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Diego Tarì
                         in collaborazione con Roberto Burlando e Fabio Masnata




   Un‟analisi del
 dibattito genovese
                          HO PROVATO A
sullo stadio di calcio
                          DIFENDERE UN SOGNO




                                   Prefazione di Claudio Onofri
Il testo di "Ho provato a difendere un Sogno" by Diego Tarì is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale
- Non opere derivate 3.0 Unported License. Permissions beyond the scope of this license may be available at
difendereunsogno@gmail.com.
Le immagini del progetto di ristrutturazione dello stadio "Luigi Ferraris" realizzato dalla Fondazione Genoa 1893 sono di
proprietà dell'Arch. Roberto Burlando e della LandscapeProgetti di Genova. Possono essere riprodotte citando gli autori che
possono essere contattati via mail all'indirizzo info@burlandoarchitettura.com.
Nel giorno di Capodanno del 1933, per festeggiare il quarantennale del Genoa, l‘allora Stadio
Comunale di Genova fu intitolato alla memoria del Tenente Luigi Ferraris, giocatore del Genoa,
Medaglia d‟Argento al Valor Militare. Durante la cerimonia la sua medaglia è stata sotterrata in
prossimità della porta di gioco situata sotto la Gradinata Nord. Da allora, è ―il Ferraris‖.




Lettera dal Fronte
Monte Maggio, 27 agosto 1915


Mia adorata Teresa,

Vi scrivo questa missiva per sincerarVi delle mie condizioni fisiche.

(… )

Ho fatto bene ad arruolarmi volontario, anche se il peso di averVi lasciata sola con tre figli mi
angustia vieppiù ogni giorno che passa. Sono certo, altresì, che Giuseppe, il piccolo Giovanni e la
neonata Caterina non sentiranno la mia mancanza anche perché, al mio ritorno, maggiore sarà il
desiderio di stringersi attorno al loro padre.

A tal proposito riferisci a Giuseppe, con parole che possa facilmente comprendere, che nei mesi
scorsi ho legato fraternamente con il mio omologo Tenente Luigi Ferraris da Saluzzo.

Ricorderà senza dubbio quella domenica di quattro anni or sono, quando lo portai a Genova a
vedere il suo primo match di football tra il Genoa ed il Torino con lo zio Evaristo che, suo tramite,
ci fece conoscere e stringere la mano ad uno di quei fenomenali atleti. Ho ancora negli occhi
l‘espressione felicemente stupita e trasognante di nostro figlio. Riferitegli che l‘ho ritrovato proprio
qui, tra queste trincee. Omettete di dire, però, che questa piacevole frequentazione è stata,
purtroppo, di breve durata. Due giorni fa, infatti, di prima mattina durante una ricognizione, una
granata ha investito il Tenente d'Artiglieria Ferraris, mentre, con la sua squadra, svolgeva il solito
compito di osservatore. E' stato colpito al petto ed è morto tra le braccia del comune amico
Giovanni Pinna, quell‘attendente sardo di gran cuore, come solo i ―sardegnoli‖ possono essere, cui
già Vi accennai in una precedente lettera.

I genitori dello sfortunato Luigi sono già stati avvertiti; nei prossimi giorni cercheremo di
recuperare il corpo per dargli degna sepoltura proprio in questi luoghi, a 1845 metri sul livello del
mare.
Rivolgo la mente a loro più e più volte; penso non solo al fatto che i nostri morti, tra cui Luigi e
quelli del nemico, giacciono sepolti sotto l‘erba ma anche alla desolazione che cova nei petti dei
parenti e dei conoscenti.
Che amari vuoti in quelle lapidi bordate di nero che non coprono ceneri!
Che disperazione in quelle iscrizioni irremovibili!
La 19° batteria del VII° gruppo ―Vicenza‖ appartenente al 2° Reggimento di Artiglieria da
Montagna è tragicamente affranta da tale gravissima perdita ma, giacché la montagna è la parte
maggiormente innalzata di questa terra e, pertanto, così vicina a Nostro Signore, tutto il resto,
comprese le morti dei nostri commilitoni, viene appresso.

(…)

―Per ardua ardes‖ recita il nostro motto, siamo fuscelli nella tempesta, ma ce la faremo.

Ce la farò.

Per sempre Vostro Biagio.




In memoria del Tenente Biagio C. (1882-1973) vivo nel ricordo dei suoi cari, e del Tenente
Luigi Ferraris (1887-1915) ben presente nel ricordo dei Genoani tutti.




Si ringrazia il writer Von Savigny che ha autorizzato la pubblicazione della lettera, il cui testo
completo può essere trovato sul sito www.bluegenoa.it
INDICE
PREFAZIONE .............................................................................................. 9


PARTE PRIMA:
LO STADIO DI GENOVA RACCONTATO DAI MEZZI DI INFORMAZIONE ..... 13
     2000/2002: il nuovo stadio come corollario della fusione delle due squadre ........................................ 16
     Il cambio di approccio: due squadre forti in uno stadio nuovo. A Trasta........................................... 17
     La lunga gestazione del progetto di Sestri ........................................................................................ 19
     Nasce SportInGenova Spa ............................................................................................................. 22
     Il progetto dello stadio di Sestri ....................................................................................................... 23
     Il “Luigi Ferraris” in vendita? ....................................................................................................... 24
     Abbattere le carceri per ristrutturare il “Luigi Ferraris”? ................................................................ 28
     Stadio Vs. Aeroporto ................................................................................................................... 32
     La Lettera di Intenti e le reazioni della Città ................................................................................. 36
     Le “perplessità” di ENAC ........................................................................................................... 41
     L‟approvazione delle linee guida del nuovo piano urbanistico comunale ............................................. 42
     Cambia la posizione del Comune di Genova: priorità agli Europei .................................................. 43
     La Fondazione Genoa prepara un progetto di ristrutturazione del “L. Ferraris” ......................................... 46
     ENAC esprime il proprio parere negativo ...................................................................................... 46
     La Federcalcio a Genova per valutare la candidatura a Euro 2016 ................................................ 48
     Per favorire il progetto Colisa, apertura anche a due stadi cittadini ................................................... 49
     nuovi i problemi per il “Luigi Ferraris”: spazi e rischio esondazione ............................................... 50
     La Fondazione Genoa 1893 presenta il “Luigi Ferraris” a norma ................................................. 53
     Genova rinuncia a candidarsi per Euro 2016 ................................................................................. 55
     Gli eventi del 2010 ........................................................................................................................ 56


PARTE SECONDA:
APPROFONDIMENTI .......................................................................... 59
  CAPITOLO 1
  IL “LUIGI FERRARIS” E SPORTINGENOVA ......................................................................... 61
    La costituzione di SportInGenova .................................................................................................. 61
    I valori degli impianti conferiti a SportInGenova ............................................................................. 63
    I costi nel Bilancio del Comune di Genova ...................................................................................... 64
    Qualche dettaglio addizionale su SportInGenova ............................................................................. 65
    Quanto costa lo Stadio “Luigi Ferraris”? ....................................................................................... 68
    SportInGenova in liquidazione: quale destino per lo Stadio “Luigi Ferraris”? ......................................... 71
CAPITOLO 2
 LA PROPOSTA DI LEGGE SULL‟IMPIANTISTICA SPORTIVA .................................................. 75
  Punti salienti della Proposta di Legge ............................................................................................. 75
  Le critiche espresse alla Proposta di Legge ....................................................................................... 76
  L‟Istituto per il Credito Sportivo .................................................................................................... 79
 CAPITOLO 3
 IL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO: NORME NAZIONALI E UEFA .........................81
    La normativa nazionale sugli impianti sportivi ............................................................................... 81
    Il regolamento CONI per l'impiantistica sportiva ........................................................................... 82
    Il Regolamento degli stadi della Lega Nazionale Professionisti ........................................................ 83
    Normativa UEFA ....................................................................................................................... 84
    Lo Stadio “Luigi Ferraris” per Euro 2016 ................................................................................... 95
 CAPITOLO 4
 GLI STADI COME NUOVA FONTE DI REDDITO PER LE SQUADRE........................................ 97
  Le fonti di reddito delle squadra di calcio ed il fair play finanziario ................................................. 98
  Alcune caratteristiche dello “Stadio Moderno” .............................................................................. 100
  L‟impatto della gestione dello stadio sui risultati economici di una squadra di calcio ......................................... 102
  L‟Amsterdam ArenA, prototipo dello stadio moderno?................................................................. 105
  L‟Emirates Stadium ed il suo impatto sull‟Arsenal: un perfetto case study .................................... 108
  L‟Allianz Arena: uno stadio per due squadre, poi per una sola .................................................... 112
  Conclusioni .................................................................................................................................. 114
 CAPITOLO 5
 TRASFORMARE I PREGIUDIZI IN GIUDIZI .......................................................................... 115
  Primo pregiudizio: l‟applicabilità degli esempi internazionali ......................................................... 117
  Secondo pregiudizio: è necessario un nuovo concetto dello stadio di calcio ................................................. 119
  Terzo pregiudizio: Lo stadio di proprietà indispensabile per la sopravvivenza delle squadre ......................................... 121
  Quarto pregiudizio: il “Luigi Ferraris” è un “unicum nazionale pericoloso” .......................................... 122
  Quinto pregiudizio: il “Luigi Ferraris” non è a norma.................................................................. 125



PARTE TERZA:
LO STUDIO DI FATTIBILITÀ DELLA FONDAZIONE GENOA 1893 ............. 127
 CAPITOLO 6
 LA POSIZIONE DELLA FONDAZIONE GENOA 1893 ............................................................ 128
  1. Le ragioni e lo spirito dell‟iniziativa ......................................................................................... 128
  2. I criteri informatori dello Studio .............................................................................................. 129
  3. Duttilità dei risultati dello Studio rispetto a variabili dipendenti da valutazioni di terzi........................................... 130
  4. Carattere preliminare dello Studio e fasi ulteriori ...................................................................... 131
 CAPITOLO 7
 I PRINCIPALI ASPETTI PROGETTUALI ................................................................................ 133
   Alcune considerazioni introduttive ................................................................................................ 133
   La filosofia di progetto ................................................................................................................. 134
   Primi dati di progetto – Studio di fattibilità.................................................................................. 136
CAPITOLO 8
  IL BUSINESS PLAN DEL PROGETTO .................................................................................. 149
    Le premesse comuni agli scenari di piano ...................................................................................... 149
    L‟investimento atteso e la sua copertura finanziaria ....................................................................... 151
    Il conto economico di Newco.......................................................................................................... 153
    Spese generali ............................................................................................................................... 155
    Parametri Finanziari del progetto ................................................................................................. 156



CONCLUSIONI ........................................................................................ 159


DIFENDERE UN SOGNO.......................................................................... 165


RINGRAZIAMENTI ................................................................................... 171


BIBLIOGRAFIA E RIFERIMENTI .............................................................. 173
PREFAZIONE
Marassi - "Luigi Ferraris”
(di Claudio Onofri)




Fu come, dopo aver letto praticamente
tutte, tra romanzi e scritti brevi, le opere di
Georges Simenon, andando a Parigi la
prima volta, accorgersi di conoscere
Montmartre, Quais des Orfevres, Pigalle,
Place della Concorde e Montparnasse come
le proprie tasche, avere l‘impressione di
esserci già stato in quei meravigliosi posti.


La mia l‘intelligentissima Prof. d‘italiano alle
medie (grande tifosa del Toro) capì
immediatamente che studiavo e avrei
studiato     sempre       poco      e     poco
m‘interessavano molte delle cose che spiegava: perché mentre tentava di trasmettercele, la mia
testa era concentrata nel colpire di testa un pallone in area di rigore o fornire un assist vincente ad
un compagno smarcato proprio al Filadelfia. E così, quando dava il compito in classe ed io lo
finivo in cinque minuti, mi chiamava vicino la cattedra, leggevamo insieme Tuttosport e mi
chiedeva se Agroppi, piuttosto che Ferrini, avrebbero giocato domenica, visto che lamentavano
noie muscolari …

Beh, proprio lei ci portò in gita scolastica a Genova e in particolare in quel di Marassi a visitare lo
stadio ―Luigi Ferrraris”. Sì, proprio come a Roma si va a vedere il Colosseo, a Venezia Piazza S.
Marco e a Milano il Duomo.

Ebbene, tra tutti, io mi sentivo a casa. Perché quante volte l‘avevo immaginato quel catino pieno
di gente urlante e appassionata quando Sandro Ciotti, o chi per lui, dalla radiolina gridava ―qui
Marassi, qui Marassi, Gigi Meroni, in una travolgente azione di contropiede, dopo aver eluso l‟intervento del
portiere del Mantova Dino Zoff, non ha avuto difficoltà alcuna poi ad entrare quasi in porta col pallone evitando
anche l‟ultimo, strenuo quanto vano tentativo di recupero sulla linea di Karl Heinz Schnellinger e portando in
vantaggio i rossoblu genoani, qui Marassi a voi la linea‖.

Così, qualche anno più tardi, una sera, dopo che in giornata avevo firmato il contratto in Piazza
della Vittoria, nella sede del Genoa, col Presidente Fossati, ci girai intorno almeno venti minuti a
quel ―Monumento‖. Esterrefatto, incredulo quanto affascinato ed entusiasta che ... ―io giocherò
lì dentro, ma ti rendi conto?‖, dicevo in macchina a mia moglie accanto a me, che non capiva,
non poteva capire, quella gioia quasi incontrollata di un giovanotto di ventitre anni e mi esortava:
‖Andiamo a dormire Cla, son stanca” … Ed io: ―Si, si ok, solo un altro giro perché dalla parte degli spogliatoi,
dove entreremo, non lo ho ancora visto, un altro giro, solo uno e stop…‖
E dunque per me ―Ho provato difendere un sogno, un„analisi del dibattito genovese sullo stadio di calcio‖,
oltre ad essere un formulario, prontuario, manuale completo ed aggiornato sugli aspetti tecnici
legati al Ferraris, oltre a raccontare attraverso i mezzi di informazione il fascino di questo pezzo
di storia (non solo calcistica è ovvio) e approfondire compiutamente sotto ogni profilo,
comparando le soluzioni adottate all‘estero (Emirates Stadium, Amsterdam e Allianz Arena), i
―pregiudizi‖ riguardo il mantenimento dello stesso, cercando di trasformarli in ―giudizi‖ positivi e
propositivi, come lo studio fatto dalla Fondazione Genoa 1893 (enunciandone con chiarezza e
dovizia di dettagli i principali aspetti progettuali, nonché la filosofia del progetto stesso), beh per
me dicevo „sto “tomo”, intelligente e ben scritto, rappresenta la difesa anche del “Mio
Sogno”, che si è avverato e che vorrei rimanesse tale per altri ragazzotti in gita scolastica
desiderosi di visitarlo!
PARTE PRIMA:
   LO STADIO DI GENOVA
RACCONTATO DAI MEZZI DI

         INFORMAZIONE
La discussione sullo stadio di Genova interviene periodicamente sulla scena cittadina ed è in
qualche modo legata anche alle evoluzioni della proprietà delle due squadre di calcio cittadine. Nel
corso dell‘ultimo decennio, in particolare dal 2007 in poi, ha subito una forte accelerazione,
culminata nella seconda metà del 2009 con la discussione derivante dalla contemporanea presenza
di tre progetti fra loro alternativi: lo stadio di Sestri (proposto da Riccardo Garrone), lo stadio della
Colisa (proposto dal Comune di Genova), la ristrutturazione del ―Luigi Ferraris‖ (proposta dalla
Fondazione Genoa 1893).

In questa prima parte, attraverso riferimenti a notizie apparse sui mezzi d'informazione locali, si
vuole compiere una ricostruzione della discussione cittadina sull‘argomento, con l‘obiettivo di
consentire a ciascuno l‘acquisizione degli strumenti per la formazione di un giudizio autonomo ed
una propria opinione sui fatti.




Già in occasione dei lavori di rifacimento dello stadio per i Mondiali di Calcio di Italia '90, la
discussione in Consiglio Comunale aveva evidenziato elementi che, a distanza di 20 anni,
continuano a dominare la scena. Li possiamo cogliere, in particolare, nelle dichiarazioni dell'allora
Assessore all'Edilizia Pubblica Fabio Morchio che precedono la delibera in merito all'assegnazione
dei lavori1.

Il primo argomento ricorrente è la natura polifunzionale dello stadio: "(…) l'occasione di mettere
mani allo Stadio Luigi Ferraris non deve essere un'occasione di tipo soltanto calcistico (...). Vogliamo infatti in
quest'occasione trasformare uno strumento che è stato al servizio dello sport del calcio, in un elemento più generale al
servizio della cultura e dello spettacolo (...). Uno stadio urbano come anche l'ha definito l'Arch. Gregotti". E,
ancora, "È uno stadio non solo domenicale; noi vogliamo operare per avere una struttura che non sia a servizio
della città soltanto per due ore la settimana, ma sappia vivere e lavorare ventiquattrore su ventiquattro, sette giorni la
settimana".

Il secondo argomento riguarda l'ubicazione dello stadio e le problematiche dell‟area sulla
quale insiste. Esisteva un problema di rispetto dei tempi (probabilmente non coerenti con la
possibilità di identificare siti alternativi) per non perdere l'assegnazione dei fondi da parte del
Governo. Ci fu, però, anche una scelta politica rispetto all'ipotesi dell‘area degli Erzelli, che
all'epoca veniva ventilata: l'Amministrazione Comunale riteneva che "non debbano essere consentiti nel
Ponente genovese, [che] già ha troppe servitù e strutture di carattere sgradevole per la gente che vi vive, inserimenti di
ulteriori strutture e pesi che avrebbero certamente compromesso maggiormente la situazione in termini di viabilità, di
traffico, di vivibilità".

Interessante, infine, l'accento messo dall'Assessore sul collegamento fra lo stadio e l'intera
Valbisagno: "almeno a nostro modo di vedere, lo Stadio si colloca in un contesto di rivalutazione di tutta la bassa
Valbisagno (...) Questa sera mi auguro che vareremo uno stadio diverso da come era prima, che riqualifica la bassa
Valbisagno, valuteremo presto le deliberazioni su via del Mirto, mi auguro prestissimo sullo spostamento del mercato
di Corso Sardegna, sulla copertura del Bisagno e spero presto sul canale scolmatore, lo spostamento delle carceri e
quanto altro oggi in quella parte di città rende Genova certamente meno bella e meno vivibile".
Se e quanto la ristrutturazione del 1990 abbia veramente consegnato alla Città uno stadio con le
caratteristiche descritte e proposte è lasciato al giudizio di ciascuno. Le tematiche allora considerate
sono rimaste invariate. Sarebbe interessante chiedersi che quartiere potrebbe essere Marassi, oggi,
se una parte dei desiderata espressi dall‘Assessore Morchio si fossero poi tradotti in opere effettive
(in particolare lo scolmatore e lo spostamento delle carceri).


L‘ipotesi di mettere in discussione lo Stadio ―Luigi Ferraris‖ è stata proposta nuovamente nel
febbraio 1995, a seguito dell‘episodio che ha portato alla morte del tifoso Genoano Vincenzo
Spagnolo. Si iniziava a ventilare l‘ipotesi un nuovo stadio, costruito ―da un consorzio di enti pubblici,
come il Comune di Genova, la Provincia, la Regione Liguria e di privati, istituti bancari‖2.

La successiva ondata di interesse avviene intorno al novembre 2000, in occasione della partita di
rugby fra la Nazionale Italiana e gli All Blacks neozelandesi. Preso atto che, a dieci anni
dall‘inaugurazione, lo Stadio non era ancora agibile3 e che per l‘adeguamento dell‘impianto alle
nuove normative di sicurezza sarebbero stati necessari interventi importanti, il Comune inizia a
pensare alla vendita a privati dello Stadio attraverso una gara internazionale, a meno che le due
squadre di calcio non si fossero dichiarate interessate alla gestione diretta dell‘impianto4.

2000/2002: IL NUOVO STADIO COME COROLLARIO DELLA FUSIONE DELLE DUE SQUADRE
Nell‘ottobre 2000 emerge, per la prima volta in maniera ufficiale, l‘ipotesi di collegare la
ristrutturazione (o lo spostamento) dello Stadio a una fusione fra le due squadre della città.
―La provocazione lanciata dal Sindaco Giuseppe Pericu “Uniamo Genoa e Sampdoria”, raccoglie altri consensi.
(…) Stavolta va registrata l‟adesione ideologica del neo presidente dell‟Associazione Industriali Stefano Zara e del
patron della ERG Riccardo Garrone: «Penso che l‟idea di unire le forze, per avere una sola squadra più forte
rappresentativa di Genova, sia ottima. Temo che due squadre ad alto livello siano un‟utopia», osserva Zara. (…)
Per Garrone l‟ostacolo è rappresentato dalla «divisione storica delle due tifoserie. Superarla sarebbe un esempio di
grande responsabilità. D‟altra parte, credo che la fusione possa essere una soluzione adeguata per arrivare ad avere
una squadra veramente competitiva»‖5.
Riccardo Garrone non è ancora il proprietario della Sampdoria (lo diventerà quasi quattordici mesi
dopo, nel gennaio 2002) e Stefano Zara – che non ha alcun ruolo ufficiale nel Genoa - sarà il punto
di riferimento ufficioso (a ―fari spenti‖) di quella cordata di imprenditori genovesi che nel 2002-
2003 lavoreranno per rilevare il Genoa nel periodo immediatamente precedente l‘arrivo dell‘attuale
proprietario, Enrico Preziosi.

Nel febbraio 2001 viene presentato in Regione un progetto per la fusione delle due squadre.
―La fusione di Genoa e Sampdoria è un progetto elaborato nell'establishment genovese, nei locali eleganti
dell'Associazione industriali (il cui presidente, dal 2000 al 2004 è Stefano Zara, ndr), nei luoghi della
politica. Coinvolte le istituzioni, ma anche imprenditori autorevoli come i Garrone e i Messina” 6. I diretti interessati
smentiscono, ma dal mondo politico arrivano invece notizie diverse: “«Ne ho sentito parlare per diversi mesi»,
conferma l'ex Vicepresidente della Regione Graziano Mazzarello, che aggiunge: «Queste indiscrezioni non mi
colgono affatto di sorpresa, perché ho ascoltato anche recentemente imprenditori importanti della città dirsi interessati
all‟idea di partecipare alla creazione di una società unica, che potesse inserirsi nella futura Superlega calcistica
europea». (…) Un'altra conferma arriva dall'Assessore allo Sport della Giunta Biasotti, Nucci Novi Cappellini:
«Un paio di mesi fa sono stata contattata da un imprenditore genovese, che aveva la funzione di verificare per conto
di un gruppo di imprenditori liguri l‟eventualità di arrivare a una fusione tra le due società»‖7.
Esiste un business plan dell‘iniziativa, che probabilmente parte da un‘analisi del bacino d‘utenza
che la Genova calcistica può offrire e ne analizza costi, ricavi, investimenti e fabbisogni
patrimoniali e finanziari. La squadra unica permetterebbe di concentrare le risorse con un impatto
inferiore per i singoli investitori, e vedrebbe il suo coronamento nella costruzione del nuovo stadio
(e della parte di residenziale e commerciale a corredo dello stesso, probabilmente su superfici
anche maggiori di quelle occupate dall‘impianto sportivo in sé).

Queste sul contenuto del business plan sono, ovviamente, solo supposizioni e ragionamenti
effettuati ex post, sulla base di quelle che sono poi state le tematiche e le discussioni emerse negli
anni successivi.

Ma il documento è esistito ed è circolato in Città.

Ai primi di luglio del 2001 la società Costa Edutainment propone un‘iniziativa che in parte
sembra rendere esplicito questo percorso, sebbene con un esito diverso relativo allo stadio,
presentando ―un grande progetto che parte dall‟ipotesi di ottenere la gestione dello stadio Luigi Ferraris e culmina
con l‟acquisto delle società di calcio di Genoa e Sampdoria, ciascuna delle quali manterrebbe la propria autonoma
identità, pur facendo capo alla stessa holding‖8. Per ovviare al divieto posto dalla Lega Calcio di avere due
squadre nella stessa categoria, l‘ipotesi progettuale prevede la fusione delle due squadre in una
sola iscritta nei campionati professionistici, mantenendo i due marchi separati per le giovanili. In
questo contesto Costa Edutainment chiederebbe la gestione dello stadio al Comune,
―adoperandolo per 300 giorni l‟anno con eventi di spettacolo, di musica e in generale di intrattenimento e
realizzando anche all‟interno punti di shopping, bar e quant‟altro adatto alla bisogna, si potrebbero ottenere
guadagni tali da sostenere anche le due squadre di calcio‖9.

