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A.S. 2008/2009




      Istituto Comprensivo “Rita Pisano”
      di Pedace (Cs)

      PON B-1-FSE-2008-141


                     Scienze e laboratorio

                      Problema


                                                 Dirigente Scolastico
     Sostituzion                                 Prof. Renato Miceli
       e delle                      Soluzioni
       teorie                       ipotizzate   Esperto esterno:
       errate
                                                 Prof. Andrea Checchetti
                                                 Tutor:
                       Critica e
                        prove                    Prof.ssa Irene Carci
                     sperimentali


            chetti
Andrea Chec
Scienze e laboratorio                                       A.S. 2008/2009


    Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs)
    PON B-1-FSE-2008-141


                  Scienze e laboratorio
    Dirigente Scolastico            Prof. Renato Miceli
    Esperto esterno:                 Prof. Andrea Checchetti
    Tutor:                           Prof.ssa Irene Carci
    I corsisti:
    Bardella            Concetta
    Cannata             Mirella
    Carravetta          Maria
    De Rose             Antonia
    Granieri            Maria Annunziata
    Leonetti            Maria
    Malito              Anna Maria
    Mattace             Maria
    Oliverio            Luciana Teresa
    Papaianni           Mirella
    Riccio              Giuseppe
    Rovito              Antonella
    Tarasio             Giuseppina
    Tedesco             Orestina
    Turco               Carlo Francesco
    Vigna               Angela



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Scienze e laboratorio                                   A.S. 2008/2009




                        Introduzione




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Scienze e laboratorio                                                              A.S. 2008/2009


    Introduzione

    Il presente progetto è stato finalizzato a coinvolgere il corpo docente dell’Istituto
    Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) in attività di laboratorio, che hanno
    comportato la raccolta di informazioni, elaborate e filtrate criticamente, per essere in
    grado di fornire le soluzioni più adeguate ai quesiti che la scienza si pone ogni qual
    volta che una curiosità, un problema, una domanda specifica nasce dall’osservazione
    di un fenomeno, di un processo, di un comportamento.

    Il laboratorio scientifico può considerarsi efficace se il processo di apprendimento ha
    sedimentato nello studente nuovi interessi, nuove curiosità, nuovi stimoli. Più in
    generale la didattica che fa uso del laboratorio come metodo d’insegnamento diventa
    un potente strumento se il fare lezione si esplica come attività che conferisce valore
    alla scoperta perché è in grado di dare risposte. Queste risposte non sono il prodotto
    di una sequenza di fasi preordinate, ma di un percorso nel quale il soggetto ha
    l’opportunità di agire, lavorare, relazionarsi decidendo in modo autonomo perché ha
    la possibilità concreta di calarsi in un ambiente significativo, esclusivo e destinato
    alla capacità di stimolare appieno ogni abilità e, motivare alla competenza, ottenendo
    così quegli effetti positivi offerti dalle aspettative cha tale luogo fisico è in grado di
    proporre.

    Nell’esecuzione di questo progetto si è pertanto cercato di simulare quello che può
    offrire l’uso del laboratorio all’insegnamento/apprendimento delle scienze.
    Le attività sono state suddivise in quattro diversi moduli:
       1.   Le trasformazioni della materia
       2.   I principi nutritivi
       3.   I circuiti elettrici
       4.   Le forze

    Il livello di conoscenze, competenze e abilità, acquisite dai corsisti, è stato monitorato
    attraverso un testo iniziale di autovalutazione, due prove in itinere e una prova finale,
    gli esiti della quale hanno evidenziato il rafforzamento delle abilità, il conseguimento
    dei saperi e le competenze previste. I docenti si sono mostrati soddisfatti
    dell’esperienza maturata durante il corso, partecipando al dialogo educativo, e,
    opportunamente guidati, realizzando tutta la serie di esperimenti proposti per ogni
    tematica.
    Per la realizzazione del progetto sono state utilizzate le seguenti metodologie:
    - presentazione dell’attività laboratoriale
    - cooperative learning
    - problem solving
    Sono stati raggiunti i seguenti risultati:

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Scienze e laboratorio                                                                A.S. 2008/2009


    • Conoscenza delle specifiche procedure di laboratorio
    • Consapevolezza dei propri punti di forza e di debolezza
    • Capacità di gestire le relazioni di gruppo
    Al termine del percorso i docenti coinvolti hanno compreso che il laboratorio
    permette
     •   Di innovare la lezione in classe
     •   Di valorizzare la cooperazione tra pari
     •   Di tenere alta l’attenzione per tutta la durata dell’attività
     •   Di mantenere aperte ogni riflessione di gruppo
    consente dunque
     • La partecipazione attiva degli studenti
     • L’interdisciplinarietà dei contenuti
     • Il lavoro di gruppo
    Ringrazio la Scuola, il Dirigente Scolastico, prof. Renato Miceli, il tutor, la prof.ssa
    Irene Carci e i docenti per l’interesse e la partecipazione mostrate per tutta la durata
    del corso. Infine sono riconoscente alla prof.ssa Mirella Cannata per il lavoro di
    preparazione del prodotto finale sviluppato dai corsisti.
    Pedace 30/12/2009                                      Prof. Andrea Checchetti




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                         DIDATTICA
                               E
                        LABORATORIO




