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PROGRAMMA
Elezioni amministrative
    6-7 maggio 2012




  Candidato Sindaco
CARMELA DIDDIO
...andare oltre,         allargare la visuale del proprio angolo,
                                            parlare di diversità, di sostenibilità, di generazioni future.
                                            Tutto deve essere fatto basandosi su democrazia, moralità e
                                            legalità: precondizioni del programma.
                                            L'etica della politica è a fondamento del programma: essa
                                            viene prima di ogni contenuto e necessita di una vera rivolu-
                                            zione morale. Le nostre candidate e i nostri candidati adot-
                                            tano un codice etico basato su principi a tutela della moralità
                                            pubblica, con l'impegno di evitare, nell'ambito della propria
                                            attività istituzionale, ogni possibile conflitto d'interessi.
Il filo conduttore di un programma che si misura con il tema dell'alternativa possibile all'attuale stato
di cose nel Comune di Alberobello è l'assunzione della responsabilità pubblica in campo
economico, sociale, ambientale e culturale. La finalità che ne orienta le scelte è la salvaguardia del
bene comune, inteso come patrimonio di risorse e di diritti incompatibili con la logica del profitto,
dall'acqua al paesaggio, dalla salute al lavoro, al sapere. Al centro si pone la dignità della persona ed il
suo rapporto di contiguità con le altre persone, con il contesto e con la natura.
Un programma realistico e "possibile": le condizioni della "governance urbana e territoriale".
Perché un programma elettorale sia credibile, occorre innanzitutto partire dal presupposto, oggi
assolutamente non eludibile, della condizione economico-finanziaria cui sono sottoposte le Ammi-
nistrazioni Comunali in Italia.
Nel pieno di una crisi economica devastante, caratterizzata da condizioni di recessione mai viste
prima, i Comuni vedono (anche se non solo da ora) il calo quasi completo del trasferimento di fondi
ad essi destinato dallo Stato. Questa penuria economica incide in maniera determinante sulle poli-
tiche di programmazione e di gestione degli enti locali agendo fortemente sulla possibilità di realiz-
zare qualsiasi programma ed attività di pianificazione, progettazione e realizzazione.
I Comuni sono costretti a reggere tutta la loro attività su risorse che sono obbligati a cercarsi altrove.
Queste risorse possono essere raggruppate in quattro tipologie differenti.
• la prima è quella riveniente da introiti diretti (come IMU, tasse locali varie e gli oneri di urbaniz-
zazione rivenienti dal rilascio dei Permessi di Costruire) o da quelli di beni pubblici da cui possono
derivare introiti (parcheggi, musei e strutture di tipo pubblico, ecc.);
• la seconda è quella proveniente dalla possibilità di effettuare proposte possibili e premiabili richie-
dendo fondi direttamente a strutture statali e/o europee o altre (questo è un filone ormai in esauri-
mento, visto il sistema organizzativo di trasferimento dei finanziamenti, che passano ormai per la
grandissima parte attraverso l'asse Europa-Regioni);
• la terza tipologia, la più consistente, è quella che vede l'accessibilità diretta a fondi europei. Questo
sistema è stato strutturato in maniera tale che, per potervi accedere, i Comuni debbano giustificare
attraverso un sistema di "identificazione del fabbisogno locale", il loro finanziamento.
• la quarta ed ultima tipologia è costituita dalla cosiddetta "contrattazione" (vedi "urbanistica contrattata")
cioè l'apporto dei privati che con propri finanziamenti partecipano alla realizzazione delle opere pubbliche.
Per quanto riguarda la prima tipologia di introiti occorre sottolineare innanzitutto che si tratta
di introiti di tipo modesto, in quanto modesto è il numero di abitanti della città, modesta è
l'estensione territoriale del Comune (e quindi le imposte possibili) e soprattutto non è logico
pesare in maniera smisurata sulle spalle dei cittadini. Sicuramente vanno rivisti i criteri e le
modalità di assegnazione degli immobili comunali.
La seconda tipologia, per quanto molto limitata nelle disponibilità, risente della mancanza di profili
professionali adeguati e/o dedicati all'interno dell'amministrazione, soprattutto a causa del fatto che
il "patto di stabilità" impedisce le assunzioni e, quindi l'aumento e l'adeguamento degli organici.
Per quanto attiene la terza tipologia, proponiamo di rivedere profondamente il ruolo dell'amministrazione
all'interno del sistema "area vasta" assumendo, di fatto, un ruolo da protagonista dello sviluppo dei territori.
Per quanto riguarda invece la quarta tipologia riferentesi alla "contrattazione", occorre dire che
questa pratica ha mostrato nei fatti tutto il proprio limite. Il contratto di quartiere di via Barsento
vede le opere relative ai privati quasi tutte completate e commercializzate, mentre le opere pubbli-
che (nuovo mercato coperto, conceria, case di edilizia agevolata per giovani ed anziani), o
languono bloccate o non sono ancora nemmeno state cantierizzate. È evidente, quindi, che la con-
trattazione non può e non deve favorire opere e imprese private.

Le opere pubbliche e i "ruderi" del paese
Le opere pubbliche della città dipendono direttamente dalla disponibilità economica di cui il
Comune è dotato. Facile immaginare, se si fa riferimento a quanto detto precedentemente riguardo
alle finanze delle amministrazioni pubbliche, che la possibilità di programmare la realizzazione di
tali strutture è profondamente limitata alla possibilità di ottenere finanziamenti finalizzati.
Alcune opere sono già state programmate, ma sono ancora ben lungi dall'essere realizzate: è il
caso dell'abbattimento del vecchio mercato coperto in largo Martellotta e del mulino Lippolis.
Il vero problema, che non è mai stato affrontato veramente, è costituito dal senso che tali spazi e
tali "ruderi" hanno e/o potrebbero avere in una "idea di città" differente. Perchè cercare a tutti i
costi solo ed esclusivamente una demolizione? Potrebbe invece essere molto più fattibile e più
propositivo tentarne il recupero. I costi del recupero sarebbero sicuramente molto meno impor-
tanti dell'abbattimento, della bonifica e delle nuove realizzazioni.
Importante capitolo nel recupero del patrimonio edilizio comunale è l'Ostello della gioventù, che
potrebbe essere fondamentale come promozione del turismo giovanile, come centro di aggregazione
giovanile internazionale, come centro formativo, dove sia possibile produrre cultura, discutere e
approfondire temi inerenti la vita e la pace tra i popoli; insomma restituire in chiave moderna e
aggiornata la destinazione d'uso originaria del sito.
Recuperare il vecchio mercato coperto, potrebbe voler dire avere finalmente una struttura con
funzione di auditorium e/o un cinema pubblici, sedi per lo svolgimento del lavoro di associazioni
di tutti i tipi: una sorta di "villaggio culturale" della collettività locale.

Nodi programmatici
Il programma non è una mera lista della spesa. Riteniamo necessario individuare i nodi program-
matici utili a delineare una prospettiva politica complessiva di cambiamento e di alternativa. Per
questo sono individuate quattro macroaree: ATTIVITA’ PRODUTTIVE, AMBIENTE, TERRI-
TORIO E SVILUPPO SOSTENIBILE, SOCIO-CULTURALE, GOVERNANCE CITTADINA.
All'interno di ciascuna di esse sono inscritti i contenuti programmatici essenziali e qualificanti.
1. ATTIVITÀ PRODUTTIVE
                                           La crisi economica globale e nazionale non era inevitabile: essa è il
                                           frutto di scelte discutibili le cui conseguenze gravano sulle spalle di
                                           chi le subisce invece che dei responsabili.
                                           I processi di precarizzazione e l'attacco ai diritti dei lavoratori,
                                           l'espulsione di centinaia di migliaia di uomini e donne dai processi
                                           produttivi e l'assenza di prospettive per un'intera generazione richie-
                                           dono interventi decisivi a contrasto dei provvedimenti del governo
centrale. In Puglia i tassi di disoccupazione sono superiori alla media nazionale, con percentuali impressio-
nanti per le donne. La crisi è tutt'altro che superata, come ammesso dalla stessa Confindustria.
Vanno previste misure di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito:
• impulso all'economia sociale ed ecocompatibile;
• sostegno al microcredito per l'agricoltura, l'artigianato, la piccola impresa, l'autoimprenditorialità
cooperativa;
• misure di tutela delle botteghe storiche, della piccola distribuzione, della vendita diretta e della filiera
corta, del commercio equo e solidale.

1.1. Agroalimentare
Il modello agricolo deve rappresentare un'alternativa alla speculazione edilizia, alla disoccupazione e
all'emarginazione sociale, all'abbandono, all'impoverimento crescente; deve porre con forza la que-
stione della qualità dei prodotti, legata al lavoro, alla tipicità, alla territorialità e alla tracciabilità.
Vogliamo che vengano incrementate le attività agro-silvo-pastorali e artigianali tradizionali, incentivando le
produzioni locali e l'occupazione, anche attraverso una maggiore valorizzazione delle terre pubbliche,
favorendone la gestione attraverso attività ecocompatibili: agricoltura biologica e agricoltura sociale.
La valorizzazione dei prodotti tipici (olio, vino, prodotto lattiero-caseari, ortaggi, pasta fresca, prodotti
da forno, dolci tipici) si completerebbe fornendo supporto alle aziende produttrici e sostenendole con
un marketing mirato (utilizzo nelle ricette di chef internazionali, pubblicità sulle riviste di settore e di
maggior diffusione, sagre, esportazione in eventi turistici).

