Realizzazione della classe 5a F del Liceo Classico "Cairoli" di Varese, coordinata dai docenti Brochetta e Guerraggio: una panoramica completa del primo conflitto mondiale dal punto di vista storico, artistico e letterario precede la lettura della guerra in funzione della memoria del passato (art. 9 della Costituzione italiana) per ricostruire la propria identità di cittadino in rapporto all'art.11 della Costituzione.
2. Il congresso di Berlino del 1870 aveva sancito un lungo periodo di pace: la Belle
Epòque
La seconda Rivoluzione industriale aveva dato il sogno di un progresso
ininterrotto per l’umanità
3. Rimanevano peraltro latenti profonde rivalità tra le
potenze europee, che si sfogavano nelle conquiste
coloniali
4. Gli stati erano divisi tra Triplice Alleanza e Triplice Intesa.
L’Italia si era alleata con Austria e Germania, contraddicendo
lo spirito risorgimentale.
Bastava una scintilla per lo scoppio
di una guerra che tutti credevano veloce.
Nel 1914 quando l’Austria invase la
Serbia l’Italia rimase neutrale.
5. L’opinione pubblica italiana era divisa tra interventisti e neutralisti:
I neutralisti rappresentavano la maggior parte della popolazione tra cui i
cattolici e i socialisti;
Gli interventisti, pochi ma molto rumorosi, erano sponsorizzati dalla
corona.
Tra gli interventisti ricordiamo Filippo Tommaso
Marinetti che, nel Manifesto del Futurismo del
1909, aveva affermato «Noi vogliamo glorificare la
guerra – sola igiene del mondo – il militarismo, il
patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le
belle idee per cui si muore e il disprezzo della
donna.»
6. L’Italia entrò in guerra contro l’Austria il 24
maggio 1915, certa che il suo intervento
avrebbe causato la rapida vittoria dell’Intesa.
Ben presto la guerra si trasformò in una
logorante guerra di posizione.
7.
8. Veglia Giuseppe Ungaretti
Un'intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d'amore.
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita.
Cima Quattro il 25 dicembre 1915
9. San Martino del Carso Giuseppe Ungaretti
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto
Ma nel mio cuore
nessuna croce manca
E' il mio cuore
il paese più straziato.
Valloncello dell’Albero Isolato il 27 agosto 1916
10. da “Un anno sull’Altipiano” di Emilio Lussu
(1890-1975)
La fantasia del generale aveva voluto che le trombe
suonassero l’assalto, sgomento per il nemico, incitamento ai
nostri. Quando le note risuonarono, tutti i reparti di prima
linea si lanciarono all’assalto. Ma, nello stesso istante, gli
austriaci, così avvisati, risposero con un fuoco pronto di
mitragliatrici e di fucili. Per qualche minuto, fu un assordante
frastuono. Le trombe continuavano a squillare, le linee
nemiche a sparare. I razzi, di fronte a noi, si levavano a
centinaia, senza interruzione, uno dopo l’altro, e scoprivano le
nostre ondate. Le nostre compagnie, accolte da raffiche,
falciate, furono ributtate indietro senza poter arrivare
neppure alle linee nemiche. …
11. … Il disordine era grande e il trasporto dei ferite aumentava la confusione. La
sorpresa e l’assalto erano falliti, ma le trombe, sotto la guida del generale, che le
aveva a fianco, continuavano a squillare. Sembrava che il generale fosse deciso a
conquistare le posizioni a squilli di tromba.
Solo qualche ora dopo, quando la calma era subentrata a tanto frastuono, noi
sapemmo che il generale era soddisfatto. Egli aveva voluto solamente obbligare il
nemico a segnare le sue posizioni e a svelare le sue forze. Per questo risultato,
sarebbero bastate le ricognizioni coordinate di qualche pattuglia, ma il comandante
di divisione disprezzava i mezzucci ordinari.
14. Fratelli Giuseppe Ungaretti
Di che reggimento siete,
fratelli?
