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Le reti della mente e il potere

          Una riflessione, dal capitolo 3 di
      “Comunicazione e Potere” di M. Castells,
      su cognizione ed emozione nel processo
                di decisione politica


Presentazione di Alessia Zuppelli svolta per il corso di Sociologia del
Marketing Politico, Prof.Musarò. Cdl Mass Media e Politica. Marzo 2013
Noi siamo reti in connessione con un
               mondo di reti
   La mente non è un organo, bensì è il processo di
    creazione e manipolazione di immagini mentali , visive o
    meno, che si svolge nel cervello ed interagisce con il
    corpo fisico.
   Le immagini corrispondono ad alterazioni del corpo e nel
    suo ambiente. La mente collega modelli presenti nel
    nostro cervello con modelli della nostra percezione
    sensoriale, con le reti che costituiscono la nostra
    esperienza.
   Il nostro cervello elabora la realtà in base ai propri
    modelli, così che la realtà si presenta come costruzione
    materiale di immagini che mescolano ciò che accade nel
    mondo fisico con l’iscrizione dell’esperienza.
Senza la coscienza il corpo umano non
    può sopravvivere.
   La coscienza, che opera sui processi della mente, è
    l’integrazione di emozioni, sentimenti e ragionamenti che
    portano alla formazione delle decisioni. In “Il linguaggio del
    corpo” A.Lowen , sostiene che la coscienza rappresenta la
    percezione che ha l’organismo dell’interazione fra il mondo
    interiore e quello esterno.
   L’emozione è un mutamento nel cervello e nel corpo, indotta
    dal contenuto di una determinata percezione.
   Le emozioni sono percepite dal nostro cervello come
    sentimenti.
   Scrive Damasio “Un sentimento è la
    percezione di un certo stato del corpo
    accompagnato dalla percezione di un certo
    modo di pensare, e di pensieri con
    determinati temi”
Il Sè
   Il Sé, per Jung è il volume complessivo di tutti i
    fenomeni psichici dell’uomo. È ciò che ancora non è
    rientrato nell’ambito dell’esperienza.

   I sentimenti è la costituzione del sé emergono in stretta
    relazione. È solo quando il sé è formato che le emozioni
    vengono elaborate come sentimenti.

   I SENTIMENTI SONO IN GRADO DI GOVERNARE IL
    COMPORTAMENTO SOCIALE E DI INFLUENZARE IL
    PROCESSO DECISIONALE COLLEGANDO
    SENTIMENTI DEL PASSATO E DEL PRESENTE PER
    ANTICIPARE IL FUTURO, ATTIVANDO LE RETI
    NEURALI CHE ASSOCIANO SENTIMENTI ED
    EVENTI.
Il nostro cervello pensa per metafore
Metafora come via di accesso al cervello.
I protocolli di comunicazione più importanti sono le
   metafore, attraverso le quali ci costruiscono le
   narrazioni. Nel linguaggio , le parole sono associate a
   campi semantici che rimandano a frame concettuali.
Possiamo definire un “frame” strutture della narrazione
   corrispondenti alle strutture del cervello che si sono
   prodotte mediante l’attività celebrale nel corso del
   tempo.
Le metafore traducono in frame la comunicazione scegliendo
   specifiche associazioni tra lingua ed esperienza in base
   alla mappatura celebrale.
LE STRUTTURE DEI FRAME SONO BASATE
   SULL’ESPERIENZA ED EMERGONO
   DALL’ORGANIZAZIONE SOCIALE CHE DEFINISCE I
   RUOLI SOCIALI ALL’INTERNO DELLA
   CULTURA CHE POI VIENE FISSATA NEI CIRCUITI
   CELEBRALI.
I neuroni specchio
   Un modo in cui l’esposizione alla comunicazione può influenzare
    il comportamento è tramite l’attivazione nel cervello dei neuroni
    specchio.
   L’attivazione del nostro cervello
    tramite modelli neurali indotti da
    neuroni specchio è alla base
    dell’empatia, l’identificazione o il
    rifiuto verso le narrazioni della tv,
    del cinema, della letteratura, e
    verso le narrazioni politiche di
    partiti e candidati.
…nelle parole di Westen:


“La persuasione politica è fatta di
reti e narrazioni…perché il cervello
politico è un cervello emotivo”.
La cognizione politica è plasmata per
           via emozionale
L’elaborazione delle informazioni
    (cognizione) può operare in presenza o
    assenza di ansia (emozione) ,
    conducendo a due forme diverse di
    decisionalità:
1. Un processo decisionale razionale come
    processo di valutazione di nuove
    informazioni.
2. Modelli decisionali di routine basati su
    esperienze passate elaborate nelle
    mappe celebrali.
L’emozione evidenzia il ruolo di cognizione
influenzando il processo cognitivo
 Secondo la teoria dell’intelligenza affettiva, le
 emozioni particolarmente rilevanti per il
 comportamento politico sono:
 • l’entusiasmo (e il suo opposto, la depressione)
 • la paura (e la sua controparte, la calma)
 I cittadini entusiasti seguono la linea di partito,
 mentre i cittadini ansiosi esaminano più
 minutamente le loro opzioni.
Ansia e Rabbia
  L’ansia si associa all’evitamento del pericolo, è
   una reazione ad una minaccia esterna.
 La rabbia porta all’elaborazione imprudente degli
   eventi, è la reazione a un evento negativo che
   contraddice un desiderio.
L’ansia porta a comportamenti di rifiuto del
   rischio, la rabbia porta a comportamenti di
   affrontamento del rischio.
L’emozione influenza il giudizio
        politico attraverso due percorsi:

           Fedeltà ai partiti, candidati o opinion
            leader basata sull’attaccamento
           Disamina critica di partiti, candidati etc
            basata su calcoli razionali influenzati da
            un incremento dell’ansia.
La componente
emozionale della
cognizione politica
condiziona l’efficacia
dell’elaborazione delle
informazioni relative
a temi e candidati.
Più entusiasmo si traduce in più
         ricerca di informazioni

Da uno studio di Zaller si evince che, nella
  ricerca di informazioni, la gente parte dai
  propri valori e poi cerca informazioni che
  confermino quei valori. Analogamente, Popkin
  ha mostrato che gli individui sono “taccagni
  cognitivi” che si limitano alle informazioni che
  confermino le convinzioni e le abitudini
  preesistenti, in una scorciatoia cognitiva che
  riduce lo sforzo mentale necessario a
  eseguire un compito.
La gente tende a credere a ciò che
             vuol credere
Siamo molto più critici nel valutare fatti che contraddicono
   le nostre convinzioni che non quelli che confermano ciò
   che pensiamo. Più i cittadini sono istruiti, più sono capaci
   di elaborare interpretazioni delle informazioni a
   disposizione a sostegno delle proprie preferenze
   politiche prederminate.



THRUTHINESS: QUELLO CHE
 DICO IO è GIUSTO. QUESTIONE
 EMOTIVA E QUALITà
 EGOCENTRICA.
Tutta la politica è personale.
Se la gente trova opinioni congeniali nella
 propria rete sociale, è più attiva
 politicamente, mentre idee
 contrastanti nella rete riducono la
 partecipazione. Le opinioni dei soggetti
 sono influenzate dai sentimenti verso
 altre persone della rete. Le opinioni si
 producono nella pratica condivisa e
 quindi possono cambiare se cambia la
 pratica.
Spirale del silenzio e sondaggi
E se i sondaggi, come durante la trascorsa
  campagna elettorale, avessero tenuto conto
  della teoria della Spirale del Silenzio?