1.2. Turismo
Nell'era della comunicazione multimediale e del turismo alla portata di tutti, un consistente rinnovamento
dell'approccio al turismo è richiesto attraverso una comunicazione più diretta ed immediata: un marchio
riconoscibile del comune di Alberobello da diffondere, non solo in Italia, ma anche all'estero, che possa
essere condiviso da tutte le organizzazioni che collaboreranno col comune, apposto su tutte le riviste, i siti
web, ecc... il tutto accompagnato da una comunicazione, calda, efficace, semplice ed immediata.
Oggi il viaggiatore è diventato più esigente e consapevole. Non si può più pensare che l'unicità del nostro
paese basti a convogliare sempre più persone e come troppo spesso siamo abituati a sentire.
Per affrontare tale cambiamento occorrono azioni strategiche, sinergiche e mirate che coinvolgano tutti. E'
necessaria una nuova formazione della cultura dell'accoglienza, attenta alla qualità dell'offerta, che veda tutti
gli operatori del settore turistico commerciale più disponibili e ricettivi a quello che il turista richiede.
È un dovere per chi vive in un paese inserito fra i beni dell'UNESCO, farsi tramite tra ospiti e luogo.
La consapevolezza di vivere in un paese di così alto valore a volte è generica e non basta, è necessaria una
maggiore conoscenza e consapevolezza della propria storia, del patrimonio culturale materiale ed immateriale,
da comunicare con entusiasmo a chi arriva, per far si che rimanga in lui un'esperienza unica.
È interesse di tutti, quindi, l'acquisizione di una visione più ampia del rapporto con il turista per una
accoglienza più qualificata che lo invogli a sostare e ritornare.
Un altro obiettivo importante è la valorizzazione delle ricchezze del territorio rurale; per allungare
maggiormente le presenze dei viaggiatori sarebbe opportuno:
• arricchire l'offerta turistica con progetti per la promozione dell'escursionismo (es. acquedotto
pugliese, monte del sale, bosco selva) con l'allestimento della cartellonistica per la divulgazione delle
notizie storiche-archeologiche e naturalistiche del luogo;
• creare mappe di sentieri per il trekking/biking, con una ricognizione dei sentieri e cartellonistica
informativa adeguata;
• valorizzare i luoghi della memoria (casa rossa);
Vista la situazione di grande incertezza che il paese sta attraversando, diventa sempre più impor-
tante mantenere almeno il posizionamento sul mercato, attraverso una serie di provvedimenti che
cosi possono essere sintetizzati:
• sviluppare una attenta politica dei prezzi;
• migliorare la qualità dei servizi offerti;
• difendere e consolidare la forza e l'importanza che il brand “Alberobello” ha in Italia e all'estero;
• investire in una ospitalità evoluta, e quindi migliorare la qualità e la cultura dell'accoglienza per
essere maggiormente competitivi.
• investire tutti i proventi dalla tassa di soggiorno in operazioni di marketing e promozione.
• istituire un tavolo permanente del turismo.
In un tal contesto, il turismo deve porre attenzione all'ambiente e realizzare benessere per "tutti"
i cittadini, diventando appunto un turismo sostenibile e più che mai attuale.
Occorre promuovere la conoscenza della realtà sociale, culturale e ambientale del paese, e sensibi-
lizzare i viaggiatori riguardo al rispetto della natura e degli Alberobellesi, favorendo esperienze
autentiche di contatto diretto; far del turismo sostenibile il miglior turismo possibile, in modo che
il turista si senta, seppure temporaneamente, "Cittadino".

1.3. Artigianato, commercio e industria
Quando si pensa ad Alberobello il pensiero corre immediatamente ai trulli. Un biglietto da visita
unico e certamente esclusivo che ben poche altre città al mondo possono vantare. Ma è anche vero
che dentro, dietro e intorno ai trulli c’è l’anima più vera, autentica e profonda di questo Patrimonio
mondiale. Insieme ai trulli, infatti, Alberobello è in grado di offrire un ritrovato artigianato-artistico
di qualità, un’eccellente cucina, un ricco paniere di prodotti tipici.
Nostra intenzione è:
• promuovere un “made in Alberobello”, il che significa non solo la città ma anche il suo territorio
con le sue ricchezze artigianali, artistiche ed enogastronomiche;
• istituire cooperative e consorzi che siano realmente funzionanti, che promuovano l’artigianato
locale a livello nazionale ed internazionale attraverso la creazione di un proprio marchio di qualità
e percorsi turistici rivolti a questo specifico settore come il già avviato ma purtroppo interrotto
progetto “le vie dell’artigianato”;
• valorizzare l’annuale mostra dell’artigianato attraverso il coinvolgimento diretto degli artigiani
affinché sia, non una semplice e mera esposizione di oggetti, ma una grande bottega a cielo aperto
dove i visitatori abbiano l’opportunità di ammirare gli antichi mestieri, partecipare a piccoli labora-
tori didattici e acquistare prodotti e manufatti;
• stimolare la nascita di “A Scuola dall’Artigiano” (A scol da u mest);
• indirizzare, come amministratori attenti, l’apertura di esercizi in settori non saturi grazie ad un
puntuale censimento dell’esistente, pur essendo consapevoli che le vigenti leggi sul commercio
consentono l’apertura di nuovi esercizi commerciali attraverso una semplice comunicazione (scia).


                                          2. AMBIENTE, TERRITORIO E SVILUPPO
                                          SOSTENIBILE
                                          Il territorio va valorizzato e difeso con una costante opera di
                                          manutenzione capace di mantenere efficienti i sistemi di
                                          gestione delle risorse idriche, di coordinare le competenze e
                                          le conoscenze sulla gestione delle opere di bonifica, di difen-
                                          dere il territorio sia dall'opera della natura sia dall’opera
                                          dell’uomo  (bitumazione, cementificazione, ecc).
                                          È soprattutto tra i beni naturali che ci sono quei beni comuni
                                          che per noi vanno maggiormente tutelati e che devono rima-
                                          nere proprietà pubblica.

2.1. Ambiente e Natura
Alberobello, per sua fortuna, ha due aree verdi, che potrebbero migliorare i weekend primaverili
dei cittadini e dei turisti. Il problema è che sono state lasciate alla mercé di vandali e maleducati.
La prima area sulla quale intervenire è quella del "Parco della Rimembranza", rovinato dai van-
dali e dal disinteresse comune. Per valorizzarla si dovrebbe riattrezzarla e se possibile affidarla ad
un comitato di quartiere che la "adotti" per gestirla e custodirla.
Una valorizzazione simile meriterebbero Coreggia, via Colucci, via Villa Curri, via Barsento con
l'adeguamento del parco giochi e la realizzazione di percorsi ciclistico-pedonali.
Le spese per il mantenimento e la gestione di tali aree, oltre che essere supportate da una più attenta
gestione delle risorse già impegnate dalle precedenti amministrazioni, si avvarrebbero del servizio
di volontari (anziani, diversamente abili, giovani). Ogni miglioria apportata dovrà essere evidente
così come il costo associato: in questo modo si sensibilizzerà la cittadinanza evidenziando gli
sforzi fatti in tale ambito.
Oltre al recupero delle suddette aree, risulta necessaria l'introduzione di norme utili alla gestione
degli spazi destinati a nuove costruzioni, con l'introduzione di vincoli di superficie da dedicare ad
aree verdi contingenti tali opere. Il consumo e la cementificazione del territorio dovrà essere ban-
dito nella maniera più categorica.

2.2. Ecologia, energia e acqua
La nostra regione produce tre volte il proprio fabbisogno di energia. È necessario osteggiare a livello
comunale i progetti di impianti e/o centrali che non utilizzino le fonti rinnovabili. La scelta dell'eolico e
del fotovoltaico va messa in pratica in modo da evitare speculazioni e consumo di territorio agricolo:
opposizione totale nei confronti della eventuale richiesta di costruzione di mega impianti. La taglia di
1MW deve essere il limite superiore da non oltrepassare e su cui fare controlli per evitare raggiri.
Dovrà invece essere promossa una vera "generazione elettrica distribuita" attraverso micro-
eolico, solare termico, geotermico e fotovoltaico incentivando l'installazione di impianti con-
dominiali e sugli edifici pubblici.
La democratizzazione della produzione energetica delle rinnovabili, passa anche attraverso
l'individuazione di spazi nel territorio comunale dove concentrare l'allestimento di impianti
fotovoltaici aprendo la possibilità d'investimento ai cittadini che ovviamente non possono usu-
fruire di tali opportunità, in quanto proprietari di immobili sotto vincolo paesaggistico: i
"trulli" non possono rappresentare un ostacolo allo sviluppo sostenibile e l'amministrazione
comunale non può rimanere inerte alle difficoltà suddette.
L'obiettivo finale potrebbe addirittura ricalcare l'esperienza già concretizzata da altre ammini-
strazioni comunali (nazionali), che hanno instaurato dei patti territoriali con l'ENEL per la
distribuzione dell'energia, portando ad un risparmio netto sulle bollette per tutti i cittadini.
Va quindi incoraggiata e sostenuta la partecipazione delle comunità alle scelte in materia ener-
getica, anche attraverso l'istituzione della consulta permanente di associazioni e movimenti
ambientalisti, con effettivo potere consultivo.
Infine, per gli edifici pubblici, ci si pone l'obiettivo del raggiungimento dell'autosufficienza da un punto
di vista energetico: riscaldamento con impianti geotermici, pannelli fotovoltaici e fotovoltaico termico
per minimizzare l'uso di combustibili fossili annullando quasi completamente le emissioni di CO2.

