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MALATTIE OSSEE RARE IN ETÀ PEDIATRICA:
          DALLA BIOLOGIA AL TRATTAMENTO
         Moderatori: Antonio Andreacchio (Torino)
                     Roberto Lala (Torino)
            I parte: Patogenesi e diagnostica




DIAGNOSTICA PER IMMAGINI

            Bianca Santoro
         biancasantoro@virgilio.it


                           S.I.R.M.
            Società Italiana di Radiologia Medica




        Sezione                              Sezione
  Radiologia Pediatrica               Rad. Muscolo-scheletrica
DISPLASIE SCHELETRICHE

      Epoca pre-natale                     Epoca post-natale


  L’imaging concorre alla individuazione di alcuni tipi essenziali di
anomalie dell’osso, attraverso la valutazione di parametri fondamentali


      MORFOLOGIA


                           STRUTTURA


                                             MINERALIZZAZIONE
OSTEOCONDRODISPLASIE
                 diagnosi pre-natale
L’imaging pre-natale concorre in misura significativa al raggiungimento
       di una diagnosi precoce, già nei primi mesi di gestazione


   nell’ embrione di 4,5 settimane
 dai SOMITI originano OSSA E MUSCOLI


 nel feto di 8 settimane compare
  APP. MUSCOLO-SCHELETRICO


  l’ecografia consente una buona
 valutazione dello scheletro fetale
 soprattutto con le acquisizioni
 volumetriche e ricostruzione 3D
OSTEOCONDRODISPLASIE
             diagnosi pre-natale
ECOGRAFIA IMAGING FETALE DI 1° LIVELLO

presenta una buona sensibilità
 nei confronti delle principali
   malformazioni craniche




                                           encefalocele



misurazione diametri
      cranici
                          trigonocefalia
OSTEOCONDRODISPLASIE
               diagnosi pre-natale
  ECOGRAFIA IMAGING FETALE DI 1° LIVELLO

  presenta una buona sensibilità
   nei confronti delle principali
 malformazioni craniche e facciali




agenesia mascellare cheilognatopalatoschisi   schisi facciale
     superiore
OSTEOCONDRODISPLASIE
               diagnosi pre-natale
  ECOGRAFIA IMAGING FETALE DI 1° LIVELLO

 presenta una buona sensibilità
 nei confronti delle principali
 malformazioni dello scheletro
            assile




misurazione lunghezza
ossa lunghe degli arti
                         polidattilia      sindattilia
                                        mano a “cucchiaio”
OSTEOCONDRODISPLASIE
             diagnosi pre-natale
ECOGRAFIA IMAGING FETALE DI 1° LIVELLO

presenta una buona sensibilità                         3D
nei confronti delle principali                       costato
malformazioni dello scheletro                        colonna
   assile ed appendicolare




                                  2° trimestre


 13 settimane      16 settimane                  3° trimestre
OSTEOCONDRODISPLASIE
             diagnosi pre-natale
       RM IMAGING FETALE DI 2° LIVELLO


     La RM pre-natale
   grazie alla possibilità
  di disporre di sequenze
 ultra-fast consente buoni
 risultati con limitazioni:                  29 settimane
  impossibilità di ottenere                 trigonocefalia
  tutta la colonna su uno
                               Ipocondrogenesi
stesso piano di acquisizione
    limitata disponibilità
costo e durata dell’esame


                                         agenesia sacrale
OSTEOCONDRODISPLASIE

R.C. del feto

Dopo interruzione spontanea o volontaria della gravidanza
OSTEOCONDRODISPLASIE
  T.C. del feto
 Particolari potenzialità ricostruttive che consentono un’ottima
valutazione 3D dell’intero scheletro da tutte le angolazioni visive
OSTEOCONDRODISPLASIE
IMAGING DI 1° LIVELLO       Epoca post-natale


        R.C.            IMAGING DI 2° LIVELLO


                    R.M.

IMAGING ADDIZIONALE                               T.C.

                            scintigrafia
                            ecografia
                            densitometria ossea
                            angiografia
DISPLASIE SCHELETRICHE

MINERALIZZAZIONE

 L’imaging non consente una valutazione QUANTITATIVA affidabile :
   sensibilità limitata ad una riduzione della quantità di minerale contenuto
    nell’osso superiore al 30%, 40%
   dipendente dall’operatore
   dipendente dalla tecnica di ripresa del radiogramma


 METODO DI GARN
 Valuta l’osteopenia corticale e viene in genere misurato in corrispondenza del
 II metacarpo:
                             diametro periostale
                             diametro endostale      standard ( area corticale;
                                                     spessore corticale corretto ecc.)
                             lunghezza
DISPLASIE SCHELETRICHE
MINERALIZZAZIONE

 L’imaging consente una valutazione QUALITATIVA :
  comparazione tra corticale e midollare
   studio del “pattern” trabecolare
  interpretazione del “turnover” dell’osso in base alla presenza di
  riassorbimento sotto-periostale e di striature intra-corticali
  presenza di fratture da insufficienza o incurvamento delle ossa
  lunghe
DISPLASIE SCHELETRICHE
  MINERALIZZAZIONE
La valutazione QUANTITATIVA è appannaggio di metodiche extra-radiologiche
in grado di misurare la massa ossea:

  DEXA (densitometria a doppio raggio X)

  QCT (densitometria con tomografia computerizzata quantitativa)

  QUS ( quantitative ultrasound)
Alcune considerazioni:
  DEXA = dose bassissima; tecnica biplanare condizionata dal volume delle
 strutture ossee che si modifica ampiamente nel bambino; richiede software
 dedicati alla pediatria; risente della posizione e del movimento
 QUS = costi molto contenuti; innocua; apparecchio trasportabile; si può
 applicare a ossa “comode” da valutare come le falangi; dipende però da
 parametri non ancora ben compresi
  QCT = dose equivalente di rad. pari a 40 /90 µSv, analoga a un viaggio aereo
  intercontinentale; accuratezza >all’adulto (< midollo giallo)
OSTEOCONDRODISPLASIE
Approccio radiologico


                Può il Paziente essere
              affetto da displasia ossea?


                                I rilievi apprezzabili
                                 possono essere una
                               semplice espressione
                                 evolutiva dell’osso?
OSTEOCONDRODISPLASIE
neonato



               l’assenza di ossificazione epifisaria conferisce
               un aspetto “tozzo” ai segmenti ossei brachiali
               ed anti-brachiali degli arti



                                 lo spessore dello strato
                                 germinativo del periostio
                  è normale il rilievo di una dei fenomeni
                                 e l’esuberanza
                  osteosclerosi generalizzata corticale
                                 di ossificazione
  “beaking”                      favoriscono la frequente
   metafisi                      comparsa di “bande” periostali
OSTEOCONDRODISPLASIE

varismo fisiologico
               alla nascita è presente spiccato
               varismo degli arti inferiori
               che perdura fino a 18 mesi


     tibia e perone distali
     sono piuttosto obliqui


la corticale delle ossa lunghe è ispessita
sul versante mediale ed il margine mediale
delle metafisi è sporgente


             i nuclei epifisari sono asimmetrici
OSTEOCONDRODISPLASIE

valgismo fisiologico




            Successivamente si instaura un
            valgismo crescente, con valori
 Che poi decresce a ca. 5° / 6° intorno ai 13 anni
            medi:
            - 2° a 2 anni
            - 11° a 3 anni
OSTEOCONDRODISPLASIE
  è in particolare il rachide che
  presenta complessi aspetti di
       anatomia radiografica
Alla nascita

 nucleo di ossificazione del corpo

 due nuclei laterali degli archi neurali

 nucleo somatico ovoide (lombare)

 nucleo somatico rettangolare (toracico)
OSTEOCONDRODISPLASIE
 Corpo vertebrale alla nascita


  configurazione a “8“ orizzontale per la presenza di
una lieve strozzatura centrale

  si tratta di un aspetto esasperato nelle forme di grave ipo-
ossificazione come nel nanismo tanatoforo (soma ad “H”)

  in LL i corpi vertebrali hanno un aspetto a “biscotto” per la
presenza del canale vascolare

