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Nel 2009 due impiegati della catena di
pizzerie Domino's Pizza pubblicano
per scherzo su Youtube un video in
cui compiono atti disgustosi nella
cucina di una pizzeria Domino's di
Conover, cittadina di 7.500 abitanti in
North Carolina.
I video sono stati caricati dagli stessi e
rimossi poco dopo.
Troppo tardi, potenza della rete,
prima che il file venisse rimosso dalla
popolare piattaforma, raggiunge già
più di un milione di visualizzazioni. Il
video diventa un virale causando
all’azienda un crollo di reputazione,
immagine e vendite.
 Secondo la società di analisi di mercato YouGov, la percezione degli utenti
  sulla catena è passata da positiva a negativa.


 Secondo i dati riportati da Zeta Interactive le discussioni in rete davano il
  brand con un 81% di buzz positivo, mentre nel mese successivo si è
  registrato un buzz negativo pari al 64%.



 La notizia rimbalza per giorni su blog, Twitter e magazine online. Tra i primi
  a fare emergere la notizia è il sito «The Consumerist» e dopo pochi giorni è
  già rilanciata da importanti testate online come il the Hufftington Post.


 Il passaparola cominciato online si diffonde anche offline, la notizia
  raggiunge i media locali e le grandi testate nazionali come il New York
  Times.
 Una ricerca su Google per il termine “Dominos” restituiva, all’epoca dei
  fatti, un link alla vicenda in 5 dei primi 12 risultati.



 Il prezzo delle azioni scende del 10% in una settimana.



 Uno studio ha indicato che il 65% dei rispondenti, dopo aver visto i
  video, non avrebbero ordinato una pizza dalla catena.




 Forte calo delle vendite.
La vicenda è la dimostrazione della rapidità e della
peculiarità dei meccanismi di diffusione delle notizie
nell'ecosistema dei nuovi media.
Un ambiente a cui le aziende faticano ancora ad
adattarsi. Per stessa ammissione dei rappresentanti di
Domino's,
               , ben 48 ore dopo l’accaduto.
Come riporta il New York Times, gli alti dirigenti della
catena hanno preferito non rispondere in modo
aggressivo.
“Abbiamo trascurato l'effetto delle sensazioni virali che
si propagano in modo esponenziale”, ha ammesso
Tim McIntyre, portavoce dell'azienda.
 I due dipendenti sono stati prontamente licenziati, accusati di
  contaminazione di cibo e infine arrestati.


                                                     Patrick Doyle apologies
 In un video pubblicato su youtube il
  presidente di Domino’s USA, Patrick
  Doyle, si scusa per l’ incidente e
  descrive i provvedimenti che verranno
  presi per far si che una cosa del genere
  non si ripeta (E’ interessante notare
  come sia stato scelto un canale non
  convenzionale, lo stesso da cui la crisi
  ha avuto inizio).

                                               Cliccare per visualizzare il video

 L’azienda gestisce la crisi anche con twitter con “dpzinfo” attraverso il
  quale l’azienda risponde ai suoi clienti.
Domino’s 1.0           Domino’s 2.0

 Prima del 2009 Domino’s non è presente sui social media.

 L’ attacco virale ha dato l’ opportunità all’azienda di ricostruire la
  sua immagine e lanciare un’innovativa social media strategy.

 L’ azienda, immediatamente dopo la crisi, crea un account Twitter,
  una pagina Facebook e un canale Youtube.

 Sulla sua pagina facebook conta 6.711.361 di likes, 78.648 utenti
  sul social network parlano del brand e in 214.616 la seguono su
  twitter.

 Ha realizzato diverse campagne digitali di successo.


 Dal social media disaster del 2009, i social media sono ora un
  punto di forza del brand aggiungendone valore.
Domino’s decide di fare leva
proprio sull’online per affrontare la
crisi, per la prima volta, attraverso
una campagna integrata, la
Domino’s Turnaround Campaign,
meglio nota come:
         «Oh Yes we did»
 Da vari focus group emerge che ai clienti proprio non piace la
  pizza di Domino’s.

 Le critiche vengono ascoltate ed accettate dall’azienda e la ricetta
  viene cambiata.                                  Pizza turnaround documentary
 Viene creato un microsito della campagna
  http://www.pizzaturnaround.com/T

 Il tutto è riassunto in un documentario
  trasmesso in tv e postato sul microsito
  della campagna.

