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Scuola di specializzazione
     in finanza aziendale

    Aspetti critici nella
redazione di perizie per la
  valutazione di una PMI

     Andrea Arrigo Panato


                                    03 marzo 2010
     aapanato@studiopanato.it   via Moscova 4 – Milano
Il caso MEC
MEC: attività meccaniche nel settore industriale, montaggi
ed assemblaggi di componenti meccanici e macchinari per
settori cartario, stampa, energia.
MEC: ha rafforzato e sviluppato l’attività nel settore
energia, in particolare nel settore degli impianti idroelettrici,
acquisendo contratti con le principali società del settore.
Difficoltà finanziarie dovute a difficoltà di accesso al
credito e fallimenti di clienti
Cessione ramo aziendale contenente alcune importanti
commesse.




                                2
Tipicità delle PMI: rischi per l’esperto
  – difficoltà nel reperire le informazioni necessarie,
  – sistemi di amministrazione e controllo
    generalmente semplificati o addirittura limitati alla
    sola contabilità generale;
  – sia la pianificazione sia l’analisi dei rischi sono
    spesso non formalizzate.
  – Gli elementi fondamentali per la determinazione dei
    flussi di cassa futuri, quali il rischio e la probabilità di
    successo di una strategia o di un processo, risultano
    dipendenti da fattori intangibili, difficilmente
    valutabili, come appunto la capacità
    imprenditoriale.



                               3
Indice
–   L’incarico

–   La due diligence

–   La struttura di base della perizia di stima

–   La valutazione d’azienda: una PMI nel settore della
    meccanica/impiantistica

–   Le responsabilità del perito

–   Linkografia



                             4
Lettera di incarico

Contenuto e clausole specifiche
Contenuto
 – Definizione incarico professionale
 – Dichiarazione di indipendenza e verifica incompatibilità
 – Metodo di valutazione
 – Approccio e documenti da utilizzare
 – Conoscenze ed informazioni disponibili e documentazioni fornite dal CDA
 – La relazione – limiti di utilizzo
 – Tempi di attuazione
 – Professionisti coinvolti e conflitto di interesse
 – Riservatezza
 – Corrispettivo
 – Privacy
 – Foro competente


                                        6
Esempi
– La redazione del piano, dei bilanci, dei business plan, le ipotesi su cui si
  basano e la relativa documentazione di supporto sono responsabilità
  esclusiva del Consiglio di amministrazione della società.
– I dati prospettici, essendo basati su ipotesi di eventi futuri ed azioni degli
  Amministratori, sono caratterizzati da connaturati elementi di soggettività ed
  incertezza ed in particolare dalla rischiosità che eventi preventivati ed azioni
  dai quali traggono origine possono non verificarsi ovvero possono verificarsi
  in misura e in tempi diversi da quelli prospettati, mentre potrebbero
  verificarsi eventi ed azioni non prevedibili al tempo della loro preparazione.
  Pertanto, gli scostamenti fra valori consuntivi e valori preventivati
  potrebbero essere significativi. La nostra relazione conterrà tale commento.
– A conclusione del nostro operato chiederemo al Consiglio di amministrazione
  della Società di fornirci una dichiarazione in cui si attesti che, a loro giudizio,
  ci sono state fornite tutte le informazioni e la documentazione necessarie
  per valutare l’azienda oggetto della relazione.

– Documento di ricerca Assirevi n. 114:
  http://www.assirevi.it/documenti/Doc%20114.pdf



                                         7
Due diligence

Analisi e valutazione dell’impresa
 nel processo di due diligence
Definizione e finalità
Verifica delle condizioni di fattibilità dell’operazione concordata tra le
parti e dell’esistenza di criticità che possano comprometterne il buon
esito.

L’obiettivo è quello di conoscere la società target, individuarne i punti
di forza e di debolezza, le criticità che potrebbero minare il processo di
creazione del valore.

La due diligence, rappresenta inoltre un importante strumento di
tutela, in quanto permette di ridurre le asimmetrie informative fra le
parti, favorendo il raggiungimento di accordi soddisfacenti.




                                      9
La dichiarazione d’intenti
Riservatezza e criticità delle informazioni
Lettera di intenti:
    – delimita l’attività di due diligence,
    – impegni di riservatezza accompagnati da clausole penali
      (peraltro di problematica applicazione data la difficoltà di fornire
      prova della divulgazione).




                                     10
Il processo di due diligence
 –   Fase preliminare: raccolta delle informazioni e di analisi +
     interviste al management o ai consulenti legali e fiscali;

 –   Fase di analisi: i dati raccolti vengono esaminati per esprimere
     un giudizio sui rischi specifici che possono essere insiti
     nell’investimento, così da verificare la congruità dei valori
     proposti e chiedere eventualmente una modifica degli stessi.

 –   Fase conclusiva: relazione analitica delle verifiche che evidenzi
     problematiche e gli aspetti critici. Vanno infine suggerite misure
     da adottare al fine di contenere il più possibile i rischi
     dell’operazione pianificata.




                                 11
La due diligence strategica
 – processo investigativo, con l’obiettivo di individuare non solo le
   sinergie future originabili dall’operazione ed eventuali passività,
   ma anche gli elementi necessari per una corretta stima dei flussi
   prospettici funzionali alla valutazione economica della società
   target.

 – informazioni di carattere strategico, come i punti di forza e
   di debolezza, i pani strategici futuri, il mercato di riferimento, i
   maggiori rischi interni ed esterni che minacciano il conseguimento
   degli obiettivi previsti.

 – fattori critici di successo, opportunità o minacce, quali ad
   esempio: possibili regolamentazioni del settore, l’ingresso di nuovi
   concorrenti, nuove tecnologie che richiedono rilevanti know-how
   o investimenti, la chiusura di mercati di sbocco, ecc…


                                  12
La due diligence fiscale
Processo volto ad evidenziare le passività potenziali connesse
all’area fiscale, dopo aver verificato il corretto adempimento degli
obblighi previsti in ciascun ambito d’imposta.

Individuazione e quantificazione del rischio di accollo delle eventuali
passività che potrebbero sorgere successivamente all’operazione, al
fine di riflettere questo rischio anche sul valore che l’azienda assume
per l’acquirente.

Tuttavia, in questo ambito di analisi, il lavoro del perito viene
semplificato dalla responsabilità solidale del cessionario in caso di
cessione d’azienda, e dalla possibilità di richiedere un certificato
all’Agenzia Entrate sull’esistenza di contestazioni in corso e di quelle già
definite per le quali i debiti non sono stati soddisfatti.




                                     13
La due diligence contabile
Analisi dell’informativa finanziaria, amministrativa e
gestionale, finalizzata verificare la correttezza dei dati contabili,
che costituiscono l’input del processo valutativo.

Oggetto di analisi sono, in particolare:
    – eventuali working paper o report della società di revisione che ha certificato gli
      ultimi bilanci, i libri e i registri sociali, contabili e fiscali, nonché le precedenti
      relazioni di due diligence già effettuate.

Solitamente, gli ambiti che richiedono maggiore attenzione sono:
    – le rimanenze;

    – le attività fisse;

    – i crediti;

    – il patrimonio netto e le passività a lungo termine.