  è presente una stria iperdiafana relativa alla sincondrosi tra
soma ed archi vertebrali detta cartilagine intermedia la cui
fusione inizia a 3 anni a livello cervicale e prosegue in senso
cranio-caudale completandosi entro il 4° anno di età
OSTEOCONDRODISPLASIE
Corpo vertebrale alla nascita



 in A-P i nuclei degli archi posteriori, non
 fusi, conferiscono un aspetto di “schisi
 fisiologica generalizzata” che scompare
 nel 2°anno di vita. Al 5°/6° anno a livello
 dell’atlante e ultime vertebre lombari

 gli spazi intersomatici sono molto ampi,
( disco + cartilagine somatica ) circa l’altezza
di un corpo vertebrale

distanza interpeduncolare più ampia a
livello cervicale e lombare per fisiologici
rigonfiamenti midollari
OSTEOCONDRODISPLASIE

la colonna vertebrale alla nascita



presenta una sola curva fisiologica
cifotica da C1 a L5. Sacro verticale
Lordosi L/S solo con stazione eretta


dopo 6 sett. di vita, soprattutto
nei prematuri, può comparire
 un tipico aspetto transitorio di
“bone within bone”dovuto a
un metabolismo osseo esuberante
OSTEOCONDRODISPLASIE

a 6/8 anni nelle femmine e 7/9 anni nei
maschi a livello degli spigoli somatici
anteriori compaiono incisure a “colpo
d’unghia”da anelli cartilaginei di
accrescimento




a partire dai 12/14 anni, questi vengono
progressivamente colmati da nuclei
di ossificazione apofisari laminari
“ring apophisis “che si salderanno tra
i 18 anni e i 25 anni
OSTEOCONDRODISPLASIE
   Nei bambini fino ad 8 anni il rachide
cervicale presenta peculiarità importanti :

  in L-L la posizione dell’arco anteriore      < 0.5 cm
  dell’atlante è sempre alta e lo spazio tra
  questo e il processo odontoide è ampio
  (comunque < 0.5 cm.)


  anche la distanza interspinosa C1/C2
  in flessione è elevata



   sono elementi importanti quando si
   valuta l’instabilità cervicale
OSTEOCONDRODISPLASIE




Un discreto livello di
platispondilia diffusa
a carico dei metameri
cervicali è da ritenersi
fisiologico
OSTEOCONDRODISPLASIE

l’anatomia di C2 è complessa con la presenza di:

 sincondrosi dente/corpo
 sincondrosi dente/arco
 sincondrosi corpo/arco



 dente conformato a “V”


 “V” colmata dalla coalescenza
 di un ossiculo ( Bergmann )
OSTEOCONDRODISPLASIE
Approccio radiologico


                 Può il Paziente essere
               affetto da displasia ossea?




                             Si può escludere una
                             patologia acquisita?
OSTEOCONDRODISPLASIE
l’imaging ha un ruolo fondamentale di diagnosi differenziale

 Nei confronti di
                                               M.
 altre patologie                               di
       non                                    MEYER
  malformative

             M.
                                   Morbo di PERTHES
             di
           CAFFEY


SCORBUTO       “BATTERED CHILD”
OSTEOCONDRODISPLASIE
Ruolo fondamentale dell’imaging nella diagnosi differenziale

  Medicina legale
 Radiologia forense




                             Fratture multiple,
                            di datazione diversa,
                              in sedi particolari



                        ?   Lesioni non accidentali
                                “battered child”      ?
OSTEOCONDRODISPLASIE
Ruolo fondamentale dell’imaging nella diagnosi differenziale

  Medicina legale
 Radiologia forense




                      SCHELETRO PATERNO




                      ! OSTEOGENESI IMPERFETTA !
OSTEOCONDRODISPLASIE
  La diagnosi differenziale è un compito istituzionale del
radiologo, per l’espletazione del quale egli impiega tutte le
            metodiche di imaging disponibili

GORHAM’S DISEASE
OSTEOCONDRODISPLASIE
Diagnosi differenziale che può riguardare anche malattie di
          tipo oncologico ed onco-ematologico




                                         LINFOMA OSSEO
DISPLASIE SCHELETRICHE
Approccio radiologico

 Arti corti?

                      Lo scheletro del Paziente
                           potenzialmente
                      affetto da displasia ossea



                                    Presenta alcune delle
                                      caratteristiche di
                                     imaging più comuni?
DISPLASIE SCHELETRICHE
ARTI CORTI


           IPOCONDROPLASIA
             ACONDROPLASIA

         Brevità di tipo micromelico
     I segni radiologici sono più sfumati
 interessa tutte le ossa lunghe delle estremità
           diagnosi : 2° anno di vita
   diagnosticabile già in epoca pre-natale
DISPLASIE SCHELETRICHE
ARTI CORTI

   DISPLASIA TANATOFORA

 Forma micro / rizomelica che
 può interessare prevalentemente
       il femore e/o l'omero

  Tipo II : + rara, cranio a “trifoglio”
      Tipo I : femori incurvati
DISPLASIE SCHELETRICHE
   ARTI CORTI

in questi casi è sempre presente un certo grado
di dismodellaggio delle ossa lunghe che può
assumere caratteristiche patognomoniche



      Ipoplasia ulna e perone e
       NANISMO MESOMELICO
      incurvamento radio e tibia…
          Nievergelt, Langer….
DISPLASIE SCHELETRICHE

  ARTI CORTI

 L’incurvamento del radio è
 parte integrante anche della
 DEFORMITA di MADELUNG
 che caratterizza un’altra forma
 meno grave di bassa statura:
     DISCONDROSTEOSI
      ( S. di Leri-Weill )


Si tratta dell’espressione recessiva e
dominante di una stessa alterazione
 genica. responsabile anche delle
 modificazioni scheletriche della
             m. di Turner
( Madelung + brevità IV metacarpo)
DISPLASIE SCHELETRICHE
  ARTI CORTI

è frequente anche l’interessamento delle ossa tubulari delle estremità

        mano a tridente
                                   brevità variabile delle falangi




           acondroplasia                       ipocondroplasia
DISPLASIE SCHELETRICHE
 ARTI CORTI

Interessamento che può presentarsi anche in forma DISOSTOSICA
                      polidattilie / sindattilie

         Displasia condro-ectodermica o s.di Ellis e Van Creveld




               poli(sin)dattilia post-assiale di mani e piedi
DISPLASIE SCHELETRICHE
ARTI CORTI

     Anche inin forma DISOSTOSICA
      Anche forma DISOSTOSICA       PSEUDO - acroosteolisi
                                     acroosteolisi


         PICNODISOSTOSI
     falangi distali rudimentali
DISPLASIE SCHELETRICHE
Approccio radiologico

 Arti corti?

                      Lo scheletro del Paziente
                           potenzialmente          Alterazioni
                                                   articolari?
                      affetto da displasia ossea



                                   Presenta alcune delle
                                     caratteristiche di
                                    imaging più comuni?
DISPLASIE SCHELETRICHE
  ALTERAZIONI ARTICOLARI

Contratture in flessione, coxa vara, DCA, piede torto ricorrono in molte
displasie scheletriche:


   Condrodisplasia punctata
DISPLASIE SCHELETRICHE
  ALTERAZIONI ARTICOLARI

Contratture in flessione, coxa vara, DCA, piede torto ricorrono in molte
diaplasie scheletriche:


       Displasia diastrofica
DISPLASIE SCHELETRICHE
ALTERAZIONI ARTICOLARI

  La coxa vara è una costante nelle forme di:
   condrodisplasia metafisaria
   pseuo-acondroplasia (displasia epifiso – metafisaria)
   displasia spondilo-epifisaria




+ varismo delle ginocchia                          + valgismo delle ginocchia
DISPLASIE SCHELETRICHE
    ALTERAZIONI ARTICOLARI

    Il coinvolgimento articolare è poi espressione fondamentale di
    alcune displasie:

      s. di LARSEN


•   disturbo del connettivo
•   faccia appiattita
•   multiple lussazioni
•   instabilità cranio
    vertebrale
•   ipoplasia ossa lunghe
DISPLASIE SCHELETRICHE
    ALTERAZIONI ARTICOLARI

    Il coinvolgimento articolare è l’espressione fondamentale di
    alcune displasie:

      ARTROGRIPOSI
      multipla congenita


•    contratture in flessione
•    muscolatura atrofica
     rimpiazzata da t.adiposo
•    ossa sottili,osteopeniche
•    facilità alle fratture
•    Lussazioni, scoliosi
DISPLASIE SCHELETRICHE

ALTERAZIONI ARTICOLARI

comunque molte patologie congenite del tessuto connettivo si
accompagnano a lassità ligamentosa e instabilità articolare:


  S. DI DOWN                  S. DI EHLERS – DANLOS
  S. 10 q +                   S. DI MARFAN
  S. DI LANGER- GIEDION       PSEUDO ACONDROPLASIA
  OMOCISTINURIA               OSTEOGENESI IMPERFETTA
  S. DI MENKES                ARTRO-OFTALMOPATIA DI STICKLER
  S. DI COFFIN – SIRIS        S. DI RUBINSTEIN – TAYBI
  S. AARSKOG                  S. DI LARSEN
DISPLASIE SCHELETRICHE
ALTERAZIONI ARTICOLARI

Molte patologie congenite del tessuto connettivo si accompagnano
a lassità ligamentosa e instabilità articolare, fra queste:

                          S. DI HELER - DANLOS
    S. DI MARFAN                                     OSTEOGENESI
                                                     IMPERFETTA
                                         L.C.A.




