SlideShare ist ein Scribd-Unternehmen logo
1 von 58
a cura di Carlo Mariani – Ricercatore INDIRE
c.mariani@indire.it
La valutazione e le prove di verifica.
Strumenti di lavoro e di riflessione
Pisa - 29 gennaio 2016
Azione 1 Azione 2 Azione 3
Prevenire e monitorare
l’insuccesso scolastico
Innovazione didattica e
formazione in servizio
La cultura
dell’autovalutazione e
della valutazione esterna
Le finalità specifiche delle singole Azioni di miglioramento
Partire dalla dispersione
scolastica per monitorarne
l’evoluzione e promuovere
l’innovazione didattica quale
leva strategica per ridurre il
drop out.

Costruire una nuova
progettazione degli
apprendimenti: il curricolo, i
nuclei fondanti della
programmazione disciplinare,
la lezione efficace, la didattica
laboratoriale, la progettazione
per competenze, gli scenari
didattici.

Realizzazione del
Questionario strategico
dell’organizzazione scolastica,
uno strumento condiviso a
livello di rete per la
programmazione triennale
Le finalità trasversali e la filosofia dell’intervento
La costruzione di strumenti di
diagnosi a livello di rete di
scuole

Per trasformare il curricolo sul
piano della didattica

E promuovere una cultura
della valutazione interna per
gestire il riesame dei processi
Il Piano di Miglioramento della Rete Pisana
2
Azione 1 Azione 2 Azione 3
Prevenire e monitorare
l’insuccesso scolastico
Innovazione didattica e
formazione in servizio
La cultura
dell’autovalutazione e
della valutazione esterna
Le finalità specifiche delle singole Azioni di miglioramento
Partire dalla dispersione
scolastica per monitorarne
l’evoluzione e promuovere
l’innovazione didattica quale
leva strategica per ridurre il
drop out.

Costruire una nuova
progettazione degli
apprendimenti: il curricolo, i
nuclei fondanti della
programmazione disciplinare,
la lezione efficace, la didattica
laboratoriale, la progettazione
per competenze, gli scenari
didattici.

Realizzazione del
Questionario strategico
dell’organizzazione scolastica,
uno strumento condiviso a
livello di rete per la
programmazione triennale
Le finalità trasversali e la filosofia dell’intervento
La costruzione di strumenti di
diagnosi a livello di rete di
scuole

