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BISCA
ITALIA

Domenica
22 Dicembre 2013

PRIMO PIANO

20

69

70%

I MILIARDI DI EURO
DILAPIDATI IN SLOT
E SOTTRATTI
AL COMMERCIO

I MILIONI DI ORE
DI LAVORO PASSATE
(E PERSE) DAVANTI
ALLE MACCHINETTE

LA PERCENTUALE
DI ITALIANI CHE
GIOCA ALMENO UNA
VOLTA A SETTIMANA

RACCOLTA DI FIRME A BERGAMO

Vescovo anti slot
Il vescovo di Bergamo
Francesco Beschi ieri al
gazebo antiludopatia allestito
nel centro di Bergamo per
dare il suo appoggio alla
raccolta di firme a sostegno
della proposta di legge di
iniziativa popolare sul gioco
d’azzardo.
(A.P.)

Slot, 90 giorni regalati ai boss
Ma forse oggi si vota per cancellare l’emendamento beffa
da sapere
Amministratori
sotto tiro
Puniti i virtuosi
La norma approvata dal Senato nel cosiddetto decreto
“Salva Roma” vorrebbe tagliare i trasferimenti di fondi
statali a regioni e comuni che
hanno approvato norme e regolamenti per mettere un freno al gioco. L’emendamento
prevede che qualora interventi regionali o comunali che intendono limitare l’azzardo
«determinino nel corso dell’esercizio finanziario minori entrate fiscali ovvero maggiori
spese statali, anche a titolo di
eventuale risarcimento del
danno nei riguardi dei concessionari statali per la gestione della raccolta dei giochi
pubblici, a decorrere dall’esercizio finanziario successivo sono attuate riduzioni degli ordinari trasferimenti statali in misura corrispondente
all’entità delle predette minori entrate ovvero minori spese». Insomma se limiti i giochi
ti toccano i tagli.

ANTONIO MARIA MIRA
osa non fa lo “Stato biscazziere” pur di continuare a incassare dalle slot. Anche correre il rischio di favorire i concessionari legati alle mafie. Continua a riservare sorprese l’emendamento al
decreto “Salva Roma” che penalizza
regioni e comuni che vogliono limitare l’azzardo. Emendamento che
però forse oggi sarà rivisto, come ha
annunciato ieri il capogruppo Sc alla Camera, Andrea Romano, secondo
cui sarebbe stato trovato un accordo
politico per abrogare la norma proazzardo. Vedremo se alle parole seguiranno i fatti. Quello che è certo che
l’intero emendamento dovrà essere
azzerato, non solo la parte che riguarda gli enti locali.
Ma andiamo con ordine. La prima
parte dell’emendamento che introduce nel decreto l’articolo 20 bis, prevede che «in caso di interruzione anticipata per effetto di revoca ovvero di
decadenza dovute a fatto e colpa del
concessionario» di slot, le concessioni continuano a valere ancora per 90
giorni e anzi le società continuano
«ad operare con i poteri, anche di riscossione, di cui le stesse disponevano». Successivamente possono subentrare altri concessionari che si
spartiscono la fetta di mercato che la
società decaduta ha dovuto abbandonare. Insomma non cambia nulla,

C

tutte le slot restano al loro posto, la
concessione passa di mano e lo Stato continua a incassare. L’esatto contrario di quanto auspicato nei giorni
scorsi da Avvenire.
Il motivo è spiegato proprio all’inizio
dell’emendamento: «In ragione dei
rilevanti e prevalenti interessi pubblici coinvolti, inerenti all’ordine pubblico, alla sicurezza, alla tutela della
salute e del gettito erariale». A parte
il discutibile riferimento alla «tutela
della salute» (continuando a far giocare?), è sicuramente l’ultimo il vero
motivo. Come si legge nella Relazione, «l’eventuale venir meno di una

