SlideShare a Scribd company logo
1 of 10
Green Ideas #12:

Dalla lavatrice all'autobus 
il
 mondo "smart" è già qui



 L’espressione Smart City è
molto in voga…scopriamo in
un’intervista de La Stampa a
Carlo Ratti, a che punto è la
         situazione…
Carlo Ratti, ingegnere a Torino, docente al Mit, ci accompagna nel
futuro prossimo


Quando ci sveglieremo nelle città intelligenti, i muri di casa si
sposteranno al nostro passaggio, gli elettrodomestici ci parleranno, e
l’autobus verrà a prenderci al portone invece di doverlo rincorrere.

L’auto si guiderà da sola, ricordando a memoria dove vogliamo
andare, dove parcheggiare e quale menù ci piace, al nostro
ristorante preferito, per prenotarlo senza neppure telefonare.

La
nostra bici saprà fra quanti minuti comincerà a piovere, e chi
provasse a rubarla non riuscirà a svoltare l’angolo.

Sceglieremo le strade da percorrere in base alle previsioni del traffico
o di quanto è pulita la loro aria, e se qualcuno si sentisse male, tutti
saprebbero in fretta dove sta e come soccorrerlo.
Professor Ratti, quando ci sveglieremo in queste città?

«Oggi. Al massimo domani, perché molte cose che abbiamo descritto sono
già operative, o lo stanno diventando».


Carlo Ratti ha 41 anni e dirige il Senseable City Lab al Massachusetts Institute
of Technology, dove si progettano i centri urbani del futuro prossimo. Se Italo
Calvino fosse ancora vivo lo odierebbe, perché Ratti ha più fantasia di lui, e le
sue città non sono invisibili.


Ci può spiegare cosa sono queste smart city?

«Uso l’esempio della Formula uno. Fino a qualche anno fa, per vincere era
necessaria una buona macchina e un buon pilota. Oggi è indispensabile un
sistema telemetrico e decine di sensori, che mandano le informazioni in tempo
reale ai computer dei box.
Così l’auto diventa intelligente, comunica, e permette ai tecnici di intervenire
per modificarla in corsa. Ecco, le città intelligenti funzioneranno così».
In quale modo?

«Ci sono due modelli concettuali. Il sistema dall’alto, che centralizza e
distribuisce tutte le informazioni raccolte dai sensori, i cellulari e i vari
strumenti elettronici già disseminati nelle nostre città; e quello dal basso,
che si attiva attraverso le comunicazioni degli stessi cittadini. Io segnalo
una buca per strada, l’amministrazione viene a ripararla».

Cominciamo
dal principio. Ci svegliamo la mattina, e il muro della stanza da letto si
sposta per farci andare in cucina?

«Volendo sì. A Saragozza abbiamo presentato il Digital Water Pavilion,
con muri di acqua che si azionano al nostro comando. È un po’ la
realizzazione del sogno di Michelangelo, che colpisce il suo Mosè col
martello chiedendogli perché non parla. Ecco, adesso l’architettura è
viva e gli elettrodomestici ci parlano».

Quindi il frigo ci avverte che il
latte è in scadenza e bisogna consumarlo in fretta.

«Non solo. La lavastoviglie raccoglie in un chip tutte le informazioni sul
consumo di elettricità e acqua, aiutandoci a scegliere il momento
migliore per accenderla. Così risparmiamo energia ed evitiamo i picchi di
consumo, che sono come gli ingorghi nel traffico. Ad aprile presenteremo
a Milano alcuni di questi elettrodomestici».
Finiamo di bere il latte, buttiamo il cartone, e poi?

«Un chip segue il suo percorso. Si chiama Trash Track. Lo abbiamo
già fatto a Seattle, scoprendo che una cartuccia di inchiostro
aveva percorso 6.152 chilometri prima di arrivare a destinazione.
Troppo, non funziona. Così invece possiamo seguire lo
smaltimento, snellirlo, aumentare il riciclo, ed evitare che i rifiuti
finiscano in discariche illegali».


A questo punto scendiamo in strada sereni, e ci avviamo in
ufficio. Come?

«Prima ipotesi: prendiamo il bus. Oggi bisogna aspettarlo,
inseguirlo, sperare che arrivi in tempo a destinazione. Nelle città
intelligenti, grazie all’uso di algoritmi dinamici, l’autobus sarà “on
demand”. Verrà a cercarci dove ci troviamo e potrà prevedere
quando raggiungerà la nostra fermata, perché saprà
esattamente come va il traffico. Questo significa usare meglio le
infrastrutture esistenti, risparmiando i soldi per ricostruirle».
Ma noi preferiamo l’auto.

