1. cronache ipogee
pagine di informazione speleologica per il Friuli Venezia Giulia - n. 11/2013
Spilaio (Spηlaio)
Viaggio nel mondo ipogeo della Grecia tra mito e realtà
Lunedì 11 novembre, ore
16.30, complice una Bora
sostenuta, si è svolta la
cerimonia di inaugurazione
della mostra storico-esplorativa denominata SPILAIO. Viaggio nel mondo
ipogeo della Grecia tra mito e realtà.
La mostra ci è stata richiesta dalla
Comunità Greco-orientale di Trieste, in
seguito alla nostra ultima spedizione
speleologica in terra ellenica e il suo
allestimento è stato ospitato nella Sala
Giubileo/Filoxenia, a Trieste.
Con l'occasione, abbiamo pensato di
riunire in una unica esposizione le
quattro iniziative sociali che ci hanno
visto spostare la nostra attività speleologica (sia esplorativa che divulgativa)
in Grecia, nel corso del tempo.
Trieste, Sala Giubileo/Filoxenia. Uno dei 34
pannelli della mostra.
(Massimo Razzuoli)
Trieste, Sala Giubileo/Filoxenia. Particolare
dell'esposizione.
(Massimo Razzuoli)
Così, l'esposizione fotografica ha preso
lo spunto dalla ormai lontana spedizione esplorativa del 1984 (all'Abisso
Provatina) per poi proseguire con il
commento scritto e fotografico di quella
del 2005, in Peloponneso, dove gli
obiettivi erano stati fissati sull'attività
speleo-subacquea sia di ricerca che di
esplorazione, senza per questo trascurare la didattica. In quella occasione,
infatti, gli istruttori del CAT avevano
tenuto un corso di certificazione per
gli speleosub ellenici.
Una parte è stata riservata alle ricerche scientifiche condotte nelle grotte
marine del Peloponneso da parte di
alcuni giovani studenti dell'Università
di Trieste che si erano aggregati alla
spedizione.
A questa segue la spedizione del
2011 nella quale sono stati investigati
i territori montani del Pindos con la
scoperta, l'esplorazione, la documentazione e il rilievo di 42 cavità.
La mostra ha voluto comprendere
anche l'aspetto folkloristico delle grotte
elleniche che, grazie a una cultura
millenaria, ha dato modo ai nostri
studiosi del settore di presentare un
report al Congresso Internazionale di
Speleologia, tenutosi a Kalamos, nel
2005.
Alcuni esempi di attrezzature speleologiche e speleo-subacquee vanno a
corredare la mostra insieme al filmato
che è stato prodotto per la spedizione
del 2011.
La serata è stata introdotta dal presidente della Comunità Greco-orientale,
amm. Stelios Ritsos, che dopo le presentazioni di rito ha dato la parola al
presidente del CAT, Lino Monaco.
Il saluto dell'Amministrazione Comunale è stato portato dal consigliere
Giovanni Coloni che ha avuto parole
di elogio e di incoraggiamento per le
cronache ipogee
attività della nostra Società.
L'ultimo intervento è stato fatto da Clarissa Brun che ha illustrato ai presenti
i contenuti della mostra.
Al termine, un rinfresco con alcune delle specialità greche è stato offerto dalla
Comunità Greco-orientale di Trieste.
Trieste, Sala Giubileo/Filoxenia. Il presidente
della Comunità Greco-orientale di Trieste, amm.
Stelios Ritsos, da il benvenuto alle persone
presenti.
(Massimo Razzuoli)
Trieste, Sala Giubileo/Filoxenia. Il saluto del
Comune di Trieste è stato portato dal consigliere,
Giovanni Coloni.
(Massimo Razzuoli)
Trieste, Sala Giubileo/Filoxenia. L'intervento
conclusivo di Clarissa Brun. (Massimo Razzuoli)
2. novembre 2013...
Rinasce
il Club Touristi Triestini
Lo stemma del Club Touristi Triestini (24 agosto
- 7 settembre 1894) trovato nella Grotta dei Morti
(Carso triestino).
(Andrea Polsini)
Lo stemma del Club Touristi Triestini (1894)
dipinto sul fondo dell'Abisso Plutone (Carso
triestino).
(Sergio Vianello)
Casola Valsenio. Lo stand didattico del CAT e
la mostra sui pipistrelli.
(Massimo Razzuoli)
Casola Valsenio. I pannelli che i ragazzi delle
scuole medie di Muggia (Trieste), ci hanno
affidato per testimoniare l'attività svolta nel loro
istituito.
(Massimo Razzuoli)
Lunedì 30 settembre, di sera, per
celebrare degnamente il 631° anniversario della Dedizione di Trieste
all'Austria, è stato ricostituito il Club
Touristi Triestini.
Fondata nel 1884, è stata la più grande
associazione escursionistico-speleologico-naturalistica della città, formata
da persone di ogni estrazione sociale,
leali cittadini austriaci.
Tra i soci più noti del Club ricorderemo Moser, Perko, Müller, Konvizca;
patrono ne fu l'arciduca Lodovico
Salvatore.
Il CTT acquistò nel 1905 la Grotta
Gigante e la aprì alla fruizione turistica
nel 1908.
Il CTT fu soppresso nel 1922 come
scrive il “2000 grotte”: Nel '21, e più
ancora nel '22, l'Alpenverein e il Club
Touristi Triestini (nome italiano di una
filiazione prettamente straniera e antiitaliana) tentano di riprendere una
attività nefasta per la Nazione col netto
scopo di svisare il carattere italiano
della Venezia Giulia...
...Dopo una campagna serrata per lo
scioglimento di quei circoli e la redenzione di tutte le grotte ancora in loro
mani: San Canziano, Gigante, Sotto
Corona, l'Alpina riesce, coll'avvento del
Governo di Mussolini, a ottenere in forma legale l'acquisto, ed a raggiungere
praticamente la cessazione di ogni
opera delle due società antiitaliane.
Negli anni '20 la sede del CTT fu devastata dai nazionalisti italiani e i resti
dei suoi archivi passarono all'Alpina
delle Giulie.
Il Club Touristi Triestini è rinato per
promuovere l’identità mitteleuropea,
multiculturale, multietnica, plurilinguistica e pluriconfessionale della città
e del Territorio di Trieste. Lo Statuto
del 1895 è stato ripristinato dopo le
indispensabili modifiche che ne hanno
interessato circa il 20% del testo.
L'attività escursionistica è già ripresa
il 20 ottobre con una gita sull'Hermada/Grmada, il 10 novembre con la
salita allo Slavnik, il 17 con una gita
sul sentiero della Salvia.
Quella culturale è ripresa il 13 novembre con una conferenza sui rilievi
GPS e utilizzo di OpenStreetMap,
cronache ipogee
una specie di atlante mondiale libero
in rete.
Il CTT ha sede in piazza della Borsa
n° 7, in quella che fu la sua antica
cancelleria e la redazione del suo
periodico “Il Tourista”.
Per la prossima stagione è prevista
una lunga serie di escursioni dentro
e fuori la Provincia di Trieste: la ex
ferrofia Parenzana, il castello di Roccapelosa, San Servolo, Monte Carso
e Val Rosandra, i sentieri dei carbonai
in Ciceria, il Sentiero dell'Amicizia
Boljunec-Beka, Parenzo e grotta di
Baredine, il Canal di Leme e tante
altre ancora.
I nostri recapiti sono:
www.club-touristi-triestini.eu
info@club-touristi-triestini.eu
Alessandro Sgambati
Casola 2013
Dal 31 al 3 novembre, si
è tenuto a Casola Valsenio
(provincia di Ravenna), l'incontro internazionale di Speleologia denominato
Speleopolis.
2243 gli speleologi che si sono presentati al tradizionale appuntamento
del Ponte dei morti.
Tantissimi gli appuntamenti in calendario che hanno accompagnato i partecipanti e la gente del luogo a conoscere
le più recenti novità del mondo speleologico nel campo delle esplorazioni,
della ricerca e della tecnica.
Numerose le mostre, le proiezioni di
video e gli stand delle associazioni
speleologiche italiane e non.
Tra queste, i soci del Club Alpinistico
Triestino hanno allestito uno stand editoriale-didattico e una mostra dal titolo
Un anno da pipistrello. Hanno poi
presentato un filmato sulle esplorazioni
nell'Abisso di Repen e un corto sulla
pulizia dell'Abisso di Padriciano.
I riscontri che si sono ricevuti dallo
stand sociale sono stati molto gratificanti e la parte del leone lo hanno fatto, soprattutto, le pubblicazioni rivolte
all'utenza scolastica e quelle dedicate
alle grotte fruite nel corso della prima
guerra mondiale, sul Carso triestino.
I nostri soci hanno, ovviamente, approfittato dell'occasione anche per visitare
un paio di grotte che si aprono nei
dintorni di Casola.
3. UNDER Ground
Casola 2013
Speleopolis
È vero, lo ammetto. Ho deciso di
andare a Casola solo 10 giorni prima
dell’evento. Non lo attendevo, non
mi interessava, era per me un fatto
estraneo.
Eppure in dieci giorni, man mano, ho
collezionato 1000 aspettative. In realtà
volevo tagliare i ponti con i problemi
quotidiani, ormai opprimenti. Volevo
esercitare una delle mie doti più forti:
la curiosità. Volevo sapere come sono
fatti gli speleo del resto d’Italia…
Sono tornato a casa con 2000 motivi
per essere felice di esserci andato:
ho conosciuto gente bellissima di ogni
parte d’Italia, ho conosciuto e apprezzato ancora di più i miei compagni
di Gruppo con i quali sono andato,
ho riso, cantato, ballato, fotografato,
mangiato, dormito con un pizzico di
mondo speleo…
Ho conosciuto anche speleo stranieri,
proprio nella grotta che ho visitato:
l’Abisso Garibaldi.