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    E’ facilmente constatabile che nelle scuole del nostro territorio non ci sia una
    concreta pratica di laboratorio che consenta agli studenti di essere protagonisti attivi
    del loro saper fare. Allo stesso tempo l’insegnamento-apprendimento delle scienze ha
    sicuramente toccato un punto molto basso della scala dei valori della scuola. Al di là
    delle carenze di risorse, è l’organizzazione complessiva del sistema scolastico in
    quanto a spazi, tempi e preparazione degli insegnanti che andrebbero rivisti e
    riformati..
    I risultati degli ultimi rapporti OCSE-PISA dei nostri studenti dimostrano quanto i
    modelli di trasmissione del sapere scientifico non siano più sufficienti e quanto sia
    impellente mettere in campo nuove pratiche, nuovi modelli, nuovi curricoli della
    conoscenza scientifica e tecnologica a partire dalla scuola dell’obbligo.
    La messa in opera di questo progetto PON dell’Istituto Comprensivo di Pedace io
    credo abbia centrato una serie di obiettivi fondamentali per stimolare il rapporto che
    ogni docente instaura con il sapere scientifico al fine di valorizzare la didattica in
    cui il laboratorio è il luogo senza il quale non c’è apprendimento, lo spazio nel quale
    lo studente è in grado di scoprire e costruire la propria visione del mondo e della
    realtà che lo circonda.
    In questa direzione si è cercato nell’ambito del progetto di far incontrare due visioni
    di concepire il laboratorio: da un lato come spazio-tempo di verifica delle leggi,
    officina per acquisire abilità del misurare e dall’altro come terreno fertile per
    sviluppare un pensiero critico, capace di fondere le abilità manuali con quelle
    mentali per creare le giuste sinergie tra il pensare e l’agire, in modo da condividere
    teorie, concetti con l’elaborazione e il procedere sperimentale.
    La didattica laboratoriale costituisce dunque uno strumento di forte innovazione che
    il Piano ISS ha introdotto nella filiera formativa che va dalla scuola primaria alla
    scuola secondaria di secondo grado.
    Utilizzare la didattica laboratoriale significa per l’insegnante guidare processi di auto-
    apprendimento quali l’analisi, l’osservazione, il confronto, la ricerca di diversi
    itinerari possibili nella soluzione di un problema che consentono così agli studenti di
    diventare i protagonisti, attori di un processo in cui acquisiscono competenze. In
    quest’ottica l’attività di laboratorio promuove la discussione, la riflessione, il
    ragionamento.
    Scienze e laboratorio dunque come momento d’incontro per apprendere insieme le
    strategie necessarie, gli strumenti utili per risolvere un problema.
    In questo contesto le mappe concettuali rappresentano l’aspetto più qualificante del
    processo di insegnamento/apprendimento che permettono di esplicitare e sintetizzare
    e infine valutare l’attività svolta.




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                        IL PROGETTO




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    Le trasformazioni chimiche

    Competenze

       • Conoscere la legge della conservazione della massa
       • Conoscere gli acidi e le basi
       • Comprendere quando avviene una reazione chimica mediante la formazione di
         un solido, il cambio di colore, un’effervescenza, un aumento o diminuzione
         della temperatura

    Attività di laboratorio

       1. Trasformazione di sostanze con la temperatura
          Obiettivi: introduzione al concetto di trasformazione chimica mediante
          l’osservazione di fenomeni causati dal calore
       2. Sviluppo di gas
          Obiettivi: Constatare che un gas possiede una massa e verificare la legge della
          conservazione della massa
       3. Reazione di un acido forte con una base forte
          Obiettivi: definire il carattere acido, basico e neutro delle sostanze nelle
          soluzioni acquose attraverso una reazione chimica.

    I principi nutritivi

    Competenze

       • Saper riconoscere le macromolecole che costituiscono i componenti principali
         degli alimenti
       • Saper riconoscere le trasformazioni a cui vanno incontro le macromolecole



    Attività di laboratorio

       4. Saggi di riconoscimento degli zuccheri
          Obiettivi: Stabilire la presenza degli zuccheri in diverse sostanze
       5. Saggi di riconoscimento degli amidi
          Obiettivi: Stabilire la presenza degli amidi in una serie di campioni di cibo
       6. Saggio sulle proteine
          Obiettivi: Constatare la coagulazione delle proteine in alcune sostanze
       7. Saggio di riconoscimento dei lipidi:
          Obiettivi: Constatare la presenza di lipidi in alcune sostanze


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    I circuiti elettrici

    Competenze

       • Saper realizzare semplici circuiti elettrici
       • Conoscere i componenti di un circuito elettrico
       • Conoscere le unità di misura della corrente e della tensione nel sistema
         internazionale
       • Saper schematizzare un circuito elettrico

    Attività di laboratorio

       8. Conduttori e isolanti
          Obiettivi: indagare sul comportamento elettrico di diverse sostanze
          distinguendole in conduttori ed isolanti
       9. La corrente nei circuiti elettrici in serie
          Obiettivi: indagare sulle proprietà della corrente elettrica nei circuiti in serie
       10.La corrente nei circuiti elettrici in parallelo:
          Obiettivi: indagare sulle proprietà della corrente elettrica nei circuiti in
          parallelo

    Le forze

    Competenze

       •   Comprendere e spiegare il concetto di forza
       •   Descrivere le forze fondamentali della natura
       •   Distinguere la massa dal peso
       •   Comprendere il concetto di equilibrio tra forze
       •   Conoscere le unità di misura della forza e della tensione nel sistema
           internazionale

    Attività di laboratorio

       11.Statica dei fluidi
          Obiettivi: applicazioni del principio di Archimede, misura del peso specifico di
          un liquido e di un solido
       12.Le leve
          Obiettivi: distinguere i tre diversi tipi di leve




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    Il progetto è stato articolato nelle seguenti fasi:

       • Presentazione del progetto e somministrazione di un test d’ingresso di
         autovalutazione
       • Discussione guidata sugli argomenti scelti per il corso
       • Attività laboratoriale
       • Spiegazione delle prove effettuate e raccolta dei dati
       • Elaborazione di diagrammi di Gowin
       • Produzione di mappe concettuali

    Metodologie che sono state utilizzate:

       •   Presentazione dell’attività laboratoriale
       •   Cooperative learning
       •   Problem solving
       •   Mappe concettuali




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                        I DIAGRAMMI
                          DI GOWIN




