Il Grifo e Gaucci: quattordici anni (tormentati) di successi e di tante altre cose...
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1. Pantaleone_MAC:L'uomo in biancorosso 27/10/09 12:11 Pagina 13
Nella
tarda primavera del 1991, dopo la morte del “presidentissimo” Franco D’Attoma, la società biancorossa, con 18 soci, era guidata da Elvio Temperini, con
vicepresidente Carlo Giulietti, mentre amministratore delegato e socio di riferimento, in quanto, tra l’altro, incaricato di gestire le azioni degli eredi di D’Attoma, era l’ing. Francesco Paolo Sclafani.
Un giorno, Sclafani ricevette una telefonata da parte del signor Cruciani (il fratello dell’allora presidente di Finmeccanica, da non confondere con l’omonimo
protagonista del famoso “scandalo delle scommesse” di un decennio prima)
che gli chiese un appuntamento; l’incontro, qualche giorno dopo, avvenne nel
parcheggio di un hotel alla periferia di Perugia.
Si trattava di una generica richiesta di
interesse da parte di un imprenditore
romano, non meglio precisato, a comprare la società calcistica biancorossa.
Sclafani rispose che non c’era alcuna intenzione, né da parte sua né degli altri
soci, di vendere il Perugia.
Dopo più di un mese - intorno a metà luglio - a Chianciano, alla festa degli arbitri di Siena ci fu, tra Sclafani e Cruciani,
un altro incontro, questa volta del tutto
casuale. La cessione del Perugia, però,
Franco D’Attoma
Foto SportUmbria
fu al centro del brevissimo colloquio tra
i due, solo che in questa circostanza
Cruciani rivelò il nome dell’interessato
all’acquisto.
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Il
Perugia, a sorpresa, nonostante le esplicite richieste della società che avrebbe preferito il girone
A, fu inserito in quello meridionale con squadre forti, ambiziose e con molti tifosi come Palermo,
Catania, Messina, Reggina, Avellino. Alla fine non rimase che la rassegnazione, ma fu forte il disappunto e la delusione dei tifosi che minacciarono di non seguire la squadra in trasferta, per non
dare “una lira a chi ha voluto il Perugia al Sud “ e di denunciare alla Magistratura ordinaria quella
che parve la decisione del Consiglio della Lega di Serie C, un fatto destinato ad arrecare un danno
alla città ed ai tifosi. Qualcuno ipotizzò che ci potesse essere stato, in questa decisione, lo zampino
del Presidente della Figc, Antonio Matarrese e così fu subito polemica, tanto che alle votazioni
per la sua rielezione al vertice della Federazione, che avvennero qualche giorno dopo, non partecipò per protesta il rappresentante del Perugia.
Intanto cominciò la Coppa Italia, il Perugia superò il turno battendo 2-0 la Cremonese con una
gara spumeggiante fatta di gol (Gelsi e Pagano) e spettacolo. Prossimo avversario, tre giorni dopo,
la Fiorentina. In Toscana ci fu un Perugia da applausi, con una sconfitta (0-1) bugiarda ed immeritata. Notizie positive e confortanti per il campionato che cominciò qualche giorno dopo a Giarre,
dove ci fu la prima sconfitta (2-1) con gol di Cornacchini per il momentaneo pareggio; “comunque
- disse Gaucci - un utile bagno d’umiltà”. Poi ci fu il ritorno con la Fiorentina che ebbe il sopravvento
(1-3) e così finì l’avventura in Coppa Italia.
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Nuovo campionato, vecchie incertezze sulla collocazione del Perugia: girone
A o girone B? Alla fine, come al solito, girone meridionale. Arrivò, anche dalla
Caf, la conferma della squalifica di sei mesi a Camplone e Pagano, così come
era stato il verdetto della Disciplinare: saranno a disposizione solo dal 9 gennaio 1994. La rosa per il nuovo campionato: Braglia Soviero, Savi, Beghetto,
Castellini, Dondoni, Rosati, Camplone, Morchella, Di Salvatore, Cottini, Brescia, Gelsi, Giunti, Angeloni, Ranieri, Migliorini, Mazzeo, Cornacchini, Ajello,
Delle Donne, Martinetti, Pagano, Lucarelli. Nuovo anche lo staff tecnico con
Ilario Castagner, che ritornò, dopo 14 anni, ebbe, come vice, Mauro Viviani,
ex Pisa, direttore sportivo fu Ermanno Pieroni, preparatore atletico il prof.
Protani e allenatore della primavera Paolo Flamini al posto di Massimo Roscini, passato al Gubbio.
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Squadra molto rinnovata, costruita per puntare alla serie
A, e partenza, in Coppa Italia, con una pesante, seppure
prevedibile ed ancor di più comprensibile sconfitta (0-4)
subita dal Parma, guidato da Nevio Scala, con reti di Zola
e tripletta di Branca.