2.3. Acqua
L'acqua è un bene primario alla base di ogni società moderna sviluppata. Il suo utilizzo non può
tuttavia essere indiscriminato e irrazionale come sinora è stato. La coltivazione del senso comune
ad evitare gli sprechi non può più essere l'unica azione da intraprendere per salvaguardare tale
risorsa. Un'amministrazione che guarda al futuro delle proprie generazioni deve disporre imme-
diatamente e coscientemente di norme che indirizzino verso un uso sostenibile delle acque
potabili. La distinzione delle linee di uso diretto, che producono acque "bianche", da quelle "nere"
di fogna, rappresenterebbe un passo verso una razionalizzazione dell'uso delle acque potabili.
Questo tipo d'intervento dovrà realizzarsi prima di tutto presso gli enti pubblici, intervenendo
attraverso fondi europei disposti in materia di recupero e riutilizzo delle acque, poi, intervenire
sulle opere di ristrutturazione o di nuova costruzione dei privati prevedendo già il riciclo a
filiera corta di acque "bianche" per scarichi di fogna. Un'azione di questo tipo, porterebbe ad un
"risparmio" di acqua potabile di circa il 30% del consumo attuale.
La realizzazione e il ripristino di pozzi e cisterne private per la raccolta e il riutilizzo abitativo delle
acque pluviali, comporterebbe un ulteriore passo in questa direzione. Un'ulteriore azione che bene si
sovrapporrebbe con il tema successivo, l'agricoltura, consisterebbe nella costituzione di un gruppo di
lavoro che unisca le competenze accademiche e di vari istituti di ricerca, assieme agli enti preposti al
trattamento delle acque reflue (AQP), di un potenziamento dell'impianto di depurazione di Albero-
bello, utile ad ottenere un effluente acquoso dall'impianto, utilizzabile per scopi irrigui. Il diretto coin-
volgimento delle aziende agricole completerebbe il team, concretizzando la possibilità di formulare
progetti da presentare a Calls Europee rivolte proprio al tema del "riutilizzo delle acque". In questo
caso, oltre che agevolare le aziende agricole locali, si avvierebbe un ciclo virtuoso di riutilizzo delle
acque che ridurrebbe notevolmente gli sprechi di risorse diversamente utilizzabili.
Per una politica dei rifiuti sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale è centrale la scelta
della raccolta differenziata spinta, il recupero e il riciclaggio, con agevolazioni al sistema del
porta a porta, che va esteso all'intero territorio comunale.
Tuttavia non ci si limiterebbe al solo raggiungimento dell'obiettivo di raccolta differenziata all'80% nel
prossimo triennio. Si darebbe vita anche ad una filiera corta del rifiuto attraverso la gestione
non solo della raccolta e del conferimento, ma anche dello smaltimento e del riutilizzo dei rifiuti
differenziati. Attraverso un progetto di finanza che vede coinvolti i comuni dell'area vasta, con
la partecipazione di operatori privati, si realizzerebbero gli stabilimenti che si occupano del
riciclo della plastica, del vetro, della carta e anche della componente umida (attraverso il com-
postaggio, o meglio ancora una gassificazione per digestione anaerobica). Il progetto potrebbe
originare una svolta economica del nostro paese, aprendo le porte ad una caratterizzazione
industriale e non più esclusivamente turistica-commerciale, garantendo un maggior reddito
diretto per i nuovi assunti, un maggior reddito indotto per il resto dei cittadini, la riduzione
dell'esodo di giovani laureati in materie scientifiche che potrebbero essere assorbiti dalle nuove
attività a carattere industriale.

2.4. Lavori pubblici
Nel settore dei Lavori pubblici prevediamo:
• di portare a termine i lavori di recupero della Conceria, avviati ormai da tanti anni;
• di progettare attraverso un concorso di idee “La cittadella della formazione”, un polo scola-
stico unico che includa i diversi ordini di scuola, attrezzato per essere all’avanguardia sia dal
punto di vista tecnologico che sportivo;
• di recuperare, ristrutturare e mettere a norma il centro sociale di Coreggia con il campo
polivalente attiguo;
• di monitorare costantemente la condizione dei manti stradali, dei marciapiedi, dei muretti a
secco, delle aiuole, ecc. al fine di garantire la sicurezza e il decoro urbano ed extraurbano.

2.5. Viabilità e trasporti
Sarebbe opportuno investire nell'acquisto di nuovi mezzi pubblici alimentati a metano o
elettrici che servano le zone più distanti del paese agevolando i residenti con tariffe esclusive:
navette-bus dal parcheggio del palazzetto dello sport alla zona pedonale di largo Martellotta,
Campo sportivo, Bosco Selva, Coreggia sono luoghi male collegati e la loro valorizzazione passa
soprattutto attraverso un più efficace raggiungimento degli stessi.

2.6. Urbanistica e patrimonio mondiale
Vogliamo rilanciare il ruolo di Alberobello, città del Patrimonio Mondiale, operando una serie
di scelte per noi indispensabili:
• Costituzione di un Ufficio del Patrimonio Mondiale ove si centralizzino tutti i dati riguar-
danti il centro storico, creando un sistema di database di controllo del bene che da un lato costi-
tuisca Centro Ricerche, dall'altro, elabori un sistema di "conoscenze" rivolto sia alla veicolazione
d'immagine del luogo che alla creazione e progettazione di "sistemi d'uso" che consentano il
controllo e la tutela del luoghi. La creazione di simili database può consentire, in maniera ogget-
tiva, la definizione delle "regole d'uso" del bene: centralizzare le informazioni sulle reti tecnolo-
giche, ad esempio, oppure consentire una volta per tutte le regole da dettare in un eventuale
"piano delle insegne" commerciali, o ancora un chiaro piano dell'arredo urbano.
• Adesione del Comune all'Organizzazione Internazionale delle Città del Patrimonio Mondiale,
unica istituzione riconosciuta dall'UNESCO.
• Potenziare il ruolo all'interno dell'Associazione delle Città Italiane del Patrimonio Mondiale,
associazione che il nostro Comune ha contribuito a creare.
• Assicurare al cittadino termini e tempi di risposta alle istanze e/o permessi presentate agli
uffici tecnici.

Il nuovo strumento urbanistico Comunale (PUG)
Il nodo fondamentale del prossimo programma amministrativo è costituito dal nuovo Piano
Urbanistico Generale della città, uno strumento di una tale importanza e delicatezza da
imporre inevitabilmente in tutte le fasi una partecipazione attiva e programmata di tutti i citta-
dini fin dai primi momenti.
Esso definisce l'attività programmatoria di sviluppo della città intera, e non solo in termini di
crescita fisica, ma anche in termini di sviluppo, di vivibilità, ecc. Occorre domandarsi quale
idea di città si vuole adottare o proseguire, in che tempi ed in quali condizioni.
Se controlliamo i dati ISTAT degli ultimi decenni potremo notare che la nostra città ha una
crescita in termini di abitanti praticamente vicina allo zero: vale a dire che il numero degli abi-
tanti resta lo stesso ormai da diversi decenni. Questo primo dato ci suggerisce l'idea che il nuovo
piano di sviluppo non debba basarsi sull'aumento delle volumetrie abitative.
La nostra proposta è quella di un Piano a consumo di suolo zero, vale a dire:
• completare le aree parzialmente edificate prima di occuparne di nuove;
• dichiarare le aree agricole "riserva agricola e ambientale" (salvo necessità collettive irrinuncia-
bili e da dimostrare pubblicamente);
• recuperare gli spazi insufficientemente utilizzati o abbandonati;
• incentivare per interventi in aree già urbanizzate;
• consumare suolo non urbanizzato nel caso in cui non sussistano alternative al riuso e riorga-
nizzazione degli insediamenti o infrastrutture esistenti, e sempre all'interno di previsioni quan-
titative di pianificazione ben meditate e previste in maniera giustificata.
In sostanza bisogna:
• pensare ad uno strumento che persegua gli obiettivi di riuso abitativo, laddove possibile, e
soprattutto sia rivolto a mettere ordine nello spazio urbano al fine di rendere sempre più vivibile
la città a coloro che ne risiedono;
• stabilire che il Territorio e le sue risorse sono Patrimonio comune (pubblico);
• convenire nettamente che la pianificazione del Territorio è lo strumento fondamentale ed inte-
grato (ambiente/urbanistica);
• rimarcare che la titolarità della pianificazione urbanistica compete alle autorità pubbliche
(impedire la progettazione di qualsivoglia strumento urbanistico in assenza del confronto
democratico tra i cittadini, annullare o modificare qualsiasi trasformazione fisica e funzionale
in contrasto con le indicazioni dei precedenti strumenti nell'interesse pubblico art. 16 LR 56/80)
• garantire condizioni equivalenti a tutti i cittadini con dotazioni minime di opere di urbaniz-
zazioni, spazi pubblici, edilizia sociale;
• rendere necessaria, autentica ed irrinunciabile la partecipazione dei cittadini (laboratori di
progettazione partecipata) di supporto al futuro PUG ed alle OO. PP.;
• effettuare una mappatura precisa delle proprietà private e pubbliche del territorio comunale;
• indirizzare il comparto edile sulla ricostruzione e ristrutturazione energetica del patrimonio
edilizio esistente;
• non prevedere la vendita/svendita del patrimonio pubblico puntando invece sul suo uso/riuso
intelligente;
• limitare al massimo le politiche di contrattazione urbanistica che tendono, per principio, ad
essere operate a scapito della collettività;
• indirizzare la strumentazione urbanistica da un lato verso una vocazione turistica saggia, non
spregiudicatamente speculativa e sostenibile in termini ambientali, dall'altra verso politiche di
qualificazione/riqualificazione dell'ambiente abitato destinato ai residenti;
• adottare linee condivise di comportamento nei confronti sia dello sviluppo fisico della città
che in quello della qualità del suo ambiente;
• adottare come unico elemento portante nello sviluppo della città quello del riuso e limitando
al massimo le demolizioni, ma soprattutto le nuove edificazioni;
• diradamento urbano da attuarsi nelle aree lasciate libere da precedenti utilizzazioni ("vuoti
urbani" - aree dismesse) da destinarsi prioritariamente a verde;
• utilizzo dell'eventuale patrimonio pubblico come calmiere del mercato e per le locazioni;
• contrastare la tendenza alla disseminazione di case sparse "sprawl", contenendo i nuovi inse-
diamenti nelle zone "intercluse" e con tipologie aggregate;
• abbattere le costruzioni abusive o acquisirle al patrimonio pubblico per destinarle a funzioni
sociali, contrastando la tendenza alla svendita in nome del "fare cassa";
• ridiscutere alcune grandi opere ancora non realizzate in funzione della loro effettiva utilità e
dell'impatto ambientale che esse possono addurre;
• cercare di recuperare le logiche compositive del tessuto urbano storico dando una netta precedenza
ai sistemi di recupero, deflusso e controllo delle acque di superficie che tanto hanno concorso
alla strutturazione d'immagine urbana della città e, nel contempo, possano servire a suggerire
sistemi di contenimento e limitazione ai materiali ed ai danni rinvenienti dalla impermeabiliz-
zazione del suolo;


                                    3. SOCIALE-CULTURALE
                                    In ambito socio-culturale la promozione della collaborazio-
                                    ne è fondamentale. Ogni associazione, ente, istituzione, ha la
                                    necessità di dialogare con le altre, perché non ci sia com-
                                    petizione ma sana cooperazione per migliorare il tessuto
                                    sociale e culturale del nostro paese, ognuno con le proprie
                                    specificità.
                                    Il Welfare comunale va organizzato nell'ottica della piena
                                    partecipazione, coinvolgendo sia i soggetti istituzionali che
                                    gli operatori sociali, le associazioni e le organizzazioni del
                                    terzo settore. Quest'ultimo va inteso come opportunità per
allargare la sfera dei servizi piuttosto che come livello sostitutivo o escamotage per ridurre i
costi e sottrarre al pubblico la responsabilità di garante dei servizi offerti.