                          Perforazione
                           intestinale
DISPLASIE SCHELETRICHE
Approccio radiologico

 Arti corti?

                       Lo scheletro del Paziente
                            potenzialmente          Alterazioni
                                                    articolari?
                       affetto da displasia ossea


                                    Presenta alcune delle
                                      caratteristiche di
                                     imaging più comuni?



     ossa del bacino
      dismorfiche ?
DISPLASIE SCHELETRICHE
  ALTERAZIONI DEL BACINO


Le metodiche di imaging consentono di individuare alterazioni morfologiche
 e strutturali delle ossa pelviche in numerose sindromi malformative:

  OSTEOCONDRODIPLASIE

  MALATTIE METABOLICHE CONGENITE

  SINDROMI POLIMALFORMATIVE

  SINDROMI CROMOSOMICHE

Questi rilievi hanno tuttavia un significato spesso relativo e non è agevole
attribuire un valore alla loro esistenza nell’ambito di una patologia malformativa
più o meno complessa.

                         ALCUNE OSSERVAZIONI:
DISPLASIE SCHELETRICHE
   ALTERAZIONI DEL BACINO
in alcuni casi è proprio il ritrovamento, con le metodiche di imaging, di particolari
        aspetti morfologici del bacino a consentire una diagnosi definitiva

           ONICO-OSTEO-DISPLASIA ( nail-patella syndrome )




                                                        Corni iliaci
                                                        Aplasia delle rotule
                                                        Displasie ungueali
                                                        lussazione capitelli radiali
DISPLASIE SCHELETRICHE
ALTERAZIONI DEL BACINO
       anche se raramente, può accadere che il sospetto diagnostico
  origini da un esame per immagini del bacino eseguito con altre finalità

È impossibile ottenere una corretta scansione US
frontale di Graf per l’irregolarità dei reperi profondi,
con un pube quasi inesistente, mentre la cartilagine
a “Y” è notevolmente ampliata




                                                                     acetabolo con
                                                                   tetto orizzontale
                                                                   ileo stretto, vert.
                                  ossificazione del pube assente
                                                                   cart. A “Y” ampia
DISPLASIE SCHELETRICHE
            DISOSTOSI CLEIDO-CRANICA




Ipo-aplasia della clavicola




                                       Ampiezza
                                        abnorme
                                         delle
                                       fontanelle
DISPLASIE SCHELETRICHE
DISOSTOSI CLEIDO-CRANICA


                           Caratteristiche
                           scheletriche, in
                           particolare del
                           cingolo pelvico,
                           che persistono
                             nel tempo




                       COXA VARA
DISPLASIE SCHELETRICHE
 ALTERAZIONI DEL BACINO
        anche se raramente, può accadere che il sospetto diagnostico
     origini da un es. per immagini del bacino eseguito con altre finalità
L’ecografia delle anche, eseguita per lo screening della DCA, evidenzia un
aspetto irregolare delle metafisi femorali prossimali, confermato dal R.C.

                                         DISPLASIA METAFISARIA
                                               tipo Schmid
DISPLASIE SCHELETRICHE
ALTERAZIONI DEL BACINO

    Possiamo individuare aspetti di imaging caratteristici,
 che pur non potendo essere definiti paradigmatici, rappresentano
tuttavia un riferimento importante, in grado di indirizzare il sospetto
 diagnostico verso un determinato gruppo di patologie malformative

                           Il riscontro R.C. di cotili orizzontali con profilo
                           irregolare, a “tridente”, è un rilievo comune in
                           alcune osteo-condro-displasie:




                              Nanismo tanatoforo

                              Acondrogenesi

                            che sono condizioni
                              incompatibili
                               con la vita
DISPLASIE SCHELETRICHE
in altri casi questi aspetti R.C. hanno una tendenza evolutiva verso la regressione




   Displasia toracica asfissiante
         Malattia di Jeune
DISPLASIE SCHELETRICHE
in altri ancora il bacino mantiene anche nello sviluppo la conformazione
essenziale già riscontrabile alla nascita




ACONDROPLASIA
DISPLASIE SCHELETRICHE
ipoplasia della regione acetabolare
e sovra-acetabolare con :

  coxa valga
  tendenza alla lussazione
  formazione di neocotile

sono caratteristiche comuni
a molte malattie da accumulo                   S di Hurler
come le MUCOPOLISACCARIDOSI
e le MUCOLIPIDOSI




            m. di Morquio
            m.p.s. tipo IV            Mucopolisaccaridosi tipo III
DISPLASIE SCHELETRICHE




  l’aspetto a“festone” del
   profilo delle ali iliache è
      caratteristico della
          SINDROME
               DI
DYGGYE-MELCHIOR-CLAUSEN
DISPLASIE SCHELETRICHE. e S. CROMOSOMICHE
                    SINDROMI CROMOSOMICHE

Anche nelle s. cromosomiche alcuni rilievi ricorrono con una certa frequenza:



      TRISOMIA 21

                               M. “cri du chat”
                                                         TRISOMIA 8
DISPLASIE SCHELETRICHE
Approccio radiologico

 Arti corti?

                       Lo scheletro del Paziente
                            potenzialmente          Alterazioni
  Torace stretto?                                   articolari?
                       affetto da displasia ossea
  Alterazioni
 ossa craniche?
                                    Presenta alcune delle
                                      caratteristiche di
                                     imaging più comuni?



     ossa del bacino
      dismorfiche ?
DISPLASIE SCHELETRICHE
GABBIA TORACICA RISTRETTA

- S. di Jeune (distrofia toracica asfissiante)
- S. di Ellis-van Creveld
- Short-rib polidattilia

         Occasionale in
- displasia tanatofora
- acondrogenesi
- displasia metatropica
- displasia camptomelica
- acondroplasia
- displasia diastrofica
- osteogenesi imperfetta
- pseudoacondroplasia
- displasia spondilo-epifisaria
DISPLASIE SCHELETRICHE

 ALTERAZIONI CRANICHE

la morfologia del cranio non infrequentemente è
un elemento importante per indirizzare la diagnosi

                                                     mps tipo II
                                                     sella turcica




       acondroplasia
     cranio grande con
       bozze frontali
                                      displasia
                                    cleido-cranica
DISPLASIE SCHELETRICHE

 ALTERAZIONI CRANICHE

  Disostosi cranio-faciali

Associazione tra craniostenosi e malformazioni
di altre ossa, in particolare del massiccio faciale
e degli arti
1) Disostosi cranio-faciale di CROUZON
2) ACROCEFALO-SINDATTILIE :
             tipo I S. di APERT
             tipo II S. di VOGT
             tipo III S. di SAETHRE CHOTZEN
             tipo IV S. di WAARDENBURG
             tipo V S. di PFEIFFER
3) ACROCEFALO-POLISINDATTILIE :
             tipo I S. di NOACK
             tipo II S.di CARPENTER
4) Displasia cranio-fronto-nasale di COHEN            S. Di Apert
DISPLASIE SCHELETRICHE
Approccio radiologico                     Epifisi, metafisi, diafisi alterate?

                                                       Manifestazioni
 Arti corti?                                           iperplastiche?

                               Lo scheletro del Paziente         Alterazioni
  Torace stretto?                   potenzialmente               articolari?
                               affetto da displasia ossea
  Alterazioni
 ossa craniche?
                                            Presenta alcune delle
          Rachide alterato ?                  caratteristiche di
                                             imaging più comuni?

