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LEZIONI PROFESSORE PAOLO MARTINO
1^ lezione – 19 dicembre 2012

   La linguistica è la scienza del linguaggio di tutte le lingue del mondo; non è una disciplina
    normativa, non è la grammatica.
   La lingua è il campo della variazione, il linguaggio è la facoltà di esprimere verbalmente il
    proprio pensiero.
   Nel mondo ci sono circa 7-9 mila lingue. Perché questa imprecisione? Perché dipende da cosa
    intendiamo per lingua: sistema dotato di una tradizione culturale che ha avuto una
    standardizzazione.
   In Italia si parlano tantissime lingue; solo nel 1999 con la legge 482 l’italiano per la prima volta
    viene riconosciuto come lingua ufficiale della Repubblica italiana, prima era considerato tale,
    ma solo tacitamente.
   L’articolo 1 della legge 482 tutela e riconosce 12 minoranze linguistiche, per lo più varietà
    alloglotte (diverse dall’italiano); il sardo e il friulano sono considerate lingue, non dialetti.
   Le 5 variazioni della lingua:
         o Dia-mesica
         o Dia-stratica
         o Dia-fasica
         o Dia-cronica
         o Dia-topica
   Diamesia = dia(attraverso) medium(mezzo), il medium/i media, dia deriva dal greco

La lingua si manifesta diversamente a seconda dei mezzi con cui viene usata.

   Diastratia = articolazione sociale; non sarebbe concepibile una lingua senza la dimensione
    sociale. Il fondatore della linguistica moderna, Ferdinand de Saussure, agli inizi del 900
    sosteneva che la lingua è un’istituzione sociale che va vista quindi nella sua articolazione
    sociale, stratigrafica. La disciplina che si occupa di questo è la SOCIOLINGUISTICA.
   Diafasia = fasia deriva dal verbo greco parlare, è sinonimo di stile, appartiene al singolo
    parlante, è la variazione della lingua a seconda del contesto comunicativo, degli interlocutori.
    Si va da un gradino alto ad un gradino più basso; tali gradini si chiamano registri:
        o registro aulico
        o registro formale
        o registro standard
        o registro substandard
        o registro basso
        o registro popolare

Quando parliamo, a seconda del contesto o di chi ci troviamo difronte cambiamo il nostro modo di
esprimerci.
   Diacronia = dal greco cronos, tempo; è la variabilità continua della lingua, lungo il tempo, nella
    storia. Nel corso di 2/3 generazioni noi stessi possiamo notare questo fenomeno, se ci
    dovessimo spostare nei secoli ancora di più. Si parlava italiano già a partire dall’800 dopo
    Cristo. Ma cos’è l’italiano? È il latino del 2013. Mutano i suoni, mutano le parole, ma
    soprattutto mutano i significati delle parole.



    La visione naturalista, ormai superata , è quella che vedeva la lingua come un essere vivente e
    come tale nasce, cresce, invecchia e muore; è come le monete che tuttavia possono venire
    riciclate.

   Diatopia = dal greco topos, luogo; è la dimensione geografica detta anche dia-lettale
    (dimensione orizzontale); la dialettologia nasce nel corso dell’800 con gli atlanti linguistici
    cartografati. Il primo atlante linguistico fu quello della Francia, poi seguirono quello della
    Germania , dell’Italia, ecc…
   La terminologia di tutte le scienze è greca.
   Lo sguardo cartografico è interessante perché ci spiega anche il perché di alcuni fatti.
   Vanno ricordate le 2 isoglosse principali: La Spezia/Rimini e Roma/Ancona; segnano il confine
    linguistico.
   La cartina del Pellegrini, linguista, glottologo e filologo italiano, autore di un manuale di
    linguistica romanza, mostra l’Italia con tutte le sue principali isoglosse. Le isoglosse uniscono
    tutti i punti dove c’è la stessa lingua. Va ricordato tuttavia che i confini linguistici non sono
    netti, ma cambiano lentamente.
   La lingua varia, è una realtà in estremo movimento; le parole vanno in desuetudine e ne
    nascono di nuove; vedasi il linguaggio delle chat, del telefonino, l ’informatichese: sono queste
    variazioni che si pongono sull’asse diamesico.
   A livello diastratico troviamo i sottocodici o i linguaggi speciali, i gerghi della malavita; non
    sono compartimenti stagni, le parole passano da un codice all’altro.
   Le parole dialettali sono entrate nella lingua italiana, ad esempio pizza, mafia, camorra,
    ‘ndranghita.
   Il professor Martino ha svolto una ricerca etimologica nella dimensione diacronica della parola
    ‘ndranghita che si è evoluta nella storia e nel significato.
   La penisola italiana non è compatta, l’italiano non è la lingua materna di tutti gli italiani. Tullio
    de Mauro, il più anziano linguista italiano ancora vivente, Ministro della Pubblica Istruzione nel
    2000 e ispiratore della legge 482 del 1999, nel suo libro “Storia linguistica dell’Italia unita”,
    edito da Laterza, scrisse che nel 1861, l’anno dell’unificazione politica italiana, oltre il 70-75%
    della popolazione non sapeva l’italiano. Il restante 25-30% sapeva solo il dialetto.
   L’italiano di oggi è una lingua egemone, le altre sono subalterne. Nella penisola italiana
    esistevano molti dialetti, anche il re di Napoli parlava solo il dialetto.
   Quanti sono i dialetti? Quante sono le parlate alloglotte (esempio l’albanese e il greco)? Sono
    molti. Esistono anche delle isole linguistiche dove si parla per esempio il greco e che si trovano
sull’Aspromonte e in Salento. Il walser è una minoranza linguistica, è una lingua che si parla nei
    7 comuni ; esistono poi delle minoranze di confine (francese, tedesco, ecc…) . nel Molise ci
    sono 3 comuni che parlano il croato. In Italia ci sono 12 minoranze alloglotte, cioè che non
    derivano dall’italiano (allos=altro e glotta=lingua), si riconnettono ad una lingua che sta fuori
    dalla penisola italiana. Ci sono poi le parlate disperse, ad esempio il giudeo a Roma, o le parlate
    degli zingari, che sono ariani puri, la loro lingua è indoeuropea.
   STANDARDIZZAZIONE: quando una parlata diventa una lingua, devo quindi fare attenzione
    quando scrivo a non commettere errori, ci sono delle norme; con il dialetto posso invece
    inventarmi delle cose anche se alcuni dialetti hanno fatto progressi sulla via della
    standardizzazione come il veneto e il napoletano che hanno anche una storia letteraria
    dialettale alle spalle.
   A che cosa serve una lingua? Serve a pensare, a conoscere, a rapportarsi col mondo. Un
    linguista ha detto che i nostri pensieri senza la lingua sarebbero come magma informe. Noi
    conosciamo il mondo perché riusciamo a classificarlo, a catalogarlo. Noi vediamo e conosciamo
    le cose quando abbiamo un termine che ci indica quella cosa. Esempio : quanti e quali sono i
    colori? Questa domanda non ha senso, i colori non esistono, sono variazioni dello spettro, non
    ci sono segmentazioni; noi italiani li chiamiamo come tutti sappiamo, ma ad esempio il verde
    italiano non corrisponde al green inglese. Noi categorizziamo l’esperienza. La lingua è un modo
    formale per rappresentare la conoscenza.
   La lingua è innata o si acquisisce? Il padre della storia, Erodoto, vissuto nel V secolo a.C.,
    racconta la storia del faraone egiziano Psammetico che voleva conoscere la lingua degli dei.
    Con un esperimento scoprì che era la lingua frigia, perché bekos in frigio voleva dire pane.
   Oggi al riguardo ci sono 2 correnti di pensiero, gli INNATISTI (Chomsky) secondo i quali il
    linguaggio è innato nell’uomo che possiede alla nascita un dispositivo scritto nel suo DNA che
    gli fa apprendere la lingua; tale dispositivo è chiamato LAD (Language Acquisition Devise);
    l’altra corrente di pensiero sostiene che tutto il linguaggio si acquisisce nel rapporto con
    l’ambiente.


