Questa relazione si riferisce ad un'applicazione per smartphone che possa sostituire i lettori di codici a barre portatili degli ipermercati. Trattasi di una relazione redatta per il modulo 2 dell'esame di Design dell'Interazione del corso di laurea magistrale in Teoria e Tecnologi della Comunicazione (Milano-Bicocca). Associata alla relazione vi è anche una presentazione disponibile al seguente link:
http://www.slideshare.net/gibi79/ishop-la-spesa-allipermercato-diventa-pi-ecologica
Relazione (iShop - La spesa all'ipermercato diventa più ecologica)
1. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO BICOCCA
Corso di laurea magistrale in
Teoria e Tecnologia della comunicazione
iSHOP: LA SPESA ALL’IPERMERCATO
DIVENTA PIÙ ECOLOGICA
a cura di
Davide Cremonesi e Giuseppe Benevento
Gruppo (Shift + Alt + 8) RELOADED
Corso di Laurea Magistrale in Teoria e Tecnologia della Comunicazione
Insegnamento di Design dell’Interazione
Anno Accademico 2009/2010
2. Indice
Introduzione 4
L’idea originaria 8
Gli obiettivi 8
L’idea di fondo 9
Un carrello rivoluzionario 11
La parola agli esperti 12
Tutti i limiti del nostro progetto 13
Derivazioni e problemi 15
La nuova intuizione 18
Come è cambiata la nostra idea 18
Un progetto realizzabile 19
Lo stato dell’arte 20
Indagini sul campo 21
Il prototipo 23
Come ottenere l’applicazione 23
2
3. Il funzionamento 24
Domande e risposte 28
Pregi, difetti e possibili sviluppi 31
I vantaggi 31
Gli svantaggi 32
Possibili sviluppi futuri 33
Conclusioni e ringraziamenti 35
Tirando le fila... 35
Credits 35
3
4. Introduzione
Fare la spesa è un’attività spesso quotidiana che, nel corso degli anni, non ha
subito sostanziali mutamenti. L’evoluzione tecnologica e il progresso tecnico, infatti,
hanno toccato solo marginalmente questo settore. Così, ancora oggi, sopravvive il
metodo tradizionale, in cui ci si reca al supermercato, si scelgono i prodotti di cui si
ha bisogno e ci si mette in coda alle casse dove avviene il pagamento.
Accanto a questa forma tradizionale, però, negli ultimissimi anni sono state
introdotte - almeno in alcuni supermercati (Coop, Esselunga ed Auchan su tutti) -
alcune novità. La più nota è forse la cassa fai da te che, tuttavia, non ha ottenuto il
successo sperato (almeno in Italia) e, pertanto, non è stata adottata in tutta la grande
distribuzione. Ben più apprezzata è stata la
scelta di introdurre dei lettori di codice a
barre portatili che, avvicinati al barcode di
ogni prodotto, ne leggono il nome ed il
prezzo, collocandolo in una vera e propria
Il sistema della casse self service di un
supermercato italiano lista degli acquisti. Una volta alla cassa è
sufficiente restituire il lettore per scaricare la lista dei prodotti presenti nel proprio
carrello e concluderne il pagamento. Anche questa soluzione - come vedremo -
presenta però alcuni svantaggi; motivo, questo, per il quale il metodo tradizionale
4
5. !
continua ad essere, ancora oggi, di gran lunga il preferito. Più estrema, e per questo
non ancora pienamente metabolizzata (almeno in Italia), è stata la scelta di puntare
su canali di vendita interamente online. Tramite questi servizi, i prodotti vengono
scelti direttamente dalla propria abitazione, attraverso un semplice clic, per poi
essere recapitati all’indirizzo indicato; il pagamento, dal canto suo, può avvenire
online (pratica questa poco diffusa in Italia per una generale sfiducia nei confronti del
mezzo telematico, ritenuto - a torto o a ragione - poco sicuro) o alla consegna, sia
pure solo per mezzo di Carta di Credito o Bancomat.
Lo screenshot qui sopra mostra come appare il supermercato online di Esseunga: a sinistra
i vari reparti, a centro pagina le promozioni.
Nell’immagine sotto, invece, la scelta di una categoria di prodotti (succhi e bibite) apre un
sottomenu, mentre a destra è proposto l’elenco della merce in vendita
5
6. !
I limiti di questo sistema paiono evidenti: intanto non permette di vedere cosa viene
acquistato (problema non da poco, specie per quanto concerne gli alimentari e, in
particolar modo, frutta e verdura); in secondo luogo, non si rivolge ad una fascia di
utenza eterogenea, tagliando fuori tutte quelle persone che non conoscono internet e
non sanno utilizzarlo (gli anziani) o, ancora non possiedono un collegamento alla rete
dalla propria abitazione (come si vede dal grafico sottostante in Italia internet non è
ancora “per tutti”); infine, la consegna non è attiva in tutta Italia, ma solo in alcune
zone: per le aree non coperte l’unica soluzione è ordinare la spesa da casa e recarsi
poi nel punto vendita più vicino per ritirarla.
I dati relativi al numero di abitazioni con un
collegamento internet in Europa (2009).
La parte rossa delle barre indica la crescita in
tre anni (tra il 2006 e il 2009)
6
7. !
Da questa breve panoramica emerge chiaramente il dato di un settore che,
nonostante i grandi progressi tecnologici compiuti negli ultimi anni, rimane fortemente
ancorato alla tradizione, con tutto ciò che questo comporta. Ed è proprio da questo
dato che muove la nostra analisi e la nostra proposta per un modo tutto nuovo di fare
la spesa.
7
8. L’idea originaria
GLI OBIETTIVI
La scelta di alcune catene della grande distribuzione di puntare su lettori di
codice a barre portatili è stata - almeno in linea generale -
apprezzata dai clienti, ma non ha convinto del tutto i
direttori. Alcuni di loro, infatti, hanno mostrato più di una
perplessità dinnanzi ai costi dei nuovi dispositivi (che,
pertanto, oggi non sono diffusi ovunque), mentre i critici
Il lettore di barcode della
hanno messo in luce l’impatto non trascurabile che simili Coop. Un dispositivo simile
è stato di recente introdotto
anche da Esselunga.
apparecchi possono avere sull’ambiente.