Io sono speleo da soli due anni ed
ho pochissima esperienza di grotte… il nome mi impressionava ma
mi attirava anche: mi sono iscritto al
gruppo che l’avrebbe visitato sabato
9, il giorno prima della partenza. Se
fosse stata una brutta esperienza, non
avrei potuto “recuperare” esplorando
un’altra grotta.
Ma ero già soddisfatto: avevo visto
come funzionava l’organizzazione del
Raduno di Casola: perfettamente!
E poi il giorno prima avevo anche già
apprezzato i filmati di alcune esplorazioni avventurose dello speleo-sub
Luca Pedrali, ormai mio eroe, ho visto i
miei occhi girare ammirati e confusi tra
gli stand dei materiali e avevo già due
“serate speleo” in corpo: fantastico!
Ma torniamo al “mio abisso”.
Per un problema inatteso di equipaggiamento, la mia compagna di esplorazione, Rossana Graziano, decide di
non entrare in grotta. Vado da solo.
Ma è riduttivo dire da solo.
Ero con altre 15 persone, tra cui anche
un gruppo di sloveni.
Fin dai primi metri sotto terra ho iniziato a fraternizzare con gli amici della
Società di Studi Carsici A.F. Lindner,
di Ronchi dei Legionari (Gorizia).
Gente simpatica ed esperta, amante
delle grotte.
Abbiamo ironizzato sulla poca abissalità della Garibaldi, ma presto abbiamo
visto ridurre il numero di chi avanzava.
Al primo budello si fermano gli sloveni
e altri italiani. Andiamo avanti in pochi,
alla fine arriviamo in fondo solo in tre:
Antonella Miani della Società di Studi
Carsici A. F. Lindner (GO) e Vanni
Biasizzo del Gruppo Speleologico
Forum Julii (UD) ed io.
Sono soddisfatto! Sono arrivato fino in
fondo, mi sono incastrato 3 volte e ne
sono uscito da solo, incoraggiato dai
miei due compagni di ventura e dalla
guida Stefano, del CAI di Bologna.
Nei miei quattro giorni di Casola ho
dimenticato la vita quotidiana, ho
vissuto in una sorta di speleo-bolla
paradisiaca. Ho apprezzato la gioia,
la vitalità, l’energia, la professionalità
e le applicazioni scientifiche della speleologia, ma anche la spensieratezza
dentro e fuori la grotta.
Oggi ho ancora più voglia di prima
di andare in grotta e, avendo fatto
amicizia con speleo di tutta Italia, me
ne andrò in grotta ovunque, sapendo di poter contare sulla fratellanza
speleo.
Ciro Bello
Gruppo Speleo - CAI Salerno
L'organizzatore del raduno croato Alen Hlaj.
RADUNO SPELEO
IN CROAZIA
Si è svolto dal 22 al 24
novembre 2013 a Momjan, nei pressi
di Buje (Croazia) il raduno degli speleologi della Croazia “Skup Speleologa
Hratske” cui hanno partecipato circa
200 speleologi provenienti da tutto
lo Stato. Organizzatore è stato lo
Speleološko Društvo “Buje”- Gruppo
Speleologico di Buie.
Intenso il programma della giornata
di sabato, durante la quale si sono
succeduti dalle 10.00 fino alle 19.00
numerosi interventi, ciascuno di un
quarto d’ora, in cui venivano presentati documentari, relazioni, filmati, foto
sulle ultime novità delle esplorazioni
e studi effettuati dai gruppi croati e
interventi didattici con i bambini.
Il raduno era ospitato nell’auditorium
“Narodni Dom”, dove erano esposte
anche le mostre fotografiche e pannelli
didattici. Esigua la partecipazione degli
speleologi regionali del FVG, seppur il
raduno si svolgeva a pochi chilometri
dal confine.
Presenti alcuni rappresentanti della
Società Lindner, del Club Alpinistico
Triestino, della Commissione Grotte
Eugenio Boegan e del Gruppo Speleologico San Giusto.
cronache ipogee
Alcuni soci della Lindner che hanno partecipato
al raduno croato.
I 200 partecipanti al raduno speleologico
croato.
Raduno speleo croato. Marino, alla cucina.
4. il gruppo assieme al Console italiano (al centro)
a Phnom Penh e la presidente del Fogolar
Furlan di Shangai.
Si ringrazia l’organizzazione del raduno
per aver dato la possibilità di presentare il documentario realizzato da Ugo
Stocker, sulle esplorazioni effettuate
dalla Società di Studi Carsici A. F.
Lindner in Serbia nel Parco Nazionale
di Tara, ad agosto 2013.
Come ogni raduno speleologico, anche
questo è stato una piacevole occasione di conoscere altri speleologi e
creare nuovi contatti per collaborazioni
future.
CONCLUSA
LA PRIMA SPEDIZIONE
SPELEOLOGICA
ITALIANA IN CAMBOGIA
La consegna del sigillo di Gorizia al rettore
dell'università di Phnom Penh.
Si è conclusa felicemente la prima
spedizione speleologica italiana in
Cambogia. Sono, infatti, rientrati in
Italia, all’aereoporto della Malpensa,
i componenti della spedizione denominata “International Speleological
Project to Cambodia 2013”, che si è
conclusa con un più che lusinghiero
risultato sotto il profilo esplorativo.
La spedizione organizzata dal Centro
Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer”,
in occasione del suo 35° anno di
fondazione, era partita da Gorizia il
9 novembre.
Dopo aver preso contatto con l’università della capitale cambogiana e con
il Console onorario italiano, i membri
della spedizione hanno raggiunto la
zona d’esplorazione, a circa 180 km
a sud di Phnom Penh, dove hanno
raggiunto il paese di Kep, base delle
operazioni, qui poi si sono spinti sulle
montagne verso l’interno. Le operazioni
di ricerca di nuove cavità, fin da subito, sono state ostacolate dalla fitta
vegetazione della foresta, per fortuna
il lavoro è stato agevolato da alcuni
abitanti del posto che si sono offerti per
aprire dei sentieri e agevolando così
l’avvicinamento ad alcune grotte.
Il fenomeno carsico riscontrato in
questa prima fase della spedizione
è risultato veramente rilevante, esso
è costituito da grandi caverne e
pozzi. Spesso all’interno delle cavità
si sono trovati dei simboli religiosi e
altari dedicati a Budda, i monaci che
presidiavano questi luoghi sacri sono
sempre stati gentilissimi e interessati
alle ricerche della spedizione. In alcuni
casi sono state trovate, all’interno delle
cavità più grandi, tracce della presenza dei Khmer Rossi visto che queste
venivano usate dall’esercito Khmer in
fuga. Nel corso delle esplorazioni è
cronache ipogee
stata trovata anche una grande caverna che, con ogni probabilità, era stata
abitata in epoca preistorica visto che
all’interno sono state trovate tracce
della presenza dell’uomo. Dopo alcuni
sondaggi, infatti, sono venuti alla luce
alcuni cocci di terracotta grezza e altri
manufatti attribuibili ad una cultura
antica, questi al momento sono stati
fotografati e in seguito verranno inviati
all’università di Phnom Penh per una
loro classificazione. La segnalazione
della presenza di un fenomeno carsico
così esteso ed importante è senz’altro il maggior risultato ottenuto dalla
spedizione goriziana, che ricordiamolo
si è avvalsa della collaborazione del
Gruppo Grotte Novara sez. del C.A.I.
e del Gruppo Speleologico Carnico
sez. del C.A.I. di Tolmezzo.
Tutte le grotte sono state rilevate topograficamente e il loro ingresso è stato
posizionato con strumentazione GPS
per poterlo individuare sulle mappe che
purtroppo per questa zona non erano
molto dettagliate. Il risultato ottenuto
dalla spedizione speleologica va considerato nel contesto della speleologia
nazionale e non solo, visto che la
Cambogia non era molto conosciuta
sotto questo profilo.
Si ricorda, infatti, che in questo Paese
è stata fatta un’unica esplorazione
speleologica nel lontano 1995 da parte
del gruppo tedesco dello Speläoclub
Berlin che peraltro esplorò l’area di
Batambang sitata a 500 km più a nord.
La provincia di Kampot dove si trova
il paese di Kep era stata volutamente
trascurata perché all’epoca i campi
minati costituivano e costituiscono
ancora oggi un serio pericolo.
Dunque, questo primo approccio, costituisce un importante passo avanti per
le esplorazioni future, che a sentire i
componenti della spedizione, son già
pronti ad intraprendere nel 2015, nel
frattempo continueranno i rapporti di
interscambio con l’università di Phnom
Penh.
Non appena si concluderanno le necessarie elaborazioni dei dati raccolti
essi saranno presentati attraverso un
filmato e un dibattito pubblico presumibilmente entro il gennaio del 2014.
Hanno preso parte alla spedizione:
Maurizio Tavagnutti, Ivan Castellan,
Antonino Torre del C.R.C. “C. Seppenhofer” di Gorizia; Giandomenico
Cella, Vittoria De Regibus del Gruppo
Grotte Novara sez. C.A.I.; Claudio
Schiavon del G.S. Carnico sez. C.A.I.
Tolmezzo.
5. La sede dell'UIS.
Union
Internationale
de Spéléologie
All'atto della fondazione dell'Union
International de Spéléologie, avvenuta
il 16 settembre 1965, nel corso del 5°
Congresso Internazionale di Speleologia svoltosi a Postumia, non fu stabilita
una sede propria.
