4. Malattia di Hansen
Etiologia:
Mycobacterium leprae
• batterio alcol-acido resistente
• morfologicamente identico ad altri micobatteri
• gram-variabile (più simile ai gram-positivi)
• colorazione brillante ed uniforme delle sole forme
vegetative, vitali (colorazione di Fite modificata)
• cresce meglio a temperature inferiori ai 37° C
• parassita intracellulare obbligato, però vitale all’esterno
per diversi giorni
5. Malattia di Hansen
Etiologia:
• uomo e armadillo “a nove bande” (Texas e Louisiana)
sono i suoi soli ospiti
• alcuni primati possono contrarre la malattia da contatto
con umani malati
• può essere ritrovato nel terreno
• Nelle sezioni di tessuto possiede una capsula densa che
contiene un glicolipide fenolico (PGL-1)
• PGL-1 e glicoproteina complessa (lipoarabinomannano)
responsabili dell’anergia della forma lepromatosa
6. Malattia di Hansen
Epidemiologia:
• 6 milioni di malati, di cui la metà non ancora in terapia
• endemica in Asia, Africa, America latina e Regioni del
Pacifico
• in Africa la massima prevalenza, in Asia il maggior
numero di casi
• assente in Canada, Europa settentrionale e occidentale,
USA, eccetto che per casi importati
• associata a condizioni di indigenza, residenza rurale,
contatti con armadillo
7. Malattia di Hansen
Epidemiologia:
• condizionamento genetico (HLA-MTI e lebbra
lepromatosa)
• residenza in regione endemica comporta rischio
maggiore di conviventi di malati in zone non endemiche
• rapporto tubercoloide/lepromatosa: India e Africa 9/1,
Sud-est Asiatico 1/1, Messico 1/9
• modalità di trasmissione incerta: la più accreditata è la
via diretta interumana, attraverso goccioline di secreto
nasale
• improbabile contagio via cutanea
8. Malattia di Hansen
Epidemiologia:
• può essere contratta dal terreno (è infrequente l’uso di
calzature in zone rurali nelle aree endemiche)
• insetti possono diventare vettori (cimice dei letti,
zanzare)
• in Louisiana e in Texas il 15% degli armadilli selvatici
risulta infettato
• incubazione (da un minimo di 2-3 anni, fino a 5-7 anni,
ed, eccezionalmente 40 anni)
• Numero di bacilli molto più alto di qualunque altra
infezione batterica umana nota
9. Malattia di Hansen
Epidemiologia:
• può interessare ogni età, ma è più frequente nel giovane
adulto
• forma lepromatosa rara nel bambino
• 90% degli individui risulta naturalmente immune
all’infezione
• La lebbra lepromatosa disseminata è due volte più
comune negli uomini che nelle donne
10. Malattia di Hansen
Clinica:
• lebbra lepromatosa: prevalente interessamento di cute,
vie respiratorie alte, gonadi maschili, nervi periferici
(particolare tropismo per tessuto nervoso periferico)
• diramazioni periferiche dei nervi danneggiate con perdita
di sensibilità tattile epicritica, dolorifica e termica
• interessamento del nervo ulnare a livello del gomito
(deformazione ad uncino IV e V dito, atrofia mm.