I costi non riguardano la sola produzione dei lettori, ma anche quella delle
griglie entro cui collocarli e del loro adeguato posizionamento all’interno dei
supermercati. Senza contare, poi, i consumi di energia elettrica che si rendono
necessari per poter mantenere in costante carica i lettori posizionati all’interno delle
griglie e il funzionamento complessivo dell’infrastruttura durante le ore di esercizio. A
tali costi si aggiungono, inoltre, quelli per la manutenzione dell’impianto e per la
periodica verifica del corretto funzionamento dei dispositivi. Per le catene della media
e grande distribuzione, simili esborsi - in un periodo di generale recessione - non
sono affatto trascurabili, benché ammortizzabili nel medio-lungo periodo in virtù
anche di una progressiva diminuzione del numero di addetti alle casse (che
8
9. rimangono necessari per le modalità tradizionali di acquisto) o del numero di ore loro
retribuibili (per coloro incaricati nelle sole operazioni di emissione scontrino e,
occasionalmente, di rilettura).
Dal punto di vista ambientale, invece, è bene sottolineare come tali dispositivi
non solo consumino elettricità (con ciò che ne consegue per l’ambiente), producendo
così ulteriori forme di inquinamento elettromagnetico alle quali siamo esposti
costantemente nel corso della nostra vita, ma pongono anche il problema dello
smaltimento delle griglie, dei lettori e delle loro batterie al termine del loro naturale
ciclo di vita o quando subiscono ingenti danni (difficilmente riparabili, se non a prezzi
più alti dell’acquisto di un nuovo apparecchio).
A partire dai limiti intrinseci di tale sistema, la nostra idea è stata quella di
ripensare completamente il modo in cui fare la spesa, con l’obiettivo precipuo di
ridurre l’impatto ambientale e abbassare i costi per la grande distribuzione, senza
tuttavia perdere di vista le necessità del cliente, desideroso di fare i propri acquisti in
modo semplice, veloce ed efficace.
L’IDEA DI FONDO
La nostra idea iniziale
ruotava attorno ad un nuovo
prototipo di carrello della spesa
che, attraverso un semplice
smartphone ad esso collegato,
fosse in grado di riconoscere
La figura mostra come dovrebbe essere, nelle nostre
intenzioni, il carrello della spesa del futuro automaticamente (senza cioè
9
10. l’ausilio di alcun device, ad eccezione dello smartphone su cui visualizzare la lista
delle merci scelte) ed istantaneamente (in modo sincrono all’immissione) i prodotti in
esso collocati, grazie al decisivo supporto della tecnologia RFId. Affinché ciò sia
possibile, naturalmente, ogni prodotto sullo scaffale dell’ipermercato deve essere
dotato di un proprio tag RFId che lo identifichi in modo univoco, distinguendolo dagli
altri; analogamente a quanto accade attualmente con il sistema
dei codici a barre, al tag sarebbero collegate una serie di
informazioni, tra cui il nome ed il prezzo. Una volta che il prodotto
viene prelevato dallo scaffale e inserito nel nostro carrello, il Un semplice tag
RFId: i dati in esso
contenuti vengono
sistema provvede a restituire automaticamente al nostro trasmessi tramite
onde radio
smartphone l’elenco dei prodotti scelti e l’ammontare complessivo
della nostra spesa.
Che cosʼè lʼRFId?
L’RFId (acronimo di Radio Frequency Identification) è una tecnologia che permette, tramite
l’utilizzo di segnali radio, l’identificazione automatica degli oggetti.
Il funzionamento non è complesso: l’identificazione avviene per mezzo di un’antenna in
grado di leggere il chip digitale (chiamato tag, o transponder) applicato sull’oggetto. Questo
tag contiene alcune informazioni su quell’oggetto (come il codice, la data di produzione, il
produttore), che possono essere statiche, oppure cambiare nel corso del tempo. Il tag non
ha bisogno di elettricità per funzionare, grazie a un fenomeno chiamato “induzione
magnetica”: quando viene “illuminato” dal campo magnetico dell’antenna il tag è infatti in
grado di accumulare quella poca energia che gli serve per trasmettere, a breve distanza, le
informazioni che contiene. Questo tipo di tag viene chiamato “passivo”. Se invece è
necessaria una potenza maggiore, per trasmettere a lunga distanza, il tag dev’essere
alimentato da una sorgente di elettricità, come una batteria. In questo secondo caso il tag
viene chiamato “attivo”.
10
11. UN CARRELLO RIVOLUZIONARIO
In attuazione delle direttive europee che impongono l’introduzione della
microUSB come standard di riferimento per gli alimentatori dei cellulari a partire dal
2010 (e comunque entro il 2012), il carrello da noi pensato prevede la presenza di un
dock MicroUSB lungo l’impugnatura. In tale sede
deve essere inserito il proprio smartphone, di cui
viene impiegata l’energia della batteria per attivare
l’infrastruttura RFId montata sul carrello. La struttura
di quest’ultimo non è troppo dissimile dai quelli
odierni: realizzato interamente in plastica per evitare
Il principio di funzionamento che
sta dietro la soluzione studiata:
quando il tag attraversa il campo interferenze e disturbi, il nuovo carrello monta lungo il
elettromagnetico prodotto dal
reader viene attivato il
trasferimento dell’informazione piano inferiore l’antenna di ricezione del segnale,
mentre la schermatura di metallo disposta ai lati permette di non disperdere il
segnale che identifica i vari tag, evitando così di trovarsi “addebitati” prodotti che non
sono stati posti nel proprio carrello, ma erroneamente captati da quelli vicini. In
questo modo, una volta che il prodotto viene prelevato dallo scaffale e inserito nel
nostro carrello, il sistema lo aggiunge automaticamente alla lista dei prodotti scelti,
visualizzando sullo smartphone l’elenco completo della merce e l’ammontare
complessivo della nostra spesa. Inoltre, il sistema permette di rilevare l’eventuale
prodotto prima immesso nel carrello e poi tolto, adeguando automaticamente il totale.
