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Sentiero Geologico n° 2 “Le Pietre e l’Acqua”;
Itinerari: “Tufo Gipsi - C/da Muratore e Cozzo Morto - Mulino Petrolito”




           A partire da circa 7 milioni di anni fa le comunicazioni tra il Mediterra-
neo e l’oceano Atlantico divennero sempre più difficili. Gli scambi, che avvenivano
attraverso due profondi canali posti a nord e a sud dell’attuale Stretto di Gibilterra
(che non esisteva ancora), si ridussero per diastrofismo dei canali stessi fino ad
esaurirsi del tutto. La formazione di sedimenti ricchi di una sostanza organica co-
stituita da resti di pesci e di organismi marini in genere adagiatisi sui fondali, portò
alla formazione di una roccia oggi chiamata tripoli. Tale roccia è rappresentata in
affioramento da alternanze di argille marnose verdastre o livelli laminati grigio-
bianchi leggeri per la rilevante presenza di diatomee (resti di alghe unicellulari a
guscio siliceo) ed è caratterizzata paleontologicamente anche dalla presenza di
resti di pesci spesso conservati in ottime condizioni. I migliori affioramenti si tro-
vano nella Sicilia meridionale, ma piccoli affioramenti fossiliferi sono stati rinve-
nuti anche sulle Madonie. Inoltre, il tripoli è noto nella geologia siciliana, oltre che
per essere una roccia serbatoio di oli minerali, perché segna l’inizio di un geo-
evento unico al mondo: il disseccamento del mare Mediterraneo.
      In un periodo compreso tra 6 milioni e 5,33 milioni circa di anni fa, il bacino
mediterraneo subì uno sconvolgimento ambientale radicale. I collegamenti con
l’oceano Atlantico si fecero sempre più scarsi a causa della formazione di una so-
glia di separazione tra i due mari, e l’evaporazione che interessò il Mediterraneo
provocò un forte aumento della salinità delle sue acque che rese impossibile la so-
pravvivenza della maggior parte degli organismi. Si innescarono poi dei processi
di sedimentazione selettiva per concentrazione di elementi: in un primo momento
precipitarono i carbonati (calcare di base), poi gli aloidi (gessi) e infine, quando
le acque divennero particolarmente salate, i cloruri (NaCl e sali potassici). Questi
sedimenti costituiscono il gruppo delle evaporiti inferiori. La loro deposizione si
completò circa 5,6 milioni di anni fa, quando i collegamenti con l’oceano Atlan-
tico s’interruppero del tutto e il bacino mediterraneo si prosciugò, trasformandosi
in una serie di laghi più o meno estesi, con acque basse e sottosalate e dolci in al-
cuni casi. Gli apporti idrici che rifornivano questi laghi provenivano da quelle aree
dell’Europa orientale chiamate in letteratura Paratetide.
                                    132
Queste aree erano ricoperte da enormi laghi di acqua dolce che riversavano
saltuariamente acqua sottosalata nel Mediterraneo svuotato dal disseccamento,
portandosi dietro faune di ambiente dulcicolo (congerie).
      Il processo di deposizione delle evaporiti superiori della serie gessoso-solfi-
fera, iniziato con caratteri limnici, è rappresentato essenzialmente dai calcari sol-
fiferi, in cui si rinvengono le vene di zolfo, e dalle gessareniti spesso alternate ad
intercalazioni di varia potenza di sedimenti detritici limnico-alluvionale.
      Nella zona delle alte Madonie il ciclo delle evaporiti superiori è costituito so-
lamente dai fanglomerati, affioramenti conglomeratici eterogenei in abbondante
cemento argillo-marnoso risalenti ad apporti limnico-alluvionali.
      La serie gessoso-solfifera venne interrotta, circa 5,33 milioni di anni fa, dalla
deposizione dei calcari marnosi a globigerine (organismi unicellulari a guscio cal-
careo di mare aperto) del Pliocene inferiore, chiamati trubi, che segnano il rista-
bilirsi dei collegamenti tra l’oceano Atlantico e il bacino mediterraneo. Tale evento
geologico fu molto rapido ed ebbe delle caratteristiche diastrofiche testimoniate
dalla presenza di rocce di ambiente marino profondo (trubi) sovrapposte a rocce
di ambiente lacustre con acque basse e fossili di acqua dolce. Ciò costituisce una
prova della rapidità del processo che portò al ristabilirsi, in alcune aree, di un am-
biente marino profondo più di 500 metri.

→          Uscendo dall’autostrada A19 (Tremonzelli), è necessario percorrere la
strada statale 120 in direzione di Castellana Sicula. Per l’itinerario geo-archeolo-
gico di contrada “Muratore-Tufo Gipsi”, giunti a Castellana Sicula bisogna seguire
le indicazioni per il Centro di Educazione Ambientale dove si trova la capannina
del Parco delle Madonie con il cartellone esplicativo.Per l’itinerario Cozzo Morto-
Mulino Petrolito, giunti al bivio per Calcarelli–Nociazzi è necessario salire sino
alla località Cozzo Morto dove si trova la capannina del Parco delle Madonie con
il cartellone esplicativo.
