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MARIO LODI: La testimonianza di un Maestro
                                  Conferenza di Mario Lodi
                                    Treviglio - 18 marzo 2007
 “Il maestro Mario Lodi non solo ha conosciuto personalmente don Lorenzo Milani, ma ha collaborato
                    con lui nel portare avanti un modo innovativo di fare scuola”


Vita di Mario Lodi____________________________________________
                                                     festival di Spoleto nel ‘67) e “Ci ragiono e


M          ario Lodi nasce nel 1922 a Piadena
           (Cremona) e si diploma maestro
           all’Istituto Magistrale di Cremona nel
1940. Nel 1945, dopo la Liberazione,
                                                     canto” di Dario Fo.
                                                     Nel 1956 Mario Lodi si trasferisce alla Scuola
                                                     elementare di Vho di Piadena. Qui realizza
                                                     molti libri scritti insieme ai suoi scolari, alcuni
organizza insieme ai suoi coetanei le prime          dei quali sono stati pubblicati da Einaudi
attività libere: un giornale aperto a tutti, il      (Bandiera, Cipì, La Mongolfiera, ecc.). Einaudi
teatro dei racconti di vita, le mostre               pubblicò anche i libri delle sue esperienze
dell’artigianato locale, la scuola professionale     pedagogiche: “C’è speranza se questo
gestita da docenti volontari.                        accade al Vho” (1963), “Il paese sbagliato”
Nel 1948 è nominato maestro di ruolo nella           (1971, Premio Viareggio), “Cominciare dal
Scuola elementare di, San Giovanni in Croce,         bambino”, “La scuola e i diritti del bambino”.
dove scopre le capacità creative dei bambini.        Dal 1970, per dieci anni, dirige il gruppo
Nel 1950 viene in contatto con il Movimento di       della Biblioteca di Lavoro che pubblica, con
Cooperazione Educativa, un gruppo di                 l’editore Manzuoli di Firenze, 127 libretti
insegnanti che, ispirandosi alle tecniche del        (letture, guide, documenti) per la riforma in
pedagogista francese Célestin Freinet,               senso attivo della Scuola.
intendono adeguare l’insegnamento nella              Nel 1978 va in pensione e inizia altre attività
scuola pubblica ai valori della Costituzione         nel campo educativo: dirige per tre anni la
italiana.                                            “Scuola della creatività” a Piadena in cui i
Comincia un periodo di esperienze, incontri,         bambini e gli adulti sperimentano le più
dibattiti, finalizzati a creare una pedagogia        diverse tecniche creative.
alternativa alla scuola trasmissiva di nozioni,      Nel 1980, con una indagine sul territorio
liberando le capacità espressive, creative e         nazionale raccoglie e classifica più di 5.000
logiche dei bambini mediante l’uso di tecniche       fiabe inventate dai bambini italiani
adeguate: il testo libero, la ricerca, la            documentando che la creatività infantile esiste
corrispondenza, calcolo vivente, l’invenzione di     ancora là dove i bambini trovano le condizioni
storie, la pittura, il canto e la danza, la          per esercitarla. Sulla spinta di quella indagine
stampa a scuola.                                     nasce nel 1983 “A&B”, un giornale tutto scritto
Nello stesso tempo introduce le stesse tecniche      e illustrato dai bambini.
nella Biblioteca Popolare di Piadena con gli         Nel 1988, insieme al gruppo redazionale di
adulti, con la stampa dei “Quaderni di               “A&B” riscrive per i bambini, in forma adatta,
Piadena” e con la costituzione del Gruppo            la Costituzione italiana, pubblicata da
Padano (1957) che si dedica alla ricerca dei         Marietti-Manzuoli.
canti popolari e alla loro proposta                  Nel 1989 riceve dall’Università di Bologna la
partecipando a spettacoli a livello nazionale        laurea honoris causa in pedagogia e, nello
come “Bella ciao” di Crivelli (presentato al         stesso anno, il Premio Lego che utilizza per

                                                                  Conferenza di Mario Lodi     1
aprire, in una cascina padana a Drizzona,           L’attività di Mario Lodi, collegata ai grandi
dove si trasferisce, la “Casa delle Arti e del      problemi sociali, ha affrontato, con la
Gioco”, uno spazio dove si tengono corsi per        campagna “Una firma per cambiare la TV” la
bambini e adulti, si producono libri e guide        questione dell’uso educativo della TV; con la
per l’insegnamento e vengono raccolti e             pubblicazione di “Alberi del mio paese” e di
studiati i documenti dell’immaginario infantile,    “Rifiuti” si è posto l’obiettivo di un intervento
allestite mostre come “L’arte del bambino” e        sui giovani per creare un modo di pensare
“Alberi”.                                           nuovo in difesa dell’ambiente, una nuova
                                                    cultura del comportamento responsabile.

