The Emergence of Positive Technology: Potential Applications - Giuseppe Riva...
Scafato Sia Lombardia
1. Giovani e alcol: i rischi e le politiche di prevenzione Emanuele Scafato Direttore Centro Coll. OMS per la ricerca e la promozione della salute su alcol e problemi alcol correlati - Osservatorio Nazionale Alcol Centro Nazionale di Epidemiologia-CNESPS, Ist. Sup. Sanità Rappresentante governativo Working Group Alcohol and Health Rappresentante governativo Committee on National Alcohol Policy and Action DG Sanco, Commissione Europea, Lussemburgo Rappresentante governativo Forum Alcohol and Health DG Sanco, Commissione Europea, Bruxelles Il bere giovane. 21 novembre 2009 Appiano Gentile (CO)
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6. GLI ELEMENTI DI GIUDIZIO ED I DATI PER LE POLITICHE Numerosi e significativi cambiamenti hanno influenzato i consumi alcolici in Italia nel corso degli ultimi 10-15 anni. Cambiamenti generazionali, di cui non è possibile non tenere conto, e sociali, quotidianamente evidenti sono spesso oggetto di minimizzazione anche a fronte di motivazioni/pressioni di carattere economico che spesso prevalgono nelle politiche sull’alcol sulle ragioni legate alla tutela della salute.
7. Fattori genetici & fisiologici Individuo Stili di vita e comportamento salute e benessere Determinanti di salute o di malattia cultura società ambiente economia sistema di cura Fattori sociali & economici Fattori cognitivi, emozionali & psicologici Morbilità, disabilità e mortalità
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10. Consumatori: 36.000.000 circa (68 %) Maschi: 21.000.000 (81 %) Femmine: 16.000.000 (56 %) A maggior rischio (Linee Guida Nutr.): 9.000.000 circa Maschi > 40 g/day ; Femmine > 20 g/day : 17 % (in media) Alcoldipendenti in carico ai servizi: 61.656 (21.509 nel 1996) Sino a 19 anni 0.7 %; tra 19 e 29 anni 10 % Maschi : 48.324 Femmine: 13.332 Ricoveri totalmente attribuibili all’alcol : 108.000 Maschi : 84.963 Femmine: 23.331 Morti alcolcorrelati: da 28.000 (ISS-WHO) a 35.000 (SIA) Scafato et al. http://www.epicentro.iss.it/temi/alcol/day/ConsumiAlcolici_reportAPD06.pdf ITALIA. Statistiche Alcol. ANNI 2007-2008
11. La mortalità alcol-attribuibile La mortalità alcol-attribuibile nella Regione EUROPEA del WHO (51 Stati Membri) è pari a circa il 6.3 % di tutti i decessi registrati nel 2002* e doppia rispetto alla media Mondiale (3.1 %) . Tali proporzioni sono al netto del vantaggio derivante dal guadagno in mortalità relativo alle patologie cardiovascolari (CHD) registrabile nelle Nazioni a più bassa proporzione di consumatori “heavy” (>20 gr/die femmine; >40 gr/die maschi) e tra questi l’ Italia , la Francia, la Spagna e la Grecia in cui si registrano minori livelli di mortalità alcolcorrelata. *(Rehm J, Room R. ref.:Alcohol as a risk factor for GBD, Eur. Add. Res. 2003)
12. Mortalità TOTALE alcolcorrelata in ITALIA al netto della riduzione del rischio cardiovascolare ( età > 20 anni ) : 25.000 morti evitabili Estimating alcohol-attributable mortality and burden of disease for Italy – what is avoidable? Jürgen Rehm, Emanuele Scafato. Alcohol Prevention day 2007, Rome http://www.epicentro.iss.it/temi/alcol/day/apd07-Rehm.pdf Maschi 20-44 45-64 20-64 65+ Totale 20+ Morti alcol-correlate 2408 3746 6154 11060 17215 Totale morti per tutte le cause 11970 43044 55014 221376 276390 Percentuale 20,12% 8,70% 11,19% 5,00% 6,23% Femmine 20-44 45-64 20-64 65+ Totale 20+ Morti alcol-correlate 364 1125 1489 5357 6846 Totale morti per tutte le cause 5196 23291 28487 250824 279311 Percentuale 7,00% 4,83% 5,23% 2,14% 2,45%
13. Relazione tra Rischi Relativi di differenti tipi di CANCRO e quantità crescenti di consumo giornaliero di alcol