   C2 ipoplasico?
                                                       Ossa addensate?
     ossa del bacino                                 Ossa demineralizzate?
                          Fenomeni sostitutivi?
      dismorfiche ?
DISPLASIE SCHELETRICHE

ALTERAZIONI DEL RACHIDE

Le malformazioni del rachide rappresentano ca. il 50%
delle deformità congenite dello scheletro.
DISPLASIE SCHELETRICHE

ALTERAZIONI DEL RACHIDE


Radiologicamente possiamo
distinguere tra:

  anomalie dell’ intera vertebra




                                   Displasia campomelica


                                       acondrogenesi
                                     Displasia tanatofora
DISPLASIE SCHELETRICHE

 ALTERAZIONI DEL RACHIDE


 Radiologicamente:

    anomalie dell’ intera vertebra

    anomalie somatiche




 gibbo dorso-lombare
sperone antero-inferiore

                                         pseudo - acondroplasia
                                          Displasie ipo-displasica
                                                vertebra
                                        displ. spondilo-meta-epifisaria
                                     spondilo - mucopolisaccaridosi
                                                 epifisarie
DISPLASIE SCHELETRICHE

ALTERAZIONI DEL RACHIDE


Radiologicamente:

  anomalie dell’ intera vertebra

  anomalie somatiche


tra le più gravi vi è sicuramente
la aplasia / Ipo-displasia di C2:

 DSE
 MPS


                                    mps IV Morquio
DISPLASIE SCHELETRICHE

  ALTERAZIONI DEL RACHIDE


   Radiologicamente:

     anomalie dell’ intera vertebra

     anomalie somatiche

     anomalie dell’arco




     “cleft coronali”
                                      Displasia diastrofica
                                        Diastematomelia
Ipoossificazione fisiologica
                                         barre inter-apofisarie
                                          s. di Crouzon
                                        condro-displasia
                                       grave deformazione dello
                                       speco punctata
                                             vertebro-midollare
DISPLASIE SCHELETRICHE

ALTERAZIONI DEL RACHIDE


Radiologicamente:

 anomalie dell’ intera vertebra

 anomalie somatiche

 anomalie dell’arco

 anomalie dello spazio intervertebrale
   spesso parte di complessi malformativi
       congeniti di grande ampiezza



                                            S.M. Di Sprengel
                                            S. di Klippel-Feil
                                               Di Bar
DISPLASIE SCHELETRICHE

ALTERAZIONI DEL RACHIDE


Sono alla base di uno dei più
 comuni caratteri distintivi
delle displasie scheletriche:

    TRONCO CORTO

•   MPS
•   Displasia metatropica
•   Displasia di Kniest
•   D. spondilo-epifisaria
DISPLASIE SCHELETRICHE

ALTERAZIONI DEL RACHIDE

 Le alterazioni vertebrali sono
anche alla base di alcuni tra i più
complessi problemi ortopedici




                                       Displasia
                                      metatropica

     Displasia spondilo-toracica
DISPLASIE SCHELETRICHE

ALTERAZIONI DEL RACHIDE


 Sono alla base di alcuni tra i
   più complessi problemi
          ortopedici
        STENOSI
         STENOSI
          DEL
           DEL
  CANALE VERTEBRALE
    FORAME OCCIPITALE
   ACONDROPLASIA
DISPLASIE SCHELETRICHE
Approccio radiologico                     Epifisi, metafisi, diafisi alterate?


 Arti corti?

                               Lo scheletro del Paziente         Alterazioni
  Torace stretto?                   potenzialmente               articolari?
                               affetto da displasia ossea
  Alterazioni
 ossa craniche?
                                            Presenta alcune delle
          Rachide alterato ?                  caratteristiche di
                                             imaging più comuni?

   C2 ipoplasico?
                                                       Ossa addensate?
     ossa del bacino                                 Ossa demineralizzate?
      dismorfiche ?
DISPLASIE SCHELETRICHE
  DEFORMITA DELLE OSSA LUNGHE

Deformità delle ossa lunghe sono presenti nella maggior parte delle displasie
ossee e tendono nel tempo a modificarsi, riducendosi fisiologicamente dopo il
raggiungimento della maturità scheletrica

                               ACONDROPLASIA




          neonato                   9 mesi                    8 anni
DISPLASIE SCHELETRICHE
 DEFORMITA DELLE OSSA LUNGHE

In alcuni casi l’alterazione assume significato patognomonico:

                            Displasie epifisarie




 Displasia poliepifisaria tipo II
DISPLASIE SCHELETRICHE
 DEFORMITA DELLE OSSA LUNGHE

In alcuni casi l’alterazione assume significato patognomonico:

                           Displasie metafisarie




 Condrodisplasie metafisarie
DISPLASIE SCHELETRICHE
 DEFORMITA DELLE OSSA LUNGHE

In alcuni casi l’alterazione assume significato patognomonico:

                       Displasie epifiso- metafisarie




   M. di KNIEST
  displasia s.e.m.
DISPLASIE SCHELETRICHE
 DEFORMITA DELLE OSSA LUNGHE

In alcuni casi l’alterazione assume significato patognomonico:

                            Displasie diafisarie




     DISPLASIA
   CAMPOMELICA



 Spondilo-diafisaria
DISPLASIE SCHELETRICHE
DEFORMITA DELLE OSSA LUNGHE
In altri casi l’alterazione attribuisce all’arto morfologia e struttura molto
particolari:

                             Displasie complesse




    DISPLASIA
  METATROPICA
DISPLASIE SCHELETRICHE
DEFORMITA DELLE OSSA LUNGHE
In altri casi l’alterazione attribuisce all’arto morfologia e struttura molto
particolari:
                                                          calcificazioni delle
                            Displasie complesse           cartilagini epifisarie che
                                                          regrediscono col tempo
                                                          nelle forme meno gravi




        CONDRO-DISPLASIA PUNCTATA
DISPLASIE SCHELETRICHE
Approccio radiologico                     Epifisi, metafisi, diafisi alterate?

                                                       Manifestazioni
 Arti corti?                                           iperplastiche?

                               Lo scheletro del Paziente         Alterazioni
  Torace stretto?                   potenzialmente               articolari?
                               affetto da displasia ossea
  Alterazioni
 ossa craniche?
                                            Presenta alcune delle
          Rachide alterato ?                  caratteristiche di
                                             imaging più comuni?

   C2 ipoplasico?
                                                       Ossa addensate?
     ossa del bacino                                 Ossa demineralizzate?
                          Fenomeni sostitutivi?
      dismorfiche ?
DISPLASIE SCHELETRICHE
 DEMINERALIZZAZIONE OSSEA
Una riduzione del contenuto minerale dell’osso è presente in molte forme displasiche

                          OSTEOGENESI IMPERFETTA

   Diversi tipi con gravità molto variabile
DISPLASIE SCHELETRICHE
DEMINERALIZZAZIONE OSSEA


                       OSTEOGENESI IMPERFETTA

Nelle forme meno gravi la condizione migliora nel tempo, la frequenza delle
fratture si riduce ma residuano reliquati importanti ed invalidanti
DISPLASIE SCHELETRICHE
DEMINERALIZZAZIONE OSSEA

Alcune forme displasiche con riduzione della mineralizzazione ossea….
pongono problemi di diagnosi differenziale con il rachitismo carenziale

  IPOFOSFATASIA CONGENITA
   IPERFOSFATASIA                                 RACHITISMO
                                           IPOFOSFATEMICO FAMILIARE
DISPLASIE SCHELETRICHE
 OSSA ADDENSATE
Nelle forme con addensamento osseo l’imaging consente una distinzione tra
condizioni di densificazione di tipo diffuso

  OSTEOPETROSI


                             Forma precoce
DISPLASIE SCHELETRICHE
 OSSA ADDENSATE

Densificazione di tipo diffuso:

     OSTEOPETROSI

        Forma tardiva
  M. di Albers-Schönberg
    tipico “osso nell’osso”
DISPLASIE SCHELETRICHE
 OSSA ADDENSATE

Densificazione a chiazze :

     OSTEOPECILIA
DISPLASIE SCHELETRICHE
 OSSA ADDENSATE

Densificazione a chiazze, strie e “colate di cera” :


     MELOREOSTOSI
DISPLASIE SCHELETRICHE
 OSSA ADDENSATE

L’imaging consente anche di distinguere tra varie forme di iperostosi :




       PERIOSTIO-ENDOSTALE

         DISPLASIA DIAFISARIA
     M. Di CAMURATI-ENGELMANN
DISPLASIE SCHELETRICHE
 OSSA ADDENSATE

L’imaging consente anche di distinguere tra varie forme di iperostosi :


    PERIOSTALE


   M. Di CAFFEY
DISPLASIE SCHELETRICHE
 OSSA ADDENSATE

L’imaging consente anche di distinguere tra varie forme di iperostosi :

                            ENDOSTALE
      M. Di VAN BUCHEM                      S. DI KENNY-LINARELLI-CAFFEY
DISPLASIE SCHELETRICHE
Approccio radiologico                     Epifisi, metafisi, diafisi alterate?

                                                       Manifestazioni
 Arti corti?                                           iperplastiche?

                               Lo scheletro del Paziente         Alterazioni
  Torace stretto?                   potenzialmente               articolari?
                               affetto da displasia ossea
  Alterazioni
 ossa craniche?
                                            Presenta alcune delle
          Rachide alterato ?                  caratteristiche di
                                             imaging più comuni?

