2. Piano di questa lezione
Esaminare tendenze e novità
con riferimento ai seguenti temi:
• organizzazione del settore
• anti terrorismo
• informazione nelle emergenze
• umanitarismo.
7. Trattato da Grandi
Incidenti Disastri Catastrofi
Tierney (2008) incidenti
Molto Piuttosto Esteso Molto
Impatto
localizzato localizzato e grave grante
Limitata Grande
Iniziative Risposta
Risposta assistenza risposta
locali inter-governo
mutua internazionale
Procedure Piani di Piani di Piani
Piani e
operative emergenza emergenza possibilmente
procedure
standard attivate attivate insufficienti
Un po' di Grande Risorse
Risorse
Risorse assistenza movimento locali
locali
dall'esterno di risorse insufficienti
Ruolo del Poco coin- Poco coin- Pubblico molto Coinvolgimento
pubblico volgimento volgimento coinvolto generale
Pochissime Poche Grandi Grandissime
Ripristino
sfide sfide sfide sfide
8. Caratteristiche delle grandi emergenze:
• eventi che non possono essere
gestite con normali risorse
• il 90% delle emergenze non hanno
bisogno di procedure speciali
• il 10% richiedono un cambiamento
qualitativo di tecniche di gestione
• il contesto di rischio e vulnerabilità può
trasformare un'incidente in un disastro.
9. Previsione e
monitoraggio
Gestione dei dei pericoli
disastri
Politiche
Gestione dei Piani Risorse
grandi Procedure umane e
incidenti Protocolli materiali
Gestione degli
incidenti
Protezione della
popolazione
(la comunità)
10. Protezione
della Piani,
popolazione procedure,
protocolli
Previsione
Gestione
e monitor-
del grandi
aggio dei
eventi
pericoli
Risorse
Gestione umane e
degli materiali
incidenti
11. Evento locale Risposta locale A
Soglia di capacità municipale
Piccolo evento
Risposta locale coordinata B
regionale
Soglia di capacità intermunicipale
Grande evento Risposta intermunicipale e
B
regionale regionale
Soglia di capacità regionale
Risposta intermunicipale,
Evento nazionale C
regionale e nazionale
Soglia di capacità nazionale
Evento Idem, più risorse
C
internazionale internazionali
12. Internazionale:
scambio e sostegno
Nazione: politiche di
compatibilità, armonizzazione,
Volontariato: coordinamento
sostegno e
integrazione Provincia, regione, stato,:
coordinamento, assistenza
Settore Comune o altra autorità locale:
privato: operazioni
integrazione
Disastro
13. Micro- Singolo
emergenza comune
Gerarchia
Meso- Diversi
comuni
dei piani di
emergenza
Macro- coordinamento
emergenza
emergenza regionale
Disastro o coordinamento
catastrofe nazionale
15. Una nuova classe
Naturali:
terremoti,
Tecnologiche:
rovesci tossici,
alluvioni, scontri di
frane, ecc. trasporto, ecc.
Forme di
calamità
Sociali: Intenzionali:
moti popolari, atti di
di disastro?
incidenti di
folla, ecc.
terrorismo
16. Gestione delle Protezione
"contingenze civile
L'industria
civili" della
sicurezza
Emergenze
e disastri
"Homeland Continuità
security" degli affari
Operazioni aziendali
umanitarie
17. Protezione civile:
Contingenze quale entità di Quale ruolo
civili: quali sono sostegno politico? per l'industria
i limiti della sicurezza
delle attività? nell'emergenza
generale?
Emergenze
Homeland e disastri
Continuità
security:
degli affari:
quale grado
quale rapporto
di libertà
con le autorità
civile?
Emergenze umanitarie: civili?
quale livello di sostegno
dal mondo ricco?