                                              14
La due diligence legale
Verifica delle regolarità e legittimità della situazione di fatto e di diritto
dell’azienda, al fine di evidenziare le passività effettive o potenziali derivanti da
rapporti giuridici e contrattuali posti in essere dall’impresa.
Verifica documentale, nella cui area di analisi rientrano a titolo esemplificativo:
    –   rapporti di lavoro parasubordinato, autonomo o dipendente, di cui vanno verificati i correlati
        obblighi fiscali, previdenziali e contributivi;
    –   documento programmatico sulla sicurezza e ogni altro adempimento previsto dalla legge in
        materia di privacy e di sicurezza sul lavoro;
    –   clausole contrattuali che possono determinare passività o attività in capo all’azienda;
    –   rapporti commerciali in essere con clienti e fornitori;
    –   normativa specifica per il particolare settore, di cui andrà verificato il corretto adempimento;
    –   i libri sociali, i verbali delle assemblee dei soci, del Consiglio di Amministrazione e degli altri
        organi societari nonché i patti parasociali e gli eventuali accordi tra soci e società in merito al
        trasferimento delle azioni o all’esercizio del diritto di voto; ecc…




                                                   15
La perizia di stima

Struttura e contenuto
della perizia di stima
La struttura di base della perizia di stima
  – Motivi, natura, oggetto dell’incarico

  – Profilo dell’impresa

  – Descrizione dei criteri di valutazione

  – Il valore prospettico dell’azienda

  – Attestazione del valore


   Scaricare da www.consob.it bozza di perizia


                               17
Motivi, natura e oggetto dell’incarico
Ai sensi dell’art. ……. codice civile

Lo scrivente … nato il … a …, C.F. …, residente in …,
iscritto all’Albo …, iscritto al Registro dei Revisori al n. …
G.U. …, è stato designato dalla società … Srl con sede
legale in Milano …, C.F. …, al fine di redigere la presente
relazione giurata di stima del complesso aziendale ………..




                               18
Profilo dell’impresa
La società ………….……Srl opera a livello nazionale ed
internazionale, fornendo molteplici servizi nel settore della
meccanica/impiantistica………….

La società ha per oggetto:……………..

Nel valutare l’ipotesi di ………………, l’organo amministrativo
è stato mosso dalle considerazioni che seguono …..




                             19
Descrizione dei criteri di valutazione
  – Premesse;

  – Metodo Reddituale;

  – Metodo Patrimoniale;

  – Metodo Finanziario;

  – Metodo dei Comparabili;

  – La scelta dei criteri


                            20
Metodo patrimoniale
I metodi patrimoniali calcolano il valore dell’azienda sulla base del capitale
netto di bilancio alla data della stima, rettificato per tenere conto delle
eventuali plusvalenze e/o minusvalenze scaturenti dalla differenza tra valore di
libro e reale consistenza (valore di mercato) degli elementi attivi e passivi.
                                   W = K con
     K = PNC + (plusvalenze latenti – minusvalenze latenti) x (1- t)

Dove:
PNC: patrimonio netto contabile alla data della stima
t: carico fiscale potenziale legato alle plusvalenze e minusvalenze latenti
In sostanza la valutazione si basa sul valore del capitale esistente all’interno
dell’azienda, indipendentemente dalla         capacità di remunerare lo stesso
capitale mediante la gestione aziendale.
Le valutazioni di tipo patrimoniale, in una impostazione più ampia, possono
valorizzare anche i beni immateriali non sempre evidenziati in bilancio, quali i
know-how di prodotto, la diffusione della rete commerciale, i marchi di
fabbrica, i brevetti, ecc.; in tal caso si definiscono di tipo patrimoniale
complesso.



                                       21
Metodo reddituale
Le formule su cui si basa il metodo reddituale, nella versione oggi maggiormente
utilizzata, sono le seguenti:

nella versione dell’attualizzazione per un numero limitato di anni
      n
W = ∑ R x 1/(1+i)x + Vf x 1/(1+i)n
      1
Con:
W        = valore dell’azienda;
R        = reddito medio atteso anno per anno;
n        = durata (in anni) del periodo di previsione analitica del flusso di reddito;
(1+i)    = coefficiente di attualizzazione in base al costo medio ponderato del capitale
(WACC);
Vf       = valore finale, cioè dell’anno n, dell’investimento (Terminal Value);


o nella versione della rendita perpetua:
W = R/i




                                            22
Metodo reddituale - particolarità
La valutazione con il modello reddituale si basa sulla capacità di reddito dell’impresa.
Sostanzialmente il metodo si esplica nella previsione dei redditi futuri e nella successiva
attualizzazione dei risultati economici determinati, secondo la formula ritenuta più opportuna
(orizzonte temporale indeterminato, orizzonte temporale determinato, orizzonte temporale scomposto
in periodo di previsione analitica e periodo di previsione sintetica).


Le variabili fondamentali che ricorrono nell’implementazione del metodo sono:
     –   flussi reddituali attesi (o in alternativa il flusso reddituale medio);
     –   tasso di attualizzazione (che corrisponde solitamente al costo del capitale proprio);
     –   orizzonte temporale, che indica la durata attesa della produzione di reddito per il futuro


Con l’aumentare degli anni le ipotesi alla base della costruzione dei flussi diventano eccessivamente
forti e sempre meno documentabili, con un conseguente aumento del grado di incertezza e probabile
pregiudizio per l’affidabilità dei risultati. La pratica professionale quindi lavora più
frequentemente con un orizzonte temporale limitato, compreso tra i tre ed i cinque anni.




                                                   23
Analisi dei dati
Il punto di partenza per la costruzione della grandezza prescelta è costituito dal
dato storico. Due sono gli approcci possibili:
    – approccio della performance passata, che ipotizza per il futuro gli
      stessi livelli di risultato storicamente registrati;
    – approccio della proiezione dei risultati storici, che, secondo
      un’attenta analisi dei fattori che hanno inciso storicamente sui risultati,
      identifica un possibile trend medio di crescita della redditività, sulla base
      del quale proiettare i redditi attesi per il futuro.


Quando le aziende hanno dimensioni maggiori, è possibile avvalersi anche delle
indicazioni risultanti dai piani del management; in questi casi è però
necessario verificare l’attendibilità delle ipotesi su cui si basano le previsioni.




                                        24
Reddito medio atteso
Il reddito medio atteso: media degli utili netti degli ultimi 3
esercizi depurati delle componenti straordinarie. Il reddito
medio deve essere depurato di eventuali componenti
straordinarie non ripetibili:
   – politica ammortamenti
   – compensi soci (sovra o sottorappresentati)
   – interessi (sovra o sottorappresentati, es.
     finanziamenti soci gratuiti)




                               25
Definizione dei tassi
Un primo modo di procedere per l’individuazione del tasso di attualizzazione è quello di
utilizzare un tasso aggiustato in base al rischio insito nella qualità dei flussi.

