1. REALIZZATO DALLE CLASSI 3^H E 3^L DEL “LICEO SCIENTIFICO L. DA VINCI” TV A.S. 2009-2010 HABEAS CORPUS NELLA STORIA
2. HABEAS CORPUS letteralmente significa “che tu abbia a disposizione il tuo corpo” è una formula giuridica che tutela il diritto d’inviolabilità della persona: garantisce l’integrità fisica e psichica e il rispetto della propria persona da parte di tutti i cittadini e in primis da parte dello stato
3. ORIGINI DELL’HABEAS CORPUS MAGNA CARTA LIBERTATUM Prerogativa del re In Inghilterra c’è una common law In confronto alla civil law presente in Italia (diritto romano) Tutela l’individuo HABEAS CORPUS ACT I giudici possono rilasciare atti di habeas corpus anche fuori sessione
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8. BILL OF RIGHTS (1689) L’ Habeas Corpus Act non è ancora la piena affermazione del writ dell’Habeas Corpus, perché il Re poteva in certe condizioni sospenderlo. Il Parlamento sopperì a questa mancanza quando, offrendo la corona a Guglielmo d’Orange, pose la condizione di accettare il Bill of Right che al punto I prevede “che il preteso potere di sospendere le leggi o l’esecuzione delle leggi, in forza dell’autorità regia, senza il consenso del Parlamento, è illegale”. Rappresenta una vera e propria anticipazione della successiva Dichiarazioni dei diritti dell’uomo e del cittadino (1789) . Bill of Rights
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10. HABEAS CORPUS IN AMERICA ARTICOLO 1.SEZ 9: “Il privilegio del Writ of Habeas Corpus non dovrebbe essere sospeso, a meno che la Sicurezza Pubblica non lo richieda in casi di ribellione o guerra civile.” Sospeso da Lincon durante la guerra civile Dopo il suo assassinio fu stabilito che solo il Congresso poteva revocarlo
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19. Habeas corpus: alla base del diritto ‘ Dichiarazione Universale dei diritti umani ’ ‘ Carta dei diritti Europei ’ -Articolo 3: “Ogni individuo ha diritto (…) alla sicurezza della propria persona.” -Articolo 3: 1.“Ogni individuo ha diritto alla propria integrità fisica e psichica. -Articolo 4: “Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù e servitù” -Articolo 5: 1.“Nessuno può essere tenuto in condizioni di schiavitù o servitù” -Articolo 5: “Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento e punizioni crudeli e degradanti” -Articolo 4: “Nessuno può essere sottoposto a tortura, né a pene o a trattamenti inumani o degradanti” -Articolo 9: “ Nessun individuo potrà essere arbitrariamente detenuto o arrestato”
20. HABEAS CORPUS OGGI Provvedimento atto a salvaguardare: Detenuti della polizia carceraria Coloro che subiscono restrizioni nella libertà Coloro che sono tenuti sotto controllo per insanità mentale Coloro che sono tenuti in custodia e contestano la loro situazione. Un arresto senza abuso di forza
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22. ARABIA SAUDITA Stato teocratico in cui viene applicata la legge del Corano La corte impone senza un regolare processo le pene, a volte anche corporali Alcune persone sono state giustiziate in prigione tramite fucilazione senza un regolare processo Fustigazione Il numero di frustate imposte varia a discrezione del giudice e non in base al reato commesso ! Il regno nega che tali violazioni del principio dell’ Habeas corpus avvengano
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25. CASI DI MORTE SOSPETTA IN ITALIA 30 giugno 2002, Carcere di Cuneo Mauro Fedele, 33 anni, muore in carcere. La versione ufficiale parla di “arresto cardiocircolatorio” ma Giuseppe Fedele, padre di Mauro lancia accuse contro gli agenti di custodia. “Il corpo di mio figlio è pieno di lividi: ha la testa fasciata e segni blu sul collo, sul petto(…). 1 ottobre 2003, Carcere di Livorno Marcello Lonzi, 29 anni, muore in cella: sarebbe deceduto per collasso cardiaco, dopo essere caduto battendo la testa. La madre non crede a questa ricostruzione e sospetta si sia trattato di omicidio. Il corpo del figlio era coperto di lividi. 2 marzo 2004, Carcere di Civitavecchia Detenuto rumeno, 40 anni, muore a causa di profonde ferite alla testa. Secondo una prima ricostruzione l’uomo avrebbe battuto ripetutamente il capo contro le pareti della cella dove era rinchiuso. 1 luglio 2004, Ospedale di Barletta Vincenzo Milano, 30 anni, muore all’ospedale di Barletta. Vi era stato trasportato, di urgenza, per essere curato delle ferite riportate durante la cattura(…): trauma cranico e facciale e diverse ferite lacero contuse. Il procuratore della Repubblica di Trani, Luigi Scimè, ha aperto un fascicolo d’indagine con l’accusa di omicidio colposo.
