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Quali literacy al tempo dei social network?
Laura Testoni
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13 marzo 2014
L’evoluzione digitale della specie
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Essere in grado di “fare rete”
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Media education per il XXI secolo
Considerare la rete (anche) una infrastruttura
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Cose da fare subito
o Smettere di chiedersi se la rete ci rende più stupidi o
più intelligenti
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overload
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Cose da fare subito
Smettere di chiedersi se la rete ci rende più stupidi o
più intelligenti
Cose da fare subito
Non prendere troppo sul serio il mito dell’information
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Cose da fare subito
Allenare l’attention literacy e ‘offrire ganci all’intelligenza’
Cose da fare subito
Insegnare Crap detection e fact checking
Empowerment
L’information literacy conferisce potere alle persone
Il bibliotecario non
si limita a offrire un
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conferisce empowerment
Bibliografia (1)
ALA (2013) Digital literacy, libraries and public policy, Report of the Office for information technology policy’s, Digital literacy task force,
January 2013 <http://connect.ala.org/node/199294>
BAWDEN, David (2008), Origins and concepts of digital literacy, in: C. Lankshear, M. Knobel (eds.) , Digital literacies: concepts, policies
and paradoxes, Peter Lang, New York, pp. 17-32
CARR, Nicholas (2011) Internet ci rende stupidi? : come la rete sta cambiando il nostro cervello, Milano, Raffaello Cortina
CENSIS U.C.S.I (2013), L' evoluzione digitale della specie : undicesimo rapporto sulla comunicazione, Milano, Franco Angeli
COMMISSIONE EUROPEA (2003), eLearning. Better eLearning for Europe, 2003 p. 5 trad.it <http://bookshop.europa.eu/en/elearning-
pbNC5203207/>
GARDNER, Howard(2006), Five minds for the future, Boston, Harvard business school press, (trad. it.: Cinque chiavi per il futuro, Milano,
Feltrinelli, 2007)
GILSTER, Paul (1997), Digital Literacy. New York, Wiley
HEAD, Alison, EISENBERG ,Michael B. (2011), How college students use the Web to conduct everyday life research. First Monday, [S.l.],
apr. <http://firstmonday.org/ojs/index.php/fm/article/view/3484/2857>
IPRI, Tom (2010), Introducing transliteracy. What does it mean to academic libraries?, College & Research Libraries News, vol.71 (10),
pp. 532-567, <http://crln.acrl.org/content/71/10/532>
ISTAT, Cittadini e nuove tecnologie, rilasciato il 19 dicembre 2013
<http://www.istat.it/it/files/2013/12/Cittadini_e_nuove_tecnologie_anno-2013.pdf>
JENKINS, Henry (2009), Confronting the challanges of partecipatory culture: media education for the 21st century, MIT Press, (trad. it.:
Culture partecipative e competenze digitali: media education per il XXI secolo, Guerini, Milano 2010)
KUTNER, Laurie, AMSTRONG, Alison (2012), Rethinking Information Literacy, Communications in Information Literacy, 2012 vol. 6(1)
LANKES, David (2011), The atlas of new librarianship, Cambridge, Mass. : MIT
LEE, Alice, LAU, Jesús [et al.] (2013), Conceptual relationship of information literacy and media literacy in knowledge society.