Secondo la sociologa Neumann che ha teorizzato
  questo concetto, le persone desiderano
  godere della stima della rete oltre che di se
  stessi. Una volta udite le idee degli altri, il
  singolo rivede spesso le proprie posizioni
  adattandole alla posizione dominanti. Così le
  posizioni minoritarie si riducono al silenzio da
  sole.
Le emozioni nel processo politico:
 La paura e la speranza.
La speranza è un ingrediente fondamentale
  nell’attivazione della mappa cerebrale che
  motivano il comportamento politico orientato
  al conseguimento di benessere nel futuro
  come conseguenza dell’azione presente.
Speranza e paura si combinano nel processo
  politico, e i messaggi delle campagne
  elettorali sono spesso diretti a stimolare la
  speranza e a instillare la paura dell’avversario.
La mia politica

  Non esiste la politica in
 generale. La valutazione dei
   candidati o delle opzioni
 politiche viene elaborata in
reazione agli obiettivi del sé.
Emozione e cognizione nelle campagne
politiche
Le questioni politiche diventano importanti soprattutto
   quando suscitano emozioni fra gli elettori. I cittadini
   più preparati sono anche i più reattivi agli appelli
   emozionali, in armonia con la teoria dell’intelligenza
   affettiva, secondo la quale le emozioni fungono da
   rilevatori di rilevanza.

L’EMOZIONE NON è UN SOSTITUTO
   DELL’ANALISI NEL PROCESSO
   DECISIONALE; è UN FATTORE CHE ATTIVA
   UN LIVELLO Più ALTO DI COMPORTAMENTO
   RIFLESSIVO.
Informazioni ed emozioni sono mescolate
nella costruzione dei messaggi politici
come nella mente delle persone
   Le emozioni danno forza all’argomento, spingono il
    pensiero a farsi azione.

Poiché la mente degli individui si costruisce
  tramite l’esperienza, la pubblicità
  politica e le campagne elettorali puntano
  a connettere date immagini con
  specifiche esperienze per attivare o
  disattivare le metafore che più
  potrebbero motivare l’appoggio a un
  determinato attore politico.
Interessi economici e comportamenti
              di voto
Sears e Henry (2005) dopo un trentennio di
  ricerche, hanno dedotto che gli interessi
  economici non hanno effetto significativo sui
  comportamenti di voto, tranne quando quegli
  interessi economici rappresentano le
  convinzioni e i valori dei votanti.

Anche in una crisi economica, è la risposta
  emozionale dell’individuo alla crisi, più che il
  calcolo razionale di come reagirvi, a
  organizzare il pensiero e la prassi politica
  delle persone.
La gente vede la politica attraverso gli occhi dei
candidati e agisce in base ai sentimenti che
prova nei loro confronti.
    “I dati offerti dalla scienza politica sono
      cristallini: la gente vota per il
      candidato che suscita i sentimenti
      giusti, non il candidato che presenta gli
      argomenti migliori” (Westen)
Media potere e informazione
Il framing della mente pubblica è effettuato in gran
     parte tramite processi che si svolgono nei media.

Meccanismi chiave per la costruzione di un messaggio:

1.   Agenda setting – attribuzione di priorità ai problemi
     da affrontare
2.   Priming –suggerimento di determinate questione
     specifiche come metro di valutazione.
3.   Framing – processo con cui si selezionano e
     sottolineano alcuni aspetti di eventi o temi, e si
     stabiliscono tra loro connessioni in modo tale da
     promuovere una particolare
     interpretazione,valutazione, soluzione (Emman)
I media dicono al pubblico a che cosa
pensare e cosa pensare.

L’indexing: i professionisti dei media tendono a
   classificare l’importanza di una questione in
   base alle dichiarazioni del governo, in quanto
   costituisce fonte primaria di informazione sulle
   questioni di primo piano. Per Bennet, l’indexing
   dipende dal livello di interesse per le èlite.

Herbst ha analizzato come le èlite politihce
  operano il framing sull’opinione pubblica: leader,
  giornalisti costruiscono dati sulla “pubblica
  opinione” e si basano su opinionisti dei media
  per le loro interpretazioni.
Pubblico e contro-frame

Il pubblico è visto come una miscela di
  consumatori politici e audience reattiva.
Le èlite politiche dominanti detengono il
  massimo controllo sui frame mediatici.
Una sfida contro quest’ultimi può essere
  rappresentata dai contro-frame che per
  essere sufficientemente potenti devono
  essere consonanti con il pubblico.
Per concludere…
 Le èlite scelgono i frame che favoriscono le loro
  carriere politiche
 I professionisti dei media scelgono le notizie più
  accattivanti
 La gente tende a evitare la dissonanza emozionale e si
  indirizza verso quei media che confermano i suoi punti
  di vista.
Quando si cerca di sottrarsi da questo processo a
  cascata si possono cercare notizie da altre fonti (di
  solito estere, tramite Internet).é bene quindi
  evidenziare la capacità di quelle stesse menti
  “influenzabili” dagli attori sociali di rispondere a
  frame alternativi