19. Difesa civile
Continuità Assistenza
militare
degli affari a comunità
aziendali civili
Aziende Organiz-
del settore Governo zazioni di
privato volontariato
Servizi
pubblici
privatizzati
Protezione civile
21. Gestione della crisi vista come
combinazione di gestione degli avvenimenti
e gestione della reputazione dell'azienda
AZIONI CONCRETI
falliti non conosciuti, nascosti
riusciti conosciuti, pubblicizzati
positivi percepiti
negativi not percepiti
REPUTAZIONE
Influenze interne Influenze esterne
Resilienza dell'organizzazione Resilienza del sistema
Capacità di gestire le crisi Fattori esterni:
"force majeure"
22. Gestione delle
Continuità
Protezione Difesa
degli
civile civile
affari
contingenze civili
Resilienza
L'ambiente del rischio
23. Forze paramilitari FPM
(Guardia Nazionale)
POL FM
Forze di Forze
polizia militari
Italia
Vigili Pubblica VVF PA
del Fuoco amministrazione
V
Volontariato FPM
FPM POL FM
POL FM
Stati Uniti UK
VVF PA VVF PA
V V
24. Militare Civile
Forze Amministrazione civile
armate Volontari (società civile)
Servizi di emergenza
(esercito)
[ruolo residuo]
Difesa civile Protezione civile
Comando e controllo Coordinamento e
cooperazione
Comando rigido Auto gestione
25. Governo, Divisioni
commercio, gerarchiche
sanità, ecc.
Divisioni Nazionale,
delle funzioni regionale,
locale, ecc.
Divisione e
integrazione
Polizia, Divisioni
Ambulanza, geografiche
VVF, ecc.
Bacini di utenza,
Divisioni giurisdizioni
organizzative ecc.
26. effetto dei disastri
naturali sul
capitale tecnologico
Disastri Disastri
naturali tecnologici
effetto della
tecnologia sulla
vulnerabilità ai
componente
terroristici
tecnologico
disastri naturali
degli atti
Alcuni legami
condizioni sociali
come fattore
incubante
Disastri Disastri
la dissidenza
sociali intenzionali
28. Homeland security
• l'epoca del NBRC?
• la protezione civile con
uno scopo più ristretto
• una pianificazione dominata
dal rischio terrorismo
• il ritorno della difesa civile
• la segretezza: "il pubblico
non ha bisogno di sapere".
29. La creazione del Dipartimento di Homeland
Security è stata la più grande riorganiz-
zazione del governo federale dal 1947.
Circa 2000 università statunitensi hanno
aperto centri di studio del terrorismo,
bioterrorismo, NBRC o materie affini.
Il governo federale statunitense non ha
comunque ridotto il numero di dichiarazioni
di disastro naturale o concomitante stato
di emergenza dalle 45-75 all'anno che
prevalevano prima dell'11 settembre 2001.
30. 80
70
60
50
40
30
20
10
0
1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010
Dal 1953 al 2008 negli Stati Uniti
(56 anni) ci sono stati 1.809 dichiarazioni
presidenziali di stato di disastro
a causa di uragani, alluvioni e terremoti
31. Il terrorismo è una specie di
disastro teleologico, cioè pilotato
• è infinitamente mutabile
• è costosissimo progettare e
effettuare rimedi
• gli scenari sono assai discutibili.
32. ESEMPIO: nell'attacco dell'Aum
Shinrikyo sulla metropolitana di Toyko
con il gas nervino Sarin (1995):
• i morti erano 12
• 4900 persone sono andate
in ospedale, di cui...
• circa 1000 denunciavano ferite vere
• ...e circa 3.900 denunciavano
sintomi multipli fisici idiopatici
cioè ipocondria.
33. Il principale effetto
del terrorismo sul
vasto pubblico
potrebbe essere,
non il suo coinvolgimento
diretto negli incidenti, ma
lo scompiglio delle
attività normali...
...con enormi costi per la società.
34. Il caso di Alexander Litvinenko
• un attacco piccolo e concentrato con
una sostanza altamente tossica: 210Po
• 30 località contaminate
• test su >1.000 persone
• forte lavoro per tanti enti
• problemi di determinare che
dovesse pagare i costi della bonifica.
