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Padova, 9 novembre 2011



L’ECONOMIA DELL’ACQUA PADOVANA




      Ing. Fabio Strazzabosco

      Direzione Regionale Tutela Ambiente
        Servizio Sistema Idrico Integrato
Il rispetto della risorsa acqua
    Pianificazione e Inquadramento normativo
   Direttiva Comunitaria 91/271/CEE
   Direttiva Comunitaria 2000/60/CE
   Decreto Legislativo 152/2006
   Piano di Tutela regionale delle acque
   Piano Direttore 2000 per la salvaguardia della
    Laguna di Venezia e del suo bacino scolante
   Legge regionale n. 5 del 27 marzo 1998
Direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue
                               urbane

                            Principi generali
 La Direttiva concerne la raccolta, il trattamento e lo scarico delle acque
   reflue urbane, nonché il trattamento e lo scarico delle acque reflue
             originate da taluni settori industriali. (Articolo 1)
La Direttiva è riferimento normativo per la definizione di
AGGLOMERATO:
area sufficientemente concentrata per la raccolta e il convogliamento
delle acque reflue urbane
Gli Stati Membri definiscono caso per caso, e in accordo alle situazioni
locali, i confini di ogni area sufficientemente concentrata e quindi
dell’agglomerato (La Regione Veneto ha individuato gli agglomerati
con DGRV n. 3856/2009).
• Diverse entità amministrative possono formare un agglomerato se
essi rappresentano aree sufficientemente concentrate separate nello
spazio.
• Questo è pero inaccettabile se porta ad un abbassamento o
differimento dei requisiti di collettamento.
Direttiva 2000/60/CE – quadro d’azione comunitaria in materia di acque
                                  Principi generali


“L’acqua non è un prodotto commerciale al pari degli altri, bensì un patrimonio che
va protetto, difeso e trattato come tale”
“Le acque comunitarie subiscono pressioni sempre maggiori a causa del continuo
aumento della domanda di acqua di buona qualità …”
“E’ necessario sviluppare una politica comunitaria integrata in materia di acque”
“La presente direttiva deve contribuire alla graduale riduzione delle emissioni di
sostanze pericolose per le acque”
“E’ opportuno fissare norme di qualità ambientali comuni e valori limite di emissione
come prescrizioni minime nella legislazione comunitaria per alcuni gruppi o famiglie
di sostanze inquinanti. E’ opportuno fissare disposizioni affinché tali norme vengano
adottate a livello comunitario”
Scopo della direttiva è “istituire un quadro per la protezione delle acque superficiali
interne, delle acque di transizione, delle acque costiere e sotterranee”
Gli stati membri proteggono, migliorano e ripristinano tutti i corpi idrici … al fine di
raggiungere un buono stato delle acque entro 15 anni dall’entrata in vigore della
direttiva
Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale”
       Parte III – Sezione II: “Tutela delle acque dall’inquinamento”
        Titolo III “Tutela dei corpi idrici e disciplina degli scarichi”

Sono assimilate alle acque reflue domestiche le acque provenienti da:
a) Imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno e/o alla
   silvicoltura;
b) Imprese dedite ad allevamento del bestiame;
c) Imprese dedite alle attività a) e b) che esercitano anche attività di
   valorizzazione della produzione agricola;
d) Impianti di acquacoltura e piscicoltura che diano luogo a scarico e che
   si caratterizzano per una densità di allevamento pari o inferiore a
   1kg/mq di specchio d’acqua o in cui venga utilizzata una portata
   d’acqua pari o inferiore a 50 l/s;
e) Scarichi aventi caratteristiche qualitative equivalenti a quelle
   domestiche e indicate dalla normativa regionale;
f) Attività termali, fatte salve le discipline regionali di settore.
Piano di Tutela delle Acque

