2. Alla redazione del presente manuale informativo hanno contribuito:
Anna Anversa(1), Luisa Biazzi(2), Roberto Brambilla(3), Cristina Canzi(3), Stefano De
Crescenzo(1), Giuseppe Eulisse(3), Daniele Fantinato(4), Roberta Matheoud(3), Guido
Pedroli(5), Gabriella Raimondi(3), Maurizio Rozza(3), Anna Maria Segalini(6), Franco
Voltini(3).
(1)
Direzione Generale SanitĂ - U.O. Prevenzione - Regione Lombardia
(2)
UniversitĂ di Pavia
(3)
I.R.C.C.S Ospedale Maggiore Milano
(4)
I.R.C.C.S. Fondazione Salvatore Maugeri Pavia
(5)
A.O. Niguarda Caâ Granda Milano
(6)
Libero professionista
3. PRESENTAZIONE
Nel quadro dellâattuazione del âProgetto Obiettivo Prevenzione e sicurezza nei luo-
ghi di lavoro in Lombardia, 1998-2000â, di cui alla deliberazione del Consiglio
Regionale n. VI/0848 dellâ8 aprile 1998, e in sintonia con la realizzazione del pro-
getto speciale âLa prevenzione del rischio nel comparto SanitĂ â, la UnitĂ
Organizzativa Prevenzione della Direzione Generale SanitĂ della Regione
Lombardia ha predisposto anche la realizzazione di una serie di iniziative per la
prevenzione dei rischi professionali da esposizione alle radiazioni ionizzanti. Si trat-
ta certamente di un fattore di rischio tra i piĂš conosciuti e meglio affrontati dalla
normativa di protezione in ambito occupazionale; infatti gli attuali sistemi e pro-
cedure di limitazione delle dosi riescono ad ottenere, se correttamente applicati,
la sostanziale protezione della stragrande maggioranza dei lavoratori, anche se
permane ovviamente il rischio incidentale e/o di eventi anomali ed in proposito
deve essere adottato ogni utile strumento di prevenzione.
A livello regionale sono state realizzate o avviate in questi anni diverse iniziative
in materia di radioprotezione dei lavoratori: si ricordano lâaltro le seguenti:
â la definizione di linee guida per la classificazione di radioprotezione dei dipen-
denti pubblici del comparto SanitĂ esposti a rischio derivante da radiazioni
ionizzanti, approvate con la circolare regionale 15/SAN del 18/4/94 ed aggior-
nate alla fine del 1995 in relazione allâentrata in vigore del D. Lgs. 230/95 il
1/1/1996;
â lâemanazione della circolare regionale n. 4/SAN del 24 gennaio 2001, a seguito
della entrata in vigore del D. Lgs. 241/2000, che ha modificato e integrato il
D. Lgs. 230/95 recependo la direttiva 96/29/Euratom, introducendo tra lâaltro
diverse novitĂ nel Capo VIII, riguardante la protezione sanitaria dei lavoratori;
â sono in fase di avanzata elaborazione le informazioni ricevute in questi mesi da
una trentina di strutture sanitarie pubbliche e private riguardo ai lavoratori
esposti, ai relativi dati dosimetrici ed alla classificazione di radioprotezione: tali
informazioni saranno la base per la formulazione di una linea guida regionale
relativa allâapplicazione del principio di ottimizzazione alle attivitĂ sanitarie com-
portanti il rischio di esposizione alle radiazioni ionizzanti, in ottemperanza a
quanto prescritto dallâart. 2 del citato D. Lgs. 230/95 e successive modifiche e
integrazioni.
Certamente la formazione ed informazione del personale esposto a rischio da
radiazioni ionizzanti rappresenta un elemento importante per conseguire lâobietti-
vo della tutela della salute dei lavoratori in questo campo e si è pertanto proget-
tata la realizzazione di unâiniziativa specifica in materia; in questo contesto si è
inserita la proposta, avanzata nellâautunno scorso da un gruppo di fisici
dellâAssociazione Nazionale Professionale Esperti Qualificati in radioprotezione
(ANPEQ â Gruppo Regionale Lombardia), di un manuale informativo specifica-
mente dedicato ai lavoratori esposti che operano nelle strutture sanitarie.
4. La proposta è stata accolta ed il manuale, rielaborato al fine di renderlo maggior-
mente coerente con gli obiettivi regionali, è stato sottoposto anche allâesame della
Commissione di esperti per lâapplicazione del D. Lgs. 230/95 istituita presso la U.O.
Prevenzione.
Si ritiene che questo manuale informativo rappresenti un utile strumento per
dare concreta applicazione agli obblighi di informazione dei lavoratori, previsti,
oltre che dal D. Lgs. 626/94 sul piano generale, in maniera specifica dallâart. 61,
comma 3, lettera e) del D. Lgs. 230/95; lo si mette a disposizione prima di tutto
dei Direttori Generali delle Aziende Sanitarie lombarde ma anche dei datori di la-
voro di tutte le strutture sanitarie pubbliche e private della Lombardia, con lâau-
spicio che possa essere ampiamente utilizzato nellâambito dellâattuazione degli
adempimenti mirati alla prevenzione dei rischi da esposizione professionale alle
radiazioni ionizzanti.
LâAssessore regionale alla SanitĂ
Milano, ottobre 2001 Carlo Borsani
2
8. 1. INTRODUZIONE
1.1. Le origini storiche e tecnologi- emozione, che interponendo la propria
che della radioprotezione. mano tra il tubo e lo schermo fluore-
Lâ8 novembre 1895 Wilhelm Conrad scente appariva su questo lâombra delle
RĂśentgen, professore di fisica allâUniver- proprie ossa!
sitĂ di Wurzburg, stava studiando le ca- A questo punto comprese che qualcosa
ratteristiche dei raggi prodotti allâinterno di sconosciuto, avente origine nel tubo,
di un tubo nel quale era stato prodotto il era in grado di attraversare il cartone
vuoto e generata unâalta differenza di po- opaco, o la cassetta di legno, la propria
tenziale tra due elettrodi in esso conte- mano e di giungere a produrre fluore-
nuti. Questi raggi, chiamati raggi catodi- scenza sullo schermo: aveva scoperto i
ci, avevano origine in prossimitĂ dellâelet- raggi X, cosĂŹ chiamati da RĂśentgen pro-
trodo catodo ed erano diretti verso lâelet- prio per sottolinearne la natura scono-
trodo anodo. RĂśentgen studiava, in par- sciuta. Nel giro di poche settimane
ticolare, la luminescenza indotta dal fa- RĂśentgen fu in grado di studiare e di de-
scio di raggi catodici sul vetro del tubo. scrivere le piĂš importanti caratteristiche
A un certo punto decise di âoscurareâ dei raggi X, e in particolare:
questa luminescenza ricoprendo il tubo â la loro capacitĂ di impressionare lastre
con un mantello sottile di cartone nero, fotografiche;
in grado di impedire il passaggio dei â la loro capacitĂ di produrre ionizzazio-
raggi del sole o di una lampada ad arco; ne in aria o in altri gas;
in queste condizioni notò una debole â la loro capacitĂ di attraversare, senza
emissione luminosa provenire da un pic- apprezzabile attenuazione, molti ma-
colo schermo fluorescente di carta spal- teriali a basso numero atomico e a
mato di platinocianuro di bario, che si bassa densitĂ ;
trovava casualmente a una certa distan- â il loro significativo assorbimento du-
za dal tubo. rante il passaggio attraverso materiali
La fluorescenza indotta sullo schermo ad alto numero atomico e ad alta
durante il funzionamento del tubo persi- densitĂ .
steva anche allontanando lo schermo Il primo lavoro presentato da RĂśentgen,
fluorescente o ponendo il tubo stesso intitolato âUn nuovo tipo di raggiâ, ripor-
in una cassetta di legno chiusa ermetica- tava, oltre alle modalitĂ di produzione e
mente. alle caratteristiche principali dei raggi X,
Tutto questo non trovava ragionevole anche lâimmagine ormai famosa delle
spiegazione con il fenomeno dei raggi âombre delle ossa della manoâ della
catodici, oggetto di studio da parte di moglie.
numerosi fisici in quel periodo (J.J. Proprio il diverso grado di assorbimento
Thomson dimostrò nel 1897 che i raggi dei raggi X in materiali a diverso numero
catodici sono costituiti da cariche elet- atomico e a diversa densità è la caratte-
triche negative, in seguito chiamate ristica che viene sfruttata in radiologia
elettroni). clinica per âvedereâ lâinterno del corpo
RĂśentgen si accorse inoltre, con grande umano e, nellâindustria e nella ricerca,
6
9. per esaminare peculiaritĂ o difetti interni
a manufatti in genere metallici.
La scoperta dei raggi X diede al clinico
medico, da alcuni decenni giĂ in posses-
so dello stetoscopio (lo âstrumento che
guarda dentro il toraceâ) scoperto da
Laennec, un formidabile mezzo diagno-
stico in grado di indagare lâinvisibile, at-
traverso un oggetto fluorescente chia- Schema di un tubo a raggi X
mato criptoscopio, lo âstrumento che os-
serva le cose nascosteâ.