                                                  Cliccare per visualizzare il video

 «La nuova pizza» viene recapitata dallo chef Sam Fauser a tutti
  coloro che l’ avevano criticata, per verificare che la nuova ricetta
  sia realmente migliore della precedente.
Nel 2009 c’è stata una vera e propria svolta.
L’azienda ha rivoluzionato la propria politica di comunicazione .




1. Cercare di essere più trasparenti e ed onesti possibile con i propri clienti.
2. Coinvolgere di più le persone.
3. Aprirsi al dialogo diretto con loro.
4. Generare da questo un ritorno specifico: migliorare la sua reputazione.




 Affrontando apertamente i problemi e ammettendo i propri limiti con umiltà
  e onestà (scarsa qualità dei prodotti, fake ingredients, etc.)
 Scusandosi “pubblicamente” per i suoi errori.
 Aprendosi al digital, un ambito in cui il fattore critico di successo è quello di
  essere credibili e autentici.
La domino’s ha iniziato un percorso di ascolto, attivazione e
coinvolgimento attraverso il digital che non si è fermato alla campagna
Domino’s Turnaround.
Pochi mesi dopo è stata ideata e realizzata, in linea con questo nuovo
approccio, la campagna “SHOW US YOUR PIZZA” che ha portato la
traspartenza ad un nuovo livello.

Agenzia  Crispin Porter + Bogusky

Russel Weiner, chief marketing officer di Domino’s, ha dichiarato che la
strategia della campagna è stata ispirata dal libro “L’arte della guerra”
nel quale Sun Tzu dice : “the best way to win a war on an island is to
blow up the bridge. With death or victory as the only options, troops
have to fight for their lives, because there is no other way out”.
• Il 7 maggio 2010 l’ azienda registra il dominio del sito
   http://www.showusyourpizza.com/




• Per la campagna lancia un contest a dir poco suggestivo
• Il contest ha inizio il 16 luglio 2010
In un video di 38 secondi postato sul sito della campagna lo chef
Sam Fauser introduce il contest.




                    Cliccare per visualizzare il video
In cosa consiste ?
Domino’ s chiede ai suoi clienti di fotografare le loro pizze così
come gli vengono consegnate e condividerle sul sito. Agli autori
delle foto più belle è stato assegnato un premio di 500 dollari e la
possibilità che la loro foto venga utilizzata in una pubblicità ufficiale
di Domino’s.
Domino’s pulling the cheese documentary




Cliccare per visualizzare il video
Lo scopo della campagna è      “Here at Domino's, we don't
quello di dimostrare come i    think our inspired Domino's
prodotti     Domino’s    non   pizza needs the "extra"
abbiano bisogno di tutto ciò   things typically done to food
ed è per questo che Russell    at photo shoots to look mouth
Weiner, Chief Marketing        watering. Our pizza is good
Officer, fa una promessa su    enough to stand on its own.
come      dovranno    essere   That's why we're making the
fotografate da ora in poi le   following promises about how
loro pizze.                    we photograph our pizzas
                               from this day forward. Did we
                               just     buck     the    food
                               photography trend? Oh yes
                               we did.”
Le regole del contest sono state indicate nella photo promise
descritta sul sito  http://www.showusyourpizza.com/promise/

Le pizze fotografate :

1) Dovranno essere vere, questo significa uscite direttamente dai
loro forni esattamente come vengono consegnate ai clienti.

2) Dovranno essere preparate dai dipendenti della catena.



3) Non dovranno essere manipolate e ritoccate per lo shooting.

Domino's chiede che chi partecipa al contest rispetti la loro
promessa nel momento in cui fotograferà “ la sua pizza” così
come gli è stata consegnata.
Sono stati decretati in totale 20 vincitori, in 3 diverse scadenze.

1)ASSIGNMENT#1
Il 15 agosto al termine di una fase di giudizio durata un mese circa sono
stati decretati 4 vincitori tra coloro che hanno caricato le foto tra il 28
giugno 2010 ed il 26 luglio 2010.

2)ASSIGNMENT #2
I vincitori, 8 questa volta, sono stati selezionati tra coloro che hanno
caricato le immagini dal 27 luglio al 17 agosto.

3) ASSIGNMENT #3
Sono stati selezionati 8 vincitori tra coloro che hanno caricato le immagini
dal 20 agosto al 10 ottobre.
I vincitori sono stati selezionati da un panel di giudici
qualificati in base a seguenti criteri :

• Creatività/Originalità (33%).