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Scienze e laboratorio                                                             A.S. 2008/2009


    DIAGRAMMA DI GOWIN

    Il metodo del diagramma di Gowin è uno strumento didattico elaborato in ambito
    cognitivista, allo scopo di favorire l’apprendimento e di consentire una verifica dei
    livelli di comprensione e di rielaborazione raggiunti dallo studente. Come tutte le
    metodologie di ispirazione cognitivista, non si tratta di un procedimento meccanico e
    chiuso; esso però risulta realmente efficace soltanto se inserito in uno stile di lavoro
    che privilegi la rielaborazione attiva da parte dello studente. Gli studenti apprendono
    rielaborando informazioni e conoscenze con la tecnica del problem solving. Posti di
    fronte al problema, cercano di utilizzare le conoscenze in loro possesso per risolverlo.
    Il problema può essere di diversi tipi: dimostrare un teorema, comprendere una
    lezione, produrre un testo, eseguire un’esercitazione di laboratorio .... . In ogni caso,
    si assiste ad un tentativo di rielaborazione della conoscenza condotto attraverso
    strategie conosciute e il docente non ha la funzione di generatore di apprendimento,
    ma sempre quella di facilitatore.

    L'apprendimento è dunque, in una prospettiva cognitivista, un processo costruttivo
    durante il quale lo studente assimila nuovi "materiali cognitivi" , familiarizza con essi
    e procede a ristrutturare in modo più o meno approfondito il proprio sistema
    cognitivo. Lo studente viene inoltre aiutato dal docente ad osservare e a controllare le
    proprie modalità di apprendimento, confrontandole con quelle di altri e localizzando i
    punti deboli nel complesso di strategie a sua disposizione. Da ciò ha origine un lavoro
    che conduce assai spesso a sensibili miglioramenti nelle prestazioni cognitive, e
    sempre ad una migliore consapevolezza di sé. Il docente viene percepito non tanto
    come un dispensatore di conoscenze da replicare meccanicamente, ma come un
    collaboratore nel processo di rielaborazione cognitiva.

    Sono molteplici i modi attraverso i quali il docente può stimolare la rielaborazione
    personale, "attiva", da parte dello studente. Il principio è sempre lo stesso: un
    problema, di qualsiasi natura, non è un abisso che il docente debba affrettarsi a
    colmare, ma una risorsa da utilizzare per l'apprendimento. Questo vale anche per i
    problemi più semplici e all'apparenza più banali.

     In generale, lo studente si abitui a non vedere nell'insegnante il solutore dei suoi
    problemi, ma il collaboratore alla ricerca della soluzione. Lo spiegare e rispiegare, in
    termini sempre più "semplici", gli stessi concetti, fa dell'insegnante un protagonista
    infelice, che finisce per seguire la strada più lunga e meno produttiva – alla fine, in
    qualche modo, lo studente dovrà pure arrivare alla comprensione da sé. Occorre
    rovesciare l'atteggiamento di attesa passiva e promuovere (con fiducia, mai in
    maniera aggressiva) l’elaborazione personale. Dunque: fare molte domande, far
    sentire gli studenti continuamente interpellati; fermarsi a metà di un'argomentazione e
    fare trarre agli studenti le conclusioni; far rielaborare dagli studenti paragrafi o
    lezioni frontali, mediante l'uso, p.es. di mappe concettuali; fare analizzare casi
    concreti con l’uso dei diagrammi di Gowin.


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    Il diagramma di Gowin è stato proposto, negli USA negli anni 80, per aiutare a
    riflettere su come si impara e su come si costruisce la scienza ed è stato generalizzato
    ad altri campi e a tutti i livelli scolastici. Si tratta di uno strumento utile per capire la
    struttura della conoscenza e il processo della sua costruzione.
     ”Il lato sinistro del diagramma è quello del’elaborazione del pensiero e il lato destro
    è quello della programmazione dell’azione.”
    La V segnala, con la sua forma a punta, gli eventi o gli oggetti che stanno alla radice
    di tutta la produzione del sapere ed è fondamentale che gli studenti abbiano ben
    chiaro su che cosa stanno sperimentando. Il diagramma costringe in qualche modo a
    riconoscere l’effetto reciproco tra il sapere disciplinare costruito attraverso il tempo e
    la conoscenza che quella specifica indagine, in quel momento e in quella situazione,
    permette di costruire.




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                                              DIAGRAMMA A V
                             (Scoprire la struttura e il significato della conoscenza)
    VERSANTE CONCETTUALE                                                                           VERSANTE METODOLOGICO

              (Pensiero)                                                                                                   (Azione)

              (8) TEORIA                                                                        (5) ASSERZIONE DI CONOSCENZA

     I principi generali che guidano                                                           Sono le risposte alle domande focali e

    l’indagine e spiegano perché gli eventi                                                    rappresentano delle interpretazioni logiche

    o gli oggetti manifestano ciò che viene                                                   delle registrazioni e dell’elaborazione dei

    osservato.                                                                                dei dati da esse ricavati.

                                                                  (1)

                                                         DOMANDA FOCALE

                                                          Domande che servono

                                                          a far convergere l’inda-

                                                             gine sugli eventi o

                                                             gli oggetti studiati

        (7) PRINCIPI                                                                  (4) ELABORAZIONE

    Affermazioni di relazioni tra i concetti che                                      Tabelle, grafici, mappe concettuali, statistiche e

    spiegano come si può prevedere che                                                altre forme di organizzazionedelle registrazioni.

    appaiano o si comportino gli eventi o gli

    oggetti

       (6) CONCETTI                                                             (3)    DATI EMERSI (registrazioni)

    Sono le rrappresentazioni ioni degli eventi                                         Dati rilevati dalle oservazioni

    definiti con parole –chiave                                                         degli eventi presi in esame




                                                                     (2)

                                              PROGETTAZIONE DELL’ESPERIMENTO

                                               Descrizione del materiale occorso durante la

                                              sperimentazione e delle modalità di esecuzione.