2^ lezione – 9 gennaio 2013

   La linguistica non è lo studio della grammatica italiana, quella che si faceva a scuola per
    intenderci. La linguistica è la scienza che studia il linguaggio e le lingue (= strumenti per
    attivare l’abilità del pensare) come facoltà a disposizione del genere umano per parlare e
    pensare; l’ominazione è l’evoluzione del genere umano, è lo studio del genere umano.
   Le lingue nel mondo sono circa 7_9 mila, a seconda dei criteri che si usano per classificarle.
   La linguistica ha tante ramificazioni:
         o Psicolinguistica = psicologia del linguaggio
         o Sociolinguistica = lo studio degli effetti sulla lingua dei diversi fattori sociali
         o Linguistica storica = con il metodo induttivo, partendo dal molteplice si ricostruiscono
            le fasi precedenti della lingua, la sua forma e i suoi significati
         o Foniatria =ramo della medicina che si occupa della riabilitazione della voce e del
            linguaggio
o Glottodidattica = disciplina che studia e implementa le metodologie di insegnamento
             delle lingue, molto utile agli insegnanti, fornisce gli strumenti efficaci per insegnare
         o Linguistiche specialistiche per ogni lingua= noi ci occupiamo della linguistica italiana
             che non è normativa, prescrittiva, ma è uno studio che può avere un taglio filosofico,
             storico, più applicativo della lingua, …
   Che cos’è l’italiano? Per rispondere a questa domanda occorre analizzare la sua variazione
    diatopica, cioè nello spazio, l’articolazione della lingua nello spazio geografico. Le lingue non
    hanno confini ben precisi, sono convenzionali.
   Le ISOGLOSSE sono linee che indicano l’andamento dello stesso fenomeno, stabiliscono i
    confini delle lingue.
   Le lingue mutano continuamente, noi stessi contribuiamo a farle cambiare. Una parola nuova
    ad esempio può aver fortuna, si diffonde ed entra nei vocabolari.
   Quando è cominciato l’italiano? Quando è nato? È nato con la deriva del latino, come la deriva
    dei continenti, il cambiamento è lento, quasi impercettibile, è graduale. Se lo volessimo
    definire in forma icastica, in forma d’immagine, potremmo dire che l’italiano è il latino di oggi,
    il latino volgare.
   L’italiano parlato in Sicilia non è uguale a quello parlato nel Veneto ad esempio perché ci sono
    delle variabili legate alle caratteristiche di pronuncia, alle caratteristiche prosodiche, anche al
    lessico, variabili di struttura, variabili quindi dovute allo spazio a causa del SOSTRATO dei
    dialetti.
   La variazione notevole in diamesia è data dall’oralità e dalla scrittura, una cosa è parlare,
    un’altra è scrivere.
   Le chat impongono un modo di parlare diverso e condizionano la lingua giovanile (esempio
    giovanilese). I media modificano l’intero sistema della lingua.
   Che cos’è l’italiano allora? È la lingua ufficiale della Repubblica Italiana dal 1999. L’italiano
    esisteva però prima dell’Italia unita. Per gli umanisti è il toscano, una lingua interregionale.
   Esiste tuttavia un numero enorme di varietà linguistiche.
   Qual è l’italiano standard? È del tutto teorico, non lo parla nessuno, è una definizione
    convenzionale, lo si intende come quello della scrittura, dei giornali, della televisione, ma negli
    ultimi decenni c’è stata una variazione. L’italiano che usiamo oggi è SUBSTANDARD o
    NEOSTANDARD che presenta un maggior cedimento ad alcune licenze non tollerate prima,
    sono presenti alcune libertà grammaticali:
         o che polivalente
         o gli al femminile
         o cosa per che cosa
         o ecc…
   Scala ideale di valore sociolinguistico:
         o italiano aulico
         o italiano formale (che corrisponde allo standard)
         o italiano neostandard
         o italiano substandard (quello regionale)
         o dialetto (varietà italoromanze, gli esiti cioè del latino nella penisola italiana)
   Questi esiti del latino nella penisola italiana sono tantissimi, uno è il toscano; l’italiano è
    dunque un dialetto fortunato grazie al convergere di alcuni fattori. Quali? In questa lingua si
    sono espressi i 3 grandi scrittori del 300, Dante, Petrarca e Boccaccio, le tre corone; due secoli
    dopo gli umanisti, in qualsiasi luogo fossero, decisero di adottare proprio la varietà toscana
    come la lingua della letteratura. Prima del toscano c’era però il siciliano che ha rischiato d
    diventare la lingua dell’Italia.
   Il dialetto non è considerato una minoranza linguistica, ma è una varietà subalterna
    dell’italiano.
   Nella nostra penisola abbiamo delle LINGUE ALTRE che sono diverse dall’italiano e che si
    chiamano MINORANZE LINGUISTICHE, alcune sono delle varietà romanze come il gallo-italico
    in Sicilia, il valdese a Guardia Piemontese o il catalano ad Alghero, altre invece sono varietà
    alloglotte, non appartengono cioè al latino, ad esempio il greco parlato in Sicilia e nel Salento,
    il croato del Molise e tutte le minoranze di confine.
   Queste minoranze sono di grande interesse culturale, purtroppo ormai sono fagocitate dalla
    lingua egemone che è l’italiano, la lingua dominante. Alcune si sono ormai estinte (la
    sociolinguistica si occupa di questi fenomeni) per il venir meno dei parlanti.
   Oggi assistiamo al fenomeno della nascita di nuove minoranze, quelle che si sono venute a
    creare di recente, negli ultimi decenni, le lingue degli immigrati; alcune costituiscono delle
    grosse comunità presenti nelle grandi città, poi ci sono le minoranze senza territorio come
    quelle degli zingari e degli ebrei, relegate nei ghetti, avevano elaborato nei secoli una
    commistione di varietà con l’italiano e il dialetto.
   Perché il sardo e il friulano sono lingue e il napoletano e il veneto no?
   La differenza non la stabiliscono i linguisti o qualche ente in giro per il mondo, lo stabiliscono i
    PARLANTI, i titolari della lingua. Il sardo ad esempio è più arcaico del toscano, il latino nel
    sardo si è evoluto poco, ma non è questo che fa la differenza; ciò che fa sì che il sardo ad
    esempio sia una lingua è l’autocoscienza linguistica dei parlanti che sono orgogliosi della loro
    parlata, non se ne vergognano.
   La scuola fin dal 1861 ha operato in maniera repressiva verso i dialetti, il motto era la
    stigmatizzazione.
   Il REPERTORIO LINGUISTICO è l’insieme delle lingue che uno parla o conosce più o meno.
   Esiste un repertorio linguistico collettivo e un repertorio linguistico individuale; il repertorio
    linguistico dell’italiano medio è formato dalla lingua italiana e da un dialetto, per qualcuno
    anche da una lingua straniera.
   Le LINGUE SPECIALI o settoriali o specialistiche sono SOTTOCODICI:
         o burocratese = il linguaggio degli uffici pubblici (vedasi l’antilingua di Calvino)
         o giovanilese
         o politichese = tra cui il berlusconese
         o informatichese
         o lingua dello sport
         o ….
   I GERGHI sono una parlata specifica collocata nella scala diastratica bassa, hanno alla base il
    dialetto, sono gerghi dei mestieri, della mafia, dei birba, …
   L’INTERLINGUA è quello che succede quando l’italiano entra in contatto con altre lingue, con i
    dialetti, assistiamo dunque al fenomeno del CONTATTO, nessuna lingua è isolata, tutte si
    influenzano, a livello lessicale e non solo.
   Machiavelli disse che quando arriva una nuova dottrina devono crearsi nuovi vocaboli perché
    c’è un’influenza. Il PRESTIGIO incide molto, la lingua che ha più prestigio darà parole a quella
    che ne ha di meno. Ad esempio l’inglese è considerata una lingua di grande prestigio, l’italiano
    è pieno di anglicismi, cioè di interferenze dell’inglese nella nostra lingua, ma ci sono anche
    russismi, francesismi, ecc…
   I dizionari etimologici permettono oggi di isolare, di individuare con un clic, tutto d’un colpo le
    parole francesi presenti ad esempio in una lingua, ecc…
   PRESTITO o CALCO, morfologico o sintattico: goal (inglese) grattacielo (skycraper) è un CALCO,
    una imitazione strutturale, in spagnolo si dice rascacielo.
   Esiste poi il BABY TALK il linguaggio bambinesco. Come lo acquisisce un bambino il linguaggio
    nel giro di un anno di vita?
   NETIQUETTE = il comportamento linguistico in internet
   ORTOGRAFIA = cioè il modo di scrivere corretto, riguarda la punteggiatura ad esempio, ogni
    segno di punteggiatura ha la sua origine, la sua storia.
   Le strutture dell’italiano:
         o SUONI
         o ORGANIZZAZIONE dei suoni in unità superiori, le parole
         o ORGANIZZAZIONE delle parole in unità più complesse, le frasi. La FONOLOGIA studia i
             suoni, la MORFOLOGIA studia le unità minime dotate di significato.
         o SINTASSI studia l’organizzazione delle parole per costruire frasi
         o LESSICO e SEMANTICA cioè i vocabolari, come mutano i significati e le forme
         o La PRAGMATICA che studia il comportamento dei parlanti, che cosa si può fare con le
             parole, rapporto lingua/cultura. La lingua non è solo uno strumento per comunicare,
             ma prima ancora è uno strumento per organizzare il nostro sapere. La lingua riflette la
             cultura, la formalizza. Oggi siamo ad esempio nella fase dell’Europa comune che
             tuttavia non ha una sua lingua ufficiale, anzi ne ha troppe. Gli Stati dell’Unione Europea
             sono 27 e altri vogliono entrarci come la Turchia, le lingue ufficiali sono 23, il rischio è la
             BABELE linguistica. L’inglese secondo il prof. Martino non sarà mai la lingua ufficiale di
             un’entità politica statale europea per gelosia dei tedeschi e dei francesi, per non dare
             troppo prestigio politico ed economico alla Gran Bretagna.
   FONETICSA e FONOLOGIA: occorre conoscere i fonemi, come si chiamano e come si
    definiscono; come l’uomo riesce cioè a produrre i suoni del linguaggio.
   Quali suoni sono fonemi? L’uomo produce suoni che non sono fonemi.
   SUONO – FONO (e allofono) – FONEMA (unità funzionale della lingua)
   Esempio: la “r” non la pronunciamo tutti allo stesso modo, c’è chi ha la r moscia, chi ce l’ha
    blesa, pur tuttavia il fonema è lo stesso ( =vibrante alveolare sonoro), gli allofoni sono diversi.
   Cos’è la sonorità? È il tratto comune che hanno alcuni fonemi nell’articolarli, succede quando
    noi contemporaneamente introduciamo una vibrazione che noi avvertiamo se ci mettiamo una
mano sul pomo d’Adamo, cioè sulla tiroide cartilaginea, e sulla scatola cranica, introduciamo
    cioè un’articolazione delle pliche vocali.
   La scrittura storia della lingua è incoerente, in teoria ogni simbolo dovrebbe corrispondere ad
    un suono, ma si scrive in un modo e si pronuncia in un altro.
   Per questo motivo i linguisti hanno introdotto l’alfabeto fonetico internazionale (IPA) in
    italiano AFI
   Che cosa avviene quando i suoni vengono prodotti in una catena parlata? Si influenzano a
    vicenda e questo fenomeno sta alla base del mutamento della lingua. I foni influenzandosi a
    vicenda hanno creato delle diversità. Esempio CASA, ma se ci fosse A CASA la pronuncio doppia
    ACCASA.
   Nell’IPA ci sono oltre ai simboli basici anche i DIACRITICI, gli accenti che mi avvertono che quel
    simbolo indica un fonema del tutto particolare, da tener presente
   Gli elementi minimi del linguaggio sono i FONEMI dei singoli FONI; ad un livello superiore
    troviamo i MORFEMI (il più piccolo elemento di una parola dotato di significato proprio
    distintivo)
   La PROSODIA riguarda gli aspetti soprasegmentali del linguaggio che riguardano l’intonazione.
    Ogni lingua ha una sua intonazione; esiste una melodia ascendente, una discendente e una
    monotona; cambia il significato della parola e della frase; esempio: predico – prèdico – predicò
   L’ACCENTO viene studiato dalla prosodia che studia appunto l’evidenzializzazione di una sillaba
    all’interno della parola o di un sintagma (meno della frase, più di una parola) ad esempio
    “all’improvviso”, da un punto di vista prosodico rappresenta un’unità.
   Il CONTRASTO ACCENTUALE è la forza con cui viene pronunciata una parola. Altre lingue non
    hanno l’ACCENTO INTENSIVO o DINAMICO come la lingua italiana, hanno un accento musicale,
    una variazione tonale di un’ottava più alta