Lo sviluppo delle tecniche radiologiche Gli elettroni liberati dal filamento riscal-
negli anni successivi fu impressionante dato vengono attratti dallâanticatodo (che
anche grazie alla realizzazione nel 1912 è lâelettrodo positivo): lâemissione dei raggi
da parte di Coolidge di un particolare X è dovuta allâinterazione degli elettroni (i
tipo di tubo a raggi X, dello stesso tipo di raggi catodici studiati da RĂśentgen) con
quelli ancor oggi utilizzati, sia pure con gli atomi dellâanticatodo.
importanti aggiornamenti tecnici. Allâepoca della realizzazione di Coolidge
era giĂ stata dimostrata da M. Von Laue
la natura fisica dei raggi X: sono onde
elettromagnetiche, fisicamente dello
stesso tipo della luce visibile, caratteriz-
zate da una diversa lunghezza dâonda,
estremamente piccola (dellâordine di
10-10 m).
Poche settimane dopo la scoperta dei
raggi X da parte di RĂśentgen, il fisico
francese Becquerel, ricercando una re-
lazione tra i raggi X appena scoperti e i
fenomeni di fluorescenza indotti su sali
di uranio, scopriva il fenomeno della ra-
W. RĂśentgen
dioattivitĂ naturale e avviava il mondo
scientifico dellâepoca alla scoperta della
Il tubo di Coolidge è schematicamente costituzione intima della materia.
costituito da un'ampolla di vetro, nella Tra il 1898 e il 1902 Pierre Curie e la
quale è praticato il vuoto spinto e nella moglie Marie Sklodowska scoprirono
quale si trovano due elettrodi, un catodo altri elementi (tra i quali il radio) in grado
e un anodo (o anticatodo), questâultimo di presentare il fenomeno della radioat-
costituito da un metallo ad alto numero tivitĂ , dimostrando quindi che questo
atomico (ad esempio, tungsteno); nelle non è esclusivamente caratteristico del-
vicinanze del catodo si trova un filamen- lâuranio.
to che, riscaldato, libera elettroni. Nella Nel 1934 Irene Curie (figlia dei Curie)
figura seguente è riportato uno schema e il marito Frederic Joliot scoprirono il
di massima. fenomeno della radioattivitĂ artificiale,
7
10. dopo la scoperta della radioattivitĂ na-
turale, doveva accorgersi che le radia-
zioni scoperte da lui e da RĂśentgen
producono effetti sugli organismi vi-
venti: nasceva quindi da una parte la
radioterapia, una nuova disciplina della
medicina basata sullo sfruttamento te-
rapeutico degli effetti biologici delle ra-
diazioni, dallâaltra la radioprotezione,
cioè la disciplina che tratta della prote-
zione dalle radiazioni.
1.2. Le radiazioni di origine natu-
rale
La scoperta dei raggi X, avvenuta solo un
secolo fa, e la diffusa preoccupazione de-
stata dagli effetti devastanti delle esplo-
sioni nucleari prodotte durante lâultima
guerra mondiale hanno diffuso lâidea che
le radiazioni ionizzanti fossero solo un
prodotto dellâattivitĂ umana.
I coniugi Curie In realtĂ le radiazioni ionizzanti esisto-
no da sempre sul nostro pianeta e la
cioè la possibilità di produrre artificial- specie umana si è evoluta vivendo e ri-
mente elementi radioattivi non presen- producendosi in un campo di radiazioni
ti in natura e aprirono la strada alla naturali, chiamato fondo naturale di ra-
scoperta di un grande numero di isoto- diazioni.
pi radioattivi artificiali (oggi sono centi- Le radiazioni naturali hanno origine in
naia gli isotopi radioattivi producibili ar- parte dal sole e dallo spazio e in parte
tificialmente). dalla crosta terrestre; inoltre isotopi ra-
La possibilitĂ successiva di marcare dioattivi naturali sono normalmente pre-
con isotopi radioattivi cellule, molecole senti nel nostro organismo, come in tutti
o farmaci ha fornito ai ricercatori la gli esseri viventi.
possibilitĂ di seguire il comportamento LâintensitĂ del fondo naturale è molto
degli stessi allâinterno del corpo umano, variabile da luogo a luogo, è diversa al-
in particolare consentendo di rilevare, lâaperto e dentro gli edifici; allâinterno
dallâesterno del corpo, la distribuzione degli edifici può cambiare, spesso in
della radioattivitĂ in un particolare or- modo significativo, in funzione di diffe-
gano (la cosiddetta scintigrafia) ovvero renti materiali da costruzione e della
di eseguire indagini funzionali attraver- presenza di radon, gas nobile radioatti-
so lo studio dellâaccumulo e dellâelimi- vo che emana dal suolo e, in assenza di
nazione del composto in un organo o in ventilazione, tende a rimanere al suolo,
un tessuto biologico. essendo piĂš pesante dellâaria.
Proprio lo stesso Becquerel, pochi anni In Tabella 1 sono mostrate le dosi me-
8
11. diamente assorbite, espresse in milli- radiazioni. Per la definizione di dose si
sievert (mSv), da un individuo della po- rimanda al glossario al termine di que-
polazione a causa del fondo naturale di sto capitolo.
Tabella 1 Dose efficace media assorbita da un individuo dovuta a fonti di
irradiazione naturali presenti nellâambiente. (fonte Health Physics, 58-3, 1990)
Fonte mSv/anno
Raggi cosmici 0.355
Radionuclidi presenti in natura prodotti dalla radiazione cosmica 0.015
Radionuclidi primordiali
Irradiazione esterna 50.41
40
K 50.18
238 232
Famiglie radioattive ( U e Th) 55 1.42 (*)
Totale 2.38
(*) valore estremamente variabile (dipende dal contributo dovuto alla inalazione di radon, gas radioattivo natura-
le emesso sia dal terreno sia dai materiali di costruzione degli edifici).
1.3. Lâinterazione delle radiazioni
con i tessuti
I raggi X appartengono alla famiglia delle
radiazioni elettromagnetiche, che com-
prende anche la luce visibile, lâinfrarosso,
lâultravioletto e i raggi gamma provenien-
ti da decadimenti radioattivi; il solo ele-
mento discriminante tra queste radiazio-
ni è la lunghezza dâonda o la frequenza
(che è inversamente proporzionale alla
lunghezza dâonda).
I raggi X, (come anche le radiazioni elet-
tromagnetiche provenienti dai decadi-
menti radioattivi) a differenza della luce
visibile, dellâinfrarosso e dellâultravioletto, Spettro della radiazione elettromagnetica
sono radiazioni ionizzanti, perchĂŠ nel loro
passaggio attraverso la materia produco-
no ionizzazioni, cioè alterazioni della
struttura elettronica degli atomi; quando Nel seguito vengono riportati i principali
questo avviene con gli organismi viventi meccanismi biologici che comportano
(in particolare con lâuomo) possono pro- danno a seguito di esposizione alle radia-
dursi danni biologici, a volte di estrema zioni ionizzanti e descritti i vari tipi di
gravitĂ . danno.
9
12. 1.3.1. Gli effetti delle radiazioni Dopo un grande numero di replicazio-
sulle cellule ni di cellule mutate può comparire un
Il passaggio di radiazioni ionizzanti in effetto macroscopico nellâorganismo.
una cellula vivente può dare origine a Se la mutazione interessa le cellule
una complessa catena di eventi poichĂŠ germinali dellâindividuo, è possibile
nella cellula stessa sono presenti mole- che da una di queste cellule abbia ori-
cole molto diverse, alcune molto sem- gine un embrione; in questo caso la
plici (lâacqua), altre molto complesse (il mutazione avrĂ un effetto genetico,
DNA). potendo comparire nellâindividuo figlio
In ogni caso, il primo evento è la ioniz- e/o nei figli che da questo saranno
zazione primaria di un atomo o di una generati.
molecola della cellula.
1.3.2. Gli effetti delle radiazioni
sullâorganismo
Gli effetti delle radiazioni ionizzanti
sullâorganismo possono essere di due
tipi: somatici e genetici.
Gli effetti somatici si riferiscono ai
danni che si osservano nell'individuo
esposto e si esauriscono con lui; gli ef-
fetti genetici sono riferiti alle conse-
Fenomeno della ionizzazione guenze dei danni prodotti sulle cellule
germinali e trasmessi ai discendenti;
La ionizzazione provoca la formazione tali conseguenze si manifestano solo
di nuove entitĂ chimiche, a volte molto nelle generazioni future.
reattive, come nel caso dei radicali li- Gli effetti biologici, inoltre, possono es-
beri derivanti dalla ionizzazione dellâac- sere suddivisi in âstocasticiâ e âdeter-
qua; in questi casi possono avvenire ministiciâ.
reazioni chimiche capaci di modificare il Gli effetti stocastici sono di tipo proba-
contenuto della cellula stessa e quindi bilistico, ovvero la loro frequenza di
in grado di produrre un effetto biologi- comparsa, comunque molto piccola, è
co dipendente dalla natura del danno, funzione della dose; non hanno gra-
dai componenti cellulari danneggiati e dualitĂ di manifestazioni con la dose
dalla specifica funzione della cellula in- assorbita, cioè sono del tipo tutto - o -
teressata. niente quale che sia la dose.