• Qualità della foto (33%).

• Aderenza alla “Photo promise” così come descritta
sul sito (34%).
• L’ iniziativa ha avuto molto successo e i clienti si sono mostrati
  molto entusiasti di collaborare.

• Sono state caricate oltre 25000 foto sul sito della campagna.

• Molte di esse sono state utilizzate in tv spot e online
  advertising.

• La reputazione e le vendite di Domino’s sono tornate ai livelli
  pre-crisi.
Ma una campagna come questa è molto
rischiosa, il pericolo è dietro l’angolo sotto forma
di utente insoddisfatto…



E’ il caso di Bryce Long, per niente soddisfatto della
pizza ricevuta con il formaggio attaccato
irreparabilmente al coperchio della scatola.
Bryce quindi pensa bene di fotografare il misfatto e
caricare l’immagine su Showusyourpizza.com.
Innanzitutto è stato realizzato uno       in cui Doyle mostra
la foto incriminata indicandola come esempio negativo di ciò
che l’azienda non dovrebbe fare.




                Cliccare per visualizzare il video
Parte     della    campagna       è
diventato lo stesso               ,
trasformato in testimonial con un
video, ovviamente caricato sul
canale             dell’azienda, in
cui gli vengono recapitate a
domicilio, dallo chef Sam Fauser,       … Consegna a Bryce …
le scuse dell’ azienda e 500
dollari in buoni acquisto da
spendere presso il fast food.




                                      Cliccare per visualizzare il video
Oltre al caso Bryce Long, il più ecclatante dell’ intera campagna,
ci sono state diverse foto non particolarmente invitanti di clienti
non molto soddisfatti.




Domino’s ha utilizzato queste foto per trasformare la campagna
in una piattaforma di customer service.




L’azienda ha contattato personalmente i clienti insoddisfatti e si è
impegnata a riconsegnare loro una pizza.
A proposito dell’ elavato grado di rischio di
una campagna così trasparente e così
coinvolgente Tony Calcao, creative group
director dell’agenzia creativa Crispin Porter +
Bogusky dice :


“Domino’s has confidence in what they’ve
been doing, Negative feedback gives
Domino’s a chance to up its game. They have
a competitive spirit, and anything that gives
them a chance to get better, they’re into.”
Nel 2011 al festival della pubblicità di Cannes la campagna
è stata inserita nella TITANIUM AND INTEGRATED
SHORTLIST , i premi riservati alle campagne o alle
operazioni creative in grado di ridisegnare i confini del
settore e di rappresentare un’innovazione breakthrough.


         Aggiundicandosi il leone di Bronzo
Credits
Media Type: Branded Content, Digital, TV/Cinema/Online Film
Agency Account Directors: Carter Nance/Kristi Kirkeide/Evan Russack/Alex Ames
Agency: Crispin Porter + Bogusky
Chief Creative Officers: Rob Reilly/Andrew Keller/Jeff Benjamin
Group Creative Director: Tony Calcao
Creative Directors: Craig Miller/John Kieselhorst
Associate Creative Directors: Andrew Lincoln/Matt Talbot/John Kieselhorst
Copywriter: Matt Clark
Art Directors: Tim Eger/Yelan Tong
Photographers: Jessyel Gonzalez/John Kieselhorst
Graphic Designer: Ben Spiking
Director of Integrated Production: David Rolfe
Executive Agency Producer: Ivan Perez-Armendariz
Agency Producers: Chris Mele/Lisa Lee
Interactive Designers: Pelun Chen/Chris Streger
Programmers: Mike Bucks/Ryan Rabon/Iouri Chadrine/Rick Valdez
Production Company: Smuggler, New York
Director: Henry-Alex Rubin
Executive Producers: Lisa Rich/Shelby Ross/Laura Thoel
Sound Design Company: Lime Studios, Santa Monica
Scored By: Sam Casas
Senior Integrated Producer: Julie Vosburgh
http://www.showusyourpizza.com/

http://www.nytimes.com/2009/04/16/business/media/16dominos.html

http://www.thedenveregotist.com/news/local/2010/july/1/dominos-says-show-us-your-pizza

http://www.pizzamarketplace.com/article/127114/Domino-s-launches-Show-us-Your-Pizza-
campaign

http://www.dailyfinance.com/2010/07/07/naked-pizza-dominos-launches-ad-campaign-using-
real-photos/