Operativamente, è necessario procedere secondo tre passaggi logici:
     – individuazione dei tassi di rendimento di investimenti alternativi (caratterizzati
        dallo stesso livello di rischio) rispetto all’investimento in azioni della società in
        oggetto;
     – scomposizione di tali rendimenti, per individuare il rendimento privo di rischio e
        le altre componenti che esprimono i rischi specifici dell’impresa;
     – definizione del tasso da utilizzare per l’impresa in oggetto, da ottenersi mediante
        somma delle componenti elementari. Il tasso è cioè un tasso somma, frutto di
        due componenti distinte, che sono il costo-opportunità del capitale proprio -
        individuato guardando il rendimento degli investimenti sostitutivi - e gli
        aggiustamenti necessari per rendere il costo del capitale coerente con la qualità
        dei flussi prospettici.
È evidente da ciò come la definizione del tasso risenta della discrezionalità del perito e
rappresenti pertanto un momento fondamentale nell’ambito del processo valutativo, in
quanto i risultati sono direttamente influenzati dal tasso scelto ed una stima non corretta
può essere causa di errori significativi.




                                             26
Metodo misto patrimoniale-reddituale
Il metodo misto patrimoniale-reddituale si configura attraverso diverse
alternative.
La versione più diffusa è quella che valuta l’azienda mediante stima autonoma
del goodwill, la cui formula si esprime con:
          n
W = K +∑ (R – i” K) x 1/(1+ i’)’
          1

Dove:
K = capitale netto rettificato; è il risultato della stima patrimoniale, come
definita sopra, che calcola il valore dell’azienda sulla base del capitale netto di
bilancio alla data della stima, rettificato per tenere conto delle eventuali
plusvalenze e/o minusvalenze scaturenti dalla differenza tra valore di libro e
reale consistenza (valore di mercato) degli elementi attivi e passivi.
R = reddito medio normale atteso per il futuro;
n = numero definito e limitato di anni (corrispondente alla durata del reddito
differenziale)
i” = costo del capitale per l’impresa specifica
i’ = tasso di attualizzazione del reddito differenziale (o sovrareddito)


                                         27
Metodo finanziario
Secondo tale approccio, il valore di un’azienda è funzione dei flussi di cassa (CF)
incrementali disponibili, attualizzati al tasso di rendimento medio atteso del capitale in
quel settore; a seconda dell’aggregato considerato si sceglierà il costo medio del capitale
od il costo del solo capitale proprio. La formula dei metodi finanziari è la seguente:
       n
W = ∑ CF x 1/(1+i)x + Vf x 1/(1+i)n
       1
Con:
W          = valore dell’azienda;
CF         = flusso di cassa atteso anno per anno;
n          = durata (in anni) del periodo di previsione analitica del flusso finanziario
           (elevato a n);
(1+i)     = coefficiente di attualizzazione in base al costo medio ponderato del capitale;
Vf         = valore finale, dell’anno n, dell’investimento (Terminal Value);

Dalla stessa formula si desume che qualora il numero di anni considerato sia limitato
occorrerà una stima del valore attuale dei flussi di cassa residui (valore terminale).




                                             28
Metodo dei multipli
Il metodo dei multipli di mercato determina il valore dell’azienda osservando le
valutazioni espresse dal mercato, senza ricorrere a formule o regole
riconosciute e codificate dalla dottrina. Si tratta di una stima che determina un
valore con natura di «prezzo probabile» negoziabile in base ad esperienze
passate paragonabili, oppure con natura di prezzo obiettivo ragionevolmente
raggiungibile in futuro.

Il metodo dei multipli può essere applicato secondo due approcci:
    – il “metodo delle transazioni comparabili” che consiste
       nell’osservare i prezzi di negoziazione di società omogenee, anche
       soltanto per pacchetti rilevanti o di controllo;
    – il “metodo dei multipli di borsa” che costruisce un paniere di società
       comparabili quotate al fine di osservarne i prezzi di borsa e relazionarli
       ad alcune variabili aziendali come utili, ricavi, cash flows determinando
       così i multipli che si useranno per la valutazione. Il multiplo così
       individuato moltiplicato per una grandezza aziendale predefinita (come
       ad esempio il fatturato) fornisce la stima del valore aziendale.




                                       29
Il valore prospettico dell’azienda
Per la stima del valore del complesso aziendale che si intende conferire
è stato utilizzato il metodo reddituale, che valuta sinteticamente
l’azienda determinando il valore attuale del presunto reddito
prospettico per un conveniente numero di anni a un adeguato saggio di
capitalizzazione (…).
    – Sintesi valori storici
    – Variazione percentuale
    – Budget
    – Reddito medio atteso ponderato per attualizzazione
    – La scelta del periodo di attualizzazione
    – La scelta del tasso
    – Determinazione del valore




                                       30
LIMITI SPECIFICI INCONTRATI DALL’ ESPERTO
NELL'ESPLETAMENTO DEL PRESENTE INCARICO
I dati previsionali inclusi nel Piano Economico Finanziario sono stati formulati sulla base di ipotesi di
realizzazione di eventi futuri, sia per quanto concerne il concretizzarsi dell’accadimento sia per quanto
riguarda la misura e la tempistica della sua manifestazione. In considerazione dell’aleatorietà
connessa a qualsiasi evento futuro, gli scostamenti fra i valori consuntivi ed i valori dei dati
previsionali potrebbero essere anche significativi.
I dati forniti nel prospetto di raccordo al ………… contenuto nella nota integrativa alla situazione ….. al
…………, seppur ragionevoli, sono sintetici.
L’attuazione del progetto industriale, comportando una profonda rivisitazione degli assetti societari e
organizzativi dell’Incorporante, renderà perseguibili strategie e opportunità di mercato, anche di
respiro internazionale, i cui effetti economico - finanziari non possono essere al momento quantificati.
L’esercizio di una certa discrezionalità con riferimento alle modalità applicative dei metodi selezionati e
alla stima dei relativi parametri è un elemento che ricorre ogniqualvolta venga svolto un processo
valutativo e può condurre a risultati non coincidenti tra soggetti diversi che si apprestino a valutare la
medesima società.
Tale discrezionalità, laddove si è resa necessaria nel caso specifico, è stata peraltro opportunamente
circoscritta ed esercitata nell’ambito di ragionevolezza e non arbitrarietà, identificando parametri
riscontrabili sul mercato e mantenendo la coerenza delle scelte effettuate con le logiche e lo scenario
valutativo descritto.




                                                    31
Attestazione del valore
Ai sensi dell’art. ………… c.c., si attesta che il sopraddetto valore
aziendale è pari ad euro ……….
Con quanto sopra esposto il sottoscritto ritiene di aver assolto l’incarico
affidatogli in ottemperanza delle disposizioni di legge e ai principi della
tecnica professionale.
Metodo di stima ………
Valore stimato …………
Quanto sopra viene asseverato con giuramento.
Milano, li …..
                 Il perito




                                     32
Applicazione del metodo

La valutazione di un impresa
   operante su commessa
Le caratteristiche di una impresa operante su
commessa
La valutazione del capitale economico di un’impresa che
opera su commessa si incentra sulla stima del suo
portafoglio lavori.

Il portafoglio lavori consiste nell’insieme di contratti
conclusi dall’impresa per l’effettuazione di lavori futuri.




