La lunga lenta ascesa di solare e eolico Le Scienze aprile 2014
1. Andrea Atzori
http://www.novambiente.it/ 20/04/2014
La lunga, lenta ascesa di solare ed eolico
Le scienze Aprile 2014
La speranza di una transizione rapida e travolgente alle energie rinnovabili
è una mera illusione
Fonti
www.lescienze.it
www.vaclavsmil.com
Illustre professore emerito dell’Università del Manitoba, è autore di oltre trenta pubblicazioni su temi di energia e
ambiente
2. Negli Stati Uniti, come nel resto del mondo, ci sono voluti ogni volta dai 50 ai 60 anni prima
che un combustibile riuscisse ad affermarsi in modo capillare e a dominare il mercato.
Prima si è passati dalla legna al carbon fossile. Poi dal carbone al petrolio.
Ora gli Stati Uniti stanno attraversando una grande terza transizione energetica, da carbon
fossile e petrolio a gas naturale.
Tra il 2001 e il 2012, negli Stati Uniti, il consumo di carbone è sceso del 20% e quello di
greggio del 7% , mentre il consumo di gas naturale è salito del 14%.
Tuttavia, pur essendo il gas naturale abbondante, pulito ed economicamente abbordabile,
serviranno altri dieci o venti anni prima che il suo uso possa superare quello del carbone, che
genera ancora oltre un terzo dell’elettricità statunitense.
Le energie rinnovabili non stanno decollando più in fretta di quanto abbiano fatto i nuovi
combustibili del passato. L’idea che possano affermarsi più rapidamente non poggia su
alcuna base tecnica e finanziaria, anche perché la domanda mondiale di energia sta
crescendo così in fretta che già difficile tenere il passo con il gas naturale, men che meno
con le rinnovabili.
3. Malgrado la rapida diffusione delle macchine industriali, il XIX secolo non è stato alimentato
dal carbon fossile.
E’ avanzato, invece, grazie al legno, al carbone vegetale e ai residui delle culture (per lo più
paglia), che hanno fatto fronte all’85% del fabbisogno energetico mondiale, circa 2,4
yottajoule (yJ = 1024
joule).
Il carbon fossile ha iniziato a soddisfare più del 5% della domanda energetica solo attorno al
1840, e nel 1900 riusciva a coprirne appena la metà.
Ci sono voluti, insomma, tra i 50 e i 60 anni perché la sua quota di mercato crescesse dal 5 al
50%
Statistiche affidabili indicano nel 1985 l’anno in cui, negli USA, l’energia prodotta dai
combustibili fossili (per lo più carbon fossile, un po’ di petrolio greggio e un volume molto
ridotto di gas naturale) ha sorpassato l’energia prodotta da legno e carbon vegetale.
In Francia la svolta è avvenuta nel 1895, in Giappone nel 1901; nell’Unione Sovietica nel
1930, in Cina nel 1965 e in India alla fine degli anni ’70.
4. In modo analogo nel XX secolo la principale fonte energetica non è tata il petrolio, ma il
carbon fossile. Il carbone bituminoso e la lignite hanno raggiunto la quota più alta del
consumo globale di combustibile, circa il 55%, intorno al 1910, ma il greggio ha sorpassato il
carbon fossile solo nel 1964.
Tuttavia, poiché il declino dell’importanza relativa del carbone è stato accompagnato da un
aumento costante del fabbisogno energetico globale, in termini generali il combustibile più
importante del XX secolo è stato il carbon fossile, non il petrolio greggio. Il carbone ha infatti
fornito circa 5,3 yottajoule di energia, mentre il petrolio si è fermato ad appena 4 yottajoule.
Finora solo due potenze economiche hanno completato la terza transizione tra i combustibili
fossili: il consumo di gas naturale ha superato quello di petrolio greggio nel 1984 in Unione
Sovietica e nel 1999 in Gran Bretagna.
5. Carbon fossile che ha sostituito il legno
5
10
15
20
25
30
40
50
0
10
20
30
40
50
60
1830 1840 1850 1860 1870 1880 1890 1900 1910
Anni
Percentualefornitura
energeticaglobale
Petrolio che ha sostituito il carbon fossile
0
10
20
30
40
50
60
1910 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980
Anni
Percentualefornitura
elettricaglobale
Gas naturale
0
5
10
15
20
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30
1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990
Anni
Percentualefornitura
elettricaglobale
6. Se confrontiamo le sequenze di numeri, possiamo osservare che il gas naturale ha
impiegato un tempo significativamente maggiore per arrivare a coprire il 25% del
fabbisogno energetico totale: circa 55 anni contro i 35 impiegati dal carbon fossile e 40
impiegati dal petrolio.
Tre semplici sequenze di numeri non bastano a dettare il ritmo delle transizioni
energetiche globali future. Inoltre un reale progresso tecnologico verso un’energia
nucleare economica e sicura oppure la scoperta di una tecnica per immagazzinare scorte
massicce di energia generata dall’eolico o dal solare potrebbero accelerare il
cambiamento. Ma le analogie nella progressione delle tre grandi rivoluzioni energetiche
mondiali degli ultimi due secoli sono comunque sorprendenti, in particolare perché i
diversi tipi di combustibile esaminati hanno richiesto tecniche di produzione differenti,
nonché differenti canali di distribuzione e tecnologie diverse per essere convertiti in forme
di energia adoperabili direttamente, che si sia trattato di motori diesel per i treni o di
impianti di riscaldamento casalinghi.
A livello mondiale, gli enormi investimenti e la costruzione di infrastrutture necessarie
affinché qualsiasi nuova fonte di energia possa conquistare una vasta quota del mercato
globale si devono protrarre per due o tre generazioni: in altre parole dai 50 ai 70 anni.
7. Se confrontiamo le sequenze di numeri, possiamo osservare che il gas naturale ha
impiegato un tempo significativamente maggiore per arrivare a coprire il 25% del
fabbisogno energetico totale: circa 55 anni contro i 35 impiegati dal carbon fossile e 40
impiegati dal petrolio.
Tre semplici sequenze di numeri non bastano a dettare il ritmo delle transizioni
energetiche globali future. Inoltre un reale progresso tecnologico verso un’energia
nucleare economica e sicura oppure la scoperta di una tecnica per immagazzinare scorte
massicce di energia generata dall’eolico o dal solare potrebbero accelerare il
cambiamento. Ma le analogie nella progressione delle tre grandi rivoluzioni energetiche
mondiali degli ultimi due secoli sono comunque sorprendenti, in particolare perché i
diversi tipi di combustibile esaminati hanno richiesto tecniche di produzione differenti,
nonché differenti canali di distribuzione e tecnologie diverse per essere convertiti in forme
di energia adoperabili direttamente, che si sia trattato di motori diesel per i treni o di
impianti di riscaldamento casalinghi.
A livello mondiale, gli enormi investimenti e la costruzione di infrastrutture necessarie
affinché qualsiasi nuova fonte di energia possa conquistare una vasta quota del mercato
globale si devono protrarre per due o tre generazioni: in altre parole dai 50 ai 70 anni.