A fine luglio 2001 Riccardo Garrone non è ancora divenuto azionista di riferimento della
Sampdoria ma conferma il suo interesse all‘ipotesi di lavoro. La premessa che lo muove è di natura
economico-gestionale: ―la Sampdoria, come del resto il Genoa, è stata molti anni in A, ma ora della massima
serie sono rimasti solo i costi e i ricavi sono meno della metà. Le società sono imprese economiche, il calcio è un
business basato sulla competitività e non si può essere competitivi con chi investe centinaia di miliardi. (…) E allora
eccola la ricetta del presidente della Erg: con una sola squadra si può tornare a grandi livelli e rimanerci,
riacquisendo pari dignità rispetto ad altre realtà calcistiche italiane” 10.

La reazione delle due tifoserie, sin dall‘inizio, è negativa, tanto che del progetto della fusione non si
sentirà più parlare: è possibile che se ne discuta ancora, a ―fari spenti‖, ma appare abbastanza
chiaro come non sia una strada percorribile.

Rimane invece aperto il tema dello stadio. Nuovo, ovviamente.

IL CAMBIO DI APPROCCIO: DUE SQUADRE FORTI IN UNO STADIO NUOVO. A TRASTA.
A gennaio del 2002 Riccardo Garrone, ormai in procinto di insediarsi al vertice della Sampdoria,
annuncia il suo progetto ‖Si tratta di un piano concreto (…) già verificato con
l‟amministrazione comunale, che prevede la demolizione del Ferraris, per procedere ad una
sistemazione di un quartiere, quello di Marassi, che non può sopportare oltre i disagi che comporta uno stadio di
calcio collocato nel proprio contesto urbano‖11. Il nuovo impianto sorgerebbe a Trasta.
Evidentemente il business plan del 2001 ha ricevuto riscontri positivi. Oltre ad evidenziare
argomenti sufficientemente convincenti da stimolare alcuni operatori economici a partecipare
all‘iniziativa, sembrerebbe aver ottenuto anche il gradimento dell‘Amministrazione comunale,
allora guidata dal Sindaco Giuseppe Pericu.

Quando nel febbraio 2002 Riccardo Garrone diviene proprietario della Sampdoria la sua
posizione in merito al progetto è molto chiara, in particolare per quelli che sono gli obiettivi dei
nuovi azionisti: ―«L'azionariato attuale può cambiare in relazione al programma di sviluppo
della Sampdoria e alla realizzazione del campo di Trasta. La compagine azionaria potrebbe essere
modificata in maniera sensibile con l'ingresso di gruppi internazionali, persone che mi hanno già contattato e
intravedono nella Sampdoria un buon business». (…) La Sampdoria deve muoversi, proporre fonti di guadagno. «E
lo stadio, a condizione che le Ferrovie siano disposti a vendere l'area e che ci giochi anche il Genoa, lo è. Realizzarlo
ha costi alti, 200-300 miliardi di lire, ci vogliono ritorni doppi»‖12.

La proposta di un nuovo stadio per Genova non è, in sé, originale. La grossa discontinuità rispetto
al passato è che, per la prima volta, c‘è un soggetto privato pronto ad impegnarsi in prima persona
e con capitali propri per questo obiettivo. Corrado Sannucci, giornalista di Repubblica, dà una
chiave di lettura particolare delle motivazioni che portano il Presidente Garrone a perseguire
questo obiettivo: ―Garrone adesso rilancia e cerca una nuova dimensione dell‟affare (l‘acquisto della
Sampdoria, ndr) anche perché, non volendo tirar fuori altri soldi, deve trovare soluzioni alternative per fare cassa.
Da qui l‟ipotesi di un nuovo stadio, a Trasta, in un‟area dismessa delle ferrovie o a Cornigliano, nelle ex acciaierie.
(…) Un progetto che ha bisogno della partnership del Genoa: conseguente il suo impegno per risolvere l‟agonia della
società rossoblù, per avere un socio forte e affidabile‖13. Tale spiegazione, che può apparire quasi irriverente
nella sua declinazione, non è però forse del tutto sbagliata, se si tiene conto delle dichiarazioni che
lo stesso Garrone farà qualche anno più tardi, legando in maniera inequivocabile la possibilità di
costruzione dello stadio alla sopravvivenza stessa della squadra di sua proprietà 14.

Nel periodo fra il 2002 e il 2003 anche il Genoa versa in condizioni critiche. Sottotraccia si muove
Stefano Zara, che sta cercando di raggruppare una cordata di imprenditori genovesi che possano
rilevare la Società.

La prospettiva della fusione sembra non interessare più.

Lo stesso Riccardo Garrone, anzi, dichiara di essere impegnato nel trovare una soluzione positiva
alla crisi del Genoa, ―perché la città, e soprattutto il progetto dello stadio a Trasta, con una grande cittadella dello
sport in Valpolcevera, ha bisogno di due squadre forti, che si alternino con la partita alla domenica e poi
successivamente aggiungano anche match europei, infrasettimanali, capaci di riempire l‟impianto e di
aumentarne l'utilizzo (…) Al momento stiamo aspettando che i proprietari dell'area, le Ferrovie, ce la
concedano. Poi affideremo lo studio di un progetto ai migliori professionisti. Io immagino negozi di articoli sportivi,
bar, attrezzature per altre discipline. Un impianto di proprietà può portare un extra utile, che aiuterebbe di molto il
bilancio delle due società‖15.

Ed è talmente convinto della necessità di salvare il Genoa da parlarne anche durante una visita al
ritiro della Sampdoria a Moena. Dispiaciuto perché l‘interessamento di Zamparini non si è rivelato
concreto (―è un uomo dalle grandi capacità, appassionato e determinato; con lui avremmo potuto senz'altro
realizzare la Cittadella dello Sport a Trasta”16) conferma il suo auspicio che la Sampdoria possa tornare
rapidamente in serie A, insieme al Genoa ―per creare, le due società insieme, un nostro stadio, con nostre
strutture, e formare un patrimonio comune non solo frutto del parco giocatori. Per fare questa cittadella è necessario
che le due squadre siano forti e competitive, magari in A e magari in Coppa Uefa: in questo caso i ricavi sarebbero
alti e doppi‖.17

Non sono, ovviamente, sentimenti ―sportivi‖. Probabilmente è il secondo scenario di lavoro
previsto dal business plan del 2001. C‘è sempre un secondo scenario (a volte anche un terzo!)
perché il business plan – se fatto bene - deve mettere in condizione l‘investitore di raggiungere il
suo obiettivo, sempre. O, quantomeno, deve rendere evidente il massimo rischio sostenibile prima
che l‘investimento possa creare dei seri problemi nel caso in cui non si possa realizzare secondo le
premesse ideali.

Nel febbraio 2003 l‘ipotesi di Trasta sembra tramontare. L‘area è di proprietà delle Ferrovie dello
Stato, che però non hanno mai dato una risposta concreta alla possibilità di vendita. Riccardo
Garrone annuncia di aver identificato un‘altra dislocazione per la Cittadella dello Sport: si tratta
dell‘area delle acciaierie di Cornigliano, recentemente sdemanializzata, ed in gestione alla società
Per Cornigliano Spa. Nonostante la destinazione d‘uso dell‘area sia produttiva e non sportiva,
forse per fare pressioni sul vero obiettivo(Trasta), dichiara ―Noi faremo una proposta agli azionisti della
società "Per Cornigliano", se non la riterranno adeguata, ci dovranno spiegare il perché‖18.


Nel giugno del 2003 il Genoa viene rilevato da Enrico Preziosi, poco prima che la società venga
dichiarata fallita.

La cordata degli imprenditori genovesi (i ―cespugli‖ che si muovevano ―a fari spenti‖), che aveva
trovato in Stefano Zara un punto di riferimento, non si è alla fine concretamente resa disponibile.
Il Genoa è ora nelle mani di un imprenditore non genovese. Una persona che non ha sicuramente
partecipato alla redazione del business plan.

LA LUNGA GESTAZIONE DEL PROGETTO DI SESTRI
Il 30 aprile 2004, nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, vengono presentati i risultati
di uno studio commissionato due anni prima dal Gruppo Immobiliare Giacomazzi sulle
possibili opzioni per la costruzione di uno stadio a Genova. ―Tutto nasce a fine 2002, quando il Gruppo
Giacomazzi commissiona ad un pool di tecnici guidato dal milanese Stefano Boeri (…) ed allo Studio genovese
Apice, uno studio su un impianto che sostituisca il Ferraris, giudicato da tutti vecchio e inadeguato anche dal punto
di vista urbanistico. Un impianto che non sia però solamente un campo di calcio: deve essere una struttura che si
autofinanzi, magari produca reddito, che sia vissuta anche quando non ci si gioca, che sia calata nella città, che
risponda pure alle esigenze di Genova. (…) Da 9 progetti originari (…) si passa ai quattro che saranno presentati
oggi: Trasta, Calata Sanità, l‟Isola più Marassi”19.

Lo studio, però, sembra dare un riscontro inaspettato, ripresentando fra le ipotesi la
ristrutturazione del ―Luigi Ferraris‖, i cui costi, anche nel caso di espansione verso le carceri (se le
aree da queste occupate dovessero essere lasciate libere), sono molto inferiori a quelli di una nuova
costruzione.
È interessante analizzare la sintesi della presentazione dei quattro progetti, così come appare
tutt‘oggi su alcuni siti internet specializzati. I paragrafi che seguono sono direttamente tratti dal sito
Archinfo.it20.

―A partire da alcune necessità urgenti che riguardano le infrastrutture per il calcio professionistico a Genova, si è
sviluppata una riflessione analitica e progettuale che ha considerato lo stadio non solo come un grande
contenitore di eventi sportivi sporadici, ma piuttosto come un edificio polivalente e
permanentemente attivo: un'occasione ed un volano per lo sviluppo della città. Questo studio presenta una
prima riflessione sui possibili scenari di sviluppo di Genova che potrebbero essere indotti dalla realizzazione di un
impianto sportivo polivalente: uno stadio che agisca come un fulcro e un attrattore di funzioni urbane dedicate al
tempo libero, al commercio, alla cultura ed allo sport. Si è cercato in particolare di rispondere ai seguenti
interrogativi: quali sono le caratteristiche di uno stadio moderno? Come può uno stadio
rispondere alle esigenze della città che lo ospita? Qual è l'offerta attuale di spazi sportivi
dedicati al calcio a Genova? Come progettare un nuovo polo calcistico a Genova? Quali
aree possono ospitare un polo calcistico polivalente? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi
delle aree individuate? Tra le molte aree inizialmente selezionate e studiate sono state scelte quelle che
offrivano maggiori vantaggi e opportunità per la città di Genova. I criteri di selezione delle alternative di
localizzazione del nuovo stadio polivalente, non sempre omogenei, ci hanno aiutato a circoscrivere la nostra scelta su
aree facilmente raggiungibili, centrali rispetto alle tendenze in corso di sviluppo della città,
potenzialmente capaci di tracciare il futuro sviluppo urbano e portuale, completando,
ridefinendo o avviando processi di trasformazione . Le 4 localizzazioni individuate - Trasta nella
Val Polcevera, Calata Sanità nell'arco portuale antico, un'isola sul colmo della Diga Foranea e l'attuale sede dello
stadio Luigi Ferraris a Marassi - offrono opportunità ed evidenziano problematiche diverse. Trasta e Calata Sanità
sono vasti suoli sostanzialmente artificiali, ciascuno di proprietà di un unico soggetto pubblico "specializzato"
(Ferrovie dello Stato, Autorità Portuale) facilmente accessibili dal sistema infrastrutturale della città. L'idea di uno
stadio polivalente a Calata Sanità introduce inoltre uno scenario potenziale di grande suggestione, legato al
completamento del sistema urbano del Porto Antico. L'idea di uno stadio-isola è quella di un progetto visionario, ma
indicativo di un possibile scenario di sviluppo della città, che non sottrae terreno ad altre attività. L'ampliamento
dell'attuale stadio di Marassi è infine l'idea del miglioramento radicale di una struttura e di una localizzazione che,
pur oggi non adeguate ai requisiti di sicurezza e di vivibilità per il quartiere, sono storicamente care alla città e
apprezzate dai tifosi.

Trasta: un nuovo edificio polivalente nella Val Polcevera
Al corso del Polcevera, da sempre contenitore di grande importanza per lo sviluppo della città, da prima come
riserva agricola poi come polmone di sfogo per la grande industria, si sono sovrapposti negli ultimi dieci anni tracciati
stradali e ferroviari di grande importanza extra-urbana, divenuti col tempo attrattori per grandi contenitori
commerciali. L'insediamento del nuovo stadio, sull'area dello scalo ferroviario di Trasta delle Ferrovie dello Stato che
ne prevedono la dismissione, si inserisce in questa logica di sviluppo, contribuendo ad arricchire le grandi funzioni
della Val Polcevera con una vera e propria cittadella dello sport. Il progetto prevede la costruzione di un grande
contenitore introverso, come una "scocca" adagiata tra la collina e il fiume che cattura i flussi e li raccoglie al suo
interno. Il nuovo organismo polivalente attrae intorno alle stadio di calcio una moltitudine di funzioni per il tempo
libero e per lo sport, legate da una ricca sequenza di spazi pubblici coperti ed all'aperto.

Marassi: una centralità ritrovata
Da sempre area preferenziale di ubicazione di servizi alla città, la Valbisagno ha letteralmente subito la
compresenza di una serie di funzioni di grande impatto e di scarsa o nulla qualità ambientale: il cimitero, il deposito
dell'AMT, i mercati generali, le carceri, lo stadio. Attività per altro costipate e compresse all'interno di un tessuto
residenziale molto denso. Ipotizzare il recupero dello stadio Luigi Ferraris e la sua riqualificazione come contenitore
polivalente significa innanzitutto trasformarlo in un luogo centrale e fulcro di servizi anche per la vita del quartiere.
Un progetto di riqualificazione che comprende necessariamente anche aree limitrofe allo stadio come le carceri, l'alveo
del fiume e la villa Musso Piantelli. Il progetto prevede due differenti livelli di intervento, riferiti sia al sistema
viabilistico e dei parcheggi (in modo da sgravare il quartiere da ondate squilibrate di automobili) sia ai problemi di
sicurezza legati all'accesso e alla fuoriuscita dallo stadio (attraverso la dotazione del piazzale antistante lo stadio di
un sistema di barriere fisse per l'afflusso e il deflusso degli spettatori). Il primo livello di intervento riguarda la
ristrutturazione del manufatto stesso dello stadio, attraverso l'inserimento chirurgico di alcune nuove funzioni
rispondenti alle nuove necessità e servizi e l'acquisizione e ristrutturazione della villa per eventi e servizi allo stadio
durante l'evento. Il secondo livello di intervento riguarda invece l'addizione di un nuovo corpo di fabbrica: un edificio
a L rovesciata - come un grande tetto attrezzato ed abitabile - a sbalzo sulla piazza antistante lo stadio che viene
ridefinita e trasformata in un nuovo luogo di aggregazione per il quartiere. All'interno della grande terrazza
panoramica sulla Val Bisagno e sulla costa urbana, si potranno localizzare funzioni commerciali, ludiche e
culturali, che faranno dello stadio polivalente un nuovo luogo centrale per l'intera città di Genova.

Calata Sanità: il completamento dell'arco del porto antico
Per Calata Sanità è possibile ipotizzare nei prossimi anni la continuazione di una progressiva trasformazione delle
banchine portuali specializzate in banchine di portualità allargata a funzioni urbane. Una trasformazione graduale
iniziata nell'arco del Porto Antico con le Colombiadi del 1992. L'eccezionale collocazione dell'area a conclusione
dell'arco portuale fa infatti di Calata Sanità l'anello mancante di un grande progetto di rifunzionalizzazione e
rivitalizzazione del bacino portuale e il suo terminale urbano; uno dei luoghi contemporaneamente più visibili e più
panoramici della città centrale rispetto a tutte le altre parti di Genova, collegata con le vecchie e con le future linee di
infrastrutturazione a livello urbano e regionale, l'area di Calata Sanità si presta a divenire un nuovo polo di
sviluppo di Genova. Un'area urbana e residenziale dotata di un grande Parco urbano e di strutture di servizio alla
Portualità (un distripark, una stazione marittima per crociere, spazi di ricovero e riparazione per yacht), oltre che di
grandi funzioni ricettive e per il tempo libero come - per l'appunto - il nuovo stadio polivalente e una seconda sede
dell'acquario di Genova. Una nuova parte di Genova, dove vita residenziale, lavoro e tempo libero potrebbero
riconciliarsi. Un polo urbano rivolto non solo alla città ma ad un'area geografica molto più vasta.

Isola/Stadio: un grande attrattore polivalente nei pressi della Diga Foranea
All'interno di un quadro di sviluppo dell'assetto viabilistico e portuale della città il progetto di un'isola artificiale
dotata di servizi ricettivi e per il tempo libero costituisce una eventualità da considerare con attenzione.
La costruzione di un'isola artificiale e delle sue necessarie infrastrutture di accesso, può infatti introdurre un nuovo
scenario nel sistema della mobilità pubblica e privata genovese, da sempre organizzato intorno a brani di viabilità
costiera che connettono i due assi di viabilità di fondovalle. In tal senso si completerebbe e meglio definirebbe la
presenza a Genova di due anelli concentrici di scorrimento: uno centrale, in continuo e perpetuo rinnovamento (il
sistema sopraelevata-tunnel), attorno la quale si organizza la città storica con le sue funzioni turistico ricettive; ed
uno più esterno (il tratto autostradale tra i due caselli genovesi, i tratti urbani di viabilità di fondovalle e il nuovo
asse viabilistico sulla diga foranea) bordato da grandi contenitori di servizio per lo sport, il commercio, il lavoro e la
produzione. La realizzazione di un'isola artificiale nei pressi della Diga Foranea, in prossimità della bocca di porto
realizzerebbe una condizione paesaggistica straordinaria, definendo la possibilità per un nuovo sguardo sulla città;
un controcampo inatteso, capace di svelare una nuova immagine di Genova. Un primo tassello per la futura
proliferazione di altri grandi contenitori acquatici posti lungo il bordo portuale.‖


Per qualche anno, il tema dello stadio nuovo sembra non destare più interesse, quantomeno non in
maniera ufficiale. È verosimile che questo periodo sia stato utilizzato per passare dall‘indagine
preliminare alla fase progettuale vera e propria, facendo anche i conti con le indisponibilità
manifestatesi per tre delle quattro aree identificate dallo Studio Boeri (Trasta, Calata Sanità, Isola).

A livello nazionale, anche a causa del ripetersi di episodi di violenza in occasione di partite di
calcio, vengono introdotte una serie di normative di sicurezza, che impegnano pesantemente anche
il Comune di Genova nell‘adeguamento del ―Luigi Ferraris‖ per consentire il regolare svolgimento
delle partite delle due squadre della Città. Per chi frequenta regolarmente lo stadio iniziano ad
apparire i seggiolini, i tornelli agli ingressi, le aree di pre-filtraggio.

L‘Amministrazione Comunale sembra però aver definitivamente metabolizzato l‘idea di uno stadio
nuovo. In un‘intervista di marzo 2006, l‘allora Assessore allo Sviluppo Economico e alle
Infrastrutture del Comune di Genova, Mario Margini, nel parlare dello sviluppo della
metropolitana cittadina, afferma ―Estendere la linea a San Martino e a Canepari è prioritario, mentre
l'estensione al Ferraris credo lo sia meno, alla luce dell'ipotizzato trasferimento dello
stadio di calcio‖21. Tre mesi prima che lo Stadio ―Luigi Ferraris‖ sia conferito in una società
contribuendo a formare la parte più significativa del capitale sociale della stessa (capitale sulla base
del quale il Comune sottoscriverà un aumento di capitale di AMIU), l‟Assessore allo Sviluppo
Economico sa già che lo stadio verrà trasferito. La sua è ben più di una mera ipotesi, perché
sulla base di questa idea si stanno indirizzando le strategie di sviluppo della mobilità urbana
cittadina.

NASCE SPORTINGENOVA SPA
Nel giugno 2006 (l‘iter è iniziato nell‘estate del 2005) il Comune di Genova delibera la
costituzione di SportInGenova Spa dove confluisce, fra gli impianti, anche lo Stadio ―Luigi
Ferraris‖. Una quota del capitale sociale, pari al 30% sarà detenuta da AMIU a seguito di un
aumento di capitale sottoscritto dal Comune mediante conferimento delle quote di
SportInGenova. In un‘intervista dell‘estate precedente, l‘allora Amministratore delegato di AMIU,
Pietro Antonio D‘Alema, aveva approfondito i motivi della scelta di AMIU come partner
industriale del progetto: ―Il Comune di Genova gestisce direttamente cinque impianti (lo stadio Ferraris, lo
stadio Carlini, la Sciorba, Lago Figoi e Villa Gentile) mentre altri cinquantuno sono gestiti da terzi in concessione.
Spero di chiudere entro l' anno l' accordo col Comune con la stessa logica di bagni comunali e farmacie: quando li ha
rilevati AMIU facevano acqua, adesso sono in attivo». Tradotto: aumenteranno i prezzi e ci saranno meno garanzie
per le società... «Traduzione sbagliata: esistono sprechi, esistono cattive gestioni, si possono risparmiare soldi in
acquisti mirati. Ma non è possibile che il privato, con lo sport, ci guadagni e il pubblico ci perda. Garantiremo le
fasce deboli e lasceremo alle società gli spazi gestiti in concessione. Ma, come si dice, guarderemo tutto con occhio
aziendale»‖22.

Nel giugno 2006 il Genoa ritorna in Serie B e l‘anno successivo in Serie A. Il business plan,
almeno nella parte che riguarda la fusione, viene riposto in un archivio. Può invece continuare il
secondo scenario, quello che prevedeva la presenza di un‘altra squadra forte che rimanesse in Serie
A e, possibilmente, si giocasse la possibilità di competere anche per traguardi europei.

Non è chiaro se lo studio commissionato da Giacomazzi Spa allo Studio Stefano Boeri a fine 2002
avesse sin dall‘inizio anche il Presidente Garrone come ispiratore. Ma questi è risoluto ad
affrontare e risolvere la questione dello Stadio al di fuori dell‘ipotesi di ristrutturazione del Luigi
Ferraris. Nel dicembre 2006 viene commissionata alla Comperio Research23 un‘indagine per verificare
l‘interesse da parte dell‘utenza imprenditoriale locale in merito all‘acquisizione di servizi all‘interno
dello stadio (quali, ad esempio, gli Sky box o le sale VIP). Si tratterebbe di un impianto da 32 mila
spettatori, parcheggi ed esercizi commerciali, destinato ad ospitare gli incontri della Sampdoria ma
aperto anche ad altri. Una volta terminato lo studio di fattibilità, il passo successivo sarà quello di
aggregare intorno al progetto altri soggetti, per rendere l‘ipotesi una realtà.

Nel frattempo il Sindaco Pericu conferma l‘esito positivo dei lavori che hanno sancito la definitiva
messa a norma del “Luigi Ferraris” e l‟ottenimento del certificato di agibilità24 che risolve
definitivamente (dopo 17 anni!), il problema delle deroghe settimanali rilasciate per giocare. E, nel
commentare l‘esclusione iniziale di Genova come sede prescelta ad ospitare alcune gare in caso di
assegnazione di Euro 2012, sostiene che ―la scelta di escludere per ora Genova tra le possibili sedi degli
Europei 2012 ha esclusivamente un sapore geopolitico. Sono convinto che, ultimati questi lavori, il Ferraris sia uno
stadio gioiello, uno dei migliori d‟Italia. E spero vivamente che la Federcalcio torni sulla sua decisione‖25. Occorre
chiedersi come questa affermazione si concili con quella dell‘Assessore Margini, rilasciata solo 9
mesi prima, relativa allo spostamento dello stadio.

