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Corso di aggiornamento:



FORMAZIONE
DELL’INSEGNANTE I.R.C.

indicazioni, competenze, valutazione.


    Ghivizzano 6 marzo 2012
Indicazioni : strumento orientativo sul piano
progettuale e didattico.

 I vocaboli “valutare” e “verificare” trovano sempre più
  spazio nelle riviste scolastiche e nei corsi di
  aggiornamento. Tuttavia in questo momento di continue
  riforme e cambiamenti nelle scuole, sta cambiando anche
  il modo di intendere la valutazione. In passato la visione
  condivisa di questa funzione, molto importante nei
  processi scolastici, era di valutare il progresso di un
  allievo in base al proprio sviluppo e alle proprie
  potenzialità senza l’obbligo di traguardi predefiniti.
Oggi la situazione è cambiata poiché si tende a mettere
 alla base dei percorsi valutativi gli standard di
 apprendimento. Le ”nuove indicazioni per il curricolo”
 fissano dei traguardi da superare nel percorso formativo
 dai 3 ai 14 anni secondo standard europei.

         Ma in tutto questo il bambino dove sta?


Nella globalizzazione la persona è diventata un oggetto. E’
  tempo di riflettere e di comprendere che la centralità dello
  studente e il valore formativo ha mille sfaccettature che un
  insegnante attento e preparato deve considerare.
Il “buon senso” per operare proficuamente fa emergere
un insegnante aperto e flessibile che si riferisce non
soltanto al fare scuola quanto a saper riflettere su fini ,
risultati e modi del fare scuola. Si tratta di una scuola
che, anche valutando, impara sempre meglio ad
accogliere e conoscere le storie di ogni bambino e a fare
in modo che ogni storia diventi un progetto di crescita da
condividere insieme.
La valutazione diventa così “autovalutazione” poiché
permette agli insegnanti di rivedere le strategie messe
in atto e di orientarsi nell’azione educativa-didattica
da intraprendere , mentre i “saperi” posseduti dal
bambino non vengono più giudicati, ma considerati
punti di partenza su cui costruire “nuovi saperi”.
“Programmare” è un termine molto attuale nella
società odierna, significa tendenzialmente organizzare
in modo strutturato, mirato e personalizzato le attività,
agendo in linea con i traguardi di sviluppo sulle
competenze previste e commisurate alla fascia d’età
dei bambini.
Nella programmazione si deve necessariamente tener conto di
alcuni imprescindibili fattori:


1- Le indicazioni ministeriali nazionali.
2- Le tematiche in verticale.
3- I progetti in continuità.
4- I progetti in sezione o intersezione.
1- Le indicazioni ministeriali nazionali.
Costituiscono le linee guida per sviluppare le tematiche ed i
 progetti interconnessi con l’attualità in continua
 evoluzione; esse invitano ad affrontare argomenti e
 discipline ritenute importanti.
Il Servizio Nazionale della CEI ha voluto sperimentare anche
per l’IRC una bozza di specifici OA e TSC e sostituiscono gli
OSA (previsti dalla riforma Moratti). E’ stata così avviata la
Sperimentazione Nazionale sui nuovi Obiettivi di
Apprendimento e Traguardi per lo Sviluppo delle Competenze
di IRC per la Scuola dell’Infanzia e il Primo Ciclo
dell’istruzione (Primaria, Secondaria di primo grado), con il
riconoscimento formale da parte del Ministero della Pubblica
istruzione avvenuto con C.M. n° 45 del 22 aprile 2008.
Già dal testo introduttivo si evidenzia la finalità educativa
specifica, non evidente negli OSA pensati all’interno delle
indicazioni Moratti. Il contributo pedagogico che si vuole
riconoscere alle attività di IRC sin dalla scuola dell’infanzia
prevede: un IRC:
 - un IRC come risposta ai bisogni
 -per una maturazione personale globale
 -nei 5 campi di esperienza
 -OA e TSC sono fusi insieme
 -il “per” indica la svolta educativa
 -stessi nuclei tematici degli OSA Irc (Dio, Cristo, la
 Chiesa)
 -declinati nel loro contributo alla crescita personale del
 bambino.
2-Le tematiche in verticale.