Nel corso dei successivi congressi
le cose non cambiarono e soltanto
parecchi anni dopo divenne evidente
la necessità di formalizzare anche da
un punto di vista legale l'esistenza
dell'UIS.
In quella occasione si dovette anche
stabilire una sede ufficiale.
Questa sede doveva ovviamente avere
una motivazione storica ben fondata
e doveva garantire nell'insieme una
certa sicurezza nel tempo.
Così, nell'ambito del Consiglio Direttivo
dell'UIS, avevo avanzato la proposta
di scegliere Postumia.
Dopo opportuni contatti con l'Istituto
di Ricerche Carsiche fu fornita la loro
disponibilità e, finalmente, il 22 giugno
2002 fu firmato l'accordo tra il Governo Sloveno e l'Union International de
Spéléologie.
Questa scelta è stata approvata all'unanimità senza obiezioni di sorta
dal momento che Postumia con le sue
grotte costituiva un polo di attrazione
notevolissimo sia dal punto di vista
speleologico (in senso lato) che dal
punto di vista scientifico.
Infatti l'Istituto di Ricerche Carsiche,
sorto come istituzione indipendente
nel 1981 nell'ambito dell'Accademia
Slovena delle Scienze e delle Arti, ha
sviluppato nel corso di vari decenni
una solida validità scientifica universalmente riconosciuta.
La burocrazia della Slovenia, sorta
nel 1991 dallo smembramento della
Jugoslavia, è comunque più agile di
quanto si ritrovi in altri stati europei.
Tutti questi fattori, che ritrovano le loro
radici in un passato anche lontano,
hanno portato alla scelta con spirito
unanime da parte dell'Union International de Spéléologie di porre la propria
sede in una terra così ricca di tradizioni
speleologiche: non va dimenticata,
d'altra parte, la decisione dei colleghi
dell'Istituto di Ricerche Carsiche di
accollarsi anche l'onere di assicurare
una sede solida e prestigiosa alla
nostra Unione.
Arrigo A. Cigna
Tutela
Paesaggistica
delle cavità
e dei fenomeni
carsici correlati
Nell'ambito delle iniziative speleologiche per il 150° di fondazione del CAI,
la Federazione Speleologica del Friuli
Venezia Giulia in collaborazione con
la Direzione centrale infrastrutture,
mobilità, pianificazione territoriale,
lavori pubblici, università: Servizio
tutela del paesaggio e biodiversità
della Regione Friuli Venezia Giulia e
l'Unione Speleologica Pordenonese
CAI, ha organizzato l'incontro nazionale Tutela paesaggistica delle cavità
e dei fenomeni carsici correlati.
La manifestazione ha avuto luogo
sabato 16 novembre, con inizio alle
ore 16.00, all'interno del prestigioso
Palazzo Badini in Piazzetta Cavour,
a Pordenone.
Scarsa la partecipazione da parte dei
gruppi speleologici regionali: solo sei
su ventiquattro e precisamente: Unione Speleologica Pordenonese CAI;
Gruppo Speleologico Sacile; Gruppo
Speleologico Pradis; Centro Studi e
Ricerche A.F. Lindner di Ronchi dei
Legionari (GO), Circolo Speleologico
Idrologico Friulano (UD); Club Alpinistico Triestino.
Gli interventi, come in scaletta, si sono
succeduti partendo dal saluto della
presidente dell'Unione Speleologica
Pordenonese CAI, Romina De Lorenzi
alla quale è seguito quello del Presidente della Federazione Speleologica
Regionale del Friuli Venezia Giulia,
Franco Gherlizza.
La serata è proseguita poi con gli
interventi da parte del Conservatore
del Catasto Regionale delle Grotte
del Friuli Venezia Giulia, dott. Sergio
Dolce, che ha ripercorso le fasi che
hanno portato alla classificazione delle
grotte naturali quale patrimonio paesaggistico. Ha poi illustrato la scheda
da compilare per la segnalazione di
ulteriori grotte da tutelare.
L'intervento di Giuseppe Moro ha sottolineato l'importanza di tutelare le grotte
sotto ogni aspetto anche, e soprattutto,
in mancanza di una legge nazionale
che provveda in merito.
A conclusione dell'incontro, Susanna
Martinuzzi, avrebbe dovuto illustrare
gli aggiornamenti apportati al sito del
Catasto Grotte, ma un problema di
connessione wi-fi ha impedito di procedere come auspicato.
cronache ipogee
Pordenone, Palazzo Badini. L'introduzione da
parte di Franco Gherlizza. (Gianpaolo Pessina)
Pordenone, Palazzo Badini. L'intervento del dott.
Sergio Dolce.
(Gianpaolo Pessina)
Pordenone, Palazzo Badini. Giuseppe Moro
illustra l'attuale situazione. (Gianpaolo Pessina)
Pordenone, Palazzo Badini. Susanna Martinuzzi
e Sergio Dolce sul tema dell'aggiornamento del
sito del Catasto.
(Gianpaolo Pessina)
Pordenone, Palazzo Badini. Rappresentanti dei
gruppi intervenuti in sala. (Gianpaolo Pessina)
6. Sistema Gaping Gills nello Yorkshire inglese
Un viaggio avventuroso tra cascate da record,
lanterne cinesi e tanto divertimento!
di Giulio Deganutti - Società di Studi Carsici A.F. Lindner
È passato poco più di un anno da
quando ho salutato l’Italia ed ho
messo piede nell’isola di Sua Maestà,
famosa per i suoi autobus a due piani,
le cabine telefoniche rosse e il suo
meteo dispettoso. Abituato ad essere
cullato dalle Alpi Giulie, dal tiepido
mare Adriatico e dalle eccellenti aree
carsiche friulane, il mio stato d’animo
alla partenza non era dei migliori.
Dopo sei mesi iniziali di adattamento
sono però riuscito ad entrare in contatto con un prestigioso college londinese
che porta in grembo numerose associazione sportive, tra cui l’«Imperial
College Caving Club».
Al momento in cui scrivo sono alla
decima uscita con questo gruppo.
Per il weekend 8-10 novembre è
stata programmata una visita nella
zona carsica dello Yorkshir, situata
nel nord dell’Inghilterra, poco sopra
a Leeds. Essendo questa meta a 459
km da Londra, l’incontro e la partenza,
come al solito, sono fissate alle ore
7 di venerdì sera di fronte alla sede
universitaria. Lì, un pulmino con 12
posti pesantemente caricato di sacchi,
corde e persone attende impaziente di
ingranare la prima marcia.
L’obiettivo principale di questo weekend
è quello di esplorare uno dei sistemi
ipogei più interessanti del Paese conosciuto come Gaping Gill. Questo ospita
una sala cosi grande da essere stata
fino a pochi decenni fa la più grande
conosciuta in tutta la Gran Bretagna,
superata solo nel 1991 dalla scoperta
del sistema Titan. Un record però non
glielo ha ancora strappato nessuno: la
cascata ipogea più alta finora conosciuta in U.K. con una caduta libera
di 90 metri.
La sua prima vera esplorazione fino
in profondità è avvenuta nel lontano
1895, da parte dell’intraprendente e
temerario Edouard Alfred Martel, il
celeberrimo capostipite di tutti gli speleologi. Sulle sue orme, sabato mattina
ci svegliamo allo scoccare delle ore 10
e dopo un leggera colazione inglese a
base di pancetta, salsicce, fagioli, funghi e uova ci prepariamo per partire. Il
programma speleo-esplorativo è semplice: dividersi in 3 gruppi, accedere
al sistema sfruttando 3 ingressi distinti
ed infine ritrovarsi nella sala centrale
dominata dalla cascata.
Questo sistema è esteso una dozzina
di chilometri, profondo un centinaio di
metri ed accessibile da diversi ingressi
che, nel corso degli anni, sono arrivati
al ragguardevole numero di 10. Ognuno di essi differisce per lunghezza,
difficoltà tecnica, dimensioni degli
ambienti e “divertimento acquatico”. Ne
scegliamo tre: Bar Pot (la classica via,
semplice, asciutta e diretta), Flood Pot
(dal rassicurante nome “inondazione”,
collegato alla grotta solo nel 2010) e
cronache ipogee
Stream Way (il percorso più bagnato
ed avventuroso che segue il corso
di un torrente secondario tra canyon,
pozzi, cascate e alti meandri).
Poco prima di partire mi viene chiesto
se sono disponibile ad armare la via
Bar Pot ed aprire la strada al primo
gruppo. Accetto e si parte.
Dopo soli 8 minuti di macchina arriviamo al parcheggio di un piccolo paesino
di nome Clapham dove parcheggiamo
il furgone per cambiarci e iniziare l'avvicinamento agli ingressi che distano
ben 40 minuti di camminata. Il meteo
in queste zone del nord è molto mutevole ed infatti, nel momento in cui ci
accingiamo a cambiarci i vestiti, inizia
una fitta pioggia a cui, ahimè, non ci
possiamo sottrarre.
Attenendosi strettamente ad uno
dei più classici stereotipi inglesi, le
condizioni metereologiche sembrano
non avere una ragione e si alternano
tra pioggia intensa e squarci azzurri
con sole e arcobaleni, uno dei quali
è così intenso, colorato e vicino che
sembra raggiungibile in meno di 150
m di camminata,...mai visto uno spettacolo simile!!!