Nel febbraio 2007, alle primarie del PD per le elezioni comunali, Marta Vincenzi ottiene il 60%
delle preferenze, superando Stefano Zara, ex presidente di Assindustria Genova sostenuto, fra gli
altri, da Riccardo Garrone. La Vincenzi diventerà, qualche mese dopo, Sindaco di Genova.

IL PROGETTO DELLO STADIO DI SESTRI
Nella primavera del 2007 arriva la svolta. Le idee formulate nel 2002 diventano concrete: il 27
maggio 2007, alla Fiera di Milano, nell‘ambito dell‘evento ―Eire Expo Real Estate‖, viene presentato
il progetto dello Stadio di Sestri Ponente. Il fatto avviene a pochi giorni dalle elezioni per il Sindaco
di Genova e la scelta non è casuale: ―Vogliamo che i due candidati a sindaco di Genova dicano la loro prima
delle elezioni‖26 .

Promotore dell‘iniziativa sarà la Forum Liguria Srl, che nasce come società controllata dalla San
Quirico Spa (holding delle famiglie Garrone/Mondini, che detiene fra l‘altro la partecipazione di
controllo in Sampdoria Holding Spa e, per il tramite di questa, nella UC Sampdoria Spa) con il
58%. Al capitale sociale partecipano anche la Foruminvest Italia Spa (filiale italiana di una società
olandese specializzata nella realizzazione di centri commerciali) con il 38%, Giacomazzi Spa con
il 2% e Nicholas Gancikoff (leader della Sport Investment Group, società di consulenza dei club
per la realizzazione di nuovi stadi). Più recentemente l‘azionariato di Forum Liguria è cambiato:
attualmente la società vede le sue quote equamente suddivise fra San Quirico e Foruminvest
Italia27.

Il Presidente Garrone evidenzia da subito l‘importanza del progetto, sposando appieno le
argomentazioni di quanti, Lega Calcio in testa, ricordano come il futuro delle squadre di calcio e la
loro indipendenza economica siano fortemente influenzati dalla proprietà dello stadio in cui
operano.


Ecco la sintesi del progetto presentato, così come appare sul sito dell‘Arch. Stefano Boeri28.
―Il Nuovo Stadio per Genova è concepito come un complesso multifunzionale che include un moderno stadio di calcio
per circa 35.000 spettatori, pensato per essere in regola con tutte le nuove norme di sicurezza UEFA; 40.000 mq
di commercio, servizi, parcheggi e nuovi spazi pubblici. La particolarità del nuovo stadio è la sua articolazione su tre
diversi livelli di suolo, tutti abitabili: la quota del campo da calcio, quella differenziata delle gradinate e quella
sospesa nel vuoto della grande copertura abitabile, che ospiterà circa 5.000 mq di servizi ricettivi e commerciali e che
sarà accessibile al pubblico anche quando non è in corso l‟evento calcistico. Anche all‟esterno il nuovo stadio sfrutterà
questa sua articolazione, per piani verticali, attraverso una serie di percorsi pedonali in quota che lo collegheranno
alla nuova stazione ferroviaria, alla funivia per Erzelli e all‟aeroporto, passando per la grande copertura verde del
centro commerciale. Il progetto del Nuovo Stadio per Genova è localizzato a Sestri Ponente, in un contesto urbano di
grandi potenzialità di trasformazione. Le previsioni di realizzazione del nuovo porto turistico, l‟esistenza del polo
tecnologico dell‟IIT agli Erzelli e la riqualificazione dell‟area delle acciaierie Riva, consentono di immaginare un
contesto di grande sviluppo e dinamicità, entro il quale la costruzione dello stadio rappresenta un elemento di
articolazione e concentrazione. Il necessario potenziamento della rete infrastrutturale e la realizzazione di connessioni
pedonali correlate all‟impianto sportivo, si prospettano come un‟importante risorsa per ordinare tutti gli interventi
previsti, mentre le preesistenze, come nel caso dell‟aeroporto Cristoforo Colombo, sono assunte come importanti risorse
per la valorizzazione di nuove relazioni urbane per questa parte della città. La favorevole posizione del sito
nell‟ambito dell‟area metropolitana e le trasformazioni che vi sono in corso, consentono in questo modo di anticipare
che la realizzazione del progetto per il Nuovo Stadio per Genova promette di costituire un nuovo forte elemento di
centralità urbana per Genova.

Incarico:                                    Studio di fattibilità       Anno:                         2003 (on going)
Promosso da:              Golfo s.r.l. e Foruminvest Italia s.r.l.       Committente:                 Giacomazzi s.p.a.
Superficie costruita:
            stadio:                                 26.000 m             piscina:                            7.000 mq
            commercio:                             18.000 mq             sala concerti:                      4.000 mq
            hotel:                                 12.000 mq             museo del design:                   3.500 mq
            darsena:                                7.000 mq             parcheggio:                        80.000 mq
costi di costruzione:                       Euro 212.000.000             opere pubbliche:             Euro 72.000.000
Progetto architettonico:
BOERISTUDIO (Stefano Boeri, Gianandrea Barreca, Giovanni La Varra) e Studio Apice (Alessandro
Cristalli, Alessandra Zuppa) in collaborazione con T.T.A S.r.l., Sport Investment Group S.r.l, A. Valentini,
Studio Legale Giorni e Studio Legale Ghibellin.‖

Lo stadio di Sestri Ponente sembra rispecchiare appieno le caratteristiche dello stadio del futuro,
perché si presenta come impianto:
 multifunzionale, collegato ad un centro commerciale, capace di attirare un‘utenza slegata dal
   circuito del calcio e dall‘appuntamento settimanale da questo discendente;
 moderno, anche se di dimensioni più contenute rispetto a quelle attuali del ―Luigi Ferraris‖, in
   grado di garantire quel comfort oggi non esistente e rispondente ai requisiti UEFA per
   l‘accreditamento dell‘impianto ai fini delle competizioni europee;
 capace di incrementare i ricavi della squadra di calcio che ne detiene la proprietà, integrando in
   maniera significativa i ricavi esistenti e garantendo così, nell‘immediato e per il futuro, una
   maggiore solidità patrimoniale.
Per qualche tempo del progetto non si parlerà in maniera esplicita, ma è iniziato il conto alla
rovescia, che porterà ai fatti dell‘estate 2009.

IL “LUIGI FERRARIS” IN VENDITA?
Nelle linee programmatiche del Comune approvate dalla nuova amministrazione (Sindaco Marta
Vincenzi) nel settembre 2007, si inizia a parlare in maniera esplicita della vendita dello stadio
“Luigi Ferraris”, senza lasciare spazio ad altre alternative. Nella scheda ―Ripensare e progettare
l‟impiantistica sportiva‖ si declina anche l‘iter previsto per portare a termine l‘obiettivo prescelto:
―Individuazione dell‟iter amministrativo per l‟eventuale vendita dello stadio Luigi Ferraris: (1) Criteri di scelta:
studio e valutazione dell‟eventuale tipologia dei criteri da inserire in un eventuale atto di vendita; (2) Controllo della
tempistica: monitoraggio e verifica dei tempi dell‟iter amministrativo per l‟eventuale vendita; (3) Assicurare il ritorno
dell‟investimento: accertamento dell‟investimento acquisito”29.

Non si parla (ancora) di un nuovo stadio, ma della vendita del ―Luigi Ferraris‖ a terzi,
verosimilmente perché lo gestiscano e si facciano carico dei relativi oneri.

A partire dal settembre 2008 il Comune di Genova, per il tramite del Sindaco Vincenzi e
dell‘Assessore allo Sport Pastorino, inizia a porre pubblicamente il problema del ―Luigi Ferraris‖.
Per la prima volta viene data anche una precisa indicazione politica: il Comune di Genova non
ha più intenzione di proseguire con la gestione diretta dello stadio, come chiaramente detto
dall‘allora Assessore Pastorino: ―Non ci sono segreti. La scelta di vendere un bene come lo stadio Ferraris, che
non serve alla promozione sportiva essendo riservato al calcio professionistico, è stata definitivamente presa da tempo.
I costi sono eccessivi: basti pensare che il dovuto adeguamento alla normativa UEFA azzera in un colpo solo le
quote versate da Genoa e Sampdoria. Il piano è quello della vendita ed è inevitabile che dalla parole si passi ai
fatti‖30.

Qualche giorno più tardi la stessa Vincenzi estende ulteriormente il concetto, anche immaginando
una possibile alleanza con le iniziative per l‘Expo 2015 di Milano: ―Sì, il Ferraris non va bene.
Credo che si possa dire con chiarezza – commenta il sindaco – aldilà del tifo e dei tifosi, aldilà della battaglia per la
fede calcistica. Quell‟impianto deve essere superato. Perché sarà anche bellissimo dal punto di vista estetico, osservato
dal suo interno. Ma visto da fuori è un unicum nazionale pericoloso. Così in mezzo alla città e
alle case, a un quartiere popoloso e frequentato, addirittura così vicino a un fiume che ogni
vent‟anni esce dai suoi argini”31.

Dall‘ipotesi di vendita dello stadio si è passati, direttamente, alla sua sostituzione con un nuovo
impianto.

La cosa che lascia stupiti delle dichiarazioni del Sindaco è l‘assoluto contrasto con le affermazioni
espresse solo due anni prima, nell‘illustrare il proprio programma elettorale: "(La demolizione dello
stadio Ferraris) è un'ipotesi che non va presa in considerazione per molti motivi alcuni dei quali mi sembra
opportuno sinteticamente indicare. Anzitutto perché lo stadio Ferraris è parte della storia della nostra città
ed è stato palcoscenico di moltissimi eventi che sono nel patrimonio storico del calcio italiano che,
giova sempre ricordarlo, è nato a Genova. Altra considerazione è che stiamo parlando di uno stadio di tipo
inglese in cui il calore del pubblico e le sue coreografie si evidenziano in modo particolare riuscendo ad essere per la
squadra di casa un vero e proprio dodicesimo giocatore in campo. Poi perché oggi, finalmente, il Ferraris è a
norma ed è quindi idoneo ad ospitare qualsivoglia incontro di calcio a livello
internazionale. In questo senso, tra l'altro, vi è una concreta possibilità che la Nazionale a breve venga a
disputare un incontro valevole per le qualificazioni dell'Europeo 2008. Tra l'altro i giocatori della nazionale hanno
in più occasioni dichiarato di gradire fortemente giocare al Ferraris sia per la tipologia dell'impianto che per il calore
del pubblico genovese. Inoltre è uno dei primi stadi italiani ad essere in regola con le onerose e
complesse prescrizioni di cui ai decreti Pisanu. Penso quindi che non vi sia proprio nessuna
ragione razionale che porti ad ipotizzare una demolizione del Luigi Ferraris "32.
Tale cambiamento di posizione potrebbe sembrare curioso al cittadino genovese che avesse votato
il Sindaco alle elezioni, giacché nel suo programma elettorale la salvaguardia del Ferraris era invece
un punto ben evidenziato. Se non è impossibile pensare che un candidato, successivamente alla
propria elezione e preso atto delle contesto effettivo, possa variare idea su alcuni singoli punti,
sarebbe probabilmente opportuno chiarire ai cittadini (e soprattutto ai propri elettori) che un
cambiamento c‘è stato e specificare le ragioni alla base dello stesso. Renderebbe tutto più semplice
e, forse, faciliterebbe la comprensione da parte del cittadino di ciò che avviene all‘interno
dell‘Amministrazione Comunale.

Il 24 ottobre 2008 l‘Assemblea degli azionisti di SportInGenova (Comune, AMIU) incarica il
Consiglio di amministrazione di procedere alla nomina di un perito per la valutazione degli
impianti di proprietà33. Non si parla solo del ―Luigi Ferraris‖, ma lo stadio è il cespite più
importante, attraverso la cui vendita il Comune si aspetta di ottenere risorse per la sistemazione
degli altri impianti sportivi.

Come è possibile pensare che lo stadio, ceduto a privati, possa iniziare a produrre reddito se nei
primi 18 anni di vita apparentemente ha prodotto delle perdite? Nella seconda parte del libro si
cercherà di analizzare i costi del ―Luigi Ferraris‖, ma per ora occorre seguire il ragionamento così
com'è stato fin qui proposto:
 lo stadio produce perdite;
 lo stadio impone continui investimenti per l‘adeguamento alle normative nazionali ed
   internazionali;
 lo stadio non ha aree sfruttabili.

Perché un privato dovrebbe partecipare a una gara per il suo acquisto e la sua gestione?

Interessante l‘interpretazione dei fatti del giornalista Massimo Calandri in un articolo su ―La
Repubblica‖ del 17 novembre 200834: “(…) questa che state per leggere è la sostanza della storia. Genoa e
Sampdoria sono pronte a dire addio allo stadio Luigi Ferraris. Troppo vecchio ed oneroso, fuori tempo per le nuove
regole – commerciali, in particolare – dell‟odierno football. Il Comune a sua volta è pronto a vendere la struttura ad
una società che può mettere sul tavolo un piano inattaccabile: un parco urbano e magari ancora una discreta
struttura sportiva che possa accontentare il quartiere, più un complesso residenziale. Due torri, per lasciare più
spazio possibile a verde e sport. Con tanti appartamenti. Nelle casse dell‟amministrazione entrerebbero 35 milioni di
euro, il valore stimato della struttura da radere al suolo. (…) E le squadre di calcio? Via libera ad un nuovo
stadio, con preferenza per il progetto presentato a suo tempo da Garrone per Sestri Ponente. (…) Messo in questi
termini, il Progetto pare accontentare tutti o quasi. (…) Questa è la storia cui stanno lavorando in gran segreto dal
passato settembre‖.

La risposta, forse, è tutta qui: l‘interesse di rilevare la proprietà dello Stadio ―Luigi Ferraris‖ nasce
dalla disponibilità del Comune di variare la destinazione d‟uso dell‟area (proprio nel 2009
inizierà la rivisitazione del Piano Urbanistico Comunale), consentendo all‟acquirente di
demolire lo stadio per realizzare un‟operazione immobiliare i cui proventi, uniti a quelli
derivanti dalla costruzione del complesso stadio/centro commerciale di Sestri,
servirebbero a rendere appetibile e redditizia l‟operazione.

L‘architettura dell‘operazione è coerente con il Disegno di Legge sull‘impiantistica sportiva, che
introduce, fra le sue varie previsioni, una semplificazione delle procedure amministrative per la
costruzione di nuovi impianti e la possibilità di rendere disponibili ai soggetti promotori
dell‘investimento aree anche non attigue a quella di costruzione del nuovo impianto, per
investimenti di natura commerciale che consentano di raggiungere un equilibrio per la realizzazione
di quello principale35.

Il Sindaco Marta Vincenzi conferma: ―lo stadio Ferraris è ufficialmente in vendita. Il Comune è aperto a
valutare tutte le ipotesi. Questo è un momento molto delicato. La cosa fondamentale è che venga garantita la
massima trasparenza nelle procedure‖36. Nella stessa occasione il Sindaco precisa due condizioni
irrinunciabili e cioè ―che non si tratti solo di un investimento per interessi privatistici (e che) Genova non può
avere due stadi per le sue squadre di calcio. Genoa e Sampdoria continueranno a giocare in una sola struttura‖.

Nella stessa intervista del 18 novembre, mentre il Sindaco annuncia la volontà di superare il ―Luigi
Ferraris‖, l‘Assessore Pastorino introduce, al contrario, una forte discontinuità rispetto al quadro di
precarietà e irrecuperabilità dello stadio, contestando che sia vecchio e inadeguato: ―Siamo in
grado di adeguare lo stadio alle richieste Uefa. Nuove poltroncine, spogliatoi sotto le tribune e Skybox,
i palchi. L‟importante è che i club ci dicano chiaramente se vogliono restare qui o hanno intenzione di andarsene fra
pochi anni (…). Ha solo 18 anni. E non pesa sul bilancio di SportInGenova. Quest'anno il passivo è
superiore di poco ai quattrocentomila euro. Ma perché abbiamo sulle spalle una serie di interventi recenti. E perché
ad ottobre Genoa e Samp erano ancora in debito di un milione e mezzo di euro―. Parlando delle possibilità di
sfruttamento delle strutture anche per il merchandising, aggiunge: ―Noi potremmo appoggiarci a Villa
Piantelli. E poi, a Marassi siamo in grado di organizzare degli eventi che potrebbero farci respirare economicamente.
Dei concerti musicali, ad esempio. (…) Come Assessore allo sport ho il dovere di tutelare l‟impianto attuale.
Naturalmente so bene che c‟è un progetto portato avanti da alcuni privati. Prima di parlare di torri per
appartamenti vorrei però ricordare che in quella zona ci sono dei vincoli.―37.

Questa posizione, se possibile in maniera ancora più marcata, era già stata anticipata in Consiglio
Comunale nella seduta pubblica del 21 ottobre 2008. Rispondendo ai Consiglieri in merito
all‘ipotesi di vendita dello stadio: l‘Assessore Pastorino aveva precisato che l‘intenzione
dell‘Amministrazione comunale era ―che il Luigi Ferraris rimanga un impianto destinato allo
sport e al calcio professionistico. (…) Io credo che ci possano essere ipotesi che l‟Amministrazione possa
mettere in campo dove quell‟impianto, con opportuni adeguamenti, e quindi riconoscendo la possibilità di svolgere
quelle mansioni che sono oggi necessarie alle società professionistiche (parlo del merchandising, della rappresentanza,
della mausoleità, dell‟ospitalità, ecc.) possa essere un impianto fortemente reddituale. Questa è la convinzione
dell‟Amministrazione e l‟offerta che viene fatta a eventuali acquirenti è quella di uno stadio
con gli ammodernamenti necessari per poter soddisfare quello che è lo sport
professionistico (…) ovvero un impianto che potrà essere utilizzato per l‟intero periodo, eventualmente per tutti
i giorni‖38.

Non è la prima volta che l‘Assessore Pastorino si espone fuori dal coro a difesa dell‘idea di
mantenere lo Stadio ―Luigi Ferraris‖. Accadrà per l‘ultima volta a maggio del 200939. Due mesi
dopo sarà sostituito.

Nell'ottobre 2008, le opzioni politiche sul tavolo sembrano essere due:
 Il Sindaco Vincenzi sembra rassegnata alla sparizione dello stadio, perché ragiona in un‘ottica
  nella quale ci sarà un nuovo impianto a Genova (verosimilmente il progetto di Sestri) mentre
  l‘area oggi occupata dal ―Luigi Ferraris‖ sarà venduta (al promotore del progetto del nuovo
stadio?) per consentire un‘operazione di riqualificazione urbana del quartiere. Bisognerebbe
  capire quanta parte di nuovo residenziale sia prevista nel concetto di ―riqualificazione urbana‖.
 L‟Assessore Pastorino sembrerebbe invece rappresentare una scelta da parte
  dell‘Amministrazione Comunale tesa a vendere l‘impianto a un soggetto terzo, preservando
  però il ruolo del ―Luigi Ferraris‖ come stadio della città. Si intuisce però una disponibilità a
  favorire interventi di recupero dello stadio che lo possano modernizzare, soprattutto per
  favorirne uno sfruttamento commerciale;

Quale la posizione ufficiale della Giunta Vincenzi sull‘argomento?

Quello che si capisce chiaramente è che l‘operazione del nuovo stadio così come proposta serve
agli attuali proprietari delle squadre per mitigare o azzerare il loro investimento nel mondo del
calcio. Uno dei due, Riccardo Garrone, si è esposto in prima persona finanziando e difendendo il
progetto. L‘altro, Enrico Preziosi, è schierato su una posizione più attendista e non sembra
rivolgere le sue attenzioni prioritarie all‘argomento.

Il 13 gennaio 2009 il Consiglio Comunale di Genova approva gli ―Indirizzi di Pianificazione‖40
prodromici alla predisposizione del nuovo Piano Urbanistico Comunale (PUC). Il Consiglio
Comunale esorta a ―costruire sul costruito là dove il territorio lo consenta‖ e considera ―prioritario
indirizzare le trasformazioni urbane, con particolare riguardo ad interventi di
ristrutturazione, riconversione, sostituzione e trasferimento di edificabilità sul tessuto
costruito esistente”. Nel paragrafo che si occupa delle ―aree dismesse o dismettibili‖ (che per analogia
possiamo applicare anche a Sestri) si dice anche che ―particolare attenzione dovrà essere rivolta alle
esigenze di consolidamento e localizzazione industriale che rappresentano opportunità di
radicamento e di sviluppo produttivi ed occupazionali‖.

Parrebbe che i criteri cui il PUC dovrà orientarsi siano più coerenti con un recupero del ―Luigi
Ferraris‖ piuttosto che non con il progetto dello Stadio di Sestri. Questo non tanto, o non solo, per
il riferimento al ―costruire sul costruito‖ ma, soprattutto, per la scelta di dare priorità ad iniziative
di localizzazione di tipo industriale più che commerciale/terziario.

ABBATTERE LE CARCERI PER RISTRUTTURARE IL “LUIGI FERRARIS”?
Nello stesso mese di gennaio 2009 appare sul sito della Fondazione Genoa un comunicato41 che,
prendendo spunto dalla notizia in base alla quale il Ministero della Giustizia starebbe per varare un
―Piano Nazionale per le Carceri‖, sollecita il Comune di Genova e le altre istituzioni ad attivarsi per
favorire lo spostamento delle carceri dal quartiere. ―La Fondazione Genoa vede in questa notizia
un‟importante occasione per una felice nuova sistemazione, secondo quanto sempre da essa auspicato, della zona di
Marassi nella quale attualmente coesistono le Carceri e lo Stadio Luigi Ferraris. La costruzione di un nuovo
moderno carcere in un‟area periferica da identificarsi convenientemente consentirebbe di
soddisfare fondamentali esigenze di civiltà, creando finalmente un ambiente vivibile per i
reclusi. E, nello stesso tempo, una risistemazione complessiva della zona consentirebbe di
creare le condizioni per un‟integrazione ottimale tra lo stadio e il quartiere . In questo quadro
potrebbe collocarsi una ristrutturazione dell‟impianto sportivo che, conservandone i valori architettonici e di impatto
spettacolare ed emotivo generalmente apprezzati, lo arricchisca di potenzialità commerciali e reddituali. Quali che
siano le soluzioni che possano al riguardo prospettarsi in merito alla progettualità finanziaria e all‟identificazione dei
soggetti, pubblici o privati, che possano essere i protagonisti dell‟iniziativa, crediamo che questa sia la vera via per
affrontare, nel medio e lungo termine, il problema posto dall‟Amministrazione Comunale dell‟economicità della
gestione dell‟impianto sportivo‖.

Il tema dello stadio e quello delle carceri sono fortemente connessi, in quanto rappresentano
indubbiamente due ―servitù‖ nel quartiere. Un eventuale spostamento delle carceri (del quale si
parla da anni, e che sarebbe opportuno per motivi ben più importanti di quelli sportivi)
risolverebbe anche il problema del ―Luigi Ferraris‖, rendendo disponibili spazi per uno sviluppo
dell‘impianto verso quella logica di multifunzionalità con la quale era stato in origine concepito e
che viene posta alla base della progettazione dei moderni impianti sportivi.


A seguito dell‘incidente accaduto ad un tifoso genoano dopo la partita Genoa-Fiorentina del 15
febbraio 2009 riprendono le polemiche sulla sicurezza dell‘impianto. Il ―Luigi Ferraris‖ rispetta la
normativa nazionale in termini di requisiti di sicurezza, ciononostante la sua ubicazione all‘interno
della città comporta dei problemi addizionali che devono essere affrontati e risolti (non ultima la
difficoltà di manovra dalle aree riservate dei pullman delle squadre). Occorrerebbe capire se le
carenze strutturali siano tali da impedire (o rendere eccessivamente onerosa) una ristrutturazione
dell‘impianto oppure se esista una soluzione, anche partendo dalle possibilità di riassetto dell‘area,
anche successiva ad un ipotetico spostamento delle carceri cittadine.