interossei dorsali, anestesia territorio ulnare)
• ulcere plantari ricorrenti per perdita sensazioni di difesa
11. Malattia di Hansen
Clinica:
• ingrossamento dei nervi periferici
• frequente interessamento delle zone più fredde (lobi
dell’orecchio, dita, scroto), risparmio delle zone più calde
(cuoio capelluto, ascelle, inguine, linea mediana
posteriore)
• nei pazienti messicani lepromatosi diffusa, con
infiltrazione diffusa del derma, senza lesioni cutanee
visibili
• Infiltrazione di bacilli a livello della mucosa nasale (rinite
cronica, epistassi recidivanti, naso a sella)
• talora batteriemia continua ad elevata carica, afebbrile
12. Malattia di Hansen
Clinica:
• lebbra tubercoloide: una o più macule ipopigmentate con
bordi netti, spesso rilevati ed eritematosi, coincidenti con
zone di anestesia; non interessamento delle vie aeree
• lebbra neuritica: coinvolgimento di un solo tronco
nervoso, senza manifestazioni cutanee
• forma intermedia: lebbra borderline
• borderline lepromatosa (BL)
• borderline tubercoloide (BT)
13. Malattia di Hansen
Istologia:
• biopsie cutanee, su noduli e placche, colorate con
ematossilina/eosina o con colorazione di Fite (no Ziehl-
Neelsen)
• foam cells (cellule schiumose o di Virchow), ricche d
micobatteri
• nella lebbra lepromatosa invasione di ogni apparato,
esclusi SNC e polmone
• nella lebbra tubercoloide granulomi di cellule epiteliali,
giganti, linfociti, in prossimità delle terminazioni nervose
14. Malattia di Hansen
Diagnosi e aspetti immunologici:
• test alla lepromina con micobatteri uccisi (3-4 gg.
Fernandez, 3-4 sett. Mitsuda)
• lepromatosi anergici, tubercoloidi e soggetti sani in zona
endemica positivi
• lepromatosi trattati diventano cutipositivi
• importanza delle citochine
• iniezione locale di γ-IFN (viraggio verso BT)
• ipergammaglobulinemia policlonale (false positività)
• diagnisi differenziale: lupus vulgaris, sarcoidosi,
leishmaniosi cutanea, linfomi, sifilide, framboesia
15. Malattia di Hansen
Reazioni:
• tipo 1: nei pazienti BT e BL reazione flogistica all’interno
di lesioni cutanee pregresse, nuove lesioni satelliti e
febbricola (downgrading, prima di terapia, di regressione
dopo inizio di terapia)
• tipo 2: ENL (erythema nodosum leprosum), interessa
50% dei lepromatosi, specie dopo inizio terapia e
presenta papule dolorose, nevrite, febbre, uveite
linfadenite, orchite, glomerulonefrite. Vasculite o
panniculite acuta da immunocomplessi
• reazione di Lucio: ulcere necrotiche; variante di ENL;
spesso letale per complicanze settiche
16. Malattia di Hansen
Terapia:
• trattamento delle reazioni lebbrose con prednisone e/o
talidomide (non efficaci nella reazione di Lucio)
• immunoterapia tentata con iniezioni locali di IL-2 e γ-IFN
• terapia antibiotica difficile per resistenze, durata,
recidive; da protrarre, con vari schemi, per anni
• farmaci tradizionali: dapsone, rifampicina, clofazimina,
etionamide e protionamide, aminoglicosidi (strepto,
kana, amika)
• nuovi farmaci: minociclina, claritromicina, fluorchinoloni
17. Malattia di Lyme
Etiologia:
• infezione batterica causata da Borrelia burgdorferi,
genere spirocheta.