A spesa conclusa, il pagamento avviene direttamente dallo stesso smartphone
attraverso carta di credito o trasferimento di denaro online.
11
12. LA PAROLA AGLI ESPERTI
Per verificare la fattibilità della nostra idea ci siamo messi in contatto con lo
staff di RFID Italia, l’universo italiano dedicato all'RFId, all'identificazione automatica,
alla localizzazione e ai nuovi strumenti per la tracciabilità. Quest’ultimi ci hanno
suggerito di rivolgerci a RFId Solution Center, “il punto di riferimento per aziende, enti
pubblici, associazioni di categoria, produttori di tecnologia che vogliano realizzare
studi di fattibilità per applicazioni basate sulle tecnologie RFId”. Ci siamo pertanto
recati presso la loro sede di Peschiera Borromeo in via Giuseppe Di Vittorio 61, dove
abbiamo potuto parlare e confrontarci con alcuni esperti sulla fattibilità della nostra
idea e sperimentare il funzionamento e i limiti della tecnologia RFId.
In particolare, dopo aver esposto loro la nostra idea, ci è stato mostrato un
loro prototipo di carrello (comunque diverso da quello da noi pensato) e indicate tutte
le difficoltà che la tecnologia RFId incontra in un caso del genere, spiegandoci poi
approfonditamente i motivi per i quali la nostra idea è di fatto irrealizzabile. Problemi
tecnici, economici e ambientali, di fatto, ne impediscono l’attuazione.
Il laboratorio di RFId Solution Center e il prototipo di carrello mostratoci
12
13. TUTTI I LIMITI DEL NOSTRO PROGETTO
A rendere impossibile la concretizzazione della nostra idea sono molteplici
fattori, legati a problematiche di diverso tipo, riconducibili a:
- limiti tecnici,
- limiti economici;
- limiti ambientali;
Dal punto di vista tecnico, i limiti della tecnologia RFId riguardano soprattutto
la scarsa compatibilità con gli oggetti metallici e i liquidi (quest’ultimi soprattutto nei
sistemi Ultra High Frequency), che sembrano influenzare negativamente le
prestazioni di lettura. Nel dettaglio, i lettori RFId incontrano delle difficoltà quando
devono rilevare tag occlusi da liquidi (ad esempio nelle bottiglie d’acqua) e/o metalli
(materiale molto utilizzato per le bombolette spray), mostrando in tali casi uno scarso
funzionamento. Inoltre, affinché il sistema funzioni correttamente, è necessario che il
carrello disponga di un ulteriore strumento hardware - di cui ignoravamo l’esistenza
- , le cui dimensioni, non certo contenute, non ne agevolano la collocazione. Senza
entrare nel merito della questione, è bene accennare che ogni sistema RFId per
poter funzionare correttamente deve prevedere un ricetrasmettitore incaricato di
inviare un segnale radio in risposta ad un comando ricevuto da una stazione remota,
un reader (cioè un dispositivo di lettura con modulo di elaborazione dati e antenna
per la generazione del campo elettromagnetico interrogante) e almeno un tag o
transponder (il dispositivo posto sull’oggetto da identificare; questo è a sua volta
costituito da un’antenna, da un chip e da un supporto che ha il compito di proteggere
il sistema). Le dimensioni di tali apparecchiature, fondamentali ai fini della
realizzazione di un sistema realmente efficace, tendono a superare quelle di un
13
14. carrello medio; né è pensabile minimizzare tali strumenti senza influire sulle loro
performance. Insomma, in un caso il carrello risulterebbe troppo ingombrante,
nell’altro bisognerebbe fare i conti con esiti di rilevamento a dir poco mediocri. Infine,
anche ammettendo che tutte le difficoltà fin qui esposte possano essere in qualche
modo superate, non è detto che il sistema sia in grado di prelevare l’energia
necessaria per il suo funzionamento dalla batteria dal nostro smartphone, la cui
carica completa, tra l’altro, non risulterebbe sufficiente.
Non meno rilevanti sono le problematiche economiche: un carrello che sia in
grado di fare quello che avevamo pensato, equipaggiato in modo adeguato con tutte
le apparecchiature necessarie e dalle performance discrete, verrebbe a costare non
meno di 2000 euro (il solo pannello di ricezione segnale costa circa 1400 euro!). A
questa cifra vanno aggiunti i costi - non irrisori - per lo stoccaggio dei carrelli che,
vista la strumentazione tecnologica di cui dispongono, non posso essere lasciati
all’aperto in balia degli agenti atmosferici, a differenza di quanto accade oggi per i
carrelli tradizionali. Per non parlare dei consumi di energia elettrica necessari per
ricaricare le batterie di cui avrebbero bisogno i carrelli medesimi, sicuramente
superiori a quelli attualmente impiegati per l’alimentazione dei lettori di codici a barre.
Da ultimo, devono essere considerati anche i costi derivanti dalla sostituzione dei
barcode con i nuovi tag RFId:
Vantaggi e svantaggi della nostra idea:
Lettura contemporanea di più tag analogamente ai codici a barre,
Velocità di lettura
Non necessita di visibilità ottica tra reader e tag infatti, anche i tag RFId devono
Costi
Difficoltà di lettura degli oggetti metallici e dei liquidi essere collocati su ogni
Impatto ambientale e inquinamento
prodotto, ma a differenza dei
primi hanno un costo decisamente più alto (almeno 0.05 € ciascuno), che
14
15. difficilmente le catene della medio-grande distribuzione accetterebbero di accollarsi
se non al prezzo di ulteriori rincari sui prodotti (con i clienti prime vittime di questa
situazione).
