1. Le reti della mente e il potere
Una riflessione, dal capitolo 3 di
“Comunicazione e Potere” di M. Castells,
su cognizione ed emozione nel processo
di decisione politica
Presentazione di Alessia Zuppelli svolta per il corso di Sociologia del
Marketing Politico, Prof.Musarò. Cdl Mass Media e Politica. Marzo 2013
2. Noi siamo reti in connessione con un
mondo di reti
La mente non è un organo, bensì è il processo di
creazione e manipolazione di immagini mentali , visive o
meno, che si svolge nel cervello ed interagisce con il
corpo fisico.
Le immagini corrispondono ad alterazioni del corpo e nel
suo ambiente. La mente collega modelli presenti nel
nostro cervello con modelli della nostra percezione
sensoriale, con le reti che costituiscono la nostra
esperienza.
Il nostro cervello elabora la realtà in base ai propri
modelli, così che la realtà si presenta come costruzione
materiale di immagini che mescolano ciò che accade nel
mondo fisico con l’iscrizione dell’esperienza.
3. Senza la coscienza il corpo umano non
può sopravvivere.
La coscienza, che opera sui processi della mente, è
l’integrazione di emozioni, sentimenti e ragionamenti che
portano alla formazione delle decisioni. In “Il linguaggio del
corpo” A.Lowen , sostiene che la coscienza rappresenta la
percezione che ha l’organismo dell’interazione fra il mondo
interiore e quello esterno.
L’emozione è un mutamento nel cervello e nel corpo, indotta
dal contenuto di una determinata percezione.
Le emozioni sono percepite dal nostro cervello come
sentimenti.
Scrive Damasio “Un sentimento è la
percezione di un certo stato del corpo
accompagnato dalla percezione di un certo
modo di pensare, e di pensieri con
determinati temi”
4. Il Sè
Il Sé, per Jung è il volume complessivo di tutti i
fenomeni psichici dell’uomo. È ciò che ancora non è
rientrato nell’ambito dell’esperienza.
I sentimenti è la costituzione del sé emergono in stretta
relazione. È solo quando il sé è formato che le emozioni
vengono elaborate come sentimenti.
I SENTIMENTI SONO IN GRADO DI GOVERNARE IL
COMPORTAMENTO SOCIALE E DI INFLUENZARE IL
PROCESSO DECISIONALE COLLEGANDO
SENTIMENTI DEL PASSATO E DEL PRESENTE PER
ANTICIPARE IL FUTURO, ATTIVANDO LE RETI
NEURALI CHE ASSOCIANO SENTIMENTI ED
EVENTI.
5. Il nostro cervello pensa per metafore
Metafora come via di accesso al cervello.
I protocolli di comunicazione più importanti sono le
metafore, attraverso le quali ci costruiscono le
narrazioni. Nel linguaggio , le parole sono associate a
campi semantici che rimandano a frame concettuali.
Possiamo definire un “frame” strutture della narrazione
corrispondenti alle strutture del cervello che si sono
prodotte mediante l’attività celebrale nel corso del
tempo.
Le metafore traducono in frame la comunicazione scegliendo
specifiche associazioni tra lingua ed esperienza in base
alla mappatura celebrale.
LE STRUTTURE DEI FRAME SONO BASATE
SULL’ESPERIENZA ED EMERGONO
DALL’ORGANIZAZIONE SOCIALE CHE DEFINISCE I
RUOLI SOCIALI ALL’INTERNO DELLA
CULTURA CHE POI VIENE FISSATA NEI CIRCUITI
CELEBRALI.
6. I neuroni specchio
Un modo in cui l’esposizione alla comunicazione può influenzare
il comportamento è tramite l’attivazione nel cervello dei neuroni
specchio.
L’attivazione del nostro cervello
tramite modelli neurali indotti da
neuroni specchio è alla base
dell’empatia, l’identificazione o il
rifiuto verso le narrazioni della tv,
del cinema, della letteratura, e
verso le narrazioni politiche di
partiti e candidati.
7. …nelle parole di Westen:
“La persuasione politica è fatta di
reti e narrazioni…perché il cervello
politico è un cervello emotivo”.