http://www.ninjamarketing.it/2011/06/25/il-directors-showcase-saatchi-e-le-videointerviste-in-
attesa-dei-titanium-ed-integrated-report-di-cannes-2011/

http://www.cpbgroup.com/#u=/topics/dominos

http://www.pizzaturnaround.com/

http://www.corriere.it/cronache/09_aprile_16/pizzo_qualita_youtube_c0c1b876-2a85-11de-
a92d-00144f02aabc.shtml
http://www.ninjamarketing.it/2010/09/30/dominos-pizza-come-arginare-una-crisi-con-i-
video/

http://www.womarketing.netsons.org/viral-marketing/buzz-marketing/742/dominos-pizza-
bad-buzz-e-reazione-tempestiva/

http://www.businessandblog.com/index.php/2009/04/17/gestire-una-crisi-sviluppatasi-
attraverso-i-social-media-il-caso-dominos-pizza/

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Tesina c.lucignano, domino's pizza show us your pizza, giugno 2012

  • 1.
  • 2.
  • 3. Nel 2009 due impiegati della catena di pizzerie Domino's Pizza pubblicano per scherzo su Youtube un video in cui compiono atti disgustosi nella cucina di una pizzeria Domino's di Conover, cittadina di 7.500 abitanti in North Carolina. I video sono stati caricati dagli stessi e rimossi poco dopo. Troppo tardi, potenza della rete, prima che il file venisse rimosso dalla popolare piattaforma, raggiunge già più di un milione di visualizzazioni. Il video diventa un virale causando all’azienda un crollo di reputazione, immagine e vendite.
  • 4.  Secondo la società di analisi di mercato YouGov, la percezione degli utenti sulla catena è passata da positiva a negativa.  Secondo i dati riportati da Zeta Interactive le discussioni in rete davano il brand con un 81% di buzz positivo, mentre nel mese successivo si è registrato un buzz negativo pari al 64%.  La notizia rimbalza per giorni su blog, Twitter e magazine online. Tra i primi a fare emergere la notizia è il sito «The Consumerist» e dopo pochi giorni è già rilanciata da importanti testate online come il the Hufftington Post.  Il passaparola cominciato online si diffonde anche offline, la notizia raggiunge i media locali e le grandi testate nazionali come il New York Times.
  • 5.  Una ricerca su Google per il termine “Dominos” restituiva, all’epoca dei fatti, un link alla vicenda in 5 dei primi 12 risultati.  Il prezzo delle azioni scende del 10% in una settimana.  Uno studio ha indicato che il 65% dei rispondenti, dopo aver visto i video, non avrebbero ordinato una pizza dalla catena.  Forte calo delle vendite.
  • 6. La vicenda è la dimostrazione della rapidità e della peculiarità dei meccanismi di diffusione delle notizie nell'ecosistema dei nuovi media. Un ambiente a cui le aziende faticano ancora ad adattarsi. Per stessa ammissione dei rappresentanti di Domino's, , ben 48 ore dopo l’accaduto. Come riporta il New York Times, gli alti dirigenti della catena hanno preferito non rispondere in modo aggressivo. “Abbiamo trascurato l'effetto delle sensazioni virali che si propagano in modo esponenziale”, ha ammesso Tim McIntyre, portavoce dell'azienda.
  • 7.  I due dipendenti sono stati prontamente licenziati, accusati di contaminazione di cibo e infine arrestati. Patrick Doyle apologies  In un video pubblicato su youtube il presidente di Domino’s USA, Patrick Doyle, si scusa per l’ incidente e descrive i provvedimenti che verranno presi per far si che una cosa del genere non si ripeta (E’ interessante notare come sia stato scelto un canale non convenzionale, lo stesso da cui la crisi ha avuto inizio). Cliccare per visualizzare il video  L’azienda gestisce la crisi anche con twitter con “dpzinfo” attraverso il quale l’azienda risponde ai suoi clienti.
  • 8. Domino’s 1.0 Domino’s 2.0  Prima del 2009 Domino’s non è presente sui social media.  L’ attacco virale ha dato l’ opportunità all’azienda di ricostruire la sua immagine e lanciare un’innovativa social media strategy.  L’ azienda, immediatamente dopo la crisi, crea un account Twitter, una pagina Facebook e un canale Youtube.  Sulla sua pagina facebook conta 6.711.361 di likes, 78.648 utenti sul social network parlano del brand e in 214.616 la seguono su twitter.  Ha realizzato diverse campagne digitali di successo.  Dal social media disaster del 2009, i social media sono ora un punto di forza del brand aggiungendone valore.