Infine, anche per quanto concerne l’impatto ambientale, non mancherebbero i
problemi. Il carrello da noi pensato, infatti, prevederebbe l’uso di diversi materiali, la
cui produzione inquinerebbe certamente di più di quella di un semplice lettore di
codice a barre portatile. Inoltre, l’utilizzo di tanti materiali diversi (la tecnologia RFId,
la plastica del carrello, la schermatura metallica ai suoi lati, ecc.) provoca maggiori
problemi per la separazione e lo smaltimento dei carrelli una volta dismessi. Non
solo: gli elevanti consumi energetici del carrello richiederebbero una produzione di
energia elettrica superiore a quella necessaria per far funzionare i lettori di barcode,
contribuendo così ad alimentare il fenomeno dell'inquinamento energetico. Non
meno importante è il problema dello smaltimento dei tag RFId collocati su ogni
singolo prodotto, molto più complessi nella loro struttura (anche quanto a materiali
impiegati) di un semplice codice a barre.
Da questa breve panoramica si evince chiaramente come la nostra idea, lungi
da mostrarsi più economica ed ecologica dei sistemi attualmente in uso (che erano
gli obiettivi che ci eravamo posti), in realtà si muove nella direzione opposta,
scontrandosi anche con molteplici limiti tecnici che ne impediscono - almeno per il
momento - la sua realizzazione.
DERIVAZIONI E PROBLEMI
Non è solo il nostro prototipo a incontrare tali difficoltà. Anche idee simili sono
difficili da realizzare per le medesime problematiche sopra esposte.
15
16. Ne è una prova il carrello realizzato da Microsoft in collaborazione con
MediaCart: a differenza della soluzione da noi prospettata, il colosso di Redmond
propone un modello dotato di un
ampio display LCD sulla parte
anteriore, capace, grazie al
supporto della tecnologia RFId, di
prendere nota di tutta la merce
presente al suo interno e di
effettuare automaticamente il
Il carrello realizzato da Microsoft-MediaCart pagamento della spesa. Questa
tecnologia elimina la necessità per il cliente di farsi da cassiere, rendendo semplice
ed immediata la spesa ed il calcolo del totale. Ma al di là degli indubbi pregi, Il
limite principale nell'adozione massiva di questa soluzione (e di tutte le sue
derivazioni) è il costo di start-up e manutenzione. Il retailer non è invogliato nella
spesa in quanto non introduce un reale vantaggio competitivo: il carrello RFId di
Microsoft è cioè interessante per l'utente finale, ma non può esserlo per il
retailer (almeno non in questo momento),
che dovrebbe accollarsene interamente il
costo e la manutenzione. Inoltre, ancora
una volta, l’adozione di un sistema che
sfrutta la tecnologia RFId implica
necessariamente una rivoluzione nella Altre soluzioni si scontrano con gli stessi problemi
gestione delle merci, necessitando quest’ultime dell'applicazione dell’apposito tag, i
cui costi, come abbiamo visto, non sono certo trascurabili. Infine, oltre ai danni
16
17. procurati all’ambiente nella forma dell’inquinamento e dello smaltimento dei materiali
impiegati, andrebbero messe in conto, anche in questo caso, le difficoltà tecniche
relative alla difficile compatibilità di questa tecnologia con i metalli ed i liquidi.
17
18. La nuova intuizione
COME È CAMBIATA LA NOSTRA IDEA
I limiti emersi nella fase di studio della nostra idea hanno avuto il merito di
determinare un repentino cambio di rotta, senza per questo costringerci a rinunciare
agli obiettivi che ci eravamo posti. Così, sempre nell’ottica di ridurre l’impatto
ambientale ed i costi causati dai lettori portatili di codici a barre e cercando di
sfruttare le innumerevoli potenzialità dei moderni smartphone, abbiamo guardato
alle tecnologie già esistenti e agli strumenti attualmente impiegati nel fare la spesa.
Il codice a barre resta il protagonista indiscusso di questo settore ed è
destinato a restare tale fintanto che le tecnologie alternative non si
mostreranno altrettanto capaci di adattarsi a simili contesti d’uso.
Ma quale può essere dunque il ruolo degli smartphone in una
Codice a barre a
scansione lineare o
situazione simile? La risposta non è difficile: gli smartphone sono monodimensionale
già in grado di leggere i codici a barre monodimensionali (1D) e bidimensionali (2D),
grazie alla fotocamera che montano sul retro e a delle
applicazioni di lettura e scansione già presenti sul
mercato, molte delle quali a titolo gratuito. Quest’ultime
non consumano eccessivamente la batteria dei nostri
La normale fotocamera di uno
smartphone è in grado di telefoni e, quindi, ben si adattano al nostro progetto che
leggere sia i codici
monodimensionali che i codici
bidimensionali intende semplicemente sostituire gli attuali lettori portatili
18
19. con i propri smartphone. Grazie poi alla connettività internet (via rete di telefonia o
WiFi) di cui ogni smartphone è dotato, le informazioni relative ai codici inquadrati con
la fotocamera possono giungere sul display del nostro device in modo semplice e
veloce. Il sistema sarebbe ovviamente pensato in modo tale da poter rilevare
l’eventuale prodotto prima immesso nel carrello e poi tolto, adeguando di
conseguenza il totale. Altrettanto semplice sarebbe il pagamento che avverrebbe
attraverso carta di credito con un semplice clic sul nostro schermo.
L’idea, che fonda le sue radici su tecnologie già esistenti, è dunque fattibile e i
vantaggi, a prima vista, paiono evidenti: non solo si risparmierebbe sul costo dei
lettori portatili e si inquinerebbe meno, ma si potrebbe facilitare la visione dei prodotti
inseriti nel proprio carrello grazie a display di dimensioni tendenzialmente più grandi
di quelli dei lettori attualmente impiegati.
UN PROGETTO REALIZZABILE
A differenza dell’idea originaria, la nuova intuizione è pienamente realizzabile
per quattro motivi:
- in primis perché già esistono applicazioni per smartphone che leggono i
codici a barre monodimensionali e bidimensionali;
- in secondo luogo perché gli smartphone possono connettersi attraverso il
WiFi all’infrastruttura di rete già esistente nell’ipermercato (e necessaria per
visualizzare sul display nome e prezzo del prodotto);
- infine perché non è necessario né stravolgere il sistema di gestione dei
prodotti (i codici per catalogare e leggere i prodotti rimangono gli stessi
attualmente utilizzati) né cambiare carrelli.