•   Sintesi degli aspetti conoscitivi
•   Indirizzi di Piano
•   Norme tecniche di attuazione
    Riguardo agli scarichi le Norme di attuazione prevedono:
    CAPO II  Obiettivi di qualità (sono ripresi gli obiettivi della Direttiva
    comunitaria, definite le aree a specifica destinazione e gli standard di
    qualità per sostanze pericolose e adempimenti per la loro
    eliminazione)
    CAPO III  Aree a specifica tutela (si definiscono le aree sensibili, le
    zone vulnerabili di origine agricola, le zone vulnerabili ai prodotti
    fitosanitari, le aree di salvaguardia delle acque superficiali e
    sotterranee destinate al consumo umano e relativi vincoli)
    CAPO IV  MISURE DI TUTELA QUALITATIVA (definizione dei limiti
    allo scarico per le varie aree)
Raggiungimento obiettivi: scadenze

Mediante il Piano di Tutela delle Acque sono adottate misure per
conseguire entro il 2015 i seguenti obiettivi:

  a) i corpi idrici significativi superficiali e sotterranei devono
   raggiungere l’obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo
   stato “buono”, come definito dalla Direttiva 2000/60/CE e
   dall’Allegato 1 del D.lgs. n. 152/2006, Parte terza;
  b) ove esistente deve essere mantenuto lo stato di qualità
   ambientale “elevato”;
  c) devono comunque essere adottate tutte le misure atte ad
   evitare un peggioramento della qualità dei corpi idrici classificati.
  siano mantenuti o raggiunti per i corpi idrici a specifica
   destinazione, gli obiettivi di qualità per specifica destinazione

Le regioni, per alcuni corpi idrici, possono stabilire di conseguire
obiettivi ambientali meno rigorosi qualora, a causa delle
ripercussioni dell'impatto antropico o delle loro condizioni naturali,
non sia possibile o sia esageratamente oneroso il loro
raggiungimento. Devono, in ogni caso, ricorrere determinate
condizioni.
Per il raggiungimento degli obiettivi di qualità occorre
         investire notevoli risorse economiche

Per l’area della provincia di Padova
Sono stati assegnati:
€ 10 milioni dal Consiglio regionale con L.R. n. 1/2008
  per il finanziamento dell’ “Ampliamento del
  depuratore di Ca’ Nordio”
Di questi  impegnati € 1 milione per la fase
  progettuale con DGR n. 3825/2008

€ 5,2 milioni di contributi regionali dall’annualità 2006
  al 2010 per interventi su reti acquedottistica,
  fognaria e impianti di depurazione
€ 8 milioni di contributi regionali dall’annualità 2005
  specificamente destinati al disinquinamento del
  bacino del Fratta - Gorzone
Pianificazione regionale in materia di acquedotti


Il Modello Strutturale degli Acquedotti del Veneto:

Finalità
 garantire alla popolazione una fornitura idrica potabile di elevata
  qualità, con alta affidabilità di approvvigionamento;
 aumentare l’affidabilità funzionale del sistema acquedottistico;
 realizzare economie di scala aumentando la dimensione territoriale
  del sistema.


Strategia
 l’adduzione verso i centri di consumo viene concepita come sistema
  territoriale a scala regionale ad elementi multipli interconnessi;
 ovvero l’obiettivo è di passare dallo schema di acquedotto “ad
  albero” a quello di acquedotto “a rete” .
Modello
Strutturale
Acquedotti




          MOSAV
  Schemi acquedottistici,
interconnessioni e impianti
    di produzione idrica
         principali -
     Stato di progetto



                              Principali centri di
                              produzione idrica
   Schema Acquedottistico del Veneto Centrale (SAVEC) previsto dal
    Modello Strutturale degli Acquedotti

Obiettivo: fornire alle popolazioni della Bassa Padovana e del Polesine acqua di falda
   e di sorgente con caratteristiche di alta qualità, riducendo il numero delle opere di
   adduzione, consentendo l’interscambio tra le principali reti acquedottistiche del
   Veneto, così da garantire l’economicità, l’efficienza e l’efficacia della fornitura
   d’acqua.