   C2 ipoplasico?
                                                       Ossa addensate?
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                          Fenomeni sostitutivi?
      dismorfiche ?
DISPLASIE SCHELETRICHE
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        MALATTIA
                                   ENCONDROMATOSI
      ESOSTOSANTE
DISPLASIE SCHELETRICHE
FENOMENI DI IPERPLASIA TISSUTALE


      S. DI MAFFUCCI               M. DI MAROTEAUX
DISPLASIE SCHELETRICHE
FENOMENI DI IPERPLASIA TISSUTALE O DI TIPO SOSTITUTIVO


DISPLASIA FIBROSA
    Sostituzione dell’osso spongioso con tessuto fibroso aberrante
CONCLUSIONI
     I progressi della genetica e le metodiche di imaging
    pre-natale hanno profondamente mutato il ruolo della
      diagnostica per immagini che oggi svolge compiti


•    DIAGNOSI FETALE PRECOCE

•    ORIENTAMENTO E CONFERMA DELLA DIAGNOSI CLINICA

•    EVIDENZIAZIONE DI TUTTI I CARATTERI MALFORMATIVI
     PRESENTI NEL CASO IN ESAME ( già noti o non ancora descritti )

•    DESCRIZIONE DI NUOVE CONDIZIONI MALFORMATIVE
     UN TEMPO INQUADRATE IN UNA UNICA FORMA CONGENITA

•    DI SORVEGLIANZA EVOLUTIVA DELLE MALFORMAZIONI
     RISCONTRATE E DELLE LORO CONSEGUENZE
MALATTIE OSSEE RARE IN ETÀ PEDIATRICA:
        DALLA BIOLOGIA AL TRATTAMENTO
       Moderatori: Antonio Andreacchio (Torino)
                   Roberto Lala (Torino)
          I parte: Patogenesi e diagnostica




             GRAZIE
           Bianca Santoro
       biancasantoro@virgilio.it


                         S.I.R.M.
          Società Italiana di Radiologia Medica




      Sezione                              Sezione
Radiologia Pediatrica               Rad. Muscolo-scheletrica

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Santoro Bianca Torino 13° Convegno Patologia Immune E Malattie Orfane 21 23 Gennaio 2010 [Modalità Compa