14. Appropriatezza e cautela per i messaggi e le raccomandazioni di salute. Priorità: INFORMAZIONE COMPLETA Fonte: La necessità di appropriatezza e di cautela per i messaggi e le raccomandazioni sull’effetto protettivo di consumi moderati di alcol. Emanuele Scafato . Epicentro 2008.. http://www.epicentro.iss.it/temi/alcol/scafato08.asp “ Ci sono evidenze che un bicchiere di vino o di qualunque altra bevanda alcolica può giovare alla riduzione del rischio per poche condizioni patologiche (come la cardiopatia ischemica e diabete); le stesse evidenze mostarno che allo stesso tempo si incrementa significativamente il rischio per altre patologie : il cancro, la cirrosi epatica, gli incidenti e la maggior parte delle patologie vascolari, solo per citare le più importanti di 60 condizioni elencate dall’OMS. Questo è motivo di riflessione in merito alle opportunità di diffusione di una corretta comunicazione sui rischi che comporta anche la moderazione e sull’impatto individuale delle scelte personali. È inoltre motivo di riflessione sulla necessità, da parte dei media, di garantire un’informazione completa e oggettiva e, nel caso della televisione pubblica, lontana da interessi commerciali .”
20. L’ALCOL è una sostanza legale e “normalizzata” dalla quotidianità…
21. Le influenze sul bere dei minorenni Preferenze e Percezione della Pubblicità Nell’ambito di ELSA sono stati svolte in Italia due indagini, utilizzando metodi e strumenti comuni definiti dal gruppo internazionale. Il primo studio, volto a rilevare gli alcolici e le pubblicità di alcolici preferiti, ha coinvolto 222 ragazzi di Torino e Padova. Il campione è costituito dagli studenti di 6 classi III di Licei e Istituti Tecnici, prevalentemente di età compresa tra i 16 e i 17 anni, e dagli studenti di 6 classi III di scuole medie inferiori, di età compresa tra i 13 e i 14 anni . Pubblicità preferite Bevande alcoliche preferite o considerate attraenti La pubblicità delle bevande alcoliche e la sua applicazione: i risultati italiani nell’ambito del progetto Europeo ELSA [1] Franca Beccaria, Federica Costamagna, Sara Rolando, Vera Blasutti , Loredana Cau, Tiziana Codenotti e Emanuele SCAFATO Alcologia, numero 2, 2008 [1] Questo articolo è una sintesi della parte italiana della ricerca internazionale ELSA ( Enforcement of national Laws and Self-regulation on advertising and marketing of Alcohol ) www.elsa-europe.org . finanziato dalla Commissione Europea,
22. Pubblicità e Marketing sui giovani Il marketing delle bevande alcoliche aumenta la probabilità che gli adolescenti incomincino a bere e che bevano di più quando hanno già iniziato a farlo
24. Nel periodo Giugno-Ottobre 2008 e sette maggiori reti televisive nazionali (3 Rai, 3 Mediaset e La7) hanno trasmesso complessivamente circa 15.100 spot settimanali e di questi circa 410 per settimana (il 2,8%) hanno riguardato bevande alcoliche. In particolare le tre reti Rai hanno trasmesso complessivamente circa il 14% degli spot televisivi, le tre reti Mediaset e La 7 hanno trasmesso complessivamente circa l’86% degli spot. Attraverso circa 185 milioni di contatti, l’81,8% della intera popolazione è stata esposta nei cinque mesi considerati ad almeno 35 spot televisivi su bevande alcoliche. Il 90% dei bambini di età 8 - 14 anni (fascia protetta secondo la legge 125/2001) rimane esposta ogni giorno ad almeno uno spot televisivo su bevande alcoliche. Fonte: Osservatorio regionale LAZIO Alcol e Pubblicità LA PUBBLICITA’ DELLE BEVANDE ALCOLICHE IN ITALIA 169 milioni di euro all’anno di investimenti nel 2007 (PER LA PREVENZIONE meno di 1 milione di euro l’anno…)
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26. I GIOVANI BEVONO . GLI ADULTI BEVONO. GLI ANZIANI BEVONO. MOLTI RISCHIANO E FANNO RISCHIARE PERCHE’ ?