Per trasformare il curricolo sul
piano della didattica

E promuovere una cultura
della valutazione interna per
gestire il riesame dei processi
I temi chiave affrontati nello svolgimento del progetto
Diagnosi, Monitoraggio dei
dati di input degli alunni;
Valutazione in ingresso e in
uscita nelle classi prime e
terze
Innovazione didattica,
programmazione per
competenze, curricolo
Analisi di clima; Riesame dei
processi; Programmazione a
medio termine; Qualità
Gli strumenti che verranno costruiti e utilizzati
Il Piano di Miglioramento della Rete Pisana
3
Finalità
 Partire dalla dispersione scolastica per monitorarne l’evoluzione e
promuovere l’innovazione didattica quale leva strategica per
ridurre il drop out.
Approccio
 Alcune ricerche sulla dispersione scolastica condotte su campioni
di studenti toscani hanno portato alla conclusione che i principali
interventi contro il drop out hanno riguardato in passato –
secondo un approccio relazionale e psicologico – soprattutto gli
aspetti di prevenzione e di azione ex post: orientamento e
accoglienza nel primo caso; sostegno e recupero in itinere,
progettazione integrata nel secondo caso.
Azione 1 del Piano di Miglioramento
Prevenire e monitorare l’insuccesso scolastico
4
Il fenomeno della dispersione – pur essendo direttamente
collegato alla necessità di un riorientamento dello studente –
è in effetti una conseguenza dell’insuccesso, del ritardo, della
mancanza di un adeguato metodo di studio. Tuttavia,
individuare attraverso un monitoraggio interno alle
istituzioni scolastiche il livello di rischio-dispersione,
collegandolo alle competenze in ingresso e al percorso del
primo biennio potrebbe costituire una leva strategica per:
Azione 1 del Piano di Miglioramento
Prevenire e monitorare l’insuccesso scolastico
5
 comprendere e valutare in modo sistematico il rapporto tra la
valutazione in uscita dalla scuola secondaria di primo grado e i
risultati di apprendimento degli alunni;
 individuare in termini quantitativi – attraverso lo strumento
definito al punto 3 dello Sviluppo – il rapporto che sussiste tra
l’alunno (con la propria valutazione in ingresso nel percorso della
scuola secondaria), il debito scolastico nelle varie discipline e
l’insuccesso formativo che può determinare l’abbandono o il
trasferimento in altro istituto;
 condurre una riflessione metodologica sulle didattiche
innovative che potrebbero essere adottate in classe in modo da
consentire allo studente di recuperare anche parzialmente il
debito scolastico.
Azione 1 del Piano di Miglioramento
Prevenire e monitorare l’insuccesso scolastico
6
Sviluppo
 La fase di autovalutazione ha evidenziato – nelle scuole della
Rete pisana – la necessità di intraprendere azioni di
miglioramento per monitorare i livelli di conoscenze, abilità
e competenze degli studenti e delle studentesse allo scopo di
costruire e adottare strumenti permanenti ed efficaci di
gestione, controllo e monitoraggio, con un focus particolare
sui risultati. L’azione sarà svolta attraverso:
Azione 1 del Piano di Miglioramento
Prevenire e monitorare l’insuccesso scolastico
7
1. La realizzazione, la somministrazione e il riesame di prove in
ingresso (e/o di medio termine, dati i tempi di attuazione del
progetto) condotte in modo orizzontale sulle classi prime e sulle
classi terze. Questo segmento del processo si articolerà– a livello di
dipartimenti disciplinari – nella costruzione di prove in ingresso
predisposte dagli insegnanti sul modello delle prove nazionali INVALSI
e consentirà di affrontare, nella fase di formazione che accompagnerà
tutto il percorso di miglioramento, un diverso approccio alla
valutazione formativa. Dall’iniziativa ci si attende un risultato di
almeno il 50% delle prove in ingresso realizzate dai docenti;
Azione 1 del Piano di Miglioramento
Prevenire e monitorare l’insuccesso scolastico
8
2. La realizzazione, la somministrazione e riesame di prove finali
condotte in modo orizzontale sulle classi prime e sulle classi
terze, in modo da misurare i risultati di performance, sui quali ci
si attende una diminuzione del 10% dei tassi di abbandono,
dispersione e/o trasferimento in altro istituto.
3. La costruzione e l’implementazione del Cruscotto del debito
scolastico, uno strumento in grado di monitorare le materie che
danno luogo alla sospensione del giudizio nelle classi del primo
biennio e nella classe terza. Da questa azione ci si attende un
valore di performance del 100% sul completamento del database
(per la privacy, l’inserimento dati dello studente sarà sottoposto a
codifica; disciplina/e che determina la promozione con
sospensione del giudizio).
Azione 1 del Piano di Miglioramento
Prevenire e monitorare l’insuccesso scolastico
9
Obiettivi di miglioramento e risultati attesi
 Ai fini del raggiungimento dei risultati attesi, è fondamentale
monitorare e analizzare gli indicatori di performance
incrociando i dati con il database triennale e confrontando il trend
di miglioramento ottenuto. Pertanto, gli indicatori di performance
del successo scolastico dovranno includere la regolarità del
percorso scolastico, gli indicatori di apprendimento (attraverso
prove comuni di verifica in ingresso e finale), il debito formativo,
la frequenza regolare e positiva dei corsi di recupero, le
valutazioni intermedie, la valutazione sommativa finale.
 Per gli indicatori di performance si vedano le esplicitazioni
specifiche ai punti 1, 2 e 3 del precedente paragrafo.
Azione 1 del Piano di Miglioramento
Prevenire e monitorare l’insuccesso scolastico
10
Strumenti di lavoro
Pisa - 29 gennaio 2016
a cura di Carlo Mariani – Ricercatore INDIRE
c.mariani@indire.it
Piattaforma
online
Azione3
Lacultura
dell’autovalutazionee
dellavalutazione
esterna
Azione2
Innovazionedidattica
eformazionein
servizio
Coordinamento
generale
Monitoraggio
e Riesame finale
Sviluppo e monitoraggio
www.miglioramento.altervista.org
Innovazionedidattica
Programmazionepercompetenze
Curricolo
Analisidiclima
Riesamedeiprocessi
Qualità
Singole scuole
Come si imposta l’Azione1?
Azione1
Preveniree
monitorare
l’insuccessoscolastico
A. - Diagnosi
B. - Monitoraggio dei dati di input degli alunni
C. - Valutazione in ingresso e in uscita
Come si scompongono i punti A – B – C?
• Come monitorare i dati di input?
• Riesame dei risulati delle prove INVALSI?
• Chi ha visto/analizzato come sono fatte per capire se è possibile
riprodurle o riutilizzarle?
• Quale senso attribuire alla Valutazione?
• La Valutazione come pretesto per migliorare i processi (di
insegnamento; di gestione della classe; di rendicontazione sociale; …)
Piattaforma
online
Azione3
Lacultura
dell’autovalutazionee
dellavalutazione
esterna
Azione2
Innovazionedidattica
eformazionein
servizio
Coordinamento
generale
Monitoraggio
e Riesame finale
Sviluppo e monitoraggio
www.miglioramento.altervista.org
Innovazionedidattica
Programmazionepercompetenze
Curricolo
Analisidiclima
Riesamedeiprocessi
Qualità
Singole scuole
Come si imposta l’Azione1?
Azione1
Preveniree
monitorare
l’insuccessoscolastico
A. - Diagnosi
B. - Monitoraggio dei dati di input degli alunni
C. - Valutazione in ingresso e in uscita
Focus su
• Strumenti di lavoro
• Progettazione del Miglioramento/Progettazione
didattica
• Deming della pianificazione didattica
• Funzione della valutazione
• Tipologie di prove di verifica
• Le Prove strutturate
• Progettare per competenze
Interconnessioni
Miglioramento
Approccio Sviluppo Verifica e Riesame
• Tradurre
l’autovalutazione
effettuata nel RAV
in uno scenario
operativo.
• Descrivere il
contesto in cui si
sviluppa un’azione
di miglioramento.
• Collegare e
coniugare le istanze
dell’organizzazione
con quelle della
didattica.
• Predisposizione di
commissioni/Gruppi di lavoro?
• Lavoro per Dipartimenti?
• Sviluppo a livello di Consigli di
Classe?
• Sviluppo delle azioni per classi
parallele?
• Coinvolgimento delle sole
Funzioni strumentali?
• Quale coordinamento per il
Referente?
• Coinvolgimento del personale
di Segreteria e DSGA?
• Tempi: Diagramma di Gantt
• Formazione in
servizio
• Costruzione di
strumenti per
operare
Obiettivi di
efficacia
In termini di
risultati di
performances
Come li
misuro/verifico
Il miglioramento
deve essere
misurabile.
Check List di
controllo
Cruscotto
statistico
Matrici di impatto
Questionari di
soddisfazione
Come si effettua il
riesame?
Traduzione
qualitativa di
dati/risposte
quantitative
(Report)
Autoanalisi Strumenti e metodologie Le Azioni Obiettivi Risultati
• Le finalità: una
rappresentazione
dei paradigmi
educativi e degli
orizzonti di senso.
• Autobiografia
professionale
• Storytelling di
quello che mi
piacerebbe fare
ma che … “ah, il
programma!”
• Lavoro di individuale/di
gruppo
• Produzione di materiali digitali
• Ricerche guidate
• Blog
• Simulazioni/Problem solving
• Didattica laboratoriale
• Debate/argomentazione
• Tempi e spazi dell’attività
(compresenza; Laboratorio;
uscite didattiche)
Come sviluppo le Unità
di apprendimento.
 Quali contenuti
intendo sviluppare.
 Una co-costruzione
degli apprendimenti
 Lezione frontale +
materiali on line
 Lezione partecipata +
consegne a piccoli
gruppi
 Lezione narrativa
 Interventi di peer
education da parte
degli alunni
Obiettivi
disciplinari
Obiettivi
interdisciplinari
• Abilità e
Conoscenze
• Competenze
• Competenze
chiave e di
cittadinanza
In termini di
risultati di
apprendimento
Come li
misuro/verifico
L’apprendimento
può essere
misurabile?
Prove strutturate
• Prove di verifica
• Valutazione per
competenze
• Rubrica di
competenze
Programmazione didattica 14
•Preparare
•Applicare
•Verificare l'applicazione
•Verificare i risultati delle
azioni
•Confrontare i risultati
con gli obiettivi
•Identificare il problema e
pianificare
•Osservare ed analizzare
•Isolare le cause
•Definire le azioni
correttive
•Messa a regime del
cambiamento
•Revisione e riesame
•Preparazione di un nuovo
Piano di Miglioramento ACT
Azione
PLAN
Piano
DO
Esecuzione
CHECK
Controllo
Pianificazione della Didattica
DEMING
15
 Gli indicatori sono strumenti in grado di misurare
l’andamento di un fenomeno che si ritiene rappresentativo
per l’analisi e sono utilizzati per monitorare o valutare il
grado di successo, oppure l’adeguatezza delle attività
implementate.
Un indicatore è una misura sintetica, in genere
espressa in forma quantitativa, coincidente con una
variabile o composta da più variabili, in grado di
riassumere l'andamento del fenomeno cui è riferito.
Gli Indicatori del Piano di Miglioramento
Cosa sono gli Indicatori
16
 Validità - devono misurare effettivamente ciò che si intende misurare
 Controllabilità - devono riguardare aspetti che sono sotto l’effettivo
controllo di chi governa la politica in questione
 Comprensibilità - devono essere comprensibili a coloro che devono
utilizzarli
 Unicità - ogni indicatore deve rilevare un aspetto che nessun altro
indicatore rileva
 Tempestività - le informazioni necessarie devono essere disponibili
in tempo utile
 Comparabilità - deve essere possibile una comparazione nel tempo
(over time) e/o nello spazio (cross section)
 Economicità - i benefici derivanti dall’indicatore devono essere
superiori al costo della rilevazione
17
Gli Indicatori del Piano di Miglioramento
Requisiti degli Indicatori
Che cosa significa valutare
 La valutazione non più come strumento di verifica
fiscale degli apprendimenti.
 Ma come strumento di regolazione e di costruzione
delle decisioni
 Monitorare gli apprendimenti
 Costruire sistemi di rilevazione della qualità dell’istruzione
18
La docimologia
 Si può avere solo una scarsa fiducia nei risultati degli esami
 Non si sa bene quale corrispondenza vi sia tra le caratteristiche delle prove e gli intenti
della verifica
 L’incidenza del caso nel determinare i risultati è eccessiva
Quando tra i
«correttori» esiste uno
scarto medio molto
elevato
(ne consegue che si può essere
respinti a giudizio di un
esaminatore e promossi a
giudizio di un altro)
Quando manca
uniformità nei criteri
di giudizio
(ne deriva che esaminatori
diversi apprezzano aspetti
differenti delle prove)
Quando ci sono
differenze nella
distribuzione dei
punteggi
(gli insegnanti interpretano i voti
in modo soggettivo: c’è chi
ricorre ad una gamma
abbastanza ampia di punti e chi
ne usa pochi; chi tende a
spostare la valutazione verso
l’alto e chi verso il basso)
19
La funzione della valutazione
 Non solo verifica dei requisiti cognitivi e affettivo-
motivazionali al fine di attivare processi di recupero e
consolidamento
 Non solo verifica e controllo dell’apprendimento per mostrare
le difficoltà incontrate dagli alunni al fine di migliorare la
proposta didattica
 Ma anche e soprattutto individuazione dei punti forti di
ognuno sui quali operare per promuovere il successo
scolastico (discriminazione positiva e valutazione pro-attiva)
20
La funzione della valutazione
 Valutare secondo una funzione selettiva o
secondo una funzione formativa?
 Esiste un criterio generale?
21
La funzione della valutazione
 Numero limitato di prove di valutazione
 Utilizzo di tipologie tradizionali
• Esempi: Interrogazioni orali alla cattedra + Compiti scritti
 Bassa frequenza di verifiche
• Esempio: Lunghi periodi di spiegazione seguiti da una fase intensiva
di verifiche scritte e orali
 Sono un indizio di una funzione selettiva della Valutazione
 Producono sulla classe un effetto selettivo
22
La valutazione e le emozioni
 La componente emotiva del docente può influenzare il
giudizio di valutazione. Come?
 Effetto alone: è una alterazione del giudizio da parte
dell’insegnante sulla base di valutazioni precedenti. L’effetto
alone induce ad attribuire allo studente sempre lo stesso
giudizio.
 Effetto di stereotipia: quando l’insegnante si fa un’idea
dello studente
23
La valutazione e le emozioni
 Effetto di contrasto: consiste nel sovrastimare o
sottostimare una prova in base a certi standard (la
calligrafia, un’esposizione chiara e brillante, prove
precedenti)
 Effetto Pigmalione: si verifica quando un docente influenza
un collega attraverso un giudizio, positivo o negativo, su un
allievo
24
Approccio qualitativo
 L’approccio qualitativo è una modalità di valutazione che
sta guadagnando spazi via via più ampi.
 Consiste in una dinamica del colloquio, dell’ascolto,
dell’autovalutazione, della valutazione tra pari e di gruppo.
• Alcune modalità: la dimensione autobiografica, la narrazione di
sé, l’ascolto interiore, l’uso del diario personale.
 L’approccio qualitativo è fondamentale nella
valutazione delle competenze.
• Es. nelle Rubriche di Valutazione per competenze è presente
l’autovalutazione.
«Cosa ritieni di avere imparato in questo modulo didattico?»
«Come pensi si possa riutilizzare l’esperienza che abbiamo fatto in
un altro contesto?»
25
Verifica e valutazione
 Con il termine verifica si denota l’insieme delle operazioni
di rilevazione e di misurazione dell’apprendimento
promosso intenzionalmente, ovvero insegnato, oppure delle
conoscenze, abilità e competenze comunque possedute.
26
Caratteristiche della Valutazione
 Come assumere decisioni che abbiano alta probabilità di
successo?
 Utilizzando strumenti di rilevazione e misurazione dei
dati validi e attendibili.
“Per ogni funzione e/o obiettivo specifico della