  • 1. MALATTIE OSSEE RARE IN ETÀ PEDIATRICA: DALLA BIOLOGIA AL TRATTAMENTO Moderatori: Antonio Andreacchio (Torino) Roberto Lala (Torino) I parte: Patogenesi e diagnostica DIAGNOSTICA PER IMMAGINI Bianca Santoro biancasantoro@virgilio.it S.I.R.M. Società Italiana di Radiologia Medica Sezione Sezione Radiologia Pediatrica Rad. Muscolo-scheletrica
  • 2. DISPLASIE SCHELETRICHE Epoca pre-natale Epoca post-natale L’imaging concorre alla individuazione di alcuni tipi essenziali di anomalie dell’osso, attraverso la valutazione di parametri fondamentali MORFOLOGIA STRUTTURA MINERALIZZAZIONE
  • 3. OSTEOCONDRODISPLASIE diagnosi pre-natale L’imaging pre-natale concorre in misura significativa al raggiungimento di una diagnosi precoce, già nei primi mesi di gestazione nell’ embrione di 4,5 settimane dai SOMITI originano OSSA E MUSCOLI nel feto di 8 settimane compare APP. MUSCOLO-SCHELETRICO l’ecografia consente una buona valutazione dello scheletro fetale soprattutto con le acquisizioni volumetriche e ricostruzione 3D
  • 4. OSTEOCONDRODISPLASIE diagnosi pre-natale ECOGRAFIA IMAGING FETALE DI 1° LIVELLO presenta una buona sensibilità nei confronti delle principali malformazioni craniche encefalocele misurazione diametri cranici trigonocefalia
  • 5. OSTEOCONDRODISPLASIE diagnosi pre-natale ECOGRAFIA IMAGING FETALE DI 1° LIVELLO presenta una buona sensibilità nei confronti delle principali malformazioni craniche e facciali agenesia mascellare cheilognatopalatoschisi schisi facciale superiore
  • 6. OSTEOCONDRODISPLASIE diagnosi pre-natale ECOGRAFIA IMAGING FETALE DI 1° LIVELLO presenta una buona sensibilità nei confronti delle principali malformazioni dello scheletro assile misurazione lunghezza ossa lunghe degli arti polidattilia sindattilia mano a “cucchiaio”
  • 7. OSTEOCONDRODISPLASIE diagnosi pre-natale ECOGRAFIA IMAGING FETALE DI 1° LIVELLO presenta una buona sensibilità 3D nei confronti delle principali costato malformazioni dello scheletro colonna assile ed appendicolare 2° trimestre 13 settimane 16 settimane 3° trimestre
  • 8. OSTEOCONDRODISPLASIE diagnosi pre-natale RM IMAGING FETALE DI 2° LIVELLO La RM pre-natale grazie alla possibilità di disporre di sequenze ultra-fast consente buoni risultati con limitazioni: 29 settimane impossibilità di ottenere trigonocefalia tutta la colonna su uno Ipocondrogenesi stesso piano di acquisizione limitata disponibilità costo e durata dell’esame agenesia sacrale
  • 9. OSTEOCONDRODISPLASIE R.C. del feto Dopo interruzione spontanea o volontaria della gravidanza
  • 10. OSTEOCONDRODISPLASIE T.C. del feto Particolari potenzialità ricostruttive che consentono un’ottima valutazione 3D dell’intero scheletro da tutte le angolazioni visive
  • 11. OSTEOCONDRODISPLASIE IMAGING DI 1° LIVELLO Epoca post-natale R.C. IMAGING DI 2° LIVELLO R.M. IMAGING ADDIZIONALE T.C. scintigrafia ecografia densitometria ossea angiografia
  • 12. DISPLASIE SCHELETRICHE MINERALIZZAZIONE L’imaging non consente una valutazione QUANTITATIVA affidabile : sensibilità limitata ad una riduzione della quantità di minerale contenuto nell’osso superiore al 30%, 40% dipendente dall’operatore dipendente dalla tecnica di ripresa del radiogramma METODO DI GARN Valuta l’osteopenia corticale e viene in genere misurato in corrispondenza del II metacarpo: diametro periostale diametro endostale standard ( area corticale; spessore corticale corretto ecc.) lunghezza
  • 13. DISPLASIE SCHELETRICHE MINERALIZZAZIONE L’imaging consente una valutazione QUALITATIVA : comparazione tra corticale e midollare studio del “pattern” trabecolare interpretazione del “turnover” dell’osso in base alla presenza di riassorbimento sotto-periostale e di striature intra-corticali presenza di fratture da insufficienza o incurvamento delle ossa lunghe
  • 14. DISPLASIE SCHELETRICHE MINERALIZZAZIONE La valutazione QUANTITATIVA è appannaggio di metodiche extra-radiologiche in grado di misurare la massa ossea: DEXA (densitometria a doppio raggio X) QCT (densitometria con tomografia computerizzata quantitativa) QUS ( quantitative ultrasound) Alcune considerazioni: DEXA = dose bassissima; tecnica biplanare condizionata dal volume delle strutture ossee che si modifica ampiamente nel bambino; richiede software dedicati alla pediatria; risente della posizione e del movimento QUS = costi molto contenuti; innocua; apparecchio trasportabile; si può applicare a ossa “comode” da valutare come le falangi; dipende però da parametri non ancora ben compresi QCT = dose equivalente di rad. pari a 40 /90 µSv, analoga a un viaggio aereo intercontinentale; accuratezza >all’adulto (< midollo giallo)
  • 15. OSTEOCONDRODISPLASIE Approccio radiologico Può il Paziente essere affetto da displasia ossea? I rilievi apprezzabili possono essere una semplice espressione evolutiva dell’osso?
  • 16. OSTEOCONDRODISPLASIE neonato l’assenza di ossificazione epifisaria conferisce un aspetto “tozzo” ai segmenti ossei brachiali ed anti-brachiali degli arti lo spessore dello strato germinativo del periostio è normale il rilievo di una dei fenomeni e l’esuberanza osteosclerosi generalizzata corticale di ossificazione “beaking” favoriscono la frequente metafisi comparsa di “bande” periostali
  • 17. OSTEOCONDRODISPLASIE varismo fisiologico alla nascita è presente spiccato varismo degli arti inferiori che perdura fino a 18 mesi tibia e perone distali sono piuttosto obliqui la corticale delle ossa lunghe è ispessita sul versante mediale ed il margine mediale delle metafisi è sporgente i nuclei epifisari sono asimmetrici
  • 18. OSTEOCONDRODISPLASIE valgismo fisiologico Successivamente si instaura un valgismo crescente, con valori Che poi decresce a ca. 5° / 6° intorno ai 13 anni medi: - 2° a 2 anni - 11° a 3 anni
  • 19. OSTEOCONDRODISPLASIE è in particolare il rachide che presenta complessi aspetti di anatomia radiografica Alla nascita nucleo di ossificazione del corpo due nuclei laterali degli archi neurali nucleo somatico ovoide (lombare) nucleo somatico rettangolare (toracico)
  • 20. OSTEOCONDRODISPLASIE Corpo vertebrale alla nascita configurazione a “8“ orizzontale per la presenza di una lieve strozzatura centrale si tratta di un aspetto esasperato nelle forme di grave ipo- ossificazione come nel nanismo tanatoforo (soma ad “H”) in LL i corpi vertebrali hanno un aspetto a “biscotto” per la presenza del canale vascolare è presente una stria iperdiafana relativa alla sincondrosi tra soma ed archi vertebrali detta cartilagine intermedia la cui fusione inizia a 3 anni a livello cervicale e prosegue in senso cranio-caudale completandosi entro il 4° anno di età
  • 21. OSTEOCONDRODISPLASIE Corpo vertebrale alla nascita in A-P i nuclei degli archi posteriori, non fusi, conferiscono un aspetto di “schisi fisiologica generalizzata” che scompare nel 2°anno di vita. Al 5°/6° anno a livello dell’atlante e ultime vertebre lombari gli spazi intersomatici sono molto ampi, ( disco + cartilagine somatica ) circa l’altezza di un corpo vertebrale distanza interpeduncolare più ampia a livello cervicale e lombare per fisiologici rigonfiamenti midollari
  • 22. OSTEOCONDRODISPLASIE la colonna vertebrale alla nascita presenta una sola curva fisiologica cifotica da C1 a L5. Sacro verticale Lordosi L/S solo con stazione eretta dopo 6 sett. di vita, soprattutto nei prematuri, può comparire un tipico aspetto transitorio di “bone within bone”dovuto a un metabolismo osseo esuberante
  • 23. OSTEOCONDRODISPLASIE a 6/8 anni nelle femmine e 7/9 anni nei maschi a livello degli spigoli somatici anteriori compaiono incisure a “colpo d’unghia”da anelli cartilaginei di accrescimento a partire dai 12/14 anni, questi vengono progressivamente colmati da nuclei di ossificazione apofisari laminari “ring apophisis “che si salderanno tra i 18 anni e i 25 anni
  • 24. OSTEOCONDRODISPLASIE Nei bambini fino ad 8 anni il rachide cervicale presenta peculiarità importanti : in L-L la posizione dell’arco anteriore < 0.5 cm dell’atlante è sempre alta e lo spazio tra questo e il processo odontoide è ampio (comunque < 0.5 cm.) anche la distanza interspinosa C1/C2 in flessione è elevata sono elementi importanti quando si valuta l’instabilità cervicale
  • 25. OSTEOCONDRODISPLASIE Un discreto livello di platispondilia diffusa a carico dei metameri cervicali è da ritenersi fisiologico
  • 26. OSTEOCONDRODISPLASIE l’anatomia di C2 è complessa con la presenza di: sincondrosi dente/corpo sincondrosi dente/arco sincondrosi corpo/arco dente conformato a “V” “V” colmata dalla coalescenza di un ossiculo ( Bergmann )
  • 27. OSTEOCONDRODISPLASIE Approccio radiologico Può il Paziente essere affetto da displasia ossea? Si può escludere una patologia acquisita?
  • 28. OSTEOCONDRODISPLASIE l’imaging ha un ruolo fondamentale di diagnosi differenziale Nei confronti di M. altre patologie di non MEYER malformative M. Morbo di PERTHES di CAFFEY SCORBUTO “BATTERED CHILD”
  • 29. OSTEOCONDRODISPLASIE Ruolo fondamentale dell’imaging nella diagnosi differenziale Medicina legale Radiologia forense Fratture multiple, di datazione diversa, in sedi particolari ? Lesioni non accidentali “battered child” ?