27. STILE CONVIVIALE come facilitatore sociale, “lubrificante” , “disinibente” e indispensabilmente “performante”. Fortemente indotto in termini di modello dalla pubblicità (Science Group, EU 2009) STILE CONSUMISTICO-DISSETANTE dettato dai gusti personali e/o bisogni indotti da altri consumi, dalle mode e dalla disponibilità a pagare fortemente influenzata in Italia dalla “affordability” che rende più econom,ico per i giovani comprare alcolici (RAND report , EU 2009) STILE ALIMENTARE parte integrante della dieta mediterranea e adattamento allo stile di consumo familiare. Purtroppo in declino e caratterizzante solo il 50 % della popolazione adulta (Oss. Naz. Alcol - CNESPS, ISS, 2009)
28. STILE CERIMONIALE RITUALE utilizzo dell’alcol appreso in occasione delle ricorrenze, delle feste familiari o tra amici secondo una ritualità sociale di gruppo STILE OMOLOGANTE AL GRUPPO premessa indispensabile dello stare insieme nel gruppo. Favorisce il senso di appartenenza, di coesione, di percezione di benessere, la condivisione di esperienze, sensazioni e di sentimenti tra i membri del gruppo di appartenenza STILE TRASGRESSIVO utilizzo di alcol determinata dal superamento di limiti e norme sociali; è uno stile estremamente rischioso attuato a scopo dimostrativo o provocatorio
29. STILE SPERIMENTALE del limite o delle capacità legato al bisogno di sperimentare il proprio corpo e le reazioni; spesso è stimolato dalle pressione dei pari più che spontaneo/volontario STILE PROTAGONISTICO (starring) il vero macho che sa “reggere” grandi quantità di alcol senza star male per colpire l’attenzione delle ragazze o la vera “tosta” che sbaraglia tutti con le sue performance
30. STILE ANESTETIZZANTE finalizzato al bisogno di “automedicazione” rispetto all’esperienza del disagio e al “mal-essere” esistenziale, affettivo, familiare, lavorativo, scolastico (senza limiti di età). STILE ANTI-NOIA riempitivo per il “vuoto”, per combattere la mancanza di attività o occasioni stimolanti e/o alternative noia da soli o in compagnia . STILE ANORRESSIZZANTE causato da una concezione patologica della indispensabilità della magrezza e finalizzato alla necessità di giungere ad un livello di “accettazione” di sé. La manifestazione estrema è la recente “drunkorressia”, anorressia in cui l’intrito calorico è assicurato solo tramite il binge drinking
31. Pattern di consumo di alcol *6 in Italia Consumo di alcol Consumo a basso rischio Consumo rischioso (“hazardous”) Consumo dannoso (“harmful”) Alcoldipendenza Consumo cronico di quantità dannose o rischiose Consumo inappropriato al contesto “ Binge drinking” Consumo concentrato In un’unica occasione di più di 5 UA* Astensione
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33. Consumatori a rischio Si definiscono a rischio i consumi quantitativi oltre i quali gli effetti dell’alcol influiscono negativamente sull’individuo. Secondo le linee guida italiane per una sana alimentazione un individuo è da considerarsi a maggior rischio: E’ inoltre a maggior rischio il consumo in un’unica occasione di 5 o più bevande alcoliche ( Binge drinking )
34. 1milione e 500mila GIOVANI a RISCHIO ( 838.800 11-18enni 641.195 19-24enni ) Tra gli 11 ed i 18 anni il 22,4 % dei ragazzi il 13 % delle ragazze ha uno stile di consumo dannoso o rischioso di alcol Tra i 19 e i 24 anni il 25,3 % ragazzi il 10,4 % delle ragazze ha uno stile di consumo dannoso o rischioso di alcol Le criticità relative alla diffusione dei comportamenti a rischio tra i giovani Fonte: Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS e WHO CC Research on Alcohol su dati Istat Indagine Multiscopo sulle Famiglie-Aspetti della vita Quotidiana. Anno 2007. I a Conf. Naz. Alcol Roma 2008 La quota delle ragazze a rischio 11-18enni e 19-24enni supera il valore della media nazionale delle consumatrici a rischio ( 7,8 % )