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Emozione e cognizione

  • 1. Le reti della mente e il potere Una riflessione, dal capitolo 3 di “Comunicazione e Potere” di M. Castells, su cognizione ed emozione nel processo di decisione politica Presentazione di Alessia Zuppelli svolta per il corso di Sociologia del Marketing Politico, Prof.Musarò. Cdl Mass Media e Politica. Marzo 2013
  • 2. Noi siamo reti in connessione con un mondo di reti  La mente non è un organo, bensì è il processo di creazione e manipolazione di immagini mentali , visive o meno, che si svolge nel cervello ed interagisce con il corpo fisico.  Le immagini corrispondono ad alterazioni del corpo e nel suo ambiente. La mente collega modelli presenti nel nostro cervello con modelli della nostra percezione sensoriale, con le reti che costituiscono la nostra esperienza.  Il nostro cervello elabora la realtà in base ai propri modelli, così che la realtà si presenta come costruzione materiale di immagini che mescolano ciò che accade nel mondo fisico con l’iscrizione dell’esperienza.
  • 3. Senza la coscienza il corpo umano non può sopravvivere.  La coscienza, che opera sui processi della mente, è l’integrazione di emozioni, sentimenti e ragionamenti che portano alla formazione delle decisioni. In “Il linguaggio del corpo” A.Lowen , sostiene che la coscienza rappresenta la percezione che ha l’organismo dell’interazione fra il mondo interiore e quello esterno.  L’emozione è un mutamento nel cervello e nel corpo, indotta dal contenuto di una determinata percezione.  Le emozioni sono percepite dal nostro cervello come sentimenti.  Scrive Damasio “Un sentimento è la percezione di un certo stato del corpo accompagnato dalla percezione di un certo modo di pensare, e di pensieri con determinati temi”
  • 4. Il Sè  Il Sé, per Jung è il volume complessivo di tutti i fenomeni psichici dell’uomo. È ciò che ancora non è rientrato nell’ambito dell’esperienza.  I sentimenti è la costituzione del sé emergono in stretta relazione. È solo quando il sé è formato che le emozioni vengono elaborate come sentimenti.  I SENTIMENTI SONO IN GRADO DI GOVERNARE IL COMPORTAMENTO SOCIALE E DI INFLUENZARE IL PROCESSO DECISIONALE COLLEGANDO SENTIMENTI DEL PASSATO E DEL PRESENTE PER ANTICIPARE IL FUTURO, ATTIVANDO LE RETI NEURALI CHE ASSOCIANO SENTIMENTI ED EVENTI.
  • 5. Il nostro cervello pensa per metafore Metafora come via di accesso al cervello. I protocolli di comunicazione più importanti sono le metafore, attraverso le quali ci costruiscono le narrazioni. Nel linguaggio , le parole sono associate a campi semantici che rimandano a frame concettuali. Possiamo definire un “frame” strutture della narrazione corrispondenti alle strutture del cervello che si sono prodotte mediante l’attività celebrale nel corso del tempo. Le metafore traducono in frame la comunicazione scegliendo specifiche associazioni tra lingua ed esperienza in base alla mappatura celebrale. LE STRUTTURE DEI FRAME SONO BASATE SULL’ESPERIENZA ED EMERGONO DALL’ORGANIZAZIONE SOCIALE CHE DEFINISCE I RUOLI SOCIALI ALL’INTERNO DELLA CULTURA CHE POI VIENE FISSATA NEI CIRCUITI CELEBRALI.
  • 6. I neuroni specchio  Un modo in cui l’esposizione alla comunicazione può influenzare il comportamento è tramite l’attivazione nel cervello dei neuroni specchio.  L’attivazione del nostro cervello tramite modelli neurali indotti da neuroni specchio è alla base dell’empatia, l’identificazione o il rifiuto verso le narrazioni della tv, del cinema, della letteratura, e verso le narrazioni politiche di partiti e candidati.
  • 7. …nelle parole di Westen: “La persuasione politica è fatta di reti e narrazioni…perché il cervello politico è un cervello emotivo”.