3.1. Cultura
La cultura va assunta come valore strategico per la crescita civile, sociale ed economica.
È necessario ampliare le possibilità della fruizione della cultura, coinvolgendo i soggetti del
territorio comunale ed extracomunale, puntando oltre che ai grandi eventi, a un programma
culturale ampio e stabile durante l'anno. Fondamentale è il ruolo del Comune per promuovere
e garantire:
• trasparenza e rigore della gestione degli enti culturali;
• trasparenza e rigore nell’assegnazione di contributi economici;
• momenti permanenti di confronto, elaborazione e verifica con i soggetti sociali e culturali del
territorio;
• creazione di spazi pubblici per la cultura e per la circolazione dei prodotti culturali;
• sostegno fattivo alla produzione culturale autonoma e indipendente soprattutto giovanile.

3.2. Politiche giovanili
Sentiamo importante favorire l'iniziativa giovanile e ampliare l'offerta di servizi a loro destinati.
Per esempio:
• istituire tavoli di confronto con i giovani, aperti a tutti, dove si possa favorire lo scambio di
idee, e magari far scaturire proposte creative ed innovative per il miglioramento del paese.
• potenziare il servizio di informa giovani, favorendo l'iniziativa giovanile;
• promuovere il servizio civile, analizzando come esso possa essere utile alla formazione dei
ragazzi nel nostro territorio.
• promuovere e agevolare le iniziative giovanili in tutti i settori tenendo conto di criteri chiari e
la valorizzazione delle eccellenze.

3.3. Sport e tempo libero
Lo sport e il tempo libero sono parte integrante della vita di molti cittadini. Pensiamo sia fonda-
mentale analizzare le possibilità di miglioramento di questo settore.
A questo proposito riteniamo auspicabile:
• riunire tutte le associazioni sportive e i responsabili delle palestre per un confronto sui loro
servizi e il potenziamento di essi, allo scopo di coordinare le offerte cercando di promuovere
attività sinora trascurate per ampliare il ventaglio di discipline disponibili;
• migliorare e realizzare infrastrutture sportive di proprietà comunale attraverso l'utilizzo di
finanziamenti pubblici (per es. miglioramento del manto sintetico allo stadio comunale, riade-
guamento dello stesso alle norme di sicurezza, una piscina comunale per evitare il pendolari-
smo dei cittadini verso paesi limitrofi);
• favorire il servizio degli oratori e delle ludoteche durante l'anno e soprattutto nel periodo estivo,
promuovere il dialogo tra gli stessi affinché questi servizi non si accavallino ma risultino utili per molti;
• aprire le scuole negli orari extrascolastici per iniziative di vario genere, che offrano servizi
:utili alle famiglie e ai cittadini (pensiamo per esempio alla Scuola di Coreggia);
• rinnovare il centro sociale e il campo polisportivo di Coreggia facendolo diventare un punto di
riferimento per tutti. Potrebbe essere "adottato" dai giovani di Coreggia, o da un gruppo che si occupi
della manutenzione e del suo utilizzo efficiente, oltre a fornirlo di attrezzature sportive idonee;
• promuovere le iniziative delle associazioni culturali.

3.4. Associazionismo e volontariato
Occorre promuovere la rete tra le associazioni affinché, attraverso il dialogo e la condivisione di
idee, le forze non si disperdano ma siano sinergicamente impiegate. Solo così possono essere
migliorati i servizi e avviate iniziative più oculate, visibili, significative.
Riteniamo necessario, inoltre:
• sostenere le loro iniziative pubbliche;
• agevolarle negli adempimenti burocratici;
• concedere spazi pubblici come sedi (rivedere quelli attualmente concessi realizzando una
graduatoria per numero di iscritti e utilità sociale);
• creare un luogo in cui sia possibile realizzare eventi, dotato di tutti i servizi e rispondente alle
normative, razionalizzando le spese associate all'allestimento, il collaudo e lo smontaggio dei palchi.

3.5. Servizi socio-sanitari
La creazione di una rete tra il Comune e l'ASL territoriale di competenza pensiamo possa
favorire e potenziare l'offerta dei servizi offerti ai cittadini.
Riteniamo importante:
• organizzare iniziative aperte a tutti i cittadini che mirino ad informare e diffondere la cultura
della prevenzione in ambito sanitario, ad esempio con la programmazione di incontri "infor-
mali" sul tema della prevenzione in ambito oncologico (screening mammario, ginecologico,
diagnosi precoce del tumore della prostata e del colon) mediante il contributo di personale
medico e paramedico qualificato;
• istituire corsi di BLS (Basic Life Support) per i cittadini mediante collaborazione con la ASL
allo scopo di permettere ad ogni cittadino di poter apprendere come prestare un corretto primo
soccorso in situazioni di emergenza prima dell'arrivo del personale qualificato;
• impegnarci nel dare particolare attenzione e ascolto ai diversamente abili, coinvolgendoli
personalmente e/o attraverso rappresentanti di loro associazioni nella individuazione delle loro
specifiche esigenze, affinchè si possano attivare politiche ed interventi mirati ed efficaci;
• continuare a mantenere aperto il Centro di Aggregazione della terza Età favorendo iniziative
tese al sempre maggiore coinvolgimento delle nonne e dei nonni nella vita cittadina.

3.6. Istruzione
La crescita di un paese è data dalla formazione dei suoi cittadini.
La sfida educativa oggi si gioca sulla creazione di reti tra agenzie educative. È necessario un
dialogo aperto con le istituzioni scolastiche, perché possano essere promosse iniziative per
sviluppare le competenze di cittadinanza.
Pensiamo di:
• potenziare la rete tra le agenzie educative, e sollecitare la collaborazione.
• ideare progetti che mirino a promuovere il senso delle regole e del rispetto reciproco nei bam-
bini e nei ragazzi, attraverso, per esempio l'istituzione del patto educativo cittadino (regole con-
divise tra tutti i cittadini che si impegnano a loro volta a farle rispettare ai ragazzi);
• proporre, in collaborazione con altri enti, percorsi formativi alternativi al percorso scolastico
normale (l'obbligo formativo fino ai 18).
• favorire o rendere più visibili e accessibili alle famiglie disagiate i servizi di doposcuola offerti
da enti e associazioni del territorio.
promuovere la cultura della lettura (iniziative con le scuole, serate di lettura e discussione di
libri ecc.), potenziando il servizio biblioteca;
• prendere accordi con le scuole per servizi di orientamento scolastico;
• creare ponti di collegamento tra le scuole e le aziende del territorio, analizzando le esigenze di
quest'ultime e fornendo informazioni oculate agli studenti perché scelgano il loro percorso formativo
non solo in base alle propensioni personali, ma anche in base ai rispettivi sbocchi professionali.




                                       4. GOVERNANCE CITTADINA
                                    La governance è stata definita come il nuovo sistema di
                                    organizzazione delle decisioni politiche a livello nazionale, inter-
                                    nazionale e mondiale basata sull’incontro/dialogo/discussione tra
                                    tutti i portatori d’interesse rappresentativi delle varie componenti
                                    della società quali i governi, le imprese, i sindacati, i cittadini, le
                                    collettività locali.
                                    Secondo questa visione, la decisione politica è, e deve essere, il
                                    risultato di accordi tra i vari interessati in un contesto di libertà,
di cooperazione/competizione, di autoregolazione e di responsabilità «sociale».
Il principio di partecipazione dei cittadini e quello di responsabilità collettiva condivisa assu-
mono un ruolo centrale e determinante.

4.1. Servizi ai cittadini
La tutela dei servizi pubblici è una questione sociale importante.
A garanzia di prestazioni adeguate e di costi contenuti, in controtendenza con l'ulteriore spinta
alla privatizzazione contenuta nei recenti provvedimenti governativi, la programmazione e la
gestione di questi deve essere pubblica.
Proponiamo di rendere estremamente fruibili tutti i servizi comunali al cittadino soprattutto
attraverso il web (calcolo e scarico, modelli per il pagamento di tasse comunali, modulistica per
certificati ecc.).

4.2. Trasparenza
In riferimento al REGOLAMENTO REGIONALE 29 settembre 2009, n. 20, intendiamo:
• assicurare la più ampia conoscibilità dell'azione amministrativa, dell’attività svolta, dei servizi
resi e dell’utilizzo delle risorse pubbliche da parte del Comune;
• garantire il diritto ai cittadini di accedere ad atti, documenti e informazioni;
• rendere evidente ogni passaggio del percorso di approvazione degli atti sia della giunta, sia del
consiglio.
• rendere visibile e leggibile all’intera popolazione il bilancio voce per voce.

4.3. Rappresentanza e partecipazione
La questione democratica è strettamente intrecciata con quella morale.
Il riconoscimento del diritto alla rappresentanza, gli spazi e gli strumenti partecipativi, dal bilan-
cio partecipato, fino alla messa in atto persino dei referendum propositivi (previsti dallo Statuto
Comunale), sono il miglior modo per rendere i cittadini veramente attivi.
Intendiamo:
• ampliare gli spazi della rappresentanza sociale, politica e di genere.
• aprire uno sportello diretto con la cittadinanza per: comprendere sempre le esigenze di tutti,
favorire la partecipazione, la trasparenza e la comunicazione (attraverso il contatto diretto oppure
con l'utilizzo dei vari canali digitali e web) eliminando ogni forma di occultamento.
• offrire la possibilità per ogni cittadino di affiancare gli amministratori nella gestione della cosa
pubblica, per un periodo limitato, in una sorta di tirocinio formativo, al fine di renderli attiva-
mente consapevoli.



Nell'intento di avvicinare l'amministrazione pubblica ai cittadini vorremmo lanciare una
nuova modalità di supporto agli stessi: "il sindaco a domicilio".
In sostanza il primo cittadino riserva una giornata al mese per una visita a domicilio,
previo appuntamento, a quei cittadini che per vari motivi sono impossibilitati a raggiun-
gere la sede comunale, ma che hanno esigenze di parlare con il sindaco, per presentare
problemi, istanze, lamentele o per avanzare proposte e suggerimenti.