«Se ci piace guidare, potremo farlo per il nostro gusto, ma tutte le
auto saranno autopilotate.
Questo significa più sicurezza e archviazione dei sistemi arcaici
che usiamo oggi per regolare il traffico. L’auto saprà in tempo
reale dove ci sono gli ingorghi per evitarli, conoscerà i parcheggi
dove c’è posto e pagherà il pedaggio automaticamente,
facendoci risparmiare anche il costo delle multe.
Conoscerà l’indirizzo dei negozi dove vogliamo andare o il
ristorante, che già oggi si può prenotare col sistema “open table”.
Così risparmieremo un sacco di tempo e diminuiremo
l’inquinamento, perché la maggior parte delle emissioni
avvengono proprio nei momenti morti del trasporto urbano.
Niente targhe alterne, insomma, o come minimo lo sapremo con
grande anticipo. Sistemi del genere esistono già in città come
Singapore o Londra, dove per entrare al centro ci sono strumenti
che fanno pagare il pedaggio leggendo la targa.
A Singapore poi piove spesso, ma lo fa a macchia di leopardo.
Un tempo, quando arrivava il temporale, era impossibile trovare
un taxi.
Ora il sistema Live Singapore avvisa con cinque o dieci minuti di
anticipo dove sta per piovere, così i cittadini e i guidatori di taxi, si
possono organizzare».
E se siamo così ecologisti da volere la bici?

«In Danimarca abbiamo lanciato un programma chiamato Copenhagen
Wheel. Sono bici modificate, con la ruota posteriore che le trasforma in
ibridi elettrici. Ricevono tutte le informazioni sul traffico, il tempo ed altro, e
registrano la strada percorsa. Questo serve a tenere la contabilità di un
sistema di miglia come quello delle linee aeree, che poi premia chi fa più
chilometri in bici. È un programma che migliora anche la salute pubblica,
perché chi fa moto sta meglio, e consente alla comunità di risparmiare
molti soldi di cure».

Saremo anche più sicuri?

«Certo, perché come scriveva Jane Jacobs in “The Death and Life of Great
American Cities”, ci saranno mille occhi nelle strade. Quelli dei cittadini,
che potranno segnalare qualunque problema. Da questo punto di vista, la
città più intelligente al mondo è Il Cairo, dove la primavera araba è
esplosa grazie alle comunicazioni dei social media».

Non c’è il rischio che un criminale approfitti di questi sistemi?

«Sì: tutte le invenzioni umane possono essere usate per il bene o il male.
L’enorme diffusione delle informazioni tra tutti, però, aumenta anche la
capacità di controllo dei singoli cittadini».
Non sono sistemi che interessano anche alla politica?

«In America stiamo ridisegnando le mappe del Paese sulla base del flusso delle
comunicazioni, e anche in Gran Bretagna. Serve a riscrivere i confini delle
amministrazioni, privilegiando la convenzienza per i cittadini».

E la privacy,
che fine farà?

«Ne stiamo discutendo. Diventeremo una società dove è impossibile
dimenticare, come prevedeva Calvino nella “Memoria del mondo”. All’origine
di tutte queste azioni, però, deve sempre esserci la volontarietà del soggetto
che partecipa, fornisce e riceve informazioni. Perciò preferiamo i modelli dal
basso».

Quando le vedremo, riconosceremo queste città?

«Saranno come quelle in cui viviamo, non Metropolis. Sono già quelle in cui
viviamo, solo un po’ più efficienti».
Ne state costruendo di nuove?

«Sì, ma con modalità diverse. A Guadalajara, in Messico, stiamo
realizzando una Ciudad Creativa Digital promossa dal governo,
riqualificando un antico quartiere storico. In Russia, invece, stiamo
preparando una nuova città da zero. Ne stiamo costruendo una in
Arabia Saudita, che diventerà un grande polo per la ricerca
energetica: hanno capito che il petrolio sta finendo, e vogliono essere
all’avanguardia delle nuove fonti».

E l’Italia?