INTRODUZIONE ALLA TESTIMONIANZA_________________________________________________



L     a sintesi è riferita ad un intervento di
      Mario Lodi presso la Parrocchia San
      Zeno in Treviglio il 18 marzo 2007
La venuta a Treviglio all’oratorio S. Zeno di
Mario Lodi è un avvenimento grande,
                                                    Mario lodi ha conosciuto personalmente don
                                                    Lorenzo Milani.
                                                    Il nostro oratorio sente di dire un grazie
                                                    sentito al maestro Giochino Maviglia, perché è
                                                    attraverso lui che Mario Lodi viene nel nostro
eccezionale.                                        oratorio: è davvero bello incontrare persone
Possiamo dire che Mario Lodi è il Maestro           che, come noi, credono nella scuola,
d’Italia: è educatore, scrittore, poeta. Nella      nell’impegno educativo, che soprattutto
sua vita di maestro si è fatto sempre guidare       credono nei ragazzi e nell’importanza di
da due punti fermi, imprescindibili e               camminare con loro.
riconoscibili: il rispetto del bambino e i valori   Mario Lodi viene a parlarci di don Milani,
della costituzione. La straordinarietà del suo      della scuola di Barbiana.
impegno educativo e civile, appassionato e
continuo è riconosciuto da tutti. Mario Lodi ha     Nel nostro oratorio c’è un doposcuola antico
scritto moltissimi libri insieme ai bambini e per   Lo chiamiamo, per intenderci, “doposcuola”: in
i bambini.                                          realtà è una proposta molto semplice che
Il fascino di Mario Lodi sta nel suo modo di        chiede di imparare a cogliere il sapere non
raccontare: racconta, senza enfasi, che cosa        come strumento di arrivismo individuale, ma
faceva. Racconta cose concrete, precise,            bene comune da dividere con gli altri. Un
puntuali che ha fatto insieme ai ragazzi nelle      oratorio che ha a cuore i ragazzi e la loro vita
sue classi, tante volte negli anni. Racconta con    non può non cercare di condividere con loro il
semplicità esperienze piene di energia e di         momento della scuola.
luce.                                               Diceva don Milani: “La cultura, quella vera che
L’università, che gli ha dato qualche               ancora non ha posseduto nessun uomo, è fatta
riconoscimento, ospita tante persone che lo         di due cose: appartenere alla massa e
stimano e lo ammirano, ma Mario Lodi non ne         possedere la parola: una scuola che seleziona
è mai stato tentato. Ha preferito, come quel        distrugge la cultura. Ai poveri toglie il mezzo
personaggio della favola antica che era             di espressione. Ai ricchi la conoscenza delle
invincibile finché poggiava i piedi sul suolo,      cose.”
restare con i piedi sulla terra di Piadena.         Il doposcuola, per il nostro oratorio, ha radici
Quando è andato in pensione ha investito i          lontane ( il doposcuola è iniziato nel 1983) è
suoi risparmi e un premio che aveva avuto per       un’operazione di pace e di speranza. Chi è
riattare una cascina e trasformarla in un           appagato, sereno non ha bisogno di violenza,
grande, luminosi laboratorio didattico              cattiverie, invidie. Riscopre in sé la bontà e
                                                    diventa costruttivo. Non si lascia schiacciare
                                                                Conferenza di Mario Lodi    2
dalle difficoltà perché ha compagni di strada          Il nostro doposcuola vuole essere una briciola
che gli stanno accanto.                                di comunione, che ci apre a quella comunione
Stare accanto per creare il terreno dove far           irreversibile che un giorno vivremo in pienezza
crescere, nel reciproco rispetto, il seme              e per sempre.
prezioso della conoscenza.                             La venuta di Mario Lodi tra noi sia per tutti un
Lo studio vero non è mai rattrappente                  invito a credere sempre più nei ragazzi e
ripetizione di esercizi o concetti. Esso nasce         nell’impegno educativo per costruire un mondo
dalla ricerca comune, dal confronto, dal               più bello, più colorato, più in pace.
dialogo. Così si possono creare linee                  “Io penso che i due mostri più pericolosi sono
educative alternative alla competitività, ai           le cattive tv e la guerra. Noi li possiamo
meccanismi di violenza e di prepotenza.                vincere con queste armi: quando sul
Il doposcuola è un luogo che la nostra                 teleschermo appaiono scene orribili e violente,
comunità offre per un reciproco scambio fra            possiamo impugnare l’arma del telecomando
ciò che si sa e ciò che si vuole imparare. E’ un       e spegnere. Io l’ho fatto e sono contento:
modo concreto con cui la comunità dice ai              invece di guardare il mondo dentro la scatola,
ragazzi: Guardate che tutta la vostra vita mi          lo guardo nella realtà: parlo con le persone
sta a cuore e perciò anche questo momento              chi mi rispondono, che mi sorridono, che sono
che vivete come esperienza unica: la scuola.           vere.
Non lasciate che questo bene sia corroso dalla         Per vincere la guerra bisogna costruire la
gelosia o dall’arrivismo. Condividetelo e              pace un poco al giorno cercando di essere
sperimenterete che studiare è addirittura              gentili con gli altri, di aiutare chi soffre.
bello.                                                 Dentro di noi ci sono due forze: una cattiva
Capire e conoscere insieme ciò che ci circonda,        che ci suggerisce la violenza e una buona che
i linguaggi delle cose, riduce la fatica e dona        ci suggerisce la non violenza. Io ho fatto la
fiducia.                                               mia scelta, e voi? “ ( Mario Lodi)


MARIO LODI : la testimonianza di un maestro____________________________



                                 M         ario Lodi racconta la propria esperienza di maestro nella
                                           speranza che la sua testimonianza possa fornire dei
                                           suggerimenti ai maestri di oggi che si trovano a vivere una
                                 scuola con tanti problemi.
                                 Mario Lodi inizia il racconto della sua storia dai primi anni dopo la
                                 guerra allorché il mondo civile assunse l’impegno di costruire un’Italia
                                 diversa , un’Italia che aveva riconquistato un bene prezioso : la
                                 libertà. Dopo gli anni della tirannide fascista si doveva introdurre la
                                 libertà nella scuola e avviare la società alla riscoperta dei valori che
                                 non aveva mai praticato : l’ideale fascista di “ credere, obbedire e
                                 combattere” veniva sostituito dalla volontà di dare un senso morale
                                 alle nostre azioni. Gli anni dal 1945 al ‘48 furono ferventi di ricerca
                                 e di scelte : ci furono le elezioni dei comuni e delle province , c’era da
                                 decidere la forma di governo tra la monarchia e la repubblica e
                                 c’era poi l’avvio alla scrittura di una nuova legge da parte dei
                                 parlamentari della Costituente: la Costituzione.
                                 In quei tre anni ci fu un grande travaglio tra i maestri laici che si
                                 sentivano impreparati di fronte al compito che li attendeva: dovevano
                                                                    Conferenza di Mario Lodi    3
cambiare una società intera , insegnare valori come la libertà e la
democrazia e dare un senso morale ai compiti della scuola. Ci fu
allora una intuizione tra quei giovani che dovevano attuare i valori
della Costituzione : pensarono che fosse importante unirsi per un fine
comune , cioè i deboli , i poveri dovevano unirsi per sopravvivere . E il
gruppo dei maestri si unì :nacque una Associazione, basata
sull’attivismo e sulla pedagogia popolare , la quale nominò come
presidente Pino Tamagnini.
Tamagnini fece una proposta: studiare insieme come realizzare una
società giusta secondo i principi della morale cattolica e della morale
civile. Fu questa la carta vincente . All’inizio al Convegno di San
Marino l’Associazione contava 130 persone, poi arrivò a 7000
aderenti, sempre una minoranza rispetto ai 220 mila maestri quanto
era il totale dei docenti , ma quel gruppo credeva in qualcosa: nella
capacità di risvegliare le coscienze , mettendo dentro al corpo pigro
della scuola italiana la voglia di agire , cioè i principi dell’attivismo
pedagogico. Il presidente Tamagnini scoprì in Francia la tecnica di
Freinet, la fece conoscere e i maestri capirono l’importanza di quella
scoperta :con la stampa i bambini potevano parlare, documentarsi,
confrontarsi, discutere di tutti i problemi; attraverso la libertà
espressiva veniva dato spazio alla creatività, venivano realizzati
processi circolari di apprendimento- insegnamento capaci di produrre
nei bambini la crescita globale, affettiva e cognitiva e sociale.
Comunicare e discutere : questo era il senso della libertà. Nasceva la
pedagogia popolare, quel movimento che Lodi e altri portarono
avanti cercando di rispondere alle importanti domande che si
ponevano a quel tempo in campo educativo.
Passarono gli anni , il gruppo fu riconosciuto e seguito dalle menti
pensanti dell’epoca : anche se i maestri lavoravano per intuizione ,
senza basi psicopedagogiche o conoscenza scientifica, avevano
compreso che il bambino fin da piccolo produce cultura . Una cultura
fatta dall’esperienza che il bambino acquisisce giocando: il bambino
gioca, crea e impara , realizzando la pratica dell’uomo libero.
Tra i professori universitari Mario Lodi ricorda Tullio De Mauro come
linguista , ma vi furono molti altri che incoraggiarono il gruppo e lo
sostennero. Giornalisti e Professori universitari si mostrarono
interessati al lavoro della cooperativa ,per esempio Giorgio Pecorini ,
giornalista dell’Espresso che andava nelle scuole e fotografava le
metodologie di avanguardia . Mario Lodi e Pecorini divennero amici
e fu appunto Pecorini che fece conoscere a Mario Lodi la scuola di
Barbiana
Durante un estate del 1966 , mentre erano in vacanza al mare a Lido
di Pomposa , Pecorini disse a Lodi di seguirlo perchè gli avrebbe
fatto conoscere una persona straordinaria. Così lasciarono le famiglie
al mare andarono a Barbiana dove circolavano le voci che vivesse e
insegnasse un prete “originale” . Pecorini era specialista nella