35. Nel caso di un attacco con arme chimiche
gli aspetti seguenti dei protocolli di
decontaminazione sono assai discutibili:
• gli agenti chimici usati per
neutralizzare le sostanze tossiche
• la questione di quanto spogliarsi
prima del trattamento
• la tecnica di decontaminazione
adoperata in rapporto all’
idenficazione dell'agente tossico
• quante persone potrebbero
essere realmente decontaminate.
36. Aggressione armata
da parte di stati Disastri naturali
Difesa civile Protezione civile
"Homeland security" "Contingenze civili"
(difesa civile) (resilienza)
Aggressione armata
Disastri generici
da parte di
gruppi di dissidenti
37. Gestione delle emergenze:
un approccio evolutivo
Difesa civile...............Protezione civile
Rappresentante Participativo
Comando e controllo Collaborazione
Catena verticale Unità operative
di comando Popolazione inclusa
Popolazione esclusa e consultata
Ordine pubblico Problem solving
Segretezza Apertura
38. Attività contro il terrorismo
Organizzazione Immagazina-
• procedure mento
• scenari di evento • attrezzi
• piano di emergenza • provviste
Intelligence Formazione
• raccolta • diffusione dei piani
• interpretazione • esercitazioni
• preavviso
Coinvolgimento protez. civile
Sorveglianza Analisi
• automatica (CCTV) • in laboratorio
• manuale (personale) • analisi forense
40. Carenza di Eccesso di
informazione informazione
Informazione
critica ma carente
Impatto del disastro Tempo
41. Gli eventi sono
suscettibili a diverse
interpretazioni...
• nel crollo delle torri gemelle a New York
500 delle vittime erano stranieri privi di
permesso di soggiorno negli Stati Uniti
• nel terremoto di Bam, molte persone
scavavano freneticamente nelle rovine
delle loro case ....
alla ricerca di pacchi di cocaina
Serve più realismo e meno immagine.
42. Ma la percezione
popolare
dei disastri
continua ad essere
dominata da miti e
inaccuratezze
entusiasticamente
propagati dai
mass media.
46. Cos'è il comportamento auto protettivo?
• arrotolarsi in un angolo
• mettersi sotto un arco
• non cercare di uscire tutti insieme
• evitare gli oggetti che cadono
• proteggere la testa, il collo e la schiena
• ....o che cosa?
47. "Mito" n. 4:
Le persone intrappolate possono sopravvivere
per molti giorni sotto le macerie.
48. Percentuale di persone intrappolate
vive sotto edifici crollati
0
50
100
0.5
Ore
1 1
3
12
Giorni
Tempo di sopravvivenza
2 3 4 5 7 10 15
49. 0
10 Percentuale cumulativo di
persone intrappolate
20
Percentuale
recuperate vive
30
Entità finale di sopravvivenza
50
40
30 Percentuale cumulativo
20 di persone intrappolate
10 recuperate morte
0
0.5 1 3 12 1 2 3 4 5 7 10 15
Ore Giorni
Tempo di sopravvivenza
50. Bam, Iran
Nel terremoto di
Bam (26.12.03)
1600 soccorritori
Dicembre 2003 di 43 nazioni
hanno salvato
solo 30 persone.
Non era una situazione insolita....
51. Il soccorso tecnico
non dovrebbe essere
importato da lontano
Le soluzioni:
• incoraggiare la formazione di gruppi
di ricerca e salvataggio a livello locale
nelle zone a rischio
• promuovere il trasferimento dell'apposita
tecnologia e della formazione
• gemellaggi internazionali tra gruppi ReS.
52. "Mito" n. 5:
I disastri causano un grande caos e quindi
non possono essere gestiti sistematicamente.
53. "Mito" n. 6:
Solitamente i primi soccorsi nei disastri
vengono portati dai servizi di emergenza.
54. "Mito" n. 7:
Solitamente c'è una carenza di risorse
quando accade un disastro e per questo
l'evento non può essere gestito bene.
56. "Mito" n. 9:
Le imprese, le associazioni ed i
governi sono sempre generosi nell'inviare
soccorso e aiuti nelle zone disastrate.