valutazione va impiegato uno strumento di verifica
omologo e congruente con quella funzione e/o con
quell’obiettivo”.
Gaetano Domenici
27
Caratteristiche della Valutazione
 Validità
Uno strumento di misura è valido quando gli esiti delle
rilevazioni, che con esso si registrano, risultano congruenti
con gli scopi che con esso si vogliono perseguire.
 Attendibilità
Una rilevazione è attendibile quando risulta la stessa
chiunque sia il soggetto che la rileva e la stessa quando sia
l’esito di successive rilevazioni fatte dalla stessa persona
28
Caratteristiche della Valutazione
 Validità: è un fattore inerente la prova stessa e ciò che attraverso
di essa si intende valutare
 Attendibilità: una prova è attendibile quando il risultato è
indipendente dal momento della somministrazione e da chi
effettua la correzione
 Rappresentatività: deve applicarsi ad un campione
rappresentativo dell’intera popolazione che voglio rilevare
 Fattibilità: indica l’utilità delle informazioni raccolte dalla prova
di verifica nel reindirizzare il processo formativo.
29
Classificazione delle prove di valutazione
Stimolo aperto
Risposta aperta
 Interrogazioni su argomenti di una certa
ampiezza
 Temi
 Relazioni su esperienze
 Redazioni di articoli e lettere
Stimolo chiuso
Risposta aperta
 Composizioni e saggi brevi
 Attività di ricerca
 Esperienze di laboratorio
 Batteria di domande a risposta aperta
(es. la Terza prova all’Esame di Stato)
Stimolo chiuso
Risposta chiusa
 Esercizi di grammatica
 Esecuzione di calcoli
 Risoluzione di problemi a percorso
obbligato
Stimolo aperto
Risposta chiusa
Chi interroga si risponde e cerca solo una
conferma sul piano affettivo da parte
dell’allievo.
Dal punto di vista della verifica
dell’apprendimento, questa tipologia non
offre alcuna indicazione utile.
Classificazione delle prove di valutazione
Stimolo aperto
Risposta aperta
Lo stimolo consiste nel fornire l’indicazione
di una certa area di problemi su cui
orientarsi.
La risposta chiede che si utilizzi la capacità
di raccogliere e argomentare le conoscenze
Stimolo chiuso
Risposta aperta
Lo stimolo si presenta accuratamente
predisposto in funzione del tipo di
prestazione che si intende sollecitare.
La risposta può essere fornita se l’allievo
riesce a organizzare le proprie conoscenze
e abilità.
Stimolo chiuso
Risposta chiusa
Lo stimolo contiene completamente definito
il modello della risposta.
La risposta corrisponde ad una prestazione
già organizzata.
Quando questo tipo di prove presenta una
particolare organizzazione si parla di prova
strutturata o prova oggettiva.
Stimolo aperto
Risposta chiusa
Lo stimolo è ampio, ma improprio perché
non indirizzato all’allievo. Nelle
interrogazioni il docente sollecita l’allievo ad
esprimere consenso a ciò che dice.
La risposta è impropria perché non
manifesta conoscenze o abilità.
Classificazione delle prove di valutazione
Le prove tradizionali
Stimoli aperti / Risposte aperte
 interpretazione soggettiva e non univoca delle domande e
delle risposte
 impossibilità di predeterminare in modo univoco il
punteggio
 soggettività del giudizio
32
Classificazione delle prove di valutazione
Le prove strutturate
Stimoli chiusi / Risposte chiuse
 predeterminazione del punteggio chiunque sia il correttore
 oggettività del giudizio
 verifica frequente del livello di apprendimento e in breve
tempo
 tendono a mettere in evidenza il c.d. pensiero convergente
o riproduttivo, relativo al sapere meccanico, analogico e
ripetitivo (conoscenza di termini, fatti, regole e principi)
33
Le prove strutturate
 Sono definite "prove strutturate" quegli strumenti di
verifica di conoscenze, abilità e competenze, costituite da
una serie di stimoli (domande) chiusi, ciascuno dei quali è
corredato da due o più risposte chiuse.
 La preparazione di una prova strutturata richiede
l'elaborazione di un certo numero di domande (o "quesiti"
o "item") che rimandano ad alcune predeterminate
alternative di risposte, fra le quali una (talvolta più di una) è
esatta e le altre sono "errate" (in relazione all’oggetto del
quesito).
34
34
Le prove strutturate
 Una prova strutturata è formata da item o quesiti (con
stimoli e risposte chiusi). Il termine “domanda” non è del
tutto pertinente poiché è solo una parte dell’item.
 L’item è composto
• dallo stem (lo stimolo, in genere formulato come una domanda,
ma anche come un’affermazione, o come una frase sospesa da
continuare)
• dalle risposte alternative su cui si effettua la scelta dello
studente.
 La risposta esatta costituisce la chiave di risoluzione
dell’item, mentre le risposte "errate", note con il termine di
distrattori, hanno la funzione di disturbo.
35
35
Le prove strutturate
 Definire gli obiettivi di apprendimento (le prove
strutturate verificano sempre una unità didattica specifica)
 Sollecitare prestazioni attendibili evitando l’ambiguità
della risposta
 Predisporre le prove in modo da coinvolgere direttamente
gli obiettivi di apprendimento
36
36
Le prove strutturate
Per costruire un item appropriato è necessario:
 che la domanda tenda ad accertare se è stato raggiunto
l’obiettivo, e solo quello, oggetto di verifica;
 che la domanda sia formulata in maniera univoca e, quindi,
si presti ad una sola interpretazione;
 che i distrattori siano plausibili cosicché la risposta fornita
dallo studente rappresenti il risultato di un articolato
processo di discriminazione fra le alternative offerte.
37
37
Le prove strutturate
 Per elaborare una prova strutturata sono indispensabili
preliminarmente:
• l’attenta analisi comparata del contributo di ciascuna disciplina al
raggiungimento delle competenze e capacità individuate dal
profilo formativo in uscita;
• l’analisi degli obiettivi didattici di ciascuna disciplina;
• l’individuazione dei blocchi tematici portanti di ciascuna
disciplina;
• la definizione dei descrittori (la prestazione ipotizzata in
rapporto ad obiettivi e contenuti oggetto della prestazione);
• l’individuazione dei livelli di apprendimento verificabili
(tassonomizzazione degli obiettivi).
38
38
a cura di Carlo Mariani – Ricercatore INDIRE
c.mariani@indire.it
La valutazione e le prove di verifica.
Progettare per competenze
Pisa - 29 gennaio 2016
Progettare per competenze
M. Baldacci, Curricolo e competenze, Milano, Mondadori Università,
2010.
L. Guasti, Didattica per competenze. Orientamenti e indicazioni pratiche,
Trento, Erickson, 2012.
M. Castoldi, Curricolo per competenze: percorsi e strumenti, Roma,
Carocci, 2013.
M.C. Bottazzi, G. Braga, G. Ricaldi, Progettazione didattica e valutazione
per competenze. Modelli e indicazioni per gli istituti tecnici e
professionali, Trento, Erickson, 2013.
Qualche indicazione bibliografica
40
Progettare per competenze
L’Unione Europea ha definito delle competenze chiave in grado
di formalizzare le necessità di ogni soggetto, individuate in
riferimento a otto ambiti:
• Comunicazione nella madrelingua
• Comunicazione nelle lingue straniere
• Competenza matematica e competenze di base in scienza e
tecnologia
• Competenza digitale
• Imparare a imparare
• Competenze sociali e civiche
• Spirito di iniziativa e imprenditorialità
• Consapevolezza ed espressione culturale.
(Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa a competenze chiave
per l’apprendimento permanente, 2006)
Le 8 competenze chiave dell’Unione Europea
41
I saperi
Saper
essere e
saper fare
In Italia il decreto ministeriale n. 139 del 22 agosto 2007, stabilisce
otto competenze chiave di cittadinanza che ogni cittadino
dovrebbe possedere dopo aver assolto l’obbligo d’istruzione (16
anni):
 Imparare a imparare
 Progettare
 Comunicare
 Collaborare e partecipare
 Agire in modo autonomo e responsabile
 Risolvere problemi
 Individuare collegamenti e relazioni
 Acquisire e interpretare l’informazione
Progettare per competenze
Le 8 competenze chiave nella normativa scolastica in Italia
42
Progettare per competenze
Secondo il regolamento sul nuovo obbligo di
istruzione (22 agosto 2007), i giovani possono
acquisire le competenze chiave di cittadinanza
attraverso le conoscenze e le abilità delle
competenze di base, riconducibili a quattro
diversi assi culturali:
 Asse dei linguaggi
 Asse matematico
 Asse scientifico-tecnologico
 Asse storico-sociale
Ad ogni asse corrispondono
determinate competenze ed obiettivi.
Competenze e Assi culturali
43
 Il nuovo obbligo di istruzione
Progettare per competenze
Gli assi culturali costituiscono il “tessuto” per la costruzione di
percorsi di apprendimento orientati all’acquisizione delle
competenze chiave che preparino i giovani alla vita adulta e
che costituiscano la base per consolidare e accrescere saperi e
competenze in un processo di apprendimento permanente,
anche ai fini della futura vita lavorativa.
 Sono pensati come direzioni aperte dei saperi e come
contenitori interdisciplinari.
Cosa sono gli «Assi culturali»?
44
Progettare per competenze
Comprovata capacità di utilizzare conoscenze,
abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche,
in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo
professionale e personale. Nel contesto del Quadro
Europeo delle Qualifiche le competenze sono descritte in
termini di responsabilità e autonomia.
Fonte: Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008 sulla
costituzione del Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente (2008/C
111/01).
Esiste una definizione condivisa del concetto di competenza?
45
Progettare per competenze
 Conoscenze: indicano il risultato dell’assimilazione di
informazioni attraverso l’apprendimento. Le conoscenze sono
l’insieme di fatti, principi, teorie e pratiche, relative a un settore
di studio o di lavoro; le conoscenze sono descritte come
teoriche e/o pratiche.
 Abilità: indicano le capacità di applicare conoscenze e di usare
know-how per portare a termine compiti e risolvere problemi;
le abilità sono descritte come cognitive (uso del pensiero logico,
intuitivo e creativo) e pratiche (che implicano l’abilità manuale
e l’uso di metodi, materiali, strumenti).
Fonte: Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 7 settembre 2006
Il pregresso: conoscenze e abilità
Progettare per competenze
 La prima vera teorizzazione sul tema delle
competenze si deve a David McClelland
(1917-1998), all’inizio degli anni Settanta,
negli Stati Uniti, nell’ambito della psicologia
delle organizzazioni.
 Nel 1973 McClelland introdusse questo
costrutto per la selezione del personale, da
attuarsi mediante una valutazione delle
competenze dei candidati piuttosto che
attraverso i consueti test di intelligenza.
Fonte: D. McClelland, Testing for «Competence» Rather Than for
«Intelligence», in «American Psychologist», January 1973.
Dove nasce il concetto di competenza?
47
Progettare per competenze
 Trasformazioni dei sistemi di organizzazione della produzione e
del lavoro, soprattutto quello industriale, che hanno modificato il
modo di definire e concettualizzare l’attività lavorativa.
 Trasformazioni dei sistemi formativi, con percorsi di
apprendimento sempre più discontinui e flessibili, con l’esigenza di
integrare esperienze eterogenee, formali, non formali e informali.
 Trasformazioni del mercato del lavoro, con soggetti che sempre
più si trovano a sperimentare carriere lavorative flessibili e
discontinue.
In quale contesto si afferma …
Necessità di raccordare formazione e lavoro
48
Progettare per competenze
Di cosa avranno bisogno i nostri giovani nel XXI secolo?
Di saperi, senza dubbio. Ma di saperi viventi, da mobilitare
nella vita lavorativa e al di fuori del lavoro[…] L’idea di
competenza afferma la preoccupazione di fare dei saperi
scolastici strumenti per pensare ed agire.
P. Perrenoud, Costruire competenze a partire dalla scuola, Anicia, 2010
Ripensare la progettazione degli interventi formativi
In che modo le competenze modificano la progettazione didattica?
49
Progettare per competenze
Ripensare:
 gli ambienti di apprendimento;  lo spazio/tempo
 la struttura e l’articolazione dei contenuti;  i saperi
 l’organizzazione delle attività;  le procedure
 la scelta delle priorità;  la programmazione curricolare
 la produzione dei materiali;  i libri di testo
 la verifica dei risultati;  la valutazione
 l'analisi degli effetti a medio e lungo termine.  il follow up
Ripensare la progettazione didattica. In che modo?
50
Progettare per competenze
 Lo sviluppo delle competenze dipende in gran parte dalla
progettazione di un ambiente di apprendimento
appropriato che mette al centro l’alunno e non i programmi
da realizzare.
 La prospettiva veicolata dalle competenze tende a superare i
confini dei saperi disciplinari, che vengono ricondotti al
ruolo di strumenti per la formazione del soggetto.
 la scuola secondaria tende di solito a considerare le
discipline come ambiti circoscritti.
Ripensare la progettazione didattica. In che modo?
51
Progettare per competenze
Programma
 Contenuti disciplinari.
 Informazioni da ritenere e
riprodurre (sapere
statico).
 Prospettiva (dal punto di
vista dell’alunno) centrata
sulla ricezione,
sull’esecutività, sulla
ripetizione e sulla
restituzione.
Curricolo
 Concetti e processi.
 Informazioni/saperi come
risultato di un’azione di ricerca,
di costruzione, di
problematizzazione (sapere
dinamico).
 Prospettiva (dal punto di vista
dell’alunno) centrata
sull’attività, sulla produzione,
sulla costruzione, sulla
cooperazione.
Dal programma al curricolo
52
Progettare per competenze
Al costrutto di competenza sono legati due aspetti:
 Uno esterno, cioè la prestazione adeguata (la
performance).
 Uno interno, cioè la padronanza dei processi mentali
correlati (le operazioni cognitive complesse).
 Ora, impostare la formazione in termini di obiettivi di
prestazione riduce il curricolo ad una serie di tante
singole performances.
Esiste una soluzione
53
Differenza tra competenza e prestazione
Progettare per competenze
 La caratteristica della competenza consiste nella
produttività. Chi possiede competenze è in grado di
produrre una molteplicità di prestazioni imprevedibili
all’interno di un certo tipo di attività.
 Ad esempio: La competenza linguistica consente di produrre un
numero infinito di frasi, non un solo specifico enunciato.
 In secondo luogo la competenza implica un sapere e un
saper fare, cioè una conoscenza dichiarativa (sapere che
cosa) e una conoscenza procedurale (sapere come).
 La conoscenza dichiarativa costituisce una delle maggiori
preoccupazioni didattiche degli insegnanti.
54
In che cosa consiste la competenza?
Progettare per competenze
 In terzo luogo, la competenza implica la cognizione e la
metacognizione.
 Sono elementi riflessivi e metariflessivi che indicano la
consapevolezza di quello che si sta facendo.
 Si verificano, per esempio, attraverso una descrizione e una
spiegazione di ciò che si sta facendo e perché.
55
In che cosa consiste la competenza?
Progettare per competenze
Linee Guida Istituti Tecnici - Italiano primo biennio
56
Le competenze nei documenti ministeriali
Progettare per competenze
57Linee Guida Istituti Tecnici - Matematica primo biennio
Le competenze nei documenti ministeriali
Grazie per la vostra attenzione
Carlo Mariani
c.mariani@indire.it