Sono quelle che vengono sviluppate da ogni istituto
comprensivo e attorno alle quali , sebbene con modalità
differenti, lavorano i vari ordini scolastici. L’attività di
gruppo per dipartimenti in verticale costituisce una
sorta di “perno didattico” attorno al quale incardinare
vari progetti e attività anche extracurricolari sostenute
da esperti esterni.
3- I progetti in continuità.
Sono quelli curriculari o extracurricolari che si riagganciano
 per continuità a quanto fatto in precedenza in sezione , in
 intersezione, nell’istituto, nei veri ordini scolastici. Tra
 questi, frequenti sono i progetti riguardanti la lettura,
 sviluppati con la scuola primaria, le attività riguardanti le
 festività, l’educazione stradale, l’ambiente ecc.
La continuità nasce dall’esigenza di garantire il diritto
dell’alunno ad un percorso formativo che mira a promuovere
uno sviluppo multidimensionale del soggetto, il quale, pur nei
cambiamenti evolutivi e nelle diverse istituzioni scolastiche ,
costruisce la propria identità; valorizza le conoscenze già
acquisite e riconosce la specificità, e la pari dignità educativa di
ciascuna scuola, nella dinamica della diversità, dei ruoli e delle
funzioni.
4- I progetti in sezione o intersezione.
Sono quelli che ogni scuola personalizzando la propria
 programmazione inserisce nel proprio Piano dell’Offerta
 Formativa (P.O.F) e sono decisi dalle insegnanti.
La programmazione


E’ un prodotto personale di ogni istituto comprensivo e viene
stilata tenendo presente la programmazione educativa e i campi
di esperienza vigenti che attualmente sono 5:
-Il sé e l’altro: Il bambino sviluppa il senso
  dell’identità personale, conosce meglio se stesso, gli
  altri e le tradizioni della comunità in cui vive.

Relativamente alla religione cattolica: Scopre nei
racconti del Vangelo la persona e l’insegnamento di Gesù,
da cui apprende che Dio è Padre di tutti e che la Chiesa è
la comunità di uomini e donne unita nel suo nome, per
sviluppare un positivo senso di sé e sperimentare relazioni
serene con gli altri, anche appartenenti a differenti
tradizioni culturali e religiose.
- Il corpo in movimento: Il bambino conosce meglio il
  proprio corpo, consegue pratiche corrette di cura di sé e
  di alimentazione.


 Relativamente alla religione cattolica: Riconosce nei
segni del corpo l’esperienza religiosa propria e altrui
per cominciare a manifestare anche in questo modo la
propria interiorità, l’immaginazione e le emozioni.
-Linguaggi , creatività, espressione: Il bambino
 comunica, si esprime e apprezza i vari linguaggi :
 gestuale, iconico, musicale, verbale.

 Relativamente alla religione cattolica: Riconosce
 alcuni linguaggi simbolici e figurativi caratteristici
 delle tradizioni e della vita dei cristiani (segni, feste,
 preghiere, canti, gestualità, spazi, arte), per poter
 esprimere con creatività il proprio vissuto religioso.
-I discorsi e le parole: Il bambino sviluppa la padronanza
 d’uso della lingua , arricchisce e precisa il proprio
 lessico.

    Relativamente alla religione cattolica: Impara
    alcuni termini del linguaggio cristiano, ascoltando
    semplici racconti biblici, ne sa narrare i contenuti
    riutilizzando i linguaggi appresi, per sviluppare una
    comunicazione significativa anche in ambito
    religioso.
-La conoscenza del mondo: Il bambino esplora,
 raggruppa e ordina secondo criteri diversi, osserva e
 coglie i fenomeni naturali e tecnologici.