La domanda però non sembra essere mai posta in questi termini: l‘informazione veicolata è che
l‘attuale stadio porta delle perdite ed una sua ristrutturazione non potrebbe comunque renderlo
conforme alla normative nazionali e UEFA: è quindi necessario costruirne uno nuovo.
Infatti, si prosegue nel ragionamento, in caso di successo dell‘Italia nella candidatura come nazione
ospitante di Euro 2016 ci potrebbe essere la possibilità di intercettare fondi pubblici per
ristrutturare il ―Luigi Ferraris‖ ma, considerando che lo stadio non può essere messo a norma,
diventa necessario trovare un‘altra soluzione, un‘altra ubicazione, anche approfittando del fatto che
il Comune sta lavorando sulla revisione del Piano Urbanistico Comunale.

Di fronte a tale argomentazione, qualunque cittadino si sarebbe convinto che il romanticismo e il
rispetto della storia devono fare i conti con la praticità. È inutile continuare a spendere denaro
pubblico per un impianto che non avrebbe mai rappresentato la soluzione definitiva. Oltre che
inutile, è anche controproducente nel momento in cui un soggetto privato si era reso disponibile a
intervenire per la costruzione di un nuovo impianto.

Sul tema della redditività, forse, si sarebbe dovuto dire che è SportInGenova a generare delle
perdite e che, all‘interno della stessa, lo Stadio ―Luigi Ferraris‖ è la struttura più vicina al punto di
equilibrio. E, soprattutto, che tutto ciò era previsto già dal momento in cui si era deciso di
costituire la società42. Forse questa interpretazione non era funzionale allo scopo.

Ma il ―Luigi Ferraris‖ è così strutturalmente inadeguato da non consentire neanche di prendere in
considerazione l‘ipotesi di una sua ristrutturazione? Oppure (come sosteneva Calandri) il giro
d‘affari generato dalla costruzione di un nuovo Stadio è tale da interessare e soddisfare tutti gli
attori in causa, aldilà della vera convenienza per la Città?

Lo stesso progettista del nuovo stadio di Sestri, l‘architetto Stefano Boeri, sembra dubbioso in
merito all‘abbattimento del ―Luigi Ferraris‖. In un‘intervista del mese di novembre 2008 43 afferma,
fra l‘altro che ―Quando la Sampdoria mi chiese un progetto di un nuovo stadio, confesso che prima cercai di capire
se si potesse venirne fuori, intervenendo su Marassi. Certo, l‟impianto è costoso e vecchio sotto il profilo della
sicurezza, con le normative UEFA, che sono diventata rigidissime. Però dal punto di vista architettonico resta uno
degli stadi più belli che ci siano in Italia e ha una storia che non si può cancellare. Io credo che sarebbe un'offesa alla
città buttarlo giù‖. Nel seguito dell‘intervista, parlando della difficoltà italiana di avere stadi di
proprietà delle società, introduce un concetto in controtendenza rispetto a quello che si legge sulla
stampa, sostenendo che ―certamente la lentezza della burocrazia svolge un ruolo piuttosto pesante. (…) Però, io
starei sempre attento a ricordare che in Italia l‟approccio al calcio non può essere lo stesso che c‟è negli Stati Uniti o
comunque anche in Inghilterra. (…) Bisogna andarci piano sotto questo aspetto, così come nell‟ideazione dei nuovi
impianti. Va bene che siano multifunzionali, però, non dimentichiamoci mai che il clou è la partita. Io, ad esempio,
nel progetto di Sestri le strutture commerciali le ho previste, però fuori dall‟impianto‖.

Alla fine di aprile 2009, complice anche la necessità di dover ottenere la licenza UEFA per giocare
le competizioni europee, Genoa e Sampdoria firmano il rinnovo della convenzione con
SportInGenova. Viene stabilita una durata biennale, ad un canone di 1 milione di Euro per ogni
squadra oltre ad una compartecipazione alle spese per le opere straordinarie. Viene in sostanza
replicato, pur senza la forma giuridica del consorzio, l‘assetto che è utilizzato, ad esempio, a Milano
per la gestione di San Siro44.

L‘argomento del nuovo stadio ritorna prepotentemente alla ribalta il 21 maggio 2009. Al
Presidente Preziosi, ospite della trasmissione ―We are Genoa‖ sulla rete televisiva Telenord, viene
posta una domanda sulla vicenda dello stadio, probabilmente aspettandosi un‘ennesima conferma
della linea fino a quel giorno tenuta (e, cioè, che lui intendeva rispettare il sentimento della tifoseria
genoana che non intendeva spostarsi dal ―Luigi Ferraris‖).
Invece la risposta non è quella attesa:―Il tifoso genoano si deve rassegnare, anche se il Ferraris è lo stadio dei
ricordi. Ma una società che vuole essere proiettata verso traguardi importanti deve evitare di farsi condizionare dal
romanticismo. C‟è un solo modo per continuare a utilizzare il Ferraris: spostare le carceri . In
caso contrario, anche se so benissimo che molti tifosi non saranno d‟accordo con me, ne serve uno nuovo‖45.
La posizione sembra chiara: se non è possibile procedere al ripensamento dello Stadio ―Luigi
Ferraris‖ attraverso il recupero dell‘area oggi occupata dalle carceri cittadine, sarà necessario dotarsi
di uno stadio nuovo.

Anche l‘Assessore Pastorino conferma: ―Sono perfettamente d‟accordo con Preziosi che il problema principale
dello stadio di Marassi è costituito dalla vicinanza dell‟istituto di pena. (…) È quella la vera servitù del quartiere,
non lo stadio, e bisogna fare pressioni sul Governo, tutti insieme (società sportive e istituzioni), affinché il carcere sia
finalmente trasferito. In questo modo molti dei problemi che segnala Preziosi potrebbero essere risolti. Non solo ci
sarebbero gli spazi per ricavare nuovi parcheggi ma si potrebbero anche realizzare nuovi volumi di varia natura per
accrescere la redditività del complesso‖46.

Pochi giorni dopo, la Regione Liguria si schiera apertamente per sollecitare il Governo in merito
allo spostamento delle carceri. Nasce anche un piccolo incidente ―istituzionale‖ fra Sindaco e
Presidente della Regione, con la prima che tende a precisare che la scelta sul tema dello stadio sia
prerogativa del Comune di Genova47.

Il problema del carcere di Marassi, che era già vivo a fine anni ‘80, viene però così svilito da tema
di civiltà (per le condizioni in cui versano i carcerati) a conflitto di competenze fra le istituzioni
locali. Probabilmente questo è uno dei motivi per i quali, pur nel rispetto delle prerogative dei vari
Enti Pubblici preposti, non si riesce ad affrontare in maniera costruttiva. Eppure le problematiche
derivanti dalla prossimità delle carceri con lo Stadio sembrano non interessare in maniera
particolare. Potrebbe essere un‘occasione, indipendentemente dal futuro del ―Luigi Ferraris‖, per
alleggerire la Bassa Valbisagno da quelle che sono definite delle ―servitù‖.

Nonostante le dichiarazioni compatte delle istituzioni locali, Regione e Comune in testa, nel Piano
che il Governo predisporrà a ottobre 2009 l‘ipotesi di spostamento del carcere di Marassi (ventilata
durante il governo Prodi) viene dimenticata a favore della creazione di un carcere leggero, da 400
posti, da aggiungere a quello esistente48.

La problematica sembra offrire un‘importante argomentazione ai soggetti promotori del nuovo
stadio: se è vero che fino a che le carceri non verranno ricostruite altrove non sarà possibile
mettere mano ad una seria ristrutturazione dello Stadio ―Luigi Ferraris‖, allora è bene cercare di
identificare quanto prima un sito per il nuovo stadio. Considerati i tempi decisionali medi della
politica l‘impasse infrastrutturale è destinata a durare qualche lustro. Questa apparente pregiudiziale
negativa rimarrà viva fino a quando lo studio della Fondazione Genoa 1893 non dimostrerà che la
ristrutturazione è possibile indipendentemente dallo spostamento delle carceri.

Ai primi di luglio 2009 l‘Assessore allo Sport Pastorino lascia le deleghe sullo Sport e viene
sostituito da Stefano Anzalone. Inizia (non per responsabilità del nuovo Assessore, ovviamente)
quello che fino ad oggi è stato il periodo di massima attenzione e scontro sul tema dello stadio di
Genova e che vedrà contrapporsi le tre soluzioni: Sestri Ponente, la Colisa, la ristrutturazione dello
Stadio ―Luigi Ferraris‖.

Approssimandosi il momento nel quale va formalizzata la candidatura dell‘Italia per i Campionati
Europei di Calcio del 2016 accelerano le procedure per la scelta delle città che l‘Italia avrebbe
inserito nel dossier da presentare all‘UEFA.
Occorreva passare dalla fase progettuale a quella operativa, cosa che avviene nel luglio 2009,
quando Riccardo Garrone appone la sua firma su una Lettera di Intenti con il Comune di Genova
che definisce un‘ipotesi di percorso per giungere alla realizzazione di un nuovo stadio (a Sestri),
identificando contemporaneamente delle soluzioni anche per la conversione del ―Luigi Ferraris‖.
Parte così l‘iter per la realizzazione del progetto, quello che nel gennaio 2007 era stato annunciato
dallo stesso Riccardo Garrone come ―lo stadio della Sampdoria, gestito dalla Sampdoria‖49. A distanza di
due anni, però (molto più coerentemente con le dichiarazioni rilasciate a partire dal 2002 sul tema
del nuovo stadio di Genova), Garrone ricercherà la collaborazione e la partecipazione anche di
Enrico Preziosi, precisando che si tratterà di un rapporto paritetico. Quindi, nelle sue nuove
intenzioni, lo stadio di Genoa e Sampdoria50.

Si apprenderà solo in seguito, però, che le due squadre non ne saranno proprietarie, ma
semplici utilizzatrici.

Il giorno 8 luglio, proprio mentre il Sindaco Marta Vincenzi (secondo una ricostruzione del Secolo
XIX51) siglava la Lettera d‘Intenti con Riccardo Garrone, il neo Assessore allo Sport, Stefano
Anzalone, si presenta alla stampa affermando fra l‘altro: ―riteniamo che lo stadio di Genova sia lo
stadio di Marassi: è in pratica il tempio per molti tifosi e sportivi genovesi. Ritengo sia un pochino la nostra
bandiera: debba essere considerato un vessillo e tutelato». In Consiglio Comunale ha anche detto che una sua
occupazione sarà la realizzazione del nuovo stadio, al quale le società pensano per un futuro lontano dal Ferraris.
«Certo, se ci saranno le opportunità, gli spazi, le risorse, si può discutere e vedere anche in qualche maniera, in
prospettiva futura, di realizzare un nuovo impianto in città. Io sono aperto a qualunque novità, ma il Ferraris è
lo stadio della città: ci vuole un approccio approfondito per capire cosa farne. Nel quartiere ci sono le
carceri che dovrebbero essere spostate»”52.

Tutelare il ―Luigi Ferraris‖ puntando allo spostamento delle carceri, prima di analizzare altri
progetti. È cambiato Assessore, ma sembra che l‘antitesi con le dichiarazioni del Sindaco, già
osservata in più occasioni con l‘Assessore Pastorino, rimanga una costante. Ma, forse, è lei che ha
cambiato idea, considerando che nel marzo del 2007, poco prima che il progetto dello stadio di
Sestri fosse presentato ufficialmente, l‘allora candidata sindaco si era espressa in una trasmissione
televisiva (―Destra e Sinistra‖, sull‘emittente Primocanale) a favore della chiusura del carcere di
Marassi e contro la realizzazione di un nuovo stadio nei pressi dell'aeroporto 53.

Nel frattempo, Enrico Preziosi non si è ancora ufficialmente schierato. Riccardo Garrone, conscio
che il progetto avrà speranze di battere quelli che definisce i ―nemici del nuovo‖ solo se vedrà la
partecipazione di ambedue i soggetti come promotori, lo invita pubblicamente a partecipare
all‘iniziativa: ―(…) spero che entro l´estate si possa iniziare a lavorare con concretezza al progetto. La
disponibilità dell´aeroporto a rinunciare a quella parte di area esiste, bisogna però andare avanti.
Quella zona può diventare davvero un polo nuovo per la città di Genova e non penalizzerebbe assolutamente i
commercianti di Sestri Ponente‖54.

STADIO VS. AEROPORTO
L‘affermazione di Riccardo Garrone in merito alla ―disponibilità dell‟aeroporto a rinunciare a quella parte
di area‖ sarà però smentita dai fatti: la localizzazione nelle adiacenze dell‟Aeroporto di Genova è
il vero punto debole del progetto.

L'area oggetto dell‘investimento (centro commerciale e stadio) non è privata, né di proprietà
comunale. È del Demanio Aeroportuale. Il titolare delle aree, per conto dello Stato Italiano è
l'Ente Nazionale per l‟Aviazione Civile (ENAC) che il 30 aprile 2009 ha rinnovato la
concessione delle stesse (fino al 2027) a favore della Società Aeroporto di Genova Spa, in
conformità a un piano di sviluppo che poggia le sue basi sul potenziamento e l‘espansione dello
scalo attraverso interventi che afferiscono la logistica, i parcheggi nonché un progetto di
insediamento di una nuova compagnia aerea.

Sulla base della vigente normativa, ENAC è l'autorità di regolazione tecnica, certificazione e
vigilanza degli scali aeroportuali, mentre i gestori (fra cui, Aeroporto di Genova Spa) sono i
soggetti ai quali sono affidati i compiti previsti dall'art. 705 del Codice della Navigazione; in
particolare quelli di amministrare e gestire le infrastrutture e gli impianti aeroportuali, di
organizzare le attività aeroportuali ed assicurare agli utenti la presenza in aeroporto dei necessari
servizi di assistenza a terra, fornendoli direttamente o coordinando le attività degli operatori terzi o
in autoproduzione55.

I promotori del progetto di Sestri forse ritengono che le aree siano nella disponibilità dell‘Autorità
Portuale di Genova56. Non è corretto. L‘Autorità Portuale detiene il 60% del capitale sociale della
società Aeroporto di Genova Spa, beneficiaria della concessione ENAC. È quindi solo Aeroporto
di Genova Spa che potrebbe rinunciare al proprio diritto di sfruttamento della stessa, modificando
il proprio piano industriale e i progetti di sviluppo a suo tempo presentati ad ENAC.

Forse avevano discusso dell‘ipotesi con l‘Autorità Portuale ottenendo un parere favorevole che poi
sarebbe stato fatto valere in virtù della quota di maggioranza da questa detenuta? Luigi Merlo, che
ne è il Presidente, sull‘argomento dichiara: ―Non mi sottraggo al confronto. Se da parte degli enti locali
(Comune, Provincia e Regione), esiste la volontà di approfondire l'argomento, sono pronto a sedermi e a discuterne.
Senza dimenticare che la questione è più ampia e tocca, oltre all'ampliamento dell'aerostazione (…), anche il polo
degli Erzelli e la nuova stazione ferroviaria‖57.

L‘altro azionista di riferimento di Aeroporto di Genova Spa, la Camera di Commercio (che ha il
25% delle quote), sembra invece molto meno disponibile a prendere in considerazione il progetto
prima di aver concluso l‘iter di privatizzazione dell‘aeroporto. La procedura è in corso: la gara per
la nomina dell‘advisor dei venditori è terminata nel mese di marzo 2010 con la scelta di KPMG
Advisory, che dovrà predisporre il bando di gara. Si prevede che l‘operazione possa giungere a
completa definizione nel corso del 2011.

Accertato che le aree sono del Demanio Aeroportuale, gestite da ENAC e date in concessione fino
al 2027 a servizio dei piani di sviluppo dell‘aeroporto, per variarne la destinazione d‘uso e
sdemanializzarle, spiega Alberto Lelli (dirigente dell'ENAC) ―occorrerebbe indire una gara oppure,
come a Genova è già accaduto per il G8 del 2001, fare una legge speciale che affidi le aree ad un soggetto
individuato per la realizzazione di un progetto altrettanto individuato‖58. Una gara internazionale (in ambito
UE) quindi, oppure una legge speciale.

Ma anche nel caso in cui si procedesse in questo senso, dando per scontato che venga bandita una
gara e che questa venga vinta dai promotori del progetto Sestri e non da altri (magari interessati ad
utilizzi produttivi dell‘area), esisterebbero dei problemi di coesistenza fra la struttura
aeroportuale ed un complesso come quello previsto dal progetto; fra questi, ad esempio,
l‘impossibilità che le costruzioni abbiano un‘altezza superiore ai 45 metri ed impianti di
illuminazione potenzialmente pericolosi per la gestione dei voli; si aggiungerebbero poi problemi di
viabilità nei giorni delle partite e, più in generale, di ordine pubblico.

Esiste poi un ulteriore problema, direttamente legato al nascente processo di privatizzazione
dell‘Aeroporto di Genova, che potrebbe vedere diminuire in maniera sensibile il valore potenziale
dell‘impianto se le uniche aree di sviluppo attivabili nel breve (non potendo pensare di realizzare lo
spostamento sull‘isola artificiale nel giro di poco tempo) venissero acquisite al progetto del centro
commerciale e dello stadio.

Infine, mentre gli spazi necessari alla realizzazione del progetto del solo stadio (per circa 40 mila
metri quadrati), seppur compresi nella metratura in concessione all'Aeroporto, erano in quel
momento parzialmente non utilizzati, la necessità di costruire accanto a questo anche un centro
commerciale (in assenza del quale il progetto sarebbe stato antieconomico e quindi non
realizzato59) rende necessario sottrarre all'Aeroporto non solo un'area in quel momento non
utilizzata, ma anche ulteriori 50 mila metri quadrati che ospitano le strutture della Protezione Civile
(in particolare i Canadair), gli Aeroclub e l‘Aviazione Generale.
La difficile coesistenza di un complesso commerciale nelle immediate prossimità di un aeroporto
viene stigmatizzata anche dall‘Associazione dei Piloti e Proprietari di Aerei, in una lettera ufficiale
inviata ad ENAC. L‘Associazione individua sei motivi per i quali la realizzazione di uno stadio così
vicino all‘aeroporto sarebbe pericolosa per la sicurezza dei voli e pregiudicherebbe lo sviluppo
dello scalo60.
I primi tre sono direttamente legati alla sicurezza della navigazione derivanti:
 dalle emissioni elettromagnetiche generate dallo stadio e dal centro commerciale, che
   porterebbero dei rischi per la radio-navigazione in fase di decollo ed atterraggio;
 dall‘inquinamento luminoso derivante dall‘utilizzo dello stadio in ore serali, che potrebbe
   ostacolare la visibilità dei corridoi luminosi necessari agli aeromobili in fase di discesa;
 dall‘aumento del rischio del cosiddetto ―bird-strike‖, in quanto la già delicata situazione
   dell‘aeroporto di Genova (condizionata dal richiamo della vicina discarica di Scarpino) verrebbe
   ulteriormente peggiorata per il richiamo che il centro commerciale avrebbe su gabbiani ed altri
   uccelli.
A seguire, l‘Associazione richiama l‘attenzione anche sulla difficile convivenza del centro
commerciale con l‘utenza propria dell‘aeroporto in termini di misure di sicurezza richieste in
tutto il sedime aeroportuale, particolarmente incisive dopo il 2001.
Le ultime due problematiche evidenziate sono meno ostative, nel senso che l‘Associazione rileva
come l‘eventuale realizzazione del progetto porterebbe, di fatto, all‘impossibilità di sfruttamento
delle aree per scopi propri dell‟aeroporto, in particolare la pista di emergenza e la realizzazione
di nuove aree di parcheggio e di rullaggio.

Il progetto sembrava aver sottovalutato tutti questi aspetti. Ma anche un altro: aldilà dell'effettivo
attuale posizionamento dell'Aeroporto di Genova sul panorama nazionale, non dovrebbe ritenersi
di principio più strategico per la Città (ma anche per la Regione) lo sviluppo di un aeroporto che
possa intercettare il traffico a servizio dell'utenza turistica, crocieristica e, non ultima, d‘affari?

Sembrava quasi che i promotori del progetto dessero per scontato una sorta di loro "diritto" ad
usufruire di terreno pubblico, demaniale, per un investimento di natura privata. Il tutto, tra l'altro,
senza aver apparentemente verificato in precedenza con il legittimo proprietario (ENAC) la
fattibilità di una siffatta operazione e, inoltre, dando per scontato di essere vincitori del bando di
gara europeo che avrebbe dovuto precedere l‘eventuale sdemanializzazione delle aree stesse.
A meno di non beneficiare di una legge speciale.

Sul fatto che ENAC non fosse stata chiamata in causa è interessante la dichiarazione del presidente
dell'ENAC, Vito Riggio: ―Richieste di costruire stadi accanto all'aeroporto di Genova non ci sono mai pervenute.
Finché non arrivano non posso disporre una relazione tecnica e finché non ho in mano la relazione tecnica non mi
muovo‖61.

Affermazione, questa, che stupisce: solo il giorno prima si era appreso dalla stampa62 che il 14
luglio 2007, quindi circa due anni prima, ENAC aveva scritto al Presidente della Regione Liguria
e per conoscenza al Sindaco di Genova, al Presidente dell‘Autorità Portuale e al Presidente di
Aeroporto di Genova Spa esprimendo un parere negativo sulla possibilità di realizzare il progetto
del centro commerciale e dello stadio nell‘area contigua all‘aeroporto Cristoforo Colombo.

ENAC anticipava ―le perplessità circa la scelta del sito per il nuovo stadio: (1) sotto il profilo
giuridico/tecnico, in quanto la sua realizzazione dovrebbe avvenire su demanio aeroportuale dello Stato,
sottraendo all´aeroporto aree indispensabili per il suo previsto sviluppo; (2) sotto il profilo della compatibilità
funzionale, in quanto si tratta di un‟infrastruttura in grado di generare forti concentrazioni di utenti in fasce
temporali ristrette, congestionando così la rete di accessibilità all´aeroporto ed impedendone la fruizione, con danno
alla collettività (sia passeggero che operatore aeroportuale); (3) sotto il profilo della sicurezza, poiché le
manifestazioni calcistiche sono frequentemente origine di comportamenti ad alto rischio per l´ordine pubblico, in
grado di influire non solo nelle aree limitrofe alla struttura di intrattenimento, ma anche sullo spazio aereo
circostanze (per il rilascio di materiale pirotecnico)".

L‘Ente era quindi stato sollecitato da qualcuno in passato. Qualche mese più tardi, sul Secolo XIX,
si parlerà di un incontro fra Mario Giacomazzi e l‘allora Direttore Generale di ENAC, Silvano
Manera63, avvenuto nel luglio 2008: si tratta di un banale errore sulle date (―2008‖ scritto al posto
di ―2007―), oppure ci sono stati addirittura due incontri sull‘argomento?

Vito Riggio è stato nominato Presidente dell‘ENAC nel 2003 ed era quindi già in carica nel
momento in cui la lettera era stata inviata. È poco plausibile che non fosse informato di un
argomento di questa portata. Le risposte date nella lettera del 2007 ricalcano in pieno le
osservazioni che ENAC farà pervenire nel 2009, quindi il progetto di cui si parlava era,
verosimilmente, lo stesso. Perché ENAC, allora, avrebbe scritto nel 2007?

Le domande da porsi sono però ancora diverse: perché ripresentare in maniera ufficiale un
progetto che ha già subito una bocciatura di ENAC, senza averlo modificato per risolvere le
obiezioni evidenziate?
E perché la notizia che il progetto era già stato bocciato in precedenza non è mai emersa fra luglio
e ottobre 2009, quando si sapeva sin dal principio che ENAC non avrebbe potuto dare un parere
positivo?
È possibile che si volesse fare pressioni ―mediatiche‖ e ―politiche‖ perché il progetto fosse
approvato?


Il 14 luglio, Enrico Preziosi ribadisce la propria posizione, già espressa a fine maggio; intervistato
sulla possibilità di un accordo con il Presidente Garrone sul progetto di Sestri e sul destino dello
stadio ―Luigi Ferraris‖ afferma: ―Capisco i tifosi siano affezionati al Ferraris, è da sempre la loro casa. Però se
mi si chiede che futuro abbia quello stadio, io rispondo nessuno. Non si può ogni anno battagliare per avere la deroga
dall´Uefa. E allora ci sono due possibilità: o si buttano giù le carceri o si fa uno stadio nuovo . Invito
ufficialmente il sindaco a farsi carico di trovare una soluzione, coinvolgendo tutte le istituzioni. Non siamo noi
presidenti a dover dire dove si deve o non si deve fare lo stadio, il sindaco ci sottoponga un progetto e noi diremo se
siamo d´accordo o meno‖64.