Lungo il percorso i paesaggi sono stupendi: verdeggianti altipiani pullulanti di
pecore che si perdono tra le sinuose
colline. La pioggia, lasciando spazio al
7. sole, crea dei giochi di luce e riflessi
che allietano lo spirito trasformando
l’avvicinamento in una piacevole camminata. Arriviamo al nostro ingresso
dove salutiamo gli altri e iniziamo la
discesa. La via, come preannunciato,
si presenta molto semplice e lineare,
due armi nel primo pozzo da 20 m,
una camminata in discesa con un
piccolo scivolo sulla roccia accompagnato dalla classica corda annodata ed
infine un affascinante pozzo da 40 m
raggirabile a mezzo di alcuni traversi
che terminano in un bel coniglio che
accompagna fino sul fondo.
Giunti alla sua base, la grotta assume
una morfologia sub-orizzontale con
delle stupende condotte freatiche di
forma circolare perfettamente levigate.
Camminando con una gobba più o
meno accentuata, eccoci arrivare al
primo bivio che sulla carta dovrebbe
intersecare la strada del secondo gruppo. Vista la velocità della nostra via,
il tempo guadagnato e l’abbondante
margine sul programma di marcia, ci
fa propendere per un “fuori pista” lungo
gallerie secondarie che ci permettono,
nell’attesa degli altri, di mantenere la
temperatura corporea ad un livello
confortevole. Poco più tardi torniamo
al bivio precedente e ci dirigiamo finalmente alla zona dell’incontro, la parte
“calda” e più attesa della grotta. Dopo
aver percorso a gattoni ulteriori condotte forzate fossili, iniziamo a percepire
un rumore in sottofondo che in breve
si trasforma in un fragore assordante.
Superato un piccolo passaggio, gli
spazi si aprono ed eccoci di fronte ad
uno spettacolo a dir poco mozzafiato.
Un grande salone a forma romboidale
con in mezzo due imponenti cascate
che solo nella loro parte visibile misurano almeno 40-50 metri. Da una delle
pareti, infatti, questi due immensi flussi
d’acqua si riversano fragorosamente
dalla volta fino alla base della sala.
L’emozione e l’eccitazione sono così
forti che come poche altre volte mi
è successo, non riesco a trattenere
urla e risate di stupore. Attraversare
questo salone da una parte all’altra è
un esperienza unica. Pur mantenendo
un’adeguata distanza di sicurezza dal
corposo flusso d’acqua, in un attimo
ci si ritrova in mezzo a una vera e
propria tempesta, una bufera di acqua
trasportata da folate di vento che disorientano e ti trasportano per un attimo
in un altro mondo. L’emozione è così
forte che non si fa nemmeno caso ai
cronache ipogee
dettagli … ed in un attimo ci si trova
inzuppati, ma con un sorriso indelebile
stampato sul volto. Durante questa
attraversata, nell’estremità opposta del
salone intravedo delle luci che come in
mezzo ad una burrasca in alto mare
fanno da faro segnalando la “terra ferma”. Quelle luci, non sono allucinazioni
ma i led del secondo gruppo che ha
già raggiunto il “meeting point”.
Riuniti anche con il terzo gruppo, le
sorprese non finiscono.
Per festeggiare il compleanno di un
partecipante, alcuni speleo hanno irrazionalmente pensato di trasportare
in grotta delle lanterne cinesi da accendere e far volare all’interno della
sala. Meravigliato da questa pura
follia” tutta inglese, un po’ incuriosito
e con la voglia di scherzarci sopra,
collaboro alla loro preparazione. Dopo
le prime difficoltà, visto l’ambiente
non propriamente amichevole, una
lanterna, accompagnata da applausi,
risate e stupore collettivo, si alza in
volo e come fece un secolo prima
Alfred Martel, si avventura illuminando
l’ignoto con una pallida e calda luce di
candela. Successivamente altre lanterne prendono il volo. Le più sfortunate
vengono risucchiate dalle correnti della
cascata ed abbattute violentemente
dal corposo flusso d’acqua. Altre, più
fortunate, continuano per alcuni minuti
il loro percorso creando nella sala
un’atmosfera magica e surreale che
lascia stupefatti.
Dopo una ventina di minuti, raccolte
e recuperate tutte le carcasse delle
lanterne (anche quelle finite sotto la
cascata) ci avviamo verso il bivio
dell’andata distribuendoci tra le varie
vie dell’uscita. Questa volta, probabilmente stimolato dall’adrenalina ancora
8. in circolazione, decido di prendere
la Stream Way, ovvero la temeraria via che risale uno dei principali
corsi d’acqua presenti nel sistema.
Già sufficientemente inzuppato ed in
previsione di una risalita di 90 metri
spezzata in 4 pozzi e alcuni meandri,
non sono più spaventato dal freddo e
dall’acqua, anzi, ne sono attratto. Dopo
una tranquilla progressione di venti
minuti tra spaziose gallerie, un nuovo
frastuono preannuncia un’altra cascata
in arrivo. Questa parte si rivela molto
divertente e consiste in una corsa a
zig zag sotto alcune cascate per poi
velocemente infilarsi in una stretta
fessura verticale che porta al primo
pozzo da ascendere.
Questa risalita è molto particolare poiché avviene a fianco di una cascata
con una corda armata con solo 3
deviatori (senza frazionamento!) che
spostano lo speleologo dalla verticale
del flusso d’acqua principale. Quaranta
metri più in alto, alcuni malsani traversi
di discutibile arte introducono nella
parte superiore di un alto meandro alla
cui base si intravede un ulteriore corso
d’acqua. La corda finisce proprio in
mezzo a questo meandro, lasciando il
povero speleologo ad una progressione in opposizione a cuore palpitante.
Dopo aver lanciato alcune maledizioni
ai sudditi armatori della regina, esco
da questo meandro immettendomi in
un canyon scavato dall’acqua corrente
che per fortuna non supera l’altezza
dello stivale.
Il percorso ora sembra semplice e
lineare, spezzato solo da qualche
pozzetto di poco conto. Finalmente
siamo a pochi metri dall’uscita, ormai
è fatta, ultimo pozzetto artificiale da
5 metri e poi si è fuori! Immessomi
in questo tubo cilindrico artificiale che
collega l’ultimo stanzino alla superficie
esterna, inizio a rabbrividire e a capire
che qualcosa di oscuro sta accadendo.
Vi è un invisibile ma costante flusso di
gelida acqua di percolazione che scorre sulle pareti di questo tubo infilandosi
dal colletto della tuta ed attraversando
lentamente tutto il corpo.
Questo tunnel si rivela un inferno.
Già infreddolito da alcune attese interne, il contatto con l’acqua gelida e
l’impossibilità di evitarla trasformano
ben presto questi attimi in una vera
e propria tortura medievale, lenta e
dolorosa. Appena croll e maniglia mi
danno il via libera, non ci penso due
volte ed inizio la risalita con uno scatto
degno del centometrista Bolt. Durante
quegli interminabili minuti dalla base
del pozzo all’uscita, credo di aver
utilizzato tutte le peggiori imprecazioni
in inglese da me conosciute.
Fuori dall’uscita, nascosto dal buio della
notte, mi attendeva un collega speleo
con un malefico ghigno, probabilmente
dovuto alla precedente scenetta a cui
aveva piacevolmente assistito. Poco
cronache ipogee
dopo la mia uscita sono iniziate le
lamentele ed i versi di disgusto del
terzo speleo che nemmeno a farlo
apposta, in qualche modo, è rimasto
incastrato con i bloccanti per almeno
4 minuti alla base di questo malefico
tubo, periodo sufficiente per farmi
capire che il suo vocabolario inglese
era di gran lunga più nutrito del mio.
Uscita anche l’ultima persona del gruppo, iniziamo il lungo cammino verso il
furgone. Sono le 10 di sera e la parola
freddo irresistibile rimbomba nella mia
testa senza lasciarmi pace.
Iniziamo a camminare in mezzo all’oscurità che avvolge la natura incontaminata di questi paesaggi.
È una notte fredda senza luna e il
cielo sopra le nostre teste è a dir poco
mozzafiato. La totale assenza di luci in
questa parte sperduta dello Yorkshire
ed un cielo privo di nubi offre uno
spettacolo raramente contemplabile.
Le costellazioni, la via lattea e i vari
pianeti sono così luminosi e ben definiti
da riempire ogni singolo spazio della
volta celeste.
Peccato che siamo stanchi, bagnati
e per lo più congelati, il che ci porta
a mantenere una camminata rapida
e sostenuta evitando ogni qualsiasi
distrazione. Arrivato al rifugio speleologico, dopo un’improrogabile doccia
calda, mi godo una degustazione di
riso scotto ed un bicchiere di vino.
Rifocillato e riscaldato, il mio corpo
è stanco ma la mia mente, intrisa di
emozioni, mi fa scorrere davanti agli
occhi, come diapositive, le immagini di
questa meravigliosa giornata appena
trascorsa e di un fine settimana speciale che non dimenticherò facilmente.
Keep calm… and go caving!!!
9. Nuove esplorazioni
sul Monte Ciaurlec
(PORDENONE)
Il Gruppo Speleologico
Pradis prosegue nella sua attività di
ricerca e studio delle grotte di questo
monte, ormai da oltre 15 anni. Nella
tarda primavera di quest'anno è stato
trovato l'ingresso una nuova cavità,
che si è rivelata particolarmente interessante.
Una prima parte verticale intercetta
un livello di gallerie freatiche, insolite
per quest'area e a questa quota, che
spaziano nel monte; nei tratti a monte
sono stati raggiunti i limiti di percorribilità, mentre nella parte a valle, dove
la sezione raggiunge dimensioni di 5x2
metri, per il momento ci siamo fermati
contro una grossa frana, dove sarà
necessario uno scavo.