Nella prima parte del decreto
“Salva Roma” spunta una
norma che favorisce
i concessionari in odore
di mafia. E anche questa
dovrà essere rivista

concessionaria, può dererminare anche in tempi rapidissimi - la fine
sostanziale di una parte della complessa rete di raccolta delle risorse
pubbliche che derivano dalla pratica
del gioco». In altre parole l’unica cosa importante è non far calare gli incassi dello Stato. Ma il sottosegratario all’Ecomonia, Alberto Giorgetti,
intervenendo giovedì nell’aula del Senato, va oltre e sostiene che senza
norma introdotta dall’emendamento, si potrebbero determinare «una
serie di conseguenze negative quali il
passaggio di tutte o parte delle attivitá
svolte dal concessionario del mondo
legale a quello illegale gestito dalla
criminalità organizzata». La solita affermazione che la legalizzazione dell’azzardo terrebbe fuori le mafie. Ma
proprio nella Relazione emerge un’altra e opposta realtà. L’unica “colpa”
che può provocare la decadenza di una concessione che viene citata nel
documento sono le “interdittive prefettizie”, cioè quei provvedimenti presi per escludere una societá dai rapporti con lo Stato per sospetti concreti di infiltrazione mafiosa. Ora,
dunque, con l’emendamento approvato, queste concessionarie mafiose
pur dichiarate decadute potranno
continuare a lavorare e incassare per
ancora 90 giorni. Un bel regalo davvero. Ma l’importante è solo garantire gli incassi per lo Stato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

«Bonus e sconti a chi dice no»
Per i baristi di Pavia, Tares dimezzata e contributo di mille euro
NELLO SCAVO
a tutti nota come la capitale
del gioco d’azzardo, per via di
una percentuale di giocatori e
di macchinette mangiasoldi tra le più
elevate d’Europa. Ma Pavia ambisce
ad essere anche la capitale del "no"
al far west delle scommesse. Qui è
nato il movimento "No Slot" e qui
l’amministrazione comunale ha deciso di dare un segnale: «Tares scontata del 50% e – spiega il sindaco Alessandro Cattaneo (centrodestra) –
e bonus di mille euro per gli esercenti
che si disfano delle macchinette».
Come funzionerà?
I titolari di bar e locali che dismet-

È

L’intervista
Il sindaco Cattaneo:
«Il governo deve fare scelte
chiare. I Comuni hanno
poche armi e senza
decisioni nette non
possiamo fare di più»

L’IDEA

Mille piazze contro l’azzardo
Mobilitazione nazionale a gennaio
Lo scorso 18 dicembre il Senato ha votato un
emendamento che punisce Comuni e Regioni che
hanno deciso misure di contrasto al gioco d’azzardo
nei propri territori per tutelare la salute dei propri
cittadini, difendere le persone più deboli e
vulnerabili delle proprie comunità quali i bambini, i
minorenni, le donne sole non più giovani e gli
anziani. Dal 19 al 26 gennaio è prevista una
mobilitazione nazionale dal basso: 1.000 piazze
contro l’azzardo.
Sono oltre 400 i Comuni che hanno sottoscritto il
Manifesto contro il gioco d’azzardo – promosso da
Terre di mezzo e Legautonomie che organizzano la
Scuola delle Buone Pratiche – e hanno avviato la
raccolta firme per la legge di iniziativa popolare per
la regolamentazione del gioco d’azzardo, presentata
lo scorso 9 ottobre, organizzando svariate iniziative
nelle città: banchetti, convegni e giornate dedicate
alla lotta contro l’azzardo.

teranno le slot machine pagheranno solo per metà la Tares e potranno chiedere un ulteriore abbuono
di mille euro. Certo, le penali contrattuali per chi si disfa delle videoscommesse possono essere elevate, ma almeno abbiamo dato
un segnale.
Qual è il significato di questa decisione?
I Comuni non hanno grandi disponibilità e soprattutto non possono
farsi da soli le leggi che vorrebbero.
Perciò abbiamo deciso di battere un
colpo. E di farlo anche per richiamare
il governo nazionale alle sue responsabilità.
Cosa vorreste sentirvi dire dall’e-

secutivo?
Nelle stesse ore in cui noi votavamo
il si della giunta al bonus fiscale, a
Roma passava l’emendamento farsa
che agevola il gioco d’azzardo. È evidente che fino a quando ci scontreremo con queste scelte noi come sindaci non potremo fare molto di più.
Qual è la sua proposta per regolamentare il settore e ridurre l’impatto sociale dell’azzardo?
Serve una normativa nazionale forte, che riordini il comparto e tuteli
anche gli esercenti, che oggi sono costretti a pagare penali molto salate
ogni qualvolta decidono di recedere
dai contratti sottoscritti per l’accensione dello slot machine nei propri