«È molto avvantaggiata, perché ha strutture urbanistiche che tutto il
mondo le invidia. Venezia, per esempio, non sarebbe mai potuta
diventare una città industriale, ma sarà una smart city perché questi
strumenti sono molto più leggeri. Anche Torino è all’avanguardia: ci
sono vari progetti già allo studio».


di PAOLO MASTROLILLI, LA Stampa, 9 Settembre 2012
E’ un’iniziativa




    www.aurive.it

More Related Content

Similar to Green ideas # 12 dalla lavatrice all'autobus il mondo smart è già qui

LA MASSAFRA CHE VOGLIAMO” PROGRAMMA E PROPOSTE PER MASSAFRA 2016-2021
LA MASSAFRA CHE VOGLIAMO”   PROGRAMMA E PROPOSTE PER MASSAFRA  2016-2021LA MASSAFRA CHE VOGLIAMO”   PROGRAMMA E PROPOSTE PER MASSAFRA  2016-2021
LA MASSAFRA CHE VOGLIAMO” PROGRAMMA E PROPOSTE PER MASSAFRA 2016-2021
Pd Massafra
 
Smart Cities e condivisione della conoscenza: dalla città fordista alla cloud...
Smart Cities e condivisione della conoscenza: dalla città fordista alla cloud...Smart Cities e condivisione della conoscenza: dalla città fordista alla cloud...
Smart Cities e condivisione della conoscenza: dalla città fordista alla cloud...
SMAU
 
Smart city amsterdam copenhagen octavia
Smart city amsterdam copenhagen octaviaSmart city amsterdam copenhagen octavia
Smart city amsterdam copenhagen octavia
rivarasilvia
 
Relazione finale del progetto Ubiquitous Computing
Relazione finale del progetto Ubiquitous ComputingRelazione finale del progetto Ubiquitous Computing
Relazione finale del progetto Ubiquitous Computing
Riccardo Venturato
 

Similar to Green ideas # 12 dalla lavatrice all'autobus il mondo smart è già qui (20)

Sì, ma il programma? Cinque grandi progetti per migliorare la città.
Sì, ma il programma? Cinque grandi progetti per migliorare la città.Sì, ma il programma? Cinque grandi progetti per migliorare la città.
Sì, ma il programma? Cinque grandi progetti per migliorare la città.
 
Antonio Decaro - Cinque grandi progetti per migliorare la città ("Sì, ma il p...
Antonio Decaro - Cinque grandi progetti per migliorare la città ("Sì, ma il p...Antonio Decaro - Cinque grandi progetti per migliorare la città ("Sì, ma il p...
Antonio Decaro - Cinque grandi progetti per migliorare la città ("Sì, ma il p...
 
LA MASSAFRA CHE VOGLIAMO” PROGRAMMA E PROPOSTE PER MASSAFRA 2016-2021
LA MASSAFRA CHE VOGLIAMO”   PROGRAMMA E PROPOSTE PER MASSAFRA  2016-2021LA MASSAFRA CHE VOGLIAMO”   PROGRAMMA E PROPOSTE PER MASSAFRA  2016-2021
LA MASSAFRA CHE VOGLIAMO” PROGRAMMA E PROPOSTE PER MASSAFRA 2016-2021
 
Comprendere le Smart city2014
Comprendere le Smart city2014Comprendere le Smart city2014
Comprendere le Smart city2014
 
Smart city - “Una nuova lettura della città contemporanea”
Smart city - “Una nuova lettura della città contemporanea”  Smart city - “Una nuova lettura della città contemporanea”
Smart city - “Una nuova lettura della città contemporanea”
 
Smart society
Smart societySmart society
Smart society
 
Lezione 21 del 10 aprile 2012 - COSA PUO' FARE L'INFORMATICA PER LE CITTA' IN...
Lezione 21 del 10 aprile 2012 - COSA PUO' FARE L'INFORMATICA PER LE CITTA' IN...Lezione 21 del 10 aprile 2012 - COSA PUO' FARE L'INFORMATICA PER LE CITTA' IN...
Lezione 21 del 10 aprile 2012 - COSA PUO' FARE L'INFORMATICA PER LE CITTA' IN...
 
Commissione Mobilità, discussione "fase 2" emergenza COVID-19
Commissione Mobilità, discussione "fase 2" emergenza COVID-19 Commissione Mobilità, discussione "fase 2" emergenza COVID-19
Commissione Mobilità, discussione "fase 2" emergenza COVID-19
 
GREEN MOVING N°2 - L'Internet of Things e le sue applicazioni nella Logistica...
GREEN MOVING N°2 - L'Internet of Things e le sue applicazioni nella Logistica...GREEN MOVING N°2 - L'Internet of Things e le sue applicazioni nella Logistica...
GREEN MOVING N°2 - L'Internet of Things e le sue applicazioni nella Logistica...
 