3^ lezione – 23 gennaio 2013

   Alcuni simboli IPA appaiono diversi in alcuni testi, ma ciò è dovuto alla trascrizione stretta
    (fonetica) o alla trascrizione larga(fonologica) che non fornisce tutti i tratti, solo quelli distintivi
    più importanti
   FONETICA # FONOLOGIA: la fonetica si interessa dei fonemi e degli allofoni, cioè del profilo
    articolatorio dei suoni, mentre la fonologia si interessa solo dei tratti distintivi .
   La linguistica italiana non è solo lo studio della forma.
   Prima articolazione: MORFOLOGIA
   Seconda articolazione: FONETICA
   Analisi di organizzazione: SINTASSI, l’insieme delle norme che stabiliscono come si organizzano
    le parole nelle frasi.
   La SEMANTICA è lo studio del significato; Ferdinand de Saussure diceva che il segno linguistico
    è una medaglia a due facce, una rappresenta il SIGNIFICATO, che è invisibile, l’altra il
    SIGNIFICANTE.
   Lo studio della SEMANTICA è il più affascinante proprio per l’evanescenza dei significati
   La formazione delle parole, WORTBILDUNG in tedesco; certe parole muoiono o divengono
    disusate. Il parlante adotta diverse strategie per formare parole nuove; utilizza ad esempio gli
    AFFISSI (suffissi o prefissi) cioè fa derivare parole da radici più semplici. La COMPOSIZIONE è un
    altro modo per la formazione di parole nuove
   La LESSICALIZZAZIONE è quando una parola che non è un sostantivo diventa una parola, un
    lessema (il fu = il morto, fu che era verbo diventa sostantivo, il presidente, deriva dal participio
    presente del verbo
   La GRAMMATICALIZZAZIONE è l’esatto contrario, avviene cioè quando una costruzione diventa
    un elemento morfologico, una struttura coesa diventa un elemento grammaticale, ad esempio
    TRANNE > TRAINE, FORTEMENTE> forte + mente , ora –mente è un suffisso ma una volta non
    era così era una parola.
   A livello di semantica abbiamo un insieme di dati che si riferiscono ai nomi e ai cognomi, che
    non hanno un significato in sé. Il nome proprio non è solo di persona (ONOMASTICA), ma
    anche di luogo (TOPONOMASTICA) e di fiumi (IDRONIMIA). Da un punto di vista logico i nomi
    non hanno significato, sono solo etichette, ma se andiamo a studiare l’etimologia scopriamo
    che c’è una storia sotto. I cognomi sono nomi che nel Medioevo si sono aggiunti ai nomi
    propri: alcuni rimandano ai discendenti, altri ad un mestiere, altri ancora ad una caratteristica
    fisica o morale.
   La TOPONOMASTICA, i TOPONIMI sono nomi conservativi, muta la lingua ma non i nomi dei
    luoghi. A volte abbiamo nomi di luoghi antichissimi, pre-latini, altri sono più recenti
    intendendo per ecenti nomi che hanno 1000/2000 anni, sono molti i nomi di santi che
    identificano un paese, ciò attesta lagrande presenza della Cristianizzazione.
   La SEMANTICA si occupa di trovare tracce nella lingua che ci consentono di ricostruire la
    cultura di un popolo.
   PIEVE = paese, parrocchia; l’origine è dal latino PLEBE(M) che significa popolo; nel nesso latino
    PL si palatalizza la L e si ottiene PIEVE, pieve dunque ha un’origine popolare mentre plebe più
    dotta, sono parole che hanno la stessa radice latina, ma che hanno avuto due percorsi diversi,
    uno popolare e uno dotto. Pioggia per esempio deriva dal latino PLUVIA, anche qui si
    palatalizza la L.
   L’origine dotta di queste parole è stata portata dalla predicazione della Chiesa oppure dagli
    umanisti a partire dal 500 in poi che hanno rimesso in circolazione delle parole usando la
    pronuncia latina, ecco che allora compaiono dei doppioni, le COPPIE ALLOTROPICHE, due
    parole che derivano dalla stessa parola latina, ma che hanno avuto nel corso dei secoli due
    evoluzioni fonetiche diverse, cioè due percorsi diversi; in genere la forma dotta ha avuto meno
    evoluzione fonetica, mentre la popolare/volgare ha avuto uno sviluppo diverso.
   Coppie allotropiche (in francese si chiamano doublè):
         o vizio/vezzo dal latino VITIUM
         o cosa/causa dal latino CAUSA
         o pensare/pesare dal latino PENSUM
         o tegola/teglia
         o urlare/ululare
         o esempio/scempio dal latino EXEMPLUM
o freddo/frigido dal latino FRIGIDUS
        o pregio/prezzo dal latino PRETIUM
        o aia/area (l’autore della grammatica storica dell’Italia e dei suoi dialetti, Gerhar Rohlfs, si
            recò in Puglia per studiare la parola AREA, girò per più di 70 anni la penisola italiana per
            studiare i dialetti)
   gli ALLOTROPI sono dunque parole gemelle/sorelle, nate dalla stessa parola latina, si trovano
    spesso nelle lingue romanze



   la MONOTTONGAZIONE di vocale e semivocale è un nesso tautosillabico, cioè 2 suoni che
    appartengono alla stessa sillaba, AU, AI, EI, OI, … alla fine c’è sempre la U o la I

   la SEMANTICA studia il significato delle parole. La SINONIMIA perfetta non esiste, ogni parola
    ha una sua sfumatura (tirchio, taccagno, avaro)

   OMONIMIA: due parole di significato diverso ma che suonano allo stesso modo

   POLISEMIA: complementare a omonimia, una parola con tanti significati

   ANTONIMIA: significato opposto
       o bello/brutto
       o alto/basso
       o ricco/povero

esiste cioè una gradualità nel passaggio da un termine all’altro

   COMPLEMENTARI contrari:
      o vivo/morto
      o aperto/chiuso
      o femmina/maschio

non c’è gradualità, uno esclude l’altro

   IPERONIMO e IPONIMO: fiore e tulipano
   Nel campo della semantica troviamo altri concetti: IPERCORRETTISMO. Un errore fatto dal
    parlante insicuro che vuole eccedere, PAROLE TABU’, di carattere religioso, sessuale, intime,
    che coinvolgono cioè i sentimenti, … il parlante è molto attento al loro uso, si usano quindi dei
    surrogati; alcune parole vengono TABUIZZATE, ad esempio CAPPERI, che rappresenta
    un’esclamazione di meraviglia. Già nel 1200 assistiamo a questo fenomeno della parola
    capperi, all’epoca di Dante, alle origini dell’italiano. Esistevano delle parole interdette. Zenone
    quando giurava lo faceva per il cappero, Socrate per ilcane, altri lo facevano per l’oca, per il
    cavolo. Queste espressioni le troviamo già nel V secolo dopo Cristo. Esiste una preistoria di
    queste parole. Oca si diceva in greco Hiena , il suono era simile a Zena, Zeus, quindi Zenone
giurava per Zeus, ma non osava usare il suo nome per rispetto. La parola GRAVIDA non si userà
    mai per una donna, ma per un animale sì. Il significato delle parole non è mai banale, si colora,
    si plasma in base al contesto.
   La linguistica PRAGMATICA non studia il significato denotativo della parola, ma va oltre, è una
    specializzazione della linguistica, studia il comportamento degli utenti della lingua,
    l’atteggiamento, le strategie comunicative, gli atti linguistici.
   La teoria degli atti linguistici di J.Austin: locutorio, , illocutorio, perlocutorio.
   ALLOCUTIVI di CORTESIA, ogni popolo ha i suoi, il più banale è l’uso del pronome personale con
    cui ci si riferisce alle persone, LEI, TU, VOI, il lei stabilisce una certa distanza, il tu si usa fra
    compagni, è cameratista, il voi era usato al tempo del fascismo come segno di deferenza,
    oppure nelle zone agricole.
   Ci sono tratti non propriamente linguistici che entrano nella lingua, l’atteggiamento del corpo,
    ecc… la PROSSEMICA indica l’atteggiamento, l’uso dei gesti fisici nell’interazione linguistica. In
    Sicilia ad esempio lo schiocco della lingua o lo sguardo abbassato.
   La lingua è sessista.
   L’ANTROPOLINGUISTICA studia il rapporto lingua/cultura
   Il GENERE GRAMMATICALE è un modo per dividere il mondo in maschile, femminile e neutro,
    ma l’origine del genere è ancora sconosciuto. C’è un rapporto con il sesso oppure no? Prevale
    l’ipotesi che il genere dei nomi non c’entri nulla con il sesso. Il neutro è confluito con il
    maschile, altre lingue hanno anche 10 generi che si chiamano classi lessicali.
   Quando parliamo utilizziamo spesso degli STEREOTIPI, stereo=duro e tipi= forma,
    stereà=continente, sono delle forme indurite, dei luoghi comuni che ci portiamo dentro spesso
    inconsapevolmente, sono significati sociali. Uno giudica per esempio una persona
    dall’intonazione della sua voce e questo è uno stereotipo, shibboleth è il termine ebraico che si
    trova nel libro dei Giudici, nella Bibbia. Dopo un combattimento, i Galaaditi volevano impedire
    la fuga ai loro nemici sopravvissuti, gli Efraimiti. Questi ultimi, al momento di fuggire passando
    il Giordano, dovevano quindi essere fermati e individuati come tali, anche se non sempre era
    evidente come riconoscerli. Si decise dunque di usare uno stratagemma: chi veniva fermato e
    negava di essere un efraimita, doveva dimostrare di saper pronunciare correttamente la parola
    shibboleth. Siccome nella loro parlata gli efraimiti non erano in grado di pronunciare il suono
    [ʃ] (come l'iniziale dell it. sciarpa), il test veniva ritenuto efficace: chi sbagliava la pronuncia,
    dicendo qualcosa come sibbolet, veniva infatti individuato ed ucciso. Anche nei Vespri siciliani
    si riporta un episodio simile: si racconta che i siciliani, per individuare i francesi che si
    camuffavano fra i popolani, facessero ricorso ad uno shibboleth, mostrando loro dei ceci
    («cìciri», nella lingua siciliana) e chiedendo di pronunziarne il nome; quelli che venivano traditi
    dalla loro pronuncia francese (sciscirì), venivano immediatamente uccisi.
   La pronuncia di un popolo lo cataloga quindi come appartenente a quel posto. La satira oggi
    usa molto lo stereotipo.
   La SEMANTICA si studia sia sul piano sincronico che diacronico. Perché diciamo cancellare?
    Cosa c’entra cancello? cancellare<cancello: nei manoscritti antichi medioevali quando si
    doveva cancellare qualcosa si disegnava un cancello per coprire la parola.
   La linguistica storica ripercorre la storia della parola nella variazione diacronica.
   La zona Lausberg, a cavallo del massiccio del Pollino, è un’area dialettale arcaica, possiede un
    vocalismo sardo. Deve il suo nome al linguista che la scoprì, allievo di Rohlfs.
   Come si è evoluta la storia linguistica dell’italiano? Il latino per esempio non aveva gli articoli,
    l’italiano sì. Gli articoli sono comparsi per la scomparsa dei casi in latino; ille-illa diventarono le
    – la, è un METAPLASMO, un cambiamento, ad esempio quando un pronome diventa articolo:
    ille puer (quel bambino) > il bambino, c’è un cambio di categoria. Questo riguarda la linguistica
    interna. Ma c’è anche la storia della linguistica esterna, cioè delle vicende che hanno
    provocato l’evoluzione della lingua, non solo per deriva interna; le lingue lentamente si
    evolvono, ma anche per l’influsso esterno di politica, religione, superstizione, rapporti
    economici, ….
   L’influsso del Cristianesimo fu una vera e propria rivoluzione linguistica, non solo semantica; il
    Cristianesimo proveniva dall’Oriente, dall’ebreo. La Bibbia trasporta in Europa nuovi contenuti,
    si rinnovò completamente il vocabolario. Si parla infatti di CRISTIANIZZAZIONE DELLA LINGUA,
    l’insieme dei valori su cui poggia una lingua; interessò tutte le lingue perché il Cristianesimo
    era dappertutto, era capillare. Assistiamo all’uso del NUOVO FUTURO, il FUTURO ROMANZO,
    una struttura perifrastica nuova per indicare il futuro, che è il più angosciante, è ignoto, così
    viene caricato di valori. Il futuro antico è : AMO – AMABO > amavo che però non andava bene
    perché era come l’imperfetto così si cominciò a dire AMARE HABEO (io ho da amare); diventa
    un futuro deontico, non solo epistemico, il futuro non era terribile, implicava un obbligo
    morale; si nota l’ideologia cristiana e questo lo capì il linguista rumeno Eugenio Coseriu .