7

Alessandro Cattaneo

locali. Senza una linea chiara da parte del governo e del legislatore noi
sindaci ci ritroviamo con poche armi e poco efficaci.
Quanto pesa il rischio di infiltrazioni criminali nelle città del Nord
anche attraverso i centri scommesse?
È un pericolo reale ed anche per questo bisogna tenere alta la guardia. Peraltro va detto che adesso anche alcuni gestori del gioco d’azzardo cominciano a rendersi conto che lasciare divampare il fenomeno così
come si è fatto fino ad ora si sta rivelando controproducente proprio per
il cosiddetto "gioco legale".
© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’intervista
L’economia del gioco
e i troppi costi sociali
a carico dei Comuni
rovo molto interessante la connessione che viene proposta tra scelte dell’amministrazione locale e ricavi erariali dai giochi, perché invita a esaminare tutte le
implicazioni dell’economica dell’azzardo».
Non sarà che Maurizio Fiasco, docente di Sociologia all’Università di Roma Tor Vergata, provi una “simpatia” per l’emendamento che introduce tagli agli enti anti-azzardo?
Ma no. L’argomento può essere affrontato in questo modo: lo Stato, mentre promuove i giochi in
denaro, per contro ha l’obbligo di compensare,
con suoi trasferimenti aggiuntivi, sia i minori introiti che Regioni e Comuni subiscono (in termini di addizionali Irpef, Irpeg, Iva e altre) per effetto del calo dei consumi, e sia i maggiori costi
dovuti alla presenza del commercio di azzardo.
Insomma, abbiamo ribaltato le posizioni…
Mettiamola così. La spesa per i giochi oltre a sottrarre domanda al
mercato dei beni e dei
servizi "ordinari" (e
quindi ai cespiti di
Comuni e Regioni),
genera costi indiretti
che possono e debbono essere quantificati: per erogare l’assistenza sociale a famiglie in difficoltà per
un congiunto in sofferenza perché gioca- Maurizio Fiasco
tore d’azzardo patologico; per il sostegno
alle vittime di reati
(anche comuni) incrementati nelle strade dove insistono sa- Fiasco: l’azzardo
le da gioco o istalla- sottrae risorse
zioni di slot-machine;
per servizi aggiuntivi al mercato
di polizia ammini- dei beni comuni e
strativa e di ordine
pubblico. Dal canto dei servizi ordinari
loro, anche i privati
subiscono penalizzazioni, come riduzione dei valori immobiliari degli edifici in zone ad alta concentrazione di istallazioni che aumentano l’insicurezza urbana. Ma
c’è un altro emendamento, per così dire, molto
"innovativo"…
Cioè?
È quello che fissa una sorta di "indulto preventivo" per "i concessionari ai quali vengono ritirate le concessioni per gravi colpe". Invece di interrompere immediatamente il commercio, potrebbero, per diritto, "continuare il proprio esercizio per 90 giorni". In seguito il subentro a quelle licenze verrà garantito a chi è già titolare di altre licenze. Come dire che chi è sorpreso a compiere abusi edilizi, innestandoli su una regolare
concessione, può continuarli per tre mesi. Scaduti i termini, la concessione è poi assegnata a
un terzo che ha già l’autorizzazione a costruire.
In un’altra parte della città. La nostra creatività
mediterranea è davvero senza limiti.
Vito Salinaro

«T

Il sociologo

«Ho tolto le macchinette per far spazio alle persone»
FRANCESCO DAL MAS
LATISANA (UDINE)
uando Marco ha rilevato l’Oden
Caffè, le slot machines c’erano già
ma lui le ha fatte togliere. «Sono la
rovina di tanti giovani e, di conseguenza,
delle loro famiglie. Danno un introito irrilevante e sono fonte di gravi rischi, anche per la sicurezza», spiega Marco, il cui
bar è stato al centro, ieri, di uno slot mob
per dire no al gioco d’azzardo. L’iniziativa
è stata promossa nell’ambito del progetto di prevenzione del distretto di Latisana
dal significativo programma “Fate il vostro gioco”. L’impegno degli organizzatori era tra l’altro quello di fare una colazione da Marco per sostenere insieme un bar
che si vorrebbe diventasse modello ed esempio per altri locali della bassa friulana. Numerosi i giovani che hanno partecipato all’iniziativa coordinata dall’associazione “Art Port” e in particolare da Bea-