Lungo le gallerie sono stati intercettati
tre attivi, meandri percorsi dall'acqua;
il primo dopo un breve tratto diventa
impercorribile e necessiterà di lavori di
allargamento. Gli altri due sembrano
invece proseguire.
Attualmente, dopo la pausa estiva,
stiamo lavorando in quello caratterizzato dalla portata più consistente,
dove si incontra una lunga sequenza
di piccoli pozzi, in ambienti sempre
più interessanti.
Nell'ultima uscita sono stati superati i
200 metri di profondità.
Lo sviluppo delle parti esplorate ha
superato il chilometro.
Gabriele Concina
dicembre 2013...
San Nicolò
in Grotta Gigante
Dopo il successo dello scorso anno, San Nicolò tornerà a grande
richiesta in Grotta Gigante, in lieve anticipo sul solito appuntamento. Il buon
vecchio santo visiterà infatti l’immensa
caverna carsica il giorno 1 dicembre, in
un evento carico di atmosfera e magia.
Per l’occasione infatti saranno proposte
due visite specialissime, animate dagli
speleologi del gruppo “Commissione
Grotte Boegan”, cui si potrà partecipare solamente acquistando il biglietto
in prevendita.
Durante la visita le guide esperte della
cavità accompagneranno i partecipanti
con storiche lampade a carburo, come
un secolo fa, nella caverna buia. Saranno infatti accesi i led di sicurezza
che illuminano adeguatamente i gradini
ed il sentiero, ma resteranno spenti i
potenti fari che solitamente rendono
visibili le pareti e la volta. In tal modo i
visitatori potranno ripetere l’esperienza
di chi cent’anni fa percorreva la grotta
avvolta nel mistero, potendo discernere
solo quel poco che la fiamma delle
torce ad acetilene era in grado di
svelare. Nel buio si sentiranno le note
del “Coro Liceo Oberdan Senior” e del
“Coro ITIS Volta” che allieteranno la
visita con canzoni d’atmosfera, contribuendo ad arricchire di magia l’evento.
Al momento opportuno San Nicolò si
mostrerà quindi ai visitatori, sfidando
l’umidità della grotta nonostante i suoi
acciacchi per distribuire ai bambini
buoni caramelle e dolciumi, e ai birbanti il classico carbone, mentre i grandi
potranno scaldarsi con un bicchiere
di vin brulè offerto dagli aiutanti del
buon santo. Sarà questo il momento in
cui tutte le luci dell’impianto verranno
accese in simultanea, mostrando di
colpo la Grande Caverna nella sua
immensità. A quel punto sarà tempo di
risalire dal sentiero Carlo Finocchiaro,
per godere del panorama più bello e
guadagnare con calma l’uscita, portando nel cuore la magia della grotta
e dell’inizio delle feste natalizie.
L’evento è previsto per domenica 1
dicembre e verranno svolte due viste
con San Nicolò, alle 16.00 e 17.30.
Dato il carattere particolare dell’iniziativa, verrà stabilito un limite al numero di partecipanti. Per consentire lo
svolgimento della festa di San Nicolò,
il giorno 1 dicembre le regolari visite
guidate termineranno alle ore 15.00.
Il biglietto per la manifestazione di S.
Nicolò sarà acquistabile solamente in
prevendita dal 20 al 30 novembre presso la biglietteria della Grotta Gigante
(Borgo Grotta Gigante 42/a – Sgonico,
TS) da martedì a domenica con orario
10.00 - 16.00 o presso la segreteria
della Società Alpina delle Giulie (Via
Donota 2 - Trieste) i lunedì, mercoledì e venerdì dalle 17.30 alle 19.30.
Per informazioni 040.327312 o info@
grottagigante.it.
Si ricorda con l’occasione che la Grotta Gigante resta comunque sempre
aperta per le consuete visite guidate
dal martedì alla domenica dalle 10.00
alle 16.00 e che negli stessi orari è visitabile gratuitamente presso il Centro
visite della grotta la mostra fotografica
“Agua Sagrada” di Fulvio Eccardi.
“I vuoti che riempiono le montagne”
BUIO PESTO
VISITE GUIDATE
E ATTIVITÀ DIDATTICHE
Una nuova inziativa didattica (vedi
foto sopra e allegato a pagina 10)
dell'Unione Speleologica Pordenonese
CAI in collaborazione con il Civico
Museo di Storia Naturale di Pordenone per far conoscere il mondo della
Speleologia e degli Speleologi anche
ai giovanissimi.
Gianpaolo Fornasier
SpeleoIniziative per il 150° C.A.I.
Club Alpino Italiano
Commissione Centrale per la Speleologia C.A.I.
Scuola Nazionale di Speleologia C.A.I.
Riunione dei GRUPPI GROTTE C.A.I.
Pordenone 6 dicembre 2013
Assemblea Ordinaria della SCUOLA DI SPELEOLOGIA C.A.I.
Pordenone, 7/8 dicembre 2013
cronache ipogee
10. “I vuoti che riempiono le montagne”
SpeleoIniziative per il 150° C.A.I.
Mostra Storica “Dalla Candela al LED”
Appunti per una storia di centocinquant’anni di Speleologia CAI
Se volete scoprire il mondo delle grotte e tutte le attività degli Speleologi
l'U.S.P. - Unione Speleologica Pordenonese CAI
vi aspetta
Domenica 01 Dicembre
Domenica 08 Dicembre
Domenica 15 Dicembre
alle ore 15.45 - 16.45 - 17.45
presso il Civico Museo di Storia Naturale Silvia Zenari Pordenone
in Via della Motta n°16
con l’iniziativa
visite guidate e attività didattiche
per bambini e non solo
…“quasi” al buio!
Gruppi numericamente limitati!!!
Prenotazioni: USP CAI 335 605 88 68.
Ingresso gratuito alla mostra
Unione Speleologica Pordenonese CAI … Speleologia a 360°!
10
cronache ipogee
12. alpigiuliecinema13/14
gentimontagne
Bar Libreria KNULP - ingresso libero
Via della Madonna del Mare 7/a - TRIESTE - ore 18.00 o 20.30
mercoledì 20 novembre
mercoledì 4 dicembre
Lybros y nubes
Le Thé ou l’Electricité
(Italia - 2013) 95’, regia Pier Paolo Giarolo
(Belgio - 2012) 93’, regia Jèrome Le Maire
Genziana d’argento miglior contributo tecnico Trento Film Festival 2013
Premio solidarietà “Cassa rurale di Trento” Trento Film Festival 2013
In Perù le biblioteche rurali sono costituite da poche dozzine di libri che,
una volta letti, vengono trasportati a spalla dalle persone, insieme a mais
e patate, in modo che possano essere scambiati con le altre comunità.
Messaggio e messaggero viaggiano insieme, in un paesaggio incontaminato a pochi passi dalle nuvole.
Presente in sala: Bianca Cuderi (direttrice Servizio Biblioteche Civiche)
L’epico e comico racconto di come l’energia elettrica arriva finalmente in
un piccolo villaggio isolato nel mezzo dell’Alto Atlante marocchino.
mercoledì 11 dicembre
Conversazioni all’aria aperta
(Italia - 2012) 48’, regia Elena Negrioli
Premio “Città di Imola” Trento Film Festival 2013
Girato sulle montagne trentine, il documentario rappresenta una fonte di
divulgazione e consapevolezza sul tema della donazione degli organi.
mercoledì 27 novembre
Il lusso della montagna
(Italia - 2012) 34’, regia Valentina De Marchi
La funzione dei rifugi dolomitici dalle origini a oggi è cambiata, così come
e cambiato l’alpinismo e la frequentazione della montagna.
Il rifugio
(Italia - 2012) 52’, regia Vincenzo Mancuso
Il rifugio è un film sul rapporto tra l’uomo e la montagna, sul suo bisogno
e sulla sua necessità, come fuga o come arrivo.
Presenti in sala: Nilo Palmisano (rifugio De Gasperi – Assorifugi),
Barbara Perdan (rifugio Pellarini)
I film stranieri saranno proposti in lingua originale con traduzione simultanea o sottotitoli.
Il turno di notte lo fanno le stelle
(Italia - 2012) 23’, regia Edoardo Ponti
Un uomo e una donna scalano una parete nelle Dolomiti. Lui ha appena
affrontato un trapianto di cuore, lei un’operazione a cuore aperto. Da un
racconto di e con Erri De Luca.
In febbraio 2014
alpi giulie cinema
Giovedì 6 febbraio climbing, alpinismo, avventura
Giovedì 13 febbraio speleologia - HELLS BELLS speleo award 2014
Giovedì 20 febbraio Premio Alpi Giulie Cinema
Con il contributo del Comune di Trieste
Con il patrocinio di Regione Friuli Venezia Giulia e Provincia di Trieste
In collaborazione con CAI sezione di Gorizia e ARCI Servizio Civile
12
cronache ipogee
via Fabio Severo 31 - Trieste (Italy)
www.monteanalogo.net
info@monteanalogo.net
+30 040 761683 / +39 335 5279319
13. Visite guidate al sito paleontologico, Coop. Gemina.
Dicembre e gennaio domenica 9.30 - 16.30 su prenotazione 347 7393118.
cronache ipogee
13
14. Benno Wolf, dall’Abisso dei Serpenti al baratro della Shoah
Dr. Benno Wolf, in una fotografia del 1930 dello
speleologo Franz Mühlhofer.
Fino a non molto tempo, confesso, fa
sapevo poco su Benno Wolf se non
della sua attività presso le associazioni speleologiche triestine, di matrice
austro-ungarica, prima della Grande
Guerra.