19
20. LO STATO DELL’ARTE
Come già avuto modo di dire, il sistema che vogliamo realizzare si appoggia
su tecnologie già esistenti, ma è lo scopo per cui verrebbero impiegate a sancire
l’innovatività del nostro progetto.
Attualmente, infatti, le applicazioni per la scansione di codici
monodimensionali permettono, prevalentemente, di:
- ricercare il miglior prezzo di un prodotto sul web (applicazione questa molto
diffusa soprattutto negli U.S.A., dove il commercio elettronico è molto
sviluppato);
- visionare la tabella nutrizionale di un alimento;
- tener traccia delle calorie ingerite;
- gestire in modo innovativo i pagamenti (idea questa che, secondo l’autore,
dovrebbe nel lungo periodo sostituire i pagamenti tramite carta di credito).
I codici bidimensionali o codici QR (Quick Response), sono invece meno noti.
In Giappone vengono utilizzati principalmente per immagazzinare dati come nomi,
numeri di telefono e indirizzi (non a caso vengono utilizzati di frequente sui biglietti da
visita), ma sono impiegati praticamente ovunque: se si compra un
cheeseburger al McDonald’s di Tokyo, sulla carta che lo avvolge si
può inquadrare il codice QR che svela quante sono le calorie e quali
Il codice
bidimensionale o gli ingredienti del panino che si sta per addentare. In Europa sono
codice QR (Quick
Response) di
Wikipedia utilizzati soprattutto per ragioni pubblicitarie, mentre in Italia - dove
solo negli ultimi anni hanno cominciato a circolare - sono impiegati prevalentemente
da giornali e riviste per consentire una sorta di trait d’union tra il mondo cartaceo e
quello multimediale di internet. Una porta d’accesso a contenuti aggiuntivi che per la
20
21. loro natura digitale non troverebbero spazio sulla carta e che invece arrivano, via
web, direttamente sullo schermo del telefonino.
In ogni caso, nessuna applicazione permette di usare il proprio smartphone
come un lettore portatile di codici a barre monodimensionali o, in un prossimo futuro,
bidimensionali (rispetto ai tradizionali barcode, i QRcode hanno infatti il pregio di
immagazzinare molte più informazioni, potendo contenere fino a 4.296 caratteri di
testo) per fare la spesa all’ipermercato.
INDAGINI SUL CAMPO
Come in ogni progetto che si rispetti, prima di passare alla fase operativa di
progettazione, abbiamo condotto alcune indagini sul campo allo scopo di
determinare l’eventuale utilità del sistema da noi pensato e la fattibilità dello stesso.
Ci siamo pertanto recati presso un ipermercato durante un periodo di offerte e
abbiamo innanzitutto chiesto ad una ventina di persone con i carrelli pieni quanti
prodotti avessero approssimativamente acquistato, ottenendo come risposta una
media di circa 60. Abbiamo poi domandato loro anche dove andassero dopo aver
concluso i propri acquisti e la quasi totalità degli intervistati (fatta eccezione per due
utenti) ha risposto che sarebbe rientrata nella propria abitazione per depositare la
spesa. Successivamente, abbiamo utilizzato un normale smartphone (un iPhone
3GS), completamente carico, per mettere a fuoco i codici a barre di 60 prodotti (il
numero indicatoci dal nostro campione) dalle forme e dimensioni diverse, proprio
come se stessimo facendo la spesa. Abbiamo poi simulato che il nostro device
dovesse dialogare tramite connessione WiFi con un’infrastruttura di rete ogni volta
che doveva leggere un codice a barre (attraverso una semplice interrogazione della
21
22. base di dati, necessaria per ottenere il nome e il prezzo del prodotto associato a quel
determinato codice), stimando, per eccesso, il tempo complessivo di navigazione
WiFi in circa 30 minuti. Abbiamo infine controllato nuovamente l’indicatore della
batteria del nostro smartphone che mostrava come, dopo circa due ore di test, il
nostro telefono avesse perso poco meno del 20% della sua carica.
I risultati complessivi sono stati più che soddisfacenti: non solo un normale
smartphone non ha difficoltà a leggere i codici a barre presenti sulle etichette dei
prodotti sugli scaffali dei supermercati, ma le sue capacità energetiche sono in grado
di reggere per più di una normale sessione di spesa (due ore non sono certo la
normalità). Inoltre, anche ipotizzando per assurdo che il nostro smartphone si
scarichi più del dovuto o non sia completamente carico all’inizio della sessione di
spesa, la quasi totalità degli utenti non avrebbe problema a ricaricarlo, visto che la
tappa successiva all’ipermercato è quasi sempre la propria abitazione.
! La nuova idea pare dunque vincente e, soprattutto, riesce laddove la prima
falliva: con iShop, infatti, la spesa allʼipermercato diventa effettivamente più verde! E i
costi per i retailer non aumentano, anzi!
22
23. Il prototipo
Per verificare la fattibilità della nostra idea e toccarne con mano il
funzionamento, abbiamo realizzato un piccolo prototipo, di cui di seguito diciamo
brevemente. L’interfaccia dell’applicazione è stata realizzata con Photoshop, ed è
stata pensata per un iPhone 3GS.
COME OTTENERE L’APPLICAZIONE
iShop funziona come una qualsiasi applicazione presente sul nostro
smartphone. Per averla è sufficiente collegarsi al sito del nostro ipermercato di
fiducia, registrarsi (inserendo il proprio indirizzo e-mail) e avviarne il download.
All’indirizzo e-mail specificato l’ipermercato provvederà ad
inviare un messaggio con l’apposito codice utente, da
utilizzarsi, insieme alla e-mail, come credenziale di accesso
al servizio. Per coloro che invece sono già in possesso delle
odierne carte fedeltà (o simili), non è richiesto altro (oltre
all’indirizzo email, se non già comunicato all’atto di
sottoscrizione della tessera) che il download
dell’applicazione, dal momento che il codice utente non verrà L’applicazione
iShop presente
nel menu di un
sostituito. Una volta scaricata, l’applicazione sarà disponibile iPhone
nel menu del nostro smartphone.