La cellula umana contiene 46 cromoso- Gli effetti deterministici sono viceversa
mi, che possono essere schematizzati prevedibili, nel senso che è possibile
come catene di geni: le caratteristiche predire se una persona irradiata con
di ciascun individuo sono determinate una data dose svilupperĂ questi effet-
da questi geni e dalla loro disposizione. ti. Presentano un valore soglia di dose
Ogni cambiamento della struttura di un al di sopra del quale colpiscono tutti o
gene, cioè ogni mutazione, si trasmet- quasi tutti gli irradiati e mostrano un
te alle cellule figlie, che hanno origine aggravio di sintomi con lâaumentare
dalla cellula mutata. della dose.
10
13. Possono manifestarsi entro qualche del radiologoâ, che insorge dopo diver-
giorno o qualche settimana dallâirra- si anni di latenza, ma che non regredi-
diazione (effetti immediati) o dopo sce piĂš, fino ad evolvere, potenzial-
mesi o anni (effetti tardivi). mente, in epitelioma spinocellulare;
I valori soglia al di sopra dei quali com- ⢠le alterazioni ematologiche, essenzial-
paiono effetti rilevabili clinicamente mente rappresentate da manifestazioni
sono dell'ordine del sievert o anche piĂš. di aplasia midollare, con riduzione del
Gli effetti somatici possono essere di numero di granulociti, linfociti e piastri-
tipo deterministico o stocastico. ne, e da anemie;
Tra gli effetti somatici deterministici, ⢠le alterazioni a carico dellâocchio, es-
oltre a quelli dovuti allâesposizione glo- senzialmente rappresentate dalla cata-
bale acuta di un individuo a dosi ele- ratta, che può insorgere, anche a
vate, di cui viene riportato in Tabella 2 distanza di diversi anni, a seguito del-
un quadro schematico e semplificato lâesposizione ad una dose unica di 5-8
della sintomatologia in rapporto alla sievert (Sv);
dose, rientrano: ⢠danni agli organi genitali, quali la ridu-
⢠le radiodermiti, dal semplice eritema zione della fertilità o la sterilità per dosi
cutaneo immediato alla âradiodermite superiori a 1 Sv.
Tabella 2 Sintomatologia a seguito di esposizione globale acuta di un indi-
viduo ad alte dosi
Dose (Sv)
Settimane dopo
lâesposizione 1-3 4 >6
(subletale) (letale) (sopraletale)
1 fase latente nausea e vomito nausea e vomito, ma-
(1 giorno) lessere, diarrea, febbre
2 depilazione, malessere bocca e gola infiamma-
generale te, ulcerazioni, deperi-
mento, morte
3 perdita appetito, depi- perdita appetito, emor-
lazione, infiammazione ragia, diarrea, febbre,
gola, emorragie deperimento, morte
eventuale
4 diarrea, guarigione
Sopravvivenza certa salvo complica- possibile nel 50% dei impossibile
zioni (2.5 Sv sono mor- casi
tali nel 5% dei casi)
11
14. Gli effetti somatici stocastici sono quelli rate a livello radioprotezionistico, sono di
piĂš importanti dal punto di vista radio- tipo stocastico. Essi sono dovuti a due
protezionistico in quanto, almeno in via componenti principali: le mutazioni geni-
teorica e come vedremo piĂš avanti, si che e le aberrazioni cromosomiche. Le
possono verificare anche per livelli di mutazioni geniche si distinguono in domi-
dose molto bassi; viceversa gli effetti de- nanti e recessive in rapporto alle modali-
terministici si verificano solo per valori di tĂ di trasmissione. Anche le aberrazioni
dose elevati e sono quindi da escludere cromosomiche sono di due tipi: aberra-
in attivitĂ ospedaliere comportanti lâim- zioni numeriche, in relazione alla presen-
piego di radiazioni ionizzanti. za di cromosomi in piĂš o in meno rispet-
Gli effetti somatici stocastici sono rappre- to al numero caratteristico della specie;
sentati da lesioni neoplastiche, quali le aberrazioni strutturali quando, pur man-
leucemie e altre forme tumorali solide tenendosi questo numero invariato, i geni
(cancro del polmone, tumore della mam- presenti su uno o piĂš cromosomi sono in
mella, carcinoma della tiroide, tumori eccesso o in difetto rispetto alla norma. Vi
dello scheletro, etc.). Tali effetti hanno sono infine molte condizioni di origine
tempi di latenza piuttosto lunghi: il ereditaria aventi trasmissibilitĂ irregolare;
tempo di latenza minimo varia da tre esse riguardano, per esempio, le predi-
anni per le leucemie e i tumori ossei a sposizioni a malattie particolari di grande
dieci anni per gli altri tumori solidi. rilevanza sociale, oppure condizioni non
Vanno inoltre considerati i danni embrio- rilevabili nel singolo individuo, ma sulle
nali e fetali: infatti, a seguito dell'azione popolazioni nel loro complesso (fertilitĂ ,
delle radiazioni sul prodotto del concepi- durata della vita). Al fine di una valuta-
mento, si possono osservare sia la morte zione piĂš completa del rischio di esposi-
fetale, sia alterazioni dello sviluppo con zione alle radiazioni ionizzanti è inoltre
rischi di malformazioni. Nel primo mese di utile aver presente, per confronto, i dati
gravidanza dosi dellâordine di 0.1 Sv rice- relativi all'esposizione degli individui della
vute dallâembrione possono provocare lâa- popolazione alla radiazione dovuta al
borto. Dalla fine del primo mese fino al fondo naturale contenuti in Tabella 1.
terzo si possono produrre diversi tipi di Per un piĂš diretto confronto fra il rischio
malformazione, mentre dalla fine del dovuto all'esposizione alle radiazioni io-
terzo mese si possono indurre effetti tar- nizzanti ed il rischio dovuto ad altre atti-
divi, a carattere probabilistico, manife- vità lavorative, in Tabella 3 è mostrata la
stantisi nei primi anni di vita del bambino. riduzione media della durata di vita do-
Tra i danni al feto è inoltre da citare il ri- vuta ad incidenti in diverse attività lavo-
schio di ritardo mentale grave a seguito di rative, mentre in Tabella 4 è mostrata
irradiazione nel periodo compreso tra lâot- quella associata a varie cause di tipo non
tava e la quindicesima settimana di ge- lavorativo. Per confronto viene indicata la
stazione e, con minor intensitĂ , tra la se- riduzione media della durata di vita do-
dicesima e la venticinquesima settimana; vuta allâesposizione alle radiazioni ioniz-
lâaborto e le malformazioni fetali sono ef- zanti valutata utilizzando i fattori di ri-
fetti a carattere deterministico con un va- schio indicati nella pubblicazione 60 della
lore soglia di circa 50 mSv. Gli effetti ere- ICRP (International Commission on
ditari, almeno a livello delle dosi conside- Radiological Protection) e considerando
12
15. che la perdita media di spettanza vita, in zione continua di 5 mSv/anno, ovvero
caso di tumore, risulta rispettivamente, lâesposizione massima che si riscontra
di 13.4 anni per un individuo della popo- normalmente nei lavoratori in ambiente
lazione e di 12.7 anni per un lavoratore. sanitario, e di 1 mSv/anno, ovvero il limi-
Il confronto è effettuato per una esposi- te di dose per le persone del pubblico.
Tabella 3 Riduzione media della durata di vita dovuta ad incidenti in
diverse attivitĂ lavorative. (fonte Health Physics, 61-3, 1991)
AttivitĂ lavorativa Riduzione media della
durata di vita (giorni)
Commercio 27
Industria manifatturiera 40
Servizi 27
Trasporti 160
Agricoltura 320
Costruzioni 227
Valore medio 60
Esposizione alle radiazioni (5 mSv/anno) 40
Tabella 4 Riduzione media della durata di vita associata a varie cause di
tipo non lavorativo. (fonte Health Physics, 36-6, 1979 e 61-3, 1991)
Causa Riduzione media della
durata di vita ( giorni )
Abuso di alcool 4000
Essere celibe, vedovo o divorziato 3500
Fumo (1 pacchetto di sigarette/giorno) 2250
Essere nubile, vedova o divorziata 1600
Essere sovrappeso ( + 20% ) 1040
Incidenti con veicoli a motore 207
Alcool 130
Incidenti in casa 74
Fumo passivo 50
Esposizione lavorativa alle radiazioni (5 mSv/anno) 40
Cadute 28
Esposizione alle radiazioni di individui della popolazione
(1 mSv/anno) 18
Esami RX-diagnostici 6
Caffè 6
13
16. 1.4. I princĂŹpi della radioprotezione. introduzione o prosecuzione produca
Scopo della radioprotezione è la preven- un beneficio netto e dimostrabile;
zione totale degli effetti dannosi non sto- â secondo principio, detto di ottimizza-
castici (che, come detto in precedenza, zione: ogni esposizione umana alle
avvengono sopra una determinata soglia radiazioni deve essere tenuta tanto
di dose) e la limitazione a livelli conside- bassa quanto è ragionevolmente otte-
rati accettabili della probabilitĂ di accadi- nibile, facendo luogo a considerazioni
mento degli effetti stocastici. economiche e sociali (principio ALARA,
La prevenzione degli effetti deterministici dalle iniziali della frase inglese: âtanto
si ottiene fissando limiti di equivalente di bassa quanto è ragionevolmente otte-
dose individuale a valori sufficientemente nibileâ);
bassi, tali che nessuna dose soglia venga â terzo principio, detto di limitazione
mai raggiunta. La limitazione degli effetti delle dosi individuali: lâequivalente
stocastici si ottiene con il âsistema di li- di dose ai singoli individui non deve
mitazione delle dosiâ, che si propone di superare determinati limiti appropria-
contenerli ai livelli piĂš bassi ragionevol- tamente sicuri, stabiliti per le varie cir-
mente ottenibili. costanze.