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  • 1. Sentiero Geologico n° 2 “Le Pietre e l’Acqua”; Itinerari: “Tufo Gipsi - C/da Muratore e Cozzo Morto - Mulino Petrolito” A partire da circa 7 milioni di anni fa le comunicazioni tra il Mediterra- neo e l’oceano Atlantico divennero sempre più difficili. Gli scambi, che avvenivano attraverso due profondi canali posti a nord e a sud dell’attuale Stretto di Gibilterra (che non esisteva ancora), si ridussero per diastrofismo dei canali stessi fino ad esaurirsi del tutto. La formazione di sedimenti ricchi di una sostanza organica co- stituita da resti di pesci e di organismi marini in genere adagiatisi sui fondali, portò alla formazione di una roccia oggi chiamata tripoli. Tale roccia è rappresentata in affioramento da alternanze di argille marnose verdastre o livelli laminati grigio- bianchi leggeri per la rilevante presenza di diatomee (resti di alghe unicellulari a guscio siliceo) ed è caratterizzata paleontologicamente anche dalla presenza di resti di pesci spesso conservati in ottime condizioni. I migliori affioramenti si tro- vano nella Sicilia meridionale, ma piccoli affioramenti fossiliferi sono stati rinve- nuti anche sulle Madonie. Inoltre, il tripoli è noto nella geologia siciliana, oltre che per essere una roccia serbatoio di oli minerali, perché segna l’inizio di un geo- evento unico al mondo: il disseccamento del mare Mediterraneo. In un periodo compreso tra 6 milioni e 5,33 milioni circa di anni fa, il bacino mediterraneo subì uno sconvolgimento ambientale radicale. I collegamenti con l’oceano Atlantico si fecero sempre più scarsi a causa della formazione di una so- glia di separazione tra i due mari, e l’evaporazione che interessò il Mediterraneo provocò un forte aumento della salinità delle sue acque che rese impossibile la so- pravvivenza della maggior parte degli organismi. Si innescarono poi dei processi di sedimentazione selettiva per concentrazione di elementi: in un primo momento precipitarono i carbonati (calcare di base), poi gli aloidi (gessi) e infine, quando le acque divennero particolarmente salate, i cloruri (NaCl e sali potassici). Questi sedimenti costituiscono il gruppo delle evaporiti inferiori. La loro deposizione si completò circa 5,6 milioni di anni fa, quando i collegamenti con l’oceano Atlan- tico s’interruppero del tutto e il bacino mediterraneo si prosciugò, trasformandosi in una serie di laghi più o meno estesi, con acque basse e sottosalate e dolci in al- cuni casi. Gli apporti idrici che rifornivano questi laghi provenivano da quelle aree dell’Europa orientale chiamate in letteratura Paratetide. 132
  • 2. Queste aree erano ricoperte da enormi laghi di acqua dolce che riversavano saltuariamente acqua sottosalata nel Mediterraneo svuotato dal disseccamento, portandosi dietro faune di ambiente dulcicolo (congerie). Il processo di deposizione delle evaporiti superiori della serie gessoso-solfi- fera, iniziato con caratteri limnici, è rappresentato essenzialmente dai calcari sol- fiferi, in cui si rinvengono le vene di zolfo, e dalle gessareniti spesso alternate ad intercalazioni di varia potenza di sedimenti detritici limnico-alluvionale. Nella zona delle alte Madonie il ciclo delle evaporiti superiori è costituito so- lamente dai fanglomerati, affioramenti conglomeratici eterogenei in abbondante cemento argillo-marnoso risalenti ad apporti limnico-alluvionali. La serie gessoso-solfifera venne interrotta, circa 5,33 milioni di anni fa, dalla deposizione dei calcari marnosi a globigerine (organismi unicellulari a guscio cal- careo di mare aperto) del Pliocene inferiore, chiamati trubi, che segnano il rista- bilirsi dei collegamenti tra l’oceano Atlantico e il bacino mediterraneo. Tale evento geologico fu molto rapido ed ebbe delle caratteristiche diastrofiche testimoniate dalla presenza di rocce di ambiente marino profondo (trubi) sovrapposte a rocce di ambiente lacustre con acque basse e fossili di acqua dolce. Ciò costituisce una prova della rapidità del processo che portò al ristabilirsi, in alcune aree, di un am- biente marino profondo più di 500 metri. → Uscendo dall’autostrada A19 (Tremonzelli), è necessario percorrere la strada statale 120 in direzione di Castellana Sicula. Per l’itinerario geo-archeolo- gico di contrada “Muratore-Tufo Gipsi”, giunti a Castellana Sicula bisogna seguire le indicazioni per il Centro di Educazione Ambientale dove si trova la capannina del Parco delle Madonie con il cartellone esplicativo.Per l’itinerario Cozzo Morto- Mulino Petrolito, giunti al bivio per Calcarelli–Nociazzi è necessario salire sino alla località Cozzo Morto dove si trova la capannina del Parco delle Madonie con il cartellone esplicativo. 133