La vicenda umana di quest’uomo che,
a buon titolo, può considerarsi il padre
degli speleologi tedeschi e tra i primi
studiosi impegnati nella protezione
dell’ambiente, mi fu segnalata dal
mio caro amico prof. Claudio Scala,
coinvolgendomi fin dall’inizio, tanto da
indurmi ad approfondirne la conoscenza. Appresi, così, i fatti salienti della
sua vita, come speleologo, studioso e
cittadino tedesco, che determinarono
la sua esistenza e la sua morte.
La tragedia vissuta da Benno Wolf,
è l’estremo esempio di dedizione alla
speleologia che si spezza contro la
violenza di un movimento politico autoritario e razzista, quale fu il nazionalsocialismo. Un’ideologia, un male, che
non può scomparire dalla coscienza
dell’uomo, anche se la storia continua,
inarrestabile un anno dopo l’altro,
a seppellire quelli che, ormai, sono
considerati drammi del passato.
Quanto scriverò su Benno Wolf riguarda appunti, fatti e vicende, già ampiamente illustrati dai moderni storici tedeschi della speleologia, pertanto nulla
va a mio merito. Ho semplicemente
sintetizzato gli aspetti salienti, volendoli
presentare ai nostri lettori, ricordando
come pure la Venezia Giulia abbia
vissuto, sotto l’Adriatisches Küstenland,
14
l’oppressione diretta del Terzo Reich,
e come i dati speleologici conservati a
Trieste e a Postumia furono d’interesse
militare per l’occupatore che si attivò
per appropriarsene.
I maggiori studiosi della vita e dell’opera di Benno Wolf sono sicuramente
Knolle e Stoffels, vedi (1, 2, 3, 4, 5, 6) tanto per citare alcuni fra i testi da loro
prodotti sull’argomento.
Benno Wolf nasce a Dresda il 26 settembre 1871 da famiglia benestante (il
padre Dr. Richard Wolf era medico).
All’età di sei anni è mandato in Svizzera per apprendere la lingua francese,
indi frequenta un collegio a Weiheim,
il ginnasio e il liceo a Wiesbaden e
Dresda. Studia poi legge a Friburgo,
a Monaco di Baviera e infine a Berlino, conseguendo il dottorato presso
l’Università di Lipsia. Entra nella magistratura iniziando il servizio alla Corte
d’appello di Francoforte, poi passa alla
Corte distrettuale di Wuppertal Elberfeld, infine nel 1912 è assegnato alla
Corte distrettuale di Berlino II, Camera
per le cause civili.
Durante la sua permanenza alla Corte
distrettuale di Wuppertal Elberfeld, il
Dr. Benno Wolf è membro del “Comitato di lavoro per la conservazione della
natura”, ove ha modo, come giurista,
di entrare nell’argomento. Nel 1912, a
Berlino, durante la quinta “Conferenza
sulla conservazione della natura in
Prussia”, Wolf presenta una dettagliata
relazione sul tema, con “proposte per
la tutela giuridica”. Diversi autori, sono
dell’opinione che i contenuti esposti da
Wolf abbiano costituito la base per poi
sviluppare la legge sulla conservazione del patrimonio naturale in Prussia,
tanto che il primo atto formale, del
1920, sarebbe stato guidato dalle linee
da lui tracciate.
Benno Wolf, buon alpinista (salì
duecento vette nelle Alpi, fra cui il
Cervino e il Monte Rosa), s’interessò
subito di speleologia. Nel corso della
sua attività fece parte di numerosi
sodalizi speleologici, esplorando circa
quattrocento grotte, dalla Westfalia al
Montenegro. La sua ultima importante
esplorazione fu nelle Grotte di Postumia, nel 1932, che lo occupò per
ventisei giorni. Grotte, all’epoca, sotto il
Regno d’Italia e gestite dal direttore e
vecchio amico Giovanni Andrea Perco,
di cui ricordò l’opera in occasione dei
cronache ipogee
suoi sessant’anni (7).
Si trovò presente, negli anni precedenti la Prima Guerra Mondiale, a
Trieste, dove fu socio del “Hades”
(pare negli anni 1912-13), stranamente (comunicazione di M. Radacich)
non risulta iscritto alla Sezione del
Litorale dell’“Alpenverein”, collaborò
anche con il Club Touristi Triestini, e
contribuì all’esplorazione dell’Abisso
dei Serpenti del 1913 (lo si vede, in
una foto, alla manovra). Benno Wolf,
dunque, pure patrimonio della storia
della speleologia triestina. All’epoca,
per questi personaggi della borghesia
di lingua tedesca, spostarsi all’interno
dei vasti territori dell’area dominata da
Germania e Austria, laddove li portavano i loro interessi di soggiorno e
culturali, era – almeno dalle cronache
– una pratica consueta.
L’iniziativa per la costituzione del
“Hauptverband Deutscher Höhlenforscher” avvenuta in Stiria (Austria) nel
1922, con sedi a Vienna e Berlino, e
di un catasto delle grotte, si realizzò
con l’assemblea generale del 1923.
Iniziativa che vide Benno Wolf in primo piano, sobbarcandosi un gravoso
lavoro organizzativo. A ogni modo,
Wolf era perfettamente a conoscenza
dell’ambiente in cui operare, vantando
una lunga attività assieme all’associazionismo speleologico tedesco e non
solo, e avendo il supporto scientifico dei maggiori esperti del settore,
specie nell’ambiente berlinese, tra
cui l’ingegner Hermann Bock (che
durante la Prima Guerra Mondiale fu
impiegato dall’Austria-Ungheria nella
realizzazione delle opere di guerra
sotterranee, tra cui quelle in grotta
sul fronte Isonzo-Carso, come sul
Monte Ermada). La nozione di base
di “catasto delle grotte”, in Germania,
nacque proprio da Wolf, che lo impostò
su basi documentative geografiche,
geologiche, morfogenetiche, idrologiche, paleontologiche, zoologiche,
botaniche, archeologiche e culturali,
ovviamente corredate dagli elementi
topografici e mappali, e fotografici.
Tale impianto, oggi, in Germania non è
mutato. A Berlino, Wolf, nel 1923 fonda
il “Gesellschaft für Höhlenforschung
und Höhlenkunde in Berlin”, ed eletto
primo segretario della società.
La capacità e le conoscenze di Benno Wolf sono tali da consentirgli di
15. pensare addirittura allo sviluppo di
un catasto speleologico mondiale. I
suoi contatti con il mondo scientifico
di lingua tedesca, e oltre, sono molto ampi, tanto da avere una visione
globale della speleologia. Il catasto
mondiale resterà un sogno, riuscirà
invece, lavorando per anni con zelo
presso il Museum für Naturkunde e il
Gesellschaft für Erdkunde, di Berlino,
quale autore, a realizzare il primo
catalogo sulla fauna fossile e vivente
delle grotte, con l’opera di valore internazionale “Animalium Cavernarum
Catalogus” e “Fauna fossilis cavernarum”, in cinque tomi, vedi (8, 9, 10, 11, 12),
che fu pubblicata tra il 1934 e il 1941
dall’editore olandese Junk.
Con la discriminazione ebraica, che
portò alla Shoah, a seguito dell’affermazione del nazionalsocialismo, nel
1933 inizia il calvario di Benno Wolf.
Evita di essere espulso dal servizio
civile solo dando le dimissioni. Wolf,
a differenza del geologo e speleologo
tedesco Walter Biese che lasciò la
Germania per motivi politici emigrando
in Cile temendo di essere in pericolo di
vita, non coglie quest’opportunità. Non
servì a nulla, infatti, il lungo memoriale
di Wolf, indirizzato al Ministero della
Giustizia, affinché gli riconoscessero
i suoi meriti come giurista e nella
ricerca speleologica: il ministero non
era interessato al destino individuale
dei giudici “non ariani”. Grazie ai suoi
numerosi contatti internazionali, e si
pensa anche per dargli un aiuto nei
confronti del nazismo, Wolf nel 1936 è
nominato socio onorario, vedi (13), del
“British Speleological Association”. È
curatore della rivista “Mitteilungen über
Höhlen und Karstforschung”, la rivista
del “Hauptverband Deutscher Höhlenforscher” fino al 1937, e suo presidente
per molti anni. Per evitare di mettere
in pericolo l’associazione, con un’esposizione “politica” inopportuna, lascia la
presidenza all’amico e mecenate Julius
Riemer prima che fosse troppo tardi.
Tutti sapevano, però, come Wolf ne
fosse il vero capo.
Nel maggio del 1941, tutti i club speleologici tedeschi e austriaci dovettero
fondersi nel “Reichsbund für Karst
und Höhlenforschung” di Salisburgo,
rientrando nella sfera diretta della
“SS Ahnenerbe”. Con questa decisione delle SS, volta all’utilizzo militare,
di una nazione in guerra, di grotte,
cave di estrazione in galleria, ipogei
in genere, per collocare in ambiente
sotterraneo protetto installazioni bel-
liche, produttive, depositi e comandi,
anche per difendersi dall’attacco aereo
alleato, come ricostruito da Friedhart
Knolle et alii, vedi (14), Benno Wolf fu
praticamente lasciato solo.
Per dare le dimensioni dell’impegno
nazista su questo tipo di opere, ricordo
solo l’impianto segreto nelle viscere
del Hochstein, vicino a Nordhausen
(Turingia), probabilmente il maggiore
del mondo, con un sistema di tunnel
di 120.000 m2, e ancora l’impianto ipogeo, realizzato dopo l’attacco alleato su
Peenemunde, della produzione bellica
di riferimento nelle montagne carsiche
del Harz (Germania settentrionale),
nelle anidriti permiane, le cui massicce
opere geotecniche furono curate dal
geologo filo-nazista Walter Schriel.