La radioprotezione si fonda su tre princÏpi: Nella tabella 5 è riportato, sia pure in ma-
â primo principio, detto di giustifica- niera schematica e incompleta, il corso
zione: nessuna attivitĂ umana che storico della radioprotezione dagli albori
esponga alle radiazioni deve essere ac- a oggi.
colta o proseguita, a meno che la sua
Tabella 5: Alcune date importanti nella storia della radioprotezione.
Periodo Evento
1915 Prime raccomandazioni per la protezione dei lavoratori emanate dalla British
RĂśentgen Society
Anni Definizione della dose di tolleranza, uguale per lavoratori e popolazione, pari
venti a 1 R/settimana al corpo intero, cioè 50 R/anno.
1925 I Congresso internazionale di Radiologia a Londra e costituzione dellâICRU
(Commissione Internazionale per le unitĂ di misura)
1928 II Congresso internazionale di Radiologia a Stoccolma e costituzione dellâICRP
(Commissione internazionale per la radioprotezione)
1931 Il rÜentgen (R) è adottato come unità di misura della dose da esposizione al
fine di âmisurareâ i raggi X
1934-1935 In Italia sono promulgati il Testo Unico delle leggi sanitarie e il relativo rego-
lamento di attuazione; viene disciplinato lâesercizio della radiologia
Anni Definizione di dose genetica intesa come dose media alle gonadi tra gli
quaranta individui in etĂ fertile. Detta dose è posto che sia âdose di tolleranzaâ
1941 Il Comitato USA per la radioprotezione raccomanda per il Radio il âdeposito
corporeo massimo di 0.1 ÂľCiâ
14
17. Periodo Evento
Anni Ipotesi di linearitĂ nella relazione dose/effetto stocastico, caduta del concetto
cinquanta di dose di tolleranza, ricerca di una dose a basso rischio biologico
1952 Le malattie professionali da Radio, raggi X e sostanze radioattive sono inclu-
se, in Italia, nella tabella delle lavorazioni per cui è obbligatoria lâassicurazio-
ne contro gli infortuni e le malattie professionali
1953 Il rad è adottato come unità di misura della dose assorbita
1956 Ă introdotto in Italia per decreto lâobbligo delle visite mediche preventive e
periodiche sui lavoratori addetti a mansioni che implicano lâuso del Radio, dei
raggi X e delle sostanze radioattive.
1956-1959 LâICRP definisce le dosi massime ammissibili al corpo intero per i lavoratori (5
rem/anno) e per gli individui della popolazione (0,5 rem/anno), la dose ge-
netica media per gli individui di una vasta popolazione ( 5 rem in 30 anni), e
propugna la lotta a ogni rischio indebito
1958 Ă obbligatoria in Italia lâassicurazione dei medici contro le malattie e le lesio-
ni da raggi X e da sostanze radioattive
1959 La ComunitĂ Europea emana proprie direttive di radioprotezione
1960 LâICRP raccomanda di porre in atto ogni sforzo inteso a ridurre le esposizioni
nei limiti piĂš ristretti possibili
1964 LâItalia ha la normativa di radioprotezione (il DPR n. 185)
1965 Principio ALARA (as low as reasonably achievable): le dosi siano mantenute
tanto basse quanto è ragionevolmente ottenibile, facendo luogo a considera-
zioni economiche e sociali
1965-1969 Sono promulgate leggi italiane sulla professione del tecnico sanitario di ra-
diologia medica
1969 Il DPR n. 128 sancisce lâobbligo di istituire in taluni ospedali un Servizio di
Fisica Sanitaria
1977 La ICRP raccomanda un nuovo sistema di limitazione delle dosi
1995 LâItalia ha una nuova normativa di radioprotezione, in attuazione di varie di-
rettive Euratom (il D.Lgs. n. 230)
2000 Viene modificato e integrato il D.Lgs. 230/95 recependo le Direttive Euratom
96/29 e 97/43
1.5. La normativa nazionale di ra- Il testo fondamentale in materia di pro-
dioprotezione tezione sanitaria contro il rischio derivan-
In Italia esiste un regime giuridico del- te dall'impiego di sorgenti di radiazioni io-
lâimpiego pacifico dellâenergia nucleare, nizzanti è il Decreto Legislativo 17 marzo
nel quale rientra quindi, come caso parti- 1995, n. 230; questo, al fine di recepire
colare, la detenzione e lâimpiego di mac- la direttiva Euratom 96/29, è stato modi-
chine generatrici di raggi X o la detenzio- ficato e integrato dal D. Lgs. 26 maggio
ne e lâimpiego di sorgenti radioattive ar- 2000, n. 241, e dal D. Lgs. 9 maggio
tificiali a scopi diagnostici o terapeutici. 2001, n. 257.
15
18. Per quanto riguarda in particolare la ra- Decreto Legislativo 17 marzo 1995, n.
dioprotezione del paziente, la normativa 230 âAttuazione delle direttive Euratom
di riferimento è attualmente rappresenta- 89/618, 90/641, 92/3 e 96/29 in mate-
ta dal D. Lgs. 26 maggio 2000, n. 187, con ria di radiazioni ionizzantiâ.
il quale è stata recepita la direttiva Sommario
Euratom 97/43. Lâobiettivo fondamentale Capo I: Campo di applicazione. Principi
del D. Lgs. 230/95 può essere riassunto generali di protezione dalle radiazioni io-
dallâart. 2 che recepisce le raccomanda- nizzanti.
zioni internazionali emanate dallâI.C.R.P. Capo II: Definizioni.
60 del 1991 (International Commission on Capo III: Organi.
Radiological Protection) e di cui di seguito Capo III bis: Esposizioni da attivitĂ la-
vengono riportati i passi piĂš rilevanti: vorative con particolari sorgenti naturali
1. Nuovi tipi o nuove categorie di prati- di radiazioni
che che comportano unâesposizione Capo IV: Lavorazioni minerarie.
alle radiazioni ionizzanti debbono es- Capo V: Regime giuridico per importa-
sere giustificati, anteriormente alla zione, produzione, commercio, trasporto
loro prima adozione o approvazione, e detenzione.
dai loro vantaggi economici, sociali o Capo VI: Regime autorizzativo per le in-
di altro tipo rispetto al detrimento sa- stallazioni e particolari disposizioni per ri-
nitario che ne può derivare. fiuti radioattivi.
2. I tipi o le categorie di pratiche esisten- Capo VII: Impianti.
ti sono sottoposti a verifica per quan- Capo VIII: Protezione sanitaria dei la-
to concerne gli aspetti di giustificazio- voratori.
ne ogniqualvolta emergano nuove ed Capo IX: Protezione sanitaria della po-
importanti prove della loro efficacia e polazione.
delle loro conseguenze. Capo X: Stato di emergenza nucleare.
3. Qualsiasi pratica deve essere svolta in Capo XI: Norme penali.
modo da mantenere lâesposizione al li- Capo XII: Disposizioni transitorie e
vello piĂš basso ragionevolmente otte- finali.
nibile, tenuto conto dei fattori econo- Allegato I: Determinazione delle condi-
mici e sociali. zioni di applicazione delle disposizioni per
4. La somma delle dosi derivanti da tutte le materie radioattive e per le macchine
le pratiche non deve superare i limiti di radiogene.
dose stabiliti per i lavoratori esposti, Allegato I bis: Condizioni per lâapplica-
gli apprendisti, gli studenti e gli indivi- zione del Capo III bis
dui della popolazione. Allegato II: Spedizioni, importazioni ed
Nel seguito, salvo diversa indicazione, si esportazioni di rifiuti radioattivi.
farĂ quindi riferimento al citato Decreto Allegato III: Determinazione, ai sensi
Legislativo n. 230/95, del quale si riporta dellâart. 82, delle modalitĂ e dei criteri
lâindice. per lâadozione della sorveglianza fisica
In appendice è anche riportato un glos- nonchÊ dei criteri e delle modalità per la
sario dei termini, delle grandezze e delle classificazione dei lavoratori, degli ap-
unitĂ di misura piĂš comunemente utiliz- prendisti e degli studenti, nonchĂŠ delle
zati in radioprotezione. aree di lavoro.