Il 16 luglio appare sul Secolo XIX un articolo di Renzo Parodi dal titolo inequivocabile: ―Tursi dà il
via libera allo stadio di Sestri - Riunione segreta. Protocollo d'intesa: Garrone ha firmato, Preziosi starebbe per
farlo‖. Lo riportiamo per ampi stralci, perché contiene numerosi spunti di riflessione sul progetto di
Sestri ma anche, più in generale, sul tema dello stadio.

―Un solo stadio del calcio a Genova, ma tranquilli. Non sta per suonare il requiem per il glorioso Luigi Ferraris,
che sarà trasformato in un impianto polivalente per ospitare altre discipline sportive (…) Il nuovo stadio del football,
previsto dal progetto presentato da Riccardo Garrone sull'area di Sestri Ponente a ridosso dell'aeroporto, dovrà
ovviamente riunire sotto lo stesso tetto i due club calcistici cittadini. (…) La condizione è assoluta e insormontabile.
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Ho provato a difendere un sogno

  • 1. Diego Tarì in collaborazione con Roberto Burlando e Fabio Masnata Un‟analisi del dibattito genovese HO PROVATO A sullo stadio di calcio DIFENDERE UN SOGNO Prefazione di Claudio Onofri
  • 2. Il testo di "Ho provato a difendere un Sogno" by Diego Tarì is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License. Permissions beyond the scope of this license may be available at difendereunsogno@gmail.com. Le immagini del progetto di ristrutturazione dello stadio "Luigi Ferraris" realizzato dalla Fondazione Genoa 1893 sono di proprietà dell'Arch. Roberto Burlando e della LandscapeProgetti di Genova. Possono essere riprodotte citando gli autori che possono essere contattati via mail all'indirizzo info@burlandoarchitettura.com.
  • 3. Nel giorno di Capodanno del 1933, per festeggiare il quarantennale del Genoa, l‘allora Stadio Comunale di Genova fu intitolato alla memoria del Tenente Luigi Ferraris, giocatore del Genoa, Medaglia d‟Argento al Valor Militare. Durante la cerimonia la sua medaglia è stata sotterrata in prossimità della porta di gioco situata sotto la Gradinata Nord. Da allora, è ―il Ferraris‖. Lettera dal Fronte Monte Maggio, 27 agosto 1915 Mia adorata Teresa, Vi scrivo questa missiva per sincerarVi delle mie condizioni fisiche. (… ) Ho fatto bene ad arruolarmi volontario, anche se il peso di averVi lasciata sola con tre figli mi angustia vieppiù ogni giorno che passa. Sono certo, altresì, che Giuseppe, il piccolo Giovanni e la neonata Caterina non sentiranno la mia mancanza anche perché, al mio ritorno, maggiore sarà il desiderio di stringersi attorno al loro padre. A tal proposito riferisci a Giuseppe, con parole che possa facilmente comprendere, che nei mesi scorsi ho legato fraternamente con il mio omologo Tenente Luigi Ferraris da Saluzzo. Ricorderà senza dubbio quella domenica di quattro anni or sono, quando lo portai a Genova a vedere il suo primo match di football tra il Genoa ed il Torino con lo zio Evaristo che, suo tramite, ci fece conoscere e stringere la mano ad uno di quei fenomenali atleti. Ho ancora negli occhi l‘espressione felicemente stupita e trasognante di nostro figlio. Riferitegli che l‘ho ritrovato proprio qui, tra queste trincee. Omettete di dire, però, che questa piacevole frequentazione è stata, purtroppo, di breve durata. Due giorni fa, infatti, di prima mattina durante una ricognizione, una granata ha investito il Tenente d'Artiglieria Ferraris, mentre, con la sua squadra, svolgeva il solito compito di osservatore. E' stato colpito al petto ed è morto tra le braccia del comune amico Giovanni Pinna, quell‘attendente sardo di gran cuore, come solo i ―sardegnoli‖ possono essere, cui già Vi accennai in una precedente lettera. I genitori dello sfortunato Luigi sono già stati avvertiti; nei prossimi giorni cercheremo di recuperare il corpo per dargli degna sepoltura proprio in questi luoghi, a 1845 metri sul livello del mare. Rivolgo la mente a loro più e più volte; penso non solo al fatto che i nostri morti, tra cui Luigi e quelli del nemico, giacciono sepolti sotto l‘erba ma anche alla desolazione che cova nei petti dei parenti e dei conoscenti. Che amari vuoti in quelle lapidi bordate di nero che non coprono ceneri! Che disperazione in quelle iscrizioni irremovibili!
  • 4. La 19° batteria del VII° gruppo ―Vicenza‖ appartenente al 2° Reggimento di Artiglieria da Montagna è tragicamente affranta da tale gravissima perdita ma, giacché la montagna è la parte maggiormente innalzata di questa terra e, pertanto, così vicina a Nostro Signore, tutto il resto, comprese le morti dei nostri commilitoni, viene appresso. (…) ―Per ardua ardes‖ recita il nostro motto, siamo fuscelli nella tempesta, ma ce la faremo. Ce la farò. Per sempre Vostro Biagio. In memoria del Tenente Biagio C. (1882-1973) vivo nel ricordo dei suoi cari, e del Tenente Luigi Ferraris (1887-1915) ben presente nel ricordo dei Genoani tutti. Si ringrazia il writer Von Savigny che ha autorizzato la pubblicazione della lettera, il cui testo completo può essere trovato sul sito www.bluegenoa.it
  • 5. INDICE PREFAZIONE .............................................................................................. 9 PARTE PRIMA: LO STADIO DI GENOVA RACCONTATO DAI MEZZI DI INFORMAZIONE ..... 13 2000/2002: il nuovo stadio come corollario della fusione delle due squadre ........................................ 16 Il cambio di approccio: due squadre forti in uno stadio nuovo. A Trasta........................................... 17 La lunga gestazione del progetto di Sestri ........................................................................................ 19 Nasce SportInGenova Spa ............................................................................................................. 22 Il progetto dello stadio di Sestri ....................................................................................................... 23 Il “Luigi Ferraris” in vendita? ....................................................................................................... 24 Abbattere le carceri per ristrutturare il “Luigi Ferraris”? ................................................................ 28 Stadio Vs. Aeroporto ................................................................................................................... 32 La Lettera di Intenti e le reazioni della Città ................................................................................. 36 Le “perplessità” di ENAC ........................................................................................................... 41 L‟approvazione delle linee guida del nuovo piano urbanistico comunale ............................................. 42 Cambia la posizione del Comune di Genova: priorità agli Europei .................................................. 43 La Fondazione Genoa prepara un progetto di ristrutturazione del “L. Ferraris” ......................................... 46 ENAC esprime il proprio parere negativo ...................................................................................... 46 La Federcalcio a Genova per valutare la candidatura a Euro 2016 ................................................ 48 Per favorire il progetto Colisa, apertura anche a due stadi cittadini ................................................... 49 nuovi i problemi per il “Luigi Ferraris”: spazi e rischio esondazione ............................................... 50 La Fondazione Genoa 1893 presenta il “Luigi Ferraris” a norma ................................................. 53 Genova rinuncia a candidarsi per Euro 2016 ................................................................................. 55 Gli eventi del 2010 ........................................................................................................................ 56 PARTE SECONDA: APPROFONDIMENTI .......................................................................... 59 CAPITOLO 1 IL “LUIGI FERRARIS” E SPORTINGENOVA ......................................................................... 61 La costituzione di SportInGenova .................................................................................................. 61 I valori degli impianti conferiti a SportInGenova ............................................................................. 63 I costi nel Bilancio del Comune di Genova ...................................................................................... 64 Qualche dettaglio addizionale su SportInGenova ............................................................................. 65 Quanto costa lo Stadio “Luigi Ferraris”? ....................................................................................... 68 SportInGenova in liquidazione: quale destino per lo Stadio “Luigi Ferraris”? ......................................... 71
  • 6. CAPITOLO 2 LA PROPOSTA DI LEGGE SULL‟IMPIANTISTICA SPORTIVA .................................................. 75 Punti salienti della Proposta di Legge ............................................................................................. 75 Le critiche espresse alla Proposta di Legge ....................................................................................... 76 L‟Istituto per il Credito Sportivo .................................................................................................... 79 CAPITOLO 3 IL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO: NORME NAZIONALI E UEFA .........................81 La normativa nazionale sugli impianti sportivi ............................................................................... 81 Il regolamento CONI per l'impiantistica sportiva ........................................................................... 82 Il Regolamento degli stadi della Lega Nazionale Professionisti ........................................................ 83 Normativa UEFA ....................................................................................................................... 84 Lo Stadio “Luigi Ferraris” per Euro 2016 ................................................................................... 95 CAPITOLO 4 GLI STADI COME NUOVA FONTE DI REDDITO PER LE SQUADRE........................................ 97 Le fonti di reddito delle squadra di calcio ed il fair play finanziario ................................................. 98 Alcune caratteristiche dello “Stadio Moderno” .............................................................................. 100 L‟impatto della gestione dello stadio sui risultati economici di una squadra di calcio ......................................... 102 L‟Amsterdam ArenA, prototipo dello stadio moderno?................................................................. 105 L‟Emirates Stadium ed il suo impatto sull‟Arsenal: un perfetto case study .................................... 108 L‟Allianz Arena: uno stadio per due squadre, poi per una sola .................................................... 112 Conclusioni .................................................................................................................................. 114 CAPITOLO 5 TRASFORMARE I PREGIUDIZI IN GIUDIZI .......................................................................... 115 Primo pregiudizio: l‟applicabilità degli esempi internazionali ......................................................... 117 Secondo pregiudizio: è necessario un nuovo concetto dello stadio di calcio ................................................. 119 Terzo pregiudizio: Lo stadio di proprietà indispensabile per la sopravvivenza delle squadre ......................................... 121 Quarto pregiudizio: il “Luigi Ferraris” è un “unicum nazionale pericoloso” .......................................... 122 Quinto pregiudizio: il “Luigi Ferraris” non è a norma.................................................................. 125 PARTE TERZA: LO STUDIO DI FATTIBILITÀ DELLA FONDAZIONE GENOA 1893 ............. 127 CAPITOLO 6 LA POSIZIONE DELLA FONDAZIONE GENOA 1893 ............................................................ 128 1. Le ragioni e lo spirito dell‟iniziativa ......................................................................................... 128 2. I criteri informatori dello Studio .............................................................................................. 129 3. Duttilità dei risultati dello Studio rispetto a variabili dipendenti da valutazioni di terzi........................................... 130 4. Carattere preliminare dello Studio e fasi ulteriori ...................................................................... 131 CAPITOLO 7 I PRINCIPALI ASPETTI PROGETTUALI ................................................................................ 133 Alcune considerazioni introduttive ................................................................................................ 133 La filosofia di progetto ................................................................................................................. 134 Primi dati di progetto – Studio di fattibilità.................................................................................. 136
  • 7. CAPITOLO 8 IL BUSINESS PLAN DEL PROGETTO .................................................................................. 149 Le premesse comuni agli scenari di piano ...................................................................................... 149 L‟investimento atteso e la sua copertura finanziaria ....................................................................... 151 Il conto economico di Newco.......................................................................................................... 153 Spese generali ............................................................................................................................... 155 Parametri Finanziari del progetto ................................................................................................. 156 CONCLUSIONI ........................................................................................ 159 DIFENDERE UN SOGNO.......................................................................... 165 RINGRAZIAMENTI ................................................................................... 171 BIBLIOGRAFIA E RIFERIMENTI .............................................................. 173
  • 8.
  • 10.
  • 11. Marassi - "Luigi Ferraris” (di Claudio Onofri) Fu come, dopo aver letto praticamente tutte, tra romanzi e scritti brevi, le opere di Georges Simenon, andando a Parigi la prima volta, accorgersi di conoscere Montmartre, Quais des Orfevres, Pigalle, Place della Concorde e Montparnasse come le proprie tasche, avere l‘impressione di esserci già stato in quei meravigliosi posti. La mia l‘intelligentissima Prof. d‘italiano alle medie (grande tifosa del Toro) capì immediatamente che studiavo e avrei studiato sempre poco e poco m‘interessavano molte delle cose che spiegava: perché mentre tentava di trasmettercele, la mia testa era concentrata nel colpire di testa un pallone in area di rigore o fornire un assist vincente ad un compagno smarcato proprio al Filadelfia. E così, quando dava il compito in classe ed io lo finivo in cinque minuti, mi chiamava vicino la cattedra, leggevamo insieme Tuttosport e mi chiedeva se Agroppi, piuttosto che Ferrini, avrebbero giocato domenica, visto che lamentavano noie muscolari … Beh, proprio lei ci portò in gita scolastica a Genova e in particolare in quel di Marassi a visitare lo stadio ―Luigi Ferrraris”. Sì, proprio come a Roma si va a vedere il Colosseo, a Venezia Piazza S. Marco e a Milano il Duomo. Ebbene, tra tutti, io mi sentivo a casa. Perché quante volte l‘avevo immaginato quel catino pieno di gente urlante e appassionata quando Sandro Ciotti, o chi per lui, dalla radiolina gridava ―qui Marassi, qui Marassi, Gigi Meroni, in una travolgente azione di contropiede, dopo aver eluso l‟intervento del portiere del Mantova Dino Zoff, non ha avuto difficoltà alcuna poi ad entrare quasi in porta col pallone evitando anche l‟ultimo, strenuo quanto vano tentativo di recupero sulla linea di Karl Heinz Schnellinger e portando in vantaggio i rossoblu genoani, qui Marassi a voi la linea‖. Così, qualche anno più tardi, una sera, dopo che in giornata avevo firmato il contratto in Piazza della Vittoria, nella sede del Genoa, col Presidente Fossati, ci girai intorno almeno venti minuti a quel ―Monumento‖. Esterrefatto, incredulo quanto affascinato ed entusiasta che ... ―io giocherò lì dentro, ma ti rendi conto?‖, dicevo in macchina a mia moglie accanto a me, che non capiva, non poteva capire, quella gioia quasi incontrollata di un giovanotto di ventitre anni e mi esortava: ‖Andiamo a dormire Cla, son stanca” … Ed io: ―Si, si ok, solo un altro giro perché dalla parte degli spogliatoi, dove entreremo, non lo ho ancora visto, un altro giro, solo uno e stop…‖
  • 12. E dunque per me ―Ho provato difendere un sogno, un„analisi del dibattito genovese sullo stadio di calcio‖, oltre ad essere un formulario, prontuario, manuale completo ed aggiornato sugli aspetti tecnici legati al Ferraris, oltre a raccontare attraverso i mezzi di informazione il fascino di questo pezzo di storia (non solo calcistica è ovvio) e approfondire compiutamente sotto ogni profilo, comparando le soluzioni adottate all‘estero (Emirates Stadium, Amsterdam e Allianz Arena), i ―pregiudizi‖ riguardo il mantenimento dello stesso, cercando di trasformarli in ―giudizi‖ positivi e propositivi, come lo studio fatto dalla Fondazione Genoa 1893 (enunciandone con chiarezza e dovizia di dettagli i principali aspetti progettuali, nonché la filosofia del progetto stesso), beh per me dicevo „sto “tomo”, intelligente e ben scritto, rappresenta la difesa anche del “Mio Sogno”, che si è avverato e che vorrei rimanesse tale per altri ragazzotti in gita scolastica desiderosi di visitarlo!
  • 13. PARTE PRIMA: LO STADIO DI GENOVA RACCONTATO DAI MEZZI DI INFORMAZIONE
  • 14.
  • 15. La discussione sullo stadio di Genova interviene periodicamente sulla scena cittadina ed è in qualche modo legata anche alle evoluzioni della proprietà delle due squadre di calcio cittadine. Nel corso dell‘ultimo decennio, in particolare dal 2007 in poi, ha subito una forte accelerazione, culminata nella seconda metà del 2009 con la discussione derivante dalla contemporanea presenza di tre progetti fra loro alternativi: lo stadio di Sestri (proposto da Riccardo Garrone), lo stadio della Colisa (proposto dal Comune di Genova), la ristrutturazione del ―Luigi Ferraris‖ (proposta dalla Fondazione Genoa 1893). In questa prima parte, attraverso riferimenti a notizie apparse sui mezzi d'informazione locali, si vuole compiere una ricostruzione della discussione cittadina sull‘argomento, con l‘obiettivo di consentire a ciascuno l‘acquisizione degli strumenti per la formazione di un giudizio autonomo ed una propria opinione sui fatti. Già in occasione dei lavori di rifacimento dello stadio per i Mondiali di Calcio di Italia '90, la discussione in Consiglio Comunale aveva evidenziato elementi che, a distanza di 20 anni, continuano a dominare la scena. Li possiamo cogliere, in particolare, nelle dichiarazioni dell'allora Assessore all'Edilizia Pubblica Fabio Morchio che precedono la delibera in merito all'assegnazione dei lavori1. Il primo argomento ricorrente è la natura polifunzionale dello stadio: "(…) l'occasione di mettere mani allo Stadio Luigi Ferraris non deve essere un'occasione di tipo soltanto calcistico (...). Vogliamo infatti in quest'occasione trasformare uno strumento che è stato al servizio dello sport del calcio, in un elemento più generale al servizio della cultura e dello spettacolo (...). Uno stadio urbano come anche l'ha definito l'Arch. Gregotti". E, ancora, "È uno stadio non solo domenicale; noi vogliamo operare per avere una struttura che non sia a servizio della città soltanto per due ore la settimana, ma sappia vivere e lavorare ventiquattrore su ventiquattro, sette giorni la settimana". Il secondo argomento riguarda l'ubicazione dello stadio e le problematiche dell‟area sulla quale insiste. Esisteva un problema di rispetto dei tempi (probabilmente non coerenti con la possibilità di identificare siti alternativi) per non perdere l'assegnazione dei fondi da parte del Governo. Ci fu, però, anche una scelta politica rispetto all'ipotesi dell‘area degli Erzelli, che all'epoca veniva ventilata: l'Amministrazione Comunale riteneva che "non debbano essere consentiti nel Ponente genovese, [che] già ha troppe servitù e strutture di carattere sgradevole per la gente che vi vive, inserimenti di ulteriori strutture e pesi che avrebbero certamente compromesso maggiormente la situazione in termini di viabilità, di traffico, di vivibilità". Interessante, infine, l'accento messo dall'Assessore sul collegamento fra lo stadio e l'intera Valbisagno: "almeno a nostro modo di vedere, lo Stadio si colloca in un contesto di rivalutazione di tutta la bassa Valbisagno (...) Questa sera mi auguro che vareremo uno stadio diverso da come era prima, che riqualifica la bassa Valbisagno, valuteremo presto le deliberazioni su via del Mirto, mi auguro prestissimo sullo spostamento del mercato di Corso Sardegna, sulla copertura del Bisagno e spero presto sul canale scolmatore, lo spostamento delle carceri e quanto altro oggi in quella parte di città rende Genova certamente meno bella e meno vivibile".
  • 16. Se e quanto la ristrutturazione del 1990 abbia veramente consegnato alla Città uno stadio con le caratteristiche descritte e proposte è lasciato al giudizio di ciascuno. Le tematiche allora considerate sono rimaste invariate. Sarebbe interessante chiedersi che quartiere potrebbe essere Marassi, oggi, se una parte dei desiderata espressi dall‘Assessore Morchio si fossero poi tradotti in opere effettive (in particolare lo scolmatore e lo spostamento delle carceri). L‘ipotesi di mettere in discussione lo Stadio ―Luigi Ferraris‖ è stata proposta nuovamente nel febbraio 1995, a seguito dell‘episodio che ha portato alla morte del tifoso Genoano Vincenzo Spagnolo. Si iniziava a ventilare l‘ipotesi un nuovo stadio, costruito ―da un consorzio di enti pubblici, come il Comune di Genova, la Provincia, la Regione Liguria e di privati, istituti bancari‖2. La successiva ondata di interesse avviene intorno al novembre 2000, in occasione della partita di rugby fra la Nazionale Italiana e gli All Blacks neozelandesi. Preso atto che, a dieci anni dall‘inaugurazione, lo Stadio non era ancora agibile3 e che per l‘adeguamento dell‘impianto alle nuove normative di sicurezza sarebbero stati necessari interventi importanti, il Comune inizia a pensare alla vendita a privati dello Stadio attraverso una gara internazionale, a meno che le due squadre di calcio non si fossero dichiarate interessate alla gestione diretta dell‘impianto4. 2000/2002: IL NUOVO STADIO COME COROLLARIO DELLA FUSIONE DELLE DUE SQUADRE Nell‘ottobre 2000 emerge, per la prima volta in maniera ufficiale, l‘ipotesi di collegare la ristrutturazione (o lo spostamento) dello Stadio a una fusione fra le due squadre della città. ―La provocazione lanciata dal Sindaco Giuseppe Pericu “Uniamo Genoa e Sampdoria”, raccoglie altri consensi. (…) Stavolta va registrata l‟adesione ideologica del neo presidente dell‟Associazione Industriali Stefano Zara e del patron della ERG Riccardo Garrone: «Penso che l‟idea di unire le forze, per avere una sola squadra più forte rappresentativa di Genova, sia ottima. Temo che due squadre ad alto livello siano un‟utopia», osserva Zara. (…) Per Garrone l‟ostacolo è rappresentato dalla «divisione storica delle due tifoserie. Superarla sarebbe un esempio di grande responsabilità. D‟altra parte, credo che la fusione possa essere una soluzione adeguata per arrivare ad avere una squadra veramente competitiva»‖5. Riccardo Garrone non è ancora il proprietario della Sampdoria (lo diventerà quasi quattordici mesi dopo, nel gennaio 2002) e Stefano Zara – che non ha alcun ruolo ufficiale nel Genoa - sarà il punto di riferimento ufficioso (a ―fari spenti‖) di quella cordata di imprenditori genovesi che nel 2002- 2003 lavoreranno per rilevare il Genoa nel periodo immediatamente precedente l‘arrivo dell‘attuale proprietario, Enrico Preziosi. Nel febbraio 2001 viene presentato in Regione un progetto per la fusione delle due squadre. ―La fusione di Genoa e Sampdoria è un progetto elaborato nell'establishment genovese, nei locali eleganti dell'Associazione industriali (il cui presidente, dal 2000 al 2004 è Stefano Zara, ndr), nei luoghi della politica. Coinvolte le istituzioni, ma anche imprenditori autorevoli come i Garrone e i Messina” 6. I diretti interessati smentiscono, ma dal mondo politico arrivano invece notizie diverse: “«Ne ho sentito parlare per diversi mesi», conferma l'ex Vicepresidente della Regione Graziano Mazzarello, che aggiunge: «Queste indiscrezioni non mi colgono affatto di sorpresa, perché ho ascoltato anche recentemente imprenditori importanti della città dirsi interessati all‟idea di partecipare alla creazione di una società unica, che potesse inserirsi nella futura Superlega calcistica europea». (…) Un'altra conferma arriva dall'Assessore allo Sport della Giunta Biasotti, Nucci Novi Cappellini: «Un paio di mesi fa sono stata contattata da un imprenditore genovese, che aveva la funzione di verificare per conto di un gruppo di imprenditori liguri l‟eventualità di arrivare a una fusione tra le due società»‖7.