Slot Mob a Latisana
nell’Odeon Cafè. Il proprietario:
«In troppi si rovinano. Non ne ho
voluto sapere». Sono 14 i Comuni
della bassa Friulana impegnati
nel contrasto alla dipendenza

Q

LATISANA Slot mob all’Odeon Cafè

trice Gonzato e Giulia Bianchini. «Un bar
senza slot ha più spazio per le persone»,
conferma Beatrice, ricordando che lo slot
mob è una manifestazione nazionale promossa da oltre cento realtà tra cui “Next”,
nuova economia per tutti. «Le slot machines hanno dimostrato di creare solo dipendenza, a vari livelli ed è per questo che
nel mio bar non le ho volute», puntualiz-

za Marco. Un scelta consapevole, quindi,
la sua. «E per fortuna – aggiunge Marco –
non sono il solo ad averla fatta, qui a Latisana». Ben 14 i comuni, nella bassa friulana, che si stanno impegnando, coordinati dall’USLL nel contrasto ad ogni forma di dipendenza, quella dal gioco d’azzardo in particolare. Sono stati realizzati
laboratori ludico creativi e sono state promosse serate di informazione. «Abbiamo

promosso lo slot mob – spiegano Beatrice e Giulia – per creare nuova aggregazione fra i giovani e sensibilizzare la comunità in modo piacevole ed efficace su un
tema tanto problematico». Tornei di calcio balilla, giochi da tavolo fuori dal bar e
nel pomeriggio un gioco dell’oca gigante
realizzato da circa cento ragazzi presso la
sede di “Art Port” (casa del marinaretto):
la giornata di ieri si è svolta nella massima
serenità. A conclusione, un momento di riflessione con lo scambio di auguri in occasione delle festività natalizie. «L’esperienza di Oden Caffè certifica che un bar,
nonostante la crisi dei consumi, può vivere
dignitosamente anche senza l’apporto
delle slot machines», conclude Marco.
«Noi vogliamo clienti sereni, non angosciati, non perditempo e soprattutto desidereremmo svolgere il nostro lavoro con
serenità, senza la paura della malavita».
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  • 1. BISCA ITALIA Domenica 22 Dicembre 2013 PRIMO PIANO 20 69 70% I MILIARDI DI EURO DILAPIDATI IN SLOT E SOTTRATTI AL COMMERCIO I MILIONI DI ORE DI LAVORO PASSATE (E PERSE) DAVANTI ALLE MACCHINETTE LA PERCENTUALE DI ITALIANI CHE GIOCA ALMENO UNA VOLTA A SETTIMANA RACCOLTA DI FIRME A BERGAMO Vescovo anti slot Il vescovo di Bergamo Francesco Beschi ieri al gazebo antiludopatia allestito nel centro di Bergamo per dare il suo appoggio alla raccolta di firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare sul gioco d’azzardo. (A.P.) Slot, 90 giorni regalati ai boss Ma forse oggi si vota per cancellare l’emendamento beffa da sapere Amministratori sotto tiro Puniti i virtuosi La norma approvata dal Senato nel cosiddetto decreto “Salva Roma” vorrebbe tagliare i trasferimenti di fondi statali a regioni e comuni che hanno approvato norme e regolamenti per mettere un freno al gioco. L’emendamento prevede che qualora interventi regionali o comunali che intendono limitare l’azzardo «determinino nel corso dell’esercizio finanziario minori entrate fiscali ovvero maggiori spese statali, anche a titolo di eventuale risarcimento del danno nei riguardi dei concessionari statali per la gestione della raccolta dei giochi pubblici, a decorrere dall’esercizio finanziario successivo sono attuate riduzioni degli ordinari trasferimenti statali in misura corrispondente all’entità delle predette minori entrate ovvero minori spese». Insomma se limiti i giochi ti toccano i tagli. ANTONIO MARIA MIRA osa non fa lo “Stato biscazziere” pur di continuare a incassare dalle slot. Anche correre il rischio di favorire i concessionari legati alle mafie. Continua a riservare sorprese l’emendamento al decreto “Salva Roma” che penalizza regioni e comuni che vogliono limitare l’azzardo. Emendamento che però forse oggi sarà rivisto, come ha annunciato ieri il capogruppo Sc alla Camera, Andrea Romano, secondo cui sarebbe stato trovato un accordo politico per abrogare