4^ lezione – 15 febbraio 2013

   La linguistica non è essenzialmente grammatica, non è una disciplina normativa, ma è
    storica/descrittiva, non è solo strumento per comunicare, ma è qualcosa di più: è un modo di
    pensare, formalizza la nostra visione del mondo. Quelli che parlano la stessa lingua
    dovrebbero avere quindi le stesse idee? No, ma si ragiona con gli stessi parametri.
   L’italiano convenzionale è lo standard, ma è meglio chiamarlo substandard, è un italiano
    formale più allargato, quello che si usa in televisione, nei giornali, è una variazione che
    riguarda anche l’ambito sociale.
   Non tutti i dialetti sono collegati all’italiano, ci sono i dialetti romanzi, poi altre minoranze
    alloglotte, diverse dal romanzo, dal latino.
   La lingua è un’architettura complessa; qualcuno ha pensato che fosse innata, nel codice
    genetico.
   FONOLOGIA, 1^ livello elementare, quello dei suoni; foni e allofoni/ fonemi, Saussure dice la
    langue(il codice, la competenza, la semiotica) e la parole(il messaggio, l’esecuzione); la lingua
    è un sistema astratto fato di parti solidali fra loro, poi produciamo dei messaggi.
   /p/ è il fonema cioè occlusiva bilabiale sorda, mentre il fono o meglio l’allofono è il modo con
    cui lo pronunciamo
   FONOLOGIA= studio dei fonemi
   FONETICA= studio articolatorio dei prodotti
   2^ livello < le forme minime MORFOLOGIA e MORFOSINTASSI
   3^ livello < il lessico, la SEMANTICA che determina il significato delle parole, anche la forma
    della parola; le parole sono entità complesse, l’entità minima è il morfema. La LESSICOGRAFIA
    è quella scienza che si occupa di raccogliere e organizzare le parole nel vocabolario; c’è anche
    la LESSICOLOGIA, lo studio storico culturale del lessico.
   4^ livello < SINTASSI, come si organizzano le parole per formare le frasi, cioè gli enunciati
    minimi dotati di significato compiuto; si è capito che il modo di organizzare la sintassi è un
    modo molto indicativo anche di altri modi, di come si compongono le frasi nei testi.
   5^ livello < LINGUISTICA TESTUALE che studia come si organizzano i testi < textus, participio
    del verbo tessere, il testo è una tessitura complessa, è una vera e propria architettura. Come si
    confezionano i testi? Ne è nata una vera e propria scienza, la RETORICA, la scienza del parlare,
    del saper parlare, l’arte degli avvocati, dei giudici, la scienza della persuasione. Le strategie
    prosodiche erano conosciute anche da Cicerone che era un politico e un avvocato: colui che
    parla non deve essere monotono, deve misurare le sue capacità respiratorie, scrisse dei trattati
    di retorica anche Aristotele.
   Le 4 COMPETENZE fondamentali da trasmettere ai ragazzi:
         o ASCOLTARE
         o PARLARE
         o LEGGERE
         o SCRIVERE
   Non sono banali queste competenze, tutti noi potremmo avere delle carenze in una o
    nell’altra. La CALLIGRAFIA, la bella scrittura, ordinata e corretta; è un OSSIMORO dire brutta
    calligrafia.
   La linguistica testuale spiega come deve essere organizzato un testo. Prima di tutto deve
    essere coeso e coerente.
   La COESIONE è l’armonico collegamento di tutti gli elementi di un testo; si utilizzano per
    questo motivo i coesivi, per mettere insieme armonicamente le parole; nel parlato sono coesivi
    anche le pause, l’intonazione, la ripetizione, i connettivi, espressioni che rafforzano i rapporti
    logici, gli avverbi, le congiunzioni, i silenzi; la pausa è fondamentale come dicono tutte le
    dottrine della retorica.
   La COERENZA consiste nel fatto che un testo deve essere appropriato sul piano logico, sul
    piano dello stile, anche riguardo al contenuto, ci vuole una coerenza tematica, stilistica e
    lessicale; non si può dire allevare carciofi e coltivare figli, non è coerente anche se coeso.
   La lingua è un modo per organizzare la nostra conoscenza; la lingua conserva tutte le
    esperienze che si sono accumulate nei secoli.
   La competenza comunicativa nella SOCIOLINGUISTICA:
         o Competenza paralinguistica: decodificare in modo corretto i testi, i tratti prosodici,
             soprasegmentali, come l’intonazione
         o Competenza cinesica: gestuale, dotata di significato; i gesti integrano e a volte
             sostituiscono la comunicazione; ogni popolo ha un suo codice cinesico; deriva da
             KINESIS che significa movimento come Cìnema
         o Competenza prossemica: utilizzazione dello spazio, del corpo ai fini comunicativi
o Competenza performativa: per ottenere determinati scopi, l’efficacia delle parole, non
            solo si dice, ma si fa; questa competenza fa parte della pragmatica. Te lo dico con
            parole implicite a volte (linguaggio della mafia)
         o Competenza socioculturale: bisogna essere informati della cultura del popolo di cui si
            studia la lingua
   Le parole le abbiamo organizzate per campi semantici; la nostra civiltà viene da una società
    rurale e prima di essere contadini erano nomadi, pastori e raccoglitori. Esistono infatti molte
    parole del campo semantico della caccia: cercare<circare<cerchiare CERCARE/CERCHIARE
    (coppia allotropica) perché gli uomini quando cacciavano accerchiavano la preda con i cani
         o menare/minacciare
         o delirare da lira, solco
         o spogliare
         o intervallo
         o ballatoio che si trovava sulle navi da guerra < bellatorium
         o travel viene dal francese antico travail= lavoro travaglio/viaggio
   Voltaire disse che se vuoi conoscere l’essenza delle cose devi penetrare nel significato delle
    cose, le consonanti contano poco, le vocali ancora meno!
   L’ETIMOLOGIA è scienza ed arte, perché dipende dalla capacità di intuire cosa c’è dietro una
    parola
   L’etimologia popolare è una spiegazione tratta dal popolo che esprime un percorso popolare di
    quella parola. Esempio il paese di STRANGOLAGALLI: questo paese nasce intorno alla villa di un
    ricco signore ASTRAGALO GALLO, il suo fondo era chiamato Astragali Galli Fundus, ma il popolo
    sentì il bisogno di rimotivare le parole che non avevano significato, per un motivo di
    affabulazione, di significatività. Così è anche per il paese di TREBISACCE, trapezaki dal greco,
    anche per la parola ‘ndranghita, deriva dal greco, era una cosa nobile, l’insieme delle doti
    positive di un uomo. In una carta geografica del 1500 Andragathia regio era la Calabria;
    quando arrivò questa notizia fu la prova che l’interpretazione del prof Martino era giusta
    sull’etimologia di questa parola. Ndranghitu voleva dire uomo d’onore , ma anche camminare
    con spavalderia, la mafia è l’onorata società, è fatta da uomini d’onore, onorati, impeccabili,
    senso eccessivo dell’onore; omertà>homo>Hombredad< diventare uomo d’onore. La mafia
    una volta suppliva dove lo Stato non giungeva.
   Le lingue nazionali, espressione dello stato nazionale, con l’unione europea formano una entità
    sovranazionale che comporta obbligatoriamente una globalizzazione. C’è una lingua europea?
    Il tedesco è la lingua più parlata in Europa. Meglio il plurilinguismo. L’Europa non ha una sua
    identità culturale, ma è un miscuglio, un MELTING POT, è comune però l’eredità culturale
    latina, greca, slava, germanica: l’amalgama è stato il Cristianesimo; esiste quindi una base
    culturale, teatro esiste in tute le lingue, anche la parola democrazia; esiste dunque un
    patrimonio lessicale comune; gli europeismi, gli internazionalismi derivano dal latino e dal
    greco, ma trasfigurati dal Cristianesimo
   Desiderare/disastro, parole pagane che rimandano alle stelle
   Massa<maza<pasta lievitata( il Cristianesimo, voi siete il lievito nella massa)
   Mestiere deriva da MINISTERIUM, servo, servizio
   Professione> proclamare pubblicamente la propria fede
   Beruf = mestiere in tedesco che significa chiamata, vocazione
   L’etimologia ricostruisce la storia delle parole