16
19. Allegato IV: Determinazione, ai sensi immesse in commercio, nonchĂŠ delle
dellâart. 96, dei limiti di dose per i lavora- esenzioni da tale obbligo.
tori, per gli apprendisti, gli studenti e le Allegato VIII: Determinazione dei cri-
persone del pubblico gli individui della teri e delle modalitĂ per il conferimento
popolazione, nonchĂŠ dei criteri di compu- della qualifica di sorgente di tipo ricono-
to e di utilizzazione delle grandezze ra- sciuto, ai sensi dellâarticolo 26.
dioprotezionistiche connesse. Allegato IX: Determinazione, ai sensi
Allegato V: Determinazione, ai sensi dellâarticolo 27, comma 2, delle condizio-
degli artt. 78 e 88, delle modalitĂ , titoli di ni per la classificazione in Categoria A ed
studio, accertamento delle capacitĂ tec- in Categoria B dellâimpiego delle sorgenti
nico professionali per lâiscrizione negli di radiazioni, delle condizioni per lâesen-
elenchi degli esperti qualificati e dei me- zione dal nulla osta e delle modalitĂ per
dici autorizzati. Istituzione degli elenchi il rilascio e la revoca del nullaosta.
degli esperti qualificati e dei medici auto- Allegato X: Determinazione, ai sensi
rizzati e determinazione ai sensi degli ar- dellâarticolo 31, delle disposizioni proce-
ticoli 77 e 88 delle modalitĂ , titoli di stu- durali per il rilascio dellâautorizzazione al-
dio, accertamento della capacitĂ tecnico- lâattivitĂ di raccolta di rifiuti radioattivi
professionale per lâiscrizione. provenienti da terzi e delle esenzioni da
Allegato VI: Determinazione, ai sensi tale autorizzazione.
dellâart. 74, delle modalitĂ e dei livelli di Allegato XI: Determinazione ai sensi
esposizione professionale di emergenza. dellâart. 62, comma 3, dellâart. 81, comma
Allegato VII: Determinazione, ai sensi 6 e dellâart. 91, comma 5, delle modalitĂ
dellâarticolo 18, delle modalitĂ della noti- di tenuta della documentazione relativa
fica delle pratiche di importazione e di alla sorveglianza fisica e medica della
produzione, a fini commerciali, di materie protezione dalle radiazioni ionizzanti e
radioattive, di prodotti, apparecchiature del libretto personale di radioprotezione
e dispositivi in genere contenenti dette per i lavoratori esterni.
materie, nonchĂŠ delle esenzioni da tale Allegato XII: Determinazione, ai sensi
obbligo; determinazione, ai sensi dell'ar- dellâart. 115 comma 2, dei livelli di inter-
ticolo 18-bis delle disposizioni procedura- vento nel caso di emergenze radiologiche
li per il rilascio dell'autorizzazione per e nucleari.
lâaggiunta intenzionale di materie ra-
dioattive nella produzione e manifattura 1.5.1. Criteri di classificazione dei
di beni di consumo e per lâimportazione o lavoratori e delle zone
lâesportazione di tali beni di consumo; Secondo il D. Lgs. 230/95 si definisce
determinazione delle modalitĂ di notifica lavoratore esposto chiunque sia suscetti-
delle pratiche di cui al comma 1 dellâarti- bile, durante lâattivitĂ lavorativa, di una
colo 22 e dei valori di attivitĂ e dei valori esposizione alle radiazioni ionizzanti su-
di concentrazione di attivitĂ per unitĂ di periore a uno qualsiasi dei limiti fissati
massa di cui alle lettere a) e b) del per le persone del pubblico.
comma 2 dello stesso articolo; determi- I lavoratori che non sono suscettibili di
nazione, ai sensi dellâarticolo 19 delle una esposizione alle radiazioni ionizzanti
modalitĂ di attuazione dellâobbligo di in- superiore a detti limiti sono da classifi-
formativa relativo alle materie radioattive carsi lavoratori non esposti.
17
20. I lavoratori esposti, a loro volta, sono condizioni per la classificazione di lavora-
classificati in categoria A e categoria B. tori esposti di categoria A.
I lavoratori esposti sono classificati in ca- Viene definita zona sorvegliata un am-
tegoria A se sono suscettibili di unâespo- biente di lavoro in cui può essere supe-
sizione superiore, in un anno solare, a rato in un anno solare uno dei pertinenti
uno dei seguenti valori: limiti fissati per le persone del pubblico e
⢠6 mSv di dose efficace; che non è zona controllata.
⢠i tre decimi di uno qualsiasi dei limiti di A integrazione di quanto sopra indicato,
dose equivalente per il cristallino (150 si segnalano alcuni aspetti della normati-
mSv in un anno solare), per pelle, va citata di particolare rilevanza:
mani, avambracci, piedi e caviglie (500 1. lâaccertamento delle condizioni che
mSv in un anno solare). portino alla classificazione dei lavora-
I lavoratori esposti non classificati in cate- tori è di competenza esclusiva dellâe-
goria A sono classificati in categoria B. sperto qualificato; al datore di lavoro
Nella tabella seguente sono riportati i compete, ovviamente, solo la defini-
limiti di dose in funzione della classifi- zione delle attivitĂ che i lavoratori de-
cazione. vono svolgere;
2. il criterio di classificazione non viene
Lavoratori Lavoratori piĂš associato al tipo, al luogo, ai
esposti non esposti
tempi, allâabitualitĂ o allâoccasionalitĂ
Dose efficace 20 mSv/anno 1 mSv/anno ed alle modalitĂ di svolgimento del la-
Dose equivalente 150 mSv/anno 15 mSv/anno voro, ma resta legato al rischio effetti-
cristallino vo di ricevere dosi superiori a limiti
Dose equivalente 500 mSv 50 mSv prefissati, in considerazione del rischio
pelle e estremitĂ di irradiazione esterna e contaminazio-
ne interna e anche in considerazione
Il sistema di limitazione delle dosi indivi- di esposizioni potenziali conseguenti a
duali rappresenta un mezzo per garanti- eventi anomali e malfunzionamenti che
re che il lavoro che si espone ai rischi siano suscettibili di aumentare le dosi
derivanti dalle radiazioni ionizzanti possa dei singoli derivanti dalla normale atti-
essere ricompreso tra i âlavori comune- vitĂ lavorativa programmata. Quanto
mente ritenuti sicuriâ (utile al proposito sopra comporta, per esempio, che la
il raffronto con i dati contenuti nella ta- presenza di operatori in zone classifi-
belle 3). cate non determini automaticamente
Per quanto riguarda la classificazione la classificazione dei lavoratori stessi
degli ambienti di lavoro, la normativa come lavoratori esposti.
prescrive al datore di lavoro di classifi- In altre parole, esemplificando, allâin-
care e segnalare gli ambienti in cui è terno di una zona controllata è possi-
presente il rischio di esposizione alle ra- bile avere lavoratori classificati esposti
diazioni ionizzanti e regolamentarne di categoria A e/o lavoratori classifica-
lâaccesso. ti esposti di categoria B e/o lavoratori
In particolare, viene definita zona con- classificati non esposti, a seconda del-
trollata un ambiente di lavoro in cui sus- lâentitĂ del rischio radiologico associa-
sistono per i lavoratori in essa operanti le to allâattivitĂ lavorativa.
18
21. 3. Unâattenzione particolare viene dedi- Le attivitĂ lavorative considerate sono:
cata dalla normativa agli apprendisti e â quelle che si svolgono in tunnel, sotto-
studenti. vie, catacombe, grotte e in tutti i luo-
4. Unâattenzione particolare viene altre- ghi di lavoro sotterranei, oppure in su-
sĂŹ dedicata dalla normativa anche perficie in zone ben individuate, in re-
alla tutela della lavoratrice gravida e lazione alla possibile esposizione a
del neonato: viene infatti prescritto radon e a radiazioni gamma;
che, ferma restando lâapplicazione â quelle che implicano lâuso o lo stoc-
delle norme speciali concernenti la caggio di materiali abitualmente non
tutela delle lavoratrici madri, le considerati radioattivi ma che con-
donne gestanti non possono svolge- tengono radionuclidi naturali, o che
re attivitĂ in zone classificate o, co- comportano la produzione di residui
munque, attivitĂ che potrebbero abitualmente non considerati radioat-
esporre il nascituro ad una dose che tivi ma che contengono radionuclidi
ecceda 1 mSv durante il periodo naturali;
della gravidanza. Ă inoltre vietato â quelle in stabilimenti termali o quelle
adibire le donne che allattano ad at- connesse ad attivitĂ estrattive non di-
tivitĂ comportanti un rischio di con- sciplinate dal Capo IV;
taminazione. â quelle su aerei, con riferimento al per-
5. I principali casi di non applicazione sonale navigante.
della citata normativa possono essere Sono previsti una serie di obblighi per gli
riassunti come segue: esercenti le attivitĂ di cui sopra, i quali
a) esposizione di pazienti nellâambito devono provvedere, a seconda dei casi, a
di un esame diagnostico o di una misurazioni di radon e/o a valutazioni di
terapia che li concerne; esposizione nei luoghi di lavoro; in caso
b) esposizione di persone che coscien- di superamento dei livelli di azione fissa-
temente e volontariamente collabo- ti nellâAllegato 1 bis, gli esercenti devono
rano a titolo non professionale al adottare azioni di rimedio entro tempi
sostegno e allâassistenza di pazien- definiti. Qualora tali azioni di rimedio ri-
ti sottoposti a terapia o a diagnosi sultino inefficaci, lâesercente adotta i
medica; provvedimenti previsti dal Capo VIII.
c) esposizione di volontari che prendo-
no parte a programmi di ricerca 1.5.2. Sorveglianza fisica
medica o biomedica, essendo tale Il Capo VIII del D.Lgs. 230/95 (Protezione
esposizione disciplinata da altro sanitaria dei lavoratori) prevede che i da-
provvedimento legislativo. tori di lavoro, esercenti attivitĂ compor-
6. Il D.Lgs. 241/00 ha introdotto, tra tanti la classificazione degli ambienti di
lâaltro, al Capo III bis la tutela dei lavoro in una o piĂš zone controllate o sor-
lavoratori nei confronti della esposi- vegliate oppure la classificazione degli
zione derivante da attivitĂ con par- addetti interessati come lavoratori espo-
ticolari sorgenti naturali di radiazio- sti, assicurino la sorveglianza fisica per
ni che non può essere trascurata mezzo di esperti qualificati iscritti in elen-
dal punto di vista della radioprote- chi nominativi presso lâIspettorato medi-
zione. co centrale del lavoro.