la norma proazzardo. Vedremo se alle parole seguiranno i fatti. Quello che è certo che l’intero emendamento dovrà essere azzerato, non solo la parte che riguarda gli enti locali. Ma andiamo con ordine. La prima parte dell’emendamento che introduce nel decreto l’articolo 20 bis, prevede che «in caso di interruzione anticipata per effetto di revoca ovvero di decadenza dovute a fatto e colpa del concessionario» di slot, le concessioni continuano a valere ancora per 90 giorni e anzi le società continuano «ad operare con i poteri, anche di riscossione, di cui le stesse disponevano». Successivamente possono subentrare altri concessionari che si spartiscono la fetta di mercato che la società decaduta ha dovuto abbandonare. Insomma non cambia nulla, C tutte le slot restano al loro posto, la concessione passa di mano e lo Stato continua a incassare. L’esatto contrario di quanto auspicato nei giorni scorsi da Avvenire. Il motivo è spiegato proprio all’inizio dell’emendamento: «In ragione dei rilevanti e prevalenti interessi pubblici coinvolti, inerenti all’ordine pubblico, alla sicurezza, alla tutela della salute e del gettito erariale». A parte il discutibile riferimento alla «tutela della salute» (continuando a far giocare?), è sicuramente l’ultimo il vero motivo. Come si legge nella Relazione, «l’eventuale venir meno di una Nella prima parte del decreto “Salva Roma” spunta una norma che favorisce i concessionari in odore di mafia. E anche questa dovrà essere rivista concessionaria, può dererminare anche in tempi rapidissimi - la fine sostanziale di una parte della complessa rete di raccolta delle risorse pubbliche che derivano dalla pratica del gioco». In altre parole l’unica cosa importante è non far calare gli incassi dello Stato. Ma il sottosegratario all’Ecomonia, Alberto Giorgetti, intervenendo giovedì nell’aula del Senato, va oltre e sostiene che senza norma introdotta dall’emendamento, si potrebbero determinare «una serie di conseguenze negative quali il passaggio di tutte o parte delle attivitá svolte dal concessionario del mondo legale a quello illegale gestito dalla criminalità organizzata». La solita affermazione che la legalizzazione dell’azzardo terrebbe fuori le mafie. Ma proprio nella Relazione emerge un’altra e opposta realtà. L’unica “colpa” che può provocare la decadenza di una concessione che viene citata nel documento sono le “interdittive prefettizie”, cioè quei provvedimenti presi per escludere una societá dai rapporti con lo Stato per sospetti concreti di infiltrazione mafiosa. Ora, dunque, con l’emendamento approvato, queste concessionarie mafiose pur dichiarate decadute potranno continuare a lavorare e incassare per ancora 90 giorni. Un bel regalo davvero. Ma l’importante è solo garantire gli incassi per lo Stato. © RIPRODUZIONE RISERVATA «Bonus e sconti a chi dice no» Per i baristi di Pavia, Tares dimezzata e contributo di mille euro NELLO SCAVO a tutti nota come la capitale del gioco d’azzardo, per via di una percentuale di giocatori e di macchinette mangiasoldi tra le più elevate d’Europa. Ma Pavia ambisce ad essere anche la capitale del "no" al far west delle scommesse. Qui è nato il movimento "No Slot" e qui l’amministrazione comunale ha deciso di dare un segnale: «Tares scontata del 50% e – spiega il sindaco Alessandro Cattaneo (centrodestra) – e bonus di mille euro per gli esercenti che si disfano delle macchinette». Come funzionerà? I titolari di bar e locali che dismet- È L’intervista Il sindaco Cattaneo: «Il governo deve fare scelte chiare. I Comuni hanno poche armi e senza decisioni nette non possiamo fare di più» L’IDEA Mille piazze contro l’azzardo Mobilitazione nazionale a gennaio Lo scorso 18 dicembre il Senato ha votato un emendamento che punisce Comuni e Regioni che hanno deciso misure di contrasto al gioco d’azzardo nei propri territori per tutelare la salute dei propri