World summit on the information society (WSIS), Paris, Unesco (Series of research papers)
MOELLER et al. (2010), Towards media and information literacy indicators. Background document of the expert group
meeting. 4-6 November 2010, Bangkok, Thailand, UNESCO, Paris, 2010 <http://www.unesco.org/new/fileadmin/
MULTIMEDIA/HQ/CI/CI/pdf/unesco_mil_indicators_background_document_2011_final_en.pdf>
POOL, Carolyn R. (1997), A new digital literacy: a conversation with Paul Gilster, Educational leadership, November, Volume 55,
Number 3 <http://eric.ed.gov/?id=EJ553826>
RHEINGHOLD, Howard (2012), Net smart. How to thrive online, Cambridge, MIT press, (trad. it.: Perchè la rete ci rende
intelligenti, Milano, Cortina 2013)
ROSEMBERG, Daniel (2003), Early modern information overload, Journal of the History of Ideas; 64, 1
SANCASSANI, Susanna [et al.] (2011), E-collaboration. Il senso della rete. Metodi e strumenti per la collaborazione online,
Milano, Apogeo
SIMILI, Bruno (2012) Intervista a Tullio De Mauro, Il Mulino, vol. 6, novembre-dicembre pp. 1044-1053
SUROWIECKI, James (2004), The wisdom of crowds: why the many are smarter than the few and how collective wisdom
shapes business, economies, societies, and nations, New York, Doubleday (trad. It.: La saggezza della folla, Roma, Fusi orari, 2007)
THOMAS, Sue [et al] (2007) ., Transliteracy: crossing divides, First Monday
<http://journals.uic.edu/ojs/index.php/fm/article/view/2060/1908>
UNESCO (2008), Information for all programme (IFAP). Towards information literacy indicators. Edited by the Information
Society Division, Communication and Information Sector [conceptual framework prepared by Ralph Catts and Jesus Lau]
UNESCO: Paris
UNESCO (2011), Fez declaration on Media and information literacy, <http://www.unesco.org/new/fileadmin/MULTIMEDIA
/HQ/CI/CI/pdf/news/Fez%20Declaration.pdf>
WEINBERGER, David (2012), La stanza intelligente. La conoscenza come proprietà della rete. Torino, Codice
ZURKOWSKI, Paul (1974), The information service environment: relationships and priorities. Washington D.C.:
National Commission on Libraries and Information Science, 1974 <http://files.eric.ed.gov/fulltext/ED100391.pdf>
Bibliografia (2)
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
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Quali literacy al tempo dei social network? Slides presentate al Convegno "La biblioteca conessa. Come cambiano le strategie di servizio al tempo dei social network" (Stelline 13-14 marzo 2014)

  • 1. Quali literacy al tempo dei social network? Laura Testoni http://refkit.wordpress.com 13 marzo 2014
  • 2. L’evoluzione digitale della specie Fonte: CENSIS U.C.S.I, L' evoluzione digitale della specie : undicesimo rapporto sulla comunicazione, Milano, Franco Angeli, 2013
  • 3. Fonte: CENSIS U.C.S.I, L' evoluzione digitale della specie : undicesimo rapporto sulla comunicazione, Milano, Franco Angeli, 2013 L’evoluzione digitale della specie
  • 4. Riconsiderare l’Information literacy Le literacies Un curriculum implicito per “abitare” la rete Cosa fare subito Empowerment Fonte dell’immagine: wikimedia commons http://en.wikipedia.org/wiki/File:Desert_road_UAE.JPG
  • 5. 1974-2014: 40 anni di Information literacy…
  • 6. Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/d2/Inter net_map_1024.jpg L’informazione non è più quella di una volta…
  • 7. Digital literacy Literacy is about mastering ideas, not keystrokes Non riguarda solo formati o supporti, ma la specificità dell’informazione presente in Internet Usare e comprendere l’informazione in rete
  • 8.
  • 9. Media Information literacy (MIL) Fornisce conoscenza relativa ai sistemi dei media e dell’informazione Indica il modo con cui i cittadini possono valutare la qualità dei contenuti Incoraggia la creazione di contenuti Dà alle persone il potere per esercitare pienamente la libertà di espressione Nozione-ombrello che accorpa digital literacy, internet literacy, media literacy e altre literacy precedenti