  • 17. Esiste un business plan dell‘iniziativa, che probabilmente parte da un‘analisi del bacino d‘utenza che la Genova calcistica può offrire e ne analizza costi, ricavi, investimenti e fabbisogni patrimoniali e finanziari. La squadra unica permetterebbe di concentrare le risorse con un impatto inferiore per i singoli investitori, e vedrebbe il suo coronamento nella costruzione del nuovo stadio (e della parte di residenziale e commerciale a corredo dello stesso, probabilmente su superfici anche maggiori di quelle occupate dall‘impianto sportivo in sé). Queste sul contenuto del business plan sono, ovviamente, solo supposizioni e ragionamenti effettuati ex post, sulla base di quelle che sono poi state le tematiche e le discussioni emerse negli anni successivi. Ma il documento è esistito ed è circolato in Città. Ai primi di luglio del 2001 la società Costa Edutainment propone un‘iniziativa che in parte sembra rendere esplicito questo percorso, sebbene con un esito diverso relativo allo stadio, presentando ―un grande progetto che parte dall‟ipotesi di ottenere la gestione dello stadio Luigi Ferraris e culmina con l‟acquisto delle società di calcio di Genoa e Sampdoria, ciascuna delle quali manterrebbe la propria autonoma identità, pur facendo capo alla stessa holding‖8. Per ovviare al divieto posto dalla Lega Calcio di avere due squadre nella stessa categoria, l‘ipotesi progettuale prevede la fusione delle due squadre in una sola iscritta nei campionati professionistici, mantenendo i due marchi separati per le giovanili. In questo contesto Costa Edutainment chiederebbe la gestione dello stadio al Comune, ―adoperandolo per 300 giorni l‟anno con eventi di spettacolo, di musica e in generale di intrattenimento e realizzando anche all‟interno punti di shopping, bar e quant‟altro adatto alla bisogna, si potrebbero ottenere guadagni tali da sostenere anche le due squadre di calcio‖9. A fine luglio 2001 Riccardo Garrone non è ancora divenuto azionista di riferimento della Sampdoria ma conferma il suo interesse all‘ipotesi di lavoro. La premessa che lo muove è di natura economico-gestionale: ―la Sampdoria, come del resto il Genoa, è stata molti anni in A, ma ora della massima serie sono rimasti solo i costi e i ricavi sono meno della metà. Le società sono imprese economiche, il calcio è un business basato sulla competitività e non si può essere competitivi con chi investe centinaia di miliardi. (…) E allora eccola la ricetta del presidente della Erg: con una sola squadra si può tornare a grandi livelli e rimanerci, riacquisendo pari dignità rispetto ad altre realtà calcistiche italiane” 10. La reazione delle due tifoserie, sin dall‘inizio, è negativa, tanto che del progetto della fusione non si sentirà più parlare: è possibile che se ne discuta ancora, a ―fari spenti‖, ma appare abbastanza chiaro come non sia una strada percorribile. Rimane invece aperto il tema dello stadio. Nuovo, ovviamente. IL CAMBIO DI APPROCCIO: DUE SQUADRE FORTI IN UNO STADIO NUOVO. A TRASTA. A gennaio del 2002 Riccardo Garrone, ormai in procinto di insediarsi al vertice della Sampdoria, annuncia il suo progetto ‖Si tratta di un piano concreto (…) già verificato con l‟amministrazione comunale, che prevede la demolizione del Ferraris, per procedere ad una sistemazione di un quartiere, quello di Marassi, che non può sopportare oltre i disagi che comporta uno stadio di calcio collocato nel proprio contesto urbano‖11. Il nuovo impianto sorgerebbe a Trasta.
  • 18. Evidentemente il business plan del 2001 ha ricevuto riscontri positivi. Oltre ad evidenziare argomenti sufficientemente convincenti da stimolare alcuni operatori economici a partecipare all‘iniziativa, sembrerebbe aver ottenuto anche il gradimento dell‘Amministrazione comunale, allora guidata dal Sindaco Giuseppe Pericu. Quando nel febbraio 2002 Riccardo Garrone diviene proprietario della Sampdoria la sua posizione in merito al progetto è molto chiara, in particolare per quelli che sono gli obiettivi dei nuovi azionisti: ―«L'azionariato attuale può cambiare in relazione al programma di sviluppo della Sampdoria e alla realizzazione del campo di Trasta. La compagine azionaria potrebbe essere modificata in maniera sensibile con l'ingresso di gruppi internazionali, persone che mi hanno già contattato e intravedono nella Sampdoria un buon business». (…) La Sampdoria deve muoversi, proporre fonti di guadagno. «E lo stadio, a condizione che le Ferrovie siano disposti a vendere l'area e che ci giochi anche il Genoa, lo è. Realizzarlo ha costi alti, 200-300 miliardi di lire, ci vogliono ritorni doppi»‖12. La proposta di un nuovo stadio per Genova non è, in sé, originale. La grossa discontinuità rispetto al passato è che, per la prima volta, c‘è un soggetto privato pronto ad impegnarsi in prima persona e con capitali propri per questo obiettivo. Corrado Sannucci, giornalista di Repubblica, dà una chiave di lettura particolare delle motivazioni che portano il Presidente Garrone a perseguire questo obiettivo: ―Garrone adesso rilancia e cerca una nuova dimensione dell‟affare (l‘acquisto della Sampdoria, ndr) anche perché, non volendo tirar fuori altri soldi, deve trovare soluzioni alternative per fare cassa. Da qui l‟ipotesi di un nuovo stadio, a Trasta, in un‟area dismessa delle ferrovie o a Cornigliano, nelle ex acciaierie. (…) Un progetto che ha bisogno della partnership del Genoa: conseguente il suo impegno per risolvere l‟agonia della società rossoblù, per avere un socio forte e affidabile‖13. Tale spiegazione, che può apparire quasi irriverente nella sua declinazione, non è però forse del tutto sbagliata, se si tiene conto delle dichiarazioni che lo stesso Garrone farà qualche anno più tardi, legando in maniera inequivocabile la possibilità di costruzione dello stadio alla sopravvivenza stessa della squadra di sua proprietà 14. Nel periodo fra il 2002 e il 2003 anche il Genoa versa in condizioni critiche. Sottotraccia si muove Stefano Zara, che sta cercando di raggruppare una cordata di imprenditori genovesi che possano rilevare la Società. La prospettiva della fusione sembra non interessare più. Lo stesso Riccardo Garrone, anzi, dichiara di essere impegnato nel trovare una soluzione positiva alla crisi del Genoa, ―perché la città, e soprattutto il progetto dello stadio a Trasta, con una grande cittadella dello sport in Valpolcevera, ha bisogno di due squadre forti, che si alternino con la partita alla domenica e poi successivamente aggiungano anche match europei, infrasettimanali, capaci di riempire l‟impianto e di aumentarne l'utilizzo (…) Al momento stiamo aspettando che i proprietari dell'area, le Ferrovie, ce la concedano. Poi affideremo lo studio di un progetto ai migliori professionisti. Io immagino negozi di articoli sportivi, bar, attrezzature per altre discipline. Un impianto di proprietà può portare un extra utile, che aiuterebbe di molto il bilancio delle due società‖15. Ed è talmente convinto della necessità di salvare il Genoa da parlarne anche durante una visita al ritiro della Sampdoria a Moena. Dispiaciuto perché l‘interessamento di Zamparini non si è rivelato concreto (―è un uomo dalle grandi capacità, appassionato e determinato; con lui avremmo potuto senz'altro realizzare la Cittadella dello Sport a Trasta”16) conferma il suo auspicio che la Sampdoria possa tornare rapidamente in serie A, insieme al Genoa ―per creare, le due società insieme, un nostro stadio, con nostre
  • 19. strutture, e formare un patrimonio comune non solo frutto del parco giocatori. Per fare questa cittadella è necessario che le due squadre siano forti e competitive, magari in A e magari in Coppa Uefa: in questo caso i ricavi sarebbero alti e doppi‖.17 Non sono, ovviamente, sentimenti ―sportivi‖. Probabilmente è il secondo scenario di lavoro previsto dal business plan del 2001. C‘è sempre un secondo scenario (a volte anche un terzo!) perché il business plan – se fatto bene - deve mettere in condizione l‘investitore di raggiungere il suo obiettivo, sempre. O, quantomeno, deve rendere evidente il massimo rischio sostenibile prima che l‘investimento possa creare dei seri problemi nel caso in cui non si possa realizzare secondo le premesse ideali. Nel febbraio 2003 l‘ipotesi di Trasta sembra tramontare. L‘area è di proprietà delle Ferrovie dello Stato, che però non hanno mai dato una risposta concreta alla possibilità di vendita. Riccardo Garrone annuncia di aver identificato un‘altra dislocazione per la Cittadella dello Sport: si tratta dell‘area delle acciaierie di Cornigliano, recentemente sdemanializzata, ed in gestione alla società Per Cornigliano Spa. Nonostante la destinazione d‘uso dell‘area sia produttiva e non sportiva, forse per fare pressioni sul vero obiettivo(Trasta), dichiara ―Noi faremo una proposta agli azionisti della società "Per Cornigliano", se non la riterranno adeguata, ci dovranno spiegare il perché‖18. Nel giugno del 2003 il Genoa viene rilevato da Enrico Preziosi, poco prima che la società venga dichiarata fallita. La cordata degli imprenditori genovesi (i ―cespugli‖ che si muovevano ―a fari spenti‖), che aveva trovato in Stefano Zara un punto di riferimento, non si è alla fine concretamente resa disponibile. Il Genoa è ora nelle mani di un imprenditore non genovese. Una persona che non ha sicuramente partecipato alla redazione del business plan. LA LUNGA GESTAZIONE DEL PROGETTO DI SESTRI Il 30 aprile 2004, nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, vengono presentati i risultati di uno studio commissionato due anni prima dal Gruppo Immobiliare Giacomazzi sulle possibili opzioni per la costruzione di uno stadio a Genova. ―Tutto nasce a fine 2002, quando il Gruppo Giacomazzi commissiona ad un pool di tecnici guidato dal milanese Stefano Boeri (…) ed allo Studio genovese Apice, uno studio su un impianto che sostituisca il Ferraris, giudicato da tutti vecchio e inadeguato anche dal punto di vista urbanistico. Un impianto che non sia però solamente un campo di calcio: deve essere una struttura che si autofinanzi, magari produca reddito, che sia vissuta anche quando non ci si gioca, che sia calata nella città, che risponda pure alle esigenze di Genova. (…) Da 9 progetti originari (…) si passa ai quattro che saranno presentati oggi: Trasta, Calata Sanità, l‟Isola più Marassi”19. Lo studio, però, sembra dare un riscontro inaspettato, ripresentando fra le ipotesi la ristrutturazione del ―Luigi Ferraris‖, i cui costi, anche nel caso di espansione verso le carceri (se le aree da queste occupate dovessero essere lasciate libere), sono molto inferiori a quelli di una nuova costruzione.
  • 20. È interessante analizzare la sintesi della presentazione dei quattro progetti, così come appare tutt‘oggi su alcuni siti internet specializzati. I paragrafi che seguono sono direttamente tratti dal sito Archinfo.it20. ―A partire da alcune necessità urgenti che riguardano le infrastrutture per il calcio professionistico a Genova, si è sviluppata una riflessione analitica e progettuale che ha considerato lo stadio non solo come un grande contenitore di eventi sportivi sporadici, ma piuttosto come un edificio polivalente e permanentemente attivo: un'occasione ed un volano per lo sviluppo della città. Questo studio presenta una prima riflessione sui possibili scenari di sviluppo di Genova che potrebbero essere indotti dalla realizzazione di un impianto sportivo polivalente: uno stadio che agisca come un fulcro e un attrattore di funzioni urbane dedicate al tempo libero, al commercio, alla cultura ed allo sport. Si è cercato in particolare di rispondere ai seguenti interrogativi: quali sono le caratteristiche di uno stadio moderno? Come può uno stadio rispondere alle esigenze della città che lo ospita? Qual è l'offerta attuale di spazi sportivi dedicati al calcio a Genova? Come progettare un nuovo polo calcistico a Genova? Quali aree possono ospitare un polo calcistico polivalente? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi delle aree individuate? Tra le molte aree inizialmente selezionate e studiate sono state scelte quelle che offrivano maggiori vantaggi e opportunità per la città di Genova. I criteri di selezione delle alternative di localizzazione del nuovo stadio polivalente, non sempre omogenei, ci hanno aiutato a circoscrivere la nostra scelta su aree facilmente raggiungibili, centrali rispetto alle tendenze in corso di sviluppo della città, potenzialmente capaci di tracciare il futuro sviluppo urbano e portuale, completando, ridefinendo o avviando processi di trasformazione . Le 4 localizzazioni individuate - Trasta nella Val Polcevera, Calata Sanità nell'arco portuale antico, un'isola sul colmo della Diga Foranea e l'attuale sede dello stadio Luigi Ferraris a Marassi - offrono opportunità ed evidenziano problematiche diverse. Trasta e Calata Sanità sono vasti suoli sostanzialmente artificiali, ciascuno di proprietà di un unico soggetto pubblico "specializzato" (Ferrovie dello Stato, Autorità Portuale) facilmente accessibili dal sistema infrastrutturale della città. L'idea di uno stadio polivalente a Calata Sanità introduce inoltre uno scenario potenziale di grande suggestione, legato al completamento del sistema urbano del Porto Antico. L'idea di uno stadio-isola è quella di un progetto visionario, ma indicativo di un possibile scenario di sviluppo della città, che non sottrae terreno ad altre attività. L'ampliamento dell'attuale stadio di Marassi è infine l'idea del miglioramento radicale di una struttura e di una localizzazione che, pur oggi non adeguate ai requisiti di sicurezza e di vivibilità per il quartiere, sono storicamente care alla città e apprezzate dai tifosi. Trasta: un nuovo edificio polivalente nella Val Polcevera Al corso del Polcevera, da sempre contenitore di grande importanza per lo sviluppo della città, da prima come riserva agricola poi come polmone di sfogo per la grande industria, si sono sovrapposti negli ultimi dieci anni tracciati stradali e ferroviari di grande importanza extra-urbana, divenuti col tempo attrattori per grandi contenitori commerciali. L'insediamento del nuovo stadio, sull'area dello scalo ferroviario di Trasta delle Ferrovie dello Stato che ne prevedono la dismissione, si inserisce in questa logica di sviluppo, contribuendo ad arricchire le grandi funzioni della Val Polcevera con una vera e propria cittadella dello sport. Il progetto prevede la costruzione di un grande contenitore introverso, come una "scocca" adagiata tra la collina e il fiume che cattura i flussi e li raccoglie al suo interno. Il nuovo organismo polivalente attrae intorno alle stadio di calcio una moltitudine di funzioni per il tempo libero e per lo sport, legate da una ricca sequenza di spazi pubblici coperti ed all'aperto. Marassi: una centralità ritrovata Da sempre area preferenziale di ubicazione di servizi alla città, la Valbisagno ha letteralmente subito la compresenza di una serie di funzioni di grande impatto e di scarsa o nulla qualità ambientale: il cimitero, il deposito dell'AMT, i mercati generali, le carceri, lo stadio. Attività per altro costipate e compresse all'interno di un tessuto
  • 21. residenziale molto denso. Ipotizzare il recupero dello stadio Luigi Ferraris e la sua riqualificazione come contenitore polivalente significa innanzitutto trasformarlo in un luogo centrale e fulcro di servizi anche per la vita del quartiere. Un progetto di riqualificazione che comprende necessariamente anche aree limitrofe allo stadio come le carceri, l'alveo del fiume e la villa Musso Piantelli. Il progetto prevede due differenti livelli di intervento, riferiti sia al sistema viabilistico e dei parcheggi (in modo da sgravare il quartiere da ondate squilibrate di automobili) sia ai problemi di sicurezza legati all'accesso e alla fuoriuscita dallo stadio (attraverso la dotazione del piazzale antistante lo stadio di un sistema di barriere fisse per l'afflusso e il deflusso degli spettatori). Il primo livello di intervento riguarda la ristrutturazione del manufatto stesso dello stadio, attraverso l'inserimento chirurgico di alcune nuove funzioni rispondenti alle nuove necessità e servizi e l'acquisizione e ristrutturazione della villa per eventi e servizi allo stadio durante l'evento. Il secondo livello di intervento riguarda invece l'addizione di un nuovo corpo di fabbrica: un edificio a L rovesciata - come un grande tetto attrezzato ed abitabile - a sbalzo sulla piazza antistante lo stadio che viene ridefinita e trasformata in un nuovo luogo di aggregazione per il quartiere. All'interno della grande terrazza panoramica sulla Val Bisagno e sulla costa urbana, si potranno localizzare funzioni commerciali, ludiche e culturali, che faranno dello stadio polivalente un nuovo luogo centrale per l'intera città di Genova. Calata Sanità: il completamento dell'arco del porto antico Per Calata Sanità è possibile ipotizzare nei prossimi anni la continuazione di una progressiva trasformazione delle banchine portuali specializzate in banchine di portualità allargata a funzioni urbane. Una trasformazione graduale iniziata nell'arco del Porto Antico con le Colombiadi del 1992. L'eccezionale collocazione dell'area a conclusione dell'arco portuale fa infatti di Calata Sanità l'anello mancante di un grande progetto di rifunzionalizzazione e rivitalizzazione del bacino portuale e il suo terminale urbano; uno dei luoghi contemporaneamente più visibili e più panoramici della città centrale rispetto a tutte le altre parti di Genova, collegata con le vecchie e con le future linee di infrastrutturazione a livello urbano e regionale, l'area di Calata Sanità si presta a divenire un nuovo polo di sviluppo di Genova. Un'area urbana e residenziale dotata di un grande Parco urbano e di strutture di servizio alla Portualità (un distripark, una stazione marittima per crociere, spazi di ricovero e riparazione per yacht), oltre che di grandi funzioni ricettive e per il tempo libero come - per l'appunto - il nuovo stadio polivalente e una seconda sede dell'acquario di Genova. Una nuova parte di Genova, dove vita residenziale, lavoro e tempo libero potrebbero riconciliarsi. Un polo urbano rivolto non solo alla città ma ad un'area geografica molto più vasta. Isola/Stadio: un grande attrattore polivalente nei pressi della Diga Foranea All'interno di un quadro di sviluppo dell'assetto viabilistico e portuale della città il progetto di un'isola artificiale dotata di servizi ricettivi e per il tempo libero costituisce una eventualità da considerare con attenzione. La costruzione di un'isola artificiale e delle sue necessarie infrastrutture di accesso, può infatti introdurre un nuovo scenario nel sistema della mobilità pubblica e privata genovese, da sempre organizzato intorno a brani di viabilità costiera che connettono i due assi di viabilità di fondovalle. In tal senso si completerebbe e meglio definirebbe la presenza a Genova di due anelli concentrici di scorrimento: uno centrale, in continuo e perpetuo rinnovamento (il sistema sopraelevata-tunnel), attorno la quale si organizza la città storica con le sue funzioni turistico ricettive; ed uno più esterno (il tratto autostradale tra i due caselli genovesi, i tratti urbani di viabilità di fondovalle e il nuovo asse viabilistico sulla diga foranea) bordato da grandi contenitori di servizio per lo sport, il commercio, il lavoro e la produzione. La realizzazione di un'isola artificiale nei pressi della Diga Foranea, in prossimità della bocca di porto realizzerebbe una condizione paesaggistica straordinaria, definendo la possibilità per un nuovo sguardo sulla città; un controcampo inatteso, capace di svelare una nuova immagine di Genova. Un primo tassello per la futura proliferazione di altri grandi contenitori acquatici posti lungo il bordo portuale.‖ Per qualche anno, il tema dello stadio nuovo sembra non destare più interesse, quantomeno non in maniera ufficiale. È verosimile che questo periodo sia stato utilizzato per passare dall‘indagine
  • 22. preliminare alla fase progettuale vera e propria, facendo anche i conti con le indisponibilità manifestatesi per tre delle quattro aree identificate dallo Studio Boeri (Trasta, Calata Sanità, Isola). A livello nazionale, anche a causa del ripetersi di episodi di violenza in occasione di partite di calcio, vengono introdotte una serie di normative di sicurezza, che impegnano pesantemente anche il Comune di Genova nell‘adeguamento del ―Luigi Ferraris‖ per consentire il regolare svolgimento delle partite delle due squadre della Città. Per chi frequenta regolarmente lo stadio iniziano ad apparire i seggiolini, i tornelli agli ingressi, le aree di pre-filtraggio. L‘Amministrazione Comunale sembra però aver definitivamente metabolizzato l‘idea di uno stadio nuovo. In un‘intervista di marzo 2006, l‘allora Assessore allo Sviluppo Economico e alle Infrastrutture del Comune di Genova, Mario Margini, nel parlare dello sviluppo della metropolitana cittadina, afferma ―Estendere la linea a San Martino e a Canepari è prioritario, mentre l'estensione al Ferraris credo lo sia meno, alla luce dell'ipotizzato trasferimento dello stadio di calcio‖21. Tre mesi prima che lo Stadio ―Luigi Ferraris‖ sia conferito in una società contribuendo a formare la parte più significativa del capitale sociale della stessa (capitale sulla base del quale il Comune sottoscriverà un aumento di capitale di AMIU), l‟Assessore allo Sviluppo Economico sa già che lo stadio verrà trasferito. La sua è ben più di una mera ipotesi, perché sulla base di questa idea si stanno indirizzando le strategie di sviluppo della mobilità urbana cittadina. NASCE SPORTINGENOVA SPA Nel giugno 2006 (l‘iter è iniziato nell‘estate del 2005) il Comune di Genova delibera la costituzione di SportInGenova Spa dove confluisce, fra gli impianti, anche lo Stadio ―Luigi Ferraris‖. Una quota del capitale sociale, pari al 30% sarà detenuta da AMIU a seguito di un aumento di capitale sottoscritto dal Comune mediante conferimento delle quote di SportInGenova. In un‘intervista dell‘estate precedente, l‘allora Amministratore delegato di AMIU, Pietro Antonio D‘Alema, aveva approfondito i motivi della scelta di AMIU come partner industriale del progetto: ―Il Comune di Genova gestisce direttamente cinque impianti (lo stadio Ferraris, lo stadio Carlini, la Sciorba, Lago Figoi e Villa Gentile) mentre altri cinquantuno sono gestiti da terzi in concessione. Spero di chiudere entro l' anno l' accordo col Comune con la stessa logica di bagni comunali e farmacie: quando li ha rilevati AMIU facevano acqua, adesso sono in attivo». Tradotto: aumenteranno i prezzi e ci saranno meno garanzie per le società... «Traduzione sbagliata: esistono sprechi, esistono cattive gestioni, si possono risparmiare soldi in acquisti mirati. Ma non è possibile che il privato, con lo sport, ci guadagni e il pubblico ci perda. Garantiremo le fasce deboli e lasceremo alle società gli spazi gestiti in concessione. Ma, come si dice, guarderemo tutto con occhio aziendale»‖22. Nel giugno 2006 il Genoa ritorna in Serie B e l‘anno successivo in Serie A. Il business plan, almeno nella parte che riguarda la fusione, viene riposto in un archivio. Può invece continuare il secondo scenario, quello che prevedeva la presenza di un‘altra squadra forte che rimanesse in Serie A e, possibilmente, si giocasse la possibilità di competere anche per traguardi europei. Non è chiaro se lo studio commissionato da Giacomazzi Spa allo Studio Stefano Boeri a fine 2002 avesse sin dall‘inizio anche il Presidente Garrone come ispiratore. Ma questi è risoluto ad affrontare e risolvere la questione dello Stadio al di fuori dell‘ipotesi di ristrutturazione del Luigi Ferraris. Nel dicembre 2006 viene commissionata alla Comperio Research23 un‘indagine per verificare