                               34
Rischi da valutare
  – Compatibilità nuovi ordini con altre commesse
    in corso;

  – Capacità tecniche e finanziarie dell’azienda di
    portare a termine i lavori

  – Rischio cliente (concentrazione + paese)

  – Ruolo dell’imprenditore (contratto di
    consulenza a tutela di avviamento)



                         35
Metodo patrimoniale complesso analitico
Determinazione del patrimonio netto attraverso
l’attribuzione ai singoli elementi attivi del loro valore
corrente e detraendo il valore degli elementi passivi al
netto       dell’effetto    fiscale     su     eventuali
plusvalenze/minusvalenze.

Valorizzazione motivata e documentata degli elementi
dell’attivo, compresi i beni immateriali.




                           36
Avviamento
Avviamento: capacità dell’impresa di produrre extraredditi rispetto
alla normale remunerazione del capitale investito.
Così identificabile:
    – Portafoglio ordini
    – Qualifiche, autorizzazioni, ecc.


    NB: verificare clausole contrattuali:
    – non limitino la cedibilità dei contratti;
    – rischi presenza di eventuali penali;




                                     37
Bilancio MEC rettificato
Componenti attive                                 La determinazione del
Immobilizzazioni immateriali             +
                                                  valore del ramo
Immobilizzazioni materiali               +
                                                  d’azienda è data
Immobilizzazioni finanziarie             +

Rimanenze finali                         +
                                                  sostanzialmente dal
Crediti                                  +        patrimonio netto
Banca                                    +        rettificato tenendo
Componenti passive                                conto del valore del
fondi rischi e oneri                     -
                                                  contratto di leasing
Fondo Tfr                                -

Debiti                                   -
                                                  immobiliare e della
Patrimonio netto contabile rettificato   =
                                                  valorizzazione del
Immobile in leasing                      +        portafoglio commesse.
Portafoglio commesse                     +

Valore netto di Stima                    =




                                             38
Metodologie di stima di un portafoglio lavori

Metodologia principale:
  – Metodo dell’ attualizzazione dei costi e dei ricavi futuri

Metodologie di controllo:
  – Metodo raffronto su dati storici aziendali
  – Metodo raffronto su dati pubblici




                              39
Stima portafoglio lavori

W=Un – Ci*r
W= valore portafoglio lavori

Un= utile netto attualizzato delle commesse

Ci= capitale investito attualizzato

r= remunerazione (metodo Capital asset pricing model?)

NB: per definire Ci si può far ricorso alla proporzione tra
fatturato aziendale/capitale investito commesse e fatturato
della commessa.


                               40
Verifica ipotesi del piano aziendale
Durata del piano
    –   Verificare coerenza con durata contratti.
Interessi Passivi
    – Verificare per ogni commessa le ipotesi contenute nel piano di impresa
      con:
        • Costi preoperativi
        • Acconti
        • Stati avanzamento lavori
Tassazione
    – Si utilizzano le aliquote vigenti dato il ristretto arco temporale (1,5 anni)




                                        41
Vantaggi e limiti della metodologia principale
Vantaggi:
    – Maggiore precisione di stima mediante conti economici previsionali specifici per
      commessa;
    – Possibilità di stimare e ripartire in modo più dettagliato i costi generali per
      commessa, anche in funzione dell’entità e composizione del portafoglio lavori
Limiti:
    – Problematiche inerenti la quantificazione delle difficoltà sopportate
      dall’acquirente connesse all’organizzazione e alla realizzazione della commessa
      (si ritiene inoltre più corretto considerare tale elemento separatamente dal
      tasso i);
    – Dubbi connessi all’opportunità di considerare solo le commesse attualmente
      presenti in portafoglio, o anche quelle potenziali (le quali permetterebbero di
      rispecchiare la solidità dell’azienda sul mercato – avviamento -);
    – Difficoltà di stima dei costi e ricavi futuri, soprattutto in assenza di contratti già
      stipulati alla data di valutazione.




                                             42
Metodologie di controllo
Le suddette metodologie si caratterizzano per il fatto di prescindere
dalla quantificazione analitica dei flussi positivi e negativi attribuibili a
ciascuna commessa, derivando invece il valore del portafoglio lavori
come quota del fatturato e del capitale investito totale.

Tale percentuale viene calcolata in funzione di una proporzione fra i
valori di commessa e quelli complessivi aziendali.

Per il calcolo delle variabili ricomprese nelle formule vengono utilizzati:

    – i dati storici aziendali degli ultimi esercizi;

    – dati elaborati da fonti pubbliche (Es. ufficio studi Mediobanca:
      Serie storica ROS=margine operativo netto/ricavi netti)




                                      43
Vantaggi e limiti della metodologia di controllo
Vantaggi:
   – Si tratta di metodologie di più facile applicazione (basandosi su dati
     storici non richiedono operazioni di stima dei flussi previsionali delle
     commesse).
Limiti:
   – Applicabili solo in presenza di commesse uguali o molto simili;
   – Difficile ripartizione dei costi indiretti, in particolare nell’ipotesi in cui la
     composizione qualitativa e quantitativa del portafoglio lavori fosse
     soggetta a variazioni in relazione ad oscillazioni della domanda;
   – Non si tiene conto delle economie di scala;
   – E’ una forzatura eccessiva considerare la redditività dell’impresa negli
     ultimi anni costante e replicabile in futuro, senza tenere conto delle
     specificità di ciascuna commessa.



                                          44
La responsabilità dell’esperto
      Brevi cenni sulla responsabilità
dell’esperto nelle operazioni straordinarie
     e nelle operazioni di risanamento
                 d’impresa
La responsabilità dell’esperto nelle operazioni
straordinarie
L’esperto è responsabile dei danni eventualmente causati con il
comportamento proprio o dei propri collaboratori alla società, ai soci
e ai creditori.
La responsabilità sussiste in caso di colpa o dolo.
Inoltre, si applica all’esperto l’art. 64 c.p.c., il quale prevede che il consulente
tecnico che incorre in colpa grave nell’esecuzione degli atti che gli sono
richiesti, è punito con l’arresto fino a un anno o con ammenda fino a € 10.329.
Egli è tenuto in ogni caso a risarcire il danno causato alle parti e, per colpa
grave, può essere punito con l’arresto fino ad un anno o con sanzione
pecuniaria, secondo l’art. 35 c.c.p.
Nel caso in cui si riscontri un intento fraudolento o una sopravvalutazione del
valore dei crediti conferiti e dei beni in natura, sono previste sanzioni penali. Si
applicano infatti all’esperto gli artt. 314 e ss., 366 e 373 c.p.



                                         46
La responsabilità dell’esperto nelle operazioni di
risanamento
La responsabilità del professionista nel concordato preventivo e
nell’accordo di ristrutturazione dei debiti non viene disciplinata da
norme specifiche.

Si ritengono applicabili, pertanto, i principi generali previsti
dall’ordinamento, in forza dei quali si applica all’esperto:

    – La responsabilità contrattuale, verso la società;

    – La responsabilità extra contrattuale verso i creditori o i terzi
      danneggiati da comportamenti dolosi o colposi posti in essere
      (art. 2043 c.c.).