Smart Cities e condivisione della conoscenza: dalla città fordista alla cloud...
Smart Cities e condivisione della conoscenza: dalla città fordista alla cloud...Smart Cities e condivisione della conoscenza: dalla città fordista alla cloud...
Smart Cities e condivisione della conoscenza: dalla città fordista alla cloud...
 
Smart city amsterdam copenhagen octavia
Smart city amsterdam copenhagen octaviaSmart city amsterdam copenhagen octavia
Smart city amsterdam copenhagen octavia
 
Relazione finale del progetto Ubiquitous Computing
Relazione finale del progetto Ubiquitous ComputingRelazione finale del progetto Ubiquitous Computing
Relazione finale del progetto Ubiquitous Computing
 
The time of spreadsheets is over!
The time of spreadsheets is over!The time of spreadsheets is over!
The time of spreadsheets is over!
 
Mobilita sostenibile in una smart city
Mobilita  sostenibile in una smart cityMobilita  sostenibile in una smart city
Mobilita sostenibile in una smart city
 
Irene Rovai - La città ideale
Irene Rovai - La città idealeIrene Rovai - La città ideale
Irene Rovai - La città ideale
 
IUAVcamp presentazione
IUAVcamp presentazioneIUAVcamp presentazione
IUAVcamp presentazione
 
UNA SCOMMESSA DA VINCERE
UNA SCOMMESSA DA VINCEREUNA SCOMMESSA DA VINCERE
UNA SCOMMESSA DA VINCERE
 
ODD 2016 Ass Smart City Agata Quattrone
ODD 2016 Ass Smart City Agata QuattroneODD 2016 Ass Smart City Agata Quattrone
ODD 2016 Ass Smart City Agata Quattrone
 
GWT 2014: Smart City Conference - 06 Il ruolo delle tecnologie Geospaziali ne...
GWT 2014: Smart City Conference - 06 Il ruolo delle tecnologie Geospaziali ne...GWT 2014: Smart City Conference - 06 Il ruolo delle tecnologie Geospaziali ne...
GWT 2014: Smart City Conference - 06 Il ruolo delle tecnologie Geospaziali ne...
 
vanti e indrio
vanti e indriovanti e indrio
vanti e indrio
 

More from Aurive società cooperativa sociale

More from Aurive società cooperativa sociale (20)

Dettaglio mansioni per ogni azienda
Dettaglio mansioni per ogni aziendaDettaglio mansioni per ogni azienda
Dettaglio mansioni per ogni azienda
 
Modulo candidatura
Modulo candidaturaModulo candidatura
Modulo candidatura
 
Lo stupore del sacro
Lo stupore del sacroLo stupore del sacro
Lo stupore del sacro
 
Contratto innovativo indeterminato
Contratto innovativo indeterminatoContratto innovativo indeterminato
Contratto innovativo indeterminato
 
Sintesi dei progetti
Sintesi dei progettiSintesi dei progetti
Sintesi dei progetti
 
Artigiani digitali
Artigiani digitaliArtigiani digitali
Artigiani digitali
 
Volidentità sospese 2013
Volidentità sospese 2013Volidentità sospese 2013
Volidentità sospese 2013
 
Bike economy
Bike economyBike economy
Bike economy
 
Woofing 1° giugno
Woofing 1° giugnoWoofing 1° giugno
Woofing 1° giugno
 
Campi di lavoro
Campi di lavoroCampi di lavoro
Campi di lavoro
 
Next job
Next jobNext job
Next job
 
Next job torino
Next job torinoNext job torino
Next job torino
 
Next job
Next jobNext job
Next job
 
Flyer torino web
Flyer torino webFlyer torino web
Flyer torino web
 
Diritto d'autore
Diritto d'autoreDiritto d'autore
Diritto d'autore
 
Next job a villadossola
Next job a villadossolaNext job a villadossola
Next job a villadossola
 
Artigiani digitali
Artigiani digitaliArtigiani digitali
Artigiani digitali
 
Presentazione andrea avogadro
Presentazione andrea avogadroPresentazione andrea avogadro
Presentazione andrea avogadro
 
Next job programma
Next job programmaNext job programma
Next job programma
 
Next job 13 ottobre 2012
Next job 13 ottobre 2012Next job 13 ottobre 2012
Next job 13 ottobre 2012
 