Parola tremante
nella notte
Foglia appena nata
Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell'uomo presente alla sua
fragilità
Fratelli
Mariano il 15 luglio 1916
15. Perché non siamo eterni, ma uomini; e destinati a morire. Questo momento,
che ci è toccato, non tornerà più per noi, se lo lasceremo passare.
Hanno detto che l’Italia può riparare, se anche manchi questa occasione che le
è data; la potrà ritrovare. Ma noi, come ripareremo?
Fra mille milioni di vite, c’è un minuto per noi; e non l’avremo vissuto. Noi,
quelli della mia generazione; che arriviamo adesso al limite, o l’abbiamo
passato da poco; gente sciupata e superba. Perché eravamo destinati a questo
punto, in cui tutti i peccati e le debolezze e le inutilità potevano trovare il loro
impiego. Questo è il nostro assoluto. E’ così semplice!
Non siamo né asceti né fuori dal mondo. Vivere vogliamo e non morire. Anche
se ci tocchi quello, che non si può scansare col corpo, e che è sempre vita,
quando lo incontriamo camminando per la strada. Non aspettiamo niente.
Sappiamo che il nostro sacrificio non è indispensabile. Ciò fa più semplice e
più sicura la nostra passione.
… Ma io vivo in un altro luogo. In quell’Italia che mi è sembrata sorda e vuota,
quando la guardavo soltanto; ma adesso sento che può essere piena di uomini
come son io, stretti dalla mia ansia e incamminati per la mia strada, capaci di
appoggiarsi l’un all’altro, di vivere e di morire.
da “Esame di coscienza di un letterato” di Renato Serra (1884-1915)
16.
17. La disfatta di Caporetto rese necessario l’arruolamento dei
coscritti del 1899 che avevano appena compiuto 18 anni
18. La Prima Guerra Mondiale si concluse nel 1918 ma di
fatto pose le premesse per il successivo devastante
conflitto, in particolare per:
Il fallimento del progetto della Società delle Nazioni
L’umiliazione inflitta alla Germania
Forti tensioni sociali
19. In Italia ben presto emersero profonde contraddizioni :
La promessa di una riforma agraria fatta ai soldati non
fu mantenuta
I reduci si sentivano abbandonati a se stessi
La disoccupazione, causata dalla mancata
riconversione industriale, era alle stelle
D’Annunzio alimentò il mito della «vittoria mutilata»
Di lì a poco si instaurò il fascismo
20. Il termine «monumento» deriva dalla radice
indoeuropea «mn-men-mon», connessa all’attività del
pensiero, che troviamo in parole come mente,
memoria, ammonimento.
21. Ma perché pria del tempo a sé il mortale
invidierà l’illusion che spento
pur lo sofferma al limitar di Dite?
Non vive ei forse anche sotterra, quando
gli sarà muta l’armonia del giorno,
se può destarla con soavi cure
nella mente de’ suoi? Celeste è questa
corrispondenza d’amorosi sensi,
celeste dote è negli umani; e spesso
per lei si vive con l’amico estinto
e l’estinto con noi, se pia la terra
che lo raccolse infante e lo nutriva,
nel suo grembo materno, ultimo asilo
porgendo, sacre le reliquie renda
dall’insultar de’ nembi e dal profano
piede del vulgo e serbi un sasso il nome…
Ugo Foscolo
23. “e poi c’è la memoria e le memorie, la grande
energia intellettuale delle generazioni che si
tramandano le loro
opere, monumenti, documenti, regole di
saggezza etica e giuridica …la lettura della
storia nazionale non lasciamola solo agli storici
di mestiere, riappropriamoci della nostra
soggettività”… F.P. Casavola
29. 28 caduti 1013 abitanti nel 1911
10% della popolazione
maschile
Età
• Da 19
• A 45
Causa di
morte
• Ferite
• Bronchite
• Peritonite
• Malaria
• tubercolosi
Luogo di
morte
• Udine
• Padova
• Stelvio
• Bassano del
Grappa
• Schio
33. Costituzione Italiana, Art. 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla
libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione
delle controversie internazionali; ……”
35. Stilizzazione di Piazza Duomo.
Le persone sono rese con il disegno degli slogan gridati dai manifestanti
36.