  • 10. Transliteracy leggere, scrivere e interagire attraverso un insieme di piattaforme e media Sincretismo Diacronia Ricerca di significati unificanti
  • 11. Media education per il XXI secolo Non schemi skill-based Attitudini Sensibilità Approcci “Curriculum implicito” Ambito non bibliotecario
  • 12. Media education per il XXI secolo Essere in grado di produrre testi Prose e document literacy
  • 13. Media education per il XXI secolo Essere in grado di “fare rete” il lavoro di gruppo assume una dimensione molto più ampia e potente attraverso i sistemi di networking che la rete rende possibili
  • 14. Media education per il XXI secolo Attenzione! “fare rete” non è solo working group “Quando la conoscenza entra a far parte di una rete la persona più intelligente della stanza non è la persona che tiene la lezione davanti a noi né l’intelligenza collettiva: la persona più intelligente della stanza è la stanza stessa, la rete che unisce le persone presenti”
  • 15. Media education per il XXI secolo Synthesizing mind Fare collegamenti tra aspetti diversi Superare gli insegnamenti disciplinari Integrare (schemi, concetti, testi) Mettere in comune approcci ed euristiche differenti Riconoscere le differenti prospettive analitiche (multiprospettivismo)
  • 16. Media education per il XXI secolo Considerare la rete (anche) una infrastruttura e non (solo) una fonte documentale Infrastruttura Ecosistema Sfera pubblica
  • 17. Cose da fare subito o Smettere di chiedersi se la rete ci rende più stupidi o più intelligenti o Non prendere troppo sul serio il mito dell’information overload o Allenare l’attention literacy e “offrire ganci all’intelligenza” o Crop detection e fact checking
  • 18. Sfuggire le dicotomie Riappropriarsi della complessità La rete può renderci più intelligenti solo se noi vogliamo essere più intelligenti (e se sono all’opera le literacy) Cose da fare subito Smettere di chiedersi se la rete ci rende più stupidi o più intelligenti
  • 19. Cose da fare subito Non prendere troppo sul serio il mito dell’information overload Venire a patti con l’infosfera che ci circonda Attivare pratiche di resilienza al rumore
  • 20. Cose da fare subito Allenare l’attention literacy e ‘offrire ganci all’intelligenza’
  • 21. Cose da fare subito Insegnare Crap detection e fact checking
  • 22. Empowerment L’information literacy conferisce potere alle persone Il bibliotecario non si limita a offrire un supplemento di altri processi educativi, ma conferisce empowerment
  • 23. Bibliografia (1) ALA (2013) Digital literacy, libraries and public policy, Report of the Office for information technology policy’s, Digital literacy task force, January 2013 <http://connect.ala.org/node/199294> BAWDEN, David (2008), Origins and concepts of digital literacy, in: C. Lankshear, M. Knobel (eds.) , Digital literacies: concepts, policies and paradoxes, Peter Lang, New York, pp. 17-32 CARR, Nicholas (2011) Internet ci rende stupidi? : come la rete sta cambiando il nostro cervello, Milano, Raffaello Cortina CENSIS U.C.S.I (2013), L' evoluzione digitale della specie : undicesimo rapporto sulla comunicazione, Milano, Franco Angeli COMMISSIONE EUROPEA (2003), eLearning. Better eLearning for Europe, 2003 p. 5 trad.it <http://bookshop.europa.eu/en/elearning- pbNC5203207/> GARDNER, Howard(2006), Five minds for the future, Boston, Harvard business school press, (trad. it.: Cinque chiavi per il futuro, Milano, Feltrinelli, 2007) GILSTER, Paul (1997), Digital Literacy. New York, Wiley HEAD, Alison, EISENBERG ,Michael B. (2011), How college students use the Web to conduct everyday life research. First Monday, [S.l.], apr. <http://firstmonday.org/ojs/index.php/fm/article/view/3484/2857> IPRI, Tom (2010), Introducing transliteracy. What does it mean to academic libraries?, College & Research Libraries News, vol.71 (10), pp. 532-567, <http://crln.acrl.org/content/71/10/532> ISTAT, Cittadini e nuove tecnologie, rilasciato il 19 dicembre 2013 <http://www.istat.it/it/files/2013/12/Cittadini_e_nuove_tecnologie_anno-2013.pdf> JENKINS, Henry (2009), Confronting the challanges of partecipatory culture: media education for the 21st century, MIT Press, (trad. it.: Culture partecipative e competenze digitali: media education per il XXI secolo, Guerini, Milano 2010) KUTNER, Laurie, AMSTRONG, Alison (2012), Rethinking Information Literacy, Communications in Information Literacy, 2012 vol. 6(1) LANKES, David (2011), The atlas of new librarianship, Cambridge, Mass. : MIT