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Lezioni professore Paolo Martino

  • 1. LEZIONI PROFESSORE PAOLO MARTINO 1^ lezione – 19 dicembre 2012  La linguistica è la scienza del linguaggio di tutte le lingue del mondo; non è una disciplina normativa, non è la grammatica.  La lingua è il campo della variazione, il linguaggio è la facoltà di esprimere verbalmente il proprio pensiero.  Nel mondo ci sono circa 7-9 mila lingue. Perché questa imprecisione? Perché dipende da cosa intendiamo per lingua: sistema dotato di una tradizione culturale che ha avuto una standardizzazione.  In Italia si parlano tantissime lingue; solo nel 1999 con la legge 482 l’italiano per la prima volta viene riconosciuto come lingua ufficiale della Repubblica italiana, prima era considerato tale, ma solo tacitamente.  L’articolo 1 della legge 482 tutela e riconosce 12 minoranze linguistiche, per lo più varietà alloglotte (diverse dall’italiano); il sardo e il friulano sono considerate lingue, non dialetti.  Le 5 variazioni della lingua: o Dia-mesica o Dia-stratica o Dia-fasica o Dia-cronica o Dia-topica  Diamesia = dia(attraverso) medium(mezzo), il medium/i media, dia deriva dal greco La lingua si manifesta diversamente a seconda dei mezzi con cui viene usata.  Diastratia = articolazione sociale; non sarebbe concepibile una lingua senza la dimensione sociale. Il fondatore della linguistica moderna, Ferdinand de Saussure, agli inizi del 900 sosteneva che la lingua è un’istituzione sociale che va vista quindi nella sua articolazione sociale, stratigrafica. La disciplina che si occupa di questo è la SOCIOLINGUISTICA.  Diafasia = fasia deriva dal verbo greco parlare, è sinonimo di stile, appartiene al singolo parlante, è la variazione della lingua a seconda del contesto comunicativo, degli interlocutori. Si va da un gradino alto ad un gradino più basso; tali gradini si chiamano registri: o registro aulico o registro formale o registro standard o registro substandard o registro basso o registro popolare Quando parliamo, a seconda del contesto o di chi ci troviamo difronte cambiamo il nostro modo di esprimerci.
  • 2. Diacronia = dal greco cronos, tempo; è la variabilità continua della lingua, lungo il tempo, nella storia. Nel corso di 2/3 generazioni noi stessi possiamo notare questo fenomeno, se ci dovessimo spostare nei secoli ancora di più. Si parlava italiano già a partire dall’800 dopo Cristo. Ma cos’è l’italiano? È il latino del 2013. Mutano i suoni, mutano le parole, ma soprattutto mutano i significati delle parole. La visione naturalista, ormai superata , è quella che vedeva la lingua come un essere vivente e come tale nasce, cresce, invecchia e muore; è come le monete che tuttavia possono venire riciclate.  Diatopia = dal greco topos, luogo; è la dimensione geografica detta anche dia-lettale (dimensione orizzontale); la dialettologia nasce nel corso dell’800 con gli atlanti linguistici cartografati. Il primo atlante linguistico fu quello della Francia, poi seguirono quello della Germania , dell’Italia, ecc…  La terminologia di tutte le scienze è greca.  Lo sguardo cartografico è interessante perché ci spiega anche il perché di alcuni fatti.  Vanno ricordate le 2 isoglosse principali: La Spezia/Rimini e Roma/Ancona; segnano il confine linguistico.  La cartina del Pellegrini, linguista, glottologo e filologo italiano, autore di un manuale di linguistica romanza, mostra l’Italia con tutte le sue principali isoglosse. Le isoglosse uniscono tutti i punti dove c’è la stessa lingua. Va ricordato tuttavia che i confini linguistici non sono netti, ma cambiano lentamente.  La lingua varia, è una realtà in estremo movimento; le parole vanno in desuetudine e ne nascono di nuove; vedasi il linguaggio delle chat, del telefonino, l ’informatichese: sono queste variazioni che si pongono sull’asse diamesico.  A livello diastratico troviamo i sottocodici o i linguaggi speciali, i gerghi della malavita; non sono compartimenti stagni, le parole passano da un codice all’altro.  Le parole dialettali sono entrate nella lingua italiana, ad esempio pizza, mafia, camorra, ‘ndranghita.  Il professor Martino ha svolto una ricerca etimologica nella dimensione diacronica della parola ‘ndranghita che si è evoluta nella storia e nel significato.  La penisola italiana non è compatta, l’italiano non è la lingua materna di tutti gli italiani. Tullio de Mauro, il più anziano linguista italiano ancora vivente, Ministro della Pubblica Istruzione nel 2000 e ispiratore della legge 482 del 1999, nel suo libro “Storia linguistica dell’Italia unita”, edito da Laterza, scrisse che nel 1861, l’anno dell’unificazione politica italiana, oltre il 70-75% della popolazione non sapeva l’italiano. Il restante 25-30% sapeva solo il dialetto.  L’italiano di oggi è una lingua egemone, le altre sono subalterne. Nella penisola italiana esistevano molti dialetti, anche il re di Napoli parlava solo il dialetto.  Quanti sono i dialetti? Quante sono le parlate alloglotte (esempio l’albanese e il greco)? Sono molti. Esistono anche delle isole linguistiche dove si parla per esempio il greco e che si trovano
  • 3. sull’Aspromonte e in Salento. Il walser è una minoranza linguistica, è una lingua che si parla nei 7 comuni ; esistono poi delle minoranze di confine (francese, tedesco, ecc…) . nel Molise ci sono 3 comuni che parlano il croato. In Italia ci sono 12 minoranze alloglotte, cioè che non derivano dall’italiano (allos=altro e glotta=lingua), si riconnettono ad una lingua che sta fuori dalla penisola italiana. Ci sono poi le parlate disperse, ad esempio il giudeo a Roma, o le parlate degli zingari, che sono ariani puri, la loro lingua è indoeuropea.  STANDARDIZZAZIONE: quando una parlata diventa una lingua, devo quindi fare attenzione quando scrivo a non commettere errori, ci sono delle norme; con il dialetto posso invece inventarmi delle cose anche se alcuni dialetti hanno fatto progressi sulla via della standardizzazione come il veneto e il napoletano che hanno anche una storia letteraria dialettale alle spalle.  A che cosa serve una lingua? Serve a pensare, a conoscere, a rapportarsi col mondo. Un linguista ha detto che i nostri pensieri senza la lingua sarebbero come magma informe. Noi conosciamo il mondo perché riusciamo a classificarlo, a catalogarlo. Noi vediamo e conosciamo le cose quando abbiamo un termine che ci indica quella cosa. Esempio : quanti e quali sono i colori? Questa domanda non ha senso, i colori non esistono, sono variazioni dello spettro, non ci sono segmentazioni; noi italiani li chiamiamo come tutti sappiamo, ma ad esempio il verde italiano non corrisponde al green inglese. Noi categorizziamo l’esperienza. La lingua è un modo formale per rappresentare la conoscenza.  La lingua è innata o si acquisisce? Il padre della storia, Erodoto, vissuto nel V secolo a.C., racconta la storia del faraone egiziano Psammetico che voleva conoscere la lingua degli dei. Con un esperimento scoprì che era la lingua frigia, perché bekos in frigio voleva dire pane.  Oggi al riguardo ci sono 2 correnti di pensiero, gli INNATISTI (Chomsky) secondo i quali il linguaggio è innato nell’uomo che possiede alla nascita un dispositivo scritto nel suo DNA che gli fa apprendere la lingua; tale dispositivo è chiamato LAD (Language Acquisition Devise); l’altra corrente di pensiero sostiene che tutto il linguaggio si acquisisce nel rapporto con l’ambiente. 2^ lezione – 9 gennaio 2013  La linguistica non è lo studio della grammatica italiana, quella che si faceva a scuola per intenderci. La linguistica è la scienza che studia il linguaggio e le lingue (= strumenti per attivare l’abilità del pensare) come facoltà a disposizione del genere umano per parlare e pensare; l’ominazione è l’evoluzione del genere umano, è lo studio del genere umano.  Le lingue nel mondo sono circa 7_9 mila, a seconda dei criteri che si usano per classificarle.  La linguistica ha tante ramificazioni: o Psicolinguistica = psicologia del linguaggio o Sociolinguistica = lo studio degli effetti sulla lingua dei diversi fattori sociali o Linguistica storica = con il metodo induttivo, partendo dal molteplice si ricostruiscono le fasi precedenti della lingua, la sua forma e i suoi significati o Foniatria =ramo della medicina che si occupa della riabilitazione della voce e del linguaggio