    Nota - Diagramma a V della conoscenza: tutti gli elementi presenti nel diagramma
    interagiscono tra di loro nella creazione della struttura e del significato della
    conoscenza.


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    CHE COSA È
    Il diagramma a V è uno strumento euristico. E' stato concepito per aiutare studenti ed
    insegnanti a chiarire a se stessi la natura e lo scopo delle attività sviluppate.

    A CHE COSA SERVE
    Per chi impara:
        • visualizzare i nessi tra la fase sperimentale della ricerca e la fase analitico-
           cognitiva
        • visualizzare la natura dei concetti
        • esplicitare le relazioni tra essi
        • rappresentare graficamente le conoscenze
        • favorisce quindi la meta-cognizione
    Per chi insegna:
        • valutare il livello di concettualizzazione
        • far emergere la struttura cognitiva di costruzione della conoscenza.
    Il diagramma ha l'obiettivo di mettere in relazione le teorie generali con il percorso
    sperimentale
    che si sta attuando.




    COME SI USA
    Gowin prevedeva 5 domande di base per la costruzione del diagramma:
       1. qual è la domanda di partenza
       2. quali sono i concetti chiave
       3. quali metodi si utilizzano per cercare la risposta
       4. quali sono le asserzioni di conoscenza a cui si arriva
       5. quali sono le asserzioni di valore
    Dopo aver definito eventi e domande, si inizia dal lato destro in basso della V
    procedendo nel verso della freccia riportata in figura.



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      1. Vengono definiti gli eventi (qualunque cosa accade o possa esser fatta
         accadere), e gli oggetti (qualunque cosa sia possibile osservare) da osservare e
         si trascrivono sul vertice della V
      2. Si individua la domanda focale che contiene la tesi da dimostrare o l’ipotesi da
         verificare; si introduce l'idea della registrazione dei dati
      3. Si procede alla raccolta dei dati relativi all’evento prodotto e/o osservato; in
         questa fase avviene la sola trascrizione delle informazioni quanti-qualitative
         rilevate
      4. definire i concetti (una "regolarità", un insieme di caratteristiche costanti
         riscontrata negli eventi o negli oggetti e designata con un nome)
      5. si elaborano i dati operando confronti , individuando costanti e variabili, e ogni
         altra operazione che sia connessa con la domanda focale
      6. dai risultati delle elaborazioni si formulano le asserzioni di conoscenza (le
         risposte alle domande da cui siamo partiti)
      7. sono riportati i concetti incontrati durante tutto la fase sperimentale
      8. si passa all’inserimento dei principi (le relazioni di significato tra due o più
         concetti che guidano la nostra comprensione di ciò che accade negli eventi
         studiati) e teorie (relazioni tra concetti che organizzano i concetti ed i principi
         in modo da descrivere i fenomeni e le asserzioni di conoscenza). I principi ci
         dicono il come e le teorie il perché
      9. si inseriscono infine le asserzioni di valore che conducono alla esplicitazione
         delle visioni del mondo, la filosofia di riferimento che orienta la ricerca della
         risposta alla domanda.




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                          LE MAPPE
                        CONCETTUALI




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    Le mappe concettuali
    La mappa concettuale è un importante strumento meta-cognitivo che sintetizza a
    grappolo concetti correlati fra di loro
    Recenti ricerche hanno dimostrato che i discenti e gli insegnanti hanno quasi sempre
    delle conoscenze difettose o errate in quasi tutti i campi della conoscenza studiati e
    che queste conoscenze errate sono notoriamente difficili da superare con l’istruzione
    tradizionale.

    E’ stato dimostrato che l’uso delle mappe concettuali è efficace nel rimediare a tali
    conoscenze errate, soprattutto quando i discenti iniziano con una mappa concettuale
    "esperta" valida e quando lavorano in modo collaborativo per costruire un nuovo
    modello di conoscenza

    Per chi impara
    • Consente di visualizzare la natura dei concetti
    • Permette di stabilire le relazioni tra essi
    • Permette di individuare le relazioni gerarchiche
    • Consente di visualizzare l’architettura di un modulo
    • Permette di rappresentare graficamente le conoscenze
    • Favorisce quindi la meta-cognizione

    Per chi insegna
    • Permette di valutare il livello di concettualizzazione;
    • Permette di far emergere la struttura cognitiva;
    • Consente la rappresentazione grafica e concisa delle conoscenze.

    Perché le mappe?
    L'apprendimento e l'insegnamento tradizionale o meccanico consiste nella
    trasmissione e nell'acquisizione di conoscenze attraverso la pura e semplice
    memorizzazione dei contenuti.
    Le mappe cognitive e concettuali permettono, invece, un apprendimento
    significativo, creativo e attivo. L'alunno è costretto ad operare con il testo e con i
    concetti per compiere operazioni mentali complesse: scoprire, selezionare, collegare,
    gerarchizzare, mettere in relazione e generalizzare le nuove conoscenze.