                                   Conferenza di Mario Lodi   4
scoperta di preti e maestri che seguivano un metodo innovativo e che
si distinguevano dagli altri per un impegno particolare .
Arrivarono nella parrocchia di Sant’Andrea a Barbiana sul monte
Giovi, nel cuore del Mugello. Quando arrivarono da don Lorenzo , lo
trovarono sotto un pergolato che faceva lezioni ai ragazzi : parlava
loro di affresco. Don Milani era stato pittore , aveva decorato delle
chiese , poi aveva abbandonato quest’arte per un’ arte diversa:
l’educazione .Lodi capì subito il principio insito nella scuola di Barbina:
in quella scuola si donava quello che si aveva: la cultura era
considerata un dono.
Don Milani accolse benevolmente gli ospiti e chiese loro di rispondere
alle domande dei ragazzi. Mario Lodi tutta una mattina accettò di
sottoporsi ad esser intervistato dai ragazzi di Barbiana su ogni
campo: sulla scuola, sul privato , rispose anche a domande che
apparivano strane, cioe’ se poteva andare a scuola la domenica o in
estate …eccetera
Mario Lodi nel raccontare di quella intervista particolare ,traccia
alcuni principi importanti , esempio l’idea del record personale, o
l’idea della non violenza .
Mario Lodi racconta che alcuni suoi alunni ad un certo punto
rifiutavano di fare le gare perchè avevano prestazioni scarse e
sapevano già in partenza che loro non avrebbero vinto .Nacque
allora il principio secondo cui vinceva chi avesse aumentato il proprio
record personale, anche se era inferiore al record massimo conseguito
da altri ragazzi. Vinceva chi progrediva , non contava il valore
assoluto ma il progresso fatto dall’individuo. Quindi la vittoria era il
superamento dei propri limiti. Poi Lodi racconta come fosse vivo il
principio di pace. La costruzione della pace riguardava sia la
Costituzione e sia i principi del Vangelo e ricorda l’Articolo 11:
ripudiare la guerra, costruire la pace , costruire la non violenza :è
importante cercare le cause nascoste , lontane, a volte insignificanti
ma così radicate da generare odio e rancore . Oltre al tema dei
conflitti , furono discussi molti altri temi , esempio quello se il bambino
e’ un essere pensante oppure no, oppure i metodi basati sulla scrittura
creativa o sulla corrispondenza tra scuole .
Don Milani rimase molto colpito dal fatto che gli alunni di Mario Lodi
corrispondessero per lettera con altre scuole; dopo un ‘attenta
riflessione sostenne che la corrispondenza era la massima espressione
della collettività , rappresentava il senso della comunione della
società scolastica: perciò propose una corrispondenza tra i ragazzi di
Barbina e i ragazzi di Piadena.
Infatti il 3 novembre arrivarono a Mario Lodi due lettere: una di don
Milani a Mario Lodi e una dei ragazzi di Barbiana agli alunni di
Mario Lodi
Nella lettera di don Milani si spiegava l’arte dello scrivere .


                                    Conferenza di Mario Lodi    5
Per capire più nel dettaglio questa metodologia e viverla attraverso
                                    un’esperienza anche didattica ( ossia non mediata da influenze
                                    esterne o di comodo), occorre seguire la metodologia seguita da don
                                    Milani. In tale lettera si parla di vocabolario attivo ( le parole usate)
                                    e di quello passivo:le parole conosciute.
                                    Poi don Milani spiega :la collaborazione e il lungo ripensamento ha
                                    prodotto una lettera che come maturità è superiore all’età
                                    cronologica dei ragazzi .Ogni ragazzo usa un numero limitato di
                                    parole ma ne comprende molte di più, ora se essi ascoltano un
                                    compagno che pronuncia una frase o una parola particolarmente
                                    appropriata, comprende che quella parola è la migliore, cioè la più
                                    adatta a essere inserita nel testo. La scrittura collettiva, dice il Priore,
                                    attraverso il dialogo con il maestro e l'interazione tra gli allievi,
                                    consente di trasferire le idee, dal livello dell'orecchio, a quello della
                                    bocca e della penna, arricchendo in modo esponenziale il linguaggio
                                    personale e collettivo.
                                    Comincia la gara a chi scopre parole da levare, aggettivi di troppo,
                                    ripetizioni, bugie, parole difficili, frasi troppo lunghe, due concetti in
                                    una frase sola. Si chiama un estraneo dopo l’altro. Gli si fa leggere a
                                    alta voce. Si guarda se hanno inteso quello che volevamo dire. Si
                                    accettano i loro consigli purché siano per la chiarezza. Si rifiutano i
                                    consigli di prudenza. L’arte dello scrivere significa :esprimere quello
                                    che siamo senza mascherarsi. Le regole dello scrivere sono: aver
                                    qualcosa di importante da dire e che sia utile a tutti o a molti. Sapere
                                    a chi si scrive. Raccogliere tutto quello che serve. Trovare una logica
                                    su cui ordinarlo. Eliminare ogni parola che non serve. Eliminare ogni
                                    parola che non usiamo parlando. Non porsi limiti di tempo.
                                    Cercare di indovinare la psicologia del lettore, l’arte dello scrivere
                                    esprime compiutamente quello che siamo senza mascherarsi.


2 novembre 1963
Lettera di Don Milani in cui viene illustrata la metodologia della scrittura collettiva
Procedimento:

1.      Primo giorno: un intero pomeriggio , cinque ore, a disposizione per comporre liberamente
        una lettera a voi su “Perchè vengo a scuola”
2.      Secondo giorno: un pomeriggio a leggere ad alta voce i lavori e appuntare su foglietti le
        idee e espressioni felici
3.      Terzo giorno: una mattinata a riordinare i foglietti su un grande tavolo per dare loro ordine
        logico e fissare questo schema di lavoro
        - sul principio
        - noi e i nostri genitori,
        - ora
        - scoperta degli ideali della nostra scuola
        - nostra risposta spaziale per debolezza nostra e pressione dei nostri genitori e del mondo

                                                                         Conferenza di Mario Lodi    6
4.      Quarto giorno: pomeriggio a rifare la lettera secondo lo schema comune.