  • 4. o Glottodidattica = disciplina che studia e implementa le metodologie di insegnamento delle lingue, molto utile agli insegnanti, fornisce gli strumenti efficaci per insegnare o Linguistiche specialistiche per ogni lingua= noi ci occupiamo della linguistica italiana che non è normativa, prescrittiva, ma è uno studio che può avere un taglio filosofico, storico, più applicativo della lingua, …  Che cos’è l’italiano? Per rispondere a questa domanda occorre analizzare la sua variazione diatopica, cioè nello spazio, l’articolazione della lingua nello spazio geografico. Le lingue non hanno confini ben precisi, sono convenzionali.  Le ISOGLOSSE sono linee che indicano l’andamento dello stesso fenomeno, stabiliscono i confini delle lingue.  Le lingue mutano continuamente, noi stessi contribuiamo a farle cambiare. Una parola nuova ad esempio può aver fortuna, si diffonde ed entra nei vocabolari.  Quando è cominciato l’italiano? Quando è nato? È nato con la deriva del latino, come la deriva dei continenti, il cambiamento è lento, quasi impercettibile, è graduale. Se lo volessimo definire in forma icastica, in forma d’immagine, potremmo dire che l’italiano è il latino di oggi, il latino volgare.  L’italiano parlato in Sicilia non è uguale a quello parlato nel Veneto ad esempio perché ci sono delle variabili legate alle caratteristiche di pronuncia, alle caratteristiche prosodiche, anche al lessico, variabili di struttura, variabili quindi dovute allo spazio a causa del SOSTRATO dei dialetti.  La variazione notevole in diamesia è data dall’oralità e dalla scrittura, una cosa è parlare, un’altra è scrivere.  Le chat impongono un modo di parlare diverso e condizionano la lingua giovanile (esempio giovanilese). I media modificano l’intero sistema della lingua.  Che cos’è l’italiano allora? È la lingua ufficiale della Repubblica Italiana dal 1999. L’italiano esisteva però prima dell’Italia unita. Per gli umanisti è il toscano, una lingua interregionale.  Esiste tuttavia un numero enorme di varietà linguistiche.  Qual è l’italiano standard? È del tutto teorico, non lo parla nessuno, è una definizione convenzionale, lo si intende come quello della scrittura, dei giornali, della televisione, ma negli ultimi decenni c’è stata una variazione. L’italiano che usiamo oggi è SUBSTANDARD o NEOSTANDARD che presenta un maggior cedimento ad alcune licenze non tollerate prima, sono presenti alcune libertà grammaticali: o che polivalente o gli al femminile o cosa per che cosa o ecc…  Scala ideale di valore sociolinguistico: o italiano aulico o italiano formale (che corrisponde allo standard) o italiano neostandard o italiano substandard (quello regionale) o dialetto (varietà italoromanze, gli esiti cioè del latino nella penisola italiana)
  • 5. Questi esiti del latino nella penisola italiana sono tantissimi, uno è il toscano; l’italiano è dunque un dialetto fortunato grazie al convergere di alcuni fattori. Quali? In questa lingua si sono espressi i 3 grandi scrittori del 300, Dante, Petrarca e Boccaccio, le tre corone; due secoli dopo gli umanisti, in qualsiasi luogo fossero, decisero di adottare proprio la varietà toscana come la lingua della letteratura. Prima del toscano c’era però il siciliano che ha rischiato d diventare la lingua dell’Italia.  Il dialetto non è considerato una minoranza linguistica, ma è una varietà subalterna dell’italiano.  Nella nostra penisola abbiamo delle LINGUE ALTRE che sono diverse dall’italiano e che si chiamano MINORANZE LINGUISTICHE, alcune sono delle varietà romanze come il gallo-italico in Sicilia, il valdese a Guardia Piemontese o il catalano ad Alghero, altre invece sono varietà alloglotte, non appartengono cioè al latino, ad esempio il greco parlato in Sicilia e nel Salento, il croato del Molise e tutte le minoranze di confine.  Queste minoranze sono di grande interesse culturale, purtroppo ormai sono fagocitate dalla lingua egemone che è l’italiano, la lingua dominante. Alcune si sono ormai estinte (la sociolinguistica si occupa di questi fenomeni) per il venir meno dei parlanti.  Oggi assistiamo al fenomeno della nascita di nuove minoranze, quelle che si sono venute a creare di recente, negli ultimi decenni, le lingue degli immigrati; alcune costituiscono delle grosse comunità presenti nelle grandi città, poi ci sono le minoranze senza territorio come quelle degli zingari e degli ebrei, relegate nei ghetti, avevano elaborato nei secoli una commistione di varietà con l’italiano e il dialetto.  Perché il sardo e il friulano sono lingue e il napoletano e il veneto no?  La differenza non la stabiliscono i linguisti o qualche ente in giro per il mondo, lo stabiliscono i PARLANTI, i titolari della lingua. Il sardo ad esempio è più arcaico del toscano, il latino nel sardo si è evoluto poco, ma non è questo che fa la differenza; ciò che fa sì che il sardo ad esempio sia una lingua è l’autocoscienza linguistica dei parlanti che sono orgogliosi della loro parlata, non se ne vergognano.  La scuola fin dal 1861 ha operato in maniera repressiva verso i dialetti, il motto era la stigmatizzazione.  Il REPERTORIO LINGUISTICO è l’insieme delle lingue che uno parla o conosce più o meno.  Esiste un repertorio linguistico collettivo e un repertorio linguistico individuale; il repertorio linguistico dell’italiano medio è formato dalla lingua italiana e da un dialetto, per qualcuno anche da una lingua straniera.  Le LINGUE SPECIALI o settoriali o specialistiche sono SOTTOCODICI: o burocratese = il linguaggio degli uffici pubblici (vedasi l’antilingua di Calvino) o giovanilese o politichese = tra cui il berlusconese o informatichese o lingua dello sport o ….  I GERGHI sono una parlata specifica collocata nella scala diastratica bassa, hanno alla base il dialetto, sono gerghi dei mestieri, della mafia, dei birba, …
  • 6. L’INTERLINGUA è quello che succede quando l’italiano entra in contatto con altre lingue, con i dialetti, assistiamo dunque al fenomeno del CONTATTO, nessuna lingua è isolata, tutte si influenzano, a livello lessicale e non solo.  Machiavelli disse che quando arriva una nuova dottrina devono crearsi nuovi vocaboli perché c’è un’influenza. Il PRESTIGIO incide molto, la lingua che ha più prestigio darà parole a quella che ne ha di meno. Ad esempio l’inglese è considerata una lingua di grande prestigio, l’italiano è pieno di anglicismi, cioè di interferenze dell’inglese nella nostra lingua, ma ci sono anche russismi, francesismi, ecc…  I dizionari etimologici permettono oggi di isolare, di individuare con un clic, tutto d’un colpo le parole francesi presenti ad esempio in una lingua, ecc…  PRESTITO o CALCO, morfologico o sintattico: goal (inglese) grattacielo (skycraper) è un CALCO, una imitazione strutturale, in spagnolo si dice rascacielo.  Esiste poi il BABY TALK il linguaggio bambinesco. Come lo acquisisce un bambino il linguaggio nel giro di un anno di vita?  NETIQUETTE = il comportamento linguistico in internet  ORTOGRAFIA = cioè il modo di scrivere corretto, riguarda la punteggiatura ad esempio, ogni segno di punteggiatura ha la sua origine, la sua storia.  Le strutture dell’italiano: o SUONI o ORGANIZZAZIONE dei suoni in unità superiori, le parole o ORGANIZZAZIONE delle parole in unità più complesse, le frasi. La FONOLOGIA studia i suoni, la MORFOLOGIA studia le unità minime dotate di significato. o SINTASSI studia l’organizzazione delle parole per costruire frasi o LESSICO e SEMANTICA cioè i vocabolari, come mutano i significati e le forme o La PRAGMATICA che studia il comportamento dei parlanti, che cosa si può fare con le parole, rapporto lingua/cultura. La lingua non è solo uno strumento per comunicare, ma prima ancora è uno strumento per organizzare il nostro sapere. La lingua riflette la cultura, la formalizza. Oggi siamo ad esempio nella fase dell’Europa comune che tuttavia non ha una sua lingua ufficiale, anzi ne ha troppe. Gli Stati dell’Unione Europea sono 27 e altri vogliono entrarci come la Turchia, le lingue ufficiali sono 23, il rischio è la BABELE linguistica. L’inglese secondo il prof. Martino non sarà mai la lingua ufficiale di un’entità politica statale europea per gelosia dei tedeschi e dei francesi, per non dare troppo prestigio politico ed economico alla Gran Bretagna.  FONETICSA e FONOLOGIA: occorre conoscere i fonemi, come si chiamano e come si definiscono; come l’uomo riesce cioè a produrre i suoni del linguaggio.  Quali suoni sono fonemi? L’uomo produce suoni che non sono fonemi.  SUONO – FONO (e allofono) – FONEMA (unità funzionale della lingua)  Esempio: la “r” non la pronunciamo tutti allo stesso modo, c’è chi ha la r moscia, chi ce l’ha blesa, pur tuttavia il fonema è lo stesso ( =vibrante alveolare sonoro), gli allofoni sono diversi.  Cos’è la sonorità? È il tratto comune che hanno alcuni fonemi nell’articolarli, succede quando noi contemporaneamente introduciamo una vibrazione che noi avvertiamo se ci mettiamo una
  • 7. mano sul pomo d’Adamo, cioè sulla tiroide cartilaginea, e sulla scatola cranica, introduciamo cioè un’articolazione delle pliche vocali.  La scrittura storia della lingua è incoerente, in teoria ogni simbolo dovrebbe corrispondere ad un suono, ma si scrive in un modo e si pronuncia in un altro.  Per questo motivo i linguisti hanno introdotto l’alfabeto fonetico internazionale (IPA) in italiano AFI  Che cosa avviene quando i suoni vengono prodotti in una catena parlata? Si influenzano a vicenda e questo fenomeno sta alla base del mutamento della lingua. I foni influenzandosi a vicenda hanno creato delle diversità. Esempio CASA, ma se ci fosse A CASA la pronuncio doppia ACCASA.  Nell’IPA ci sono oltre ai simboli basici anche i DIACRITICI, gli accenti che mi avvertono che quel simbolo indica un fonema del tutto particolare, da tener presente  Gli elementi minimi del linguaggio sono i FONEMI dei singoli FONI; ad un livello superiore troviamo i MORFEMI (il più piccolo elemento di una parola dotato di significato proprio distintivo)  La PROSODIA riguarda gli aspetti soprasegmentali del linguaggio che riguardano l’intonazione. Ogni lingua ha una sua intonazione; esiste una melodia ascendente, una discendente e una monotona; cambia il significato della parola e della frase; esempio: predico – prèdico – predicò  L’ACCENTO viene studiato dalla prosodia che studia appunto l’evidenzializzazione di una sillaba all’interno della parola o di un sintagma (meno della frase, più di una parola) ad esempio “all’improvviso”, da un punto di vista prosodico rappresenta un’unità.  Il CONTRASTO ACCENTUALE è la forza con cui viene pronunciata una parola. Altre lingue non hanno l’ACCENTO INTENSIVO o DINAMICO come la lingua italiana, hanno un accento musicale, una variazione tonale di un’ottava più alta 3^ lezione – 23 gennaio 2013  Alcuni simboli IPA appaiono diversi in alcuni testi, ma ciò è dovuto alla trascrizione stretta (fonetica) o alla trascrizione larga(fonologica) che non fornisce tutti i tratti, solo quelli distintivi più importanti  FONETICA # FONOLOGIA: la fonetica si interessa dei fonemi e degli allofoni, cioè del profilo articolatorio dei suoni, mentre la fonologia si interessa solo dei tratti distintivi .  La linguistica italiana non è solo lo studio della forma.  Prima articolazione: MORFOLOGIA  Seconda articolazione: FONETICA  Analisi di organizzazione: SINTASSI, l’insieme delle norme che stabiliscono come si organizzano le parole nelle frasi.  La SEMANTICA è lo studio del significato; Ferdinand de Saussure diceva che il segno linguistico è una medaglia a due facce, una rappresenta il SIGNIFICATO, che è invisibile, l’altra il SIGNIFICANTE.  Lo studio della SEMANTICA è il più affascinante proprio per l’evanescenza dei significati