Weitere ähnliche Inhalte

Was ist angesagt?

La progettazione della_formazione
La progettazione della_formazioneLa progettazione della_formazione
La progettazione della_formazioneimartini
 
Monitoraggio Riforma
Monitoraggio RiformaMonitoraggio Riforma
Monitoraggio RiformaCarlo Mariani
 
Progettare per competenze
Progettare per competenzeProgettare per competenze
Progettare per competenzeCarlo Mariani
 
Ambienti apprendimento
Ambienti apprendimento Ambienti apprendimento
Ambienti apprendimento imartini
 
Fare didattica per le competenze, dalla teoria alla pratica per una didattica...
Fare didattica per le competenze, dalla teoria alla pratica per una didattica...Fare didattica per le competenze, dalla teoria alla pratica per una didattica...
Fare didattica per le competenze, dalla teoria alla pratica per una didattica...miriam divendra
 
Formare con Metodo
Formare con MetodoFormare con Metodo
Formare con Metodoinformistica
 
Progettare la formazione aif regione
Progettare la formazione aif regioneProgettare la formazione aif regione
Progettare la formazione aif regioneAIF Piemonte
 
Prove autentiche per valutare competenze
Prove autentiche per valutare competenzeProve autentiche per valutare competenze
Prove autentiche per valutare competenzeFlavia Giannoli
 
La progettazione didattica
La progettazione didatticaLa progettazione didattica
La progettazione didatticaMaruzells zells
 
Modelli di progettazione didattica a confronto
Modelli di progettazione didattica a confrontoModelli di progettazione didattica a confronto
Modelli di progettazione didattica a confrontoAmos Carri
 
Slide 18 gennaio 2016
Slide 18 gennaio 2016Slide 18 gennaio 2016
Slide 18 gennaio 2016icfalcone
 
Pedagogia Sistemica per Docenti
Pedagogia Sistemica per DocentiPedagogia Sistemica per Docenti
Pedagogia Sistemica per DocentiMauro Spinarelli
 
Valutazione delle competenze (2)
Valutazione delle competenze (2)Valutazione delle competenze (2)
Valutazione delle competenze (2)imartini
 
Didattica delle competenze
Didattica delle competenzeDidattica delle competenze
Didattica delle competenzefidaeliguria
 

Was ist angesagt? (20)

La progettazione della_formazione
La progettazione della_formazioneLa progettazione della_formazione
La progettazione della_formazione
 
Monitoraggio Riforma
Monitoraggio RiformaMonitoraggio Riforma
Monitoraggio Riforma
 
Progettare per competenze
Progettare per competenzeProgettare per competenze
Progettare per competenze
 
La valutazione
La valutazioneLa valutazione
La valutazione
 
Ambienti apprendimento
Ambienti apprendimento Ambienti apprendimento
Ambienti apprendimento
 
Fare didattica per le competenze, dalla teoria alla pratica per una didattica...
Fare didattica per le competenze, dalla teoria alla pratica per una didattica...Fare didattica per le competenze, dalla teoria alla pratica per una didattica...
Fare didattica per le competenze, dalla teoria alla pratica per una didattica...
 
Formare con Metodo
Formare con MetodoFormare con Metodo
Formare con Metodo
 
Progettare la formazione aif regione
Progettare la formazione aif regioneProgettare la formazione aif regione
Progettare la formazione aif regione
 
Prove autentiche per valutare competenze
Prove autentiche per valutare competenzeProve autentiche per valutare competenze
Prove autentiche per valutare competenze
 
Formazione e nuove tecnologie. scenari, problemi e nuove competenze calvani-l...
Formazione e nuove tecnologie. scenari, problemi e nuove competenze calvani-l...Formazione e nuove tecnologie. scenari, problemi e nuove competenze calvani-l...
Formazione e nuove tecnologie. scenari, problemi e nuove competenze calvani-l...
 
La progettazione didattica
La progettazione didatticaLa progettazione didattica
La progettazione didattica
 
Sob
Sob Sob
Sob
 
Castoldi
CastoldiCastoldi
Castoldi
 
Modelli di progettazione didattica a confronto
Modelli di progettazione didattica a confrontoModelli di progettazione didattica a confronto
Modelli di progettazione didattica a confronto
 
Stili di apprendimento
Stili di apprendimentoStili di apprendimento
Stili di apprendimento
 
Slide 18 gennaio 2016
Slide 18 gennaio 2016Slide 18 gennaio 2016
Slide 18 gennaio 2016
 
Pedagogia Sistemica per Docenti
Pedagogia Sistemica per DocentiPedagogia Sistemica per Docenti
Pedagogia Sistemica per Docenti
 
Valutazione delle competenze (2)
Valutazione delle competenze (2)Valutazione delle competenze (2)
Valutazione delle competenze (2)
 
Didattica delle competenze
Didattica delle competenzeDidattica delle competenze
Didattica delle competenze
 
Compito di prestazione
Compito di prestazioneCompito di prestazione
Compito di prestazione
 

Andere mochten auch

Teatro antico
Teatro anticoTeatro antico
Teatro anticopaolina70
 
Lezione 1 presentazione corso de franceschi
Lezione 1   presentazione corso de franceschiLezione 1   presentazione corso de franceschi
Lezione 1 presentazione corso de franceschidoncarletto
 
Lezione 2 corso de franceschi
Lezione 2   corso de franceschiLezione 2   corso de franceschi
Lezione 2 corso de franceschidoncarletto
 
Andreuccio napoli
Andreuccio napoliAndreuccio napoli
Andreuccio napolidoncarletto
 
Metodologia delle didattiche innovative
Metodologia delle didattiche innovativeMetodologia delle didattiche innovative
Metodologia delle didattiche innovativedoncarletto
 
Il caso del ragazzo selvaggio dell'Aveyron
Il caso del ragazzo selvaggio dell'AveyronIl caso del ragazzo selvaggio dell'Aveyron
Il caso del ragazzo selvaggio dell'Aveyrondoncarletto
 
Mappa concettuale
Mappa concettualeMappa concettuale
Mappa concettualedoncarletto
 
Carlo Goldoni - teatro
Carlo Goldoni - teatroCarlo Goldoni - teatro
Carlo Goldoni - teatrofms
 
Alessandro Manzoni
Alessandro ManzoniAlessandro Manzoni
Alessandro Manzonidoncarletto
 
Il Teatro Greco
Il Teatro GrecoIl Teatro Greco
Il Teatro Grecosilvia2b
 
Il Bello di Mirò
Il Bello di MiròIl Bello di Mirò
Il Bello di Miròdoncarletto
 
Il mondo di Mirò
Il mondo di MiròIl mondo di Mirò
Il mondo di Miròdoncarletto
 

Andere mochten auch (20)

Teatro antico
Teatro anticoTeatro antico
Teatro antico
 
Lezione 1 presentazione corso de franceschi
Lezione 1   presentazione corso de franceschiLezione 1   presentazione corso de franceschi
Lezione 1 presentazione corso de franceschi
 
Lezione 2 corso de franceschi
Lezione 2   corso de franceschiLezione 2   corso de franceschi
Lezione 2 corso de franceschi
 
Anatomia
AnatomiaAnatomia
Anatomia
 
Il teatro greco
Il teatro grecoIl teatro greco
Il teatro greco
 
Andreuccio napoli
Andreuccio napoliAndreuccio napoli
Andreuccio napoli
 
Metodologia delle didattiche innovative
Metodologia delle didattiche innovativeMetodologia delle didattiche innovative
Metodologia delle didattiche innovative
 
Il caso del ragazzo selvaggio dell'Aveyron
Il caso del ragazzo selvaggio dell'AveyronIl caso del ragazzo selvaggio dell'Aveyron
Il caso del ragazzo selvaggio dell'Aveyron
 
Stilnuovo
StilnuovoStilnuovo
Stilnuovo
 
Mappa concettuale
Mappa concettualeMappa concettuale
Mappa concettuale
 
Tragedia
TragediaTragedia
Tragedia
 
Teatro greco
Teatro grecoTeatro greco
Teatro greco
 
La fiaba
La fiabaLa fiaba
La fiaba
 
Carlo Goldoni - teatro
Carlo Goldoni - teatroCarlo Goldoni - teatro
Carlo Goldoni - teatro
 
Goldoni Sintesi
Goldoni SintesiGoldoni Sintesi
Goldoni Sintesi
 
Alessandro Manzoni
Alessandro ManzoniAlessandro Manzoni
Alessandro Manzoni
 
Il Teatro Greco
Il Teatro GrecoIl Teatro Greco
Il Teatro Greco
 
Il Bello di Mirò
Il Bello di MiròIl Bello di Mirò
Il Bello di Mirò
 
Il mondo di Mirò
Il mondo di MiròIl mondo di Mirò
Il mondo di Mirò
 
Dante alighieri
Dante alighieriDante alighieri
Dante alighieri
 

Ähnlich wie Materiali 2

Piano di miglioramento IPCSSTC EUROPA
Piano di miglioramento IPCSSTC EUROPAPiano di miglioramento IPCSSTC EUROPA
Piano di miglioramento IPCSSTC EUROPAPORTALE PAQ
 
Piano di miglioramento Istituto Europa
Piano di miglioramento Istituto EuropaPiano di miglioramento Istituto Europa
Piano di miglioramento Istituto EuropaSeppo.io
 
Piano di miglioramento Istituto EUROPA
Piano di miglioramento Istituto EUROPAPiano di miglioramento Istituto EUROPA
Piano di miglioramento Istituto EUROPASeppo.io
 
Piano di miglioramento ipcsstc europa pomigliano d'arco
Piano di miglioramento ipcsstc europa pomigliano d'arcoPiano di miglioramento ipcsstc europa pomigliano d'arco
Piano di miglioramento ipcsstc europa pomigliano d'arcoguest0829bc
 
Piano di miglioramento ipcsstc europa pomigliano d'arco
Piano di miglioramento ipcsstc europa pomigliano d'arcoPiano di miglioramento ipcsstc europa pomigliano d'arco
Piano di miglioramento ipcsstc europa pomigliano d'arcoguest0829bc
 
Piano di miglioramento ipcsstc europa pomigliano d'arco
Piano di miglioramento ipcsstc europa pomigliano d'arcoPiano di miglioramento ipcsstc europa pomigliano d'arco
Piano di miglioramento ipcsstc europa pomigliano d'arcoguest0829bc
 
Presentazione Percorso di Autovalutazione - Collegio Docenti "IC Robecchi" 05...
Presentazione Percorso di Autovalutazione - Collegio Docenti "IC Robecchi" 05...Presentazione Percorso di Autovalutazione - Collegio Docenti "IC Robecchi" 05...
Presentazione Percorso di Autovalutazione - Collegio Docenti "IC Robecchi" 05...robecchi
 
Misurazione Analisi E Miglioramento
Misurazione Analisi E MiglioramentoMisurazione Analisi E Miglioramento
Misurazione Analisi E MiglioramentoAlfonso Micuccio
 
Valutazione didattica e Valutazione di sistema - Autovalutazione e Migliorame...
Valutazione didattica e Valutazione di sistema - Autovalutazione e Migliorame...Valutazione didattica e Valutazione di sistema - Autovalutazione e Migliorame...
Valutazione didattica e Valutazione di sistema - Autovalutazione e Migliorame...grazialopresti
 
Sebastiano pulvirenti, faro febbraio:marzo 2015
Sebastiano pulvirenti, faro febbraio:marzo 2015Sebastiano pulvirenti, faro febbraio:marzo 2015
Sebastiano pulvirenti, faro febbraio:marzo 2015sepulvi
 
Un passo avanti: la scuola per tutti
Un passo avanti: la scuola per tuttiUn passo avanti: la scuola per tutti
Un passo avanti: la scuola per tuttiPORTALE PAQ
 
Formazione dei formatori project work
Formazione dei  formatori project workFormazione dei  formatori project work
Formazione dei formatori project workLucia Giammario
 
Sebastiano Pulvirenti, La rete F.A:R.O. e il Sistema Nazionale di Valutazione...
Sebastiano Pulvirenti, La rete F.A:R.O. e il Sistema Nazionale di Valutazione...Sebastiano Pulvirenti, La rete F.A:R.O. e il Sistema Nazionale di Valutazione...
Sebastiano Pulvirenti, La rete F.A:R.O. e il Sistema Nazionale di Valutazione...sepulvi
 

Ähnlich wie Materiali 2 (20)

Piano di miglioramento IPCSSTC EUROPA
Piano di miglioramento IPCSSTC EUROPAPiano di miglioramento IPCSSTC EUROPA
Piano di miglioramento IPCSSTC EUROPA
 
Piano di miglioramento Istituto Europa
Piano di miglioramento Istituto EuropaPiano di miglioramento Istituto Europa
Piano di miglioramento Istituto Europa
 
Piano di miglioramento Istituto EUROPA
Piano di miglioramento Istituto EUROPAPiano di miglioramento Istituto EUROPA
Piano di miglioramento Istituto EUROPA
 
Piano di miglioramento ipcsstc europa pomigliano d'arco
Piano di miglioramento ipcsstc europa pomigliano d'arcoPiano di miglioramento ipcsstc europa pomigliano d'arco
Piano di miglioramento ipcsstc europa pomigliano d'arco
 
Piano di miglioramento ipcsstc europa pomigliano d'arco
Piano di miglioramento ipcsstc europa pomigliano d'arcoPiano di miglioramento ipcsstc europa pomigliano d'arco
Piano di miglioramento ipcsstc europa pomigliano d'arco
 
Piano di miglioramento ipcsstc europa pomigliano d'arco
Piano di miglioramento ipcsstc europa pomigliano d'arcoPiano di miglioramento ipcsstc europa pomigliano d'arco
Piano di miglioramento ipcsstc europa pomigliano d'arco
 
Presentazione Percorso di Autovalutazione - Collegio Docenti "IC Robecchi" 05...
Presentazione Percorso di Autovalutazione - Collegio Docenti "IC Robecchi" 05...Presentazione Percorso di Autovalutazione - Collegio Docenti "IC Robecchi" 05...
Presentazione Percorso di Autovalutazione - Collegio Docenti "IC Robecchi" 05...
 