Relativamente alla religione cattolica: Osserva
con meraviglia ed esplora con curiosità il
mondo, riconosciuto dai cristiani e da tanti
uomini religiosi come dono di Dio Creatore, per
sviluppare sentimenti di responsabilità nei
confronti della realtà, abitandola
con fiducia e speranza.
Riepilogando ai può dire che:
     la programmazione didattica relativa al binomio
    insegnamento-apprendimento nella propria sezione, è
    caratterizzata dall’organizzazione in sequenza delle
    unità di lavoro-progetti intesi sia come contenuti ma
    anche come articolazione di:
-   obiettivi-traguardi per lo sviluppo delle competenze;
-   contenuti;
-   Metodi;
-   Mezzi;
-   verifiche.
Obiettivi educativi:
    Sono l’insieme dei traguardi formativi che il bambino raggiunge
                            attraverso un’attività.
                                   TSC:
Rappresentano ciò che il bambino deve essere in grado di fare alla fine di
                           un intervento didattico.
                                Contenuti:
   Sono le nozioni, le capacità e le esperienze che formano l’oggetto
                     dell’insegnamento-apprendimento.
                                 Metodi:
 Sono i metodi appunto di insegnamento e di apprendimento, ma anche i
                  mezzi, i materiali e i supporti utilizzati.
                               Le verifiche:
 Rappresentano la valutazione delle competenze raggiunte dal bambino.
LA VALUTAZIONE
All’interno della sezione, l’insegnante valuta i livelli di
 apprendimento conseguiti dai bambini, in riferimento
 ai diversi campi di esperienza; valuta, inoltre,
 l’efficacia del proprio operato, le modalità di relazione
 usate, i materiali, i tempi, gli spazi e le scelte
 organizzative, per predisporre eventuali aggiustamenti
 alla sua azione educativa.

              Profili per valutare in modo sintetico:

                   -Traguardi pienamente conseguiti.
                   -Traguardi conseguiti.
                   -Traguardi parzialmente conseguiti.
Traguardi pienamente conseguiti. (cinque anni)
Traguardi conseguiti. ( cinque anni)
Traguardi parzialmente conseguiti. ( cinque anni)
U.A.
Novembre    Amici speciali sulla nostra strada.
   O.A.     -Scoprire attraverso la vita dei santi, gesti
            amorevoli che rivelano la bontà di Dio.
            -Approfondire e conoscere chi sono gli amici di
            Gesù.
            -Narrazione degli episodi relativi a S.Francesco e S.
            Martino.
ATTIVITA’
            -Produzione grafico e/o pittoriche.
            -Utilizzo di testi illustrati per stimolare la
            rielaborazione verbale.
VERIFICA    -Drammatizzazione degli episodi raccontati.

   T.S.C    -Il sé e l’altro.
            -Il corpo in movimento.
            -I discorsi e le parole.
Ins. Castellini Rosa
Ins. Adami Maria Concetta.