5.     Quinto giorno: mattina e sera ,tutti insieme a leggere a alta voce i singoli lavori e si stabilisce
       il testo comune con le migliori espressioni comuni ( testo è di 1128 vocaboli)
6.     Sesto giorno : testo accettato perchè ognuno abbia lo scritto davanti a sé , un intero
       pomeriggio con la produzione di annotazioni a margine ,correzioni, aggiunte di proposte
7.     Settimo giorno: mattina e sera; proposizione dopo proposizione ciascuno fa le correzioni
8.     Ottavo giorno: mattina idem
9.     Nono giorno: mattina idem
10.    Decimo giorno: testo definitivo composto da 823 parole ,305 parole in meno , ma arricchito
       da molti concetti nuovi.I piccoli trovano qualche volta soluzioni migliori dei grandi


La lettera dei ragazzi di Barbiana alle classi di Mario Lodi
2 novembre 1963




B       arbiana non e’ nemmeno un villaggio , e’ una chiesa e le case sono sparse tra i boschi e i campi. I
        posti di montagna come questo sono rimasti disabitati.
        Se non ci fosse la nostra scuola a tener fermi i nostri genitori , anche Barbiana sarebbe un
deserto. La nostra scuola è privata, è in due stanze della canonica , più due che ci servono da officina .
D’ inverno ci stiamo un po’ stretti, ma da aprile ad ottobre facciamo scuola all’aperto e allora il posto
non ci manca.
L’orario è : dalle 8 di mattina alle 7 e mezza di sera, non facciamo mai ricreazione e mai nessun gioco.
Quando c’è l neve sciamo un’ora dopo mangiato e d’ estate nuotiamo un’ora in una piccola piscina che
abbiamo costruito noi.
Queste non le chiamiamo ricreazioni, ma materie scolastiche particolarmente appassionanti . Il Priore ce
le fa imparare solo perchè potranno esserci utili nella vita. I giorni di scuola sono 365 l’anno, 366 negli
anni bisestili. La domenica si distingue dagli altri giorni solo perchè prendiamo la Messa. A poco a poco
abbiamo scoperto che questa è una scuola particolare : non c’è né voti nè pagelle, ne’ rischio di
bocciare o di ripetere. Con le molte ore e i molti giorni di scuola che facciamo, gli esami ci restano
piuttosto facili. Per cui possiamo permetterci di passare quasi tutto l’anno senza pensarci .Questa scuola
dunque senza paure , più profonda e più ricca , dopo pochi giorni ha appassionato ognuno di noi a
venirci .Non solo, dopo pochi mesi, ognuno di noi si e’ affezionato anche al sapere in sé .
Ma ci restava da fare ancora una scoperta .
Anche amare il sapere può essere egoismo. Il Priore ci propone un ideale più alto : cercare il sapere
solo per usarlo al servizio del prossimo . Per esempio, dedicarci da grandi all’insegnamento, alla
politica ,al sindacato, ,all’apostolato o simili .Per questo qui si rammentano spesso e ci si schiera sempre
dalla parte dei più deboli: africani, asiatici, meridionali italiani, operai , contadini, montanari. Ma il
Priore dice che non potremo fare nulla per il prossimo in nessun campo finchè non sapremo comunicare .
Vorremo che tutti i poveri del mondo studiassero lingue per potersi intendere e organizzare fra loro,
così non ci sarebbero più oppressori, nè patrie, nè guerre.
Se diciamo in casa che vogliamo dedicare la nostra vita al servizio del prossimo, arricciano il naso,
anche se magari dicono di essere comunisti . La colpa non e’ loro, ma del mondo borghese in cui sono
immersi anche i poveri ,quel mondo preme su di loro, come loro premono su di noi, ma noi siamo difesi
da questa scuola che abbiamo avuto” (Ragazzi da 12 a 16 anni )



                                                                       Conferenza di Mario Lodi    7
M        ario Lodi conclude la sua testimonianza con questa
         domanda:
         Quali azioni positive nella nostra società?
Quali valori può trasmetterci l’esperienza di don Lorenzo ?

1. il tempo della collaborazione : le recenti scoperte
psicopedagogiche hanno dimostrato quanto sia improduttiva la
scuola trasmissiva, la scuola dell’autoritarismo e del nozionismo : il
travaso di nozioni nella mente del bambino non ha dato frutti
sperati e il sapere si dissolve rapidamente lasciando un vuoto
incolmabile; ormai da un decennio l’attenzione è centrata sulla testa
pensante e sulla personalità di ciascuno. Anche il contesto di vita
incide nello sviluppo dell’infanzia così come sembra determinante il
contesto scolastico, il gruppo degli alunni : la scuola competitiva
deve lasciare posto ad una scuola nuova basata sulla
collaborazione
2. il tempo dell’integrazione : integrazione non solo per gli
immigrati ,ma integrazione e cooperazione con ogni persona in
base al principio che ciascuno e’ diverso; occorre superare la
visione soggettiva nei confronti di tutti coloro che sentiamo diversi
da noi Superare l’antipatia nei confronti di chi è diverso da noi,
accettare la differenza e la particolarità di ciascuno: occorre
superare le barriere psicologiche ed accettare l’originalità
dell’altro .
3. il tempo della conoscenza e della ragione : e’ importante il
tempo scuola, che sia ricco e produttivo , ma consideriamo anche le
attività extrascolastiche utili per la formazione e la conoscenza
4. il tempo della seduzione : i bambini di oggi sono alle prese
con strumenti conoscitivi sempre più sofisticati e complessi. Se però è
aumentato il bagaglio di informazioni e quindi il possesso di un
maggior sviluppo cognitivo, dall’altro si verifica una maggiore
debolezza affettiva e i bambini di oggi appaiono emotivamente e
affettivamente più fragili

La televisione è una grande invenzione dell’uomo però e’ entrata
nella nostre case stravolgendo le nostre abitudini .
Sviluppando la ragione e il senso critico siamo capaci di resistere
alla seduzione del mondo di oggi .I bambini stanno fermi , ma non
leggono, si spengono davanti a questo oggetto. Bisogna far capire
ai bambini che esiste una differenza fra l'interazione con la
televisione e quella con gli esseri umani, che il linguaggio che noi
usiamo per comprenderci, per comunicare, e' diverso da quello del
piccolo schermo, che la televisione è un mezzo che parla ma al
quale loro non possono rispondere.
E' la famosa televisione baby sitter, che sostituisce la presenza
dell'adulto. E ha un potere ipnotico: e' dimostrato anche
scientificamente, i bambini ingrassano davanti al televisore non
                                   Conferenza di Mario Lodi   8
tanto perchè mangiano patatine ma perché il loro metabolismo
                            rallenta. L'importante e' che i bambini non diventino
                            videodipendenti, che abbiano la possibilità di scegliere fin da
                            piccoli. I genitori dovrebbero discutere insieme a loro, spiegando il
                            perchè delle cose, perchè i bambini non hanno ancora la capacità
                            di capire le motivazioni degli adulti. Davanti a quella scatola che
                            manda immagini restano incantati, per loro è solo un giocattolo
                            meraviglioso.