Misurazione Analisi E Miglioramento
Misurazione Analisi E MiglioramentoMisurazione Analisi E Miglioramento
Misurazione Analisi E Miglioramento
 
Progettare il miglioramento: dalla scelta delle priorità alla realizzazione d...
Progettare il miglioramento: dalla scelta delle priorità alla realizzazione d...Progettare il miglioramento: dalla scelta delle priorità alla realizzazione d...
Progettare il miglioramento: dalla scelta delle priorità alla realizzazione d...
 
Valutazione didattica e Valutazione di sistema - Autovalutazione e Migliorame...
Valutazione didattica e Valutazione di sistema - Autovalutazione e Migliorame...Valutazione didattica e Valutazione di sistema - Autovalutazione e Migliorame...
Valutazione didattica e Valutazione di sistema - Autovalutazione e Migliorame...
 
Sebastiano pulvirenti, faro febbraio:marzo 2015
Sebastiano pulvirenti, faro febbraio:marzo 2015Sebastiano pulvirenti, faro febbraio:marzo 2015
Sebastiano pulvirenti, faro febbraio:marzo 2015
 
Un passo avanti: la scuola per tutti
Un passo avanti: la scuola per tuttiUn passo avanti: la scuola per tutti
Un passo avanti: la scuola per tutti
 
Indire per l'innovazione: progetti e ricerche per la qualità del sistema scol...
Indire per l'innovazione: progetti e ricerche per la qualità del sistema scol...Indire per l'innovazione: progetti e ricerche per la qualità del sistema scol...
Indire per l'innovazione: progetti e ricerche per la qualità del sistema scol...
 
Autovalutazione
AutovalutazioneAutovalutazione
Autovalutazione
 
La valutazione e il miglioramento nel PON istruzione 2007-2013
La valutazione e il miglioramento nel PON istruzione 2007-2013La valutazione e il miglioramento nel PON istruzione 2007-2013
La valutazione e il miglioramento nel PON istruzione 2007-2013
 
valutazione 2020
 valutazione 2020 valutazione 2020
valutazione 2020
 
Formazione dei formatori project work
Formazione dei  formatori project workFormazione dei  formatori project work
Formazione dei formatori project work
 
Il miglioramento scolastico nel Sistema Nazionale di Valutazione
Il miglioramento scolastico nel Sistema Nazionale di ValutazioneIl miglioramento scolastico nel Sistema Nazionale di Valutazione
Il miglioramento scolastico nel Sistema Nazionale di Valutazione
 
Sebastiano Pulvirenti, La rete F.A:R.O. e il Sistema Nazionale di Valutazione...
Sebastiano Pulvirenti, La rete F.A:R.O. e il Sistema Nazionale di Valutazione...Sebastiano Pulvirenti, La rete F.A:R.O. e il Sistema Nazionale di Valutazione...
Sebastiano Pulvirenti, La rete F.A:R.O. e il Sistema Nazionale di Valutazione...
 
Presentazione tesi Egle
Presentazione tesi EglePresentazione tesi Egle
Presentazione tesi Egle
 

Mehr von doncarletto

Seminario 2 - Quali competenze?
Seminario 2 - Quali competenze?Seminario 2 - Quali competenze?
Seminario 2 - Quali competenze?doncarletto
 
Liceo pascoli 2020-valutazione
Liceo pascoli 2020-valutazioneLiceo pascoli 2020-valutazione
Liceo pascoli 2020-valutazionedoncarletto
 
Seminari sulla formazione - 2. Quali competenze?
Seminari sulla formazione - 2. Quali competenze?Seminari sulla formazione - 2. Quali competenze?
Seminari sulla formazione - 2. Quali competenze?doncarletto
 
Liceo pascoli 2020-valutazione
Liceo pascoli 2020-valutazioneLiceo pascoli 2020-valutazione
Liceo pascoli 2020-valutazionedoncarletto
 
Il costrutto di competenza
Il costrutto di competenzaIl costrutto di competenza
Il costrutto di competenzadoncarletto
 
Il ragazzo selvaggio dell'Aveyron
Il ragazzo selvaggio dell'AveyronIl ragazzo selvaggio dell'Aveyron
Il ragazzo selvaggio dell'Aveyrondoncarletto
 
Francesco Petrarca - La vita
Francesco Petrarca - La vitaFrancesco Petrarca - La vita
Francesco Petrarca - La vitadoncarletto
 
Teoria degli umori
Teoria degli umoriTeoria degli umori
Teoria degli umoridoncarletto
 
Mappa concettuale
Mappa concettualeMappa concettuale
Mappa concettualedoncarletto
 
Giacomo leopardi
Giacomo leopardiGiacomo leopardi
Giacomo leopardidoncarletto
 
Pierodella francesca.pps
Pierodella francesca.ppsPierodella francesca.pps
Pierodella francesca.ppsdoncarletto
 

Mehr von doncarletto (14)

Seminario 2 - Quali competenze?
Seminario 2 - Quali competenze?Seminario 2 - Quali competenze?
Seminario 2 - Quali competenze?
 
Liceo pascoli 2020-valutazione
Liceo pascoli 2020-valutazioneLiceo pascoli 2020-valutazione
Liceo pascoli 2020-valutazione
 
Seminari sulla formazione - 2. Quali competenze?
Seminari sulla formazione - 2. Quali competenze?Seminari sulla formazione - 2. Quali competenze?
Seminari sulla formazione - 2. Quali competenze?
 
Liceo pascoli 2020-valutazione
Liceo pascoli 2020-valutazioneLiceo pascoli 2020-valutazione
Liceo pascoli 2020-valutazione
 
Il costrutto di competenza
Il costrutto di competenzaIl costrutto di competenza
Il costrutto di competenza
 
Il ragazzo selvaggio dell'Aveyron
Il ragazzo selvaggio dell'AveyronIl ragazzo selvaggio dell'Aveyron
Il ragazzo selvaggio dell'Aveyron
 
Prova
ProvaProva
Prova
 
Francesco Petrarca - La vita
Francesco Petrarca - La vitaFrancesco Petrarca - La vita
Francesco Petrarca - La vita
 
Teoria degli umori
Teoria degli umoriTeoria degli umori
Teoria degli umori
 
Anatomia
AnatomiaAnatomia
Anatomia
 
Mappa concettuale
Mappa concettualeMappa concettuale
Mappa concettuale
 
Giacomo leopardi
Giacomo leopardiGiacomo leopardi
Giacomo leopardi
 
Pierodella francesca.pps
Pierodella francesca.ppsPierodella francesca.pps
Pierodella francesca.pps
 
Friedrich quiz
Friedrich quizFriedrich quiz
Friedrich quiz
 

Kürzlich hochgeladen

TeccarelliLorenzo-PrimadiSteveJobselasuaconcorrenza.pptx
TeccarelliLorenzo-PrimadiSteveJobselasuaconcorrenza.pptxTeccarelliLorenzo-PrimadiSteveJobselasuaconcorrenza.pptx
TeccarelliLorenzo-PrimadiSteveJobselasuaconcorrenza.pptxteccarellilorenzo
 
TeccarelliLorenzo-Mitodella.cavernaa.pdf
TeccarelliLorenzo-Mitodella.cavernaa.pdfTeccarelliLorenzo-Mitodella.cavernaa.pdf
TeccarelliLorenzo-Mitodella.cavernaa.pdfteccarellilorenzo
 
Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.camillaorlando17
 
Adducchio.Samuel-Steve_Jobs.ppppppppppptx
Adducchio.Samuel-Steve_Jobs.ppppppppppptxAdducchio.Samuel-Steve_Jobs.ppppppppppptx
Adducchio.Samuel-Steve_Jobs.ppppppppppptxsasaselvatico
 
TeccarelliLorenzo-i4stilidellapitturaromana.docx
TeccarelliLorenzo-i4stilidellapitturaromana.docxTeccarelliLorenzo-i4stilidellapitturaromana.docx
TeccarelliLorenzo-i4stilidellapitturaromana.docxteccarellilorenzo
 
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptxdescrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptxtecongo2007
 
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptxDescrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptxtecongo2007
 
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptxdiscorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptxtecongo2007
 
Presentazione tre geni della tecnologia informatica
Presentazione tre geni della tecnologia informaticaPresentazione tre geni della tecnologia informatica
Presentazione tre geni della tecnologia informaticanico07fusco
 
Storia-CarloMagno-TeccarelliLorenzo.pptx
Storia-CarloMagno-TeccarelliLorenzo.pptxStoria-CarloMagno-TeccarelliLorenzo.pptx
Storia-CarloMagno-TeccarelliLorenzo.pptxteccarellilorenzo
 
Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................giorgiadeascaniis59
 
Scrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibileScrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibileNicola Rabbi
 
Aristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptxAristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptxtecongo2007
 
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptxScienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptxlorenzodemidio01
 
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....giorgiadeascaniis59
 
LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................giorgiadeascaniis59
 
CHIẾN THẮNG KÌ THI TUYỂN SINH VÀO LỚP 10 THPT MÔN NGỮ VĂN - PHAN THẾ HOÀI (36...
CHIẾN THẮNG KÌ THI TUYỂN SINH VÀO LỚP 10 THPT MÔN NGỮ VĂN - PHAN THẾ HOÀI (36...CHIẾN THẮNG KÌ THI TUYỂN SINH VÀO LỚP 10 THPT MÔN NGỮ VĂN - PHAN THẾ HOÀI (36...
CHIẾN THẮNG KÌ THI TUYỂN SINH VÀO LỚP 10 THPT MÔN NGỮ VĂN - PHAN THẾ HOÀI (36...Nguyen Thanh Tu Collection
 
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opere
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opereUna breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opere
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opereMarco Chizzali
 
Esame di Stato 2024 - Materiale conferenza online 09 aprile 2024
Esame di Stato 2024 - Materiale conferenza online 09 aprile 2024Esame di Stato 2024 - Materiale conferenza online 09 aprile 2024
Esame di Stato 2024 - Materiale conferenza online 09 aprile 2024IISGiovanniVallePado
 
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptxProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptxlorenzodemidio01
 

Kürzlich hochgeladen (20)

TeccarelliLorenzo-PrimadiSteveJobselasuaconcorrenza.pptx
TeccarelliLorenzo-PrimadiSteveJobselasuaconcorrenza.pptxTeccarelliLorenzo-PrimadiSteveJobselasuaconcorrenza.pptx
TeccarelliLorenzo-PrimadiSteveJobselasuaconcorrenza.pptx
 
TeccarelliLorenzo-Mitodella.cavernaa.pdf
TeccarelliLorenzo-Mitodella.cavernaa.pdfTeccarelliLorenzo-Mitodella.cavernaa.pdf
TeccarelliLorenzo-Mitodella.cavernaa.pdf
 
Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.
 