• lipoproteine di membrana (A-F), antigene flagellare
(peptide), proteine dello shock termico, antigene di
superficie
• cresce bene su terreno liquido a 33° C
• vettore: Ixodes ricinus e altre zecche
• Contatto della zecca per almeno 24 ore per trasmissione
18. Malattia di Lyme
Epidemiologia:
• è la piu frequente infezione trasmessa da un vettore
negli USA
• 3 distinti foci in USA: nordest, midwest e stati occidentali
• Europa, Scandinavia, ex URSS, Cina, Giappone,
Australia
• epidemie locali
• età dei pazienti: 2-88 anni, m/f 1/1
• Esordio tra tra maggio e novembre, con punta
giugno/luglio
19. Malattia di Lyme
Patogenesi:
• diffusione locale nella cute o disseminazione a distanza
via sangue/linfa
• in fase precoce, spirocheta isolata da eritema migrante,
sangue, liquor
• resistenza a fagociti
• potente induzione di TNF-α e IL-1β
• non è noto se possa sopravvivere in vivo all’interno delle
cellule
• 3° settimana di infezione: picco di IgM specifi che,
-6°
iper-IgM totali, CIC, crioglobuline
20. Malattia di Lyme
Clinica:
• stadio 1: eritema migrans localizzato
• stadio 2: dopo giorni o settimane, infezione disseminata
• stadio 3: dopo mesi o anni, infezione persistente
21. Malattia di Lyme
Clinica:
• cute: eritema cronico migrante (ECM) si manifesta a
partire dal sito della puntura di zecca
• Ø finale medio 15 cm
• bordi esterni rossi, zona centrale eritematosa, indurita,
vescicolare o necrotica, più frequente su cosce, inguine
ascelle, calda al tatto, non dolente
• multiple lesioni anulari secondarie
• sintomi sistemici aspecifici, meningismo
• dopo anni acrodermatite atrofizzante
23. Malattia di Lyme
Clinica:
• sistema nervoso: inizialmente irritazione meningea,
cefalea, pleiocitosi liquorale, deficit neurologici;
tardivamente encefalite, corea, nevriti, radicoliti, mieliti
• sindrome di Bannwarth:dolore nevritico, pleiocitosi
linfocitaria, nevrite cranica
• produzione intratecale di Ab anti borrelia
• encefalomielite da Borrelia: paraparesi spastica, atassia,
deficit cognitivi, disfunzione vescicale e neuropatia
cranica (VII-VIII)
24. Malattia di Lyme
Clinica:
• cuore: 5% dei pazienti non trattati, entro diverse
settimane, manifesta BAV di grado variabile,
autolimitante
• altri organi: congiuntivite, irite, coroidite, cheratite
interstiziale
25. Malattia di Lyme
Diagnosi:
• quadro clinico, esposizione in area endemica, elevata
risposta anticorpale verso Borrelia burgdorferi
• colturali e istologici meno utilizzati
• Sierologia non standardizzata
• ELISA, IFA, cattura, WB, PCR
• positività sierologoca tardiva
• sierologia su liquor (neuroborreliosi)
• dd con sindrome della stanchezza cronica, fibromialgia
26. Malattia di Lyme
Terapia:
• atb x os con doxiciclina 100 mg x 2/die o
amoxicillina 500 mg x 4/die o
cefuroxime axetil 500 mg x 2/die o
eritromicina 500 mg x 4/die
• infezione solo cutanea: 10 gg
• infezione disseminata: 20-30 gg
• resistenza in vitro a rifampicina, fluorchinoloni,
aminoglicosidi
• artrite: cicli ripetuti
• forme neurologiche: atb ev con ceftriaxone 2 g x 1/die o
penicillina G 5 milioni unità/die in infusione continua
28. Echinococcosi
Epidemiologia:
• E. granulosus diffuso in tutto il mondo
• E. multilocularis nelle foreste settentrionali dell’Europa,
Asia e Nord America e Regioni Artiche
• E. vogeli, molto rara, nelle regioni montuose del Sud
America
• infestazione umana per ingestione di uova contenute
negli alimenti, anche a distanza di tempo, senza contatto
con animali infestati→schiusura→penetrazione mucosa