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  • 1. Corso di aggiornamento: FORMAZIONE DELL’INSEGNANTE I.R.C. indicazioni, competenze, valutazione. Ghivizzano 6 marzo 2012
  • 2. Indicazioni : strumento orientativo sul piano progettuale e didattico. I vocaboli “valutare” e “verificare” trovano sempre più spazio nelle riviste scolastiche e nei corsi di aggiornamento. Tuttavia in questo momento di continue riforme e cambiamenti nelle scuole, sta cambiando anche il modo di intendere la valutazione. In passato la visione condivisa di questa funzione, molto importante nei processi scolastici, era di valutare il progresso di un allievo in base al proprio sviluppo e alle proprie potenzialità senza l’obbligo di traguardi predefiniti.
  • 3. Oggi la situazione è cambiata poiché si tende a mettere alla base dei percorsi valutativi gli standard di apprendimento. Le ”nuove indicazioni per il curricolo” fissano dei traguardi da superare nel percorso formativo dai 3 ai 14 anni secondo standard europei. Ma in tutto questo il bambino dove sta? Nella globalizzazione la persona è diventata un oggetto. E’ tempo di riflettere e di comprendere che la centralità dello studente e il valore formativo ha mille sfaccettature che un insegnante attento e preparato deve considerare.
  • 4. Il “buon senso” per operare proficuamente fa emergere un insegnante aperto e flessibile che si riferisce non soltanto al fare scuola quanto a saper riflettere su fini , risultati e modi del fare scuola. Si tratta di una scuola che, anche valutando, impara sempre meglio ad accogliere e conoscere le storie di ogni bambino e a fare in modo che ogni storia diventi un progetto di crescita da condividere insieme.
  • 5. La valutazione diventa così “autovalutazione” poiché permette agli insegnanti di rivedere le strategie messe in atto e di orientarsi nell’azione educativa-didattica da intraprendere , mentre i “saperi” posseduti dal bambino non vengono più giudicati, ma considerati punti di partenza su cui costruire “nuovi saperi”. “Programmare” è un termine molto attuale nella società odierna, significa tendenzialmente organizzare in modo strutturato, mirato e personalizzato le attività, agendo in linea con i traguardi di sviluppo sulle competenze previste e commisurate alla fascia d’età dei bambini.
  • 6. Nella programmazione si deve necessariamente tener conto di alcuni imprescindibili fattori: 1- Le indicazioni ministeriali nazionali. 2- Le tematiche in verticale. 3- I progetti in continuità. 4- I progetti in sezione o intersezione.
  • 7. 1- Le indicazioni ministeriali nazionali. Costituiscono le linee guida per sviluppare le tematiche ed i progetti interconnessi con l’attualità in continua evoluzione; esse invitano ad affrontare argomenti e discipline ritenute importanti. Il Servizio Nazionale della CEI ha voluto sperimentare anche per l’IRC una bozza di specifici OA e TSC e sostituiscono gli OSA (previsti dalla riforma Moratti). E’ stata così avviata la Sperimentazione Nazionale sui nuovi Obiettivi di Apprendimento e Traguardi per lo Sviluppo delle Competenze di IRC per la Scuola dell’Infanzia e il Primo Ciclo dell’istruzione (Primaria, Secondaria di primo grado), con il riconoscimento formale da parte del Ministero della Pubblica istruzione avvenuto con C.M. n° 45 del 22 aprile 2008.
  • 8. Già dal testo introduttivo si evidenzia la finalità educativa specifica, non evidente negli OSA pensati all’interno delle indicazioni Moratti. Il contributo pedagogico che si vuole riconoscere alle attività di IRC sin dalla scuola dell’infanzia prevede: un IRC: - un IRC come risposta ai bisogni -per una maturazione personale globale -nei 5 campi di esperienza -OA e TSC sono fusi insieme -il “per” indica la svolta educativa -stessi nuclei tematici degli OSA Irc (Dio, Cristo, la Chiesa) -declinati nel loro contributo alla crescita personale del bambino.
  • 9. 2-Le tematiche in verticale. Sono quelle che vengono sviluppate da ogni istituto comprensivo e attorno alle quali , sebbene con modalità differenti, lavorano i vari ordini scolastici. L’attività di gruppo per dipartimenti in verticale costituisce una sorta di “perno didattico” attorno al quale incardinare vari progetti e attività anche extracurricolari sostenute da esperti esterni.
  • 10. 3- I progetti in continuità. Sono quelli curriculari o extracurricolari che si riagganciano per continuità a quanto fatto in precedenza in sezione , in intersezione, nell’istituto, nei veri ordini scolastici. Tra questi, frequenti sono i progetti riguardanti la lettura, sviluppati con la scuola primaria, le attività riguardanti le festività, l’educazione stradale, l’ambiente ecc. La continuità nasce dall’esigenza di garantire il diritto dell’alunno ad un percorso formativo che mira a promuovere uno sviluppo multidimensionale del soggetto, il quale, pur nei cambiamenti evolutivi e nelle diverse istituzioni scolastiche , costruisce la propria identità; valorizza le conoscenze già acquisite e riconosce la specificità, e la pari dignità educativa di ciascuna scuola, nella dinamica della diversità, dei ruoli e delle funzioni.