  • 23. l‘interesse da parte dell‘utenza imprenditoriale locale in merito all‘acquisizione di servizi all‘interno dello stadio (quali, ad esempio, gli Sky box o le sale VIP). Si tratterebbe di un impianto da 32 mila spettatori, parcheggi ed esercizi commerciali, destinato ad ospitare gli incontri della Sampdoria ma aperto anche ad altri. Una volta terminato lo studio di fattibilità, il passo successivo sarà quello di aggregare intorno al progetto altri soggetti, per rendere l‘ipotesi una realtà. Nel frattempo il Sindaco Pericu conferma l‘esito positivo dei lavori che hanno sancito la definitiva messa a norma del “Luigi Ferraris” e l‟ottenimento del certificato di agibilità24 che risolve definitivamente (dopo 17 anni!), il problema delle deroghe settimanali rilasciate per giocare. E, nel commentare l‘esclusione iniziale di Genova come sede prescelta ad ospitare alcune gare in caso di assegnazione di Euro 2012, sostiene che ―la scelta di escludere per ora Genova tra le possibili sedi degli Europei 2012 ha esclusivamente un sapore geopolitico. Sono convinto che, ultimati questi lavori, il Ferraris sia uno stadio gioiello, uno dei migliori d‟Italia. E spero vivamente che la Federcalcio torni sulla sua decisione‖25. Occorre chiedersi come questa affermazione si concili con quella dell‘Assessore Margini, rilasciata solo 9 mesi prima, relativa allo spostamento dello stadio. Nel febbraio 2007, alle primarie del PD per le elezioni comunali, Marta Vincenzi ottiene il 60% delle preferenze, superando Stefano Zara, ex presidente di Assindustria Genova sostenuto, fra gli altri, da Riccardo Garrone. La Vincenzi diventerà, qualche mese dopo, Sindaco di Genova. IL PROGETTO DELLO STADIO DI SESTRI Nella primavera del 2007 arriva la svolta. Le idee formulate nel 2002 diventano concrete: il 27 maggio 2007, alla Fiera di Milano, nell‘ambito dell‘evento ―Eire Expo Real Estate‖, viene presentato il progetto dello Stadio di Sestri Ponente. Il fatto avviene a pochi giorni dalle elezioni per il Sindaco di Genova e la scelta non è casuale: ―Vogliamo che i due candidati a sindaco di Genova dicano la loro prima delle elezioni‖26 . Promotore dell‘iniziativa sarà la Forum Liguria Srl, che nasce come società controllata dalla San Quirico Spa (holding delle famiglie Garrone/Mondini, che detiene fra l‘altro la partecipazione di controllo in Sampdoria Holding Spa e, per il tramite di questa, nella UC Sampdoria Spa) con il 58%. Al capitale sociale partecipano anche la Foruminvest Italia Spa (filiale italiana di una società olandese specializzata nella realizzazione di centri commerciali) con il 38%, Giacomazzi Spa con il 2% e Nicholas Gancikoff (leader della Sport Investment Group, società di consulenza dei club per la realizzazione di nuovi stadi). Più recentemente l‘azionariato di Forum Liguria è cambiato: attualmente la società vede le sue quote equamente suddivise fra San Quirico e Foruminvest Italia27. Il Presidente Garrone evidenzia da subito l‘importanza del progetto, sposando appieno le argomentazioni di quanti, Lega Calcio in testa, ricordano come il futuro delle squadre di calcio e la loro indipendenza economica siano fortemente influenzati dalla proprietà dello stadio in cui operano. Ecco la sintesi del progetto presentato, così come appare sul sito dell‘Arch. Stefano Boeri28. ―Il Nuovo Stadio per Genova è concepito come un complesso multifunzionale che include un moderno stadio di calcio per circa 35.000 spettatori, pensato per essere in regola con tutte le nuove norme di sicurezza UEFA; 40.000 mq
  • 24. di commercio, servizi, parcheggi e nuovi spazi pubblici. La particolarità del nuovo stadio è la sua articolazione su tre diversi livelli di suolo, tutti abitabili: la quota del campo da calcio, quella differenziata delle gradinate e quella sospesa nel vuoto della grande copertura abitabile, che ospiterà circa 5.000 mq di servizi ricettivi e commerciali e che sarà accessibile al pubblico anche quando non è in corso l‟evento calcistico. Anche all‟esterno il nuovo stadio sfrutterà questa sua articolazione, per piani verticali, attraverso una serie di percorsi pedonali in quota che lo collegheranno alla nuova stazione ferroviaria, alla funivia per Erzelli e all‟aeroporto, passando per la grande copertura verde del centro commerciale. Il progetto del Nuovo Stadio per Genova è localizzato a Sestri Ponente, in un contesto urbano di grandi potenzialità di trasformazione. Le previsioni di realizzazione del nuovo porto turistico, l‟esistenza del polo tecnologico dell‟IIT agli Erzelli e la riqualificazione dell‟area delle acciaierie Riva, consentono di immaginare un contesto di grande sviluppo e dinamicità, entro il quale la costruzione dello stadio rappresenta un elemento di articolazione e concentrazione. Il necessario potenziamento della rete infrastrutturale e la realizzazione di connessioni pedonali correlate all‟impianto sportivo, si prospettano come un‟importante risorsa per ordinare tutti gli interventi previsti, mentre le preesistenze, come nel caso dell‟aeroporto Cristoforo Colombo, sono assunte come importanti risorse per la valorizzazione di nuove relazioni urbane per questa parte della città. La favorevole posizione del sito nell‟ambito dell‟area metropolitana e le trasformazioni che vi sono in corso, consentono in questo modo di anticipare che la realizzazione del progetto per il Nuovo Stadio per Genova promette di costituire un nuovo forte elemento di centralità urbana per Genova. Incarico: Studio di fattibilità Anno: 2003 (on going) Promosso da: Golfo s.r.l. e Foruminvest Italia s.r.l. Committente: Giacomazzi s.p.a. Superficie costruita: stadio: 26.000 m piscina: 7.000 mq commercio: 18.000 mq sala concerti: 4.000 mq hotel: 12.000 mq museo del design: 3.500 mq darsena: 7.000 mq parcheggio: 80.000 mq costi di costruzione: Euro 212.000.000 opere pubbliche: Euro 72.000.000 Progetto architettonico: BOERISTUDIO (Stefano Boeri, Gianandrea Barreca, Giovanni La Varra) e Studio Apice (Alessandro Cristalli, Alessandra Zuppa) in collaborazione con T.T.A S.r.l., Sport Investment Group S.r.l, A. Valentini, Studio Legale Giorni e Studio Legale Ghibellin.‖ Lo stadio di Sestri Ponente sembra rispecchiare appieno le caratteristiche dello stadio del futuro, perché si presenta come impianto:  multifunzionale, collegato ad un centro commerciale, capace di attirare un‘utenza slegata dal circuito del calcio e dall‘appuntamento settimanale da questo discendente;  moderno, anche se di dimensioni più contenute rispetto a quelle attuali del ―Luigi Ferraris‖, in grado di garantire quel comfort oggi non esistente e rispondente ai requisiti UEFA per l‘accreditamento dell‘impianto ai fini delle competizioni europee;  capace di incrementare i ricavi della squadra di calcio che ne detiene la proprietà, integrando in maniera significativa i ricavi esistenti e garantendo così, nell‘immediato e per il futuro, una maggiore solidità patrimoniale. Per qualche tempo del progetto non si parlerà in maniera esplicita, ma è iniziato il conto alla rovescia, che porterà ai fatti dell‘estate 2009. IL “LUIGI FERRARIS” IN VENDITA? Nelle linee programmatiche del Comune approvate dalla nuova amministrazione (Sindaco Marta Vincenzi) nel settembre 2007, si inizia a parlare in maniera esplicita della vendita dello stadio
  • 25. “Luigi Ferraris”, senza lasciare spazio ad altre alternative. Nella scheda ―Ripensare e progettare l‟impiantistica sportiva‖ si declina anche l‘iter previsto per portare a termine l‘obiettivo prescelto: ―Individuazione dell‟iter amministrativo per l‟eventuale vendita dello stadio Luigi Ferraris: (1) Criteri di scelta: studio e valutazione dell‟eventuale tipologia dei criteri da inserire in un eventuale atto di vendita; (2) Controllo della tempistica: monitoraggio e verifica dei tempi dell‟iter amministrativo per l‟eventuale vendita; (3) Assicurare il ritorno dell‟investimento: accertamento dell‟investimento acquisito”29. Non si parla (ancora) di un nuovo stadio, ma della vendita del ―Luigi Ferraris‖ a terzi, verosimilmente perché lo gestiscano e si facciano carico dei relativi oneri. A partire dal settembre 2008 il Comune di Genova, per il tramite del Sindaco Vincenzi e dell‘Assessore allo Sport Pastorino, inizia a porre pubblicamente il problema del ―Luigi Ferraris‖. Per la prima volta viene data anche una precisa indicazione politica: il Comune di Genova non ha più intenzione di proseguire con la gestione diretta dello stadio, come chiaramente detto dall‘allora Assessore Pastorino: ―Non ci sono segreti. La scelta di vendere un bene come lo stadio Ferraris, che non serve alla promozione sportiva essendo riservato al calcio professionistico, è stata definitivamente presa da tempo. I costi sono eccessivi: basti pensare che il dovuto adeguamento alla normativa UEFA azzera in un colpo solo le quote versate da Genoa e Sampdoria. Il piano è quello della vendita ed è inevitabile che dalla parole si passi ai fatti‖30. Qualche giorno più tardi la stessa Vincenzi estende ulteriormente il concetto, anche immaginando una possibile alleanza con le iniziative per l‘Expo 2015 di Milano: ―Sì, il Ferraris non va bene. Credo che si possa dire con chiarezza – commenta il sindaco – aldilà del tifo e dei tifosi, aldilà della battaglia per la fede calcistica. Quell‟impianto deve essere superato. Perché sarà anche bellissimo dal punto di vista estetico, osservato dal suo interno. Ma visto da fuori è un unicum nazionale pericoloso. Così in mezzo alla città e alle case, a un quartiere popoloso e frequentato, addirittura così vicino a un fiume che ogni vent‟anni esce dai suoi argini”31. Dall‘ipotesi di vendita dello stadio si è passati, direttamente, alla sua sostituzione con un nuovo impianto. La cosa che lascia stupiti delle dichiarazioni del Sindaco è l‘assoluto contrasto con le affermazioni espresse solo due anni prima, nell‘illustrare il proprio programma elettorale: "(La demolizione dello stadio Ferraris) è un'ipotesi che non va presa in considerazione per molti motivi alcuni dei quali mi sembra opportuno sinteticamente indicare. Anzitutto perché lo stadio Ferraris è parte della storia della nostra città ed è stato palcoscenico di moltissimi eventi che sono nel patrimonio storico del calcio italiano che, giova sempre ricordarlo, è nato a Genova. Altra considerazione è che stiamo parlando di uno stadio di tipo inglese in cui il calore del pubblico e le sue coreografie si evidenziano in modo particolare riuscendo ad essere per la squadra di casa un vero e proprio dodicesimo giocatore in campo. Poi perché oggi, finalmente, il Ferraris è a norma ed è quindi idoneo ad ospitare qualsivoglia incontro di calcio a livello internazionale. In questo senso, tra l'altro, vi è una concreta possibilità che la Nazionale a breve venga a disputare un incontro valevole per le qualificazioni dell'Europeo 2008. Tra l'altro i giocatori della nazionale hanno in più occasioni dichiarato di gradire fortemente giocare al Ferraris sia per la tipologia dell'impianto che per il calore del pubblico genovese. Inoltre è uno dei primi stadi italiani ad essere in regola con le onerose e complesse prescrizioni di cui ai decreti Pisanu. Penso quindi che non vi sia proprio nessuna ragione razionale che porti ad ipotizzare una demolizione del Luigi Ferraris "32.
  • 26. Tale cambiamento di posizione potrebbe sembrare curioso al cittadino genovese che avesse votato il Sindaco alle elezioni, giacché nel suo programma elettorale la salvaguardia del Ferraris era invece un punto ben evidenziato. Se non è impossibile pensare che un candidato, successivamente alla propria elezione e preso atto delle contesto effettivo, possa variare idea su alcuni singoli punti, sarebbe probabilmente opportuno chiarire ai cittadini (e soprattutto ai propri elettori) che un cambiamento c‘è stato e specificare le ragioni alla base dello stesso. Renderebbe tutto più semplice e, forse, faciliterebbe la comprensione da parte del cittadino di ciò che avviene all‘interno dell‘Amministrazione Comunale. Il 24 ottobre 2008 l‘Assemblea degli azionisti di SportInGenova (Comune, AMIU) incarica il Consiglio di amministrazione di procedere alla nomina di un perito per la valutazione degli impianti di proprietà33. Non si parla solo del ―Luigi Ferraris‖, ma lo stadio è il cespite più importante, attraverso la cui vendita il Comune si aspetta di ottenere risorse per la sistemazione degli altri impianti sportivi. Come è possibile pensare che lo stadio, ceduto a privati, possa iniziare a produrre reddito se nei primi 18 anni di vita apparentemente ha prodotto delle perdite? Nella seconda parte del libro si cercherà di analizzare i costi del ―Luigi Ferraris‖, ma per ora occorre seguire il ragionamento così com'è stato fin qui proposto:  lo stadio produce perdite;  lo stadio impone continui investimenti per l‘adeguamento alle normative nazionali ed internazionali;  lo stadio non ha aree sfruttabili. Perché un privato dovrebbe partecipare a una gara per il suo acquisto e la sua gestione? Interessante l‘interpretazione dei fatti del giornalista Massimo Calandri in un articolo su ―La Repubblica‖ del 17 novembre 200834: “(…) questa che state per leggere è la sostanza della storia. Genoa e Sampdoria sono pronte a dire addio allo stadio Luigi Ferraris. Troppo vecchio ed oneroso, fuori tempo per le nuove regole – commerciali, in particolare – dell‟odierno football. Il Comune a sua volta è pronto a vendere la struttura ad una società che può mettere sul tavolo un piano inattaccabile: un parco urbano e magari ancora una discreta struttura sportiva che possa accontentare il quartiere, più un complesso residenziale. Due torri, per lasciare più spazio possibile a verde e sport. Con tanti appartamenti. Nelle casse dell‟amministrazione entrerebbero 35 milioni di euro, il valore stimato della struttura da radere al suolo. (…) E le squadre di calcio? Via libera ad un nuovo stadio, con preferenza per il progetto presentato a suo tempo da Garrone per Sestri Ponente. (…) Messo in questi termini, il Progetto pare accontentare tutti o quasi. (…) Questa è la storia cui stanno lavorando in gran segreto dal passato settembre‖. La risposta, forse, è tutta qui: l‘interesse di rilevare la proprietà dello Stadio ―Luigi Ferraris‖ nasce dalla disponibilità del Comune di variare la destinazione d‟uso dell‟area (proprio nel 2009 inizierà la rivisitazione del Piano Urbanistico Comunale), consentendo all‟acquirente di demolire lo stadio per realizzare un‟operazione immobiliare i cui proventi, uniti a quelli derivanti dalla costruzione del complesso stadio/centro commerciale di Sestri, servirebbero a rendere appetibile e redditizia l‟operazione. L‘architettura dell‘operazione è coerente con il Disegno di Legge sull‘impiantistica sportiva, che introduce, fra le sue varie previsioni, una semplificazione delle procedure amministrative per la
  • 27. costruzione di nuovi impianti e la possibilità di rendere disponibili ai soggetti promotori dell‘investimento aree anche non attigue a quella di costruzione del nuovo impianto, per investimenti di natura commerciale che consentano di raggiungere un equilibrio per la realizzazione di quello principale35. Il Sindaco Marta Vincenzi conferma: ―lo stadio Ferraris è ufficialmente in vendita. Il Comune è aperto a valutare tutte le ipotesi. Questo è un momento molto delicato. La cosa fondamentale è che venga garantita la massima trasparenza nelle procedure‖36. Nella stessa occasione il Sindaco precisa due condizioni irrinunciabili e cioè ―che non si tratti solo di un investimento per interessi privatistici (e che) Genova non può avere due stadi per le sue squadre di calcio. Genoa e Sampdoria continueranno a giocare in una sola struttura‖. Nella stessa intervista del 18 novembre, mentre il Sindaco annuncia la volontà di superare il ―Luigi Ferraris‖, l‘Assessore Pastorino introduce, al contrario, una forte discontinuità rispetto al quadro di precarietà e irrecuperabilità dello stadio, contestando che sia vecchio e inadeguato: ―Siamo in grado di adeguare lo stadio alle richieste Uefa. Nuove poltroncine, spogliatoi sotto le tribune e Skybox, i palchi. L‟importante è che i club ci dicano chiaramente se vogliono restare qui o hanno intenzione di andarsene fra pochi anni (…). Ha solo 18 anni. E non pesa sul bilancio di SportInGenova. Quest'anno il passivo è superiore di poco ai quattrocentomila euro. Ma perché abbiamo sulle spalle una serie di interventi recenti. E perché ad ottobre Genoa e Samp erano ancora in debito di un milione e mezzo di euro―. Parlando delle possibilità di sfruttamento delle strutture anche per il merchandising, aggiunge: ―Noi potremmo appoggiarci a Villa Piantelli. E poi, a Marassi siamo in grado di organizzare degli eventi che potrebbero farci respirare economicamente. Dei concerti musicali, ad esempio. (…) Come Assessore allo sport ho il dovere di tutelare l‟impianto attuale. Naturalmente so bene che c‟è un progetto portato avanti da alcuni privati. Prima di parlare di torri per appartamenti vorrei però ricordare che in quella zona ci sono dei vincoli.―37. Questa posizione, se possibile in maniera ancora più marcata, era già stata anticipata in Consiglio Comunale nella seduta pubblica del 21 ottobre 2008. Rispondendo ai Consiglieri in merito all‘ipotesi di vendita dello stadio: l‘Assessore Pastorino aveva precisato che l‘intenzione dell‘Amministrazione comunale era ―che il Luigi Ferraris rimanga un impianto destinato allo sport e al calcio professionistico. (…) Io credo che ci possano essere ipotesi che l‟Amministrazione possa mettere in campo dove quell‟impianto, con opportuni adeguamenti, e quindi riconoscendo la possibilità di svolgere quelle mansioni che sono oggi necessarie alle società professionistiche (parlo del merchandising, della rappresentanza, della mausoleità, dell‟ospitalità, ecc.) possa essere un impianto fortemente reddituale. Questa è la convinzione dell‟Amministrazione e l‟offerta che viene fatta a eventuali acquirenti è quella di uno stadio con gli ammodernamenti necessari per poter soddisfare quello che è lo sport professionistico (…) ovvero un impianto che potrà essere utilizzato per l‟intero periodo, eventualmente per tutti i giorni‖38. Non è la prima volta che l‘Assessore Pastorino si espone fuori dal coro a difesa dell‘idea di mantenere lo Stadio ―Luigi Ferraris‖. Accadrà per l‘ultima volta a maggio del 200939. Due mesi dopo sarà sostituito. Nell'ottobre 2008, le opzioni politiche sul tavolo sembrano essere due:  Il Sindaco Vincenzi sembra rassegnata alla sparizione dello stadio, perché ragiona in un‘ottica nella quale ci sarà un nuovo impianto a Genova (verosimilmente il progetto di Sestri) mentre l‘area oggi occupata dal ―Luigi Ferraris‖ sarà venduta (al promotore del progetto del nuovo
  • 28. stadio?) per consentire un‘operazione di riqualificazione urbana del quartiere. Bisognerebbe capire quanta parte di nuovo residenziale sia prevista nel concetto di ―riqualificazione urbana‖.  L‟Assessore Pastorino sembrerebbe invece rappresentare una scelta da parte dell‘Amministrazione Comunale tesa a vendere l‘impianto a un soggetto terzo, preservando però il ruolo del ―Luigi Ferraris‖ come stadio della città. Si intuisce però una disponibilità a favorire interventi di recupero dello stadio che lo possano modernizzare, soprattutto per favorirne uno sfruttamento commerciale; Quale la posizione ufficiale della Giunta Vincenzi sull‘argomento? Quello che si capisce chiaramente è che l‘operazione del nuovo stadio così come proposta serve agli attuali proprietari delle squadre per mitigare o azzerare il loro investimento nel mondo del calcio. Uno dei due, Riccardo Garrone, si è esposto in prima persona finanziando e difendendo il progetto. L‘altro, Enrico Preziosi, è schierato su una posizione più attendista e non sembra rivolgere le sue attenzioni prioritarie all‘argomento. Il 13 gennaio 2009 il Consiglio Comunale di Genova approva gli ―Indirizzi di Pianificazione‖40 prodromici alla predisposizione del nuovo Piano Urbanistico Comunale (PUC). Il Consiglio Comunale esorta a ―costruire sul costruito là dove il territorio lo consenta‖ e considera ―prioritario indirizzare le trasformazioni urbane, con particolare riguardo ad interventi di ristrutturazione, riconversione, sostituzione e trasferimento di edificabilità sul tessuto costruito esistente”. Nel paragrafo che si occupa delle ―aree dismesse o dismettibili‖ (che per analogia possiamo applicare anche a Sestri) si dice anche che ―particolare attenzione dovrà essere rivolta alle esigenze di consolidamento e localizzazione industriale che rappresentano opportunità di radicamento e di sviluppo produttivi ed occupazionali‖. Parrebbe che i criteri cui il PUC dovrà orientarsi siano più coerenti con un recupero del ―Luigi Ferraris‖ piuttosto che non con il progetto dello Stadio di Sestri. Questo non tanto, o non solo, per il riferimento al ―costruire sul costruito‖ ma, soprattutto, per la scelta di dare priorità ad iniziative di localizzazione di tipo industriale più che commerciale/terziario. ABBATTERE LE CARCERI PER RISTRUTTURARE IL “LUIGI FERRARIS”? Nello stesso mese di gennaio 2009 appare sul sito della Fondazione Genoa un comunicato41 che, prendendo spunto dalla notizia in base alla quale il Ministero della Giustizia starebbe per varare un ―Piano Nazionale per le Carceri‖, sollecita il Comune di Genova e le altre istituzioni ad attivarsi per favorire lo spostamento delle carceri dal quartiere. ―La Fondazione Genoa vede in questa notizia un‟importante occasione per una felice nuova sistemazione, secondo quanto sempre da essa auspicato, della zona di Marassi nella quale attualmente coesistono le Carceri e lo Stadio Luigi Ferraris. La costruzione di un nuovo moderno carcere in un‟area periferica da identificarsi convenientemente consentirebbe di soddisfare fondamentali esigenze di civiltà, creando finalmente un ambiente vivibile per i reclusi. E, nello stesso tempo, una risistemazione complessiva della zona consentirebbe di creare le condizioni per un‟integrazione ottimale tra lo stadio e il quartiere . In questo quadro potrebbe collocarsi una ristrutturazione dell‟impianto sportivo che, conservandone i valori architettonici e di impatto spettacolare ed emotivo generalmente apprezzati, lo arricchisca di potenzialità commerciali e reddituali. Quali che siano le soluzioni che possano al riguardo prospettarsi in merito alla progettualità finanziaria e all‟identificazione dei soggetti, pubblici o privati, che possano essere i protagonisti dell‟iniziativa, crediamo che questa sia la vera via per