                                                       Don Enrico e l’oratorio S. Zeno in Treviglio

NOTE__________________________________________________________________________________
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                                                              Conferenza di Mario Lodi    9

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MARIO LODI: La testimonianza di un Maestro

  • 1. MARIO LODI: La testimonianza di un Maestro Conferenza di Mario Lodi Treviglio - 18 marzo 2007 “Il maestro Mario Lodi non solo ha conosciuto personalmente don Lorenzo Milani, ma ha collaborato con lui nel portare avanti un modo innovativo di fare scuola” Vita di Mario Lodi____________________________________________ festival di Spoleto nel ‘67) e “Ci ragiono e M ario Lodi nasce nel 1922 a Piadena (Cremona) e si diploma maestro all’Istituto Magistrale di Cremona nel 1940. Nel 1945, dopo la Liberazione, canto” di Dario Fo. Nel 1956 Mario Lodi si trasferisce alla Scuola elementare di Vho di Piadena. Qui realizza molti libri scritti insieme ai suoi scolari, alcuni organizza insieme ai suoi coetanei le prime dei quali sono stati pubblicati da Einaudi attività libere: un giornale aperto a tutti, il (Bandiera, Cipì, La Mongolfiera, ecc.). Einaudi teatro dei racconti di vita, le mostre pubblicò anche i libri delle sue esperienze dell’artigianato locale, la scuola professionale pedagogiche: “C’è speranza se questo gestita da docenti volontari. accade al Vho” (1963), “Il paese sbagliato” Nel 1948 è nominato maestro di ruolo nella (1971, Premio Viareggio), “Cominciare dal Scuola elementare di, San Giovanni in Croce, bambino”, “La scuola e i diritti del bambino”. dove scopre le capacità creative dei bambini. Dal 1970, per dieci anni, dirige il gruppo Nel 1950 viene in contatto con il Movimento di della Biblioteca di Lavoro che pubblica, con Cooperazione Educativa, un gruppo di l’editore Manzuoli di Firenze, 127 libretti insegnanti che, ispirandosi alle tecniche del (letture, guide, documenti) per la riforma in pedagogista francese Célestin Freinet, senso attivo della Scuola. intendono adeguare l’insegnamento nella Nel 1978 va in pensione e inizia altre attività scuola pubblica ai valori della Costituzione nel campo educativo: dirige per tre anni la italiana. “Scuola della creatività” a Piadena in cui i Comincia un periodo di esperienze, incontri, bambini e gli adulti sperimentano le più dibattiti, finalizzati a creare una pedagogia diverse tecniche creative. alternativa alla scuola trasmissiva di nozioni, Nel 1980, con una indagine sul territorio liberando le capacità espressive, creative e nazionale raccoglie e classifica più di 5.000 logiche dei bambini mediante l’uso di tecniche fiabe inventate dai bambini italiani adeguate: il testo libero, la ricerca, la documentando che la creatività infantile esiste corrispondenza, calcolo vivente, l’invenzione di ancora là dove i bambini trovano le condizioni storie, la pittura, il canto e la danza, la per esercitarla. Sulla spinta di quella indagine stampa a scuola. nasce nel 1983 “A&B”, un giornale tutto scritto Nello stesso tempo introduce le stesse tecniche e illustrato dai bambini. nella Biblioteca Popolare di Piadena con gli Nel 1988, insieme al gruppo redazionale di adulti, con la stampa dei “Quaderni di “A&B” riscrive per i bambini, in forma adatta, Piadena” e con la costituzione del Gruppo la Costituzione italiana, pubblicata da Padano (1957) che si dedica alla ricerca dei Marietti-Manzuoli. canti popolari e alla loro proposta Nel 1989 riceve dall’Università di Bologna la partecipando a spettacoli a livello nazionale laurea honoris causa in pedagogia e, nello come “Bella ciao” di Crivelli (presentato al stesso anno, il Premio Lego che utilizza per Conferenza di Mario Lodi 1
  • 2. aprire, in una cascina padana a Drizzona, L’attività di Mario Lodi, collegata ai grandi dove si trasferisce, la “Casa delle Arti e del problemi sociali, ha affrontato, con la Gioco”, uno spazio dove si tengono corsi per campagna “Una firma per cambiare la TV” la bambini e adulti, si producono libri e guide questione dell’uso educativo della TV; con la per l’insegnamento e vengono raccolti e pubblicazione di “Alberi del mio paese” e di studiati i documenti dell’immaginario infantile, “Rifiuti” si è posto l’obiettivo di un intervento allestite mostre come “L’arte del bambino” e sui giovani per creare un modo di pensare “Alberi”. nuovo in difesa dell’ambiente, una nuova cultura del comportamento responsabile. INTRODUZIONE ALLA TESTIMONIANZA_________________________________________________ L a sintesi è riferita ad un intervento di Mario Lodi presso la Parrocchia San Zeno in Treviglio il 18 marzo 2007 La venuta a Treviglio all’oratorio S. Zeno di Mario Lodi è un avvenimento grande, Mario lodi ha conosciuto personalmente don Lorenzo Milani. Il nostro oratorio sente di dire un grazie sentito al maestro Giochino Maviglia, perché è attraverso lui che Mario Lodi viene nel nostro eccezionale. oratorio: è davvero bello incontrare persone Possiamo dire che Mario Lodi è il Maestro che, come noi, credono nella scuola, d’Italia: è educatore, scrittore, poeta. Nella nell’impegno educativo, che soprattutto sua vita di maestro si è fatto sempre guidare credono nei ragazzi e nell’importanza di da due punti fermi, imprescindibili e camminare con loro. riconoscibili: il rispetto del bambino e i valori Mario Lodi viene a parlarci di don Milani, della costituzione. La straordinarietà del suo della scuola di Barbiana. impegno educativo e civile, appassionato e continuo è riconosciuto da tutti. Mario Lodi ha Nel nostro oratorio c’è un doposcuola antico scritto moltissimi libri insieme ai bambini e per Lo chiamiamo, per intenderci, “doposcuola”: in i bambini. realtà è una proposta molto semplice che Il fascino di Mario Lodi sta nel suo modo di chiede di imparare a cogliere il sapere non raccontare: racconta, senza enfasi, che cosa come strumento di arrivismo individuale, ma faceva. Racconta cose concrete, precise, bene comune da dividere con gli altri. Un puntuali che ha fatto insieme ai ragazzi nelle oratorio che ha a cuore i ragazzi e la loro vita sue classi, tante volte negli anni. Racconta con non può non cercare di condividere con loro il semplicità esperienze piene di energia e di momento della scuola. luce. Diceva don Milani: “La cultura, quella vera che L’università, che gli ha dato qualche ancora non ha posseduto nessun uomo, è fatta riconoscimento, ospita tante persone che lo di due cose: appartenere alla massa e stimano e lo ammirano, ma Mario Lodi non ne possedere la parola: una scuola che seleziona è mai stato tentato. Ha preferito, come quel distrugge la cultura. Ai poveri toglie il mezzo personaggio della favola antica che era di espressione. Ai ricchi la conoscenza delle invincibile finché poggiava i piedi sul suolo, cose.” restare con i piedi sulla terra di Piadena. Il doposcuola, per il nostro oratorio, ha radici Quando è andato in pensione ha investito i lontane ( il doposcuola è iniziato nel 1983) è suoi risparmi e un premio che aveva avuto per un’operazione di pace e di speranza. Chi è riattare una cascina e trasformarla in un appagato, sereno non ha bisogno di violenza, grande, luminosi laboratorio didattico cattiverie, invidie. Riscopre in sé la bontà e diventa costruttivo. Non si lascia schiacciare Conferenza di Mario Lodi 2