19
22. Tra le attribuzioni specifiche dellâesper- lasciare il relativo benestare, dal
to qualificato si ricordano (art. 79 del punto di vista della sorveglianza fi-
D. Lgs. 230/95): sica, dei progetti di installazione che
a) redazione della relazione contenente comportano rischi di esposizione,
le valutazioni e le indicazioni di radio- nonchĂŠ delle modifiche alle installa-
protezione inerenti le attivitĂ espo- zioni implicanti rilevanti trasforma-
nenti a rischio al fine di integrare il zioni delle condizioni, dellâuso o della
documento di cui allâart. 4 del Decreto tipologia delle sorgenti;
legislativo 19 settembre 1994, n. 626 ⢠effettuare la prima verifica, dal
(la normativa sulla prevenzione e si- punto di vista della sorveglianza fi-
curezza nei luoghi di lavoro) per gli sica, di nuove installazioni e delle
aspetti concernenti i rischi da radia- eventuali modifiche apportate alle
zioni ionizzanti e la collaborazione con stesse;
il Servizio di prevenzione e protezione ⢠eseguire la verifica periodica dellâef-
dellâazienda (art. 80 comma 3, D. Lgs. ficacia dei dispositivi e delle tecni-
230/95); che di radioprotezione;
b) fornire indicazioni al datore di lavoro ⢠effettuare la verifica periodica delle
affinchĂŠ gli ambienti di lavoro in cui buone condizioni di funzionamento
sussista un rischio da radiazioni ven- degli strumenti di misurazione;
gano individuati, delimitati, segnala- h) effettuare la sorveglianza ambientale
ti, classificati in zone e che lâaccesso di radioprotezione nelle zone control-
ad essi sia adeguatamente regola- late e sorvegliate;
mentato; i) procedere alla valutazione delle dosi
c) fornire indicazioni al datore di lavoro in considerazione del rischio di irra-
affinchĂŠ i lavoratori interessati siano diazione esterna e, ove pertinente,
classificati ai fini della radioprotezione; del rischio di contaminazione interna.
d) fornire indicazioni al datore di lavoro
per predisporre norme interne di pro- 1.5.3. Sorveglianza medica
tezione e di sicurezza, consultabili nei I datori di lavoro esercenti attivitĂ com-
luoghi frequentati dai lavoratori, in portanti la classificazione degli addetti in-
particolare nelle zone controllate; teressati come lavoratori esposti devono
e) fornire indicazioni al datore di lavoro assicurare la sorveglianza medica per
perchĂŠ siano forniti ai lavoratori, ove mezzo di medici autorizzati, iscritti in
necessario, i mezzi di sorveglianza dosi- elenchi nominativi presso lâIspettorato
metrica e di protezione; medico centrale del lavoro, nel caso di la-
f) fornire indicazioni al datore di lavoro voratori esposti di categoria A e per
al fine di rendere edotti i lavoratori, mezzo di medici autorizzati o medici
nellâambito di un programma di for- competenti (D. Lgs. 277/91) nel caso di
mazione finalizzato alla radioprote- lavoratori esposti di categoria B (art. 83
zione; del D. Lgs. 230/95).
g) effettuare lâesame e la verifica delle at- Il datore di lavoro deve inoltre provvede-
trezzature, dei dispositivi e degli stru- re a che:
menti di protezione e in particolare: ⢠i lavoratori esposti siano tutti sottoposti
⢠procedere allâesame preventivo e ri- a visita medica preventiva a cura del
20
23. medico addetto alla sorveglianza medi- gnificato delle dosi ricevute, delle intro-
ca (medico autorizzato o medico com- duzioni di radionuclidi, degli esami medi-
petente, come giĂ spiegato); ci e radiotossicologici.
⢠i lavoratori esposti classificati in cate- Tra le attribuzioni specifiche del medico
goria B siano sottoposti a visita medica addetto alla sorveglianza medica si ricor-
periodica almeno una volta allâanno a dano i seguenti adempimenti (art. 83 del
cura del medico autorizzato o del me- D. Lgs. 230/95):
dico competente; a) analisi dei rischi individuali connessi
⢠i lavoratori esposti classificati in cate- alla destinazione lavorativa e alle man-
goria A siano sottoposti a visita medica sioni al fine della programmazione di
periodica almeno con periodicitĂ seme- indagini specialistiche e di laboratorio
strale a cura di un medico autorizzato. atte a valutare lo stato di salute del
Per quanto riguarda la visita medica pre- lavoratore, anche attraverso accessi
ventiva, essa deve comprendere una diretti negli ambienti di lavoro;
anamnesi completa dalla quale risultino b) gestione dei documenti sanitari per-
anche le eventuali esposizioni preceden- sonali;
ti, dovute sia alle mansioni esercitate sia c) prestazione di consulenza al datore di
a esami e trattamenti medici, e un lavoro per la messa in atto di infra-
esame clinico generale completato da strutture e procedure idonee a garan-
adeguate indagini specialistiche e di la- tire la sorveglianza medica dei lavora-
boratorio per valutare lo stato generale tori esposti, sia in condizioni di lavoro
di salute del lavoratore. normale che in caso di esposizioni ac-
In base alle risultanze della visita medica cidentali o di emergenza.
preventiva il medico addetto alla sorve-
glianza medica comunica per iscritto al 1.5.4. La protezione sanitaria della
datore di lavoro la classificazione dei la- popolazione
voratori come: Il Capo IX del D. Lgs. 230/95 è relativo
⢠idonei; alla protezione sanitaria della popolazio-
⢠idonei a determinate condizioni; ne. Di questo aspetto vengono qui ripor-
⢠non idonei (devono essere immediata- tati solo gli elementi fondamentali, in
mente allontanati dal lavoro compor- qualche modo connessi alle attivitĂ sani-
tante esposizione a radiazioni ioniz- tarie.
zanti). Viene esplicitato il divieto di utilizzare
In base alle risultanze delle visite medi- sorgenti di radiazioni ionizzanti sulle per-
che periodiche e straordinarie il medico sone se non per scopi di diagnostica, di
addetto alla sorveglianza medica della terapia o di ricerca. Viene affermato che
protezione può disporre anche la sorve- chiunque esplichi attività comportanti
glianza medica dopo la cessazione del la- lâuso di sorgenti di radiazioni ionizzanti
voro che ha esposto i lavoratori alle ra- deve evitare che le persone del pubblico
diazioni ionizzanti. siano esposte al rischio di ricevere o im-
Particolarmente innovativo rispetto alla pegnare dosi superiori ai limiti, anche a
precedente normativa è poi lâobbligo, da seguito di contaminazione di matrici am-
parte del medico addetto alla sorveglian- bientali.