Adducchio.Samuel-Steve_Jobs.ppppppppppptx
Adducchio.Samuel-Steve_Jobs.ppppppppppptxAdducchio.Samuel-Steve_Jobs.ppppppppppptx
Adducchio.Samuel-Steve_Jobs.ppppppppppptx
 
TeccarelliLorenzo-i4stilidellapitturaromana.docx
TeccarelliLorenzo-i4stilidellapitturaromana.docxTeccarelliLorenzo-i4stilidellapitturaromana.docx
TeccarelliLorenzo-i4stilidellapitturaromana.docx
 
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptxdescrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
 
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptxDescrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
 
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptxdiscorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
 
Presentazione tre geni della tecnologia informatica
Presentazione tre geni della tecnologia informaticaPresentazione tre geni della tecnologia informatica
Presentazione tre geni della tecnologia informatica
 
Storia-CarloMagno-TeccarelliLorenzo.pptx
Storia-CarloMagno-TeccarelliLorenzo.pptxStoria-CarloMagno-TeccarelliLorenzo.pptx
Storia-CarloMagno-TeccarelliLorenzo.pptx
 
Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................
 
Scrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibileScrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibile
 
Aristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptxAristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptx
 
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptxScienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
 
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
 
LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................
 
CHIẾN THẮNG KÌ THI TUYỂN SINH VÀO LỚP 10 THPT MÔN NGỮ VĂN - PHAN THẾ HOÀI (36...
CHIẾN THẮNG KÌ THI TUYỂN SINH VÀO LỚP 10 THPT MÔN NGỮ VĂN - PHAN THẾ HOÀI (36...CHIẾN THẮNG KÌ THI TUYỂN SINH VÀO LỚP 10 THPT MÔN NGỮ VĂN - PHAN THẾ HOÀI (36...
CHIẾN THẮNG KÌ THI TUYỂN SINH VÀO LỚP 10 THPT MÔN NGỮ VĂN - PHAN THẾ HOÀI (36...
 
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opere
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opereUna breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opere
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opere
 
Esame di Stato 2024 - Materiale conferenza online 09 aprile 2024
Esame di Stato 2024 - Materiale conferenza online 09 aprile 2024Esame di Stato 2024 - Materiale conferenza online 09 aprile 2024
Esame di Stato 2024 - Materiale conferenza online 09 aprile 2024
 
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptxProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
 