  • 3. dalle difficoltà perché ha compagni di strada Il nostro doposcuola vuole essere una briciola che gli stanno accanto. di comunione, che ci apre a quella comunione Stare accanto per creare il terreno dove far irreversibile che un giorno vivremo in pienezza crescere, nel reciproco rispetto, il seme e per sempre. prezioso della conoscenza. La venuta di Mario Lodi tra noi sia per tutti un Lo studio vero non è mai rattrappente invito a credere sempre più nei ragazzi e ripetizione di esercizi o concetti. Esso nasce nell’impegno educativo per costruire un mondo dalla ricerca comune, dal confronto, dal più bello, più colorato, più in pace. dialogo. Così si possono creare linee “Io penso che i due mostri più pericolosi sono educative alternative alla competitività, ai le cattive tv e la guerra. Noi li possiamo meccanismi di violenza e di prepotenza. vincere con queste armi: quando sul Il doposcuola è un luogo che la nostra teleschermo appaiono scene orribili e violente, comunità offre per un reciproco scambio fra possiamo impugnare l’arma del telecomando ciò che si sa e ciò che si vuole imparare. E’ un e spegnere. Io l’ho fatto e sono contento: modo concreto con cui la comunità dice ai invece di guardare il mondo dentro la scatola, ragazzi: Guardate che tutta la vostra vita mi lo guardo nella realtà: parlo con le persone sta a cuore e perciò anche questo momento chi mi rispondono, che mi sorridono, che sono che vivete come esperienza unica: la scuola. vere. Non lasciate che questo bene sia corroso dalla Per vincere la guerra bisogna costruire la gelosia o dall’arrivismo. Condividetelo e pace un poco al giorno cercando di essere sperimenterete che studiare è addirittura gentili con gli altri, di aiutare chi soffre. bello. Dentro di noi ci sono due forze: una cattiva Capire e conoscere insieme ciò che ci circonda, che ci suggerisce la violenza e una buona che i linguaggi delle cose, riduce la fatica e dona ci suggerisce la non violenza. Io ho fatto la fiducia. mia scelta, e voi? “ ( Mario Lodi) MARIO LODI : la testimonianza di un maestro____________________________ M ario Lodi racconta la propria esperienza di maestro nella speranza che la sua testimonianza possa fornire dei suggerimenti ai maestri di oggi che si trovano a vivere una scuola con tanti problemi. Mario Lodi inizia il racconto della sua storia dai primi anni dopo la guerra allorché il mondo civile assunse l’impegno di costruire un’Italia diversa , un’Italia che aveva riconquistato un bene prezioso : la libertà. Dopo gli anni della tirannide fascista si doveva introdurre la libertà nella scuola e avviare la società alla riscoperta dei valori che non aveva mai praticato : l’ideale fascista di “ credere, obbedire e combattere” veniva sostituito dalla volontà di dare un senso morale alle nostre azioni. Gli anni dal 1945 al ‘48 furono ferventi di ricerca e di scelte : ci furono le elezioni dei comuni e delle province , c’era da decidere la forma di governo tra la monarchia e la repubblica e c’era poi l’avvio alla scrittura di una nuova legge da parte dei parlamentari della Costituente: la Costituzione. In quei tre anni ci fu un grande travaglio tra i maestri laici che si sentivano impreparati di fronte al compito che li attendeva: dovevano Conferenza di Mario Lodi 3
  • 4. cambiare una società intera , insegnare valori come la libertà e la democrazia e dare un senso morale ai compiti della scuola. Ci fu allora una intuizione tra quei giovani che dovevano attuare i valori della Costituzione : pensarono che fosse importante unirsi per un fine comune , cioè i deboli , i poveri dovevano unirsi per sopravvivere . E il gruppo dei maestri si unì :nacque una Associazione, basata sull’attivismo e sulla pedagogia popolare , la quale nominò come presidente Pino Tamagnini. Tamagnini fece una proposta: studiare insieme come realizzare una società giusta secondo i principi della morale cattolica e della morale civile. Fu questa la carta vincente . All’inizio al Convegno di San Marino l’Associazione contava 130 persone, poi arrivò a 7000 aderenti, sempre una minoranza rispetto ai 220 mila maestri quanto era il totale dei docenti , ma quel gruppo credeva in qualcosa: nella capacità di risvegliare le coscienze , mettendo dentro al corpo pigro della scuola italiana la voglia di agire , cioè i principi dell’attivismo pedagogico. Il presidente Tamagnini scoprì in Francia la tecnica di Freinet, la fece conoscere e i maestri capirono l’importanza di quella scoperta :con la stampa i bambini potevano parlare, documentarsi, confrontarsi, discutere di tutti i problemi; attraverso la libertà espressiva veniva dato spazio alla creatività, venivano realizzati processi circolari di apprendimento- insegnamento capaci di produrre nei bambini la crescita globale, affettiva e cognitiva e sociale. Comunicare e discutere : questo era il senso della libertà. Nasceva la pedagogia popolare, quel movimento che Lodi e altri portarono avanti cercando di rispondere alle importanti domande che si ponevano a quel tempo in campo educativo. Passarono gli anni , il gruppo fu riconosciuto e seguito dalle menti pensanti dell’epoca : anche se i maestri lavoravano per intuizione , senza basi psicopedagogiche o conoscenza scientifica, avevano compreso che il bambino fin da piccolo produce cultura . Una cultura fatta dall’esperienza che il bambino acquisisce giocando: il bambino gioca, crea e impara , realizzando la pratica dell’uomo libero. Tra i professori universitari Mario Lodi ricorda Tullio De Mauro come linguista , ma vi furono molti altri che incoraggiarono il gruppo e lo sostennero. Giornalisti e Professori universitari si mostrarono interessati al lavoro della cooperativa ,per esempio Giorgio Pecorini , giornalista dell’Espresso che andava nelle scuole e fotografava le metodologie di avanguardia . Mario Lodi e Pecorini divennero amici e fu appunto Pecorini che fece conoscere a Mario Lodi la scuola di Barbiana Durante un estate del 1966 , mentre erano in vacanza al mare a Lido di Pomposa , Pecorini disse a Lodi di seguirlo perchè gli avrebbe fatto conoscere una persona straordinaria. Così lasciarono le famiglie al mare andarono a Barbiana dove circolavano le voci che vivesse e insegnasse un prete “originale” . Pecorini era specialista nella Conferenza di Mario Lodi 4
