3. L’inventario di Annapes L’inventario di tutti i beni posseduti nel dominio regio di Annapes (presso Lilla nord-est della Francia), risalente all’età di Carlo Magno (fine VIII secolo). Nel dominio regio di Annapes abbiamo trovato una dimora regia di tre grandi stanze, ottimamente costruita in pietra; tutta la casa è circondata da una galleria e sormontata da undici piccole stanze; al di sotto la cantina e due porticati; all’interno della corte altre diciassette abitazioni di legno con altrettanti locali e altre dipendenze in buono stato; una stalla, una cucina, un forno, due magazzini per le spighe e tre granai. Utensili: abbiamo trovato due conche di rame, due coppe, due caldaie di rame, una di ferro, un catino per il sale, una catena per il focolare, un alare, una lanterna, due grandi scuri, un’ascia da bottaio, due succhielli, un’ascia, uno scalpello da legno, una pialla, un coltello da bottaio, due falci, due falcetti, due pale ferrate; e utensili di legno sufficienti per i lavori nei campi. [Redditi ricavati] Dalle coltivazioni: 90 ceste di spelta [= farro, un tipo di cereale] vecchia dell’anno passato che possono dare 450 carichi di farina; 100 moggi [1 moggio = circa 50 litri] d’orzo. Per l’anno corrente ci furono 110 ceste di spelta: 60 sono state usate per la semina, abbiamo trovate le rimanenti; 100 moggi di frumento: 60 seminati e ritrovammo i residui; 98 moggi di segale tutti usati per la semina; 180 moggi d’orzo: seminati 110, ritrovati i residui; 430 moggi d’avena, un moggio di fave, 12 moggi di piselli. [Redditi ricavati] Dai 5 molini: 800 moggi piccoli, ne sono stati dati ai prebendari [= servi domestici] 240 e ritrovammo il resto. Dalle 4 birrerie: 650 moggi piccoli. Dai 2 ponti: 60 moggi di sale e 2 soldi [1 soldo = 1/20 di lira; lira = 1 libbra, cioè circa 500 grammi, d’argento]. Dai 4 orti: 11 soldi e 3 moggi di miele. [Redditi ricavati] Dai censi [= affitti dei mansi]: 1 moggio di burro, 1 lardo dell’anno scorso; 10 porci affumicati; 200 porci giovani affumicati con salsicce e strutto; 43 forme di formaggio di quest’anno. [Redditi ricavati] Dal bestiame: 51 capi di giumente adulte; 5 di tre anni, 7 di due anni, 7 di quest’anno; 10 puledri di due anni, 8 di quest’anno. 3 stalloni; 16 buoi, 2 asini, 50 vacche con vitello, 20 giovenchi, 38 vitelli di quest’anno, 3 tori; 260 porci adulti, 100 porcelli, 5 verri; 150 pecore con agnelli, 200 agnelli di quest’anno, 120 arieti; 30 capre con capretti, 30 capretti di quest’anno, 3 caproni; 30 oche, 80 polli, 22 pavoni. Come sopra per quanto riguarda le piccole aziende che dipendono da Annapes. Nella villa di Gruson abbiamo trovato costruzioni signorili con 3 granai e una corte cinta da una siepe. C’è un orto con alberi; 10 oche, 8 anatre, 30 polli. Nella villa di Noyelles abbiamo trovato costruzioni signorili e la corte difesa da una siepe e all’interno tre granai, un arpento (unità di misura romana = 35, 68 m) di vigna un orto con alberi, 15 oche, 20 polli. Nella villa di Wattiessart costruzioni signorili. Ci sono due granai, un magazzino per le spighe, un orto e la corte ben difesa da una siepe. Abbiamo verificato che la misura del moggio e del sestario [= sesta parte del moggio] è identica a quella del palazzo regio. Non abbiamo trovato servi artigiani che sapessero lavorare l’oro, l’argento o il ferro, né per cacciare né per qualsiasi altro impiego […]. Capitularia regum Francorum , in M. Sanfilippo, Il sistema feudale , sei, Torino 1975, pp. 38-39