  • 24. LEE, Alice, LAU, Jesús [et al.] (2013), Conceptual relationship of information literacy and media literacy in knowledge society. World summit on the information society (WSIS), Paris, Unesco (Series of research papers) MOELLER et al. (2010), Towards media and information literacy indicators. Background document of the expert group meeting. 4-6 November 2010, Bangkok, Thailand, UNESCO, Paris, 2010 <http://www.unesco.org/new/fileadmin/ MULTIMEDIA/HQ/CI/CI/pdf/unesco_mil_indicators_background_document_2011_final_en.pdf> POOL, Carolyn R. (1997), A new digital literacy: a conversation with Paul Gilster, Educational leadership, November, Volume 55, Number 3 <http://eric.ed.gov/?id=EJ553826> RHEINGHOLD, Howard (2012), Net smart. How to thrive online, Cambridge, MIT press, (trad. it.: Perchè la rete ci rende intelligenti, Milano, Cortina 2013) ROSEMBERG, Daniel (2003), Early modern information overload, Journal of the History of Ideas; 64, 1 SANCASSANI, Susanna [et al.] (2011), E-collaboration. Il senso della rete. Metodi e strumenti per la collaborazione online, Milano, Apogeo SIMILI, Bruno (2012) Intervista a Tullio De Mauro, Il Mulino, vol. 6, novembre-dicembre pp. 1044-1053 SUROWIECKI, James (2004), The wisdom of crowds: why the many are smarter than the few and how collective wisdom shapes business, economies, societies, and nations, New York, Doubleday (trad. It.: La saggezza della folla, Roma, Fusi orari, 2007) THOMAS, Sue [et al] (2007) ., Transliteracy: crossing divides, First Monday <http://journals.uic.edu/ojs/index.php/fm/article/view/2060/1908> UNESCO (2008), Information for all programme (IFAP). Towards information literacy indicators. Edited by the Information Society Division, Communication and Information Sector [conceptual framework prepared by Ralph Catts and Jesus Lau] UNESCO: Paris UNESCO (2011), Fez declaration on Media and information literacy, <http://www.unesco.org/new/fileadmin/MULTIMEDIA /HQ/CI/CI/pdf/news/Fez%20Declaration.pdf> WEINBERGER, David (2012), La stanza intelligente. La conoscenza come proprietà della rete. Torino, Codice ZURKOWSKI, Paul (1974), The information service environment: relationships and priorities. Washington D.C.: National Commission on Libraries and Information Science, 1974 <http://files.eric.ed.gov/fulltext/ED100391.pdf> Bibliografia (2)
  • 25. GRAZIE PER L’ATTENZIONE Slide: http://refkit.wordpress.com

Hinweis der Redaktion

  1. Questo comporta il superamento della dimensione gerarchica attribuita alle fonti tradizionali, sostituita dalla prassi del “fai da te” nella scelta e giustapposizione delle fonti dell’ambiente web.
  2. Paul zurkowsky è stato invitato a tenere un intervento introduttivo ad ECIL 2013 (european conference on IL) il titolo da lui scelto era Information Literacy Is Dead… Long Live Information Literacy ed è stato pubblicato nel 2013 nella collana Communications in Computer and Information Science Volume 397, 2013 di Springer
  3. l’informazione è cambiata: non è infatti solo una entità che “si recupera”, “si conserva”, e “si utilizza” ma è piuttosto un flusso continuo, permanente e ubiquo che ci attraversa, che permea qualunque attività privata e pubblica, il nostro stile di vita e le nostre interazioni con gli altri. Non si tratta di riproporre la trita metafora dell’information overload: attraverso le app, le piattaforme ubique di social networking che sono alla base dell’economia immateriale, l’informazione non è più “qualcosa” che ci sommerge ma è il mondo che abitiamo.