  • 5. scoperta di preti e maestri che seguivano un metodo innovativo e che si distinguevano dagli altri per un impegno particolare . Arrivarono nella parrocchia di Sant’Andrea a Barbiana sul monte Giovi, nel cuore del Mugello. Quando arrivarono da don Lorenzo , lo trovarono sotto un pergolato che faceva lezioni ai ragazzi : parlava loro di affresco. Don Milani era stato pittore , aveva decorato delle chiese , poi aveva abbandonato quest’arte per un’ arte diversa: l’educazione .Lodi capì subito il principio insito nella scuola di Barbina: in quella scuola si donava quello che si aveva: la cultura era considerata un dono. Don Milani accolse benevolmente gli ospiti e chiese loro di rispondere alle domande dei ragazzi. Mario Lodi tutta una mattina accettò di sottoporsi ad esser intervistato dai ragazzi di Barbiana su ogni campo: sulla scuola, sul privato , rispose anche a domande che apparivano strane, cioe’ se poteva andare a scuola la domenica o in estate …eccetera Mario Lodi nel raccontare di quella intervista particolare ,traccia alcuni principi importanti , esempio l’idea del record personale, o l’idea della non violenza . Mario Lodi racconta che alcuni suoi alunni ad un certo punto rifiutavano di fare le gare perchè avevano prestazioni scarse e sapevano già in partenza che loro non avrebbero vinto .Nacque allora il principio secondo cui vinceva chi avesse aumentato il proprio record personale, anche se era inferiore al record massimo conseguito da altri ragazzi. Vinceva chi progrediva , non contava il valore assoluto ma il progresso fatto dall’individuo. Quindi la vittoria era il superamento dei propri limiti. Poi Lodi racconta come fosse vivo il principio di pace. La costruzione della pace riguardava sia la Costituzione e sia i principi del Vangelo e ricorda l’Articolo 11: ripudiare la guerra, costruire la pace , costruire la non violenza :è importante cercare le cause nascoste , lontane, a volte insignificanti ma così radicate da generare odio e rancore . Oltre al tema dei conflitti , furono discussi molti altri temi , esempio quello se il bambino e’ un essere pensante oppure no, oppure i metodi basati sulla scrittura creativa o sulla corrispondenza tra scuole . Don Milani rimase molto colpito dal fatto che gli alunni di Mario Lodi corrispondessero per lettera con altre scuole; dopo un ‘attenta riflessione sostenne che la corrispondenza era la massima espressione della collettività , rappresentava il senso della comunione della società scolastica: perciò propose una corrispondenza tra i ragazzi di Barbina e i ragazzi di Piadena. Infatti il 3 novembre arrivarono a Mario Lodi due lettere: una di don Milani a Mario Lodi e una dei ragazzi di Barbiana agli alunni di Mario Lodi Nella lettera di don Milani si spiegava l’arte dello scrivere . Conferenza di Mario Lodi 5
  • 6. Per capire più nel dettaglio questa metodologia e viverla attraverso un’esperienza anche didattica ( ossia non mediata da influenze esterne o di comodo), occorre seguire la metodologia seguita da don Milani. In tale lettera si parla di vocabolario attivo ( le parole usate) e di quello passivo:le parole conosciute. Poi don Milani spiega :la collaborazione e il lungo ripensamento ha prodotto una lettera che come maturità è superiore all’età cronologica dei ragazzi .Ogni ragazzo usa un numero limitato di parole ma ne comprende molte di più, ora se essi ascoltano un compagno che pronuncia una frase o una parola particolarmente appropriata, comprende che quella parola è la migliore, cioè la più adatta a essere inserita nel testo. La scrittura collettiva, dice il Priore, attraverso il dialogo con il maestro e l'interazione tra gli allievi, consente di trasferire le idee, dal livello dell'orecchio, a quello della bocca e della penna, arricchendo in modo esponenziale il linguaggio personale e collettivo. Comincia la gara a chi scopre parole da levare, aggettivi di troppo, ripetizioni, bugie, parole difficili, frasi troppo lunghe, due concetti in una frase sola. Si chiama un estraneo dopo l’altro. Gli si fa leggere a alta voce. Si guarda se hanno inteso quello che volevamo dire. Si accettano i loro consigli purché siano per la chiarezza. Si rifiutano i consigli di prudenza. L’arte dello scrivere significa :esprimere quello che siamo senza mascherarsi. Le regole dello scrivere sono: aver qualcosa di importante da dire e che sia utile a tutti o a molti. Sapere a chi si scrive. Raccogliere tutto quello che serve. Trovare una logica su cui ordinarlo. Eliminare ogni parola che non serve. Eliminare ogni parola che non usiamo parlando. Non porsi limiti di tempo. Cercare di indovinare la psicologia del lettore, l’arte dello scrivere esprime compiutamente quello che siamo senza mascherarsi. 2 novembre 1963 Lettera di Don Milani in cui viene illustrata la metodologia della scrittura collettiva Procedimento: 1. Primo giorno: un intero pomeriggio , cinque ore, a disposizione per comporre liberamente una lettera a voi su “Perchè vengo a scuola” 2. Secondo giorno: un pomeriggio a leggere ad alta voce i lavori e appuntare su foglietti le idee e espressioni felici 3. Terzo giorno: una mattinata a riordinare i foglietti su un grande tavolo per dare loro ordine logico e fissare questo schema di lavoro - sul principio - noi e i nostri genitori, - ora - scoperta degli ideali della nostra scuola - nostra risposta spaziale per debolezza nostra e pressione dei nostri genitori e del mondo Conferenza di Mario Lodi 6