za medica, di illustrare al lavoratore il si- In particolare viene sottolineato che, in
21
24. caso di contaminazione radioattiva non â I fattori di conversione da utilizzare
prevista o accidentale allâinterno di una quando lâattività è espressa in curie
installazione o durante unâoperazione di (Ci) sono i seguenti:
trasporto che comporti un rischio di si- â 1 Ci = 3,7 x 1010 Bq
gnificativo incremento del rischio di espo- â 1 Bq = 2,7027x 10-11 Ci
sizione delle persone, lâesercente, ovvero â contaminazione radioattiva: conta-
il vettore autorizzato al trasporto, deve minazione di una matrice, di una super-
intraprendere le iniziative idonee ad evi- ficie, di un ambiente di vita o di lavoro o
tare lâaggravamento del rischio. di un individuo, prodotta da sostanze ra-
Nei casi di maggiore gravità , cioè nel dioattive. Nel caso particolare del corpo
caso che lâevento comporti diffusione umano, la contaminazione radioattiva
della contaminazione allâaria, allâacqua, include tanto la contaminazione esterna
al suolo e ad altre matrici, o comunque quanto la contaminazione interna, per
esposizione delle persone allâesterno del qualsiasi via essa si sia prodotta;
perimetro dellâinstallazione, lâesercente â detrimento sanitario: stima del ri-
deve darne immediata comunicazione al schio di riduzione della durata e della
Prefetto, ai Vigili del fuoco, agli organi del qualitĂ della vita che si verifica in una
Servizio Sanitario Nazionale e allâANPA popolazione a seguito dellâesposizione
(Agenzia Nazionale per la Protezione a radiazioni ionizzanti. Essa include la
dellâAmbiente). riduzione derivante da effetti somatici,
Sempre al fine di ridurre rischi di esposi- cancro e gravi disfunzioni genetiche;
zione alle persone del pubblico, il D. Lgs. â dose: grandezza radioprotezionisti-
230/95 prevede la necessitĂ di adottare ca ottenuta moltiplicando la dose as-
le misure necessarie affinchĂŠ la gestione sorbita (D) per fattori di modifica de-
dei rifiuti radioattivi, ad esempio prove- terminati a norma dellâarticolo 96, al
nienti da un servizio di Medicina Nucleare fine di qualificare il significato della
ovvero da un laboratorio di ricerca scien- dose assorbita stessa per gli scopi
tifica, avvenga nel rispetto delle specifi- della radioprotezione;
che norme di buona tecnica e delle even- â dose efficace (E): somma delle dosi
tuali prescrizioni tecniche contenute nei equivalenti nei diversi organi o tessuti,
provvedimenti autorizzativi. ponderate nel modo indicato nei prov-
vedimenti di applicazione; lâunitĂ di
1.6. Glossario dose efficace è il sievert (Sv);
â attivitĂ (A): quoziente di dN diviso â dose efficace impegnata (E(t)):
per dt, in cui dN è il numero atteso di somma delle dosi equivalenti impegnate
transizioni nucleari spontanee di una nei diversi organi o tessuti HT(t) risultan-
determinata quantitĂ di un radionucli- ti dallâintroduzione di uno o piĂš radionu-
de da uno stato particolare di energia clidi, ciascuna moltiplicata per il fattore
in un momento determinato, nellâin- di ponderazione del tessuto wT; la dose
tervallo di tempo dt; efficace impegnata E(t) è definita da:
â becquerel (Bq): nome speciale dellâu- E(t) = âTwTHT(t)
nitĂ di attivitĂ (A); un becquerel equi- dove t indica il numero di anni per i
vale ad una transizione per secondo. quali è effettuata lâintegrazione; lâunitĂ
1 Bq = 1 s -1 di dose efficace impegnata è il sievert;
22
25. â dose impegnata: dose ricevuta da un 3) lâesposizione totale: combinazio-
organo o da un tessuto, in un determi- ne dellâesposizione esterna e dellâe-
nato periodo di tempo, in seguito all'in- sposizione interna;
troduzione di uno o piĂš radionuclidi; â esposizione accidentale: esposizio-
â dose equivalente (HT): dose assor- ne di singole persone a carattere for-
bita media in un tessuto o organo T, tuito e involontario;
ponderata in base al tipo e alla qualitĂ â esposizione dâemergenza: esposi-
della radiazione nel modo indicato nei zione giustificata in condizioni partico-
provvedimenti di applicazione; lâunitĂ lari per soccorrere individui in pericolo,
di dose equivalente è il sievert; prevenire lâesposizione di un gran nu-
â dose equivalente impegnata: in- mero di persone o salvare unâinstalla-
tegrale rispetto al tempo dellâintensitĂ zione di valore e che può provocare il
di dose equivalente in un tessuto o or- superamento di uno dei limiti di dose
gano T che sarĂ ricevuta da un indivi- fissati per i lavoratori esposti;
duo, in quel tessuto o organo T, a se- â esposizione parziale: esposizione
guito dellâintroduzione di uno o piĂš ra- che colpisce soprattutto una parte del-
dionuclidi; lâorganismo o uno o piĂš organi o tes-
â emergenza: una situazione che ri- suti, oppure esposizione del corpo in-
chiede azioni urgenti per proteggere tero considerata non omogenea;
lavoratori, individui della popolazione â esposizione potenziale: esposizio-
ovvero lâintera popolazione o parte di ne che, pur non essendo certa, ha una
essa; probabilitĂ di verificarsi prevedibile in
â esperto qualificato: persona che anticipo;
possiede le cognizioni e lâaddestramen- â esposizione soggetta ad autoriz-
to necessari sia per effettuare misura- zazione speciale: esposizione che
zioni, esami, verifiche o valutazioni di comporta il superamento di uno dei li-
carattere fisico, tecnico o radiotossico- miti di dose annuale fissati per i lavo-
logico, sia per assicurare il corretto ratori esposti, ammessa in via eccezio-
funzionamento dei dispositivi di prote- nale solo nei casi indicati nel decreto
zione, sia per fornire tutte le altre indi- di cui allâarticolo 82;
cazioni e formulare provvedimenti atti â fondo naturale di radiazioni: insie-
a garantire la sorveglianza fisica della me delle radiazioni ionizzanti prove-
protezione dei lavoratori e della popo- nienti da sorgenti naturali, sia terrestri
lazione. La sua qualificazione è ricono- che cosmiche, semprechè lâesposizio-
sciuta secondo procedure stabilite; ne che ne risulta non sia accresciuta in
â esposizione: qualsiasi esposizione di modo significativo da attivitĂ umane;
persone a radiazioni ionizzanti. Si di- â gray (Gy): nome speciale dell'unitĂ
stinguono: di dose assorbita
1) lâesposizione esterna: esposizio- 1 Gy =1 J kg-1
ne prodotta da sorgenti situate al- I fattori di conversione da utilizzare
lâesterno dellâorganismo; quando la dose assorbita è espressa in
2) lâesposizione interna: esposizio- rad sono i seguenti:
ne prodotta da sorgenti introdotte 1 rad = 10-2 Gy
nellâorganismo; 1 Gy = 100 rad
23
26. â gruppi di riferimento (gruppi cri- lavoratori esposti sono classificati in
tici) della popolazione: gruppi che categoria B;
comprendono persone la cui esposi- â limiti di dose: limiti massimi fissati
zione è ragionevolmente omogenea e per le dosi derivanti dallâesposizione
rappresentativa di quella degli indivi- dei lavoratori, degli apprendisti, degli
dui della popolazione maggiormente studenti e delle persone del pubblico
esposti, in relazione ad una determi- alle radiazioni ionizzanti causate dalle
nata fonte di esposizione; attivitĂ disciplinate. I limiti di dose si
â incidente: evento imprevisto che applicano alla somma delle dosi rice-
provoca danni ad unâinstallazione o ne vute per esposizione esterna nel pe-
perturba il buon funzionamento e può riodo considerato e delle dosi impe-
comportare, per una o piĂš persone, gnate derivanti dallâintroduzione di ra-
dosi superiori ai limiti; dionuclidi nello stesso periodo;
â intervento: attivitĂ umana intesa a â livelli di allontanamento: valori,
prevenire o diminuire lâesposizione degli espressi in termini di concentrazioni di
individui alle radiazioni dalle sorgenti attivitĂ o di attivitĂ totale, in relazione
che non fanno parte di una pratica o ai quali possono essere esentati dalle
che sono fuori controllo per effetto di prescrizioni le sostanze radioattive o i
un incidente, mediante azioni sulle sor- materiali contenenti sostanze radioat-
genti, sulle vie di esposizione e sugli tive derivanti da pratiche soggette agli
individui stessi; obblighi previsti dal decreto;
â introduzione: attivitĂ dei radionuclidi â livello di intervento: valore di dose
che penetrano nellâorganismo prove- oppure valore derivato, fissato al fine
nienti dallâambiente esterno; di predisporre interventi di radioprote-
â lavoratore esterno: lavoratore di zione;
categoria A che effettua prestazioni in â materia radioattiva: sostanza o insie-
una o piĂš zone controllate di impianti, me di sostanze radioattive contempora-
stabilimenti, laboratori, installazioni in neamente presenti. Sono fatte salve le
genere gestiti da terzi in qualitĂ sia di particolari definizioni per le materie fis-
dipendente, anche con contratto a ter- sili speciali, le materie grezze, i minerali
mine, di una impresa esterna, sia di quali definiti dallâarticolo 197 del tratta-
lavoratore autonomo, sia di apprendi- to che istituisce la ComunitĂ europea
sta o studente; dellâenergia atomica e cioè le materie
â lavoratori esposti: persone sotto- fissili speciali, le materie grezze e i mi-
poste, per lâattivitĂ che svolgono, a nerali nonchĂŠ i combustibili nucleari;
unâesposizione che può comportare â matrice ambientale: qualsiasi com-
dosi superiori ai pertinenti limiti fissa- ponente dellâambiente, ivi compresi
ti per le persone del pubblico. Sono aria, acqua e suolo;