Nel silenzio del legislatore, non si ritiene tuttavia applicabile la
responsabilità penale di cui all’art. 64 c.p.c.


                                      47
Link Utili
Lettera di incarico e Formulario: www.assirevi.it

Bozza relazione CONSOB: www.consob.it

Guida alla valutazione:
http://www.borsaitaliana.it/borsaitaliana/ufficio-
stampa/percorsi-guidati/la-quotazione-in-
borsa/guidaallavalutazione_pdf.htm

Guida al piano industriale:
http://www.borsaitaliana.it/old/mercati/homepage/comequo
tarsi/listingguides/guidaalpianoindustriale_pdf.htm

Multipli di mercato: http://www.borsaitaliana.it

Relazione sulla gestione ed indicatori finanziari:
http://www.irdcec.it/node/338


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Valutazione PMI

  • 1. Scuola di specializzazione in finanza aziendale Aspetti critici nella redazione di perizie per la valutazione di una PMI Andrea Arrigo Panato 03 marzo 2010 aapanato@studiopanato.it via Moscova 4 – Milano
  • 2. Il caso MEC MEC: attività meccaniche nel settore industriale, montaggi ed assemblaggi di componenti meccanici e macchinari per settori cartario, stampa, energia. MEC: ha rafforzato e sviluppato l’attività nel settore energia, in particolare nel settore degli impianti idroelettrici, acquisendo contratti con le principali società del settore. Difficoltà finanziarie dovute a difficoltà di accesso al credito e fallimenti di clienti Cessione ramo aziendale contenente alcune importanti commesse. 2
  • 3. Tipicità delle PMI: rischi per l’esperto – difficoltà nel reperire le informazioni necessarie, – sistemi di amministrazione e controllo generalmente semplificati o addirittura limitati alla sola contabilità generale; – sia la pianificazione sia l’analisi dei rischi sono spesso non formalizzate. – Gli elementi fondamentali per la determinazione dei flussi di cassa futuri, quali il rischio e la probabilità di successo di una strategia o di un processo, risultano dipendenti da fattori intangibili, difficilmente valutabili, come appunto la capacità imprenditoriale. 3
  • 4. Indice – L’incarico – La due diligence – La struttura di base della perizia di stima – La valutazione d’azienda: una PMI nel settore della meccanica/impiantistica – Le responsabilità del perito – Linkografia 4
  • 5. Lettera di incarico Contenuto e clausole specifiche
  • 6. Contenuto – Definizione incarico professionale – Dichiarazione di indipendenza e verifica incompatibilità – Metodo di valutazione – Approccio e documenti da utilizzare – Conoscenze ed informazioni disponibili e documentazioni fornite dal CDA – La relazione – limiti di utilizzo – Tempi di attuazione – Professionisti coinvolti e conflitto di interesse – Riservatezza – Corrispettivo – Privacy – Foro competente 6
  • 7. Esempi – La redazione del piano, dei bilanci, dei business plan, le ipotesi su cui si basano e la relativa documentazione di supporto sono responsabilità esclusiva del Consiglio di amministrazione della società. – I dati prospettici, essendo basati su ipotesi di eventi futuri ed azioni degli Amministratori, sono caratterizzati da connaturati elementi di soggettività ed incertezza ed in particolare dalla rischiosità che eventi preventivati ed azioni dai quali traggono origine possono non verificarsi ovvero possono verificarsi in misura e in tempi diversi da quelli prospettati, mentre potrebbero verificarsi eventi ed azioni non prevedibili al tempo della loro preparazione. Pertanto, gli scostamenti fra valori consuntivi e valori preventivati potrebbero essere significativi. La nostra relazione conterrà tale commento. – A conclusione del nostro operato chiederemo al Consiglio di amministrazione della Società di fornirci una dichiarazione in cui si attesti che, a loro giudizio, ci sono state fornite tutte le informazioni e la documentazione necessarie per valutare l’azienda oggetto della relazione. – Documento di ricerca Assirevi n. 114: http://www.assirevi.it/documenti/Doc%20114.pdf 7
  • 8. Due diligence Analisi e valutazione dell’impresa nel processo di due diligence
  • 9. Definizione e finalità Verifica delle condizioni di fattibilità dell’operazione concordata tra le parti e dell’esistenza di criticità che possano comprometterne il buon esito. L’obiettivo è quello di conoscere la società target, individuarne i punti di forza e di debolezza, le criticità che potrebbero minare il processo di creazione del valore. La due diligence, rappresenta inoltre un importante strumento di tutela, in quanto permette di ridurre le asimmetrie informative fra le parti, favorendo il raggiungimento di accordi soddisfacenti. 9
  • 10. La dichiarazione d’intenti Riservatezza e criticità delle informazioni Lettera di intenti: – delimita l’attività di due diligence, – impegni di riservatezza accompagnati da clausole penali (peraltro di problematica applicazione data la difficoltà di fornire prova della divulgazione). 10
  • 11. Il processo di due diligence – Fase preliminare: raccolta delle informazioni e di analisi + interviste al management o ai consulenti legali e fiscali; – Fase di analisi: i dati raccolti vengono esaminati per esprimere un giudizio sui rischi specifici che possono essere insiti nell’investimento, così da verificare la congruità dei valori proposti e chiedere eventualmente una modifica degli stessi. – Fase conclusiva: relazione analitica delle verifiche che evidenzi problematiche e gli aspetti critici. Vanno infine suggerite misure da adottare al fine di contenere il più possibile i rischi dell’operazione pianificata. 11
  • 12. La due diligence strategica – processo investigativo, con l’obiettivo di individuare non solo le sinergie future originabili dall’operazione ed eventuali passività, ma anche gli elementi necessari per una corretta stima dei flussi prospettici funzionali alla valutazione economica della società target. – informazioni di carattere strategico, come i punti di forza e di debolezza, i pani strategici futuri, il mercato di riferimento, i maggiori rischi interni ed esterni che minacciano il conseguimento degli obiettivi previsti. – fattori critici di successo, opportunità o minacce, quali ad esempio: possibili regolamentazioni del settore, l’ingresso di nuovi concorrenti, nuove tecnologie che richiedono rilevanti know-how o investimenti, la chiusura di mercati di sbocco, ecc… 12
  • 13. La due diligence fiscale Processo volto ad evidenziare le passività potenziali connesse all’area fiscale, dopo aver verificato il corretto adempimento degli obblighi previsti in ciascun ambito d’imposta. Individuazione e quantificazione del rischio di accollo delle eventuali passività che potrebbero sorgere successivamente all’operazione, al fine di riflettere questo rischio anche sul valore che l’azienda assume per l’acquirente. Tuttavia, in questo ambito di analisi, il lavoro del perito viene semplificato dalla responsabilità solidale del cessionario in caso di cessione d’azienda, e dalla possibilità di richiedere un certificato all’Agenzia Entrate sull’esistenza di contestazioni in corso e di quelle già definite per le quali i debiti non sono stati soddisfatti. 13