26. 31 maggio 2005, carcere di Venezia Andrea Fabris, 34 anni, viene ritrovato morto sul pavimento della cella, nel carcere maschile di Santa Maria Maggiore: sul corpo numerose ecchimosi. La Pm Maria Rosaria Micucci, ha disposto l’autopsia sul corpo del giovane. 14 maggio 2006, Carcere di Civitavecchia Habteab Eyasu, 36 anni, eritreo, viene trovato morto impiccato in una cella di isolamento della Casa Circondariale di Civitavecchia. L’inchiesta della procura della città ha stabilito che Habteab si è impiccato. Nelle fotografie scattate all’ospedale di Civitavecchia il ragazzo ha una ferita in fronte, e dietro la nuca una grande macchia rossa. La zia mostra il cadavere del nipote e dice di non credere all’ipotesi di suicidio. 15 ottobre 2007, Carcere di Perugia Aldo Bianzino, 44 anni, viene ritrovato morto in cella nel Carcere di Capanne, Perugia. Era stato arrestato insieme alla compagna e condotto in carcere in perfette condizioni di salute. Il medico legale nominato dalla famiglia assiste alla prima autopsia dichiarando che il corpo dell’uomo presentava lesioni al fegato, alla milza, al cervello e due costole rotte. 25 luglio 2008, Carcere di Genova Manuel Eliantonio, 22 anni, viene trovato senza vita riverso per terra, con una bomboletta di gas in mano, in un bagno del carcere di Marassi, a Genova. Alla mamma aveva scritto una lettera drammatica: “Qui in carcere mi ammazzano di botte.(…) Mi riempiono di psicofarmaci. Quelli che riesco non li ingoio(…), mangio poco o niente, sto male”
27. 22 ottobre 2009, carcere di Regina Coeli Stefano Cucchi fu picchiato dagli agenti della polizia penitenziaria e, di fatto, non curato dai medici dell’ospedale Sandro Pertini, i quali pur avendo ben presenti le patologie di cui soffriva il ragazzo nel corso della degenza,<< volontariamente omettevano di intervenire>>. E’ lo scenario che emerge dall’avviso di fine indagine, firmato dai pm Vincenzo Barba e Maria Francesca Loy e dal procuratore Giovanni Ferrara. Dalle carte emerge che gli agenti Michelini, Santantonio e Domenici, <<spingendo e colpendo con dei calci Cucchi, lo facevano cadere a terra e gli cagionavano lesioni(…)>>. Non solo, ma<< allo scopo di far desistere il detenuto dalle reiterate richieste di farmaci e alle continue lamentele, lo sottoponevano a misure di rigore non consentite dalla legge>>. Stando ai magistrati, dunque, non furono le botte, inflitte a Cucchi nelle celle di sicurezza del tribunale di Roma, a determinare la sua morte, avvenuta dopo il pestaggio. Per la procura, il funzionario del Prap e la dottoressa Caponetti, in servizio al Pertini il 17 ottobre i attivano per nascondere le lesioni riportate da Stefano Cucchi nel pestaggio in tribunale. E così, i due<< indicano falsamente in una cartella clinica>>, in evidente contrasto con quanto rilevato dai medici di Regina Coeli e dal Fatebenefratelli, che Cucchi<< appariva in condizioni generali buone>> Dal 18 al 22 ottobre 2009, i giorni di degenza al Pertini, Cucchi,<<incapace di provvedere a se stesso>>, viene letteralmente abbandonato dal personale medico.
28. MORTI IN CARCERE, LA MARCIA DEI GENITORI Un migliaio di persone hanno manifestato a Livorno il 16 gennaio 2010 per chiedere verità e giustizia per “i troppi giovani uccisi per mano dello Stato”. C’erano i genitori di ragazzi deceduti in carcere, ma anche di giovani morti fuori dalle celle, in circostanze da chiarire, la cui tragica fine viene imputata da parte dei familiari a carico di uomini dello Stato. A promuoverla Maria Ciuffi, madre di Marcello Lonzi, morto nel Carcere di Livorno nel 2003.