  • 8. La cognizione politica è plasmata per via emozionale L’elaborazione delle informazioni (cognizione) può operare in presenza o assenza di ansia (emozione) , conducendo a due forme diverse di decisionalità: 1. Un processo decisionale razionale come processo di valutazione di nuove informazioni. 2. Modelli decisionali di routine basati su esperienze passate elaborate nelle mappe celebrali.
  • 9. L’emozione evidenzia il ruolo di cognizione influenzando il processo cognitivo Secondo la teoria dell’intelligenza affettiva, le emozioni particolarmente rilevanti per il comportamento politico sono: • l’entusiasmo (e il suo opposto, la depressione) • la paura (e la sua controparte, la calma) I cittadini entusiasti seguono la linea di partito, mentre i cittadini ansiosi esaminano più minutamente le loro opzioni.
  • 10. Ansia e Rabbia  L’ansia si associa all’evitamento del pericolo, è una reazione ad una minaccia esterna.  La rabbia porta all’elaborazione imprudente degli eventi, è la reazione a un evento negativo che contraddice un desiderio. L’ansia porta a comportamenti di rifiuto del rischio, la rabbia porta a comportamenti di affrontamento del rischio.
  • 11. L’emozione influenza il giudizio politico attraverso due percorsi:  Fedeltà ai partiti, candidati o opinion leader basata sull’attaccamento  Disamina critica di partiti, candidati etc basata su calcoli razionali influenzati da un incremento dell’ansia. La componente emozionale della cognizione politica condiziona l’efficacia dell’elaborazione delle informazioni relative a temi e candidati.
  • 12. Più entusiasmo si traduce in più ricerca di informazioni Da uno studio di Zaller si evince che, nella ricerca di informazioni, la gente parte dai propri valori e poi cerca informazioni che confermino quei valori. Analogamente, Popkin ha mostrato che gli individui sono “taccagni cognitivi” che si limitano alle informazioni che confermino le convinzioni e le abitudini preesistenti, in una scorciatoia cognitiva che riduce lo sforzo mentale necessario a eseguire un compito.
  • 13. La gente tende a credere a ciò che vuol credere Siamo molto più critici nel valutare fatti che contraddicono le nostre convinzioni che non quelli che confermano ciò che pensiamo. Più i cittadini sono istruiti, più sono capaci di elaborare interpretazioni delle informazioni a disposizione a sostegno delle proprie preferenze politiche prederminate. THRUTHINESS: QUELLO CHE DICO IO è GIUSTO. QUESTIONE EMOTIVA E QUALITà EGOCENTRICA.
  • 14. Tutta la politica è personale. Se la gente trova opinioni congeniali nella propria rete sociale, è più attiva politicamente, mentre idee contrastanti nella rete riducono la partecipazione. Le opinioni dei soggetti sono influenzate dai sentimenti verso altre persone della rete. Le opinioni si producono nella pratica condivisa e quindi possono cambiare se cambia la pratica.
  • 15. Spirale del silenzio e sondaggi E se i sondaggi, come durante la trascorsa campagna elettorale, avessero tenuto conto della teoria della Spirale del Silenzio? Secondo la sociologa Neumann che ha teorizzato questo concetto, le persone desiderano godere della stima della rete oltre che di se stessi. Una volta udite le idee degli altri, il singolo rivede spesso le proprie posizioni adattandole alla posizione dominanti. Così le posizioni minoritarie si riducono al silenzio da sole.
  • 16. Le emozioni nel processo politico:  La paura e la speranza. La speranza è un ingrediente fondamentale nell’attivazione della mappa cerebrale che motivano il comportamento politico orientato al conseguimento di benessere nel futuro come conseguenza dell’azione presente. Speranza e paura si combinano nel processo politico, e i messaggi delle campagne elettorali sono spesso diretti a stimolare la speranza e a instillare la paura dell’avversario.
  • 17. La mia politica Non esiste la politica in generale. La valutazione dei candidati o delle opzioni politiche viene elaborata in reazione agli obiettivi del sé.