  • 8. La formazione delle parole, WORTBILDUNG in tedesco; certe parole muoiono o divengono disusate. Il parlante adotta diverse strategie per formare parole nuove; utilizza ad esempio gli AFFISSI (suffissi o prefissi) cioè fa derivare parole da radici più semplici. La COMPOSIZIONE è un altro modo per la formazione di parole nuove  La LESSICALIZZAZIONE è quando una parola che non è un sostantivo diventa una parola, un lessema (il fu = il morto, fu che era verbo diventa sostantivo, il presidente, deriva dal participio presente del verbo  La GRAMMATICALIZZAZIONE è l’esatto contrario, avviene cioè quando una costruzione diventa un elemento morfologico, una struttura coesa diventa un elemento grammaticale, ad esempio TRANNE > TRAINE, FORTEMENTE> forte + mente , ora –mente è un suffisso ma una volta non era così era una parola.  A livello di semantica abbiamo un insieme di dati che si riferiscono ai nomi e ai cognomi, che non hanno un significato in sé. Il nome proprio non è solo di persona (ONOMASTICA), ma anche di luogo (TOPONOMASTICA) e di fiumi (IDRONIMIA). Da un punto di vista logico i nomi non hanno significato, sono solo etichette, ma se andiamo a studiare l’etimologia scopriamo che c’è una storia sotto. I cognomi sono nomi che nel Medioevo si sono aggiunti ai nomi propri: alcuni rimandano ai discendenti, altri ad un mestiere, altri ancora ad una caratteristica fisica o morale.  La TOPONOMASTICA, i TOPONIMI sono nomi conservativi, muta la lingua ma non i nomi dei luoghi. A volte abbiamo nomi di luoghi antichissimi, pre-latini, altri sono più recenti intendendo per ecenti nomi che hanno 1000/2000 anni, sono molti i nomi di santi che identificano un paese, ciò attesta lagrande presenza della Cristianizzazione.  La SEMANTICA si occupa di trovare tracce nella lingua che ci consentono di ricostruire la cultura di un popolo.  PIEVE = paese, parrocchia; l’origine è dal latino PLEBE(M) che significa popolo; nel nesso latino PL si palatalizza la L e si ottiene PIEVE, pieve dunque ha un’origine popolare mentre plebe più dotta, sono parole che hanno la stessa radice latina, ma che hanno avuto due percorsi diversi, uno popolare e uno dotto. Pioggia per esempio deriva dal latino PLUVIA, anche qui si palatalizza la L.  L’origine dotta di queste parole è stata portata dalla predicazione della Chiesa oppure dagli umanisti a partire dal 500 in poi che hanno rimesso in circolazione delle parole usando la pronuncia latina, ecco che allora compaiono dei doppioni, le COPPIE ALLOTROPICHE, due parole che derivano dalla stessa parola latina, ma che hanno avuto nel corso dei secoli due evoluzioni fonetiche diverse, cioè due percorsi diversi; in genere la forma dotta ha avuto meno evoluzione fonetica, mentre la popolare/volgare ha avuto uno sviluppo diverso.  Coppie allotropiche (in francese si chiamano doublè): o vizio/vezzo dal latino VITIUM o cosa/causa dal latino CAUSA o pensare/pesare dal latino PENSUM o tegola/teglia o urlare/ululare o esempio/scempio dal latino EXEMPLUM
  • 9. o freddo/frigido dal latino FRIGIDUS o pregio/prezzo dal latino PRETIUM o aia/area (l’autore della grammatica storica dell’Italia e dei suoi dialetti, Gerhar Rohlfs, si recò in Puglia per studiare la parola AREA, girò per più di 70 anni la penisola italiana per studiare i dialetti)  gli ALLOTROPI sono dunque parole gemelle/sorelle, nate dalla stessa parola latina, si trovano spesso nelle lingue romanze  la MONOTTONGAZIONE di vocale e semivocale è un nesso tautosillabico, cioè 2 suoni che appartengono alla stessa sillaba, AU, AI, EI, OI, … alla fine c’è sempre la U o la I  la SEMANTICA studia il significato delle parole. La SINONIMIA perfetta non esiste, ogni parola ha una sua sfumatura (tirchio, taccagno, avaro)  OMONIMIA: due parole di significato diverso ma che suonano allo stesso modo  POLISEMIA: complementare a omonimia, una parola con tanti significati  ANTONIMIA: significato opposto o bello/brutto o alto/basso o ricco/povero esiste cioè una gradualità nel passaggio da un termine all’altro  COMPLEMENTARI contrari: o vivo/morto o aperto/chiuso o femmina/maschio non c’è gradualità, uno esclude l’altro  IPERONIMO e IPONIMO: fiore e tulipano  Nel campo della semantica troviamo altri concetti: IPERCORRETTISMO. Un errore fatto dal parlante insicuro che vuole eccedere, PAROLE TABU’, di carattere religioso, sessuale, intime, che coinvolgono cioè i sentimenti, … il parlante è molto attento al loro uso, si usano quindi dei surrogati; alcune parole vengono TABUIZZATE, ad esempio CAPPERI, che rappresenta un’esclamazione di meraviglia. Già nel 1200 assistiamo a questo fenomeno della parola capperi, all’epoca di Dante, alle origini dell’italiano. Esistevano delle parole interdette. Zenone quando giurava lo faceva per il cappero, Socrate per ilcane, altri lo facevano per l’oca, per il cavolo. Queste espressioni le troviamo già nel V secolo dopo Cristo. Esiste una preistoria di queste parole. Oca si diceva in greco Hiena , il suono era simile a Zena, Zeus, quindi Zenone
  • 10. giurava per Zeus, ma non osava usare il suo nome per rispetto. La parola GRAVIDA non si userà mai per una donna, ma per un animale sì. Il significato delle parole non è mai banale, si colora, si plasma in base al contesto.  La linguistica PRAGMATICA non studia il significato denotativo della parola, ma va oltre, è una specializzazione della linguistica, studia il comportamento degli utenti della lingua, l’atteggiamento, le strategie comunicative, gli atti linguistici.  La teoria degli atti linguistici di J.Austin: locutorio, , illocutorio, perlocutorio.  ALLOCUTIVI di CORTESIA, ogni popolo ha i suoi, il più banale è l’uso del pronome personale con cui ci si riferisce alle persone, LEI, TU, VOI, il lei stabilisce una certa distanza, il tu si usa fra compagni, è cameratista, il voi era usato al tempo del fascismo come segno di deferenza, oppure nelle zone agricole.  Ci sono tratti non propriamente linguistici che entrano nella lingua, l’atteggiamento del corpo, ecc… la PROSSEMICA indica l’atteggiamento, l’uso dei gesti fisici nell’interazione linguistica. In Sicilia ad esempio lo schiocco della lingua o lo sguardo abbassato.  La lingua è sessista.  L’ANTROPOLINGUISTICA studia il rapporto lingua/cultura  Il GENERE GRAMMATICALE è un modo per dividere il mondo in maschile, femminile e neutro, ma l’origine del genere è ancora sconosciuto. C’è un rapporto con il sesso oppure no? Prevale l’ipotesi che il genere dei nomi non c’entri nulla con il sesso. Il neutro è confluito con il maschile, altre lingue hanno anche 10 generi che si chiamano classi lessicali.  Quando parliamo utilizziamo spesso degli STEREOTIPI, stereo=duro e tipi= forma, stereà=continente, sono delle forme indurite, dei luoghi comuni che ci portiamo dentro spesso inconsapevolmente, sono significati sociali. Uno giudica per esempio una persona dall’intonazione della sua voce e questo è uno stereotipo, shibboleth è il termine ebraico che si trova nel libro dei Giudici, nella Bibbia. Dopo un combattimento, i Galaaditi volevano impedire la fuga ai loro nemici sopravvissuti, gli Efraimiti. Questi ultimi, al momento di fuggire passando il Giordano, dovevano quindi essere fermati e individuati come tali, anche se non sempre era evidente come riconoscerli. Si decise dunque di usare uno stratagemma: chi veniva fermato e negava di essere un efraimita, doveva dimostrare di saper pronunciare correttamente la parola shibboleth. Siccome nella loro parlata gli efraimiti non erano in grado di pronunciare il suono [ʃ] (come l'iniziale dell it. sciarpa), il test veniva ritenuto efficace: chi sbagliava la pronuncia, dicendo qualcosa come sibbolet, veniva infatti individuato ed ucciso. Anche nei Vespri siciliani si riporta un episodio simile: si racconta che i siciliani, per individuare i francesi che si camuffavano fra i popolani, facessero ricorso ad uno shibboleth, mostrando loro dei ceci («cìciri», nella lingua siciliana) e chiedendo di pronunziarne il nome; quelli che venivano traditi dalla loro pronuncia francese (sciscirì), venivano immediatamente uccisi.  La pronuncia di un popolo lo cataloga quindi come appartenente a quel posto. La satira oggi usa molto lo stereotipo.  La SEMANTICA si studia sia sul piano sincronico che diacronico. Perché diciamo cancellare? Cosa c’entra cancello? cancellare<cancello: nei manoscritti antichi medioevali quando si doveva cancellare qualcosa si disegnava un cancello per coprire la parola.  La linguistica storica ripercorre la storia della parola nella variazione diacronica.