57. "Mito" n. 10:
Quando accadono i disastri
il panico è una reazione comune.
58. Il terrorismo: un clima di paura....
Molte persone in posizioni di preminenza
nella vita pubblica (amministratori,
politici, scienziati, capi di polizia, ecc.)
stanno dicendo ai mass media le loro
opinioni sul probabile comportamento del
vasto pubblico durante un disastro,
opinioni assolutamente prive di una
base di ricerca nelle scienze sociali
(sociologia, psicologia sociale, ecc.).
61. "Mito" n. 13:
I disastri danno luogo a manifestazioni
spontanee di comportamento antisociale,
come lo sciacallaggio.
Invece abbiamo la comunità terapeutica
62. "Mito" n. 14:
Le salme non sepolte costituiscono una
minaccia alla salute dei superstiti e
possono contaminare l'acqua potabile.
63. I mass media dicono continuamente che
la presenza di salme non sepolte dopo
un disastro può causare epidemie.
64. "Mito" n. 15:
Spruzzare salme,
macerie e superstiti
con il disinfettante
impedisce la diffusione
di malattie ed epidemie.
65. "Mito" n. 16:
Le epidemie sono un effetto quasi
inevitabile del caos e dell'interruzione dei
servizi sanitari causati dai grandi disastri.
66. "Mito" n. 17:
Gli ospedali da campo sono utili
per il trattamento dei feriti.
67. "Mito" n. 18:
Grandi quantità e assortimenti di farmaci
e medicinali dovrebbero essere inviati
nelle zone disastrate.
70. Tolosa
21 settembre 2001
Esplosione in una fabbrica di fertilizzanti
• 12 morti, 180 feriti, di cui 30 grave
• danni ingenti a distanza 5 km dal sito
• nube tossica di ammoniaca
L'impianto esploso era
ubicato accanto ad un altro
che fabbricava carburante
per razzi spaziali !!!
72. "Mito" n. 22:
La magnitudo dei terremoti viene misurata
sempre con la scala Richter.
73. "Mito" n. 23:
Esiste un tempo [meteorologico] che
segna l'arrivo di un terremoto.
74. "Mito" n. 24:
Il disastro è sempre un'esperienza negativa.
"Mito" n. 25:
I disastri rendono la società più uguale.
75.
76. 1
2
3
4
5
Exceptional events
Respect for status
Earthquake deaths
Under rubble
Panic is common
People flee
Survivors daz ed
Looting common
Epidemics common
Cannot be managed
Any aid useful
Accept all aid
Unburied bodies
Antisocial behavior
Donate clothes
Send medicines
G ovts generous
Technology saves
Disaster manager da Milano
agree
Neutral
Strongly
Strongly
disagree
78. Obbligo di Indipendenza
informare il e libertà dell'
pubblico informazione
Antipatia
Coordinatori mutua Rappresentanti
di interventi oppure dei mass
di emergenza rapporto media
collaborativo?
Centri di informazione Vendite e numero
al pubblico; di telespettatori;
preavviso e allarme; reputazione;
informare parenti guadagno dalla
delle vittime pubblicità
79. Informazione poco accurata:
3000 esempio del terremoto di
Sakhalin (Russia), 1995
Gamma di variazione
2000
tra le diverse stime del
numero di morti
1000
0
28 maggio 1995 1 giugno 16 giugno
stima del numero di feriti
80. Feedback
Centralino
Servizio di telefonico
Pubblico
protezione
Comunicazione generale
civile diretta
Conferenze
e comunicati Rapporti
stampa con i
consumatori
Mass
media Feedback
81. Informazione 2:
la tecnologia
nella gestione
dell'informazione
82. Saggezza: abilità di prendere
decisioni in base a principi,
esperienze e conoscenza
Conoscenza: capire come le cose
funzionano (o dovrebbero funzionare)