8. La cognizione politica è plasmata per
via emozionale
L’elaborazione delle informazioni
(cognizione) può operare in presenza o
assenza di ansia (emozione) ,
conducendo a due forme diverse di
decisionalità:
1. Un processo decisionale razionale come
processo di valutazione di nuove
informazioni.
2. Modelli decisionali di routine basati su
esperienze passate elaborate nelle
mappe celebrali.
9. L’emozione evidenzia il ruolo di cognizione
influenzando il processo cognitivo
Secondo la teoria dell’intelligenza affettiva, le
emozioni particolarmente rilevanti per il
comportamento politico sono:
• l’entusiasmo (e il suo opposto, la depressione)
• la paura (e la sua controparte, la calma)
I cittadini entusiasti seguono la linea di partito,
mentre i cittadini ansiosi esaminano più
minutamente le loro opzioni.
10. Ansia e Rabbia
L’ansia si associa all’evitamento del pericolo, è
una reazione ad una minaccia esterna.
La rabbia porta all’elaborazione imprudente degli
eventi, è la reazione a un evento negativo che
contraddice un desiderio.
L’ansia porta a comportamenti di rifiuto del
rischio, la rabbia porta a comportamenti di
affrontamento del rischio.
11. L’emozione influenza il giudizio
politico attraverso due percorsi:
Fedeltà ai partiti, candidati o opinion
leader basata sull’attaccamento
Disamina critica di partiti, candidati etc
basata su calcoli razionali influenzati da
un incremento dell’ansia.
La componente
emozionale della
cognizione politica
condiziona l’efficacia
dell’elaborazione delle
informazioni relative
a temi e candidati.
12. Più entusiasmo si traduce in più
ricerca di informazioni
Da uno studio di Zaller si evince che, nella
ricerca di informazioni, la gente parte dai
propri valori e poi cerca informazioni che
confermino quei valori. Analogamente, Popkin
ha mostrato che gli individui sono “taccagni
cognitivi” che si limitano alle informazioni che
confermino le convinzioni e le abitudini
preesistenti, in una scorciatoia cognitiva che
riduce lo sforzo mentale necessario a
eseguire un compito.
13. La gente tende a credere a ciò che
vuol credere
Siamo molto più critici nel valutare fatti che contraddicono
le nostre convinzioni che non quelli che confermano ciò
che pensiamo. Più i cittadini sono istruiti, più sono capaci
di elaborare interpretazioni delle informazioni a
disposizione a sostegno delle proprie preferenze
politiche prederminate.
THRUTHINESS: QUELLO CHE
DICO IO è GIUSTO. QUESTIONE
EMOTIVA E QUALITà
EGOCENTRICA.
14. Tutta la politica è personale.
Se la gente trova opinioni congeniali nella
propria rete sociale, è più attiva
politicamente, mentre idee
contrastanti nella rete riducono la
partecipazione. Le opinioni dei soggetti
sono influenzate dai sentimenti verso
altre persone della rete. Le opinioni si
producono nella pratica condivisa e
quindi possono cambiare se cambia la
pratica.
15. Spirale del silenzio e sondaggi
E se i sondaggi, come durante la trascorsa
campagna elettorale, avessero tenuto conto
della teoria della Spirale del Silenzio?
Secondo la sociologa Neumann che ha teorizzato
questo concetto, le persone desiderano
godere della stima della rete oltre che di se
stessi. Una volta udite le idee degli altri, il
singolo rivede spesso le proprie posizioni
adattandole alla posizione dominanti. Così le
posizioni minoritarie si riducono al silenzio da
sole.
16. Le emozioni nel processo politico:
La paura e la speranza.
La speranza è un ingrediente fondamentale
nell’attivazione della mappa cerebrale che
motivano il comportamento politico orientato
al conseguimento di benessere nel futuro
come conseguenza dell’azione presente.
Speranza e paura si combinano nel processo
politico, e i messaggi delle campagne
elettorali sono spesso diretti a stimolare la
speranza e a instillare la paura dell’avversario.