Siamo coscienti che il programma stilato indica delle linee generali di sviluppo della nostra
Alberobello e che sicuramente non è esaustivo delle tante esigenze di una comunità. Siamo
pronti ad accogliere idee e suggerimenti e ad apportare modifiche ed integrazioni.
Dall’8 maggio inizieremo a lavorare insieme, perché crediamo che solo in questo modo si
potrà realizzare, in maniera partecipata ciò che è meglio per il bene comune.

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Programma

  • 1. PROGRAMMA Elezioni amministrative 6-7 maggio 2012 Candidato Sindaco CARMELA DIDDIO
  • 2. ...andare oltre, allargare la visuale del proprio angolo, parlare di diversità, di sostenibilità, di generazioni future. Tutto deve essere fatto basandosi su democrazia, moralità e legalità: precondizioni del programma. L'etica della politica è a fondamento del programma: essa viene prima di ogni contenuto e necessita di una vera rivolu- zione morale. Le nostre candidate e i nostri candidati adot- tano un codice etico basato su principi a tutela della moralità pubblica, con l'impegno di evitare, nell'ambito della propria attività istituzionale, ogni possibile conflitto d'interessi. Il filo conduttore di un programma che si misura con il tema dell'alternativa possibile all'attuale stato di cose nel Comune di Alberobello è l'assunzione della responsabilità pubblica in campo economico, sociale, ambientale e culturale. La finalità che ne orienta le scelte è la salvaguardia del bene comune, inteso come patrimonio di risorse e di diritti incompatibili con la logica del profitto, dall'acqua al paesaggio, dalla salute al lavoro, al sapere. Al centro si pone la dignità della persona ed il suo rapporto di contiguità con le altre persone, con il contesto e con la natura. Un programma realistico e "possibile": le condizioni della "governance urbana e territoriale". Perché un programma elettorale sia credibile, occorre innanzitutto partire dal presupposto, oggi assolutamente non eludibile, della condizione economico-finanziaria cui sono sottoposte le Ammi- nistrazioni Comunali in Italia. Nel pieno di una crisi economica devastante, caratterizzata da condizioni di recessione mai viste prima, i Comuni vedono (anche se non solo da ora) il calo quasi completo del trasferimento di fondi ad essi destinato dallo Stato. Questa penuria economica incide in maniera determinante sulle poli- tiche di programmazione e di gestione degli enti locali agendo fortemente sulla possibilità di realiz- zare qualsiasi programma ed attività di pianificazione, progettazione e realizzazione. I Comuni sono costretti a reggere tutta la loro attività su risorse che sono obbligati a cercarsi altrove. Queste risorse possono essere raggruppate in quattro tipologie differenti. • la prima è quella riveniente da introiti diretti (come IMU, tasse locali varie e gli oneri di urbaniz- zazione rivenienti dal rilascio dei Permessi di Costruire) o da quelli di beni pubblici da cui possono derivare introiti (parcheggi, musei e strutture di tipo pubblico, ecc.); • la seconda è quella proveniente dalla possibilità di effettuare proposte possibili e premiabili richie- dendo fondi direttamente a strutture statali e/o europee o altre (questo è un filone ormai in esauri- mento, visto il sistema organizzativo di trasferimento dei finanziamenti, che passano ormai per la grandissima parte attraverso l'asse Europa-Regioni); • la terza tipologia, la più consistente, è quella che vede l'accessibilità diretta a fondi europei. Questo sistema è stato strutturato in maniera tale che, per potervi accedere, i Comuni debbano giustificare attraverso un sistema di "identificazione del fabbisogno locale", il loro finanziamento. • la quarta ed ultima tipologia è costituita dalla cosiddetta "contrattazione" (vedi "urbanistica contrattata") cioè l'apporto dei privati che con propri finanziamenti partecipano alla realizzazione delle opere pubbliche.
  • 3. Per quanto riguarda la prima tipologia di introiti occorre sottolineare innanzitutto che si tratta di introiti di tipo modesto, in quanto modesto è il numero di abitanti della città, modesta è l'estensione territoriale del Comune (e quindi le imposte possibili) e soprattutto non è logico pesare in maniera smisurata sulle spalle dei cittadini. Sicuramente vanno rivisti i criteri e le modalità di assegnazione degli immobili comunali. La seconda tipologia, per quanto molto limitata nelle disponibilità, risente della mancanza di profili professionali adeguati e/o dedicati all'interno dell'amministrazione, soprattutto a causa del fatto che il "patto di stabilità" impedisce le assunzioni e, quindi l'aumento e l'adeguamento degli organici. Per quanto attiene la terza tipologia, proponiamo di rivedere profondamente il ruolo dell'amministrazione all'interno del sistema "area vasta" assumendo, di fatto, un ruolo da protagonista dello sviluppo dei territori. Per quanto riguarda invece la quarta tipologia riferentesi alla "contrattazione", occorre dire che questa pratica ha mostrato nei fatti tutto il proprio limite. Il contratto di quartiere di via Barsento vede le opere relative ai privati quasi tutte completate e commercializzate, mentre le opere pubbli- che (nuovo mercato coperto, conceria, case di edilizia agevolata per giovani ed anziani), o languono bloccate o non sono ancora nemmeno state cantierizzate. È evidente, quindi, che la con- trattazione non può e non deve favorire opere e imprese private. Le opere pubbliche e i "ruderi" del paese Le opere pubbliche della città dipendono direttamente dalla disponibilità economica di cui il Comune è dotato. Facile immaginare, se si fa riferimento a quanto detto precedentemente riguardo alle finanze delle amministrazioni pubbliche, che la possibilità di programmare la realizzazione di tali strutture è profondamente limitata alla possibilità di ottenere finanziamenti finalizzati. Alcune opere sono già state programmate, ma sono ancora ben lungi dall'essere realizzate: è il caso dell'abbattimento del vecchio mercato coperto in largo Martellotta e del mulino Lippolis. Il vero problema, che non è mai stato affrontato veramente, è costituito dal senso che tali spazi e tali "ruderi" hanno e/o potrebbero avere in una "idea di città" differente. Perchè cercare a tutti i costi solo ed esclusivamente una demolizione? Potrebbe invece essere molto più fattibile e più propositivo tentarne il recupero. I costi del recupero sarebbero sicuramente molto meno impor- tanti dell'abbattimento, della bonifica e delle nuove realizzazioni. Importante capitolo nel recupero del patrimonio edilizio comunale è l'Ostello della gioventù, che potrebbe essere fondamentale come promozione del turismo giovanile, come centro di aggregazione giovanile internazionale, come centro formativo, dove sia possibile produrre cultura, discutere e approfondire temi inerenti la vita e la pace tra i popoli; insomma restituire in chiave moderna e aggiornata la destinazione d'uso originaria del sito. Recuperare il vecchio mercato coperto, potrebbe voler dire avere finalmente una struttura con funzione di auditorium e/o un cinema pubblici, sedi per lo svolgimento del lavoro di associazioni di tutti i tipi: una sorta di "villaggio culturale" della collettività locale. Nodi programmatici Il programma non è una mera lista della spesa. Riteniamo necessario individuare i nodi program- matici utili a delineare una prospettiva politica complessiva di cambiamento e di alternativa. Per questo sono individuate quattro macroaree: ATTIVITA’ PRODUTTIVE, AMBIENTE, TERRI- TORIO E SVILUPPO SOSTENIBILE, SOCIO-CULTURALE, GOVERNANCE CITTADINA. All'interno di ciascuna di esse sono inscritti i contenuti programmatici essenziali e qualificanti.
  • 4. 1. ATTIVITÀ PRODUTTIVE La crisi economica globale e nazionale non era inevitabile: essa è il frutto di scelte discutibili le cui conseguenze gravano sulle spalle di chi le subisce invece che dei responsabili. I processi di precarizzazione e l'attacco ai diritti dei lavoratori, l'espulsione di centinaia di migliaia di uomini e donne dai processi produttivi e l'assenza di prospettive per un'intera generazione richie- dono interventi decisivi a contrasto dei provvedimenti del governo centrale. In Puglia i tassi di disoccupazione sono superiori alla media nazionale, con percentuali impressio- nanti per le donne. La crisi è tutt'altro che superata, come ammesso dalla stessa Confindustria. Vanno previste misure di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito: • impulso all'economia sociale ed ecocompatibile; • sostegno al microcredito per l'agricoltura, l'artigianato, la piccola impresa, l'autoimprenditorialità cooperativa; • misure di tutela delle botteghe storiche, della piccola distribuzione, della vendita diretta e della filiera corta, del commercio equo e solidale. 1.1. Agroalimentare Il modello agricolo deve rappresentare un'alternativa alla speculazione edilizia, alla disoccupazione e all'emarginazione sociale, all'abbandono, all'impoverimento crescente; deve porre con forza la que- stione della qualità dei prodotti, legata al lavoro, alla tipicità, alla territorialità e alla tracciabilità. Vogliamo che vengano incrementate le attività agro-silvo-pastorali e artigianali tradizionali, incentivando le produzioni locali e l'occupazione, anche attraverso una maggiore valorizzazione delle terre pubbliche, favorendone la gestione attraverso attività ecocompatibili: agricoltura biologica e agricoltura sociale. La valorizzazione dei prodotti tipici (olio, vino, prodotto lattiero-caseari, ortaggi, pasta fresca, prodotti da forno, dolci tipici) si completerebbe fornendo supporto alle aziende produttrici e sostenendole con un marketing mirato (utilizzo nelle ricette di chef internazionali, pubblicità sulle riviste di settore e di maggior diffusione, sagre, esportazione in eventi turistici). 1.2. Turismo Nell'era della comunicazione multimediale e del turismo alla portata di tutti, un consistente rinnovamento dell'approccio al turismo è richiesto attraverso una comunicazione più diretta ed immediata: un marchio riconoscibile del comune di Alberobello da diffondere, non solo in Italia, ma anche all'estero, che possa essere condiviso da tutte le organizzazioni che collaboreranno col comune, apposto su tutte le riviste, i siti web, ecc... il tutto accompagnato da una comunicazione, calda, efficace, semplice ed immediata. Oggi il viaggiatore è diventato più esigente e consapevole. Non si può più pensare che l'unicità del nostro paese basti a convogliare sempre più persone e come troppo spesso siamo abituati a sentire. Per affrontare tale cambiamento occorrono azioni strategiche, sinergiche e mirate che coinvolgano tutti. E' necessaria una nuova formazione della cultura dell'accoglienza, attenta alla qualità dell'offerta, che veda tutti gli operatori del settore turistico commerciale più disponibili e ricettivi a quello che il turista richiede. È un dovere per chi vive in un paese inserito fra i beni dell'UNESCO, farsi tramite tra ospiti e luogo. La consapevolezza di vivere in un paese di così alto valore a volte è generica e non basta, è necessaria una maggiore conoscenza e consapevolezza della propria storia, del patrimonio culturale materiale ed immateriale,