lavoratori esposti di categoria A i la- â medico autorizzato: medico re-
voratori che, per il lavoro che svolgo- sponsabile della sorveglianza medica
no, sono suscettibili di ricevere in un dei lavoratori esposti, la cui qualifica-
anno solare una dose superiore a zione e specializzazione sono ricono-
uno dei pertinenti valori stabiliti con il sciute secondo le procedure e le mo-
decreto di cui allâarticolo 82; gli altri dalitĂ stabilite;
24
27. â persone del pubblico: individui tĂ di dose equivalente o di dose effi-
della popolazione, esclusi i lavoratori, cace. Se il prodotto dei fattori di mo-
gli apprendisti e gli studenti esposti in difica è uguale a 1:
ragione della loro attivitĂ e gli individui 1 Sv = 1 J kg-1
durante lâesposizione di cui allâarticolo Quando la dose equivalente o la dose
3, comma 5; efficace sono espresse in rem valgono
â popolazione nel suo insieme: lâin- le seguenti relazioni:
tera popolazione, ossia i lavoratori 1 rem = 10-2 Sv
esposti, gli apprendisti, gli studenti e 1 Sv = 100 rem
le persone del pubblico; â smaltimento: collocazione dei rifiuti,
â pratica: attivitĂ umana che è suscet- secondo modalitĂ idonee, in un depo-
tibile di aumentare lâesposizione degli sito, o in un determinato sito, senza
individui alle radiazioni provenienti da intenzione di recuperarli;
una sorgente artificiale, o da una sor- â smaltimento nellâambiente: im-
gente naturale di radiazioni, nel caso missione pianificata di rifiuti radioatti-
in cui radionuclidi naturali siano tratta- vi nellâambiente in condizioni control-
ti per le loro proprietĂ radioattive, fis- late, entro limiti autorizzati o stabiliti;
sili o fertili, o da quelle sorgenti natu- â sorgente artificiale: sorgente di ra-
rali di radiazioni che divengono sog- diazioni diversa dalla sorgente natura-
gette a disposizioni ai sensi del capo le di radiazioni;
III bis. Sono escluse le esposizioni do- â sorgente di radiazioni: apparec-
vute ad interventi di emergenza; chio generatore di radiazioni ionizzan-
â radiazioni ionizzanti o radiazioni: ti (macchina radiogena) o materia ra-
trasferimento di energia in forma di dioattiva, ancorchĂŠ contenuta in ap-
particelle o onde elettromagnetiche parecchiature o dispositivi in genere,
con lunghezza di onda non superiore a dei quali, ai fini della radioprotezione,
100 nm o con frequenza non mino- non si può trascurare lâattivitĂ , o la
re di 3¡1015 Hz in grado di produrre concentrazione di radionuclidi o lâe-
ioni direttamente o indirettamente; missione di radiazioni;
â rifiuti radioattivi: qualsiasi materia â sorgente naturale di radiazioni:
radioattiva, ancorchĂŠ contenuta in ap- sorgente di radiazioni ionizzanti di
parecchiature o dispositivi in genere, origine naturale, sia terrestre che co-
di cui non è previsto il riciclo o la riuti- smica;
lizzazione; â sorgente non sigillata: qualsiasi
â servizio riconosciuto di dosime- sorgente che non corrisponde alle ca-
tria individuale: struttura ricono- ratteristiche o ai requisiti della sorgen-
sciuta idonea alle rilevazioni delle let- te sigillata;
ture dei dispositivi di sorveglianza do- â sorgente sigillata: sorgente forma-
simetrica individuale, o alla misurazio- ta da materie radioattive solidamente
ne della radioattivitĂ nel corpo umano incorporate in materie solide e di fatto
o nei campioni biologici. LâidoneitĂ a inattive, o sigillate in un involucro
svolgere tali funzioni è riconosciuta se- inattivo che presenti una resistenza
condo procedure stabilite; sufficiente per evitare, in condizioni
â sievert (Sv): nome speciale dellâuni- normali di impiego, dispersione di ma-
25
28. terie radioattive superiore ai valori non si può trascurare lâattivitĂ o la
stabiliti - dalle norme di buona tecnica concentrazione;
applicabili; â zona classificata: ambiente di lavo-
â sorveglianza fisica: lâinsieme dei ro sottoposto a regolamentazione per
dispositivi adottati, delle valutazioni, motivi di protezione contro le radiazio-
delle misure e degli esami effettuati, ni ionizzanti. Le zone classificate pos-
delle indicazioni fornite e dei provvedi- sono essere zone controllate o zone
menti formulati dallâesperto qualificato sorvegliate. Ă zona controllata un am-
al fine di garantire la protezione sani- biente di lavoro, sottoposto a regola-
taria dei lavoratori e della popolazione; mentazione per motivi di protezione
â sorveglianza medica: lâinsieme delle dalle radiazioni ionizzanti, in cui si ve-
visite mediche, delle indagini speciali- rifichino le condizioni stabilite con il
stiche e di laboratorio, dei provvedi- decreto di cui allâarticolo 82 ed in cui
menti sanitari adottati dal medico, al lâaccesso è segnalato e regolamentato.
fine di garantire la protezione sanitaria Ă zona sorvegliata un ambiente di la-
dei lavoratori esposti; voro in cui può essere superato in un
â sostanza radioattiva: ogni specie anno solare uno dei pertinenti limiti
chimica contenente uno o piĂš radionu- fissati per le persone del pubblico e
clidi di cui, ai fini della radioprotezione, che non è zona controllata.
2. LE APPARECCHIATURE RADIOLOGICHE
2.1. GeneralitĂ
Vengono di seguito sinteticamente e
semplicemente descritti i costituenti co-
muni delle apparecchiature radiologiche
utilizzate in radiodiagnostica o in radiote-
rapia con particolare riferimento a quegli
aspetti piĂš direttamente connessi alla ra-
dioprotezione degli operatori addetti al
loro funzionamento.
Il tubo radiogeno: consta di
unâampolla di vetro in cui è stato
creato il vuoto e in cui sono colloca-
ti due elettrodi affacciati denominati
catodo e anodo; un fascio di elettro- Tubo radiogeno
ni emessi dal catodo per effetto ter-
moelettronico viene accelerato da La guaina o cuffia: per evidenti esi-
una differenza di potenziale e colpi- genze pratiche ci si trova nella necessi-
sce un bersaglio metallico, lâanodo: tĂ di limitare lâemissione delle radiazio-
questa interazione è causa dellâe- ni ad un fascio utile, collimato ed orien-
missione dei raggi X e del riscalda- tato in una precisa direzione: a tale
mento del tubo. scopo i tubi radiogeni vengono sempre
26
29. impiegati in âcontenitoriâ denominati di kVp e di durata dellâesposizione,
âguaineâ o âcuffieâ che hanno lo scopo, la quantitĂ di fotoni X emessa dal
unitamente al sistema costituito dai tubo radiogeno;
collimatori e dai diaframmi, di evitare â la durata dellâesposizione.
la dispersione di radiazione X non utile Lâintensificatore di brillanza (I.B.)
allâeffettuazione dellâesame o della te- e la catena televisiva: alcuni mate-
rapia. Norme di buona tecnica defini- riali, interagendo con le radiazioni ioniz-
scono la massima entitĂ della radiazio- zanti, presentano la proprietĂ di emet-
ne di fuga dalla cuffia dipendentemen- tere luce (fluorescenza): tale fenomeno
te dalla tipologia di apparecchiatura. è alla base di tutte le attività diagnosti-
Generatore di alta tensione: si in- che che utilizzano gli schermi fluore-
tende la combinazione di tutti gli ele- scenti; lâintensitĂ della luce emessa da
menti per il controllo e la produzione tali schermi è sempre molto bassa in
dellâenergia elettrica necessaria allâali- rapporto alle capacitĂ visive dellâocchio
mentazione di un tubo radiogeno; umano: gli intensificatori di brillanza
comprende necessariamente un tra- sono dispositivi elettronici che hanno la
sformatore di alta tensione e un siste- funzione di accrescere il livello luminoso
ma di controllo. Un tubo radiogeno dellâosservazione per portarlo a condi-
utilizzato in una attivitĂ diagnostica, zioni piĂš favorevoli per lâocchio umano.
infatti, funziona con tensioni compre- La radiazione X, dopo aver attraversato
se tra circa 25 kVp e circa 150 kVp, il paziente, investe la finestra d'ingresso
mentre un tubo radiogeno utilizzato in dellâintensificatore di brillanza, dietro la
terapia può arrivare a circa 300 kVp. quale è posto un fotocatodo; questo,
La tecnologia mette a disposizione investito dai fotoni, emette elettroni che
vari tipi di generatori (sistemi trifase, vengono accelerati e focalizzati da lenti
triesafase, dodecafase, a scarica di elettroniche verso lo schermo fluore-
condensatore, ad alta frequenza). scente posto sulla finestra dâuscita. Il
Tavolo di comando: è quel compo- segnale dâuscita, amplificato varie volte
nente dellâimpianto radiologico nel grazie all'accelerazione degli elettroni e
quale sono raggruppati tutti gli orga- alla riduzione del campo di vista, può
ni elettrici di regolazione e controllo essere visualizzato tramite una oppor-
dei dati di esposizione, gli eventuali tuna catena elettronica su uno schermo
dispositivi di sicurezza necessari alla televisivo. L'immagine analogica otte-
protezione dei circuiti elettrici e del nuta può essere trasformata in immagi-
tubo da eventuali sovraccarichi e i dis- ne digitale e successivamente memoriz-
positivi di comando dellâemissione zata in un computer per una eventuale
raggi. I principali parametri imposta- elaborazione. Un tipico esempio è costi-
bili dal tavolo di comando sono: tuito dal procedimento di sottrazione
â il valore dellâalta tensione (in dâimmagine in angiografia digitale.
kVp), che determina la qualitĂ
della radiazione emessa dal tubo 2.2. GeneralitĂ sui meccanismi di
radiogeno; formazione dellâimmagine ra-
â il valore della corrente del filamen- diografica
to (in mA) che determina, a paritĂ La proprietĂ piĂš evidente che presentano
27