    Modalità d’utilizzo didattico
    • Esplorare le preconoscenze
    • Per scrivere un testo
    • Per comprendere

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    • Per spiegare
    • Per riorganizzare/ sintetizzare attività didattiche
    • Mappe per progettare ipertesti




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      1. Le trasformazioni della materia




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      2. I Principi nutritivi




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      3. I circuiti elettrici




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    4. Le forze




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                         Bibliografia




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      1. Ausubel D., Educazione e processi cognitivi, FrancoAngeli, Milano 1995
      2. Canas A.J., Novak J. D., Concept Maps: Theory, Methodology, Technology,
         Proceedings of Second International conference on Concept Mapping,
         Universidad de Costa Rica, San José, Costa Rica, vol . I, pp. 449-456, 2006.
      3. Comoglio M., Cardoso M. A., Insegnare e apprendere in gruppo: il
         cooperative learning, Roma, LAS, 1996
      4. Frabboni F., Il Laboratorio, Laterza, Bari 2004
      5. Guastavigna M., Graficamente, Carocci, Roma, 2007
      6. Novak J. D., L’apprendimento significativo. Le mappe concettuali per creare
         e usare la conoscenza, Erickson, Trento, 2001
      7. Roletto E., La scuola dell’apprendimento, Trento, Erikson, 2005




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                          INDICE
                        ANALITICO




    Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs)   Pagina 36
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    Introduzione                                        pag. 3
    La didattica laboratoriale                          pag. 6
    Il Progetto                                         pag. 9
    I diagrammi di Gowin                                pag. 13
    Le mappe concettuali                                pag. 27
    Bibliografia                                        pag. 34
    Indice analitico                                    pag. 36