cittadini, difendere le persone più deboli e vulnerabili delle proprie comunità quali i bambini, i minorenni, le donne sole non più giovani e gli anziani. Dal 19 al 26 gennaio è prevista una mobilitazione nazionale dal basso: 1.000 piazze contro l’azzardo. Sono oltre 400 i Comuni che hanno sottoscritto il Manifesto contro il gioco d’azzardo – promosso da Terre di mezzo e Legautonomie che organizzano la Scuola delle Buone Pratiche – e hanno avviato la raccolta firme per la legge di iniziativa popolare per la regolamentazione del gioco d’azzardo, presentata lo scorso 9 ottobre, organizzando svariate iniziative nelle città: banchetti, convegni e giornate dedicate alla lotta contro l’azzardo. teranno le slot machine pagheranno solo per metà la Tares e potranno chiedere un ulteriore abbuono di mille euro. Certo, le penali contrattuali per chi si disfa delle videoscommesse possono essere elevate, ma almeno abbiamo dato un segnale. Qual è il significato di questa decisione? I Comuni non hanno grandi disponibilità e soprattutto non possono farsi da soli le leggi che vorrebbero. Perciò abbiamo deciso di battere un colpo. E di farlo anche per richiamare il governo nazionale alle sue responsabilità. Cosa vorreste sentirvi dire dall’e- secutivo? Nelle stesse ore in cui noi votavamo il si della giunta al bonus fiscale, a Roma passava l’emendamento farsa che agevola il gioco d’azzardo. È evidente che fino a quando ci scontreremo con queste scelte noi come sindaci non potremo fare molto di più. Qual è la sua proposta per regolamentare il settore e ridurre l’impatto sociale dell’azzardo? Serve una normativa nazionale forte, che riordini il comparto e tuteli anche gli esercenti, che oggi sono costretti a pagare penali molto salate ogni qualvolta decidono di recedere dai contratti sottoscritti per l’accensione dello slot machine nei propri 7 Alessandro Cattaneo locali. Senza una linea chiara da parte del governo e del legislatore noi sindaci ci ritroviamo con poche armi e poco efficaci. Quanto pesa il rischio di infiltrazioni criminali nelle città del Nord anche attraverso i centri scommesse? È un pericolo reale ed anche per questo bisogna tenere alta la guardia. Peraltro va detto che adesso anche alcuni gestori del gioco d’azzardo cominciano a rendersi conto che lasciare divampare il fenomeno così come si è fatto fino ad ora si sta rivelando controproducente proprio per il cosiddetto "gioco legale". © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista L’economia del gioco e i troppi costi sociali a carico dei Comuni rovo molto interessante la connessione che viene proposta tra scelte dell’amministrazione locale e ricavi erariali dai giochi, perché invita a esaminare tutte le implicazioni dell’economica dell’azzardo». Non sarà che Maurizio Fiasco, docente di Sociologia all’Università di Roma Tor Vergata, provi una “simpatia” per l’emendamento che introduce tagli agli enti anti-azzardo? Ma no. L’argomento può essere affrontato in questo modo: lo Stato, mentre promuove i giochi in denaro, per contro ha l’obbligo di compensare, con suoi trasferimenti aggiuntivi, sia i minori introiti che Regioni e Comuni subiscono (in termini di addizionali Irpef, Irpeg, Iva e altre) per effetto del calo dei consumi, e sia i maggiori costi dovuti alla presenza del commercio di azzardo. Insomma, abbiamo ribaltato le posizioni… Mettiamola così. La spesa per i giochi oltre a sottrarre domanda al mercato dei beni e dei servizi "ordinari" (e quindi ai cespiti di Comuni e Regioni), genera costi indiretti che possono e debbono essere quantificati: per erogare l’assistenza sociale a famiglie in difficoltà per un congiunto in sofferenza perché gioca- Maurizio Fiasco tore d’azzardo patologico; per il sostegno alle vittime di reati (anche comuni) incrementati nelle strade dove insistono sa- Fiasco: l’azzardo le da gioco o istalla- sottrae risorse zioni di slot-machine; per