  • 30. OSTEOCONDRODISPLASIE Ruolo fondamentale dell’imaging nella diagnosi differenziale Medicina legale Radiologia forense SCHELETRO PATERNO ! OSTEOGENESI IMPERFETTA !
  • 31. OSTEOCONDRODISPLASIE La diagnosi differenziale è un compito istituzionale del radiologo, per l’espletazione del quale egli impiega tutte le metodiche di imaging disponibili GORHAM’S DISEASE
  • 32. OSTEOCONDRODISPLASIE Diagnosi differenziale che può riguardare anche malattie di tipo oncologico ed onco-ematologico LINFOMA OSSEO
  • 33. DISPLASIE SCHELETRICHE Approccio radiologico Arti corti? Lo scheletro del Paziente potenzialmente affetto da displasia ossea Presenta alcune delle caratteristiche di imaging più comuni?
  • 34. DISPLASIE SCHELETRICHE ARTI CORTI IPOCONDROPLASIA ACONDROPLASIA Brevità di tipo micromelico I segni radiologici sono più sfumati interessa tutte le ossa lunghe delle estremità diagnosi : 2° anno di vita diagnosticabile già in epoca pre-natale
  • 35. DISPLASIE SCHELETRICHE ARTI CORTI DISPLASIA TANATOFORA Forma micro / rizomelica che può interessare prevalentemente il femore e/o l'omero Tipo II : + rara, cranio a “trifoglio” Tipo I : femori incurvati
  • 36. DISPLASIE SCHELETRICHE ARTI CORTI in questi casi è sempre presente un certo grado di dismodellaggio delle ossa lunghe che può assumere caratteristiche patognomoniche Ipoplasia ulna e perone e NANISMO MESOMELICO incurvamento radio e tibia… Nievergelt, Langer….
  • 37. DISPLASIE SCHELETRICHE ARTI CORTI L’incurvamento del radio è parte integrante anche della DEFORMITA di MADELUNG che caratterizza un’altra forma meno grave di bassa statura: DISCONDROSTEOSI ( S. di Leri-Weill ) Si tratta dell’espressione recessiva e dominante di una stessa alterazione genica. responsabile anche delle modificazioni scheletriche della m. di Turner ( Madelung + brevità IV metacarpo)
  • 38. DISPLASIE SCHELETRICHE ARTI CORTI è frequente anche l’interessamento delle ossa tubulari delle estremità mano a tridente brevità variabile delle falangi acondroplasia ipocondroplasia
  • 39. DISPLASIE SCHELETRICHE ARTI CORTI Interessamento che può presentarsi anche in forma DISOSTOSICA polidattilie / sindattilie Displasia condro-ectodermica o s.di Ellis e Van Creveld poli(sin)dattilia post-assiale di mani e piedi
  • 40. DISPLASIE SCHELETRICHE ARTI CORTI Anche inin forma DISOSTOSICA Anche forma DISOSTOSICA PSEUDO - acroosteolisi acroosteolisi PICNODISOSTOSI falangi distali rudimentali
  • 41. DISPLASIE SCHELETRICHE Approccio radiologico Arti corti? Lo scheletro del Paziente potenzialmente Alterazioni articolari? affetto da displasia ossea Presenta alcune delle caratteristiche di imaging più comuni?
  • 42. DISPLASIE SCHELETRICHE ALTERAZIONI ARTICOLARI Contratture in flessione, coxa vara, DCA, piede torto ricorrono in molte displasie scheletriche: Condrodisplasia punctata
  • 43. DISPLASIE SCHELETRICHE ALTERAZIONI ARTICOLARI Contratture in flessione, coxa vara, DCA, piede torto ricorrono in molte diaplasie scheletriche: Displasia diastrofica
  • 44. DISPLASIE SCHELETRICHE ALTERAZIONI ARTICOLARI La coxa vara è una costante nelle forme di: condrodisplasia metafisaria pseuo-acondroplasia (displasia epifiso – metafisaria) displasia spondilo-epifisaria + varismo delle ginocchia + valgismo delle ginocchia
  • 45. DISPLASIE SCHELETRICHE ALTERAZIONI ARTICOLARI Il coinvolgimento articolare è poi espressione fondamentale di alcune displasie: s. di LARSEN • disturbo del connettivo • faccia appiattita • multiple lussazioni • instabilità cranio vertebrale • ipoplasia ossa lunghe
  • 46. DISPLASIE SCHELETRICHE ALTERAZIONI ARTICOLARI Il coinvolgimento articolare è l’espressione fondamentale di alcune displasie: ARTROGRIPOSI multipla congenita • contratture in flessione • muscolatura atrofica rimpiazzata da t.adiposo • ossa sottili,osteopeniche • facilità alle fratture • Lussazioni, scoliosi
  • 47. DISPLASIE SCHELETRICHE ALTERAZIONI ARTICOLARI comunque molte patologie congenite del tessuto connettivo si accompagnano a lassità ligamentosa e instabilità articolare: S. DI DOWN S. DI EHLERS – DANLOS S. 10 q + S. DI MARFAN S. DI LANGER- GIEDION PSEUDO ACONDROPLASIA OMOCISTINURIA OSTEOGENESI IMPERFETTA S. DI MENKES ARTRO-OFTALMOPATIA DI STICKLER S. DI COFFIN – SIRIS S. DI RUBINSTEIN – TAYBI S. AARSKOG S. DI LARSEN
  • 48. DISPLASIE SCHELETRICHE ALTERAZIONI ARTICOLARI Molte patologie congenite del tessuto connettivo si accompagnano a lassità ligamentosa e instabilità articolare, fra queste: S. DI HELER - DANLOS S. DI MARFAN OSTEOGENESI IMPERFETTA L.C.A. Perforazione intestinale
  • 49. DISPLASIE SCHELETRICHE Approccio radiologico Arti corti? Lo scheletro del Paziente potenzialmente Alterazioni articolari? affetto da displasia ossea Presenta alcune delle caratteristiche di imaging più comuni? ossa del bacino dismorfiche ?
  • 50. DISPLASIE SCHELETRICHE ALTERAZIONI DEL BACINO Le metodiche di imaging consentono di individuare alterazioni morfologiche e strutturali delle ossa pelviche in numerose sindromi malformative: OSTEOCONDRODIPLASIE MALATTIE METABOLICHE CONGENITE SINDROMI POLIMALFORMATIVE SINDROMI CROMOSOMICHE Questi rilievi hanno tuttavia un significato spesso relativo e non è agevole attribuire un valore alla loro esistenza nell’ambito di una patologia malformativa più o meno complessa. ALCUNE OSSERVAZIONI:
  • 51. DISPLASIE SCHELETRICHE ALTERAZIONI DEL BACINO in alcuni casi è proprio il ritrovamento, con le metodiche di imaging, di particolari aspetti morfologici del bacino a consentire una diagnosi definitiva ONICO-OSTEO-DISPLASIA ( nail-patella syndrome ) Corni iliaci Aplasia delle rotule Displasie ungueali lussazione capitelli radiali
  • 52. DISPLASIE SCHELETRICHE ALTERAZIONI DEL BACINO anche se raramente, può accadere che il sospetto diagnostico origini da un esame per immagini del bacino eseguito con altre finalità È impossibile ottenere una corretta scansione US frontale di Graf per l’irregolarità dei reperi profondi, con un pube quasi inesistente, mentre la cartilagine a “Y” è notevolmente ampliata acetabolo con tetto orizzontale ileo stretto, vert. ossificazione del pube assente cart. A “Y” ampia
  • 53. DISPLASIE SCHELETRICHE DISOSTOSI CLEIDO-CRANICA Ipo-aplasia della clavicola Ampiezza abnorme delle fontanelle
  • 54. DISPLASIE SCHELETRICHE DISOSTOSI CLEIDO-CRANICA Caratteristiche scheletriche, in particolare del cingolo pelvico, che persistono nel tempo COXA VARA
  • 55. DISPLASIE SCHELETRICHE ALTERAZIONI DEL BACINO anche se raramente, può accadere che il sospetto diagnostico origini da un es. per immagini del bacino eseguito con altre finalità L’ecografia delle anche, eseguita per lo screening della DCA, evidenzia un aspetto irregolare delle metafisi femorali prossimali, confermato dal R.C. DISPLASIA METAFISARIA tipo Schmid
  • 56. DISPLASIE SCHELETRICHE ALTERAZIONI DEL BACINO Possiamo individuare aspetti di imaging caratteristici, che pur non potendo essere definiti paradigmatici, rappresentano tuttavia un riferimento importante, in grado di indirizzare il sospetto diagnostico verso un determinato gruppo di patologie malformative Il riscontro R.C. di cotili orizzontali con profilo irregolare, a “tridente”, è un rilievo comune in alcune osteo-condro-displasie: Nanismo tanatoforo Acondrogenesi che sono condizioni incompatibili con la vita
  • 57. DISPLASIE SCHELETRICHE in altri casi questi aspetti R.C. hanno una tendenza evolutiva verso la regressione Displasia toracica asfissiante Malattia di Jeune
  • 58. DISPLASIE SCHELETRICHE in altri ancora il bacino mantiene anche nello sviluppo la conformazione essenziale già riscontrabile alla nascita ACONDROPLASIA
  • 59. DISPLASIE SCHELETRICHE ipoplasia della regione acetabolare e sovra-acetabolare con : coxa valga tendenza alla lussazione formazione di neocotile sono caratteristiche comuni a molte malattie da accumulo S di Hurler come le MUCOPOLISACCARIDOSI e le MUCOLIPIDOSI m. di Morquio m.p.s. tipo IV Mucopolisaccaridosi tipo III
  • 60. DISPLASIE SCHELETRICHE l’aspetto a“festone” del profilo delle ali iliache è caratteristico della SINDROME DI DYGGYE-MELCHIOR-CLAUSEN
  • 61. DISPLASIE SCHELETRICHE. e S. CROMOSOMICHE SINDROMI CROMOSOMICHE Anche nelle s. cromosomiche alcuni rilievi ricorrono con una certa frequenza: TRISOMIA 21 M. “cri du chat” TRISOMIA 8
  • 62. DISPLASIE SCHELETRICHE Approccio radiologico Arti corti? Lo scheletro del Paziente potenzialmente Alterazioni Torace stretto? articolari? affetto da displasia ossea Alterazioni ossa craniche? Presenta alcune delle caratteristiche di imaging più comuni? ossa del bacino dismorfiche ?
  • 63. DISPLASIE SCHELETRICHE GABBIA TORACICA RISTRETTA - S. di Jeune (distrofia toracica asfissiante) - S. di Ellis-van Creveld - Short-rib polidattilia Occasionale in - displasia tanatofora - acondrogenesi - displasia metatropica - displasia camptomelica - acondroplasia - displasia diastrofica - osteogenesi imperfetta - pseudoacondroplasia - displasia spondilo-epifisaria