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Si
cominciò, con il ritorno, alla fine di giugno, di Walter Alfredo Novellino, che molto bene, nel frattempo, aveva fatto a Gualdo Tadino,
meritandosi anche i riconoscimenti ufficiali dal gruppo umbro dell’Ussi (Unione stampa sportiva italiana). Niente rivoluzioni: per un
campionato di vertice il nuovo tecnico fece soltanto dei ritocchi,
condividendo le esigenze di bilancio della società. L’unica “follia”
per Marco Negri, l’attaccante proveniente dal Cosenza, dove aveva
fatto 19 gol, per affiancarlo in attacco a Cornacchini.
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Squadra molto rinnovata e segnali incoraggianti
durante la preparazione, con una vittoria, nel
“memorial Rozzi”contro il Milan, tanto da far dire
a Gaucci: “Questo è solo l'inizio”. Ma non mancarono, già da subito, momenti difficili tra Luciano Gaucci e Giovanni Galeone, tra cui il
licenziamento in tronco di Maurizio Trombetta,
“secondo” di Galeone, perché, spiegò Gaucci:
“Cominciamo ad eliminare quei mosconi dannosi
che ronzano attorno alla squadra” e riferendosi
a Galeone. “Lui sa cosa voglio da lui: una correttezza ed una coerenza nella gestione della squadra,
come è necessario per poter stare degnamente in
serie A”. Ci fu poi il reintegro di Trombetta e la tregua, sia pure armata. E i tifosi? Provarono a far
da pacieri, e comunque rimanevano molto confusi, convinti che la convivenza fosse difficile e
poggiasse su equilibri molto precari. Alla vigilia
dell'inizio del campionato accordo tra tifosi e società per un tifo da serie A, un patto contro la violenza, senza slogan offensivi e pochi fischi. Molto
interesse da parte dei tifosi con 12.114 abbonati, battendo così il record di 10.891 tessere
dell'anno 1979-'80, l'anno dopo l'imbattibilità,
con D'attoma e Castagner alle leve di comando
e Paolo Rossi in campo e, purtroppo, anche fuori
del campo.
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Sciolto in estate il contratto con Nevio Scala, arrivò Attilio
Perotti, e Luciano Gaucci ritornò a vedere i grifoni, con
l'entusiasmo di sempre, (era dalla partita contro la Lazio,
all'Olimpico) addirittura in una partita di precampionato,
ad Avezzano, con l'immancabile pronostico per il campionato che stava per cominciare: ”Abbiamo il potenziale per
superare chiunque”. Poi disse la sua sull'allenatore che
“non parla a vanvera e le sue squadre sono come lui, concrete e sulle sue squadre si vede la mano del tecnico”.
Spiegò anche perché molti giocatori erano stranieri, tanto
che più di una squadra italiana sembrò, a molti, una multinazionale. “I giocatori stranieri hanno una personalità
spiccata, hanno un concetto del lavoro diverso e per noi
italiani sono un esempio da seguire. Loro il lavoro lo rispettano, per la testa non hanno tanti grilli sindacali e
quando c'è da lavorare, lavorano, senza fare tante storie. Il rinnovamento a volte è necessario, specialmente
quando nei vecchi giocatori calano gli stimoli.
Comunque, al di là degli aspetti comportamentali, il
gruppo mi convince e mi soddisfa anche sul piano tecnico.”
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Tanto per cominciare la prima “bomba”, dei futuri, immancabili fuochi d’artificio, scoppiò in estate con l’ingaggio del
giocatore giapponese, Hidetoshi Nakata, dal Bellmare,
attraverso la Suisen Nippon di Masato Horita.
Norcia, dove avvenne la preparazione, nel solco delle consolidate abitudini, fu presa d’assalto da giornalisti (italiani
e stranieri), tifosi, turisti: tutti per vedere all’opera, per lavoro e curiosità, il nuovo gioiello del grifo.
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9. Pantaleone_MAC:L'uomo in biancorosso 27/10/09 12:14 Pagina 93
Il
primo dispiacere della nuova stagione lo dette il Trazbonspor, la squadra
turca che con l’eliminazione nell’Intertoto chiuse la porta in faccia ai grifoni
per la partecipazione al torneo europeo. La campagna acquisti fu all’insegna
della globalizzazione, come se si fosse in un aeroporto internazionale con
arrivi e partenze da e per molti paesi europei e non, con Luciano Gaucci
sempre protagonista, anche di interviste al vetriolo (questa volta contro gli
allenatori) con conseguente, inevitabile, ennesimo deferimento alla commissione disciplinare che poi darà un’ammonizione al presidente ed un’ammenda di 5 milioni di lire al Perugia per responsabilità oggettiva. Movimenti
anche in società per un “fisiologico ricambio di organico”: via il direttore
generale, l’avvocato Giovanni Trombetta e arrivo, con le stesse competenze,
di Stefano Caira. Arrivò, “atteso da nove anni”, come precisò caustico,
Gaucci, l’invito dell’amministrazione comunale di Perugia a brindare, in un
incontro festoso con molti tifosi e la squadra, al nuovo campionato, con l’intento di favorire un rapporto meno conflittuale, più intenso e appassionato
tra le istituzioni, i tifosi, la squadra e la società.