  • 9. Domino’s decide di fare leva proprio sull’online per affrontare la crisi, per la prima volta, attraverso una campagna integrata, la Domino’s Turnaround Campaign, meglio nota come: «Oh Yes we did»
  • 10.  Da vari focus group emerge che ai clienti proprio non piace la pizza di Domino’s.  Le critiche vengono ascoltate ed accettate dall’azienda e la ricetta viene cambiata. Pizza turnaround documentary  Viene creato un microsito della campagna http://www.pizzaturnaround.com/T  Il tutto è riassunto in un documentario trasmesso in tv e postato sul microsito della campagna. Cliccare per visualizzare il video  «La nuova pizza» viene recapitata dallo chef Sam Fauser a tutti coloro che l’ avevano criticata, per verificare che la nuova ricetta sia realmente migliore della precedente.
  • 11. Nel 2009 c’è stata una vera e propria svolta. L’azienda ha rivoluzionato la propria politica di comunicazione . 1. Cercare di essere più trasparenti e ed onesti possibile con i propri clienti. 2. Coinvolgere di più le persone. 3. Aprirsi al dialogo diretto con loro. 4. Generare da questo un ritorno specifico: migliorare la sua reputazione.  Affrontando apertamente i problemi e ammettendo i propri limiti con umiltà e onestà (scarsa qualità dei prodotti, fake ingredients, etc.)  Scusandosi “pubblicamente” per i suoi errori.  Aprendosi al digital, un ambito in cui il fattore critico di successo è quello di essere credibili e autentici.
  • 12. La domino’s ha iniziato un percorso di ascolto, attivazione e coinvolgimento attraverso il digital che non si è fermato alla campagna Domino’s Turnaround. Pochi mesi dopo è stata ideata e realizzata, in linea con questo nuovo approccio, la campagna “SHOW US YOUR PIZZA” che ha portato la traspartenza ad un nuovo livello. Agenzia  Crispin Porter + Bogusky Russel Weiner, chief marketing officer di Domino’s, ha dichiarato che la strategia della campagna è stata ispirata dal libro “L’arte della guerra” nel quale Sun Tzu dice : “the best way to win a war on an island is to blow up the bridge. With death or victory as the only options, troops have to fight for their lives, because there is no other way out”.
  • 13. • Il 7 maggio 2010 l’ azienda registra il dominio del sito http://www.showusyourpizza.com/ • Per la campagna lancia un contest a dir poco suggestivo • Il contest ha inizio il 16 luglio 2010
  • 14. In un video di 38 secondi postato sul sito della campagna lo chef Sam Fauser introduce il contest. Cliccare per visualizzare il video In cosa consiste ? Domino’ s chiede ai suoi clienti di fotografare le loro pizze così come gli vengono consegnate e condividerle sul sito. Agli autori delle foto più belle è stato assegnato un premio di 500 dollari e la possibilità che la loro foto venga utilizzata in una pubblicità ufficiale di Domino’s.
  • 15. Domino’s pulling the cheese documentary Cliccare per visualizzare il video
  • 16. Lo scopo della campagna è “Here at Domino's, we don't quello di dimostrare come i think our inspired Domino's prodotti Domino’s non pizza needs the "extra" abbiano bisogno di tutto ciò things typically done to food ed è per questo che Russell at photo shoots to look mouth Weiner, Chief Marketing watering. Our pizza is good Officer, fa una promessa su enough to stand on its own. come dovranno essere That's why we're making the fotografate da ora in poi le following promises about how loro pizze. we photograph our pizzas from this day forward. Did we just buck the food photography trend? Oh yes we did.”
  • 17. Le regole del contest sono state indicate nella photo promise descritta sul sito  http://www.showusyourpizza.com/promise/ Le pizze fotografate : 1) Dovranno essere vere, questo significa uscite direttamente dai loro forni esattamente come vengono consegnate ai clienti. 2) Dovranno essere preparate dai dipendenti della catena. 3) Non dovranno essere manipolate e ritoccate per lo shooting. Domino's chiede che chi partecipa al contest rispetti la loro promessa nel momento in cui fotograferà “ la sua pizza” così come gli è stata consegnata.