Green ideas # 12 dalla lavatrice all'autobus il mondo smart è già qui

  • 1. Green Ideas #12: Dalla lavatrice all'autobus 
il mondo "smart" è già qui L’espressione Smart City è molto in voga…scopriamo in un’intervista de La Stampa a Carlo Ratti, a che punto è la situazione…
  • 2. Carlo Ratti, ingegnere a Torino, docente al Mit, ci accompagna nel futuro prossimo Quando ci sveglieremo nelle città intelligenti, i muri di casa si sposteranno al nostro passaggio, gli elettrodomestici ci parleranno, e l’autobus verrà a prenderci al portone invece di doverlo rincorrere. L’auto si guiderà da sola, ricordando a memoria dove vogliamo andare, dove parcheggiare e quale menù ci piace, al nostro ristorante preferito, per prenotarlo senza neppure telefonare.

La nostra bici saprà fra quanti minuti comincerà a piovere, e chi provasse a rubarla non riuscirà a svoltare l’angolo. Sceglieremo le strade da percorrere in base alle previsioni del traffico o di quanto è pulita la loro aria, e se qualcuno si sentisse male, tutti saprebbero in fretta dove sta e come soccorrerlo.
  • 3. Professor Ratti, quando ci sveglieremo in queste città?
 «Oggi. Al massimo domani, perché molte cose che abbiamo descritto sono già operative, o lo stanno diventando».

 Carlo Ratti ha 41 anni e dirige il Senseable City Lab al Massachusetts Institute of Technology, dove si progettano i centri urbani del futuro prossimo. Se Italo Calvino fosse ancora vivo lo odierebbe, perché Ratti ha più fantasia di lui, e le sue città non sono invisibili.
 Ci può spiegare cosa sono queste smart city?
 «Uso l’esempio della Formula uno. Fino a qualche anno fa, per vincere era necessaria una buona macchina e un buon pilota. Oggi è indispensabile un sistema telemetrico e decine di sensori, che mandano le informazioni in tempo reale ai computer dei box. Così l’auto diventa intelligente, comunica, e permette ai tecnici di intervenire per modificarla in corsa. Ecco, le città intelligenti funzioneranno così».
  • 4. In quale modo?
 «Ci sono due modelli concettuali. Il sistema dall’alto, che centralizza e distribuisce tutte le informazioni raccolte dai sensori, i cellulari e i vari strumenti elettronici già disseminati nelle nostre città; e quello dal basso, che si attiva attraverso le comunicazioni degli stessi cittadini. Io segnalo una buca per strada, l’amministrazione viene a ripararla».

Cominciamo dal principio. Ci svegliamo la mattina, e il muro della stanza da letto si sposta per farci andare in cucina?
 «Volendo sì. A Saragozza abbiamo presentato il Digital Water Pavilion, con muri di acqua che si azionano al nostro comando. È un po’ la realizzazione del sogno di Michelangelo, che colpisce il suo Mosè col martello chiedendogli perché non parla. Ecco, adesso l’architettura è viva e gli elettrodomestici ci parlano».

Quindi il frigo ci avverte che il latte è in scadenza e bisogna consumarlo in fretta.
 «Non solo. La lavastoviglie raccoglie in un chip tutte le informazioni sul consumo di elettricità e acqua, aiutandoci a scegliere il momento migliore per accenderla. Così risparmiamo energia ed evitiamo i picchi di consumo, che sono come gli ingorghi nel traffico. Ad aprile presenteremo a Milano alcuni di questi elettrodomestici».
  • 5. Finiamo di bere il latte, buttiamo il cartone, e poi?
 «Un chip segue il suo percorso. Si chiama Trash Track. Lo abbiamo già fatto a Seattle, scoprendo che una cartuccia di inchiostro aveva percorso 6.152 chilometri prima di arrivare a destinazione. Troppo, non funziona. Così invece possiamo seguire lo smaltimento, snellirlo, aumentare il riciclo, ed evitare che i rifiuti finiscano in discariche illegali».