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  • 1. A.S. 2008/2009 Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) PON B-1-FSE-2008-141 Scienze e laboratorio Problema Dirigente Scolastico Sostituzion Prof. Renato Miceli e delle Soluzioni teorie ipotizzate Esperto esterno: errate Prof. Andrea Checchetti Tutor: Critica e prove Prof.ssa Irene Carci sperimentali chetti Andrea Chec
  • 2. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) PON B-1-FSE-2008-141 Scienze e laboratorio Dirigente Scolastico Prof. Renato Miceli Esperto esterno: Prof. Andrea Checchetti Tutor: Prof.ssa Irene Carci I corsisti: Bardella Concetta Cannata Mirella Carravetta Maria De Rose Antonia Granieri Maria Annunziata Leonetti Maria Malito Anna Maria Mattace Maria Oliverio Luciana Teresa Papaianni Mirella Riccio Giuseppe Rovito Antonella Tarasio Giuseppina Tedesco Orestina Turco Carlo Francesco Vigna Angela Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 2
  • 3. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 Introduzione Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 3
  • 4. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 Introduzione Il presente progetto è stato finalizzato a coinvolgere il corpo docente dell’Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) in attività di laboratorio, che hanno comportato la raccolta di informazioni, elaborate e filtrate criticamente, per essere in grado di fornire le soluzioni più adeguate ai quesiti che la scienza si pone ogni qual volta che una curiosità, un problema, una domanda specifica nasce dall’osservazione di un fenomeno, di un processo, di un comportamento. Il laboratorio scientifico può considerarsi efficace se il processo di apprendimento ha sedimentato nello studente nuovi interessi, nuove curiosità, nuovi stimoli. Più in generale la didattica che fa uso del laboratorio come metodo d’insegnamento diventa un potente strumento se il fare lezione si esplica come attività che conferisce valore alla scoperta perché è in grado di dare risposte. Queste risposte non sono il prodotto di una sequenza di fasi preordinate, ma di un percorso nel quale il soggetto ha l’opportunità di agire, lavorare, relazionarsi decidendo in modo autonomo perché ha la possibilità concreta di calarsi in un ambiente significativo, esclusivo e destinato alla capacità di stimolare appieno ogni abilità e, motivare alla competenza, ottenendo così quegli effetti positivi offerti dalle aspettative cha tale luogo fisico è in grado di proporre. Nell’esecuzione di questo progetto si è pertanto cercato di simulare quello che può offrire l’uso del laboratorio all’insegnamento/apprendimento delle scienze. Le attività sono state suddivise in quattro diversi moduli: 1. Le trasformazioni della materia 2. I principi nutritivi 3. I circuiti elettrici 4. Le forze Il livello di conoscenze, competenze e abilità, acquisite dai corsisti, è stato monitorato attraverso un testo iniziale di autovalutazione, due prove in itinere e una prova finale, gli esiti della quale hanno evidenziato il rafforzamento delle abilità, il conseguimento dei saperi e le competenze previste. I docenti si sono mostrati soddisfatti dell’esperienza maturata durante il corso, partecipando al dialogo educativo, e, opportunamente guidati, realizzando tutta la serie di esperimenti proposti per ogni tematica. Per la realizzazione del progetto sono state utilizzate le seguenti metodologie: - presentazione dell’attività laboratoriale - cooperative learning - problem solving Sono stati raggiunti i seguenti risultati: Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 4
  • 5. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 • Conoscenza delle specifiche procedure di laboratorio • Consapevolezza dei propri punti di forza e di debolezza • Capacità di gestire le relazioni di gruppo Al termine del percorso i docenti coinvolti hanno compreso che il laboratorio permette • Di innovare la lezione in classe • Di valorizzare la cooperazione tra pari • Di tenere alta l’attenzione per tutta la durata dell’attività • Di mantenere aperte ogni riflessione di gruppo consente dunque • La partecipazione attiva degli studenti • L’interdisciplinarietà dei contenuti • Il lavoro di gruppo Ringrazio la Scuola, il Dirigente Scolastico, prof. Renato Miceli, il tutor, la prof.ssa Irene Carci e i docenti per l’interesse e la partecipazione mostrate per tutta la durata del corso. Infine sono riconoscente alla prof.ssa Mirella Cannata per il lavoro di preparazione del prodotto finale sviluppato dai corsisti. Pedace 30/12/2009 Prof. Andrea Checchetti Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 5
  • 6. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 DIDATTICA E LABORATORIO Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 6
  • 7. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 E’ facilmente constatabile che nelle scuole del nostro territorio non ci sia una concreta pratica di laboratorio che consenta agli studenti di essere protagonisti attivi del loro saper fare. Allo stesso tempo l’insegnamento-apprendimento delle scienze ha sicuramente toccato un punto molto basso della scala dei valori della scuola. Al di là delle carenze di risorse, è l’organizzazione complessiva del sistema scolastico in quanto a spazi, tempi e preparazione degli insegnanti che andrebbero rivisti e riformati.. I risultati degli ultimi rapporti OCSE-PISA dei nostri studenti dimostrano quanto i modelli di trasmissione del sapere scientifico non siano più sufficienti e quanto sia impellente mettere in campo nuove pratiche, nuovi modelli, nuovi curricoli della conoscenza scientifica e tecnologica a partire dalla scuola dell’obbligo. La messa in opera di questo progetto PON dell’Istituto Comprensivo di Pedace io credo abbia centrato una serie di obiettivi fondamentali per stimolare il rapporto che ogni docente instaura con il sapere scientifico al fine di valorizzare la didattica in cui il laboratorio è il luogo senza il quale non c’è apprendimento, lo spazio nel quale lo studente è in grado di scoprire e costruire la propria visione del mondo e della realtà che lo circonda. In questa direzione si è cercato nell’ambito del progetto di far incontrare due visioni di concepire il laboratorio: da un lato come spazio-tempo di verifica delle leggi, officina per acquisire abilità del misurare e dall’altro come terreno fertile per sviluppare un pensiero critico, capace di fondere le abilità manuali con quelle mentali per creare le giuste sinergie tra il pensare e l’agire, in modo da condividere teorie, concetti con l’elaborazione e il procedere sperimentale. La didattica laboratoriale costituisce dunque uno strumento di forte innovazione che il Piano ISS ha introdotto nella filiera formativa che va dalla scuola primaria alla scuola secondaria di secondo grado. Utilizzare la didattica laboratoriale significa per l’insegnante guidare processi di auto- apprendimento quali l’analisi, l’osservazione, il confronto, la ricerca di diversi itinerari possibili nella soluzione di un problema che consentono così agli studenti di diventare i protagonisti, attori di un processo in cui acquisiscono competenze. In quest’ottica l’attività di laboratorio promuove la discussione, la riflessione, il ragionamento. Scienze e laboratorio dunque come momento d’incontro per apprendere insieme le strategie necessarie, gli strumenti utili per risolvere un problema. In questo contesto le mappe concettuali rappresentano l’aspetto più qualificante del processo di insegnamento/apprendimento che permettono di esplicitare e sintetizzare e infine valutare l’attività svolta. Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 7
  • 8. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 8
  • 9. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 IL PROGETTO Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 9