17. La mia politica
Non esiste la politica in
generale. La valutazione dei
candidati o delle opzioni
politiche viene elaborata in
reazione agli obiettivi del sé.
18. Emozione e cognizione nelle campagne
politiche
Le questioni politiche diventano importanti soprattutto
quando suscitano emozioni fra gli elettori. I cittadini
più preparati sono anche i più reattivi agli appelli
emozionali, in armonia con la teoria dell’intelligenza
affettiva, secondo la quale le emozioni fungono da
rilevatori di rilevanza.
L’EMOZIONE NON è UN SOSTITUTO
DELL’ANALISI NEL PROCESSO
DECISIONALE; è UN FATTORE CHE ATTIVA
UN LIVELLO Più ALTO DI COMPORTAMENTO
RIFLESSIVO.
19. Informazioni ed emozioni sono mescolate
nella costruzione dei messaggi politici
come nella mente delle persone
Le emozioni danno forza all’argomento, spingono il
pensiero a farsi azione.
Poiché la mente degli individui si costruisce
tramite l’esperienza, la pubblicità
politica e le campagne elettorali puntano
a connettere date immagini con
specifiche esperienze per attivare o
disattivare le metafore che più
potrebbero motivare l’appoggio a un
determinato attore politico.
20. Interessi economici e comportamenti
di voto
Sears e Henry (2005) dopo un trentennio di
ricerche, hanno dedotto che gli interessi
economici non hanno effetto significativo sui
comportamenti di voto, tranne quando quegli
interessi economici rappresentano le
convinzioni e i valori dei votanti.
Anche in una crisi economica, è la risposta
emozionale dell’individuo alla crisi, più che il
calcolo razionale di come reagirvi, a
organizzare il pensiero e la prassi politica
delle persone.
21. La gente vede la politica attraverso gli occhi dei
candidati e agisce in base ai sentimenti che
prova nei loro confronti.
“I dati offerti dalla scienza politica sono
cristallini: la gente vota per il
candidato che suscita i sentimenti
giusti, non il candidato che presenta gli
argomenti migliori” (Westen)
22. Media potere e informazione
Il framing della mente pubblica è effettuato in gran
parte tramite processi che si svolgono nei media.
Meccanismi chiave per la costruzione di un messaggio:
1. Agenda setting – attribuzione di priorità ai problemi
da affrontare
2. Priming –suggerimento di determinate questione
specifiche come metro di valutazione.
3. Framing – processo con cui si selezionano e
sottolineano alcuni aspetti di eventi o temi, e si
stabiliscono tra loro connessioni in modo tale da
promuovere una particolare
interpretazione,valutazione, soluzione (Emman)
23. I media dicono al pubblico a che cosa
pensare e cosa pensare.
L’indexing: i professionisti dei media tendono a
classificare l’importanza di una questione in
base alle dichiarazioni del governo, in quanto
costituisce fonte primaria di informazione sulle
questioni di primo piano. Per Bennet, l’indexing
dipende dal livello di interesse per le èlite.
Herbst ha analizzato come le èlite politihce
operano il framing sull’opinione pubblica: leader,
giornalisti costruiscono dati sulla “pubblica
opinione” e si basano su opinionisti dei media
per le loro interpretazioni.
24. Pubblico e contro-frame
Il pubblico è visto come una miscela di
consumatori politici e audience reattiva.
Le èlite politiche dominanti detengono il
massimo controllo sui frame mediatici.
Una sfida contro quest’ultimi può essere
rappresentata dai contro-frame che per
essere sufficientemente potenti devono
essere consonanti con il pubblico.
25. Per concludere…
Le èlite scelgono i frame che favoriscono le loro
carriere politiche
I professionisti dei media scelgono le notizie più
accattivanti
La gente tende a evitare la dissonanza emozionale e si
indirizza verso quei media che confermano i suoi punti
di vista.
Quando si cerca di sottrarsi da questo processo a
cascata si possono cercare notizie da altre fonti (di
solito estere, tramite Internet).é bene quindi
evidenziare la capacità di quelle stesse menti
“influenzabili” dagli attori sociali di rispondere a
frame alternativi