  • 7. 4. Quarto giorno: pomeriggio a rifare la lettera secondo lo schema comune. 5. Quinto giorno: mattina e sera ,tutti insieme a leggere a alta voce i singoli lavori e si stabilisce il testo comune con le migliori espressioni comuni ( testo è di 1128 vocaboli) 6. Sesto giorno : testo accettato perchè ognuno abbia lo scritto davanti a sé , un intero pomeriggio con la produzione di annotazioni a margine ,correzioni, aggiunte di proposte 7. Settimo giorno: mattina e sera; proposizione dopo proposizione ciascuno fa le correzioni 8. Ottavo giorno: mattina idem 9. Nono giorno: mattina idem 10. Decimo giorno: testo definitivo composto da 823 parole ,305 parole in meno , ma arricchito da molti concetti nuovi.I piccoli trovano qualche volta soluzioni migliori dei grandi La lettera dei ragazzi di Barbiana alle classi di Mario Lodi 2 novembre 1963 B arbiana non e’ nemmeno un villaggio , e’ una chiesa e le case sono sparse tra i boschi e i campi. I posti di montagna come questo sono rimasti disabitati. Se non ci fosse la nostra scuola a tener fermi i nostri genitori , anche Barbiana sarebbe un deserto. La nostra scuola è privata, è in due stanze della canonica , più due che ci servono da officina . D’ inverno ci stiamo un po’ stretti, ma da aprile ad ottobre facciamo scuola all’aperto e allora il posto non ci manca. L’orario è : dalle 8 di mattina alle 7 e mezza di sera, non facciamo mai ricreazione e mai nessun gioco. Quando c’è l neve sciamo un’ora dopo mangiato e d’ estate nuotiamo un’ora in una piccola piscina che abbiamo costruito noi. Queste non le chiamiamo ricreazioni, ma materie scolastiche particolarmente appassionanti . Il Priore ce le fa imparare solo perchè potranno esserci utili nella vita. I giorni di scuola sono 365 l’anno, 366 negli anni bisestili. La domenica si distingue dagli altri giorni solo perchè prendiamo la Messa. A poco a poco abbiamo scoperto che questa è una scuola particolare : non c’è né voti nè pagelle, ne’ rischio di bocciare o di ripetere. Con le molte ore e i molti giorni di scuola che facciamo, gli esami ci restano piuttosto facili. Per cui possiamo permetterci di passare quasi tutto l’anno senza pensarci .Questa scuola dunque senza paure , più profonda e più ricca , dopo pochi giorni ha appassionato ognuno di noi a venirci .Non solo, dopo pochi mesi, ognuno di noi si e’ affezionato anche al sapere in sé . Ma ci restava da fare ancora una scoperta . Anche amare il sapere può essere egoismo. Il Priore ci propone un ideale più alto : cercare il sapere solo per usarlo al servizio del prossimo . Per esempio, dedicarci da grandi all’insegnamento, alla politica ,al sindacato, ,all’apostolato o simili .Per questo qui si rammentano spesso e ci si schiera sempre dalla parte dei più deboli: africani, asiatici, meridionali italiani, operai , contadini, montanari. Ma il Priore dice che non potremo fare nulla per il prossimo in nessun campo finchè non sapremo comunicare . Vorremo che tutti i poveri del mondo studiassero lingue per potersi intendere e organizzare fra loro, così non ci sarebbero più oppressori, nè patrie, nè guerre. Se diciamo in casa che vogliamo dedicare la nostra vita al servizio del prossimo, arricciano il naso, anche se magari dicono di essere comunisti . La colpa non e’ loro, ma del mondo borghese in cui sono immersi anche i poveri ,quel mondo preme su di loro, come loro premono su di noi, ma noi siamo difesi da questa scuola che abbiamo avuto” (Ragazzi da 12 a 16 anni ) Conferenza di Mario Lodi 7
  • 8. M ario Lodi conclude la sua testimonianza con questa domanda: Quali azioni positive nella nostra società? Quali valori può trasmetterci l’esperienza di don Lorenzo ? 1. il tempo della collaborazione : le recenti scoperte psicopedagogiche hanno dimostrato quanto sia improduttiva la scuola trasmissiva, la scuola dell’autoritarismo e del nozionismo : il travaso di nozioni nella mente del bambino non ha dato frutti sperati e il sapere si dissolve rapidamente lasciando un vuoto incolmabile; ormai da un decennio l’attenzione è centrata sulla testa pensante e sulla personalità di ciascuno. Anche il contesto di vita incide nello sviluppo dell’infanzia così come sembra determinante il contesto scolastico, il gruppo degli alunni : la scuola competitiva deve lasciare posto ad una scuola nuova basata sulla collaborazione 2. il tempo dell’integrazione : integrazione non solo per gli immigrati ,ma integrazione e cooperazione con ogni persona in base al principio che ciascuno e’ diverso; occorre superare la visione soggettiva nei confronti di tutti coloro che sentiamo diversi da noi Superare l’antipatia nei confronti di chi è diverso da noi, accettare la differenza e la particolarità di ciascuno: occorre superare le barriere psicologiche ed accettare l’originalità dell’altro . 3. il tempo della conoscenza e della ragione : e’ importante il tempo scuola, che sia ricco e produttivo , ma consideriamo anche le attività extrascolastiche utili per la formazione e la conoscenza 4. il tempo della seduzione : i bambini di oggi sono alle prese con strumenti conoscitivi sempre più sofisticati e complessi. Se però è aumentato il bagaglio di informazioni e quindi il possesso di un maggior sviluppo cognitivo, dall’altro si verifica una maggiore debolezza affettiva e i bambini di oggi appaiono emotivamente e affettivamente più fragili La televisione è una grande invenzione dell’uomo però e’ entrata nella nostre case stravolgendo le nostre abitudini . Sviluppando la ragione e il senso critico siamo capaci di resistere alla seduzione del mondo di oggi .I bambini stanno fermi , ma non leggono, si spengono davanti a questo oggetto. Bisogna far capire ai bambini che esiste una differenza fra l'interazione con la televisione e quella con gli esseri umani, che il linguaggio che noi usiamo per comprenderci, per comunicare, e' diverso da quello del piccolo schermo, che la televisione è un mezzo che parla ma al quale loro non possono rispondere. E' la famosa televisione baby sitter, che sostituisce la presenza dell'adulto. E ha un potere ipnotico: e' dimostrato anche scientificamente, i bambini ingrassano davanti al televisore non Conferenza di Mario Lodi 8
  • 9. tanto perchè mangiano patatine ma perché il loro metabolismo rallenta. L'importante e' che i bambini non diventino videodipendenti, che abbiano la possibilità di scegliere fin da piccoli. I genitori dovrebbero discutere insieme a loro, spiegando il perchè delle cose, perchè i bambini non hanno ancora la capacità di capire le motivazioni degli adulti. Davanti a quella scatola che manda immagini restano incantati, per loro è solo un giocattolo meraviglioso. Don Enrico e l’oratorio S. Zeno in Treviglio NOTE__________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ Conferenza di Mario Lodi 9