  4. inaugurato a maggio 2011 sulla scia dell’interesse dell’amministrazione Obama per l’Information literacy: attualmente contiene quasi 500 risorse, che vanno da guide all’utilizzo di Gmail, a tutorial di base per iniziare a programmare, a slide per l’uso corretto di Twitter. DigitalLiteracy.gov è un progetto politico e culturale al tempo stesso, che ha come presupposto che il cittadino americano deve saper usare le tecnologie digitali, e che il governo può farsi carico di questo compito mettendo a valore e a regime, in un unico gateway opportunamente indicizzato, tutto quello che viene prodotto da agenzie governative, biblioteche, istituzioni culturali. Nel 2013 l’ALA pubblica un report ha per titolo &amp;quot;Digital literacy, libraries and public policy&amp;quot; redatto dalla task force sulla Digital literacy in seno all&amp;apos;OITP (l&amp;apos;Ufficio per la politica delle tecnologie dell&amp;apos;informazione), una sezione dell&amp;apos;ALA dedita a presidiare l’impatto delle ICT emergenti nelle biblioteche. Nel report ALA quello che è in gioco è il divario digitale: più dell’80% delle grandi aziende, sottolinea il report, pubblicano offerte di lavoro e richiedono candidature online; più del 50% dei lavori sul mercato richiedono qualche competenza tecnologica (e saranno il 70% tra dieci anni); la pubblica amministrazione a tutti i livelli ha migrato parte dei propri servizi online e dialoga con i cittadini attraverso Internet. Il rischio è quindi che il divario digitale si trasformi in esclusione sociale ed economica, ed è compito della digital literacy, e delle agenzie educative ad essa preposte, colmare i gap e, in base alla propria utenza di riferimento, rendere tutti digital literate. Digital literacy, libraries and public policy, Report of the Office for information technology policy’s, Digital literacy task force, January 2013 &amp;lt;http://connect.ala.org/node/199294&amp;gt;
  5. Mentre il focus dell’IL è prevalentemente sui documenti e le pubblicazioni autorevoli, focus della ML sono i messaggi veicolati dai mass media. Mentre la IL ricerca il ”valore” e l’oggettività nei documenti attraverso criteri di qualità (rilevanza, validità, pertinenza, tempestività, accuratezza e completezza) la ML punta a comprendere come il messaggio mediatico viene costruito in modo da intercettarne eventuali contenuti inesatti. Mentre la IL impatta nelle modalità più specialistiche e complesse di decision making, la ML si pone l’obiettivo di aiutare le persone a farsi una propria opinione, prendere decisioni consapevoli al quotidiano e su temi generali. Mentre l’oggetto della ML è ubiquo e onnipresente nella vita di tutti i giorni, ma va “decodificato” cogliendone le inesattezze e le fallacie, quello della IL già incorpora processi di qualità e validazione ma va trovato e localizzato. Una volta assunta questa differenza di focus, le competenze richieste e gli obiettivi perseguiti sono simili, ed è per questo che l’unione di entrambe nella Media information literacy ha un senso dal punto di vista educativo perché entrambe partecipano della medesima strategia pedagogica
  6. La rete è certamente un grande contenitore all’interno del quale ci muoviamo per reperire documenti applicando tecniche specifiche di ricerca. Ma non è più solo questo: accanto all’Internet dei documenti da fruire, strutturata come “ipertesto” (metafora ricca di suggestioni per i bibliotecari e non solo) occorre prendere in considerazione l’Internet come infrastruttura, ecosistema, sfera pubblica. Infrastruttura perché Google e i grandi social network reintermediano e strutturano i contenuti in base a regole in gran parte note e conoscere queste regole, o comunque i meccanismi di base che le governano, permette di usare l’infrastruttura in modo consapevole
  7. C’è un aspetto che accomuna tutte le literacy sia formali (IL, digital literacy, MIL, transliteracy) che implicite descritte in queste note. Esse hanno l’obiettivo di conferire potere alle persone: capacità, abilità, sensibilità e skill necessari per padroneggiare i flussi informativi e per partecipare in modo consapevole e informato (quindi non da “tifosi” o spettatori subalterni) allo spazio pubblico strutturato nelle reti sociali. Su questo punto David Lankes nel suo Atlas è molto esplicito e radicale: il potere è il centro dell’information literacy (che la new librarianship declina come “l’espansione in ogni forma di literacy”) perché senza di esso non si pendono decisioni e le cose avvengono sulla testa delle persone. Il bibliotecario allora non si limita a offrire un supplemento di altri processi educativi, ma conferisce empowerment, potere per i senza potere perché l’information literacy si traduce non solo nel saper fare bene compiti prefissati ma in competenze e abilità nell’acquisire potere per la propria comunità. Questo passaggio dal bibliotecario-educatore al bibliotecario che immette potere nella propria comunità facilitando l’acquisizione di una pluralità di literacy ci pare rappresenti uno snodo promettente ma non sufficientemente indagato, che meriterebbe approfondimenti ulteriori.