Informazione: descrizioni di
situazioni fisiche e sociali
Dati: fatti e statistiche di base
COMUNICAZIONE
83. Idee vecchie...
• struttura rigida
• gerarchia
• dottrina militare
• segretezza
• cordone
• comando e controllo
• sicurezza
• difesa civile
84. Idee nuove...
• pianificazione
• collaborazione
• gestione flessibile e adattabile
• spanna di controllo limitata
• condivisione dell'informazione
• sostegno telematico
• giornalisti accreditati
• coinvolgimento del pubblico
• protezione civile
85. Alcuni effetti della
rivoluzione in tecnologia
di comunicazione
e informazione:
• appiattimento della catena di comando
• informatizzazione della
risposta al disastro
• sovraccarico dei sistemi di
erogazione dell'informazione
• per il coordinatore di emergenza nuovi
bisogni di informare se stesso ed altri.
86. Coordinatore
di emergenza
immissione e richieste
Tecnologia di
esposizione e analisi
Capacità di
analizzare dati
circuito di elaborazione
Modelli degli dell'informazione
eventi previsti Banca
dati
circuito
dati
della gestione
Soccorso dopo
dell'emergenza
il disastro
87. La rivoluzione nella
tecnologia di
comunicazione e
informazione (TCI):
alcuni problemi....
• il bisogno di riorientarsi
• sovraccarico insieme a
mancanza di informazione
• artificialità e isolamento
dalla realtà sul terreno.
88. Tecnologia
come fonte di
riduzione del rischio
Benigno incessante
sviluppo della
Maligno tecnologia
Tecnologia Tecnologia
come fonte come fonte
inavvertita di rischio deliberata di rischio
Filtro Strategie
culturale di gestione
del rischio
89. Nel settore della protezione civile,
quali sono i nostri standard per
la qualità, l’accuratezza, la gestione e
l’immagazzinamento dell’informazione?
91. Le 'emergenze complesse': situazioni
di collasso politico, economico, militare,
dell'ordine pubblico, del tessuto sociale
Aceh (Indonesia)
Afghanistan Kenya
Africa meridionale Kosovo e i Balcani
Angola Liberia
Burundi Pakistan settentrionale
Cecenia Palestina e Israele
Colombia Rwanda
Corea del Nord Sierra Leone
Eritrea e Ethiopia Somalia
Grandi Laghi Africani Sri Lanka
Haiti il Sudan
Il Caucaso Timor Orientale
Iraq Uganda
92. Le "emergenze complesse"
• attualmente sono circa 25
• con 10 milioni di profughi, e 13m di
internally displaced persons (IDPs)
• apre sempre di più la voragine
tra ricchi e poveri
• potenti interessi gestiscono il
traffico di armi, persone e droga
• aumenta il dilemma della neutralità
• cresce il rischio di rappresaglie.
93. ASSISTENZA
La "Croce GUERRE E DISASTRI
militare" CONFLITTI NATURALI
VULNERABILITÀ
ASSISTENZA MILITARE
E
EMARGINAZIONE
POVERTÀ INSICUREZZA
UMANITARIA
94. La scienza
Assistenza Assistenza
militare umanitaria
Sfruttamento Economia nera
globale e informale
Creazione "Capacity
di povertà, building":
emarginazione creazione di
e precarietà resilienza
La comunità internazionale
95. Che cosa cade
dal cielo?
Giorno 1: bombe
a grappolo
Giorno 2:
razioni
umanitarie
96. Disastri e crisi
Protezione Assistenza Assistenza
civile di emergenza umanitaria
domestica in Europa al mondo
Volontariato Forze armate
98. • le perdite nei disastri continueranno
ad aumentare vertiginosamente
FUTUROLOGIA
• la povertà e la vulnerabilità
definiranno sempre di più le aree
di maggiore suscettibilità ai disastri
• a livello mondiale uno o piu' eventi
grossi porteranno una riorganizzazione
drastica della protezione civile
• gli eventi catalitici potrebbero essere
eruzioni vulcaniche, terremoti, oppure
incidenti biologici o radiattivi.