  • 14. La due diligence contabile Analisi dell’informativa finanziaria, amministrativa e gestionale, finalizzata verificare la correttezza dei dati contabili, che costituiscono l’input del processo valutativo. Oggetto di analisi sono, in particolare: – eventuali working paper o report della società di revisione che ha certificato gli ultimi bilanci, i libri e i registri sociali, contabili e fiscali, nonché le precedenti relazioni di due diligence già effettuate. Solitamente, gli ambiti che richiedono maggiore attenzione sono: – le rimanenze; – le attività fisse; – i crediti; – il patrimonio netto e le passività a lungo termine. 14
  • 15. La due diligence legale Verifica delle regolarità e legittimità della situazione di fatto e di diritto dell’azienda, al fine di evidenziare le passività effettive o potenziali derivanti da rapporti giuridici e contrattuali posti in essere dall’impresa. Verifica documentale, nella cui area di analisi rientrano a titolo esemplificativo: – rapporti di lavoro parasubordinato, autonomo o dipendente, di cui vanno verificati i correlati obblighi fiscali, previdenziali e contributivi; – documento programmatico sulla sicurezza e ogni altro adempimento previsto dalla legge in materia di privacy e di sicurezza sul lavoro; – clausole contrattuali che possono determinare passività o attività in capo all’azienda; – rapporti commerciali in essere con clienti e fornitori; – normativa specifica per il particolare settore, di cui andrà verificato il corretto adempimento; – i libri sociali, i verbali delle assemblee dei soci, del Consiglio di Amministrazione e degli altri organi societari nonché i patti parasociali e gli eventuali accordi tra soci e società in merito al trasferimento delle azioni o all’esercizio del diritto di voto; ecc… 15
  • 16. La perizia di stima Struttura e contenuto della perizia di stima
  • 17. La struttura di base della perizia di stima – Motivi, natura, oggetto dell’incarico – Profilo dell’impresa – Descrizione dei criteri di valutazione – Il valore prospettico dell’azienda – Attestazione del valore Scaricare da www.consob.it bozza di perizia 17
  • 18. Motivi, natura e oggetto dell’incarico Ai sensi dell’art. ……. codice civile Lo scrivente … nato il … a …, C.F. …, residente in …, iscritto all’Albo …, iscritto al Registro dei Revisori al n. … G.U. …, è stato designato dalla società … Srl con sede legale in Milano …, C.F. …, al fine di redigere la presente relazione giurata di stima del complesso aziendale ……….. 18
  • 19. Profilo dell’impresa La società ………….……Srl opera a livello nazionale ed internazionale, fornendo molteplici servizi nel settore della meccanica/impiantistica…………. La società ha per oggetto:…………….. Nel valutare l’ipotesi di ………………, l’organo amministrativo è stato mosso dalle considerazioni che seguono ….. 19
  • 20. Descrizione dei criteri di valutazione – Premesse; – Metodo Reddituale; – Metodo Patrimoniale; – Metodo Finanziario; – Metodo dei Comparabili; – La scelta dei criteri 20
  • 21. Metodo patrimoniale I metodi patrimoniali calcolano il valore dell’azienda sulla base del capitale netto di bilancio alla data della stima, rettificato per tenere conto delle eventuali plusvalenze e/o minusvalenze scaturenti dalla differenza tra valore di libro e reale consistenza (valore di mercato) degli elementi attivi e passivi. W = K con K = PNC + (plusvalenze latenti – minusvalenze latenti) x (1- t) Dove: PNC: patrimonio netto contabile alla data della stima t: carico fiscale potenziale legato alle plusvalenze e minusvalenze latenti In sostanza la valutazione si basa sul valore del capitale esistente all’interno dell’azienda, indipendentemente dalla capacità di remunerare lo stesso capitale mediante la gestione aziendale. Le valutazioni di tipo patrimoniale, in una impostazione più ampia, possono valorizzare anche i beni immateriali non sempre evidenziati in bilancio, quali i know-how di prodotto, la diffusione della rete commerciale, i marchi di fabbrica, i brevetti, ecc.; in tal caso si definiscono di tipo patrimoniale complesso. 21
  • 22. Metodo reddituale Le formule su cui si basa il metodo reddituale, nella versione oggi maggiormente utilizzata, sono le seguenti: nella versione dell’attualizzazione per un numero limitato di anni n W = ∑ R x 1/(1+i)x + Vf x 1/(1+i)n 1 Con: W = valore dell’azienda; R = reddito medio atteso anno per anno; n = durata (in anni) del periodo di previsione analitica del flusso di reddito; (1+i) = coefficiente di attualizzazione in base al costo medio ponderato del capitale (WACC); Vf = valore finale, cioè dell’anno n, dell’investimento (Terminal Value); o nella versione della rendita perpetua: W = R/i 22
  • 23. Metodo reddituale - particolarità La valutazione con il modello reddituale si basa sulla capacità di reddito dell’impresa. Sostanzialmente il metodo si esplica nella previsione dei redditi futuri e nella successiva attualizzazione dei risultati economici determinati, secondo la formula ritenuta più opportuna (orizzonte temporale indeterminato, orizzonte temporale determinato, orizzonte temporale scomposto in periodo di previsione analitica e periodo di previsione sintetica). Le variabili fondamentali che ricorrono nell’implementazione del metodo sono: – flussi reddituali attesi (o in alternativa il flusso reddituale medio); – tasso di attualizzazione (che corrisponde solitamente al costo del capitale proprio); – orizzonte temporale, che indica la durata attesa della produzione di reddito per il futuro Con l’aumentare degli anni le ipotesi alla base della costruzione dei flussi diventano eccessivamente forti e sempre meno documentabili, con un conseguente aumento del grado di incertezza e probabile pregiudizio per l’affidabilità dei risultati. La pratica professionale quindi lavora più frequentemente con un orizzonte temporale limitato, compreso tra i tre ed i cinque anni. 23
  • 24. Analisi dei dati Il punto di partenza per la costruzione della grandezza prescelta è costituito dal dato storico. Due sono gli approcci possibili: – approccio della performance passata, che ipotizza per il futuro gli stessi livelli di risultato storicamente registrati; – approccio della proiezione dei risultati storici, che, secondo un’attenta analisi dei fattori che hanno inciso storicamente sui risultati, identifica un possibile trend medio di crescita della redditività, sulla base del quale proiettare i redditi attesi per il futuro. Quando le aziende hanno dimensioni maggiori, è possibile avvalersi anche delle indicazioni risultanti dai piani del management; in questi casi è però necessario verificare l’attendibilità delle ipotesi su cui si basano le previsioni. 24
  • 25. Reddito medio atteso Il reddito medio atteso: media degli utili netti degli ultimi 3 esercizi depurati delle componenti straordinarie. Il reddito medio deve essere depurato di eventuali componenti straordinarie non ripetibili: – politica ammortamenti – compensi soci (sovra o sottorappresentati) – interessi (sovra o sottorappresentati, es. finanziamenti soci gratuiti) 25