23
24. IL FUNZIONAMENTO
Per lanciare l’applicazione è sufficiente cliccare sulla relativa icona e in un
attimo saremo indirizzati alla schermata di benvenuto.
Quest’ultima, pensata appositamente nel modo
più semplice possibile, contempla un menu a due
L’icona di iShop voci (impostazioni personali e inizia a fare la
spesa) e una piccola icona in basso a destra (contraddistinta
dalla consueta lettera “i”), utile per avere ulteriori informazioni
sull’applicazione.
La prima volta che ci rechiamo con il nostro smartphone La schermata
iniziale di iShop
presso l’ipermercato in cui siamo soliti fare la spesa dovremo
accedere alla sezione dedicata alle impostazioni personali per immettere
l’indirizzo email e il codice utente indispensabili per connettersi
alla rete interna dell’ipermercato che dovrà essere attivata
nella stessa sezione. La richiesta di entrambe le credenziali
risponde all’esigenza di un maggiore controllo sugli accessi (e
quindi di una maggiore sicurezza), permettendo una verifica
incrociata dell’identità di chi sta collegandosi alla rete che,
comunque, sarà utile solo all’uso dell’applicazione e non a
La compilazione
corretta dei form
navigazione internet.
permette l’accesso alla
rete dell’ipermercato
Una volta inserite le impostazioni, un clic sul tasto indietro
permetterà di tornare alla schermata iniziale (con l’icona del WiFi in alto a sinistra a
confermare l’avvenuta connessione), mentre il sistema memorizzerà
automaticamente i dati inseriti e ne terrà traccia fino alla loro eventuale cancellazione
24
25. o all’eliminazione dell’applicazione.
Ora siamo pronti: possiamo iniziare a fare la nostra spesa. Clicchiamo, quindi,
sull’apposita voce del menu e, grazie alla fotocamera,
iniziamo a leggere i codici a barre dei diversi prodotti che ci
interessano. A schermo saremo aiutati da due barre rosse che
identificano, approssimativamente, l’area entro cui collocare il
codice a barre del prodotto desiderato: diventeranno verdi a
lettura avvenuta, confermando così la bontà della nostra
operazione. Il prodotto scelto viene quindi collocato nella lista
degli acquisti visualizzata sul display,
Le barre verdi
segnalano l’avvenuto
riconoscimento del
mentre nella parte alta dello schermo è
codice del prodotto
possibile scegliere l’operazione
successiva. Scegliendo Leggi codice si passa alla scansione di
un nuovo barcode, inserendo così il prodotto ad esso
associato nella nostra lista virtuale; toccando su Paga spesa si
avvia la procedura di pagamento, visualizzando l’elenco dei
prodotti scelti, il loro costo e l’ammontare totale della nostra La lista dei prodotti
scansiti e il menu
delle operazioni
spesa; con Annulla spesa, infine, si può interrompere la possibili
sessione (operazione questa utile in caso di emergenze
improvvise), rinunciando a tutti i prodotti inseriti nel proprio carrello e tornando così
alla schermata iniziale.
Se di un prodotto vogliamo comprare più di un pezzo possiamo procedere in
due differenti modi. Da una parte, infatti, possiamo leggere più volte lo stesso codice,
in modo analogo a quanto avviene oggi con i lettori portatili di barcode. Dall’altra - in
25
26. modo estremamente semplice - possiamo cliccare sul
prodotto (collocato nella nostra lista, perché precedentemente
scansito) di cui vogliamo più di un pezzo e scegliere nelle
opzioni che compaiono a lato l’icona “più”: il clic su di esso
equivale all’aggiunta di un pezzo. Tale sistema, rispetto a
quello della lettura molteplice dello stesso codice, risulta
vincente soprattutto da un punto di vista energetico,
Aggiungere e permettendo di risparmiare la batteria del nostro smartphone.
rimuovere prodotti è
semplice
Allo stesso modo, per ogni prodotto che vogliamo rimuovere
dal nostro carrello è possibile cliccare sull’icona “meno”. In entrambi i casi, il sistema
provvederà automaticamente ad adeguare il totale.
Ma cosa accade se, ad esempio, riceviamo una chiamata mentre stiamo facendo i
nostri acquisti? L’interruzione non comporta alcun problema perché la chiamata non
causa la chiusura della nostra applicazione: i sistemi operativi di cui sono dotati i
moderni smartphone, infatti, includono il multitasking ovvero la possibilità di eseguire
più programmi contemporaneamente.
Una volta terminati gli acquisti, è sufficiente scegliere
l’opzione Paga spesa per visualizzare la schermata relativa al
pagamento. Il sistema proporrà l’elenco completo dei prodotti
scelti con il relativo prezzo, il numero di articoli totali e l’importo
complessivo della spesa. Per questa ragione, oltreché per i
pagamenti, questa operazione può essere scelta ogni volta
che vogliamo avere un quadro generale sull’ammontare della
La schermata
relativa al
spesa sostenuta (il tasto indietro permette sempre di tornare alla pagamento
26
27. schermata con la lista dei prodotti scelti fino a quel momento e di aggiungerne,
eventualmente, degli altri). Per procedere al pagamento, bisogna inserire, nella parte
sottostante della schermata, le informazioni richieste: carta di credito scelta (al
momento prevediamo che il servizio possa essere reso
disponibile solo per i titolari di Visa, Visa Electron, Mastercard
o American Express che sono sempre le carte di credito più
diffuse), numero e scadenza della stessa, relativo codice di
verifica (le ultime tre cifre del numero che si trova sul retro
della carta), cognome e nome del titolare. A questo punto è
sufficiente premere il tasto Paga per concludere la transazione
e uscire dall’applicazione. L’operazione di pagamento è
Dopo aver inserito i
dati, basta cliccare
realizzata in assoluta sicurezza, grazie alla più recente sul tasto paga e il
gioco è fatto!
tecnologia standard industriale di criptazione, necessaria per
tenere al sicuro le informazioni personali dei visitatori. Tutte le informazioni legate
agli acquisti, inclusi il nome e i dettagli della carta di credito,
sono criptate utilizzando una chiave a 128bit. Le transazioni
avvengono attraverso SSL (il "Secure Sockets Layer”) per
garantire la massima sicurezza.