  • 5. da comunicare con entusiasmo a chi arriva, per far si che rimanga in lui un'esperienza unica. È interesse di tutti, quindi, l'acquisizione di una visione più ampia del rapporto con il turista per una accoglienza più qualificata che lo invogli a sostare e ritornare. Un altro obiettivo importante è la valorizzazione delle ricchezze del territorio rurale; per allungare maggiormente le presenze dei viaggiatori sarebbe opportuno: • arricchire l'offerta turistica con progetti per la promozione dell'escursionismo (es. acquedotto pugliese, monte del sale, bosco selva) con l'allestimento della cartellonistica per la divulgazione delle notizie storiche-archeologiche e naturalistiche del luogo; • creare mappe di sentieri per il trekking/biking, con una ricognizione dei sentieri e cartellonistica informativa adeguata; • valorizzare i luoghi della memoria (casa rossa); Vista la situazione di grande incertezza che il paese sta attraversando, diventa sempre più impor- tante mantenere almeno il posizionamento sul mercato, attraverso una serie di provvedimenti che cosi possono essere sintetizzati: • sviluppare una attenta politica dei prezzi; • migliorare la qualità dei servizi offerti; • difendere e consolidare la forza e l'importanza che il brand “Alberobello” ha in Italia e all'estero; • investire in una ospitalità evoluta, e quindi migliorare la qualità e la cultura dell'accoglienza per essere maggiormente competitivi. • investire tutti i proventi dalla tassa di soggiorno in operazioni di marketing e promozione. • istituire un tavolo permanente del turismo. In un tal contesto, il turismo deve porre attenzione all'ambiente e realizzare benessere per "tutti" i cittadini, diventando appunto un turismo sostenibile e più che mai attuale. Occorre promuovere la conoscenza della realtà sociale, culturale e ambientale del paese, e sensibi- lizzare i viaggiatori riguardo al rispetto della natura e degli Alberobellesi, favorendo esperienze autentiche di contatto diretto; far del turismo sostenibile il miglior turismo possibile, in modo che il turista si senta, seppure temporaneamente, "Cittadino". 1.3. Artigianato, commercio e industria Quando si pensa ad Alberobello il pensiero corre immediatamente ai trulli. Un biglietto da visita unico e certamente esclusivo che ben poche altre città al mondo possono vantare. Ma è anche vero che dentro, dietro e intorno ai trulli c’è l’anima più vera, autentica e profonda di questo Patrimonio mondiale. Insieme ai trulli, infatti, Alberobello è in grado di offrire un ritrovato artigianato-artistico di qualità, un’eccellente cucina, un ricco paniere di prodotti tipici. Nostra intenzione è: • promuovere un “made in Alberobello”, il che significa non solo la città ma anche il suo territorio con le sue ricchezze artigianali, artistiche ed enogastronomiche; • istituire cooperative e consorzi che siano realmente funzionanti, che promuovano l’artigianato locale a livello nazionale ed internazionale attraverso la creazione di un proprio marchio di qualità e percorsi turistici rivolti a questo specifico settore come il già avviato ma purtroppo interrotto progetto “le vie dell’artigianato”; • valorizzare l’annuale mostra dell’artigianato attraverso il coinvolgimento diretto degli artigiani affinché sia, non una semplice e mera esposizione di oggetti, ma una grande bottega a cielo aperto
  • 6. dove i visitatori abbiano l’opportunità di ammirare gli antichi mestieri, partecipare a piccoli labora- tori didattici e acquistare prodotti e manufatti; • stimolare la nascita di “A Scuola dall’Artigiano” (A scol da u mest); • indirizzare, come amministratori attenti, l’apertura di esercizi in settori non saturi grazie ad un puntuale censimento dell’esistente, pur essendo consapevoli che le vigenti leggi sul commercio consentono l’apertura di nuovi esercizi commerciali attraverso una semplice comunicazione (scia). 2. AMBIENTE, TERRITORIO E SVILUPPO SOSTENIBILE Il territorio va valorizzato e difeso con una costante opera di manutenzione capace di mantenere efficienti i sistemi di gestione delle risorse idriche, di coordinare le competenze e le conoscenze sulla gestione delle opere di bonifica, di difen- dere il territorio sia dall'opera della natura sia dall’opera dell’uomo  (bitumazione, cementificazione, ecc). È soprattutto tra i beni naturali che ci sono quei beni comuni che per noi vanno maggiormente tutelati e che devono rima- nere proprietà pubblica. 2.1. Ambiente e Natura Alberobello, per sua fortuna, ha due aree verdi, che potrebbero migliorare i weekend primaverili dei cittadini e dei turisti. Il problema è che sono state lasciate alla mercé di vandali e maleducati. La prima area sulla quale intervenire è quella del "Parco della Rimembranza", rovinato dai van- dali e dal disinteresse comune. Per valorizzarla si dovrebbe riattrezzarla e se possibile affidarla ad un comitato di quartiere che la "adotti" per gestirla e custodirla. Una valorizzazione simile meriterebbero Coreggia, via Colucci, via Villa Curri, via Barsento con l'adeguamento del parco giochi e la realizzazione di percorsi ciclistico-pedonali. Le spese per il mantenimento e la gestione di tali aree, oltre che essere supportate da una più attenta gestione delle risorse già impegnate dalle precedenti amministrazioni, si avvarrebbero del servizio di volontari (anziani, diversamente abili, giovani). Ogni miglioria apportata dovrà essere evidente così come il costo associato: in questo modo si sensibilizzerà la cittadinanza evidenziando gli sforzi fatti in tale ambito. Oltre al recupero delle suddette aree, risulta necessaria l'introduzione di norme utili alla gestione degli spazi destinati a nuove costruzioni, con l'introduzione di vincoli di superficie da dedicare ad aree verdi contingenti tali opere. Il consumo e la cementificazione del territorio dovrà essere ban- dito nella maniera più categorica. 2.2. Ecologia, energia e acqua La nostra regione produce tre volte il proprio fabbisogno di energia. È necessario osteggiare a livello comunale i progetti di impianti e/o centrali che non utilizzino le fonti rinnovabili. La scelta dell'eolico e del fotovoltaico va messa in pratica in modo da evitare speculazioni e consumo di territorio agricolo: opposizione totale nei confronti della eventuale richiesta di costruzione di mega impianti. La taglia di 1MW deve essere il limite superiore da non oltrepassare e su cui fare controlli per evitare raggiri.
  • 7. Dovrà invece essere promossa una vera "generazione elettrica distribuita" attraverso micro- eolico, solare termico, geotermico e fotovoltaico incentivando l'installazione di impianti con- dominiali e sugli edifici pubblici. La democratizzazione della produzione energetica delle rinnovabili, passa anche attraverso l'individuazione di spazi nel territorio comunale dove concentrare l'allestimento di impianti fotovoltaici aprendo la possibilità d'investimento ai cittadini che ovviamente non possono usu- fruire di tali opportunità, in quanto proprietari di immobili sotto vincolo paesaggistico: i "trulli" non possono rappresentare un ostacolo allo sviluppo sostenibile e l'amministrazione comunale non può rimanere inerte alle difficoltà suddette. L'obiettivo finale potrebbe addirittura ricalcare l'esperienza già concretizzata da altre ammini- strazioni comunali (nazionali), che hanno instaurato dei patti territoriali con l'ENEL per la distribuzione dell'energia, portando ad un risparmio netto sulle bollette per tutti i cittadini. Va quindi incoraggiata e sostenuta la partecipazione delle comunità alle scelte in materia ener- getica, anche attraverso l'istituzione della consulta permanente di associazioni e movimenti ambientalisti, con effettivo potere consultivo. Infine, per gli edifici pubblici, ci si pone l'obiettivo del raggiungimento dell'autosufficienza da un punto di vista energetico: riscaldamento con impianti geotermici, pannelli fotovoltaici e fotovoltaico termico per minimizzare l'uso di combustibili fossili annullando quasi completamente le emissioni di CO2. 2.3. Acqua L'acqua è un bene primario alla base di ogni società moderna sviluppata. Il suo utilizzo non può tuttavia essere indiscriminato e irrazionale come sinora è stato. La coltivazione del senso comune ad evitare gli sprechi non può più essere l'unica azione da intraprendere per salvaguardare tale risorsa. Un'amministrazione che guarda al futuro delle proprie generazioni deve disporre imme- diatamente e coscientemente di norme che indirizzino verso un uso sostenibile delle acque potabili. La distinzione delle linee di uso diretto, che producono acque "bianche", da quelle "nere" di fogna, rappresenterebbe un passo verso una razionalizzazione dell'uso delle acque potabili. Questo tipo d'intervento dovrà realizzarsi prima di tutto presso gli enti pubblici, intervenendo attraverso fondi europei disposti in materia di recupero e riutilizzo delle acque, poi, intervenire sulle opere di ristrutturazione o di nuova costruzione dei privati prevedendo già il riciclo a filiera corta di acque "bianche" per scarichi di fogna. Un'azione di questo tipo, porterebbe ad un "risparmio" di acqua potabile di circa il 30% del consumo attuale. La realizzazione e il ripristino di pozzi e cisterne private per la raccolta e il riutilizzo abitativo delle acque pluviali, comporterebbe un ulteriore passo in questa direzione. Un'ulteriore azione che bene si sovrapporrebbe con il tema successivo, l'agricoltura, consisterebbe nella costituzione di un gruppo di lavoro che unisca le competenze accademiche e di vari istituti di ricerca, assieme agli enti preposti al trattamento delle acque reflue (AQP), di un potenziamento dell'impianto di depurazione di Albero- bello, utile ad ottenere un effluente acquoso dall'impianto, utilizzabile per scopi irrigui. Il diretto coin- volgimento delle aziende agricole completerebbe il team, concretizzando la possibilità di formulare progetti da presentare a Calls Europee rivolte proprio al tema del "riutilizzo delle acque". In questo caso, oltre che agevolare le aziende agricole locali, si avvierebbe un ciclo virtuoso di riutilizzo delle acque che ridurrebbe notevolmente gli sprechi di risorse diversamente utilizzabili. Per una politica dei rifiuti sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale è centrale la scelta