  • 64. DISPLASIE SCHELETRICHE ALTERAZIONI CRANICHE la morfologia del cranio non infrequentemente è un elemento importante per indirizzare la diagnosi mps tipo II sella turcica acondroplasia cranio grande con bozze frontali displasia cleido-cranica
  • 65. DISPLASIE SCHELETRICHE ALTERAZIONI CRANICHE Disostosi cranio-faciali Associazione tra craniostenosi e malformazioni di altre ossa, in particolare del massiccio faciale e degli arti 1) Disostosi cranio-faciale di CROUZON 2) ACROCEFALO-SINDATTILIE : tipo I S. di APERT tipo II S. di VOGT tipo III S. di SAETHRE CHOTZEN tipo IV S. di WAARDENBURG tipo V S. di PFEIFFER 3) ACROCEFALO-POLISINDATTILIE : tipo I S. di NOACK tipo II S.di CARPENTER 4) Displasia cranio-fronto-nasale di COHEN S. Di Apert
  • 66. DISPLASIE SCHELETRICHE Approccio radiologico Epifisi, metafisi, diafisi alterate? Manifestazioni Arti corti? iperplastiche? Lo scheletro del Paziente Alterazioni Torace stretto? potenzialmente articolari? affetto da displasia ossea Alterazioni ossa craniche? Presenta alcune delle Rachide alterato ? caratteristiche di imaging più comuni? C2 ipoplasico? Ossa addensate? ossa del bacino Ossa demineralizzate? Fenomeni sostitutivi? dismorfiche ?
  • 67. DISPLASIE SCHELETRICHE ALTERAZIONI DEL RACHIDE Le malformazioni del rachide rappresentano ca. il 50% delle deformità congenite dello scheletro.
  • 68. DISPLASIE SCHELETRICHE ALTERAZIONI DEL RACHIDE Radiologicamente possiamo distinguere tra: anomalie dell’ intera vertebra Displasia campomelica acondrogenesi Displasia tanatofora
  • 69. DISPLASIE SCHELETRICHE ALTERAZIONI DEL RACHIDE Radiologicamente: anomalie dell’ intera vertebra anomalie somatiche gibbo dorso-lombare sperone antero-inferiore pseudo - acondroplasia Displasie ipo-displasica vertebra displ. spondilo-meta-epifisaria spondilo - mucopolisaccaridosi epifisarie
  • 70. DISPLASIE SCHELETRICHE ALTERAZIONI DEL RACHIDE Radiologicamente: anomalie dell’ intera vertebra anomalie somatiche tra le più gravi vi è sicuramente la aplasia / Ipo-displasia di C2: DSE MPS mps IV Morquio
  • 71. DISPLASIE SCHELETRICHE ALTERAZIONI DEL RACHIDE Radiologicamente: anomalie dell’ intera vertebra anomalie somatiche anomalie dell’arco “cleft coronali” Displasia diastrofica Diastematomelia Ipoossificazione fisiologica barre inter-apofisarie s. di Crouzon condro-displasia grave deformazione dello speco punctata vertebro-midollare
  • 72. DISPLASIE SCHELETRICHE ALTERAZIONI DEL RACHIDE Radiologicamente: anomalie dell’ intera vertebra anomalie somatiche anomalie dell’arco anomalie dello spazio intervertebrale spesso parte di complessi malformativi congeniti di grande ampiezza S.M. Di Sprengel S. di Klippel-Feil Di Bar
  • 73. DISPLASIE SCHELETRICHE ALTERAZIONI DEL RACHIDE Sono alla base di uno dei più comuni caratteri distintivi delle displasie scheletriche: TRONCO CORTO • MPS • Displasia metatropica • Displasia di Kniest • D. spondilo-epifisaria
  • 74. DISPLASIE SCHELETRICHE ALTERAZIONI DEL RACHIDE Le alterazioni vertebrali sono anche alla base di alcuni tra i più complessi problemi ortopedici Displasia metatropica Displasia spondilo-toracica
  • 75. DISPLASIE SCHELETRICHE ALTERAZIONI DEL RACHIDE Sono alla base di alcuni tra i più complessi problemi ortopedici STENOSI STENOSI DEL DEL CANALE VERTEBRALE FORAME OCCIPITALE ACONDROPLASIA
  • 76. DISPLASIE SCHELETRICHE Approccio radiologico Epifisi, metafisi, diafisi alterate? Arti corti? Lo scheletro del Paziente Alterazioni Torace stretto? potenzialmente articolari? affetto da displasia ossea Alterazioni ossa craniche? Presenta alcune delle Rachide alterato ? caratteristiche di imaging più comuni? C2 ipoplasico? Ossa addensate? ossa del bacino Ossa demineralizzate? dismorfiche ?
  • 77. DISPLASIE SCHELETRICHE DEFORMITA DELLE OSSA LUNGHE Deformità delle ossa lunghe sono presenti nella maggior parte delle displasie ossee e tendono nel tempo a modificarsi, riducendosi fisiologicamente dopo il raggiungimento della maturità scheletrica ACONDROPLASIA neonato 9 mesi 8 anni
  • 78. DISPLASIE SCHELETRICHE DEFORMITA DELLE OSSA LUNGHE In alcuni casi l’alterazione assume significato patognomonico: Displasie epifisarie Displasia poliepifisaria tipo II
  • 79. DISPLASIE SCHELETRICHE DEFORMITA DELLE OSSA LUNGHE In alcuni casi l’alterazione assume significato patognomonico: Displasie metafisarie Condrodisplasie metafisarie
  • 80. DISPLASIE SCHELETRICHE DEFORMITA DELLE OSSA LUNGHE In alcuni casi l’alterazione assume significato patognomonico: Displasie epifiso- metafisarie M. di KNIEST displasia s.e.m.
  • 81. DISPLASIE SCHELETRICHE DEFORMITA DELLE OSSA LUNGHE In alcuni casi l’alterazione assume significato patognomonico: Displasie diafisarie DISPLASIA CAMPOMELICA Spondilo-diafisaria
  • 82. DISPLASIE SCHELETRICHE DEFORMITA DELLE OSSA LUNGHE In altri casi l’alterazione attribuisce all’arto morfologia e struttura molto particolari: Displasie complesse DISPLASIA METATROPICA
  • 83. DISPLASIE SCHELETRICHE DEFORMITA DELLE OSSA LUNGHE In altri casi l’alterazione attribuisce all’arto morfologia e struttura molto particolari: calcificazioni delle Displasie complesse cartilagini epifisarie che regrediscono col tempo nelle forme meno gravi CONDRO-DISPLASIA PUNCTATA
  • 84. DISPLASIE SCHELETRICHE Approccio radiologico Epifisi, metafisi, diafisi alterate? Manifestazioni Arti corti? iperplastiche? Lo scheletro del Paziente Alterazioni Torace stretto? potenzialmente articolari? affetto da displasia ossea Alterazioni ossa craniche? Presenta alcune delle Rachide alterato ? caratteristiche di imaging più comuni? C2 ipoplasico? Ossa addensate? ossa del bacino Ossa demineralizzate? Fenomeni sostitutivi? dismorfiche ?
  • 85. DISPLASIE SCHELETRICHE DEMINERALIZZAZIONE OSSEA Una riduzione del contenuto minerale dell’osso è presente in molte forme displasiche OSTEOGENESI IMPERFETTA Diversi tipi con gravità molto variabile
  • 86. DISPLASIE SCHELETRICHE DEMINERALIZZAZIONE OSSEA OSTEOGENESI IMPERFETTA Nelle forme meno gravi la condizione migliora nel tempo, la frequenza delle fratture si riduce ma residuano reliquati importanti ed invalidanti
  • 87. DISPLASIE SCHELETRICHE DEMINERALIZZAZIONE OSSEA Alcune forme displasiche con riduzione della mineralizzazione ossea…. pongono problemi di diagnosi differenziale con il rachitismo carenziale IPOFOSFATASIA CONGENITA IPERFOSFATASIA RACHITISMO IPOFOSFATEMICO FAMILIARE
  • 88. DISPLASIE SCHELETRICHE OSSA ADDENSATE Nelle forme con addensamento osseo l’imaging consente una distinzione tra condizioni di densificazione di tipo diffuso OSTEOPETROSI Forma precoce
  • 89. DISPLASIE SCHELETRICHE OSSA ADDENSATE Densificazione di tipo diffuso: OSTEOPETROSI Forma tardiva M. di Albers-Schönberg tipico “osso nell’osso”
  • 90. DISPLASIE SCHELETRICHE OSSA ADDENSATE Densificazione a chiazze : OSTEOPECILIA
  • 91. DISPLASIE SCHELETRICHE OSSA ADDENSATE Densificazione a chiazze, strie e “colate di cera” : MELOREOSTOSI
  • 92. DISPLASIE SCHELETRICHE OSSA ADDENSATE L’imaging consente anche di distinguere tra varie forme di iperostosi : PERIOSTIO-ENDOSTALE DISPLASIA DIAFISARIA M. Di CAMURATI-ENGELMANN
  • 93. DISPLASIE SCHELETRICHE OSSA ADDENSATE L’imaging consente anche di distinguere tra varie forme di iperostosi : PERIOSTALE M. Di CAFFEY
  • 94. DISPLASIE SCHELETRICHE OSSA ADDENSATE L’imaging consente anche di distinguere tra varie forme di iperostosi : ENDOSTALE M. Di VAN BUCHEM S. DI KENNY-LINARELLI-CAFFEY
  • 95. DISPLASIE SCHELETRICHE Approccio radiologico Epifisi, metafisi, diafisi alterate? Manifestazioni Arti corti? iperplastiche? Lo scheletro del Paziente Alterazioni Torace stretto? potenzialmente articolari? affetto da displasia ossea Alterazioni ossa craniche? Presenta alcune delle Rachide alterato ? caratteristiche di imaging più comuni? C2 ipoplasico? Ossa addensate? ossa del bacino Ossa demineralizzate? Fenomeni sostitutivi? dismorfiche ?
  • 96. DISPLASIE SCHELETRICHE FENOMENI DI IPERPLASIA TISSUTALE MALATTIA ENCONDROMATOSI ESOSTOSANTE
  • 97. DISPLASIE SCHELETRICHE FENOMENI DI IPERPLASIA TISSUTALE S. DI MAFFUCCI M. DI MAROTEAUX
  • 98. DISPLASIE SCHELETRICHE FENOMENI DI IPERPLASIA TISSUTALE O DI TIPO SOSTITUTIVO DISPLASIA FIBROSA Sostituzione dell’osso spongioso con tessuto fibroso aberrante
  • 99. CONCLUSIONI I progressi della genetica e le metodiche di imaging pre-natale hanno profondamente mutato il ruolo della diagnostica per immagini che oggi svolge compiti • DIAGNOSI FETALE PRECOCE • ORIENTAMENTO E CONFERMA DELLA DIAGNOSI CLINICA • EVIDENZIAZIONE DI TUTTI I CARATTERI MALFORMATIVI PRESENTI NEL CASO IN ESAME ( già noti o non ancora descritti ) • DESCRIZIONE DI NUOVE CONDIZIONI MALFORMATIVE UN TEMPO INQUADRATE IN UNA UNICA FORMA CONGENITA • DI SORVEGLIANZA EVOLUTIVA DELLE MALFORMAZIONI RISCONTRATE E DELLE LORO CONSEGUENZE
  • 100. MALATTIE OSSEE RARE IN ETÀ PEDIATRICA: DALLA BIOLOGIA AL TRATTAMENTO Moderatori: Antonio Andreacchio (Torino) Roberto Lala (Torino) I parte: Patogenesi e diagnostica GRAZIE Bianca Santoro biancasantoro@virgilio.it S.I.R.M. Società Italiana di Radiologia Medica Sezione Sezione Radiologia Pediatrica Rad. Muscolo-scheletrica