  • 18. Sono stati decretati in totale 20 vincitori, in 3 diverse scadenze. 1)ASSIGNMENT#1 Il 15 agosto al termine di una fase di giudizio durata un mese circa sono stati decretati 4 vincitori tra coloro che hanno caricato le foto tra il 28 giugno 2010 ed il 26 luglio 2010. 2)ASSIGNMENT #2 I vincitori, 8 questa volta, sono stati selezionati tra coloro che hanno caricato le immagini dal 27 luglio al 17 agosto. 3) ASSIGNMENT #3 Sono stati selezionati 8 vincitori tra coloro che hanno caricato le immagini dal 20 agosto al 10 ottobre.
  • 19. I vincitori sono stati selezionati da un panel di giudici qualificati in base a seguenti criteri : • Creatività/Originalità (33%). • Qualità della foto (33%). • Aderenza alla “Photo promise” così come descritta sul sito (34%).
  • 20.
  • 21. • L’ iniziativa ha avuto molto successo e i clienti si sono mostrati molto entusiasti di collaborare. • Sono state caricate oltre 25000 foto sul sito della campagna. • Molte di esse sono state utilizzate in tv spot e online advertising. • La reputazione e le vendite di Domino’s sono tornate ai livelli pre-crisi.
  • 22. Ma una campagna come questa è molto rischiosa, il pericolo è dietro l’angolo sotto forma di utente insoddisfatto… E’ il caso di Bryce Long, per niente soddisfatto della pizza ricevuta con il formaggio attaccato irreparabilmente al coperchio della scatola. Bryce quindi pensa bene di fotografare il misfatto e caricare l’immagine su Showusyourpizza.com.
  • 23.
  • 24. Innanzitutto è stato realizzato uno in cui Doyle mostra la foto incriminata indicandola come esempio negativo di ciò che l’azienda non dovrebbe fare. Cliccare per visualizzare il video
  • 25. Parte della campagna è diventato lo stesso , trasformato in testimonial con un video, ovviamente caricato sul canale dell’azienda, in cui gli vengono recapitate a domicilio, dallo chef Sam Fauser, … Consegna a Bryce … le scuse dell’ azienda e 500 dollari in buoni acquisto da spendere presso il fast food. Cliccare per visualizzare il video
  • 26. Oltre al caso Bryce Long, il più ecclatante dell’ intera campagna, ci sono state diverse foto non particolarmente invitanti di clienti non molto soddisfatti. Domino’s ha utilizzato queste foto per trasformare la campagna in una piattaforma di customer service. L’azienda ha contattato personalmente i clienti insoddisfatti e si è impegnata a riconsegnare loro una pizza.
  • 27. A proposito dell’ elavato grado di rischio di una campagna così trasparente e così coinvolgente Tony Calcao, creative group director dell’agenzia creativa Crispin Porter + Bogusky dice : “Domino’s has confidence in what they’ve been doing, Negative feedback gives Domino’s a chance to up its game. They have a competitive spirit, and anything that gives them a chance to get better, they’re into.”
  • 28. Nel 2011 al festival della pubblicità di Cannes la campagna è stata inserita nella TITANIUM AND INTEGRATED SHORTLIST , i premi riservati alle campagne o alle operazioni creative in grado di ridisegnare i confini del settore e di rappresentare un’innovazione breakthrough. Aggiundicandosi il leone di Bronzo
  • 29. Credits Media Type: Branded Content, Digital, TV/Cinema/Online Film Agency Account Directors: Carter Nance/Kristi Kirkeide/Evan Russack/Alex Ames Agency: Crispin Porter + Bogusky Chief Creative Officers: Rob Reilly/Andrew Keller/Jeff Benjamin Group Creative Director: Tony Calcao Creative Directors: Craig Miller/John Kieselhorst Associate Creative Directors: Andrew Lincoln/Matt Talbot/John Kieselhorst Copywriter: Matt Clark Art Directors: Tim Eger/Yelan Tong Photographers: Jessyel Gonzalez/John Kieselhorst Graphic Designer: Ben Spiking Director of Integrated Production: David Rolfe Executive Agency Producer: Ivan Perez-Armendariz Agency Producers: Chris Mele/Lisa Lee Interactive Designers: Pelun Chen/Chris Streger Programmers: Mike Bucks/Ryan Rabon/Iouri Chadrine/Rick Valdez Production Company: Smuggler, New York Director: Henry-Alex Rubin Executive Producers: Lisa Rich/Shelby Ross/Laura Thoel Sound Design Company: Lime Studios, Santa Monica Scored By: Sam Casas Senior Integrated Producer: Julie Vosburgh