Storicamente, si può dimostrare come
l’attività intrapresa dai nazisti, che
coinvolse la speleologia e le opere in
sotterraneo, portò a sofferenze e abusi
politici e militari tremendi. I servizi segreti alleati, dopo la fine della guerra,
descrissero tali attività nei rapporti
del British Intelligence Objectives e
del Combined Intelligence Objectives
“German Underground Installations”
e “Underground Factories in Central
Germany” del 1945. All’interno della
Heimkehle Höhle, grande cavità nei
gessi presso Uftrungen, nel Harz,
adibita per la produzione di pezzi di
aerei, oggi c’è un piccolo monumento,
ricavato su un muro di mattoni (sembra
fosse una struttura di sostegno), alle
vittime del lavoro forzato.
Ormai, con l’avvento del “Reichsbund
für Karst und Höhlenforschung”, la
speleologia tedesca era strettamente
imbrigliata, avendo, gli speleologi del
regime nazista guidati da Hans Brand,
il cui patrono era Heinrich Himmler,
tagliato i ponti col passato. Nel frattempo, Riemer, allettato dai nazisti,
anche finanziariamente, per coordinare
la speleologia tedesca, prende tempo
per aiutare l’amico Wolf. Fino a quando
non deve, forzatamente, entrare nei
ranghi aderendo a malincuore alla
“SS Ahnenerbe”. In questa nuova
veste, allora, Riemer tenta di perorare la causa di Wolf facendo appello
a Hitler in persona, recandosi alla
Cancelleria del Reich, ma, lì ricevuto
dal segretario Mencheil (faceva parte
delle amicizie di famiglia), si sente dire:
“Benno Wolf è un ebreo, e se è stato
battezzato ciò è indifferente”. Riemer
peregrina ancora alla Gestapo, dove
parla con il consigliere Dr. Kunz, che
gli dice letteralmente: “Le regole non
fanno eccezioni”. Così, Riemer, che
ha buone conoscenze e sostenitori
all’estero, cerca per l’amico anche la
possibilità della fuga, passando per la
Cecoslovacchia per arrivare in Svizzera. Purtroppo Wolf non volle prendere
in considerazione l’evenienza poiché,
da giudice, credeva nel diritto.
Finché venne il giorno in cui Benno
Wolf fu prelevato: gli uomini della Gestapo lo aspettarono al rientro a casa,
dove c’era la governante Fräulein Marie
Goerlich. Tolto dalla scena Wolf, il famigerato Prof. Hans Brand saccheggiò
l’appartamento sigillato, portando via il
suo catasto con l’intera documentazione speleologica e la ricca biblioteca,
che probabilmente confluì, con altro
materiale scientifico, nella sede della
nuova associazione controllata dalle
SS a Monaco di Baviera.
La Heimkehle Höhle, grotta nel Harz adibita per la produzione di pezzi di aerei dal regime nazista,
con il piccolo monumento alle vittime del lavoro forzato.
cronache ipogee
15
16. La targa commemorativa sulla “Haus am
Kleistpark” di Berlino, dove Wolf lavorò sulla
conservazione della natura dal 1912 al 1933.
Arrestato il 6 luglio 1942, a settantuno anni, Benno Wolf fu deportato nel
Lager di Theresienstadt, dove, il 6
gennaio 1943, come ricostruì Stoffels
(vedi 15), morì a seguito delle disumane
condizioni di reclusione e di lavoro, in
circostanze ancora oscure. Nessuno,
della sua famiglia, i suoi colleghi di
lavoro, gli speleologi tedeschi, fu in
grado di aiutarlo. Non sapevano nemmeno dove egli fosse.
Per molto tempo la speleologia tedesca
del dopoguerra ha dimenticato Benno
Wolf. I primi tentativi di ricostituzione
di una speleologia nazionale non andarono a buon fine. Infatti, nel 1947
Richard G. Spöcker avviò la “Deutsche
Gesellschaft für Karstforschung”, essendo risoluto a denunciare la brutalità
e l’ingiustizia subite dalla speleologia
tedesca da parte del nazismo, tanto
che nel verbale di fondazione egli mise
l’accento su vittime, ricordando primo
fra tutti il Dr. Benno Wolf, poi il Prof.
Arndt e il Prof. Hilzheimer, e carnefici,
ma evidentemente i tempi non erano
maturi e l’associazione non resse: il
popolo tedesco voleva semplicemente
rimuovere ciò che era stato fatto e non
giudicare. Appena nel 1955 si riuscì
a fondare il “Verband der deutschen
Höhlen und Karstforscher” con sede
a Monaco di Baviera. Purtroppo però,
la vicenda di Benno Wolf inizialmente
fu messa sotto silenzio e occultata
dall’associazione. Lo stesso ex nazista
Hans Brand, che morì nel 1959, fu
ricordato nei “Mitteilungen des Verbandes der deutschen Höhlen und
Karstforscher” con parole di elogio!
Del resto, si pensi che il paleontologo
Prof. Gustav Riek fu membro onorario
dell’associazione dal 1968 fino alla
sua morte nel 1976: aveva aderito al
partito nazionalsocialista sin dal 1929,
poi alle SA e alle SS, con crimini di
guerra impuniti alle spalle, ed è stato
l’esempio della cosiddetta “archeologia
al servizio del nazismo”, anche utilizzando il lavoro forzato di prigionieri nei
suoi scavi. Creatura del Reichsführer
SS Heinrich Himmler, Gustav Riek era
considerato “politicamente e ideologicamente assolutamente affidabile”.
Furono alcuni dei tanti casi.
Solo molto più tardi, Dieter Stoffel e
Friedhart Knolle, con una diligente
ricerca storica posero le basi per un
lavoro complessivo sulla memoria di
Benno Wolf. Finalmente, gli stessi
moderni speleologi tedeschi denunciarono come dalle generazioni precedenti (di speleologi, s’intende) verso
quest’uomo fosse stato perpetrato un
“silenzio attivo”, tanto che si parlò di
un elenco “impressionante” di vecchi
“notabili” della speleologia tedesca,
della Germania Occidentale e dell’Est
indifferentemente, accomunati nella
rimozione della scomoda memoria. Nel
1995 l’assemblea del “Verbands der
deutschen Höhlen und Karstforscher”
nomina Benno Wolf socio onorario
postumo dopo un minuto di silenzio.
Erano passati cinquantadue anni dalla
La lapide commemorativa posta nel 2005 sulla
casa di Benno Wolf a Berlino.
sua morte. Nel 1996 la stessa associazione nazionale istituisce il “Premio
Dr. Benno Wolf” per la ricerca speleologica. Una lapide commemorativa è
stata posta nel 2005 sulla sua casa
a Berlino, mentre un’altra targa commemorativa è stata messa nel 2008
sulla “Haus am Kleistpark” di Berlino
dove Wolf lavorò sulla conservazione
della natura dal 1912 al 1933.
Che gli speleologi delle future generazioni possano mai più vivere queste
tragedie.
Rino Semeraro
Ringraziamenti
Ringrazio Claudio Scala, che, si ricorderà, è stato uno speleologo ricercatore triestino degli anni Cinquanta dello
scorso secolo che operò nella storica
Sezione Geo-speleologica della Società Adriatica di Scienze, per avermi
introdotto alla vicenda di Benno Wolf,
e Edi Radacich, che io annovero tra
gli storici della nostra speleologia, per
avermi messo a disposizione alcuni
dati, corredati da personali considerazioni, facilitandomi nel compito che
mi ero proposto.
Note bibliografiche
(1) Stoffels D., 1995: Dr. Benno Wolf - Ein Pionier der Höhlenforschung in Deutschland. Speläologisches Jahrbuch Verein f. Höhlenkde. Westfalen
1994, 78-83, Iserlohn.
(2) Stoffels D., 1995: Dr. Benno Wolfs Todesdatum festgestellt. Mitt. Verb. dt. Höhlen- u. Karstforscher 41 (4), 55.
(3) Knolle F., 2003: Dr. Benno Wolf in memoriam. Zum 60. Todesjahr des Naturschutzjuristen und Höhlenforschers. Natursch. u. Landschaftsplanung
35 (11), 346 -347.
(4) Knolle F. Schütze B., 2005: Dr. Benno Wolf, sein Umfeld und seine interdisziplinäre Wirkung, eine Klammer zwischen den deutschen
Höhlenforscherverbänden. Mitt. Verb. dt. Höhlen u. Karstforscher 51 (2), 48-55
(5) Gruber-Lieblich R. Knolle F., 2007: Julius Riemer - Mäzen von Benno Wolf. Mitt. Verb. dt. Höhlen- u. Karstforscher 53 (2) 43-45, München.
(6) Knolle F., 2012: Es begann im Harz - Julius Riemer, Dr. Benno Wolf und die Höhlenforschung. Mitteilungen der Arbeitsgemeinschaft für Karstkunde
Harz e.V, Jg 33, Heft 1+2, 2012, 2-39.
(7) Wolf B., 1936: Personalnachrichten. G.A. Perco 60 Jahre alt. Mitt. U. Höhlen u. Karstforscher, 1936, 172.
(8) Wolf B., 1934-1937: Animalium Cavernarum Catalogus. I et II. Dr. W. Junk, ‘s-Gravenhage.
(9) Wolf B., 1934-1938: Animalium Cavernarum Catalogus. III. Dr. W. Junk, ‘s-Gravenhage.
(10) Wolf B., 1939/a: Fossilium Catalogus, Pars 82. Fauna fossilis cavernarum I. Dr. W. Junk B.V., Den Haag A. Asher Co. B.V.