37. Da "Il popolo d'Italia"22maggio 1915-lettera che
invoca la chiamata alle armi degli studenti ( tra le
firme,quella di Gadda Carlo Emilio )
"Partenza dei nostri fratelli d'armi che ,per accorrere
alla difesa suprema della patria lasciano i campi,le
officine,le occupazioni di ogni genere,
Noi ci sentiamo bruciare addosso questi abiti
borghesi.......
42. -"La carne venduta al re",con questa espressione i
contadini siciliani qualificavano il servizio militare"
( visione di spezzoni da "Uomini contro" di Francesco
Rosi -lotta del singolo individuo per sopravvivere )
-guerra-lo stare insieme di persone di verse,un
incontro di storie
Visione di spezzoni da "La grande guerra di Mario
Monicelli"( incidenza degli eventi sugli eventi degli
uomini )
43. da "l'illustrazione Italiana"20maggio1917"
Milano e la Lombardia non solo serbatoio di uomini per la guerra
nazionale,ma da qui partivano le principali partite di mezzi bellici,armi di
piccolo e grosso calibro,automezzi,persino i primi aerei.Sistemi industriali
sempre più avanzati sotto il profilo tecnologico
44.
Le conquiste della scienza e della tecnica erano state
usate per produrre
Una gigantesca macelleria umana
Dal SUPERMARKET DELLE ARMI a COMMISSIONI
ORGANICHE DI SCIENZIATI E RAPPRESENTANTI DEI
VARI RAMI DELL'INDUSTRIA
in GranBretagna,Stati Uniti,Germania ,Italia,quello che
poi diventerà il CNR
46. «Le donne pallide,
fabbricatrici di spole
omicide, ora incrocian le mani
sul capo dei figli –attendendo
su la pietra del focolare
colui che senz’armi
sta per tornare»
47. «La funzione del monumento non è solo quella di
celebrare il coraggio e il valore di un esercito o
ricordare i soldati morti in battaglia, ma anche di
identificarli singolarmente come eroi»
«I monumenti ai Caduti pongono su uno stesso piano
individui che in vita erano invece stati separati da
differenze sociali, economiche ed individuali»
«Un posto privilegiato e perpetuo onde ricordare ai
posteri la loro gloriosa epopea»
48. «Il monumento consente il ricordo della persona
estinta, che genera nel vivo un senso di compassione
e di affetto, come se provando compassione per il
morto egli continuasse a vivere in noi e noi in lui»
«In ogni città è possibile trovare o una lapide o un
viale volti a ricordare tutti i coraggiosi che non si
limitarono a combattere con learmi, ma che si
impagnarono a battersi con il cuore»
49. Nella realtà storica della grande Guerra Milano è una
città di retrovia, ma in poesia è pienamente coinvolta.
Nell’arte...in via Tiraboschi c’è un monumento
chiamato in gergo «I tri ciucch»: la sua funzione è
ricordare il bombardamento del 14 febbraio 1916 nella
zona di Porta Romana. Gli aeroplani austriaci quel
giorno erano riusciti a raggiungere Milano uccidendo
una quindicina di civili, i cui nomi sono elencati sulla
lapide. Un po’ di guerra in senso pieno a Milano c’è
stata veramente
53. Oh, la morte non ci fu mai nemica!
L’abbiamo derisa, abbiamo fatto lega con lei, vecchia amicona.
Non si paga il soldato per recalcitrare ai suoi poteri.
Ridemmo, certi che sarebbero venuti
uomini migliori e guerre più grandi,
in cui potesse ciascun soldato, orgoglioso, vantarsi
di combattere contro la Morte-per la vita;
non contro uomini-per una bandiera.
W. Owen