  • 10. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 Le trasformazioni chimiche Competenze • Conoscere la legge della conservazione della massa • Conoscere gli acidi e le basi • Comprendere quando avviene una reazione chimica mediante la formazione di un solido, il cambio di colore, un’effervescenza, un aumento o diminuzione della temperatura Attività di laboratorio 1. Trasformazione di sostanze con la temperatura Obiettivi: introduzione al concetto di trasformazione chimica mediante l’osservazione di fenomeni causati dal calore 2. Sviluppo di gas Obiettivi: Constatare che un gas possiede una massa e verificare la legge della conservazione della massa 3. Reazione di un acido forte con una base forte Obiettivi: definire il carattere acido, basico e neutro delle sostanze nelle soluzioni acquose attraverso una reazione chimica. I principi nutritivi Competenze • Saper riconoscere le macromolecole che costituiscono i componenti principali degli alimenti • Saper riconoscere le trasformazioni a cui vanno incontro le macromolecole Attività di laboratorio 4. Saggi di riconoscimento degli zuccheri Obiettivi: Stabilire la presenza degli zuccheri in diverse sostanze 5. Saggi di riconoscimento degli amidi Obiettivi: Stabilire la presenza degli amidi in una serie di campioni di cibo 6. Saggio sulle proteine Obiettivi: Constatare la coagulazione delle proteine in alcune sostanze 7. Saggio di riconoscimento dei lipidi: Obiettivi: Constatare la presenza di lipidi in alcune sostanze Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 10
  • 11. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 I circuiti elettrici Competenze • Saper realizzare semplici circuiti elettrici • Conoscere i componenti di un circuito elettrico • Conoscere le unità di misura della corrente e della tensione nel sistema internazionale • Saper schematizzare un circuito elettrico Attività di laboratorio 8. Conduttori e isolanti Obiettivi: indagare sul comportamento elettrico di diverse sostanze distinguendole in conduttori ed isolanti 9. La corrente nei circuiti elettrici in serie Obiettivi: indagare sulle proprietà della corrente elettrica nei circuiti in serie 10.La corrente nei circuiti elettrici in parallelo: Obiettivi: indagare sulle proprietà della corrente elettrica nei circuiti in parallelo Le forze Competenze • Comprendere e spiegare il concetto di forza • Descrivere le forze fondamentali della natura • Distinguere la massa dal peso • Comprendere il concetto di equilibrio tra forze • Conoscere le unità di misura della forza e della tensione nel sistema internazionale Attività di laboratorio 11.Statica dei fluidi Obiettivi: applicazioni del principio di Archimede, misura del peso specifico di un liquido e di un solido 12.Le leve Obiettivi: distinguere i tre diversi tipi di leve Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 11
  • 12. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 Il progetto è stato articolato nelle seguenti fasi: • Presentazione del progetto e somministrazione di un test d’ingresso di autovalutazione • Discussione guidata sugli argomenti scelti per il corso • Attività laboratoriale • Spiegazione delle prove effettuate e raccolta dei dati • Elaborazione di diagrammi di Gowin • Produzione di mappe concettuali Metodologie che sono state utilizzate: • Presentazione dell’attività laboratoriale • Cooperative learning • Problem solving • Mappe concettuali Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 12
  • 13. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 I DIAGRAMMI DI GOWIN Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 13
  • 14. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 DIAGRAMMA DI GOWIN Il metodo del diagramma di Gowin è uno strumento didattico elaborato in ambito cognitivista, allo scopo di favorire l’apprendimento e di consentire una verifica dei livelli di comprensione e di rielaborazione raggiunti dallo studente. Come tutte le metodologie di ispirazione cognitivista, non si tratta di un procedimento meccanico e chiuso; esso però risulta realmente efficace soltanto se inserito in uno stile di lavoro che privilegi la rielaborazione attiva da parte dello studente. Gli studenti apprendono rielaborando informazioni e conoscenze con la tecnica del problem solving. Posti di fronte al problema, cercano di utilizzare le conoscenze in loro possesso per risolverlo. Il problema può essere di diversi tipi: dimostrare un teorema, comprendere una lezione, produrre un testo, eseguire un’esercitazione di laboratorio .... . In ogni caso, si assiste ad un tentativo di rielaborazione della conoscenza condotto attraverso strategie conosciute e il docente non ha la funzione di generatore di apprendimento, ma sempre quella di facilitatore. L'apprendimento è dunque, in una prospettiva cognitivista, un processo costruttivo durante il quale lo studente assimila nuovi "materiali cognitivi" , familiarizza con essi e procede a ristrutturare in modo più o meno approfondito il proprio sistema cognitivo. Lo studente viene inoltre aiutato dal docente ad osservare e a controllare le proprie modalità di apprendimento, confrontandole con quelle di altri e localizzando i punti deboli nel complesso di strategie a sua disposizione. Da ciò ha origine un lavoro che conduce assai spesso a sensibili miglioramenti nelle prestazioni cognitive, e sempre ad una migliore consapevolezza di sé. Il docente viene percepito non tanto come un dispensatore di conoscenze da replicare meccanicamente, ma come un collaboratore nel processo di rielaborazione cognitiva. Sono molteplici i modi attraverso i quali il docente può stimolare la rielaborazione personale, "attiva", da parte dello studente. Il principio è sempre lo stesso: un problema, di qualsiasi natura, non è un abisso che il docente debba affrettarsi a colmare, ma una risorsa da utilizzare per l'apprendimento. Questo vale anche per i problemi più semplici e all'apparenza più banali. In generale, lo studente si abitui a non vedere nell'insegnante il solutore dei suoi problemi, ma il collaboratore alla ricerca della soluzione. Lo spiegare e rispiegare, in termini sempre più "semplici", gli stessi concetti, fa dell'insegnante un protagonista infelice, che finisce per seguire la strada più lunga e meno produttiva – alla fine, in qualche modo, lo studente dovrà pure arrivare alla comprensione da sé. Occorre rovesciare l'atteggiamento di attesa passiva e promuovere (con fiducia, mai in maniera aggressiva) l’elaborazione personale. Dunque: fare molte domande, far sentire gli studenti continuamente interpellati; fermarsi a metà di un'argomentazione e fare trarre agli studenti le conclusioni; far rielaborare dagli studenti paragrafi o lezioni frontali, mediante l'uso, p.es. di mappe concettuali; fare analizzare casi concreti con l’uso dei diagrammi di Gowin. Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 14
  • 15. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 Il diagramma di Gowin è stato proposto, negli USA negli anni 80, per aiutare a riflettere su come si impara e su come si costruisce la scienza ed è stato generalizzato ad altri campi e a tutti i livelli scolastici. Si tratta di uno strumento utile per capire la struttura della conoscenza e il processo della sua costruzione. ”Il lato sinistro del diagramma è quello del’elaborazione del pensiero e il lato destro è quello della programmazione dell’azione.” La V segnala, con la sua forma a punta, gli eventi o gli oggetti che stanno alla radice di tutta la produzione del sapere ed è fondamentale che gli studenti abbiano ben chiaro su che cosa stanno sperimentando. Il diagramma costringe in qualche modo a riconoscere l’effetto reciproco tra il sapere disciplinare costruito attraverso il tempo e la conoscenza che quella specifica indagine, in quel momento e in quella situazione, permette di costruire. Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 15
  • 16. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 DIAGRAMMA A V (Scoprire la struttura e il significato della conoscenza) VERSANTE CONCETTUALE VERSANTE METODOLOGICO (Pensiero) (Azione) (8) TEORIA (5) ASSERZIONE DI CONOSCENZA I principi generali che guidano Sono le risposte alle domande focali e l’indagine e spiegano perché gli eventi rappresentano delle interpretazioni logiche o gli oggetti manifestano ciò che viene delle registrazioni e dell’elaborazione dei osservato. dei dati da esse ricavati. (1) DOMANDA FOCALE Domande che servono a far convergere l’inda- gine sugli eventi o gli oggetti studiati (7) PRINCIPI (4) ELABORAZIONE Affermazioni di relazioni tra i concetti che Tabelle, grafici, mappe concettuali, statistiche e spiegano come si può prevedere che altre forme di organizzazionedelle registrazioni. appaiano o si comportino gli eventi o gli oggetti (6) CONCETTI (3) DATI EMERSI (registrazioni) Sono le rrappresentazioni ioni degli eventi Dati rilevati dalle oservazioni definiti con parole –chiave degli eventi presi in esame (2) PROGETTAZIONE DELL’ESPERIMENTO Descrizione del materiale occorso durante la sperimentazione e delle modalità di esecuzione. Nota - Diagramma a V della conoscenza: tutti gli elementi presenti nel diagramma interagiscono tra di loro nella creazione della struttura e del significato della conoscenza. Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 16