  • 8. della raccolta differenziata spinta, il recupero e il riciclaggio, con agevolazioni al sistema del porta a porta, che va esteso all'intero territorio comunale. Tuttavia non ci si limiterebbe al solo raggiungimento dell'obiettivo di raccolta differenziata all'80% nel prossimo triennio. Si darebbe vita anche ad una filiera corta del rifiuto attraverso la gestione non solo della raccolta e del conferimento, ma anche dello smaltimento e del riutilizzo dei rifiuti differenziati. Attraverso un progetto di finanza che vede coinvolti i comuni dell'area vasta, con la partecipazione di operatori privati, si realizzerebbero gli stabilimenti che si occupano del riciclo della plastica, del vetro, della carta e anche della componente umida (attraverso il com- postaggio, o meglio ancora una gassificazione per digestione anaerobica). Il progetto potrebbe originare una svolta economica del nostro paese, aprendo le porte ad una caratterizzazione industriale e non più esclusivamente turistica-commerciale, garantendo un maggior reddito diretto per i nuovi assunti, un maggior reddito indotto per il resto dei cittadini, la riduzione dell'esodo di giovani laureati in materie scientifiche che potrebbero essere assorbiti dalle nuove attività a carattere industriale. 2.4. Lavori pubblici Nel settore dei Lavori pubblici prevediamo: • di portare a termine i lavori di recupero della Conceria, avviati ormai da tanti anni; • di progettare attraverso un concorso di idee “La cittadella della formazione”, un polo scola- stico unico che includa i diversi ordini di scuola, attrezzato per essere all’avanguardia sia dal punto di vista tecnologico che sportivo; • di recuperare, ristrutturare e mettere a norma il centro sociale di Coreggia con il campo polivalente attiguo; • di monitorare costantemente la condizione dei manti stradali, dei marciapiedi, dei muretti a secco, delle aiuole, ecc. al fine di garantire la sicurezza e il decoro urbano ed extraurbano. 2.5. Viabilità e trasporti Sarebbe opportuno investire nell'acquisto di nuovi mezzi pubblici alimentati a metano o elettrici che servano le zone più distanti del paese agevolando i residenti con tariffe esclusive: navette-bus dal parcheggio del palazzetto dello sport alla zona pedonale di largo Martellotta, Campo sportivo, Bosco Selva, Coreggia sono luoghi male collegati e la loro valorizzazione passa soprattutto attraverso un più efficace raggiungimento degli stessi. 2.6. Urbanistica e patrimonio mondiale Vogliamo rilanciare il ruolo di Alberobello, città del Patrimonio Mondiale, operando una serie di scelte per noi indispensabili: • Costituzione di un Ufficio del Patrimonio Mondiale ove si centralizzino tutti i dati riguar- danti il centro storico, creando un sistema di database di controllo del bene che da un lato costi- tuisca Centro Ricerche, dall'altro, elabori un sistema di "conoscenze" rivolto sia alla veicolazione d'immagine del luogo che alla creazione e progettazione di "sistemi d'uso" che consentano il controllo e la tutela del luoghi. La creazione di simili database può consentire, in maniera ogget- tiva, la definizione delle "regole d'uso" del bene: centralizzare le informazioni sulle reti tecnolo- giche, ad esempio, oppure consentire una volta per tutte le regole da dettare in un eventuale
  • 9. "piano delle insegne" commerciali, o ancora un chiaro piano dell'arredo urbano. • Adesione del Comune all'Organizzazione Internazionale delle Città del Patrimonio Mondiale, unica istituzione riconosciuta dall'UNESCO. • Potenziare il ruolo all'interno dell'Associazione delle Città Italiane del Patrimonio Mondiale, associazione che il nostro Comune ha contribuito a creare. • Assicurare al cittadino termini e tempi di risposta alle istanze e/o permessi presentate agli uffici tecnici. Il nuovo strumento urbanistico Comunale (PUG) Il nodo fondamentale del prossimo programma amministrativo è costituito dal nuovo Piano Urbanistico Generale della città, uno strumento di una tale importanza e delicatezza da imporre inevitabilmente in tutte le fasi una partecipazione attiva e programmata di tutti i citta- dini fin dai primi momenti. Esso definisce l'attività programmatoria di sviluppo della città intera, e non solo in termini di crescita fisica, ma anche in termini di sviluppo, di vivibilità, ecc. Occorre domandarsi quale idea di città si vuole adottare o proseguire, in che tempi ed in quali condizioni. Se controlliamo i dati ISTAT degli ultimi decenni potremo notare che la nostra città ha una crescita in termini di abitanti praticamente vicina allo zero: vale a dire che il numero degli abi- tanti resta lo stesso ormai da diversi decenni. Questo primo dato ci suggerisce l'idea che il nuovo piano di sviluppo non debba basarsi sull'aumento delle volumetrie abitative. La nostra proposta è quella di un Piano a consumo di suolo zero, vale a dire: • completare le aree parzialmente edificate prima di occuparne di nuove; • dichiarare le aree agricole "riserva agricola e ambientale" (salvo necessità collettive irrinuncia- bili e da dimostrare pubblicamente); • recuperare gli spazi insufficientemente utilizzati o abbandonati; • incentivare per interventi in aree già urbanizzate; • consumare suolo non urbanizzato nel caso in cui non sussistano alternative al riuso e riorga- nizzazione degli insediamenti o infrastrutture esistenti, e sempre all'interno di previsioni quan- titative di pianificazione ben meditate e previste in maniera giustificata. In sostanza bisogna: • pensare ad uno strumento che persegua gli obiettivi di riuso abitativo, laddove possibile, e soprattutto sia rivolto a mettere ordine nello spazio urbano al fine di rendere sempre più vivibile la città a coloro che ne risiedono; • stabilire che il Territorio e le sue risorse sono Patrimonio comune (pubblico); • convenire nettamente che la pianificazione del Territorio è lo strumento fondamentale ed inte- grato (ambiente/urbanistica); • rimarcare che la titolarità della pianificazione urbanistica compete alle autorità pubbliche (impedire la progettazione di qualsivoglia strumento urbanistico in assenza del confronto democratico tra i cittadini, annullare o modificare qualsiasi trasformazione fisica e funzionale in contrasto con le indicazioni dei precedenti strumenti nell'interesse pubblico art. 16 LR 56/80) • garantire condizioni equivalenti a tutti i cittadini con dotazioni minime di opere di urbaniz- zazioni, spazi pubblici, edilizia sociale;
  • 10. • rendere necessaria, autentica ed irrinunciabile la partecipazione dei cittadini (laboratori di progettazione partecipata) di supporto al futuro PUG ed alle OO. PP.; • effettuare una mappatura precisa delle proprietà private e pubbliche del territorio comunale; • indirizzare il comparto edile sulla ricostruzione e ristrutturazione energetica del patrimonio edilizio esistente; • non prevedere la vendita/svendita del patrimonio pubblico puntando invece sul suo uso/riuso intelligente; • limitare al massimo le politiche di contrattazione urbanistica che tendono, per principio, ad essere operate a scapito della collettività; • indirizzare la strumentazione urbanistica da un lato verso una vocazione turistica saggia, non spregiudicatamente speculativa e sostenibile in termini ambientali, dall'altra verso politiche di qualificazione/riqualificazione dell'ambiente abitato destinato ai residenti; • adottare linee condivise di comportamento nei confronti sia dello sviluppo fisico della città che in quello della qualità del suo ambiente; • adottare come unico elemento portante nello sviluppo della città quello del riuso e limitando al massimo le demolizioni, ma soprattutto le nuove edificazioni; • diradamento urbano da attuarsi nelle aree lasciate libere da precedenti utilizzazioni ("vuoti urbani" - aree dismesse) da destinarsi prioritariamente a verde; • utilizzo dell'eventuale patrimonio pubblico come calmiere del mercato e per le locazioni; • contrastare la tendenza alla disseminazione di case sparse "sprawl", contenendo i nuovi inse- diamenti nelle zone "intercluse" e con tipologie aggregate; • abbattere le costruzioni abusive o acquisirle al patrimonio pubblico per destinarle a funzioni sociali, contrastando la tendenza alla svendita in nome del "fare cassa"; • ridiscutere alcune grandi opere ancora non realizzate in funzione della loro effettiva utilità e dell'impatto ambientale che esse possono addurre; • cercare di recuperare le logiche compositive del tessuto urbano storico dando una netta precedenza ai sistemi di recupero, deflusso e controllo delle acque di superficie che tanto hanno concorso alla strutturazione d'immagine urbana della città e, nel contempo, possano servire a suggerire sistemi di contenimento e limitazione ai materiali ed ai danni rinvenienti dalla impermeabiliz- zazione del suolo; 3. SOCIALE-CULTURALE In ambito socio-culturale la promozione della collaborazio- ne è fondamentale. Ogni associazione, ente, istituzione, ha la necessità di dialogare con le altre, perché non ci sia com- petizione ma sana cooperazione per migliorare il tessuto sociale e culturale del nostro paese, ognuno con le proprie specificità. Il Welfare comunale va organizzato nell'ottica della piena partecipazione, coinvolgendo sia i soggetti istituzionali che gli operatori sociali, le associazioni e le organizzazioni del terzo settore. Quest'ultimo va inteso come opportunità per