Materiali 2

  • 1. a cura di Carlo Mariani – Ricercatore INDIRE c.mariani@indire.it La valutazione e le prove di verifica. Strumenti di lavoro e di riflessione Pisa - 29 gennaio 2016
  • 2. Azione 1 Azione 2 Azione 3 Prevenire e monitorare l’insuccesso scolastico Innovazione didattica e formazione in servizio La cultura dell’autovalutazione e della valutazione esterna Le finalità specifiche delle singole Azioni di miglioramento Partire dalla dispersione scolastica per monitorarne l’evoluzione e promuovere l’innovazione didattica quale leva strategica per ridurre il drop out.  Costruire una nuova progettazione degli apprendimenti: il curricolo, i nuclei fondanti della programmazione disciplinare, la lezione efficace, la didattica laboratoriale, la progettazione per competenze, gli scenari didattici.  Realizzazione del Questionario strategico dell’organizzazione scolastica, uno strumento condiviso a livello di rete per la programmazione triennale Le finalità trasversali e la filosofia dell’intervento La costruzione di strumenti di diagnosi a livello di rete di scuole  Per trasformare il curricolo sul piano della didattica  E promuovere una cultura della valutazione interna per gestire il riesame dei processi Il Piano di Miglioramento della Rete Pisana 2
  • 3. Azione 1 Azione 2 Azione 3 Prevenire e monitorare l’insuccesso scolastico Innovazione didattica e formazione in servizio La cultura dell’autovalutazione e della valutazione esterna Le finalità specifiche delle singole Azioni di miglioramento Partire dalla dispersione scolastica per monitorarne l’evoluzione e promuovere l’innovazione didattica quale leva strategica per ridurre il drop out.  Costruire una nuova progettazione degli apprendimenti: il curricolo, i nuclei fondanti della programmazione disciplinare, la lezione efficace, la didattica laboratoriale, la progettazione per competenze, gli scenari didattici.  Realizzazione del Questionario strategico dell’organizzazione scolastica, uno strumento condiviso a livello di rete per la programmazione triennale Le finalità trasversali e la filosofia dell’intervento La costruzione di strumenti di diagnosi a livello di rete di scuole  Per trasformare il curricolo sul piano della didattica  E promuovere una cultura della valutazione interna per gestire il riesame dei processi I temi chiave affrontati nello svolgimento del progetto Diagnosi, Monitoraggio dei dati di input degli alunni; Valutazione in ingresso e in uscita nelle classi prime e terze Innovazione didattica, programmazione per competenze, curricolo Analisi di clima; Riesame dei processi; Programmazione a medio termine; Qualità Gli strumenti che verranno costruiti e utilizzati Il Piano di Miglioramento della Rete Pisana 3
  • 4. Finalità  Partire dalla dispersione scolastica per monitorarne l’evoluzione e promuovere l’innovazione didattica quale leva strategica per ridurre il drop out. Approccio  Alcune ricerche sulla dispersione scolastica condotte su campioni di studenti toscani hanno portato alla conclusione che i principali interventi contro il drop out hanno riguardato in passato – secondo un approccio relazionale e psicologico – soprattutto gli aspetti di prevenzione e di azione ex post: orientamento e accoglienza nel primo caso; sostegno e recupero in itinere, progettazione integrata nel secondo caso. Azione 1 del Piano di Miglioramento Prevenire e monitorare l’insuccesso scolastico 4
  • 5. Il fenomeno della dispersione – pur essendo direttamente collegato alla necessità di un riorientamento dello studente – è in effetti una conseguenza dell’insuccesso, del ritardo, della mancanza di un adeguato metodo di studio. Tuttavia, individuare attraverso un monitoraggio interno alle istituzioni scolastiche il livello di rischio-dispersione, collegandolo alle competenze in ingresso e al percorso del primo biennio potrebbe costituire una leva strategica per: Azione 1 del Piano di Miglioramento Prevenire e monitorare l’insuccesso scolastico 5
  • 6.  comprendere e valutare in modo sistematico il rapporto tra la valutazione in uscita dalla scuola secondaria di primo grado e i risultati di apprendimento degli alunni;  individuare in termini quantitativi – attraverso lo strumento definito al punto 3 dello Sviluppo – il rapporto che sussiste tra l’alunno (con la propria valutazione in ingresso nel percorso della scuola secondaria), il debito scolastico nelle varie discipline e l’insuccesso formativo che può determinare l’abbandono o il trasferimento in altro istituto;  condurre una riflessione metodologica sulle didattiche innovative che potrebbero essere adottate in classe in modo da consentire allo studente di recuperare anche parzialmente il debito scolastico. Azione 1 del Piano di Miglioramento Prevenire e monitorare l’insuccesso scolastico 6
  • 7. Sviluppo  La fase di autovalutazione ha evidenziato – nelle scuole della Rete pisana – la necessità di intraprendere azioni di miglioramento per monitorare i livelli di conoscenze, abilità e competenze degli studenti e delle studentesse allo scopo di costruire e adottare strumenti permanenti ed efficaci di gestione, controllo e monitoraggio, con un focus particolare sui risultati. L’azione sarà svolta attraverso: Azione 1 del Piano di Miglioramento Prevenire e monitorare l’insuccesso scolastico 7
  • 8. 1. La realizzazione, la somministrazione e il riesame di prove in ingresso (e/o di medio termine, dati i tempi di attuazione del progetto) condotte in modo orizzontale sulle classi prime e sulle classi terze. Questo segmento del processo si articolerà– a livello di dipartimenti disciplinari – nella costruzione di prove in ingresso predisposte dagli insegnanti sul modello delle prove nazionali INVALSI e consentirà di affrontare, nella fase di formazione che accompagnerà tutto il percorso di miglioramento, un diverso approccio alla valutazione formativa. Dall’iniziativa ci si attende un risultato di almeno il 50% delle prove in ingresso realizzate dai docenti; Azione 1 del Piano di Miglioramento Prevenire e monitorare l’insuccesso scolastico 8
  • 9. 2. La realizzazione, la somministrazione e riesame di prove finali condotte in modo orizzontale sulle classi prime e sulle classi terze, in modo da misurare i risultati di performance, sui quali ci si attende una diminuzione del 10% dei tassi di abbandono, dispersione e/o trasferimento in altro istituto. 3. La costruzione e l’implementazione del Cruscotto del debito scolastico, uno strumento in grado di monitorare le materie che danno luogo alla sospensione del giudizio nelle classi del primo biennio e nella classe terza. Da questa azione ci si attende un valore di performance del 100% sul completamento del database (per la privacy, l’inserimento dati dello studente sarà sottoposto a codifica; disciplina/e che determina la promozione con sospensione del giudizio). Azione 1 del Piano di Miglioramento Prevenire e monitorare l’insuccesso scolastico 9
  • 10. Obiettivi di miglioramento e risultati attesi  Ai fini del raggiungimento dei risultati attesi, è fondamentale monitorare e analizzare gli indicatori di performance incrociando i dati con il database triennale e confrontando il trend di miglioramento ottenuto. Pertanto, gli indicatori di performance del successo scolastico dovranno includere la regolarità del percorso scolastico, gli indicatori di apprendimento (attraverso prove comuni di verifica in ingresso e finale), il debito formativo, la frequenza regolare e positiva dei corsi di recupero, le valutazioni intermedie, la valutazione sommativa finale.  Per gli indicatori di performance si vedano le esplicitazioni specifiche ai punti 1, 2 e 3 del precedente paragrafo. Azione 1 del Piano di Miglioramento Prevenire e monitorare l’insuccesso scolastico 10
  • 11. Strumenti di lavoro Pisa - 29 gennaio 2016 a cura di Carlo Mariani – Ricercatore INDIRE c.mariani@indire.it
  • 12. Piattaforma online Azione3 Lacultura dell’autovalutazionee dellavalutazione esterna Azione2 Innovazionedidattica eformazionein servizio Coordinamento generale Monitoraggio e Riesame finale Sviluppo e monitoraggio www.miglioramento.altervista.org Innovazionedidattica Programmazionepercompetenze Curricolo Analisidiclima Riesamedeiprocessi Qualità Singole scuole Come si imposta l’Azione1? Azione1 Preveniree monitorare l’insuccessoscolastico A. - Diagnosi B. - Monitoraggio dei dati di input degli alunni C. - Valutazione in ingresso e in uscita Come si scompongono i punti A – B – C? • Come monitorare i dati di input? • Riesame dei risulati delle prove INVALSI? • Chi ha visto/analizzato come sono fatte per capire se è possibile riprodurle o riutilizzarle? • Quale senso attribuire alla Valutazione? • La Valutazione come pretesto per migliorare i processi (di insegnamento; di gestione della classe; di rendicontazione sociale; …)
  • 13. Piattaforma online Azione3 Lacultura dell’autovalutazionee dellavalutazione esterna Azione2 Innovazionedidattica eformazionein servizio Coordinamento generale Monitoraggio e Riesame finale Sviluppo e monitoraggio www.miglioramento.altervista.org Innovazionedidattica Programmazionepercompetenze Curricolo Analisidiclima Riesamedeiprocessi Qualità Singole scuole Come si imposta l’Azione1? Azione1 Preveniree monitorare l’insuccessoscolastico A. - Diagnosi B. - Monitoraggio dei dati di input degli alunni C. - Valutazione in ingresso e in uscita Focus su • Strumenti di lavoro • Progettazione del Miglioramento/Progettazione didattica • Deming della pianificazione didattica • Funzione della valutazione • Tipologie di prove di verifica • Le Prove strutturate • Progettare per competenze
  • 14. Interconnessioni Miglioramento Approccio Sviluppo Verifica e Riesame • Tradurre l’autovalutazione effettuata nel RAV in uno scenario operativo. • Descrivere il contesto in cui si sviluppa un’azione di miglioramento. • Collegare e coniugare le istanze dell’organizzazione con quelle della didattica. • Predisposizione di commissioni/Gruppi di lavoro? • Lavoro per Dipartimenti? • Sviluppo a livello di Consigli di Classe? • Sviluppo delle azioni per classi parallele? • Coinvolgimento delle sole Funzioni strumentali? • Quale coordinamento per il Referente? • Coinvolgimento del personale di Segreteria e DSGA? • Tempi: Diagramma di Gantt • Formazione in servizio • Costruzione di strumenti per operare Obiettivi di efficacia In termini di risultati di performances Come li misuro/verifico Il miglioramento deve essere misurabile. Check List di controllo Cruscotto statistico Matrici di impatto Questionari di soddisfazione Come si effettua il riesame? Traduzione qualitativa di dati/risposte quantitative (Report) Autoanalisi Strumenti e metodologie Le Azioni Obiettivi Risultati • Le finalità: una rappresentazione dei paradigmi educativi e degli orizzonti di senso. • Autobiografia professionale • Storytelling di quello che mi piacerebbe fare ma che … “ah, il programma!” • Lavoro di individuale/di gruppo • Produzione di materiali digitali • Ricerche guidate • Blog • Simulazioni/Problem solving • Didattica laboratoriale • Debate/argomentazione • Tempi e spazi dell’attività (compresenza; Laboratorio; uscite didattiche) Come sviluppo le Unità di apprendimento.  Quali contenuti intendo sviluppare.  Una co-costruzione degli apprendimenti  Lezione frontale + materiali on line  Lezione partecipata + consegne a piccoli gruppi  Lezione narrativa  Interventi di peer education da parte degli alunni Obiettivi disciplinari Obiettivi interdisciplinari • Abilità e Conoscenze • Competenze • Competenze chiave e di cittadinanza In termini di risultati di apprendimento Come li misuro/verifico L’apprendimento può essere misurabile? Prove strutturate • Prove di verifica • Valutazione per competenze • Rubrica di competenze Programmazione didattica 14
  • 15. •Preparare •Applicare •Verificare l'applicazione •Verificare i risultati delle azioni •Confrontare i risultati con gli obiettivi •Identificare il problema e pianificare •Osservare ed analizzare •Isolare le cause •Definire le azioni correttive •Messa a regime del cambiamento •Revisione e riesame •Preparazione di un nuovo Piano di Miglioramento ACT Azione PLAN Piano DO Esecuzione CHECK Controllo Pianificazione della Didattica DEMING 15
  • 16.  Gli indicatori sono strumenti in grado di misurare l’andamento di un fenomeno che si ritiene rappresentativo per l’analisi e sono utilizzati per monitorare o valutare il grado di successo, oppure l’adeguatezza delle attività implementate. Un indicatore è una misura sintetica, in genere espressa in forma quantitativa, coincidente con una variabile o composta da più variabili, in grado di riassumere l'andamento del fenomeno cui è riferito. Gli Indicatori del Piano di Miglioramento Cosa sono gli Indicatori 16
  • 17.  Validità - devono misurare effettivamente ciò che si intende misurare  Controllabilità - devono riguardare aspetti che sono sotto l’effettivo controllo di chi governa la politica in questione  Comprensibilità - devono essere comprensibili a coloro che devono utilizzarli  Unicità - ogni indicatore deve rilevare un aspetto che nessun altro indicatore rileva  Tempestività - le informazioni necessarie devono essere disponibili in tempo utile  Comparabilità - deve essere possibile una comparazione nel tempo (over time) e/o nello spazio (cross section)  Economicità - i benefici derivanti dall’indicatore devono essere superiori al costo della rilevazione 17 Gli Indicatori del Piano di Miglioramento Requisiti degli Indicatori
  • 18. Che cosa significa valutare  La valutazione non più come strumento di verifica fiscale degli apprendimenti.  Ma come strumento di regolazione e di costruzione delle decisioni  Monitorare gli apprendimenti  Costruire sistemi di rilevazione della qualità dell’istruzione 18
  • 19. La docimologia  Si può avere solo una scarsa fiducia nei risultati degli esami  Non si sa bene quale corrispondenza vi sia tra le caratteristiche delle prove e gli intenti della verifica  L’incidenza del caso nel determinare i risultati è eccessiva Quando tra i «correttori» esiste uno scarto medio molto elevato (ne consegue che si può essere respinti a giudizio di un esaminatore e promossi a giudizio di un altro) Quando manca uniformità nei criteri di giudizio (ne deriva che esaminatori diversi apprezzano aspetti differenti delle prove) Quando ci sono differenze nella distribuzione dei punteggi (gli insegnanti interpretano i voti in modo soggettivo: c’è chi ricorre ad una gamma abbastanza ampia di punti e chi ne usa pochi; chi tende a spostare la valutazione verso l’alto e chi verso il basso) 19
  • 20. La funzione della valutazione  Non solo verifica dei requisiti cognitivi e affettivo- motivazionali al fine di attivare processi di recupero e consolidamento  Non solo verifica e controllo dell’apprendimento per mostrare le difficoltà incontrate dagli alunni al fine di migliorare la proposta didattica  Ma anche e soprattutto individuazione dei punti forti di ognuno sui quali operare per promuovere il successo scolastico (discriminazione positiva e valutazione pro-attiva) 20
  • 21. La funzione della valutazione  Valutare secondo una funzione selettiva o secondo una funzione formativa?  Esiste un criterio generale? 21
  • 22. La funzione della valutazione  Numero limitato di prove di valutazione  Utilizzo di tipologie tradizionali • Esempi: Interrogazioni orali alla cattedra + Compiti scritti  Bassa frequenza di verifiche • Esempio: Lunghi periodi di spiegazione seguiti da una fase intensiva di verifiche scritte e orali  Sono un indizio di una funzione selettiva della Valutazione  Producono sulla classe un effetto selettivo 22
  • 23. La valutazione e le emozioni  La componente emotiva del docente può influenzare il giudizio di valutazione. Come?  Effetto alone: è una alterazione del giudizio da parte dell’insegnante sulla base di valutazioni precedenti. L’effetto alone induce ad attribuire allo studente sempre lo stesso giudizio.  Effetto di stereotipia: quando l’insegnante si fa un’idea dello studente 23
  • 24. La valutazione e le emozioni  Effetto di contrasto: consiste nel sovrastimare o sottostimare una prova in base a certi standard (la calligrafia, un’esposizione chiara e brillante, prove precedenti)  Effetto Pigmalione: si verifica quando un docente influenza un collega attraverso un giudizio, positivo o negativo, su un allievo 24