  • 29. affrontare, nel medio e lungo termine, il problema posto dall‟Amministrazione Comunale dell‟economicità della gestione dell‟impianto sportivo‖. Il tema dello stadio e quello delle carceri sono fortemente connessi, in quanto rappresentano indubbiamente due ―servitù‖ nel quartiere. Un eventuale spostamento delle carceri (del quale si parla da anni, e che sarebbe opportuno per motivi ben più importanti di quelli sportivi) risolverebbe anche il problema del ―Luigi Ferraris‖, rendendo disponibili spazi per uno sviluppo dell‘impianto verso quella logica di multifunzionalità con la quale era stato in origine concepito e che viene posta alla base della progettazione dei moderni impianti sportivi. A seguito dell‘incidente accaduto ad un tifoso genoano dopo la partita Genoa-Fiorentina del 15 febbraio 2009 riprendono le polemiche sulla sicurezza dell‘impianto. Il ―Luigi Ferraris‖ rispetta la normativa nazionale in termini di requisiti di sicurezza, ciononostante la sua ubicazione all‘interno della città comporta dei problemi addizionali che devono essere affrontati e risolti (non ultima la difficoltà di manovra dalle aree riservate dei pullman delle squadre). Occorrerebbe capire se le carenze strutturali siano tali da impedire (o rendere eccessivamente onerosa) una ristrutturazione dell‘impianto oppure se esista una soluzione, anche partendo dalle possibilità di riassetto dell‘area, anche successiva ad un ipotetico spostamento delle carceri cittadine. La domanda però non sembra essere mai posta in questi termini: l‘informazione veicolata è che l‘attuale stadio porta delle perdite ed una sua ristrutturazione non potrebbe comunque renderlo conforme alla normative nazionali e UEFA: è quindi necessario costruirne uno nuovo. Infatti, si prosegue nel ragionamento, in caso di successo dell‘Italia nella candidatura come nazione ospitante di Euro 2016 ci potrebbe essere la possibilità di intercettare fondi pubblici per ristrutturare il ―Luigi Ferraris‖ ma, considerando che lo stadio non può essere messo a norma, diventa necessario trovare un‘altra soluzione, un‘altra ubicazione, anche approfittando del fatto che il Comune sta lavorando sulla revisione del Piano Urbanistico Comunale. Di fronte a tale argomentazione, qualunque cittadino si sarebbe convinto che il romanticismo e il rispetto della storia devono fare i conti con la praticità. È inutile continuare a spendere denaro pubblico per un impianto che non avrebbe mai rappresentato la soluzione definitiva. Oltre che inutile, è anche controproducente nel momento in cui un soggetto privato si era reso disponibile a intervenire per la costruzione di un nuovo impianto. Sul tema della redditività, forse, si sarebbe dovuto dire che è SportInGenova a generare delle perdite e che, all‘interno della stessa, lo Stadio ―Luigi Ferraris‖ è la struttura più vicina al punto di equilibrio. E, soprattutto, che tutto ciò era previsto già dal momento in cui si era deciso di costituire la società42. Forse questa interpretazione non era funzionale allo scopo. Ma il ―Luigi Ferraris‖ è così strutturalmente inadeguato da non consentire neanche di prendere in considerazione l‘ipotesi di una sua ristrutturazione? Oppure (come sosteneva Calandri) il giro d‘affari generato dalla costruzione di un nuovo Stadio è tale da interessare e soddisfare tutti gli attori in causa, aldilà della vera convenienza per la Città? Lo stesso progettista del nuovo stadio di Sestri, l‘architetto Stefano Boeri, sembra dubbioso in merito all‘abbattimento del ―Luigi Ferraris‖. In un‘intervista del mese di novembre 2008 43 afferma,
  • 30. fra l‘altro che ―Quando la Sampdoria mi chiese un progetto di un nuovo stadio, confesso che prima cercai di capire se si potesse venirne fuori, intervenendo su Marassi. Certo, l‟impianto è costoso e vecchio sotto il profilo della sicurezza, con le normative UEFA, che sono diventata rigidissime. Però dal punto di vista architettonico resta uno degli stadi più belli che ci siano in Italia e ha una storia che non si può cancellare. Io credo che sarebbe un'offesa alla città buttarlo giù‖. Nel seguito dell‘intervista, parlando della difficoltà italiana di avere stadi di proprietà delle società, introduce un concetto in controtendenza rispetto a quello che si legge sulla stampa, sostenendo che ―certamente la lentezza della burocrazia svolge un ruolo piuttosto pesante. (…) Però, io starei sempre attento a ricordare che in Italia l‟approccio al calcio non può essere lo stesso che c‟è negli Stati Uniti o comunque anche in Inghilterra. (…) Bisogna andarci piano sotto questo aspetto, così come nell‟ideazione dei nuovi impianti. Va bene che siano multifunzionali, però, non dimentichiamoci mai che il clou è la partita. Io, ad esempio, nel progetto di Sestri le strutture commerciali le ho previste, però fuori dall‟impianto‖. Alla fine di aprile 2009, complice anche la necessità di dover ottenere la licenza UEFA per giocare le competizioni europee, Genoa e Sampdoria firmano il rinnovo della convenzione con SportInGenova. Viene stabilita una durata biennale, ad un canone di 1 milione di Euro per ogni squadra oltre ad una compartecipazione alle spese per le opere straordinarie. Viene in sostanza replicato, pur senza la forma giuridica del consorzio, l‘assetto che è utilizzato, ad esempio, a Milano per la gestione di San Siro44. L‘argomento del nuovo stadio ritorna prepotentemente alla ribalta il 21 maggio 2009. Al Presidente Preziosi, ospite della trasmissione ―We are Genoa‖ sulla rete televisiva Telenord, viene posta una domanda sulla vicenda dello stadio, probabilmente aspettandosi un‘ennesima conferma della linea fino a quel giorno tenuta (e, cioè, che lui intendeva rispettare il sentimento della tifoseria genoana che non intendeva spostarsi dal ―Luigi Ferraris‖). Invece la risposta non è quella attesa:―Il tifoso genoano si deve rassegnare, anche se il Ferraris è lo stadio dei ricordi. Ma una società che vuole essere proiettata verso traguardi importanti deve evitare di farsi condizionare dal romanticismo. C‟è un solo modo per continuare a utilizzare il Ferraris: spostare le carceri . In caso contrario, anche se so benissimo che molti tifosi non saranno d‟accordo con me, ne serve uno nuovo‖45. La posizione sembra chiara: se non è possibile procedere al ripensamento dello Stadio ―Luigi Ferraris‖ attraverso il recupero dell‘area oggi occupata dalle carceri cittadine, sarà necessario dotarsi di uno stadio nuovo. Anche l‘Assessore Pastorino conferma: ―Sono perfettamente d‟accordo con Preziosi che il problema principale dello stadio di Marassi è costituito dalla vicinanza dell‟istituto di pena. (…) È quella la vera servitù del quartiere, non lo stadio, e bisogna fare pressioni sul Governo, tutti insieme (società sportive e istituzioni), affinché il carcere sia finalmente trasferito. In questo modo molti dei problemi che segnala Preziosi potrebbero essere risolti. Non solo ci sarebbero gli spazi per ricavare nuovi parcheggi ma si potrebbero anche realizzare nuovi volumi di varia natura per accrescere la redditività del complesso‖46. Pochi giorni dopo, la Regione Liguria si schiera apertamente per sollecitare il Governo in merito allo spostamento delle carceri. Nasce anche un piccolo incidente ―istituzionale‖ fra Sindaco e Presidente della Regione, con la prima che tende a precisare che la scelta sul tema dello stadio sia prerogativa del Comune di Genova47. Il problema del carcere di Marassi, che era già vivo a fine anni ‘80, viene però così svilito da tema di civiltà (per le condizioni in cui versano i carcerati) a conflitto di competenze fra le istituzioni locali. Probabilmente questo è uno dei motivi per i quali, pur nel rispetto delle prerogative dei vari
  • 31. Enti Pubblici preposti, non si riesce ad affrontare in maniera costruttiva. Eppure le problematiche derivanti dalla prossimità delle carceri con lo Stadio sembrano non interessare in maniera particolare. Potrebbe essere un‘occasione, indipendentemente dal futuro del ―Luigi Ferraris‖, per alleggerire la Bassa Valbisagno da quelle che sono definite delle ―servitù‖. Nonostante le dichiarazioni compatte delle istituzioni locali, Regione e Comune in testa, nel Piano che il Governo predisporrà a ottobre 2009 l‘ipotesi di spostamento del carcere di Marassi (ventilata durante il governo Prodi) viene dimenticata a favore della creazione di un carcere leggero, da 400 posti, da aggiungere a quello esistente48. La problematica sembra offrire un‘importante argomentazione ai soggetti promotori del nuovo stadio: se è vero che fino a che le carceri non verranno ricostruite altrove non sarà possibile mettere mano ad una seria ristrutturazione dello Stadio ―Luigi Ferraris‖, allora è bene cercare di identificare quanto prima un sito per il nuovo stadio. Considerati i tempi decisionali medi della politica l‘impasse infrastrutturale è destinata a durare qualche lustro. Questa apparente pregiudiziale negativa rimarrà viva fino a quando lo studio della Fondazione Genoa 1893 non dimostrerà che la ristrutturazione è possibile indipendentemente dallo spostamento delle carceri. Ai primi di luglio 2009 l‘Assessore allo Sport Pastorino lascia le deleghe sullo Sport e viene sostituito da Stefano Anzalone. Inizia (non per responsabilità del nuovo Assessore, ovviamente) quello che fino ad oggi è stato il periodo di massima attenzione e scontro sul tema dello stadio di Genova e che vedrà contrapporsi le tre soluzioni: Sestri Ponente, la Colisa, la ristrutturazione dello Stadio ―Luigi Ferraris‖. Approssimandosi il momento nel quale va formalizzata la candidatura dell‘Italia per i Campionati Europei di Calcio del 2016 accelerano le procedure per la scelta delle città che l‘Italia avrebbe inserito nel dossier da presentare all‘UEFA. Occorreva passare dalla fase progettuale a quella operativa, cosa che avviene nel luglio 2009, quando Riccardo Garrone appone la sua firma su una Lettera di Intenti con il Comune di Genova che definisce un‘ipotesi di percorso per giungere alla realizzazione di un nuovo stadio (a Sestri), identificando contemporaneamente delle soluzioni anche per la conversione del ―Luigi Ferraris‖. Parte così l‘iter per la realizzazione del progetto, quello che nel gennaio 2007 era stato annunciato dallo stesso Riccardo Garrone come ―lo stadio della Sampdoria, gestito dalla Sampdoria‖49. A distanza di due anni, però (molto più coerentemente con le dichiarazioni rilasciate a partire dal 2002 sul tema del nuovo stadio di Genova), Garrone ricercherà la collaborazione e la partecipazione anche di Enrico Preziosi, precisando che si tratterà di un rapporto paritetico. Quindi, nelle sue nuove intenzioni, lo stadio di Genoa e Sampdoria50. Si apprenderà solo in seguito, però, che le due squadre non ne saranno proprietarie, ma semplici utilizzatrici. Il giorno 8 luglio, proprio mentre il Sindaco Marta Vincenzi (secondo una ricostruzione del Secolo XIX51) siglava la Lettera d‘Intenti con Riccardo Garrone, il neo Assessore allo Sport, Stefano Anzalone, si presenta alla stampa affermando fra l‘altro: ―riteniamo che lo stadio di Genova sia lo stadio di Marassi: è in pratica il tempio per molti tifosi e sportivi genovesi. Ritengo sia un pochino la nostra bandiera: debba essere considerato un vessillo e tutelato». In Consiglio Comunale ha anche detto che una sua occupazione sarà la realizzazione del nuovo stadio, al quale le società pensano per un futuro lontano dal Ferraris.
  • 32. «Certo, se ci saranno le opportunità, gli spazi, le risorse, si può discutere e vedere anche in qualche maniera, in prospettiva futura, di realizzare un nuovo impianto in città. Io sono aperto a qualunque novità, ma il Ferraris è lo stadio della città: ci vuole un approccio approfondito per capire cosa farne. Nel quartiere ci sono le carceri che dovrebbero essere spostate»”52. Tutelare il ―Luigi Ferraris‖ puntando allo spostamento delle carceri, prima di analizzare altri progetti. È cambiato Assessore, ma sembra che l‘antitesi con le dichiarazioni del Sindaco, già osservata in più occasioni con l‘Assessore Pastorino, rimanga una costante. Ma, forse, è lei che ha cambiato idea, considerando che nel marzo del 2007, poco prima che il progetto dello stadio di Sestri fosse presentato ufficialmente, l‘allora candidata sindaco si era espressa in una trasmissione televisiva (―Destra e Sinistra‖, sull‘emittente Primocanale) a favore della chiusura del carcere di Marassi e contro la realizzazione di un nuovo stadio nei pressi dell'aeroporto 53. Nel frattempo, Enrico Preziosi non si è ancora ufficialmente schierato. Riccardo Garrone, conscio che il progetto avrà speranze di battere quelli che definisce i ―nemici del nuovo‖ solo se vedrà la partecipazione di ambedue i soggetti come promotori, lo invita pubblicamente a partecipare all‘iniziativa: ―(…) spero che entro l´estate si possa iniziare a lavorare con concretezza al progetto. La disponibilità dell´aeroporto a rinunciare a quella parte di area esiste, bisogna però andare avanti. Quella zona può diventare davvero un polo nuovo per la città di Genova e non penalizzerebbe assolutamente i commercianti di Sestri Ponente‖54. STADIO VS. AEROPORTO L‘affermazione di Riccardo Garrone in merito alla ―disponibilità dell‟aeroporto a rinunciare a quella parte di area‖ sarà però smentita dai fatti: la localizzazione nelle adiacenze dell‟Aeroporto di Genova è il vero punto debole del progetto. L'area oggetto dell‘investimento (centro commerciale e stadio) non è privata, né di proprietà comunale. È del Demanio Aeroportuale. Il titolare delle aree, per conto dello Stato Italiano è l'Ente Nazionale per l‟Aviazione Civile (ENAC) che il 30 aprile 2009 ha rinnovato la concessione delle stesse (fino al 2027) a favore della Società Aeroporto di Genova Spa, in conformità a un piano di sviluppo che poggia le sue basi sul potenziamento e l‘espansione dello scalo attraverso interventi che afferiscono la logistica, i parcheggi nonché un progetto di insediamento di una nuova compagnia aerea. Sulla base della vigente normativa, ENAC è l'autorità di regolazione tecnica, certificazione e vigilanza degli scali aeroportuali, mentre i gestori (fra cui, Aeroporto di Genova Spa) sono i soggetti ai quali sono affidati i compiti previsti dall'art. 705 del Codice della Navigazione; in particolare quelli di amministrare e gestire le infrastrutture e gli impianti aeroportuali, di organizzare le attività aeroportuali ed assicurare agli utenti la presenza in aeroporto dei necessari servizi di assistenza a terra, fornendoli direttamente o coordinando le attività degli operatori terzi o in autoproduzione55. I promotori del progetto di Sestri forse ritengono che le aree siano nella disponibilità dell‘Autorità Portuale di Genova56. Non è corretto. L‘Autorità Portuale detiene il 60% del capitale sociale della società Aeroporto di Genova Spa, beneficiaria della concessione ENAC. È quindi solo Aeroporto
  • 33. di Genova Spa che potrebbe rinunciare al proprio diritto di sfruttamento della stessa, modificando il proprio piano industriale e i progetti di sviluppo a suo tempo presentati ad ENAC. Forse avevano discusso dell‘ipotesi con l‘Autorità Portuale ottenendo un parere favorevole che poi sarebbe stato fatto valere in virtù della quota di maggioranza da questa detenuta? Luigi Merlo, che ne è il Presidente, sull‘argomento dichiara: ―Non mi sottraggo al confronto. Se da parte degli enti locali (Comune, Provincia e Regione), esiste la volontà di approfondire l'argomento, sono pronto a sedermi e a discuterne. Senza dimenticare che la questione è più ampia e tocca, oltre all'ampliamento dell'aerostazione (…), anche il polo degli Erzelli e la nuova stazione ferroviaria‖57. L‘altro azionista di riferimento di Aeroporto di Genova Spa, la Camera di Commercio (che ha il 25% delle quote), sembra invece molto meno disponibile a prendere in considerazione il progetto prima di aver concluso l‘iter di privatizzazione dell‘aeroporto. La procedura è in corso: la gara per la nomina dell‘advisor dei venditori è terminata nel mese di marzo 2010 con la scelta di KPMG Advisory, che dovrà predisporre il bando di gara. Si prevede che l‘operazione possa giungere a completa definizione nel corso del 2011. Accertato che le aree sono del Demanio Aeroportuale, gestite da ENAC e date in concessione fino al 2027 a servizio dei piani di sviluppo dell‘aeroporto, per variarne la destinazione d‘uso e sdemanializzarle, spiega Alberto Lelli (dirigente dell'ENAC) ―occorrerebbe indire una gara oppure, come a Genova è già accaduto per il G8 del 2001, fare una legge speciale che affidi le aree ad un soggetto individuato per la realizzazione di un progetto altrettanto individuato‖58. Una gara internazionale (in ambito UE) quindi, oppure una legge speciale. Ma anche nel caso in cui si procedesse in questo senso, dando per scontato che venga bandita una gara e che questa venga vinta dai promotori del progetto Sestri e non da altri (magari interessati ad utilizzi produttivi dell‘area), esisterebbero dei problemi di coesistenza fra la struttura aeroportuale ed un complesso come quello previsto dal progetto; fra questi, ad esempio, l‘impossibilità che le costruzioni abbiano un‘altezza superiore ai 45 metri ed impianti di illuminazione potenzialmente pericolosi per la gestione dei voli; si aggiungerebbero poi problemi di viabilità nei giorni delle partite e, più in generale, di ordine pubblico. Esiste poi un ulteriore problema, direttamente legato al nascente processo di privatizzazione dell‘Aeroporto di Genova, che potrebbe vedere diminuire in maniera sensibile il valore potenziale dell‘impianto se le uniche aree di sviluppo attivabili nel breve (non potendo pensare di realizzare lo spostamento sull‘isola artificiale nel giro di poco tempo) venissero acquisite al progetto del centro commerciale e dello stadio. Infine, mentre gli spazi necessari alla realizzazione del progetto del solo stadio (per circa 40 mila metri quadrati), seppur compresi nella metratura in concessione all'Aeroporto, erano in quel momento parzialmente non utilizzati, la necessità di costruire accanto a questo anche un centro commerciale (in assenza del quale il progetto sarebbe stato antieconomico e quindi non realizzato59) rende necessario sottrarre all'Aeroporto non solo un'area in quel momento non utilizzata, ma anche ulteriori 50 mila metri quadrati che ospitano le strutture della Protezione Civile (in particolare i Canadair), gli Aeroclub e l‘Aviazione Generale.
  • 34. La difficile coesistenza di un complesso commerciale nelle immediate prossimità di un aeroporto viene stigmatizzata anche dall‘Associazione dei Piloti e Proprietari di Aerei, in una lettera ufficiale inviata ad ENAC. L‘Associazione individua sei motivi per i quali la realizzazione di uno stadio così vicino all‘aeroporto sarebbe pericolosa per la sicurezza dei voli e pregiudicherebbe lo sviluppo dello scalo60. I primi tre sono direttamente legati alla sicurezza della navigazione derivanti:  dalle emissioni elettromagnetiche generate dallo stadio e dal centro commerciale, che porterebbero dei rischi per la radio-navigazione in fase di decollo ed atterraggio;  dall‘inquinamento luminoso derivante dall‘utilizzo dello stadio in ore serali, che potrebbe ostacolare la visibilità dei corridoi luminosi necessari agli aeromobili in fase di discesa;  dall‘aumento del rischio del cosiddetto ―bird-strike‖, in quanto la già delicata situazione dell‘aeroporto di Genova (condizionata dal richiamo della vicina discarica di Scarpino) verrebbe ulteriormente peggiorata per il richiamo che il centro commerciale avrebbe su gabbiani ed altri uccelli. A seguire, l‘Associazione richiama l‘attenzione anche sulla difficile convivenza del centro commerciale con l‘utenza propria dell‘aeroporto in termini di misure di sicurezza richieste in tutto il sedime aeroportuale, particolarmente incisive dopo il 2001. Le ultime due problematiche evidenziate sono meno ostative, nel senso che l‘Associazione rileva come l‘eventuale realizzazione del progetto porterebbe, di fatto, all‘impossibilità di sfruttamento delle aree per scopi propri dell‟aeroporto, in particolare la pista di emergenza e la realizzazione di nuove aree di parcheggio e di rullaggio. Il progetto sembrava aver sottovalutato tutti questi aspetti. Ma anche un altro: aldilà dell'effettivo attuale posizionamento dell'Aeroporto di Genova sul panorama nazionale, non dovrebbe ritenersi di principio più strategico per la Città (ma anche per la Regione) lo sviluppo di un aeroporto che possa intercettare il traffico a servizio dell'utenza turistica, crocieristica e, non ultima, d‘affari? Sembrava quasi che i promotori del progetto dessero per scontato una sorta di loro "diritto" ad usufruire di terreno pubblico, demaniale, per un investimento di natura privata. Il tutto, tra l'altro, senza aver apparentemente verificato in precedenza con il legittimo proprietario (ENAC) la fattibilità di una siffatta operazione e, inoltre, dando per scontato di essere vincitori del bando di gara europeo che avrebbe dovuto precedere l‘eventuale sdemanializzazione delle aree stesse. A meno di non beneficiare di una legge speciale. Sul fatto che ENAC non fosse stata chiamata in causa è interessante la dichiarazione del presidente dell'ENAC, Vito Riggio: ―Richieste di costruire stadi accanto all'aeroporto di Genova non ci sono mai pervenute. Finché non arrivano non posso disporre una relazione tecnica e finché non ho in mano la relazione tecnica non mi muovo‖61. Affermazione, questa, che stupisce: solo il giorno prima si era appreso dalla stampa62 che il 14 luglio 2007, quindi circa due anni prima, ENAC aveva scritto al Presidente della Regione Liguria e per conoscenza al Sindaco di Genova, al Presidente dell‘Autorità Portuale e al Presidente di Aeroporto di Genova Spa esprimendo un parere negativo sulla possibilità di realizzare il progetto del centro commerciale e dello stadio nell‘area contigua all‘aeroporto Cristoforo Colombo. ENAC anticipava ―le perplessità circa la scelta del sito per il nuovo stadio: (1) sotto il profilo giuridico/tecnico, in quanto la sua realizzazione dovrebbe avvenire su demanio aeroportuale dello Stato,
  • 35. sottraendo all´aeroporto aree indispensabili per il suo previsto sviluppo; (2) sotto il profilo della compatibilità funzionale, in quanto si tratta di un‟infrastruttura in grado di generare forti concentrazioni di utenti in fasce temporali ristrette, congestionando così la rete di accessibilità all´aeroporto ed impedendone la fruizione, con danno alla collettività (sia passeggero che operatore aeroportuale); (3) sotto il profilo della sicurezza, poiché le manifestazioni calcistiche sono frequentemente origine di comportamenti ad alto rischio per l´ordine pubblico, in grado di influire non solo nelle aree limitrofe alla struttura di intrattenimento, ma anche sullo spazio aereo circostanze (per il rilascio di materiale pirotecnico)". L‘Ente era quindi stato sollecitato da qualcuno in passato. Qualche mese più tardi, sul Secolo XIX, si parlerà di un incontro fra Mario Giacomazzi e l‘allora Direttore Generale di ENAC, Silvano Manera63, avvenuto nel luglio 2008: si tratta di un banale errore sulle date (―2008‖ scritto al posto di ―2007―), oppure ci sono stati addirittura due incontri sull‘argomento? Vito Riggio è stato nominato Presidente dell‘ENAC nel 2003 ed era quindi già in carica nel momento in cui la lettera era stata inviata. È poco plausibile che non fosse informato di un argomento di questa portata. Le risposte date nella lettera del 2007 ricalcano in pieno le osservazioni che ENAC farà pervenire nel 2009, quindi il progetto di cui si parlava era, verosimilmente, lo stesso. Perché ENAC, allora, avrebbe scritto nel 2007? Le domande da porsi sono però ancora diverse: perché ripresentare in maniera ufficiale un progetto che ha già subito una bocciatura di ENAC, senza averlo modificato per risolvere le obiezioni evidenziate? E perché la notizia che il progetto era già stato bocciato in precedenza non è mai emersa fra luglio e ottobre 2009, quando si sapeva sin dal principio che ENAC non avrebbe potuto dare un parere positivo? È possibile che si volesse fare pressioni ―mediatiche‖ e ―politiche‖ perché il progetto fosse approvato? Il 14 luglio, Enrico Preziosi ribadisce la propria posizione, già espressa a fine maggio; intervistato sulla possibilità di un accordo con il Presidente Garrone sul progetto di Sestri e sul destino dello stadio ―Luigi Ferraris‖ afferma: ―Capisco i tifosi siano affezionati al Ferraris, è da sempre la loro casa. Però se mi si chiede che futuro abbia quello stadio, io rispondo nessuno. Non si può ogni anno battagliare per avere la deroga dall´Uefa. E allora ci sono due possibilità: o si buttano giù le carceri o si fa uno stadio nuovo . Invito ufficialmente il sindaco a farsi carico di trovare una soluzione, coinvolgendo tutte le istituzioni. Non siamo noi presidenti a dover dire dove si deve o non si deve fare lo stadio, il sindaco ci sottoponga un progetto e noi diremo se siamo d´accordo o meno‖64. Il 16 luglio appare sul Secolo XIX un articolo di Renzo Parodi dal titolo inequivocabile: ―Tursi dà il via libera allo stadio di Sestri - Riunione segreta. Protocollo d'intesa: Garrone ha firmato, Preziosi starebbe per farlo‖. Lo riportiamo per ampi stralci, perché contiene numerosi spunti di riflessione sul progetto di Sestri ma anche, più in generale, sul tema dello stadio. ―Un solo stadio del calcio a Genova, ma tranquilli. Non sta per suonare il requiem per il glorioso Luigi Ferraris, che sarà trasformato in un impianto polivalente per ospitare altre discipline sportive (…) Il nuovo stadio del football, previsto dal progetto presentato da Riccardo Garrone sull'area di Sestri Ponente a ridosso dell'aeroporto, dovrà ovviamente riunire sotto lo stesso tetto i due club calcistici cittadini. (…) La condizione è assoluta e insormontabile.