In tempo reale, l’ipermercato provvederà a inviare
all’indirizzo e-mail indicato in fase di registrazione un
messaggio di avvenuto pagamento, recante il riepilogo dei
Il codice di uscita prodotti acquistati, l’importo corrisposto, le informazioni
inviato insieme
alla ricevuta di
acquisto relative alla transazione di pagamento e un codice a barre
(ma in un prossimo futuro questo potrebbe essere sostituito
27
28. da un codice QR, più adatto allo scopo in virtù della maggiore capacità di
archiviazione di informazioni) necessario per abbandonare il negozio. In questo
modo potrebbe anche essere possibile ridurre le spese derivanti dall’acquisto della
carta termica per la stampa degli scontrini fiscali la quale, tra l’altro, come ricorda
Comieco (http://www.comieco.org/documenti/news/
Natale_sostenibile_ecco_come_fare_una_cor_16122009.aspx), non va raccolta con
la normale carta, ma va riposta insieme ai rifiuti indifferenziati.
DOMANDE E RISPOSTE
Il funzionamento di iShop sopra descritto, benché molto semplice ed intuitivo,
potrebbe lasciare spazio a dubbi e curiosità cui, in questo spazio, vogliamo dare
risposta. Di seguito, quindi, sono riportate - in corsivo - le possibili domande che un
utente medio potrebbe porsi e successivamente le nostre risposte.
Domanda: Perché è necessario attivare una connessione WiFi?
Risposta: L’attivazione della rete WiFi ha lo scopo di agganciare il SSID corretto,
ovvero quello dell’ipermercato, così da permette all’applicazione di reperire le
informazioni relative ai vari codici a barre.
D: Perché non si può utilizzare la rete del proprio gestore di telefonia per reperire le
informazioni relative ai vari codici a barre?
R: Utilizzando la rete del proprio operatore telefonico, non solo si consumerebbe
traffico dati, ma la velocità tra la richiesta dell’informazione ed il reperimento della
stessa sarebbe più lento.
28
29. D: Come avviene il reperimento delle informazioni relative ai codici a barre?
R: L’applicazione, dopo aver trasformato il codice monodimensionale in un numero,
interroga la base di dati dell’ipermercato. Il numero associato al codice a barre
restituisce il nome e il prezzo del prodotto.
Un esempio di interrogazione potrebbe essere il seguente, dove “bc” sta per
barcode:
SELECT nome_prodotto FROM prodotti WHERE bc = 1234567890987
SELECT prezzo_prodotto FROM prodotti WHERE bc = 1234567890987
La necessità di entrambe le interrogazioni deriva dal fatto che il nome del prodotto è
rappresentato mediante caratteri alfanumerici, mentre il prezzo è gestito attraverso
dati di tipo float, ossia valori numerici dotati anche di parte decimale da sommarsi per
la restituzione dell’importo complessivo.
D: Come è possibile ricevere telefonate o usare altre applicazioni se è già in
esecuzione iShop?
R: I sistemi operativi di cui sono dotati i moderni smartphone includono il multitasking
per gestire l’esecuzione di più programmi simultaneamente.
D: Come è possibile ricevere l’e-mail con i dettagli della spesa e del pagamento e
con il codice a barre per uscire dall’ipermercato?
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30. R: Ciò è possibile grazie alle notifiche push. L’e-mail arriva sfruttando la rete del
gestore di telefonia mobile che è comunque funzionante anche se lo smartphone è
collegato alla rete WiFi dell’ipermercato.
D: Cosa succede se lo smartphone si scarica prima della ricezione dell’e-mail o se
l’e-mail tarda ad arrivare?
R: È sufficiente recarsi al box informazioni dell’ipermercato e fornire l’indirizzo e-mail
ed il codice utente inseriti nelle impostazioni personali di iShop. Gli addetti potranno
visualizzare l’e-mail sui loro terminali e, dopo appositi controlli, fornire copia dell’e-
mail all’utente per uscire dall’ipermercato.
D: In Italia è tuttora obbligatorio il rilascio dello scontrino fiscale: è quindi impossibile
l’introduzione di un sistema di questo tipo?
R: Assolutamente no. E’ attualmente allo studio la manovra correttiva che, tra le altre
cose, dovrebbe portare all’introduzione del cosiddetto scontrino elettronico anche nel
nostro Paese. Nell’attesa, si potrebbe studiare un sistema alternativo a quello
originariamente previsto: ad esempio, si potrebbe fare in modo che, una volta
ricevuta la mail con l’apposito codice a barre, questo possa essere avvicinato ai
varchi di uscita permettendo la stampa automatica dello scontrino.
D: Su quali smartphone si può installare iShop?
R: Potenzialmente su tutti. L’importante è rilasciare l’applicazione per le diverse
piattaforme (ad esempio, iPhone OS, Android, Windows Mobile, ecc...).
30
31. Pregi, difetti e possibili sviluppi
I VANTAGGI
L’idea di sostituire i lettori portatili di codici a barre con i propri smartphone
porta notevoli vantaggi sia dal punto di vista ambientale che da quello economico.
L’aspetto ecologico è centrale: con la nostra applicazione, infatti, vengono
eliminati non solo gli attuali lettori portatili di codici a barre ma anche le griglie di
posizionamento, riducendo, di conseguenza, Pro:
Costo esiguo
l’inquinamento causato dalla loro produzione e Maggior rispetto per l’ambiente
Massima adattabilità
l'impatto ambientale dovuto alla loro manutenzione
e al loro eventuale smaltimento. Eliminando i lettori, inoltre, verrebbe meno
l’esigenza di produrre quell’energia elettrica necessaria per ricaricarne le batterie, e
non si porrebbe il problema del loro smaltimento una volta esaurite.