  • 11. 4- I progetti in sezione o intersezione. Sono quelli che ogni scuola personalizzando la propria programmazione inserisce nel proprio Piano dell’Offerta Formativa (P.O.F) e sono decisi dalle insegnanti.
  • 12. La programmazione E’ un prodotto personale di ogni istituto comprensivo e viene stilata tenendo presente la programmazione educativa e i campi di esperienza vigenti che attualmente sono 5:
  • 13. -Il sé e l’altro: Il bambino sviluppa il senso dell’identità personale, conosce meglio se stesso, gli altri e le tradizioni della comunità in cui vive. Relativamente alla religione cattolica: Scopre nei racconti del Vangelo la persona e l’insegnamento di Gesù, da cui apprende che Dio è Padre di tutti e che la Chiesa è la comunità di uomini e donne unita nel suo nome, per sviluppare un positivo senso di sé e sperimentare relazioni serene con gli altri, anche appartenenti a differenti tradizioni culturali e religiose.
  • 14. - Il corpo in movimento: Il bambino conosce meglio il proprio corpo, consegue pratiche corrette di cura di sé e di alimentazione. Relativamente alla religione cattolica: Riconosce nei segni del corpo l’esperienza religiosa propria e altrui per cominciare a manifestare anche in questo modo la propria interiorità, l’immaginazione e le emozioni.
  • 15. -Linguaggi , creatività, espressione: Il bambino comunica, si esprime e apprezza i vari linguaggi : gestuale, iconico, musicale, verbale. Relativamente alla religione cattolica: Riconosce alcuni linguaggi simbolici e figurativi caratteristici delle tradizioni e della vita dei cristiani (segni, feste, preghiere, canti, gestualità, spazi, arte), per poter esprimere con creatività il proprio vissuto religioso.
  • 16. -I discorsi e le parole: Il bambino sviluppa la padronanza d’uso della lingua , arricchisce e precisa il proprio lessico. Relativamente alla religione cattolica: Impara alcuni termini del linguaggio cristiano, ascoltando semplici racconti biblici, ne sa narrare i contenuti riutilizzando i linguaggi appresi, per sviluppare una comunicazione significativa anche in ambito religioso.
  • 17. -La conoscenza del mondo: Il bambino esplora, raggruppa e ordina secondo criteri diversi, osserva e coglie i fenomeni naturali e tecnologici. Relativamente alla religione cattolica: Osserva con meraviglia ed esplora con curiosità il mondo, riconosciuto dai cristiani e da tanti uomini religiosi come dono di Dio Creatore, per sviluppare sentimenti di responsabilità nei confronti della realtà, abitandola con fiducia e speranza.
  • 18. Riepilogando ai può dire che: la programmazione didattica relativa al binomio insegnamento-apprendimento nella propria sezione, è caratterizzata dall’organizzazione in sequenza delle unità di lavoro-progetti intesi sia come contenuti ma anche come articolazione di: - obiettivi-traguardi per lo sviluppo delle competenze; - contenuti; - Metodi; - Mezzi; - verifiche.
  • 19. Obiettivi educativi: Sono l’insieme dei traguardi formativi che il bambino raggiunge attraverso un’attività. TSC: Rappresentano ciò che il bambino deve essere in grado di fare alla fine di un intervento didattico. Contenuti: Sono le nozioni, le capacità e le esperienze che formano l’oggetto dell’insegnamento-apprendimento. Metodi: Sono i metodi appunto di insegnamento e di apprendimento, ma anche i mezzi, i materiali e i supporti utilizzati. Le verifiche: Rappresentano la valutazione delle competenze raggiunte dal bambino.
  • 20. LA VALUTAZIONE All’interno della sezione, l’insegnante valuta i livelli di apprendimento conseguiti dai bambini, in riferimento ai diversi campi di esperienza; valuta, inoltre, l’efficacia del proprio operato, le modalità di relazione usate, i materiali, i tempi, gli spazi e le scelte organizzative, per predisporre eventuali aggiustamenti alla sua azione educativa. Profili per valutare in modo sintetico: -Traguardi pienamente conseguiti. -Traguardi conseguiti. -Traguardi parzialmente conseguiti.
  • 22. Traguardi conseguiti. ( cinque anni)
  • 24. U.A. Novembre Amici speciali sulla nostra strada. O.A. -Scoprire attraverso la vita dei santi, gesti amorevoli che rivelano la bontà di Dio. -Approfondire e conoscere chi sono gli amici di Gesù. -Narrazione degli episodi relativi a S.Francesco e S. Martino. ATTIVITA’ -Produzione grafico e/o pittoriche. -Utilizzo di testi illustrati per stimolare la rielaborazione verbale. VERIFICA -Drammatizzazione degli episodi raccontati. T.S.C -Il sé e l’altro. -Il corpo in movimento. -I discorsi e le parole.
  • 25. Ins. Castellini Rosa Ins. Adami Maria Concetta.