  • 11. La zona Lausberg, a cavallo del massiccio del Pollino, è un’area dialettale arcaica, possiede un vocalismo sardo. Deve il suo nome al linguista che la scoprì, allievo di Rohlfs.  Come si è evoluta la storia linguistica dell’italiano? Il latino per esempio non aveva gli articoli, l’italiano sì. Gli articoli sono comparsi per la scomparsa dei casi in latino; ille-illa diventarono le – la, è un METAPLASMO, un cambiamento, ad esempio quando un pronome diventa articolo: ille puer (quel bambino) > il bambino, c’è un cambio di categoria. Questo riguarda la linguistica interna. Ma c’è anche la storia della linguistica esterna, cioè delle vicende che hanno provocato l’evoluzione della lingua, non solo per deriva interna; le lingue lentamente si evolvono, ma anche per l’influsso esterno di politica, religione, superstizione, rapporti economici, ….  L’influsso del Cristianesimo fu una vera e propria rivoluzione linguistica, non solo semantica; il Cristianesimo proveniva dall’Oriente, dall’ebreo. La Bibbia trasporta in Europa nuovi contenuti, si rinnovò completamente il vocabolario. Si parla infatti di CRISTIANIZZAZIONE DELLA LINGUA, l’insieme dei valori su cui poggia una lingua; interessò tutte le lingue perché il Cristianesimo era dappertutto, era capillare. Assistiamo all’uso del NUOVO FUTURO, il FUTURO ROMANZO, una struttura perifrastica nuova per indicare il futuro, che è il più angosciante, è ignoto, così viene caricato di valori. Il futuro antico è : AMO – AMABO > amavo che però non andava bene perché era come l’imperfetto così si cominciò a dire AMARE HABEO (io ho da amare); diventa un futuro deontico, non solo epistemico, il futuro non era terribile, implicava un obbligo morale; si nota l’ideologia cristiana e questo lo capì il linguista rumeno Eugenio Coseriu . 4^ lezione – 15 febbraio 2013  La linguistica non è essenzialmente grammatica, non è una disciplina normativa, ma è storica/descrittiva, non è solo strumento per comunicare, ma è qualcosa di più: è un modo di pensare, formalizza la nostra visione del mondo. Quelli che parlano la stessa lingua dovrebbero avere quindi le stesse idee? No, ma si ragiona con gli stessi parametri.  L’italiano convenzionale è lo standard, ma è meglio chiamarlo substandard, è un italiano formale più allargato, quello che si usa in televisione, nei giornali, è una variazione che riguarda anche l’ambito sociale.  Non tutti i dialetti sono collegati all’italiano, ci sono i dialetti romanzi, poi altre minoranze alloglotte, diverse dal romanzo, dal latino.  La lingua è un’architettura complessa; qualcuno ha pensato che fosse innata, nel codice genetico.  FONOLOGIA, 1^ livello elementare, quello dei suoni; foni e allofoni/ fonemi, Saussure dice la langue(il codice, la competenza, la semiotica) e la parole(il messaggio, l’esecuzione); la lingua è un sistema astratto fato di parti solidali fra loro, poi produciamo dei messaggi.  /p/ è il fonema cioè occlusiva bilabiale sorda, mentre il fono o meglio l’allofono è il modo con cui lo pronunciamo  FONOLOGIA= studio dei fonemi  FONETICA= studio articolatorio dei prodotti
  • 12. 2^ livello < le forme minime MORFOLOGIA e MORFOSINTASSI  3^ livello < il lessico, la SEMANTICA che determina il significato delle parole, anche la forma della parola; le parole sono entità complesse, l’entità minima è il morfema. La LESSICOGRAFIA è quella scienza che si occupa di raccogliere e organizzare le parole nel vocabolario; c’è anche la LESSICOLOGIA, lo studio storico culturale del lessico.  4^ livello < SINTASSI, come si organizzano le parole per formare le frasi, cioè gli enunciati minimi dotati di significato compiuto; si è capito che il modo di organizzare la sintassi è un modo molto indicativo anche di altri modi, di come si compongono le frasi nei testi.  5^ livello < LINGUISTICA TESTUALE che studia come si organizzano i testi < textus, participio del verbo tessere, il testo è una tessitura complessa, è una vera e propria architettura. Come si confezionano i testi? Ne è nata una vera e propria scienza, la RETORICA, la scienza del parlare, del saper parlare, l’arte degli avvocati, dei giudici, la scienza della persuasione. Le strategie prosodiche erano conosciute anche da Cicerone che era un politico e un avvocato: colui che parla non deve essere monotono, deve misurare le sue capacità respiratorie, scrisse dei trattati di retorica anche Aristotele.  Le 4 COMPETENZE fondamentali da trasmettere ai ragazzi: o ASCOLTARE o PARLARE o LEGGERE o SCRIVERE  Non sono banali queste competenze, tutti noi potremmo avere delle carenze in una o nell’altra. La CALLIGRAFIA, la bella scrittura, ordinata e corretta; è un OSSIMORO dire brutta calligrafia.  La linguistica testuale spiega come deve essere organizzato un testo. Prima di tutto deve essere coeso e coerente.  La COESIONE è l’armonico collegamento di tutti gli elementi di un testo; si utilizzano per questo motivo i coesivi, per mettere insieme armonicamente le parole; nel parlato sono coesivi anche le pause, l’intonazione, la ripetizione, i connettivi, espressioni che rafforzano i rapporti logici, gli avverbi, le congiunzioni, i silenzi; la pausa è fondamentale come dicono tutte le dottrine della retorica.  La COERENZA consiste nel fatto che un testo deve essere appropriato sul piano logico, sul piano dello stile, anche riguardo al contenuto, ci vuole una coerenza tematica, stilistica e lessicale; non si può dire allevare carciofi e coltivare figli, non è coerente anche se coeso.  La lingua è un modo per organizzare la nostra conoscenza; la lingua conserva tutte le esperienze che si sono accumulate nei secoli.  La competenza comunicativa nella SOCIOLINGUISTICA: o Competenza paralinguistica: decodificare in modo corretto i testi, i tratti prosodici, soprasegmentali, come l’intonazione o Competenza cinesica: gestuale, dotata di significato; i gesti integrano e a volte sostituiscono la comunicazione; ogni popolo ha un suo codice cinesico; deriva da KINESIS che significa movimento come Cìnema o Competenza prossemica: utilizzazione dello spazio, del corpo ai fini comunicativi
  • 13. o Competenza performativa: per ottenere determinati scopi, l’efficacia delle parole, non solo si dice, ma si fa; questa competenza fa parte della pragmatica. Te lo dico con parole implicite a volte (linguaggio della mafia) o Competenza socioculturale: bisogna essere informati della cultura del popolo di cui si studia la lingua  Le parole le abbiamo organizzate per campi semantici; la nostra civiltà viene da una società rurale e prima di essere contadini erano nomadi, pastori e raccoglitori. Esistono infatti molte parole del campo semantico della caccia: cercare<circare<cerchiare CERCARE/CERCHIARE (coppia allotropica) perché gli uomini quando cacciavano accerchiavano la preda con i cani o menare/minacciare o delirare da lira, solco o spogliare o intervallo o ballatoio che si trovava sulle navi da guerra < bellatorium o travel viene dal francese antico travail= lavoro travaglio/viaggio  Voltaire disse che se vuoi conoscere l’essenza delle cose devi penetrare nel significato delle cose, le consonanti contano poco, le vocali ancora meno!  L’ETIMOLOGIA è scienza ed arte, perché dipende dalla capacità di intuire cosa c’è dietro una parola  L’etimologia popolare è una spiegazione tratta dal popolo che esprime un percorso popolare di quella parola. Esempio il paese di STRANGOLAGALLI: questo paese nasce intorno alla villa di un ricco signore ASTRAGALO GALLO, il suo fondo era chiamato Astragali Galli Fundus, ma il popolo sentì il bisogno di rimotivare le parole che non avevano significato, per un motivo di affabulazione, di significatività. Così è anche per il paese di TREBISACCE, trapezaki dal greco, anche per la parola ‘ndranghita, deriva dal greco, era una cosa nobile, l’insieme delle doti positive di un uomo. In una carta geografica del 1500 Andragathia regio era la Calabria; quando arrivò questa notizia fu la prova che l’interpretazione del prof Martino era giusta sull’etimologia di questa parola. Ndranghitu voleva dire uomo d’onore , ma anche camminare con spavalderia, la mafia è l’onorata società, è fatta da uomini d’onore, onorati, impeccabili, senso eccessivo dell’onore; omertà>homo>Hombredad< diventare uomo d’onore. La mafia una volta suppliva dove lo Stato non giungeva.  Le lingue nazionali, espressione dello stato nazionale, con l’unione europea formano una entità sovranazionale che comporta obbligatoriamente una globalizzazione. C’è una lingua europea? Il tedesco è la lingua più parlata in Europa. Meglio il plurilinguismo. L’Europa non ha una sua identità culturale, ma è un miscuglio, un MELTING POT, è comune però l’eredità culturale latina, greca, slava, germanica: l’amalgama è stato il Cristianesimo; esiste quindi una base culturale, teatro esiste in tute le lingue, anche la parola democrazia; esiste dunque un patrimonio lessicale comune; gli europeismi, gli internazionalismi derivano dal latino e dal greco, ma trasfigurati dal Cristianesimo  Desiderare/disastro, parole pagane che rimandano alle stelle  Massa<maza<pasta lievitata( il Cristianesimo, voi siete il lievito nella massa)  Mestiere deriva da MINISTERIUM, servo, servizio
  • 14. Professione> proclamare pubblicamente la propria fede  Beruf = mestiere in tedesco che significa chiamata, vocazione  L’etimologia ricostruisce la storia delle parole