intestinale→passaggio in circolo→localizzazione in
organi interni e formazione di cisti mature
29. Echinococcosi
Clinica: E. granulosus, E. vogeli
• cisti idatidee nel fegato (50-70%), polmone (20-30%),
SNC, cuore, ossa, milza, peritoneo
• Ø 5-10 cm in 1 anno
• sopravvivono decenni formando cisti figlie
• sintomi da effetto massa
• sovrainfezioni batteriche da ostruzione vie biliari
• shock anafilattico in caso di rottura di cisti
30. Echinococcosi
Clinica: E. multilocularis
• malattia più aggressiva
• invasione similneoplastica con diffusione metastatica
• complicanze: ipertensione portale, sindr. di Budd-Chiari
32. Echinococcosi
Terapia:
• rimozione chirurgica
• PAIR (E. granulosus)
• terapia farmacologica:
albendazolo, 3 o più cicli di 4 settimane 400 mg x 2/die o
mebendazolo 50-70 mg/kg/die per molti mesi
33. Cisticercosi
Etiologia:
• Taenia solium, cestode del maiale
• uomo, in questo caso, ospite intermedio
34. Cisticercosi
Epidemiologia:
• contagio per ingestione di uova di T. solium o per
passaggio di uova da distruzione di proglottidi
nell’intestino per effetto della terapia antielmintica
• Diffusione maggiore in Messico, America centrale e
meridionale, Filippine, Sud Est Asiatico
35. Cisticercosi
Clinica:
• cisti multiple, diffuse
• quadro clinico grave solo per localizzazioni encefaliche e
cardiache
• convulsioni, idrocefalo, meningite cronica, compressione
midollare
• a livello di SNC lento aumento di volume, fino a morte
delle cisti; poi iniziano a gonfiarsi per perdita di
regolazione osmotica
• produzione e rilascio di antigeni flogogeni
• cisticercosi cavernosa: deterioramento psichico, coma,
exitus
37. Cisticercosi
Terapia:
• farmacologica con praziquantel 50 mg/kg/die x 15-30 gg
o albendazolo 10-15 mg/kg/die x 8 gg
• chirurgica (recidive postoperatorie)
• di associazione
38. Schistosomiasi
Etiologia: Schistosomi, classe Trematoda
specie ospite intermedio sede finale
S. haematobium lumache plesso vescicale
S. japonocum lumache vene mesenteriche sup.
S. mansoni lumache vene mesenteriche inf.
S. mekongi lumache vene mesenteriche
S. intercalatum lumache vene mesenteriche
39. Schistosomiasi
Ciclo vitale:
vermi adulti (1-2 cm)→uova (145x55 µm)→emesse con
le feci diventano miracidi→penetrano nella lumaca→
riproduzione asessuata(4-6 settimane)→cercarie→
ospite definitivo (schistosomuli)→polmoni, fegato
(maturazione in 6 settimane)→vermi adulti in sedi
definitive.
Sopravvivenza media 5-10 anni, ma forse fino a 30 anni
40. Schistosomiasi
Epidemiologia:
• Africa, Asia, Sud America, Caraibi
• endemia condizionata da presenza di specie di lumache
ospiti, temperatura delle acque, smaltimento delle feci
umane
• specificità delle lumache rispetto a schistosomi
41. Schistosomiasi
Clinica:
• dermatite (prurito del nuotatore)
• febbre di Katayama (schistosomiasi acuta)
• sequele croniche fibro-ostruttive (emboli, granulomi) con
ostacolo al flusso portale e polmonare e ostruzioni
urinarie, epatosplenomegalia, emorragie, lieve
ipereosinofilia, interessamento SNC (S. japonicum)
44. Filariosi
Etiologia: nematodi tissutali
• Wuchereria bancrofti, Brugia malayi, Brugia timori: larve
infestanti trasmesse da zanzare→vermi adulti (m. 40x0.1
mm, f. 100x0.25 mm)→microfilarie a periodicità notturna
• Loa loa: microfilarie ingerite da tafani→larve infestanti
trasmesse per puntura all’uomo→vermi adulti (30-70x0.3
mm)→microfilarie a periodicità diurna
• Onchogerca volvulus: larve infestanti trasmesse da
mosche nere (Simulium)→vermi adulti (3-400x0.2
mm)→microfilarie→mosche
45. Filariosi
Epidemiologia:
• Wuchereria bancrofti: aree tropicali e subtropicali
Brugia malayi: sud e sudest asiatico (serbatoio felini e
primati)
Brugia timori: arcipelago orientale indonesiano
• Loa loa: Africa occidentale e centrale
• Onchocerca volvulus: Africa occidentale orientale e
centrale, America centromeridionale
46. Filariosi
Clinica:
• Wuchereria bancrofti, Brugia malayi e Brugia timori: spesso
asintomatiche, infiammazione acuta od ostruzione dei
linfatici→linfedema, idrocele cronico, stasi linfatica, chiluria
• Loa loa: talora solo eosinofilia, edema di Calabar, (Ø 10-20 cm, dura
settimane), migrazioni sottocongiuntivali, fibrosi endomiocardica,
retinopatia, encefalopatia, neuropatie periferiche, artrite, versamenti
pleurici, calcificazioni mammarie
• Onchocerca volvulus: rash pruriginoso,eritematoso e papulare,
linfedema con depigmentazione, ernie contenenti linfonodi inguinali
e femorali, noduli contenenti vermi adulti, cheratite puntiforme→
panno corneale→fibrosi della cornea→cecità
47. Filariosi
Diagnosi:
• Wuchereria bancrofti, Brugia malayi e Brugia timori:
dimostrazione dei parassiti, microfilariemia notturna
(tranne Sud Pacifico)
• Loa loa: dimostrazione dei parassiti, microfilariemia
diurna, eosinofilia
• Onchocerca volvulus: dimostrazione dei parassiti,
microfilarie cutanee o corneali, eosinofilia, test di
Mazzotti (dietilcarbamazina 50 mg)
48. Filariosi
Terapia:
• Wuchereria bancrofti, Brugia malayi e Brugia timori:
dietilcarbamazina 6 mg/kg/die per 2 settimane,
ivermectin 200 µg/kg in unica dose
• Loa loa: dietilcarbamazina 6 mg/kg/die per 2 settimane,
ivermectin 200 µg/kg in unica dose
• Onchocerca volvulus: ivermectin 150 µg/kg ogni 3 mesi
per 2-3 anni, dietilcarbamazina a dosi crescenti per
21 gg
49. Tripanosomiasi
Etiologia:
Trypanosoma cruzi: trasmesso da insetti ematofagi
Reduviid. Serbatoio animale. Tripomastigoti ingeriti da
insetto→epimastigoti→tripomastigoti metaciclici infettivi,
eliminati dall’insetto con le feci durante un successivo
pasto ematico→contaminazione di mucose o di
microferite→amastigoti→tripomastigoti (parassitemia).
Altre modalità: trasfusioni, verticale, laboratorio
50. Tripanosomiasi
Epidemiologia:
• zoonosi.
• uomo ospite occasionale
• Americhe, dalla metà meridionale di USA ad Argentina
meridionale
• abitanti poveri delle aree rurali
• Infezione prima infanzia, sintomi cardiaci e
gastrointestinali a 35-45 anni
• 16-18 milioni di persone infette, 50000 morti/anno per m.
di Chagas
• Variabilità della distribuzione delle varie forme cliniche
51. Tripanosomiasi
Clinica:
• malattia di Chagas acuta: Chagoma, segno di Romaña,
febbre, malessere, edemi, linfoadenomegalia,
epatosplenomegalia, talora meningoencefalite,
miocardite, risoluzione spontanea
• fase indeterminata: parassitemia asintomatica, positività
anticorpale
• malattia di Chagas cronica: dopo anni o decenni: aritmie
cardiache, insuff. card. cong., tromboembolie, sincopi,
crisi comitiali, insuff. card. dx. Megaesofago, megacolon.
52. Tripanosomiasi
Diagnosi:
• acuta, sierologia non standardizzata
• anamnesi di esposizione ambientale
• individuazione del parassita (Giemsa)
• metodi colturali (un mese)
• PCR
• cronica, sierologia IgG (FC, IFI, HAI, ELISA), eseguibile
anche presso CDC e FDA
53. Tripanosomiasi
Terapia:
• insoddisfacente
• nifurtimox utile in acuta; 8-10 mg/kg/die per adulti
(bambini dosi relativamente maggiori), in 4 dosi al dì per
90-120 gg.
• benzonidazolo
• Tentativi con γ-IFN e allopurinolo
• PM
• chirurgia (trapianto cardiaco, chirurgia esofagea e colica)