  • 26. Definizione dei tassi Un primo modo di procedere per l’individuazione del tasso di attualizzazione è quello di utilizzare un tasso aggiustato in base al rischio insito nella qualità dei flussi. Operativamente, è necessario procedere secondo tre passaggi logici: – individuazione dei tassi di rendimento di investimenti alternativi (caratterizzati dallo stesso livello di rischio) rispetto all’investimento in azioni della società in oggetto; – scomposizione di tali rendimenti, per individuare il rendimento privo di rischio e le altre componenti che esprimono i rischi specifici dell’impresa; – definizione del tasso da utilizzare per l’impresa in oggetto, da ottenersi mediante somma delle componenti elementari. Il tasso è cioè un tasso somma, frutto di due componenti distinte, che sono il costo-opportunità del capitale proprio - individuato guardando il rendimento degli investimenti sostitutivi - e gli aggiustamenti necessari per rendere il costo del capitale coerente con la qualità dei flussi prospettici. È evidente da ciò come la definizione del tasso risenta della discrezionalità del perito e rappresenti pertanto un momento fondamentale nell’ambito del processo valutativo, in quanto i risultati sono direttamente influenzati dal tasso scelto ed una stima non corretta può essere causa di errori significativi. 26
  • 27. Metodo misto patrimoniale-reddituale Il metodo misto patrimoniale-reddituale si configura attraverso diverse alternative. La versione più diffusa è quella che valuta l’azienda mediante stima autonoma del goodwill, la cui formula si esprime con: n W = K +∑ (R – i” K) x 1/(1+ i’)’ 1 Dove: K = capitale netto rettificato; è il risultato della stima patrimoniale, come definita sopra, che calcola il valore dell’azienda sulla base del capitale netto di bilancio alla data della stima, rettificato per tenere conto delle eventuali plusvalenze e/o minusvalenze scaturenti dalla differenza tra valore di libro e reale consistenza (valore di mercato) degli elementi attivi e passivi. R = reddito medio normale atteso per il futuro; n = numero definito e limitato di anni (corrispondente alla durata del reddito differenziale) i” = costo del capitale per l’impresa specifica i’ = tasso di attualizzazione del reddito differenziale (o sovrareddito) 27
  • 28. Metodo finanziario Secondo tale approccio, il valore di un’azienda è funzione dei flussi di cassa (CF) incrementali disponibili, attualizzati al tasso di rendimento medio atteso del capitale in quel settore; a seconda dell’aggregato considerato si sceglierà il costo medio del capitale od il costo del solo capitale proprio. La formula dei metodi finanziari è la seguente: n W = ∑ CF x 1/(1+i)x + Vf x 1/(1+i)n 1 Con: W = valore dell’azienda; CF = flusso di cassa atteso anno per anno; n = durata (in anni) del periodo di previsione analitica del flusso finanziario (elevato a n); (1+i) = coefficiente di attualizzazione in base al costo medio ponderato del capitale; Vf = valore finale, dell’anno n, dell’investimento (Terminal Value); Dalla stessa formula si desume che qualora il numero di anni considerato sia limitato occorrerà una stima del valore attuale dei flussi di cassa residui (valore terminale). 28
  • 29. Metodo dei multipli Il metodo dei multipli di mercato determina il valore dell’azienda osservando le valutazioni espresse dal mercato, senza ricorrere a formule o regole riconosciute e codificate dalla dottrina. Si tratta di una stima che determina un valore con natura di «prezzo probabile» negoziabile in base ad esperienze passate paragonabili, oppure con natura di prezzo obiettivo ragionevolmente raggiungibile in futuro. Il metodo dei multipli può essere applicato secondo due approcci: – il “metodo delle transazioni comparabili” che consiste nell’osservare i prezzi di negoziazione di società omogenee, anche soltanto per pacchetti rilevanti o di controllo; – il “metodo dei multipli di borsa” che costruisce un paniere di società comparabili quotate al fine di osservarne i prezzi di borsa e relazionarli ad alcune variabili aziendali come utili, ricavi, cash flows determinando così i multipli che si useranno per la valutazione. Il multiplo così individuato moltiplicato per una grandezza aziendale predefinita (come ad esempio il fatturato) fornisce la stima del valore aziendale. 29
  • 30. Il valore prospettico dell’azienda Per la stima del valore del complesso aziendale che si intende conferire è stato utilizzato il metodo reddituale, che valuta sinteticamente l’azienda determinando il valore attuale del presunto reddito prospettico per un conveniente numero di anni a un adeguato saggio di capitalizzazione (…). – Sintesi valori storici – Variazione percentuale – Budget – Reddito medio atteso ponderato per attualizzazione – La scelta del periodo di attualizzazione – La scelta del tasso – Determinazione del valore 30
  • 31. LIMITI SPECIFICI INCONTRATI DALL’ ESPERTO NELL'ESPLETAMENTO DEL PRESENTE INCARICO I dati previsionali inclusi nel Piano Economico Finanziario sono stati formulati sulla base di ipotesi di realizzazione di eventi futuri, sia per quanto concerne il concretizzarsi dell’accadimento sia per quanto riguarda la misura e la tempistica della sua manifestazione. In considerazione dell’aleatorietà connessa a qualsiasi evento futuro, gli scostamenti fra i valori consuntivi ed i valori dei dati previsionali potrebbero essere anche significativi. I dati forniti nel prospetto di raccordo al ………… contenuto nella nota integrativa alla situazione ….. al …………, seppur ragionevoli, sono sintetici. L’attuazione del progetto industriale, comportando una profonda rivisitazione degli assetti societari e organizzativi dell’Incorporante, renderà perseguibili strategie e opportunità di mercato, anche di respiro internazionale, i cui effetti economico - finanziari non possono essere al momento quantificati. L’esercizio di una certa discrezionalità con riferimento alle modalità applicative dei metodi selezionati e alla stima dei relativi parametri è un elemento che ricorre ogniqualvolta venga svolto un processo valutativo e può condurre a risultati non coincidenti tra soggetti diversi che si apprestino a valutare la medesima società. Tale discrezionalità, laddove si è resa necessaria nel caso specifico, è stata peraltro opportunamente circoscritta ed esercitata nell’ambito di ragionevolezza e non arbitrarietà, identificando parametri riscontrabili sul mercato e mantenendo la coerenza delle scelte effettuate con le logiche e lo scenario valutativo descritto. 31
  • 32. Attestazione del valore Ai sensi dell’art. ………… c.c., si attesta che il sopraddetto valore aziendale è pari ad euro ………. Con quanto sopra esposto il sottoscritto ritiene di aver assolto l’incarico affidatogli in ottemperanza delle disposizioni di legge e ai principi della tecnica professionale. Metodo di stima ……… Valore stimato ………… Quanto sopra viene asseverato con giuramento. Milano, li ….. Il perito 32
  • 33. Applicazione del metodo La valutazione di un impresa operante su commessa
  • 34. Le caratteristiche di una impresa operante su commessa La valutazione del capitale economico di un’impresa che opera su commessa si incentra sulla stima del suo portafoglio lavori. Il portafoglio lavori consiste nell’insieme di contratti conclusi dall’impresa per l’effettuazione di lavori futuri. 34