8. CORREZIONE Prima di effettuare l'autocorrezione degli elaborati, vediamo quali sono gli errori più frequenti e che si devono evitare
9. PRODUZIONE DEL TESTO: riorganizziamo le nostre domande e risposte e realizziamo un testo storiografico Nella curtes dei Franchi, di Annapes nell’VIII secolo, si coltivavano soprattutto cereali di diverse tipologie, ma anche legumi, e si produceva miele. Abbondante e vario era l’allevamento: di equini e bovini, che probabilmente venivano usati soprattutto nei lavori agricoli; di ovini, pollame e animali da cortile; e soprattutto di suini. Oltre a coltivare e ad allevare animali per procurarsi il cibo, se ne traevano fibre (lana) e pelli per il vestiario, e nella curtis si fabbricavano gli utensili, prevalentemente in legno, necessari alle varie attività. Dei cereali vengono indicati i rendimenti, in questo caso molto bassi: infatti oscillavano tra 2:1 e 1:1 (su 100 moggi di frumento ricavati, 60 vengono seminati: rendimento 10:6; l’orzo 18:11, cioè circa 3:2; la spelta 110:60, cioè un po’ meno di 2:1; la segale 1:1). Dal tipo di coltivazioni e di animali allevati possiamo farci un’idea del paesaggio agrario della curtis, o almeno di quella di Annapes: una parte del terreno era adibita ad arativi (per i cereali), ma una superficie più ampia era lasciata incolta, occupata da prati spontanei (ove potevano pascolare equini, bovini e ovini), e da vasti boschi di querce (che nutrivano i molti maiali); infine, attorno alle case, c’erano orti, e aie nelle quali razzolava il pollame. ECONOMIA AGRARIA
10. PRODUZIONE DEL TESTO: riorganizziamo le nostre domande e risposte e realizziamo un testo storiografico Le curtes dei Franchi, di Annapes nell’VIII secolo, era divisa, come comunemente accadeva, in due parti: nel dominico, ove tutti i lavoratori erano di condizione servile (vengono chiamati infatti servi prebendari), c’erano contadini e alcuni artigiani, come bottai e falegnami, che lavoravano il legno mancano però in questa curtis artigiani di maggiore professionalità come gli esperti nella lavorazione dei metalli. Nella pars massaricia vi erano contadini-pastori, affittuari dei mansi, dei quali non viene qui specificata la condizione giuridica. Nonostante dalla corte di Annapes dipendessero altri piccoli insediamenti (chiamati ville), la loro produzione era assai più scarsa ed i ricavi molto bassi, tanto che è la maggior parte delle entrate del proprietario dipendevano dalle produzioni effettuate sul dominico da cui il proprietario riceveva tutti i prodotti della coltivazione e dell’allevamento. Altre entrate derivavano dall’esercizio dei suoi diritti di banno cioè l’uso monopolistico dei molini, delle birrerie, del ponte, e il prelievi sugli orti. Un’ulteriore parte dei suoi introiti era ricavata dai censi, cioè affitti, che gli dovevano i contadini dei mansi. Nel caso qui esaminato, ad Annapes, questi oneri erano quasi tutti in natura, cioè una parte dei prodotti o delle lavorazione dei prodotti: gli oneri in denaro erano quelli bannali. Non c’erano neppure, per i contadini dei mansi, corvées, cioè lavoro diretto sulla pars dominica.
14. La risposta a questi interrogativi non è desumibile dalla nostra fonte. Quello che lo storico deve fare davanti a questi problemi è l'operazione di confrontare cioè trovare altre fonti omogenee per tipologia e periodo e incrociare i dati raccolti. Solo in questo modo saremo in grado di avanzare ulteriori e più fondate ipotesi risolutive.