  • 11. allargare la sfera dei servizi piuttosto che come livello sostitutivo o escamotage per ridurre i costi e sottrarre al pubblico la responsabilità di garante dei servizi offerti. 3.1. Cultura La cultura va assunta come valore strategico per la crescita civile, sociale ed economica. È necessario ampliare le possibilità della fruizione della cultura, coinvolgendo i soggetti del territorio comunale ed extracomunale, puntando oltre che ai grandi eventi, a un programma culturale ampio e stabile durante l'anno. Fondamentale è il ruolo del Comune per promuovere e garantire: • trasparenza e rigore della gestione degli enti culturali; • trasparenza e rigore nell’assegnazione di contributi economici; • momenti permanenti di confronto, elaborazione e verifica con i soggetti sociali e culturali del territorio; • creazione di spazi pubblici per la cultura e per la circolazione dei prodotti culturali; • sostegno fattivo alla produzione culturale autonoma e indipendente soprattutto giovanile. 3.2. Politiche giovanili Sentiamo importante favorire l'iniziativa giovanile e ampliare l'offerta di servizi a loro destinati. Per esempio: • istituire tavoli di confronto con i giovani, aperti a tutti, dove si possa favorire lo scambio di idee, e magari far scaturire proposte creative ed innovative per il miglioramento del paese. • potenziare il servizio di informa giovani, favorendo l'iniziativa giovanile; • promuovere il servizio civile, analizzando come esso possa essere utile alla formazione dei ragazzi nel nostro territorio. • promuovere e agevolare le iniziative giovanili in tutti i settori tenendo conto di criteri chiari e la valorizzazione delle eccellenze. 3.3. Sport e tempo libero Lo sport e il tempo libero sono parte integrante della vita di molti cittadini. Pensiamo sia fonda- mentale analizzare le possibilità di miglioramento di questo settore. A questo proposito riteniamo auspicabile: • riunire tutte le associazioni sportive e i responsabili delle palestre per un confronto sui loro servizi e il potenziamento di essi, allo scopo di coordinare le offerte cercando di promuovere attività sinora trascurate per ampliare il ventaglio di discipline disponibili; • migliorare e realizzare infrastrutture sportive di proprietà comunale attraverso l'utilizzo di finanziamenti pubblici (per es. miglioramento del manto sintetico allo stadio comunale, riade- guamento dello stesso alle norme di sicurezza, una piscina comunale per evitare il pendolari- smo dei cittadini verso paesi limitrofi); • favorire il servizio degli oratori e delle ludoteche durante l'anno e soprattutto nel periodo estivo, promuovere il dialogo tra gli stessi affinché questi servizi non si accavallino ma risultino utili per molti; • aprire le scuole negli orari extrascolastici per iniziative di vario genere, che offrano servizi :utili alle famiglie e ai cittadini (pensiamo per esempio alla Scuola di Coreggia);
  • 12. • rinnovare il centro sociale e il campo polisportivo di Coreggia facendolo diventare un punto di riferimento per tutti. Potrebbe essere "adottato" dai giovani di Coreggia, o da un gruppo che si occupi della manutenzione e del suo utilizzo efficiente, oltre a fornirlo di attrezzature sportive idonee; • promuovere le iniziative delle associazioni culturali. 3.4. Associazionismo e volontariato Occorre promuovere la rete tra le associazioni affinché, attraverso il dialogo e la condivisione di idee, le forze non si disperdano ma siano sinergicamente impiegate. Solo così possono essere migliorati i servizi e avviate iniziative più oculate, visibili, significative. Riteniamo necessario, inoltre: • sostenere le loro iniziative pubbliche; • agevolarle negli adempimenti burocratici; • concedere spazi pubblici come sedi (rivedere quelli attualmente concessi realizzando una graduatoria per numero di iscritti e utilità sociale); • creare un luogo in cui sia possibile realizzare eventi, dotato di tutti i servizi e rispondente alle normative, razionalizzando le spese associate all'allestimento, il collaudo e lo smontaggio dei palchi. 3.5. Servizi socio-sanitari La creazione di una rete tra il Comune e l'ASL territoriale di competenza pensiamo possa favorire e potenziare l'offerta dei servizi offerti ai cittadini. Riteniamo importante: • organizzare iniziative aperte a tutti i cittadini che mirino ad informare e diffondere la cultura della prevenzione in ambito sanitario, ad esempio con la programmazione di incontri "infor- mali" sul tema della prevenzione in ambito oncologico (screening mammario, ginecologico, diagnosi precoce del tumore della prostata e del colon) mediante il contributo di personale medico e paramedico qualificato; • istituire corsi di BLS (Basic Life Support) per i cittadini mediante collaborazione con la ASL allo scopo di permettere ad ogni cittadino di poter apprendere come prestare un corretto primo soccorso in situazioni di emergenza prima dell'arrivo del personale qualificato; • impegnarci nel dare particolare attenzione e ascolto ai diversamente abili, coinvolgendoli personalmente e/o attraverso rappresentanti di loro associazioni nella individuazione delle loro specifiche esigenze, affinchè si possano attivare politiche ed interventi mirati ed efficaci; • continuare a mantenere aperto il Centro di Aggregazione della terza Età favorendo iniziative tese al sempre maggiore coinvolgimento delle nonne e dei nonni nella vita cittadina. 3.6. Istruzione La crescita di un paese è data dalla formazione dei suoi cittadini. La sfida educativa oggi si gioca sulla creazione di reti tra agenzie educative. È necessario un dialogo aperto con le istituzioni scolastiche, perché possano essere promosse iniziative per sviluppare le competenze di cittadinanza. Pensiamo di: • potenziare la rete tra le agenzie educative, e sollecitare la collaborazione.
  • 13. • ideare progetti che mirino a promuovere il senso delle regole e del rispetto reciproco nei bam- bini e nei ragazzi, attraverso, per esempio l'istituzione del patto educativo cittadino (regole con- divise tra tutti i cittadini che si impegnano a loro volta a farle rispettare ai ragazzi); • proporre, in collaborazione con altri enti, percorsi formativi alternativi al percorso scolastico normale (l'obbligo formativo fino ai 18). • favorire o rendere più visibili e accessibili alle famiglie disagiate i servizi di doposcuola offerti da enti e associazioni del territorio. promuovere la cultura della lettura (iniziative con le scuole, serate di lettura e discussione di libri ecc.), potenziando il servizio biblioteca; • prendere accordi con le scuole per servizi di orientamento scolastico; • creare ponti di collegamento tra le scuole e le aziende del territorio, analizzando le esigenze di quest'ultime e fornendo informazioni oculate agli studenti perché scelgano il loro percorso formativo non solo in base alle propensioni personali, ma anche in base ai rispettivi sbocchi professionali. 4. GOVERNANCE CITTADINA La governance è stata definita come il nuovo sistema di organizzazione delle decisioni politiche a livello nazionale, inter- nazionale e mondiale basata sull’incontro/dialogo/discussione tra tutti i portatori d’interesse rappresentativi delle varie componenti della società quali i governi, le imprese, i sindacati, i cittadini, le collettività locali. Secondo questa visione, la decisione politica è, e deve essere, il risultato di accordi tra i vari interessati in un contesto di libertà, di cooperazione/competizione, di autoregolazione e di responsabilità «sociale». Il principio di partecipazione dei cittadini e quello di responsabilità collettiva condivisa assu- mono un ruolo centrale e determinante. 4.1. Servizi ai cittadini La tutela dei servizi pubblici è una questione sociale importante. A garanzia di prestazioni adeguate e di costi contenuti, in controtendenza con l'ulteriore spinta alla privatizzazione contenuta nei recenti provvedimenti governativi, la programmazione e la gestione di questi deve essere pubblica. Proponiamo di rendere estremamente fruibili tutti i servizi comunali al cittadino soprattutto attraverso il web (calcolo e scarico, modelli per il pagamento di tasse comunali, modulistica per certificati ecc.). 4.2. Trasparenza In riferimento al REGOLAMENTO REGIONALE 29 settembre 2009, n. 20, intendiamo: • assicurare la più ampia conoscibilità dell'azione amministrativa, dell’attività svolta, dei servizi resi e dell’utilizzo delle risorse pubbliche da parte del Comune;
  • 14. • garantire il diritto ai cittadini di accedere ad atti, documenti e informazioni; • rendere evidente ogni passaggio del percorso di approvazione degli atti sia della giunta, sia del consiglio. • rendere visibile e leggibile all’intera popolazione il bilancio voce per voce. 4.3. Rappresentanza e partecipazione La questione democratica è strettamente intrecciata con quella morale. Il riconoscimento del diritto alla rappresentanza, gli spazi e gli strumenti partecipativi, dal bilan- cio partecipato, fino alla messa in atto persino dei referendum propositivi (previsti dallo Statuto Comunale), sono il miglior modo per rendere i cittadini veramente attivi. Intendiamo: • ampliare gli spazi della rappresentanza sociale, politica e di genere. • aprire uno sportello diretto con la cittadinanza per: comprendere sempre le esigenze di tutti, favorire la partecipazione, la trasparenza e la comunicazione (attraverso il contatto diretto oppure con l'utilizzo dei vari canali digitali e web) eliminando ogni forma di occultamento. • offrire la possibilità per ogni cittadino di affiancare gli amministratori nella gestione della cosa pubblica, per un periodo limitato, in una sorta di tirocinio formativo, al fine di renderli attiva- mente consapevoli. Nell'intento di avvicinare l'amministrazione pubblica ai cittadini vorremmo lanciare una nuova modalità di supporto agli stessi: "il sindaco a domicilio". In sostanza il primo cittadino riserva una giornata al mese per una visita a domicilio, previo appuntamento, a quei cittadini che per vari motivi sono impossibilitati a raggiun- gere la sede comunale, ma che hanno esigenze di parlare con il sindaco, per presentare problemi, istanze, lamentele o per avanzare proposte e suggerimenti. Siamo coscienti che il programma stilato indica delle linee generali di sviluppo della nostra Alberobello e che sicuramente non è esaustivo delle tante esigenze di una comunità. Siamo pronti ad accogliere idee e suggerimenti e ad apportare modifiche ed integrazioni. Dall’8 maggio inizieremo a lavorare insieme, perché crediamo che solo in questo modo si potrà realizzare, in maniera partecipata ciò che è meglio per il bene comune.