 A questo punto scendiamo in strada sereni, e ci avviamo in ufficio. Come?
 «Prima ipotesi: prendiamo il bus. Oggi bisogna aspettarlo, inseguirlo, sperare che arrivi in tempo a destinazione. Nelle città intelligenti, grazie all’uso di algoritmi dinamici, l’autobus sarà “on demand”. Verrà a cercarci dove ci troviamo e potrà prevedere quando raggiungerà la nostra fermata, perché saprà esattamente come va il traffico. Questo significa usare meglio le infrastrutture esistenti, risparmiando i soldi per ricostruirle».
  • 6. Ma noi preferiamo l’auto.
 «Se ci piace guidare, potremo farlo per il nostro gusto, ma tutte le auto saranno autopilotate. Questo significa più sicurezza e archviazione dei sistemi arcaici che usiamo oggi per regolare il traffico. L’auto saprà in tempo reale dove ci sono gli ingorghi per evitarli, conoscerà i parcheggi dove c’è posto e pagherà il pedaggio automaticamente, facendoci risparmiare anche il costo delle multe. Conoscerà l’indirizzo dei negozi dove vogliamo andare o il ristorante, che già oggi si può prenotare col sistema “open table”. Così risparmieremo un sacco di tempo e diminuiremo l’inquinamento, perché la maggior parte delle emissioni avvengono proprio nei momenti morti del trasporto urbano. Niente targhe alterne, insomma, o come minimo lo sapremo con grande anticipo. Sistemi del genere esistono già in città come Singapore o Londra, dove per entrare al centro ci sono strumenti che fanno pagare il pedaggio leggendo la targa. A Singapore poi piove spesso, ma lo fa a macchia di leopardo. Un tempo, quando arrivava il temporale, era impossibile trovare un taxi. Ora il sistema Live Singapore avvisa con cinque o dieci minuti di anticipo dove sta per piovere, così i cittadini e i guidatori di taxi, si possono organizzare».
  • 7. E se siamo così ecologisti da volere la bici?
 «In Danimarca abbiamo lanciato un programma chiamato Copenhagen Wheel. Sono bici modificate, con la ruota posteriore che le trasforma in ibridi elettrici. Ricevono tutte le informazioni sul traffico, il tempo ed altro, e registrano la strada percorsa. Questo serve a tenere la contabilità di un sistema di miglia come quello delle linee aeree, che poi premia chi fa più chilometri in bici. È un programma che migliora anche la salute pubblica, perché chi fa moto sta meglio, e consente alla comunità di risparmiare molti soldi di cure». 
Saremo anche più sicuri?
 «Certo, perché come scriveva Jane Jacobs in “The Death and Life of Great American Cities”, ci saranno mille occhi nelle strade. Quelli dei cittadini, che potranno segnalare qualunque problema. Da questo punto di vista, la città più intelligente al mondo è Il Cairo, dove la primavera araba è esplosa grazie alle comunicazioni dei social media».
 Non c’è il rischio che un criminale approfitti di questi sistemi?
 «Sì: tutte le invenzioni umane possono essere usate per il bene o il male. L’enorme diffusione delle informazioni tra tutti, però, aumenta anche la capacità di controllo dei singoli cittadini».
  • 8. Non sono sistemi che interessano anche alla politica?
 «In America stiamo ridisegnando le mappe del Paese sulla base del flusso delle comunicazioni, e anche in Gran Bretagna. Serve a riscrivere i confini delle amministrazioni, privilegiando la convenzienza per i cittadini».

E la privacy, che fine farà?
 «Ne stiamo discutendo. Diventeremo una società dove è impossibile dimenticare, come prevedeva Calvino nella “Memoria del mondo”. All’origine di tutte queste azioni, però, deve sempre esserci la volontarietà del soggetto che partecipa, fornisce e riceve informazioni. Perciò preferiamo i modelli dal basso».

Quando le vedremo, riconosceremo queste città?
 «Saranno come quelle in cui viviamo, non Metropolis. Sono già quelle in cui viviamo, solo un po’ più efficienti».
  • 9. Ne state costruendo di nuove?
 «Sì, ma con modalità diverse. A Guadalajara, in Messico, stiamo realizzando una Ciudad Creativa Digital promossa dal governo, riqualificando un antico quartiere storico. In Russia, invece, stiamo preparando una nuova città da zero. Ne stiamo costruendo una in Arabia Saudita, che diventerà un grande polo per la ricerca energetica: hanno capito che il petrolio sta finendo, e vogliono essere all’avanguardia delle nuove fonti».
 E l’Italia?
 «È molto avvantaggiata, perché ha strutture urbanistiche che tutto il mondo le invidia. Venezia, per esempio, non sarebbe mai potuta diventare una città industriale, ma sarà una smart city perché questi strumenti sono molto più leggeri. Anche Torino è all’avanguardia: ci sono vari progetti già allo studio». di PAOLO MASTROLILLI, LA Stampa, 9 Settembre 2012
  • 10. E’ un’iniziativa www.aurive.it