35. Consumatori a rischio (criterio ISS) 11-18 ANNI Fonte : Elaborazione Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS su dati Multiscopo ISTAT 2007
36. Consumatori a rischio (criterio ISS) 19-24 ANNI Fonte : Elaborazione Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS su dati Multiscopo ISTAT 2007
37. Percentuale di giovani che dichiarano di aver bevuto bevande alcoliche nell’ultima settimana Le abitudini di consumo dei giovani DOMENICA SABATO VENERDI' GIOVEDI' MERCOLEDI' MARTEDI' LUNEDI'
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39. Quanti giovani bevono in relazione ai differenti livelli di consumo (numero di bicchieri) Moderati e binge drinkers in una serata tipo Media: M = 3,9 F = 3,3 Moda: M=3 F=2 > 6 bicchieri 3-5 bicchieri
52. ATTIVAZIONE DELLE RISORSE PREVENZIONE PROMOZIONE AZIONE QUELLO CHE CI VUOLE….. Osservatorio Nazionale Alcol - World Health Organization Collaborating Centre for RESEARCH and HEALTH PROMOTION on ALCOHOL and ALCOHOL- RELATED HEALTH PROBLEMS
53. ALCOL e GIOVANI Le priorità Ridurre il rischio Sollecitare una “sana” curiosità Favorire lo sviluppo di una corretta percezione di limiti e comportamenti “sicuri” Sollecitare il senso di responsabilità Osservatorio Nazionale Alcol - World Health Organization Collaborating Centre for RESEARCH and HEALTH PROMOTION on ALCOHOL and ALCOHOL- RELATED HEALTH PROBLEMS
54. ALCOL e GIOVANI Come TUTELARLI Ridurre le pressioni al bere Incrementare la capacità critica “ Svalorizzare” il significato dell’uso (gestuale, estetico, di utilità) Informare e recuperare il significato del consumo Monitorare e Vigilare ELEMENTI CULTURALI PUBBLICITA’ e Media Familiari, sociali, del gruppo INFLUENZE Modelli, pseudo-valori, (dis) informazioni Pubblicità, famiglia, società, gruppo Misure, leggi, codici, regolamentazioni (Es. happy hours, sponsorizzazioni) AZIONE Osservatorio Nazionale Alcol - World Health Organization Collaborating Centre for RESEARCH and HEALTH PROMOTION on ALCOHOL and ALCOHOL- RELATED HEALTH PROBLEMS
55. L’indispensabilità della IDENTICAZIONE PRECOCE A fronte delle tendenze rilevate e la sempre più vasta diffusione di pratiche, modelli e stili di consumo ispirate all’abuso da parte di un ampia fascia di popolazione è indispensabile e urgente integrare nelle attività quotidiane di prevenzione l’identificazione precoce della persona a rischio.
58. STIMA WHO –RPA dei consumatori a rischio in Italia in base alla positività all’AUDIT Fonte: Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS e WHO CC Research on Alcohol su dati Istat Indagine Multiscopo sulle Famiglie-Aspetti della vita Quotidiana. Anno 2007. I a Conf. Naz. Alcol Roma 2008
59. ALCOL: Un decalogo per i genitori & qualche “dritta” per i più giovani Quello che c’è da sapere per non rischiare Osservatorio Nazionale Alcol - World Health Organization Collaborating Centre for RESEARCH and HEALTH PROMOTION on ALCOHOL and ALCOHOL- RELATED PROBLEMS
60. I Giovani e l’alcol Istruzioni per l’uso Osservatorio Nazionale Alcol - World Health Organization Collaborating Centre for RESEARCH and HEALTH PROMOTION on ALCOHOL and ALCOHOL- RELATED HEALTH PROBLEMS
61. Mantenere sempre attivo un dialogo e un canale di ascolto Osservatorio Nazionale Alcol - World Health Organization Collaborating Centre for RESEARCH and HEALTH PROMOTION on ALCOHOL and ALCOHOL- RELATED PROBLEMS
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Hinweis der Redaktion
Una prima evidenza è quella relativa all’aumento del numero di consumatori di bevande alcoliche che ha raggiunto proporzioni dell’87 % tra i maschi e del 64 % tra le donne. Naturalmente, in termini epidemiologici, ciò significa che un numero crescente di individui ha scelto di incominciare a bere ed è quindi parimente incrementata la proporzione dei soggetti esposti al potenziale fattore di rischi alcol, 37 milioni ccirca nel 2000, 20 milioni di uomini e 16 milioni circa di donne.