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10. Pantaleone_MAC:L'uomo in biancorosso 27/10/09 12:14 Pagina 107
Il
nuovo campionato di A cominciò con una scommessa ad alto rischio: quella che fece Luciano Gaucci
ingaggiando Serse Cosmi, 42 anni, un allenatore bravo e certamente promettente, fatto in casa, di
Ponte San Giovanni, alle porte di Perugia, ma senza nessuna esperienza di alto profilo, infatti l’anno
precedente aveva allenato l’Arezzo, in serie C, provenendo dalle squadre dilettanti. Questa scelta a
molti sembrò addirittura una sfida: dopo Carlo Mazzone, quasi licenziato come abbiamo visto, e andato a Brescia, affidarsi ad un debuttante, senza nemmeno il tesserino, tanto che ci volle una deroga
della Lega per andare in panchina nella prima partita dell’Intertoto, a Monza, contro lo Standard di
Liegi, era il massimo delle ingegnosità che potesse inventarsi il presidente. Ma in realtà fu un’ idea
piuttosto geniale, non solo nella scelta, anche nelle modalità dell’ingaggio: un contratto di quattro
anni (poi allungato a cinque) di “soli” 1350 milioni, di lire, significava che, se le cose fossero andate
male, avrebbe potuto licenziarlo senza dover sostenere un costo eccessivo e, comunque, in qualche
modo avrebbe potuto utilizzarlo, ancora in serie C, nelle altre sue squadre: la Viterbese, la Sambenedettese ed il Catania, appena acquistato. Se invece Cosmi si fosse dimostrato un allenatore bravo
e vincente, come lui pensava, avrebbe speso poco, e guadagnato adeguatamente in caso di partenza
anticipata verso squadre più importanti, e con maggiori capacità economiche, del Perugia.Una scommessa sì, ma ragionata e astuta. Colpì il presidente, nel colloquio durato solo venti minuti, la voglia
di vincere, la fame di successo e la grinta, mostrate dal nuovo allenatore.
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Il
Il campionato cominciò con una pesante sconfitta a Milano contro l’Inter, 4-1 con gol di Vryzas, ma fu, per l’ex Materazzi e un
po’ per tutti, un “risultato bugiardo”. Cosmi, arrabbiato per l’operato dell’arbitro, che non vide un evidente fallo di mano di Kallon. Ci furono tanti elogi degli addetti ai lavori a Gatti ed anche
al nuovo debuttante Fabio Grosso (proveniente dal Chieti, C2),
che colpì anche un palo.
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Il
primo intervento di Luciano Gaucci nel nuovo campionato fu
mandato dalla Sardegna, dove era in vacanza, e riguardò… il silenzio stampa, al fine di evitare “personali e scandalistiche interpretazioni di notizie”. Il riferimento era ad un articolo, uscito
sulla Gazzetta dello Sport con il titolo “Cosmi prepara l’addio”,
non gradito al presidente, peraltro deluso anche per l’eliminazione dall’Intertoto. “Una eliminazione pesante da digerire,
anche perché sono dell’idea che siamo più forti dello scorso anno
e per concentrarci sul lavoro è opportuno evitare che certe dichiarazioni possano essere equivocate”. Bastarono però due partite amichevoli, con due vittorie contro la Cagliese (4-0) e
l’Arezzo (5-0) per far tornare il sorriso a Gaucci che revocò il silenzio stampa e fece una scommessa - un’altra - su un nuovo
campione. “Ma lo avete visto Fabrizio Miccoli ? è un fenomeno.
Quando l’ho incontrato per la prima volta gli ho detto: sei
grande, se continui così, se ce la metti tutta anche la nazionale
sarà tua”.
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Cominciò alla grande l’avventura in Europa
dei grifoni che vinsero eliminando prima i
finlandesi dell’ Allianssi (2-0 e 0-2) poi il
Nantes (0-1 e 0-0), due anni prima campioni di Francia, arrivando alla finale dell’Intertoto contro i tedeschi del Wolfsburg.
Al “Curi” fu 1-0 con rete di Bothroyd, nella
partita di ritorno, 0-2, con reti di Tedesco e
Berrettoni, sugli spalti 400 tifosi perugini
insieme a decine di emigrati. A Perugia i tifosi seguirono l’impresa dei biancorossi sul
maxischermo in Piazza IV Novembre.
Arrivò così il diritto a partecipare alla
Coppa Uefa, la seconda volta dopo 25 anni.
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Cominciò con la presentazione del nuovo presidente, Alessandro Gaucci, che
prese il posto del padre, e del nuovo allenatore Stefano Colantuono (proveniente dalla “succursale” Catania) al posto di Serse Cosmi, andato al Genoa; e
con la speranza che gli sviluppi del calcio scommesse potessero riaprire il portone della serie A al Perugia. Il Siena sembrava spacciato. Sembrava, appunto,
soprattutto dopo le richieste della procura federale: “penalizzazione di sei
punti e conseguente retrocessione in serie B”. Invece per i giudici della Disciplinare (giudizio poi confermato, con poche variazioni, dalla Caf) solo 37.000
euro di ammenda per responsabilità oggettiva per la presunta combine in
Chievo-Siena del 21-05-‘04, finita 1-1.
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