  • 18. Emozione e cognizione nelle campagne politiche Le questioni politiche diventano importanti soprattutto quando suscitano emozioni fra gli elettori. I cittadini più preparati sono anche i più reattivi agli appelli emozionali, in armonia con la teoria dell’intelligenza affettiva, secondo la quale le emozioni fungono da rilevatori di rilevanza. L’EMOZIONE NON è UN SOSTITUTO DELL’ANALISI NEL PROCESSO DECISIONALE; è UN FATTORE CHE ATTIVA UN LIVELLO Più ALTO DI COMPORTAMENTO RIFLESSIVO.
  • 19. Informazioni ed emozioni sono mescolate nella costruzione dei messaggi politici come nella mente delle persone  Le emozioni danno forza all’argomento, spingono il pensiero a farsi azione. Poiché la mente degli individui si costruisce tramite l’esperienza, la pubblicità politica e le campagne elettorali puntano a connettere date immagini con specifiche esperienze per attivare o disattivare le metafore che più potrebbero motivare l’appoggio a un determinato attore politico.
  • 20. Interessi economici e comportamenti di voto Sears e Henry (2005) dopo un trentennio di ricerche, hanno dedotto che gli interessi economici non hanno effetto significativo sui comportamenti di voto, tranne quando quegli interessi economici rappresentano le convinzioni e i valori dei votanti. Anche in una crisi economica, è la risposta emozionale dell’individuo alla crisi, più che il calcolo razionale di come reagirvi, a organizzare il pensiero e la prassi politica delle persone.
  • 21. La gente vede la politica attraverso gli occhi dei candidati e agisce in base ai sentimenti che prova nei loro confronti. “I dati offerti dalla scienza politica sono cristallini: la gente vota per il candidato che suscita i sentimenti giusti, non il candidato che presenta gli argomenti migliori” (Westen)
  • 22. Media potere e informazione Il framing della mente pubblica è effettuato in gran parte tramite processi che si svolgono nei media. Meccanismi chiave per la costruzione di un messaggio: 1. Agenda setting – attribuzione di priorità ai problemi da affrontare 2. Priming –suggerimento di determinate questione specifiche come metro di valutazione. 3. Framing – processo con cui si selezionano e sottolineano alcuni aspetti di eventi o temi, e si stabiliscono tra loro connessioni in modo tale da promuovere una particolare interpretazione,valutazione, soluzione (Emman)
  • 23. I media dicono al pubblico a che cosa pensare e cosa pensare. L’indexing: i professionisti dei media tendono a classificare l’importanza di una questione in base alle dichiarazioni del governo, in quanto costituisce fonte primaria di informazione sulle questioni di primo piano. Per Bennet, l’indexing dipende dal livello di interesse per le èlite. Herbst ha analizzato come le èlite politihce operano il framing sull’opinione pubblica: leader, giornalisti costruiscono dati sulla “pubblica opinione” e si basano su opinionisti dei media per le loro interpretazioni.
  • 24. Pubblico e contro-frame Il pubblico è visto come una miscela di consumatori politici e audience reattiva. Le èlite politiche dominanti detengono il massimo controllo sui frame mediatici. Una sfida contro quest’ultimi può essere rappresentata dai contro-frame che per essere sufficientemente potenti devono essere consonanti con il pubblico.
  • 25. Per concludere…  Le èlite scelgono i frame che favoriscono le loro carriere politiche  I professionisti dei media scelgono le notizie più accattivanti  La gente tende a evitare la dissonanza emozionale e si indirizza verso quei media che confermano i suoi punti di vista. Quando si cerca di sottrarsi da questo processo a cascata si possono cercare notizie da altre fonti (di solito estere, tramite Internet).é bene quindi evidenziare la capacità di quelle stesse menti “influenzabili” dagli attori sociali di rispondere a frame alternativi