  • 35. Rischi da valutare – Compatibilità nuovi ordini con altre commesse in corso; – Capacità tecniche e finanziarie dell’azienda di portare a termine i lavori – Rischio cliente (concentrazione + paese) – Ruolo dell’imprenditore (contratto di consulenza a tutela di avviamento) 35
  • 36. Metodo patrimoniale complesso analitico Determinazione del patrimonio netto attraverso l’attribuzione ai singoli elementi attivi del loro valore corrente e detraendo il valore degli elementi passivi al netto dell’effetto fiscale su eventuali plusvalenze/minusvalenze. Valorizzazione motivata e documentata degli elementi dell’attivo, compresi i beni immateriali. 36
  • 37. Avviamento Avviamento: capacità dell’impresa di produrre extraredditi rispetto alla normale remunerazione del capitale investito. Così identificabile: – Portafoglio ordini – Qualifiche, autorizzazioni, ecc. NB: verificare clausole contrattuali: – non limitino la cedibilità dei contratti; – rischi presenza di eventuali penali; 37
  • 38. Bilancio MEC rettificato Componenti attive La determinazione del Immobilizzazioni immateriali + valore del ramo Immobilizzazioni materiali + d’azienda è data Immobilizzazioni finanziarie + Rimanenze finali + sostanzialmente dal Crediti + patrimonio netto Banca + rettificato tenendo Componenti passive conto del valore del fondi rischi e oneri - contratto di leasing Fondo Tfr - Debiti - immobiliare e della Patrimonio netto contabile rettificato = valorizzazione del Immobile in leasing + portafoglio commesse. Portafoglio commesse + Valore netto di Stima = 38
  • 39. Metodologie di stima di un portafoglio lavori Metodologia principale: – Metodo dell’ attualizzazione dei costi e dei ricavi futuri Metodologie di controllo: – Metodo raffronto su dati storici aziendali – Metodo raffronto su dati pubblici 39
  • 40. Stima portafoglio lavori W=Un – Ci*r W= valore portafoglio lavori Un= utile netto attualizzato delle commesse Ci= capitale investito attualizzato r= remunerazione (metodo Capital asset pricing model?) NB: per definire Ci si può far ricorso alla proporzione tra fatturato aziendale/capitale investito commesse e fatturato della commessa. 40
  • 41. Verifica ipotesi del piano aziendale Durata del piano – Verificare coerenza con durata contratti. Interessi Passivi – Verificare per ogni commessa le ipotesi contenute nel piano di impresa con: • Costi preoperativi • Acconti • Stati avanzamento lavori Tassazione – Si utilizzano le aliquote vigenti dato il ristretto arco temporale (1,5 anni) 41
  • 42. Vantaggi e limiti della metodologia principale Vantaggi: – Maggiore precisione di stima mediante conti economici previsionali specifici per commessa; – Possibilità di stimare e ripartire in modo più dettagliato i costi generali per commessa, anche in funzione dell’entità e composizione del portafoglio lavori Limiti: – Problematiche inerenti la quantificazione delle difficoltà sopportate dall’acquirente connesse all’organizzazione e alla realizzazione della commessa (si ritiene inoltre più corretto considerare tale elemento separatamente dal tasso i); – Dubbi connessi all’opportunità di considerare solo le commesse attualmente presenti in portafoglio, o anche quelle potenziali (le quali permetterebbero di rispecchiare la solidità dell’azienda sul mercato – avviamento -); – Difficoltà di stima dei costi e ricavi futuri, soprattutto in assenza di contratti già stipulati alla data di valutazione. 42
  • 43. Metodologie di controllo Le suddette metodologie si caratterizzano per il fatto di prescindere dalla quantificazione analitica dei flussi positivi e negativi attribuibili a ciascuna commessa, derivando invece il valore del portafoglio lavori come quota del fatturato e del capitale investito totale. Tale percentuale viene calcolata in funzione di una proporzione fra i valori di commessa e quelli complessivi aziendali. Per il calcolo delle variabili ricomprese nelle formule vengono utilizzati: – i dati storici aziendali degli ultimi esercizi; – dati elaborati da fonti pubbliche (Es. ufficio studi Mediobanca: Serie storica ROS=margine operativo netto/ricavi netti) 43
  • 44. Vantaggi e limiti della metodologia di controllo Vantaggi: – Si tratta di metodologie di più facile applicazione (basandosi su dati storici non richiedono operazioni di stima dei flussi previsionali delle commesse). Limiti: – Applicabili solo in presenza di commesse uguali o molto simili; – Difficile ripartizione dei costi indiretti, in particolare nell’ipotesi in cui la composizione qualitativa e quantitativa del portafoglio lavori fosse soggetta a variazioni in relazione ad oscillazioni della domanda; – Non si tiene conto delle economie di scala; – E’ una forzatura eccessiva considerare la redditività dell’impresa negli ultimi anni costante e replicabile in futuro, senza tenere conto delle specificità di ciascuna commessa. 44
  • 45. La responsabilità dell’esperto Brevi cenni sulla responsabilità dell’esperto nelle operazioni straordinarie e nelle operazioni di risanamento d’impresa
  • 46. La responsabilità dell’esperto nelle operazioni straordinarie L’esperto è responsabile dei danni eventualmente causati con il comportamento proprio o dei propri collaboratori alla società, ai soci e ai creditori. La responsabilità sussiste in caso di colpa o dolo. Inoltre, si applica all’esperto l’art. 64 c.p.c., il quale prevede che il consulente tecnico che incorre in colpa grave nell’esecuzione degli atti che gli sono richiesti, è punito con l’arresto fino a un anno o con ammenda fino a € 10.329. Egli è tenuto in ogni caso a risarcire il danno causato alle parti e, per colpa grave, può essere punito con l’arresto fino ad un anno o con sanzione pecuniaria, secondo l’art. 35 c.c.p. Nel caso in cui si riscontri un intento fraudolento o una sopravvalutazione del valore dei crediti conferiti e dei beni in natura, sono previste sanzioni penali. Si applicano infatti all’esperto gli artt. 314 e ss., 366 e 373 c.p. 46
  • 47. La responsabilità dell’esperto nelle operazioni di risanamento La responsabilità del professionista nel concordato preventivo e nell’accordo di ristrutturazione dei debiti non viene disciplinata da norme specifiche. Si ritengono applicabili, pertanto, i principi generali previsti dall’ordinamento, in forza dei quali si applica all’esperto: – La responsabilità contrattuale, verso la società; – La responsabilità extra contrattuale verso i creditori o i terzi danneggiati da comportamenti dolosi o colposi posti in essere (art. 2043 c.c.). Nel silenzio del legislatore, non si ritiene tuttavia applicabile la responsabilità penale di cui all’art. 64 c.p.c. 47
  • 48. Link Utili Lettera di incarico e Formulario: www.assirevi.it Bozza relazione CONSOB: www.consob.it Guida alla valutazione: http://www.borsaitaliana.it/borsaitaliana/ufficio- stampa/percorsi-guidati/la-quotazione-in- borsa/guidaallavalutazione_pdf.htm Guida al piano industriale: http://www.borsaitaliana.it/old/mercati/homepage/comequo tarsi/listingguides/guidaalpianoindustriale_pdf.htm Multipli di mercato: http://www.borsaitaliana.it Relazione sulla gestione ed indicatori finanziari: http://www.irdcec.it/node/338 48