  • 17. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 CHE COSA È Il diagramma a V è uno strumento euristico. E' stato concepito per aiutare studenti ed insegnanti a chiarire a se stessi la natura e lo scopo delle attività sviluppate. A CHE COSA SERVE Per chi impara: • visualizzare i nessi tra la fase sperimentale della ricerca e la fase analitico- cognitiva • visualizzare la natura dei concetti • esplicitare le relazioni tra essi • rappresentare graficamente le conoscenze • favorisce quindi la meta-cognizione Per chi insegna: • valutare il livello di concettualizzazione • far emergere la struttura cognitiva di costruzione della conoscenza. Il diagramma ha l'obiettivo di mettere in relazione le teorie generali con il percorso sperimentale che si sta attuando. COME SI USA Gowin prevedeva 5 domande di base per la costruzione del diagramma: 1. qual è la domanda di partenza 2. quali sono i concetti chiave 3. quali metodi si utilizzano per cercare la risposta 4. quali sono le asserzioni di conoscenza a cui si arriva 5. quali sono le asserzioni di valore Dopo aver definito eventi e domande, si inizia dal lato destro in basso della V procedendo nel verso della freccia riportata in figura. Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 17
  • 18. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 1. Vengono definiti gli eventi (qualunque cosa accade o possa esser fatta accadere), e gli oggetti (qualunque cosa sia possibile osservare) da osservare e si trascrivono sul vertice della V 2. Si individua la domanda focale che contiene la tesi da dimostrare o l’ipotesi da verificare; si introduce l'idea della registrazione dei dati 3. Si procede alla raccolta dei dati relativi all’evento prodotto e/o osservato; in questa fase avviene la sola trascrizione delle informazioni quanti-qualitative rilevate 4. definire i concetti (una "regolarità", un insieme di caratteristiche costanti riscontrata negli eventi o negli oggetti e designata con un nome) 5. si elaborano i dati operando confronti , individuando costanti e variabili, e ogni altra operazione che sia connessa con la domanda focale 6. dai risultati delle elaborazioni si formulano le asserzioni di conoscenza (le risposte alle domande da cui siamo partiti) 7. sono riportati i concetti incontrati durante tutto la fase sperimentale 8. si passa all’inserimento dei principi (le relazioni di significato tra due o più concetti che guidano la nostra comprensione di ciò che accade negli eventi studiati) e teorie (relazioni tra concetti che organizzano i concetti ed i principi in modo da descrivere i fenomeni e le asserzioni di conoscenza). I principi ci dicono il come e le teorie il perché 9. si inseriscono infine le asserzioni di valore che conducono alla esplicitazione delle visioni del mondo, la filosofia di riferimento che orienta la ricerca della risposta alla domanda. Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 18
  • 19. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 19
  • 20. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 20
  • 21. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 21
  • 22. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 22
  • 23. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 23
  • 24. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 24
  • 25. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 25
  • 26. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 26
  • 27. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 LE MAPPE CONCETTUALI Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 27
  • 28. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 Le mappe concettuali La mappa concettuale è un importante strumento meta-cognitivo che sintetizza a grappolo concetti correlati fra di loro Recenti ricerche hanno dimostrato che i discenti e gli insegnanti hanno quasi sempre delle conoscenze difettose o errate in quasi tutti i campi della conoscenza studiati e che queste conoscenze errate sono notoriamente difficili da superare con l’istruzione tradizionale. E’ stato dimostrato che l’uso delle mappe concettuali è efficace nel rimediare a tali conoscenze errate, soprattutto quando i discenti iniziano con una mappa concettuale "esperta" valida e quando lavorano in modo collaborativo per costruire un nuovo modello di conoscenza Per chi impara • Consente di visualizzare la natura dei concetti • Permette di stabilire le relazioni tra essi • Permette di individuare le relazioni gerarchiche • Consente di visualizzare l’architettura di un modulo • Permette di rappresentare graficamente le conoscenze • Favorisce quindi la meta-cognizione Per chi insegna • Permette di valutare il livello di concettualizzazione; • Permette di far emergere la struttura cognitiva; • Consente la rappresentazione grafica e concisa delle conoscenze. Perché le mappe? L'apprendimento e l'insegnamento tradizionale o meccanico consiste nella trasmissione e nell'acquisizione di conoscenze attraverso la pura e semplice memorizzazione dei contenuti. Le mappe cognitive e concettuali permettono, invece, un apprendimento significativo, creativo e attivo. L'alunno è costretto ad operare con il testo e con i concetti per compiere operazioni mentali complesse: scoprire, selezionare, collegare, gerarchizzare, mettere in relazione e generalizzare le nuove conoscenze. Modalità d’utilizzo didattico • Esplorare le preconoscenze • Per scrivere un testo • Per comprendere Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 28
  • 29. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 • Per spiegare • Per riorganizzare/ sintetizzare attività didattiche • Mappe per progettare ipertesti Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 29
  • 30. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 1. Le trasformazioni della materia Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 30
  • 31. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 2. I Principi nutritivi Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 31
  • 32. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 3. I circuiti elettrici Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 32
  • 33. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 4. Le forze Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 33
  • 34. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 Bibliografia Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 34
  • 35. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 1. Ausubel D., Educazione e processi cognitivi, FrancoAngeli, Milano 1995 2. Canas A.J., Novak J. D., Concept Maps: Theory, Methodology, Technology, Proceedings of Second International conference on Concept Mapping, Universidad de Costa Rica, San José, Costa Rica, vol . I, pp. 449-456, 2006. 3. Comoglio M., Cardoso M. A., Insegnare e apprendere in gruppo: il cooperative learning, Roma, LAS, 1996 4. Frabboni F., Il Laboratorio, Laterza, Bari 2004 5. Guastavigna M., Graficamente, Carocci, Roma, 2007 6. Novak J. D., L’apprendimento significativo. Le mappe concettuali per creare e usare la conoscenza, Erickson, Trento, 2001 7. Roletto E., La scuola dell’apprendimento, Trento, Erikson, 2005 Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 35
  • 36. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 INDICE ANALITICO Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 36
  • 37. Scienze e laboratorio A.S. 2008/2009 Introduzione pag. 3 La didattica laboratoriale pag. 6 Il Progetto pag. 9 I diagrammi di Gowin pag. 13 Le mappe concettuali pag. 27 Bibliografia pag. 34 Indice analitico pag. 36 tti Ch ecche ea Andr Istituto Comprensivo “Rita Pisano” di Pedace (Cs) Pagina 37