99. Rischi emergenti...
Grandi Fuga di
eventi sostanze
geofisici: radioattive
eruzioni
vulcaniche, Rovescio
terremoti, NBRC di sostanze
impatto di tossiche
oggetti
extra- Epidemia,
terresti, Pandemie epizoozia,
ecc. epifitia
102. La storia ci può aiutare
a capire il presente e
prevedere il futuro....
....è un elemento vitale
degli scenari di pianificazione.
103. • il mestiere di coordinatore
di emergenza diventerà
sempre più complesso
• si dovrà integrare sempre più tipi
di emergenza nella pianificazione
• man mano, la emergency
management diventerà una
professione - ma lentamente
• il livello di coinvolgimento e
partecipazione internazionale è
destinato a crescere ancora.
104. SETTE SCUOLE
Geografia e
antropologia:
DEL PENSIERO
ecologia culturale Sociologia
(umana)
Scienze
fisiche e della STUDI DEI Psicologia
costruzione PERICOLI, e psichiatria
DEI RISCHI
E DEI
DISASTRI e forse
Medicina ed
un'ottava...
epidemiologia
dei disastri Economia e
commercio Giustizia
Studi dello criminale e
sviluppo scienze
economico forensi
105. DISCIPLINE Scienze della terra e ambientali
COSTITUENTI Ecologia
Geologia
Scienze atmosferiche e dell'acqua (e Geomorfologia)
Geofisica
Climatologia (e Sismologia) Scienze della costruzione
Idraulica Vulcanologia
Idrologia Architettura
Meteorologia Ingegneria civile
Ingegneria geotecnica
Ingegneria strutturale
Ingegneria meccanica
Tecnologia di Pericoli, e elettrica
Scienze informazione e rischi e
analitiche e della comunicazione (TIC)
Informatica
computazione Teleosservazione
disastri
Cartografia
Analisi del rischio (più Sviluppo economico
identificazione, Epidemiologia Economia e commercio
stima, gestione, Infermeria Geografia, Storia
comunicazione Nutrizione Giurisprudenza
del rischio) Farmacologia Pianificazione urbanistica
Medicina generale Studi dei mass media
Chirurgia e Psicologia
medicina d'emergenza Sociologia
Sanita pubblica, igiene Scienze sociali e spaziali
Scienze della salute e epidemiologia
Scienze veterinarie
106. La formazione in materia di protezione civile
ANALISI DEI
CI:
NI ni .
PERICOLI
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ER O
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IPR ICO
BLI
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INF NE D
EL
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D
GI
TIO
AE
AL
GES
107. Ricerca Esperienza
Certificazione
di competenza
Figura
Programmi di
professionale
formazione
emergente
Riconoscimento
e inquadramento
istituzionale della
Politiche e figura professionale Organiz-
legislazione zazione
108. Pianificazione
Ripristino di emergenza e
e restauro organizzazione
dei sistemi di
sicurezza
Messa in
sicurezza
dei beni
Interventi Preallarme
di emergenza e preparazione;
e limitazione azionamento di
dei danni misure per
limitare i danni
109. Mitigazione
e riduzione Preparazione
dei rischi e preavviso
Legami
Ripresa e Interventi
ricostruzione di emergenza
Integrazione tramite
la pianificazione e
la formazione
110. Pianificazione Preparazione
• scenari • formazione
• analisi del rischio • esercitazioni
• piani di emergenza • diffusione dei piani
• protocolli • revisione dei piani
Organizzazione Risorse
• strutture di comando • materiali
• nuclei operativi • veicoli e attrezzi
• centri operativi • comunicazioni
• comunicazioni • manodopera
111. ESIGENZE
NUOVA CULTURA
DELLA
PROTEZIONE
CIVILE
POTENZIALITÀ
RICHIESTA
DA SFRUTTARE
OFFERTA
112. Protezione civile sostenibile:
• è focalizzata sul livello locale
(ma viene armonizzata da sopra)
• gode il sostegno della popolazione
• è basata su piani che sono largamente
diffusi e frequentemente revisionati
• è un servizio fondamentale per la
popolazione e viene presa sul serio
dalle amministrazioni politiche.