l’area perimetrata escluden-
do di fatto sia il “Parco archeologico di Monte Sannace” sia le superfici boschive di
Bosco Romanazzi e Bosco Serra Capece, dimostrando in modo palese, oltre che una
anacronistica e deleteria insofferenza al tema ambientale, una forte volontà ostativa
non solo nei confronti del Parco ma anche e soprattutto nei confronti dei vantaggi e
possibilità di sviluppo che l’istituzione dell’area protetta avrebbe apportato agli oper-
atori agricoli direttamente coinvolti e, indirettamente, all’intero territorio.
Vantaggi e possibilità già chiaramente evidenziati al punto 10) “EFFETTI DERIVANTI
DALL’ISTITUZIONE DELL’AREA PROTETTA”, del “Documento d’indirizzo per l’istituzi-
one del Parco regionale Lama San Giorgio, Giotta” redatto dal Consiglio Regionale
pugliese:
Il PARCO NATURALE REGIONALE “LAMA SAN GIORGIO GIOTTA”
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Priorità nell’accesso ai finanziamenti comunitari, nazionali e regionali;
Valorizzazione delle attività e produzioni tipiche e tradizionali;
Riconversione, in un’ottica sostenibile dall’ambiente naturale, dell’agricoltura
presente;
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Per concludere ed alla luce di quanto già detto, appare del tutto evidente come il ter-
ritorio di sud-est del Comune di Gioia del Colle con le sue peculiarità paesaggistiche
(boschi e coltivi di alta qualità ambientale) ed in particolare l’intera area del Monte
Sannace con il Parco archeologico, la Chiesa dell’Annunziata, l’Oasi del W.W.F. e non
ultima “l’area umida” prodotta dalle vasche AQP, debba essere considerato, rispetto
alle Lame San Giorgio, Giotta ed al costituendo Parco Naturale Regionale, un unicum
indissolubile capace di sviluppare sinergie e potenzialità del tutto nuove e preziose
per l’economia e lo sviluppo delle aree coinvolte.
Walter Ivone
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Sviluppo di attività connesse al turismo di natura;
Recupero dei beni di valore storico-architettonico;
Organizzazione della fruizione dei beni, attivazione dei collegamenti in rete;
Migliore salvaguardia del territorio sotto il profilo idrogeologico;
Premialità per la riduzione della quota di partecipazione a carico delle
amministrazioni comunali nell’accesso ai finanziamenti dei programmi
di sviluppo.