I vantaggi economici non sono meno importanti: i costi di realizzazione della
nostra applicazione, infatti, sono prossimi allo zero. Se, da una parte, si registrerebbe
l’annullamento delle spese per l’acquisto e la manutenzione di lettori e griglie da
parte dei supermercati, dall’altra si assisterebbe anche ad una riduzione dei consumi
di energia elettrica, che rimarrebbe necessaria solo per alimentare l'infrastruttura di
rete (già peraltro presente in quegli ipermercati attualmente dotati dei lettori portatili
di barcode). Per il resto, non si renderebbe necessario alcun nuovo investimento
perché non bisognerebbe ricorrere né a nuove tecnologie (come, ad esempio, l’RFId)
31
32. né tanto meno riprogettare i carrelli e/o ripensare i codici identificativi dei diversi
prodotti.
Gli aspetti positivi, però, non si esauriscono qui. Dal punto di vista pratico, fare
la spesa con lo smartphone in mano può evitare alcuni spiacevoli incidenti: basti
pensare a quello che può capitare oggi se, portando il proprio bambino con sé a fare
la spesa e facendolo sedere nel carrello proprio di fronte alla posizione del lettore,
questi inizi a “giocarci”, con il rischio che possa cadere e danneggiarsi.
Infine, a differenza dell’idea originaria da cui siamo partiti, questo sistema si
adatta non solo ai carrelli, ma anche ai cestini porta spesa, sempre più spesso
utilizzati nei supermercati.
GLI SVANTAGGI
Apparentemente, la soluzione da noi prospettata sembra non avere svantaggi
né dal punto di vista ambientale né da quello economico.
! Ecologicamente parlando, infatti, i cambiamenti apportati possono rivelarsi
solamente positivi qualora lʼinfrastruttura di rete fosse già esistente nellʼipermercato;
nel caso in cui vi fosse la necessità di realizzarla ex novo, invece, gli svantaggi - pur
esistendo - rimarrebbero comunque limitati, specie se confrontati allʼidea attuale di
utilizzare i lettori portatili (più inquinanti per produzione, mantenimento e
smaltimento).
! Dal punto di vista economico, le cose non sono poi troppo diverse: essendo
prossimo allo zero, un sistema del genere risulterebbe a tutti gli effetti molto
appetibile. Di svantaggi è difficile parlare poiché se lʼinfrastruttura esistesse già, il
sistema da noi prospettato avrebbe comunque il merito di ridurre i costi di gestione;
32
33. qualora invece lʼinfrastruttura dovesse essere creata ex novo, questa avrebbe un
costo comunque inferiore alla soluzione prospettata attualmente (in cui bisognerebbe
spendere non solo per le griglie e i lettori, ma anche per la energia elettrica
necessaria ad alimentarli).
POSSIBILI SVILUPPI FUTURI
! Come ogni progetto, anche il nostro non si esaurisce nella proposta originaria,
ma contempla evoluzioni e miglioramenti.
! I possibili sviluppi futuri della nostra applicazione possono essere riassunti nei
seguenti indirizzi dʼazione:
- visualizzare sullo schermo, oltre a nome e prezzo, importanti informazioni sui
prodotti (ad esempio la provenienza, lʼapporto calorico, le indicazioni
nutrizionali, ecc...);
- visualizzare sullo schermo, oltre a nome e prezzo, gli ingredienti dei prodotti
inquadrati, fondamentali per certe categorie di utenti (ad esempio lʼassenza
di glutine per i celiaci);
- visualizzare sul display del nostro smartphone il gradimento riscosso da un
determinato prodotto (opinioni, commenti, ranking);
- aggiunta della possibilità di pagamento in contanti (in questo caso il codice a
barre riepilogativo della spesa effettuata verrebbe “mostrato” al lettore ottico
di una cassa automatica predisposta al pagamento in denaro contante);
- permettere allʼipermercato di segnalare, per ogni prodotto acquistato,
eventuali prodotti correlati;
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34. - permettere allʼipermercato di inviare al titolare dello smartphone pubblicità e
informazioni sui prodotti scontati o in promozione;
- Integrare, eventualmente, lʼapplicazione con una per la pianificazione della
spesa in modo da evitare mancati acquisti. Per realizzare ciò sarebbe
sufficiente caricare preventivamente sul nostro smartphone la lista dei
prodotti da acquistare così da provvedere alla loro automatica cancellazione
via via che vengono riconosciuti dalla nostra fotocamera.
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35. Conclusioni e ringraziamenti
TIRANDO LE FILA...
La nostra applicazione è rivoluzionaria nella misura in cui può cambiare il
modo di fare la spesa, rendendola più “verde” e rispettosa dell’ambiente. Per di più,
basandosi su tecnologie già esistenti, pare appetibile anche dal punto di vista
economico, poiché il suo costo di start-up è davvero molto basso.
Nel lungo periodo, inoltre, la nostra applicazione può conoscere sviluppi ed
evoluzioni interessanti, affiancando al sistema originariamente pensato altre utili
informazioni sia per gli utenti che per i supermercati.
Ma l’aspetto più importante che merita di essere sottolineato è che grazie a
questa soluzione è finalmente possibile introdurre nel mondo della grande
distribuzione un’innovazione in grado di coniugare le esigenze dei clienti, animati dal
desiderio di ridurre i tempi e le code, e dei retailer, inclini a sperimentare a condizione
di non rimetterci dei soldi.
CREDITS
Cogliamo l’occasione per ringraziare Claudia Caraffa, External Relations
Assistent di RFID Italia, per i preziosi suggerimenti e l’RFId Solution Center, nelle
persone del dott. Valerio Vaccaro e del dott. Razvan Pitic, per la fattiva
collaborazione e la disponibilità mostrataci. Esprimiamo, infine, la nostra gratitudine
35
36. anche agli anonimi acquirenti dell’ipermercato che hanno accettato di rispondere alle
nostre domande.
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