(11) Wolf B., 1939/b: Fossilium Catalogus, Pars 89. Fauna fossilis cavernarum II. Dr. W. Junk B.V., Den Haag A. Asher Co. B.V.
(12) Wolf B., 1941: Fossilium Catalogus, Pars 92. Fauna fossilis cavernarum III. Dr. W. Junk B.V., Den Haag A. Asher Co. B.V.
(13) Knolle F, Stoffels D. Oldham, T., 2007: Who was BSA Honorary Member Dr. Benno Wolf (1871-1943)? A retrospective look at European
caving and Nazi history. The British Caver 129, 21-26, Cardigan, DK.
(14) Knolle F., Kempe S., Panisset Travassos L.E., 2013: Nazi military use of german caves, dr. Benno Wolf and the world cave registry project. 16th
International Congress of Speleology, 2013 Czech Republic, Brno, www.researchgate.net/nazi.
(15) Stoffels D., 1995: Dr. Benno Wolfs Todesdatum festgestellt. Mitt. Verb. dt. Höhlen- u. Karstforscher 41 (4), 55.
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17. At request, the accommodation will be booked by the organizer.
Please, indicate this request on the registration form. Payment is
possible individually on the site.
Other accommodations are available in Miskolc or Miskolc-Tapolca
that should be booked by the participants individually.
Meals
The canteen of the University serves a variety of dishes for Friday
and Saturday lunch. Possibilities for further meals are in MiskolcTapolca.
Opening hours of the university buffet are 730–1600 on Thursday
and Friday, and 730–1400 on Saturday.
The supermarket, situated 700–800 m from the University, is open
until 8 pm.
Organizer
Magyar Karszt- és Barlangkutató Társulat
(Hungarian Speleological Society)
1025 Budapest, Pusztaszeri út 35.
Phone: 36-1-346-0494
E-mail: mkbt@t-online.hu
Internet: www.barlang.hu
cronache ipogee
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18. CAVELIGHTING 2.
INTERNATIONAL CONFERENCE
To be submitted:
31. January 2014
REGISTRATION FORM
Name: .....................................................................................................................................................................................................
Address: .................................................................................................................................................................................................
E-mail: ....................................................................................................................................................................................................
Interested in:
presenting paper(s),
title(s): ...............................................................................................................................................................................................
...............................................................................................................................................................................................................
presenting poster(s), .
title(s): ................................................................................................................................................................................................
...............................................................................................................................................................................................................
size:
...... m x ....... m
displaying or exhibiting,
required place: ...... m x ...... m
selling (stand),
required place: ...... m x ...... m
Request for booking accommodation in youth hostel
In double bed room
October
for a single person
8
9
10
11
12
for … nights.
..............................................................................................................................................
signature
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19. Within the frames of the conference two showcaves (Baradla Cave
in Aggtelek, and Anna Cave in Lillafüred), supplied with new LEDillumination a few years ago, will also be presented.
1st Circular
NEMZETKÖZI KONFERENCIA
INTERNATIONAL CONFERENCE ON
B
ARL
C
ANGVI
AV
DEADLINES
L Á G ÍT Á S 2 .
ELIGH
TING
2.
Submitting the registration form
Notification on the registration
Submitting the abstracts
2nd Circular
Payment/transfer of the registration fee
Final programme
Submitting the papers and posters
�
�
�
�
�
�
�
31. 01. 2014.
28. 02. 2014.
30. 04. 2014.
15. 06. 2014.
30. 08. 2014.
10. 09. 2014.
09.10. 2014.
Registration fee: 20 000 HUF,
that includes the participation on the conference, the Abstracts, the
Proceedings (after the conference), visits to the showcaves (a whole
day excursion by bus with lunch), and the Closing Party.
9–12. October 2014.
Miskolc – Hungary
Since the International Conference on Cave Lighting organized by
the Hungarian Speleological Society in 2000, there has been a
significant development in the personal lightings as well as in the
illumination of the showcaves, which is mainly due to the evolution and
application of the LED-technics. This second conference aims to
present and to discuss the results and experiences (advantages,
possible disadvantages) of this more than one decade development
on an international scale. Papers and posters related to the topic are
expected in the following sections:
– new personal lightings for cavers,
– new illumination for the showcaves (economical aspects,
aesthetics, its effects on the lamp flora),
– other related questions (e.g. history).
Official languages of the conference are English, German and
Hungarian.
Participants are kindly requested to submit their abstracts and
papers in English language.
The congress venue provides possibility for the participants to
display and to sell newly developed lighting instruments.
Selling stand: 10 000 HUF.
Payment of the above fees is possible in cash at the registration. We
can not accept credit cards.
Preliminary programme:
1st day: 900 onward: arrival, registration
1300 Opening ceremony
1330 Papers
2nd day: 900 Papers
1300 Lunch break
1400 Papers
3rd day: 900 Whole-day excursion by bus to Lillafüred (Anna Cave)
and to Aggtelek (Baradla Cave)
4th day: 900 Papers and poster presentations
1200 Closing Party
Congress venue: University of Miskolc.
Accommodation
Youth hostel within the campus of the University
in double-bed room:
cca 3000 HUF/person/night
reserved for a single person
cca 6000 HUF/person/night
International Conference EU
International Conference “KARST WITHOUT BOUNDARIES”
11 to 15 June 2014 Trebinje, Bosnia Herzegovina - http://diktas.iwlearn.org/
Engineering problems in karst, Session 5.7 at the IAEG XII
Congress
15 Sep, 2014 - 19 Sep, 2014, Torino, Italy
Contact: m.parise@ba.irpi.cnr.it - http://www.iaeg2014.com/
cronache ipogee
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20. un abisso di occasioni...?
Sito internet: www.cronacheipogee.jimdo.com
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e sui pipistrelli.
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1940, 280 pagine.
All'interno un articolo storico dal titolo
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speleologico metto a disposizione due
magliette del CAT (anni '80).
info: franco.gherlizza@yahoo.it
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o annulli filatelici
delle grotte turistiche
del Carso classico
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Maurizio Radacich
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Chi desidera pubblicare la propria notizia o articolo sul prossimo numero delle Cronache
Ipogee è pregato di spedire lo
scritto a: cronacheipogee@
gmail.com.
Le notizie dovranno pervenire
alla redazione entro la fine del
mese in file formato word, le foto
in formato .jpeg (risoluzione 300
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l'autore della foto.
Chi desidera vedere tutti i numeri precedenti può consultarli,
o scaricarli, direttamente dal
nostro sito:
Cronacheipogee.jimdo.com.
Buona lettura e, grazie.
La Redazione
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Maglietta bianca a manica corta (taglia L),
nuova. Riporta il disegno di Stefano Borghi in
occasione della spedizione del CAT al BU 56
(Spagna) nel 1987. (Euro 10.00)
funziona così...
Questa rubrica vi viene offerta in forma gratuita e la durata dell'esposizione
dei messaggi pervenuti sarà garantita per tre mesi.
Passato questo lasso di tempo, se non viene rinnovata la richiesta, il messaggio verrà rimosso.
Chiediamo la cortesia di segnalare alla redazione le eventuali contrattazioni, andate a buon fine in tempi inferiori a quelli trimestrali, evitandoci così di
promuovere quegli articoli che sono già stati evasi dalle parti.
Grazie.
La Redazione
cronache ipogee
21. vendo...
Per informazioni: Patricia
speleopat@gmail.com.
KONG DUCK
REPETTO CIRANO
Bloccante da risalita o in sostituzione
bloccante ventrale = 20 Euro
di nodi autobloccanti, oppure manovre
(consiglio di usarlo in palestra o codi soccorso per corde tra 8 e REPETTO CIRANO bloccante ventrale: 20€
13 mm
munque
bloccante da risalita o in sostituzione usarlo in dove c'è poco fango) c'è poco fang
di nodipalestra comunque dove
= 20 Euro
(consiglio di
REPETTO CIRANO bloccanteoventrale: 20€
KONG DUCK
autobloccanti, oppure per manovre di soccorso x corde
(consiglio di usarlo in palestra o comunque dove c'è poco fang
tra 8 e 13 mm: 20€
KONG FUTURA BODY
KONG
Bloccante ventrale = 25 Euro
DUCK bloccante da risalita o in sostituzione di nodi
autobloccanti, oppure per manovre di soccorso x corde
tra 8 e 13 mm: 20€
FUTURA BODY bloccante ventrale: 25€
FUTURA BODY bloccante ventrale: 25€
REPETTO RED BLOCK
Bloccante per autosicura (maniglia)
oppure per realizzare paranchi = 20
PETTO RED BLOCK bloccante per autosicura (maniglia)
Euro.
ure per realizzare paranchi.
All'occorrenza può essere usato anche
occorrenza può essere utilizzato anche come bloccante
ETTO RED BLOCK bloccante per autosicura (maniglia)
trale. come bloccante ventrale.
ure per realizzare paranchi.
(consiglio di usarlo in palestra o consiglio di usarlo in palestra o comunque dove c'è poco MUTA TECHNISUB = 45 Euro
fango)
ccorrenza può essere utilizzato anche come bloccante spessore 3 TECNISUB spessore 3mm, usata 1 1 volta, misura 4 da
MUTA mm, usata una spessore 3mm, da uomo. Pagata 89 Euro.
munque dove c'è poco fango)
MUTA TECNISUB volta, misura 4, usata volta, misura 4 da
rale.
uomo.
uomo.
siglio di usarlo in palestra o comunque dove c'è poco fango)
Pagata 89€ vendo a a 45€.
Pagata 89€ vendo 45€.
cronache ipogee
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