  • 25. Approccio qualitativo  L’approccio qualitativo è una modalità di valutazione che sta guadagnando spazi via via più ampi.  Consiste in una dinamica del colloquio, dell’ascolto, dell’autovalutazione, della valutazione tra pari e di gruppo. • Alcune modalità: la dimensione autobiografica, la narrazione di sé, l’ascolto interiore, l’uso del diario personale.  L’approccio qualitativo è fondamentale nella valutazione delle competenze. • Es. nelle Rubriche di Valutazione per competenze è presente l’autovalutazione. «Cosa ritieni di avere imparato in questo modulo didattico?» «Come pensi si possa riutilizzare l’esperienza che abbiamo fatto in un altro contesto?» 25
  • 26. Verifica e valutazione  Con il termine verifica si denota l’insieme delle operazioni di rilevazione e di misurazione dell’apprendimento promosso intenzionalmente, ovvero insegnato, oppure delle conoscenze, abilità e competenze comunque possedute. 26
  • 27. Caratteristiche della Valutazione  Come assumere decisioni che abbiano alta probabilità di successo?  Utilizzando strumenti di rilevazione e misurazione dei dati validi e attendibili. “Per ogni funzione e/o obiettivo specifico della valutazione va impiegato uno strumento di verifica omologo e congruente con quella funzione e/o con quell’obiettivo”. Gaetano Domenici 27
  • 28. Caratteristiche della Valutazione  Validità Uno strumento di misura è valido quando gli esiti delle rilevazioni, che con esso si registrano, risultano congruenti con gli scopi che con esso si vogliono perseguire.  Attendibilità Una rilevazione è attendibile quando risulta la stessa chiunque sia il soggetto che la rileva e la stessa quando sia l’esito di successive rilevazioni fatte dalla stessa persona 28
  • 29. Caratteristiche della Valutazione  Validità: è un fattore inerente la prova stessa e ciò che attraverso di essa si intende valutare  Attendibilità: una prova è attendibile quando il risultato è indipendente dal momento della somministrazione e da chi effettua la correzione  Rappresentatività: deve applicarsi ad un campione rappresentativo dell’intera popolazione che voglio rilevare  Fattibilità: indica l’utilità delle informazioni raccolte dalla prova di verifica nel reindirizzare il processo formativo. 29
  • 30. Classificazione delle prove di valutazione Stimolo aperto Risposta aperta  Interrogazioni su argomenti di una certa ampiezza  Temi  Relazioni su esperienze  Redazioni di articoli e lettere Stimolo chiuso Risposta aperta  Composizioni e saggi brevi  Attività di ricerca  Esperienze di laboratorio  Batteria di domande a risposta aperta (es. la Terza prova all’Esame di Stato) Stimolo chiuso Risposta chiusa  Esercizi di grammatica  Esecuzione di calcoli  Risoluzione di problemi a percorso obbligato Stimolo aperto Risposta chiusa Chi interroga si risponde e cerca solo una conferma sul piano affettivo da parte dell’allievo. Dal punto di vista della verifica dell’apprendimento, questa tipologia non offre alcuna indicazione utile.
  • 31. Classificazione delle prove di valutazione Stimolo aperto Risposta aperta Lo stimolo consiste nel fornire l’indicazione di una certa area di problemi su cui orientarsi. La risposta chiede che si utilizzi la capacità di raccogliere e argomentare le conoscenze Stimolo chiuso Risposta aperta Lo stimolo si presenta accuratamente predisposto in funzione del tipo di prestazione che si intende sollecitare. La risposta può essere fornita se l’allievo riesce a organizzare le proprie conoscenze e abilità. Stimolo chiuso Risposta chiusa Lo stimolo contiene completamente definito il modello della risposta. La risposta corrisponde ad una prestazione già organizzata. Quando questo tipo di prove presenta una particolare organizzazione si parla di prova strutturata o prova oggettiva. Stimolo aperto Risposta chiusa Lo stimolo è ampio, ma improprio perché non indirizzato all’allievo. Nelle interrogazioni il docente sollecita l’allievo ad esprimere consenso a ciò che dice. La risposta è impropria perché non manifesta conoscenze o abilità.
  • 32. Classificazione delle prove di valutazione Le prove tradizionali Stimoli aperti / Risposte aperte  interpretazione soggettiva e non univoca delle domande e delle risposte  impossibilità di predeterminare in modo univoco il punteggio  soggettività del giudizio 32
  • 33. Classificazione delle prove di valutazione Le prove strutturate Stimoli chiusi / Risposte chiuse  predeterminazione del punteggio chiunque sia il correttore  oggettività del giudizio  verifica frequente del livello di apprendimento e in breve tempo  tendono a mettere in evidenza il c.d. pensiero convergente o riproduttivo, relativo al sapere meccanico, analogico e ripetitivo (conoscenza di termini, fatti, regole e principi) 33
  • 34. Le prove strutturate  Sono definite "prove strutturate" quegli strumenti di verifica di conoscenze, abilità e competenze, costituite da una serie di stimoli (domande) chiusi, ciascuno dei quali è corredato da due o più risposte chiuse.  La preparazione di una prova strutturata richiede l'elaborazione di un certo numero di domande (o "quesiti" o "item") che rimandano ad alcune predeterminate alternative di risposte, fra le quali una (talvolta più di una) è esatta e le altre sono "errate" (in relazione all’oggetto del quesito). 34 34
  • 35. Le prove strutturate  Una prova strutturata è formata da item o quesiti (con stimoli e risposte chiusi). Il termine “domanda” non è del tutto pertinente poiché è solo una parte dell’item.  L’item è composto • dallo stem (lo stimolo, in genere formulato come una domanda, ma anche come un’affermazione, o come una frase sospesa da continuare) • dalle risposte alternative su cui si effettua la scelta dello studente.  La risposta esatta costituisce la chiave di risoluzione dell’item, mentre le risposte "errate", note con il termine di distrattori, hanno la funzione di disturbo. 35 35
  • 36. Le prove strutturate  Definire gli obiettivi di apprendimento (le prove strutturate verificano sempre una unità didattica specifica)  Sollecitare prestazioni attendibili evitando l’ambiguità della risposta  Predisporre le prove in modo da coinvolgere direttamente gli obiettivi di apprendimento 36 36
  • 37. Le prove strutturate Per costruire un item appropriato è necessario:  che la domanda tenda ad accertare se è stato raggiunto l’obiettivo, e solo quello, oggetto di verifica;  che la domanda sia formulata in maniera univoca e, quindi, si presti ad una sola interpretazione;  che i distrattori siano plausibili cosicché la risposta fornita dallo studente rappresenti il risultato di un articolato processo di discriminazione fra le alternative offerte. 37 37
  • 38. Le prove strutturate  Per elaborare una prova strutturata sono indispensabili preliminarmente: • l’attenta analisi comparata del contributo di ciascuna disciplina al raggiungimento delle competenze e capacità individuate dal profilo formativo in uscita; • l’analisi degli obiettivi didattici di ciascuna disciplina; • l’individuazione dei blocchi tematici portanti di ciascuna disciplina; • la definizione dei descrittori (la prestazione ipotizzata in rapporto ad obiettivi e contenuti oggetto della prestazione); • l’individuazione dei livelli di apprendimento verificabili (tassonomizzazione degli obiettivi). 38 38
  • 39. a cura di Carlo Mariani – Ricercatore INDIRE c.mariani@indire.it La valutazione e le prove di verifica. Progettare per competenze Pisa - 29 gennaio 2016
  • 40. Progettare per competenze M. Baldacci, Curricolo e competenze, Milano, Mondadori Università, 2010. L. Guasti, Didattica per competenze. Orientamenti e indicazioni pratiche, Trento, Erickson, 2012. M. Castoldi, Curricolo per competenze: percorsi e strumenti, Roma, Carocci, 2013. M.C. Bottazzi, G. Braga, G. Ricaldi, Progettazione didattica e valutazione per competenze. Modelli e indicazioni per gli istituti tecnici e professionali, Trento, Erickson, 2013. Qualche indicazione bibliografica 40
  • 41. Progettare per competenze L’Unione Europea ha definito delle competenze chiave in grado di formalizzare le necessità di ogni soggetto, individuate in riferimento a otto ambiti: • Comunicazione nella madrelingua • Comunicazione nelle lingue straniere • Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia • Competenza digitale • Imparare a imparare • Competenze sociali e civiche • Spirito di iniziativa e imprenditorialità • Consapevolezza ed espressione culturale. (Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente, 2006) Le 8 competenze chiave dell’Unione Europea 41 I saperi Saper essere e saper fare
  • 42. In Italia il decreto ministeriale n. 139 del 22 agosto 2007, stabilisce otto competenze chiave di cittadinanza che ogni cittadino dovrebbe possedere dopo aver assolto l’obbligo d’istruzione (16 anni):  Imparare a imparare  Progettare  Comunicare  Collaborare e partecipare  Agire in modo autonomo e responsabile  Risolvere problemi  Individuare collegamenti e relazioni  Acquisire e interpretare l’informazione Progettare per competenze Le 8 competenze chiave nella normativa scolastica in Italia 42
  • 43. Progettare per competenze Secondo il regolamento sul nuovo obbligo di istruzione (22 agosto 2007), i giovani possono acquisire le competenze chiave di cittadinanza attraverso le conoscenze e le abilità delle competenze di base, riconducibili a quattro diversi assi culturali:  Asse dei linguaggi  Asse matematico  Asse scientifico-tecnologico  Asse storico-sociale Ad ogni asse corrispondono determinate competenze ed obiettivi. Competenze e Assi culturali 43  Il nuovo obbligo di istruzione
  • 44. Progettare per competenze Gli assi culturali costituiscono il “tessuto” per la costruzione di percorsi di apprendimento orientati all’acquisizione delle competenze chiave che preparino i giovani alla vita adulta e che costituiscano la base per consolidare e accrescere saperi e competenze in un processo di apprendimento permanente, anche ai fini della futura vita lavorativa.  Sono pensati come direzioni aperte dei saperi e come contenitori interdisciplinari. Cosa sono gli «Assi culturali»? 44
  • 45. Progettare per competenze Comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale. Nel contesto del Quadro Europeo delle Qualifiche le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia. Fonte: Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008 sulla costituzione del Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente (2008/C 111/01). Esiste una definizione condivisa del concetto di competenza? 45
  • 46. Progettare per competenze  Conoscenze: indicano il risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le conoscenze sono l’insieme di fatti, principi, teorie e pratiche, relative a un settore di studio o di lavoro; le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche.  Abilità: indicano le capacità di applicare conoscenze e di usare know-how per portare a termine compiti e risolvere problemi; le abilità sono descritte come cognitive (uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) e pratiche (che implicano l’abilità manuale e l’uso di metodi, materiali, strumenti). Fonte: Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 7 settembre 2006 Il pregresso: conoscenze e abilità
  • 47. Progettare per competenze  La prima vera teorizzazione sul tema delle competenze si deve a David McClelland (1917-1998), all’inizio degli anni Settanta, negli Stati Uniti, nell’ambito della psicologia delle organizzazioni.  Nel 1973 McClelland introdusse questo costrutto per la selezione del personale, da attuarsi mediante una valutazione delle competenze dei candidati piuttosto che attraverso i consueti test di intelligenza. Fonte: D. McClelland, Testing for «Competence» Rather Than for «Intelligence», in «American Psychologist», January 1973. Dove nasce il concetto di competenza? 47
  • 48. Progettare per competenze  Trasformazioni dei sistemi di organizzazione della produzione e del lavoro, soprattutto quello industriale, che hanno modificato il modo di definire e concettualizzare l’attività lavorativa.  Trasformazioni dei sistemi formativi, con percorsi di apprendimento sempre più discontinui e flessibili, con l’esigenza di integrare esperienze eterogenee, formali, non formali e informali.  Trasformazioni del mercato del lavoro, con soggetti che sempre più si trovano a sperimentare carriere lavorative flessibili e discontinue. In quale contesto si afferma … Necessità di raccordare formazione e lavoro 48
  • 49. Progettare per competenze Di cosa avranno bisogno i nostri giovani nel XXI secolo? Di saperi, senza dubbio. Ma di saperi viventi, da mobilitare nella vita lavorativa e al di fuori del lavoro[…] L’idea di competenza afferma la preoccupazione di fare dei saperi scolastici strumenti per pensare ed agire. P. Perrenoud, Costruire competenze a partire dalla scuola, Anicia, 2010 Ripensare la progettazione degli interventi formativi In che modo le competenze modificano la progettazione didattica? 49
  • 50. Progettare per competenze Ripensare:  gli ambienti di apprendimento;  lo spazio/tempo  la struttura e l’articolazione dei contenuti;  i saperi  l’organizzazione delle attività;  le procedure  la scelta delle priorità;  la programmazione curricolare  la produzione dei materiali;  i libri di testo  la verifica dei risultati;  la valutazione  l'analisi degli effetti a medio e lungo termine.  il follow up Ripensare la progettazione didattica. In che modo? 50
  • 51. Progettare per competenze  Lo sviluppo delle competenze dipende in gran parte dalla progettazione di un ambiente di apprendimento appropriato che mette al centro l’alunno e non i programmi da realizzare.  La prospettiva veicolata dalle competenze tende a superare i confini dei saperi disciplinari, che vengono ricondotti al ruolo di strumenti per la formazione del soggetto.  la scuola secondaria tende di solito a considerare le discipline come ambiti circoscritti. Ripensare la progettazione didattica. In che modo? 51
  • 52. Progettare per competenze Programma  Contenuti disciplinari.  Informazioni da ritenere e riprodurre (sapere statico).  Prospettiva (dal punto di vista dell’alunno) centrata sulla ricezione, sull’esecutività, sulla ripetizione e sulla restituzione. Curricolo  Concetti e processi.  Informazioni/saperi come risultato di un’azione di ricerca, di costruzione, di problematizzazione (sapere dinamico).  Prospettiva (dal punto di vista dell’alunno) centrata sull’attività, sulla produzione, sulla costruzione, sulla cooperazione. Dal programma al curricolo 52
  • 53. Progettare per competenze Al costrutto di competenza sono legati due aspetti:  Uno esterno, cioè la prestazione adeguata (la performance).  Uno interno, cioè la padronanza dei processi mentali correlati (le operazioni cognitive complesse).  Ora, impostare la formazione in termini di obiettivi di prestazione riduce il curricolo ad una serie di tante singole performances. Esiste una soluzione 53 Differenza tra competenza e prestazione
  • 54. Progettare per competenze  La caratteristica della competenza consiste nella produttività. Chi possiede competenze è in grado di produrre una molteplicità di prestazioni imprevedibili all’interno di un certo tipo di attività.  Ad esempio: La competenza linguistica consente di produrre un numero infinito di frasi, non un solo specifico enunciato.  In secondo luogo la competenza implica un sapere e un saper fare, cioè una conoscenza dichiarativa (sapere che cosa) e una conoscenza procedurale (sapere come).  La conoscenza dichiarativa costituisce una delle maggiori preoccupazioni didattiche degli insegnanti. 54 In che cosa consiste la competenza?
  • 55. Progettare per competenze  In terzo luogo, la competenza implica la cognizione e la metacognizione.  Sono elementi riflessivi e metariflessivi che indicano la consapevolezza di quello che si sta facendo.  Si verificano, per esempio, attraverso una descrizione e una spiegazione di ciò che si sta facendo e perché. 55 In che cosa consiste la competenza?
  • 56. Progettare per competenze Linee Guida Istituti Tecnici - Italiano primo biennio 56 Le competenze nei documenti ministeriali
  • 57. Progettare per competenze 57Linee Guida Istituti Tecnici - Matematica primo biennio Le competenze nei documenti ministeriali
  • 58. Grazie per la vostra attenzione Carlo Mariani c.mariani@indire.it