Infrastrutture: si prevede l'interconnessione degli acquedotti esistenti nell’area di
    Padova – Mestre – Chioggia - Rovigo, con attingimento d’acqua principalmente
    dalle falde del medio Brenta, dalle falde e dalle acque superficiali del Sile, dalle
    acque superficiali dell'Adige e del Po, immettendole in un unico sistema di
    condotte di grande diametro, ottimizzando l'utilizzo della risorsa, massimizzando
    la produzione e rendendola più economica e di migliore qualità.
    Lo schema prevede comunque di utilizzare 4 delle principali centrali di
    potabilizzazione esistenti sui fiumi Adige e Po (Boara Polesine, Badia Polesine e
    Cavarzere dall'Adige, Corbola dal Po).

Realizzazione: è incaricata la Società regionale Veneto Acque S.p.A. che ha in essere
   apposita convenzione con la Regione Veneto per la progettazione, realizzazione e
   successiva gestione delle opere.

Investimento: l’onere per la realizzazione dell’intera opera è stimato
   complessivamente nel progetto preliminare in € 495,67 milioni.
   Attualmente gli investimenti per gli interventi realizzati o in corso di esecuzione o
   progettazione ammontano a circa € 230 milioni.
ECONOMIA NELL’USO DELLA RISORSA ED EFFICIENZA
  ENERGETICA NEL MOSAV

Il Mosav mira ad incrementare l’efficienza energetica
dell’adduzione acquedottistica, mediante le seguenti azioni:


   Diminuzione dei prelievi da acque superficiali mantenendo la
    funzionalità di solo 4 centrali per il 30% del fabbisogno (risparmio
    nell’energia per funzionamento impianti);
   Adduzione di acqua dalla falda pedemontana con adduzione
    ordinariamente a gravità verso l’area polesana, evitando sistematici
    sollevamenti;
   Utilizzo di condotte di grande diametro comportanti basse perdite
    energetiche in rapporto alla portata trasportata e minime perdite in
    rete;
Schema Acquedottistico del Veneto Centrale
   attuale configurazione e stato di avanzamento delle opere

                                                1° Macrointervento:

                                                Tratta (Venezia- Chioggia):
                                                Realizzata

                                                 Tratta 1-2 ( Venezia– Padova):
                                                Completata


                                                 Tratta 10-11-12
                                                ( Cavarzere – Chioggia):
                                                Completata

                                                 Tratta 7-8-9
                                                 (Padova - Cavarzere):
                                                In fase di completamento

                                                 Attingimento principale:
                                                Progettazione definitiva in corso


                                                 S toccaggio di polmonazione
                                                 ( Monselice)
                                                 Soggetto a V.I.A.


                                                 2° Macrointervento
GRAZIE PER L’ATTENZIONE !

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Economia acqua padovana Veneto Responsabile a cura di Fabio Strazzabosco