servizi aggiuntivi al mercato di polizia ammini- dei beni comuni e strativa e di ordine pubblico. Dal canto dei servizi ordinari loro, anche i privati subiscono penalizzazioni, come riduzione dei valori immobiliari degli edifici in zone ad alta concentrazione di istallazioni che aumentano l’insicurezza urbana. Ma c’è un altro emendamento, per così dire, molto "innovativo"… Cioè? È quello che fissa una sorta di "indulto preventivo" per "i concessionari ai quali vengono ritirate le concessioni per gravi colpe". Invece di interrompere immediatamente il commercio, potrebbero, per diritto, "continuare il proprio esercizio per 90 giorni". In seguito il subentro a quelle licenze verrà garantito a chi è già titolare di altre licenze. Come dire che chi è sorpreso a compiere abusi edilizi, innestandoli su una regolare concessione, può continuarli per tre mesi. Scaduti i termini, la concessione è poi assegnata a un terzo che ha già l’autorizzazione a costruire. In un’altra parte della città. La nostra creatività mediterranea è davvero senza limiti. Vito Salinaro «T Il sociologo «Ho tolto le macchinette per far spazio alle persone» FRANCESCO DAL MAS LATISANA (UDINE) uando Marco ha rilevato l’Oden Caffè, le slot machines c’erano già ma lui le ha fatte togliere. «Sono la rovina di tanti giovani e, di conseguenza, delle loro famiglie. Danno un introito irrilevante e sono fonte di gravi rischi, anche per la sicurezza», spiega Marco, il cui bar è stato al centro, ieri, di uno slot mob per dire no al gioco d’azzardo. L’iniziativa è stata promossa nell’ambito del progetto di prevenzione del distretto di Latisana dal significativo programma “Fate il vostro gioco”. L’impegno degli organizzatori era tra l’altro quello di fare una colazione da Marco per sostenere insieme un bar che si vorrebbe diventasse modello ed esempio per altri locali della bassa friulana. Numerosi i giovani che hanno partecipato all’iniziativa coordinata dall’associazione “Art Port” e in particolare da Bea- Slot Mob a Latisana nell’Odeon Cafè. Il proprietario: «In troppi si rovinano. Non ne ho voluto sapere». Sono 14 i Comuni della bassa Friulana impegnati nel contrasto alla dipendenza Q LATISANA Slot mob all’Odeon Cafè trice Gonzato e Giulia Bianchini. «Un bar senza slot ha più spazio per le persone», conferma Beatrice, ricordando che lo slot mob è una manifestazione nazionale promossa da oltre cento realtà tra cui “Next”, nuova economia per tutti. «Le slot machines hanno dimostrato di creare solo dipendenza, a vari livelli ed è per questo che nel mio bar non le ho volute», puntualiz- za Marco. Un scelta consapevole, quindi, la sua. «E per fortuna – aggiunge Marco – non sono il solo ad averla fatta, qui a Latisana». Ben 14 i comuni, nella bassa friulana, che si stanno impegnando, coordinati dall’USLL nel contrasto ad ogni forma di dipendenza, quella dal gioco d’azzardo in particolare. Sono stati realizzati laboratori ludico creativi e sono state promosse serate di informazione. «Abbiamo promosso lo slot mob – spiegano Beatrice e Giulia – per creare nuova aggregazione fra i giovani e sensibilizzare la comunità in modo piacevole ed efficace su un tema tanto problematico». Tornei di calcio balilla, giochi da tavolo fuori dal bar e nel pomeriggio un gioco dell’oca gigante realizzato da circa cento ragazzi presso la sede di “Art Port” (casa del marinaretto): la giornata di ieri si è svolta nella massima serenità. A conclusione, un momento di riflessione con lo scambio di auguri in occasione delle festività natalizie. «L’esperienza di Oden Caffè certifica che un bar, nonostante la crisi dei consumi, può vivere dignitosamente anche senza l’apporto delle slot machines», conclude Marco. «Noi vogliamo clienti sereni, non angosciati, non perditempo e soprattutto desidereremmo svolgere il nostro lavoro con serenità, senza la paura della malavita». © RIPRODUZIONE RISERVATA