  • 1. Padova, 9 novembre 2011 L’ECONOMIA DELL’ACQUA PADOVANA Ing. Fabio Strazzabosco Direzione Regionale Tutela Ambiente Servizio Sistema Idrico Integrato
  • 2. Il rispetto della risorsa acqua Pianificazione e Inquadramento normativo  Direttiva Comunitaria 91/271/CEE  Direttiva Comunitaria 2000/60/CE  Decreto Legislativo 152/2006  Piano di Tutela regionale delle acque  Piano Direttore 2000 per la salvaguardia della Laguna di Venezia e del suo bacino scolante  Legge regionale n. 5 del 27 marzo 1998
  • 3. Direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane Principi generali La Direttiva concerne la raccolta, il trattamento e lo scarico delle acque reflue urbane, nonché il trattamento e lo scarico delle acque reflue originate da taluni settori industriali. (Articolo 1) La Direttiva è riferimento normativo per la definizione di AGGLOMERATO: area sufficientemente concentrata per la raccolta e il convogliamento delle acque reflue urbane Gli Stati Membri definiscono caso per caso, e in accordo alle situazioni locali, i confini di ogni area sufficientemente concentrata e quindi dell’agglomerato (La Regione Veneto ha individuato gli agglomerati con DGRV n. 3856/2009). • Diverse entità amministrative possono formare un agglomerato se essi rappresentano aree sufficientemente concentrate separate nello spazio. • Questo è pero inaccettabile se porta ad un abbassamento o differimento dei requisiti di collettamento.
  • 4. Direttiva 2000/60/CE – quadro d’azione comunitaria in materia di acque Principi generali “L’acqua non è un prodotto commerciale al pari degli altri, bensì un patrimonio che va protetto, difeso e trattato come tale” “Le acque comunitarie subiscono pressioni sempre maggiori a causa del continuo aumento della domanda di acqua di buona qualità …” “E’ necessario sviluppare una politica comunitaria integrata in materia di acque” “La presente direttiva deve contribuire alla graduale riduzione delle emissioni di sostanze pericolose per le acque” “E’ opportuno fissare norme di qualità ambientali comuni e valori limite di emissione come prescrizioni minime nella legislazione comunitaria per alcuni gruppi o famiglie di sostanze inquinanti. E’ opportuno fissare disposizioni affinché tali norme vengano adottate a livello comunitario” Scopo della direttiva è “istituire un quadro per la protezione delle acque superficiali interne, delle acque di transizione, delle acque costiere e sotterranee” Gli stati membri proteggono, migliorano e ripristinano tutti i corpi idrici … al fine di raggiungere un buono stato delle acque entro 15 anni dall’entrata in vigore della direttiva
  • 5. Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale” Parte III – Sezione II: “Tutela delle acque dall’inquinamento” Titolo III “Tutela dei corpi idrici e disciplina degli scarichi” Sono assimilate alle acque reflue domestiche le acque provenienti da: a) Imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno e/o alla silvicoltura; b) Imprese dedite ad allevamento del bestiame; c) Imprese dedite alle attività a) e b) che esercitano anche attività di valorizzazione della produzione agricola; d) Impianti di acquacoltura e piscicoltura che diano luogo a scarico e che si caratterizzano per una densità di allevamento pari o inferiore a 1kg/mq di specchio d’acqua o in cui venga utilizzata una portata d’acqua pari o inferiore a 50 l/s; e) Scarichi aventi caratteristiche qualitative equivalenti a quelle domestiche e indicate dalla normativa regionale; f) Attività termali, fatte salve le discipline regionali di settore.
  • 6. Piano di Tutela delle Acque • Sintesi degli aspetti conoscitivi • Indirizzi di Piano • Norme tecniche di attuazione Riguardo agli scarichi le Norme di attuazione prevedono: CAPO II  Obiettivi di qualità (sono ripresi gli obiettivi della Direttiva comunitaria, definite le aree a specifica destinazione e gli standard di qualità per sostanze pericolose e adempimenti per la loro eliminazione) CAPO III  Aree a specifica tutela (si definiscono le aree sensibili, le zone vulnerabili di origine agricola, le zone vulnerabili ai prodotti fitosanitari, le aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano e relativi vincoli) CAPO IV  MISURE DI TUTELA QUALITATIVA (definizione dei limiti allo scarico per le varie aree)
  • 7. Raggiungimento obiettivi: scadenze Mediante il Piano di Tutela delle Acque sono adottate misure per conseguire entro il 2015 i seguenti obiettivi:  a) i corpi idrici significativi superficiali e sotterranei devono raggiungere l’obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo stato “buono”, come definito dalla Direttiva 2000/60/CE e dall’Allegato 1 del D.lgs. n. 152/2006, Parte terza;  b) ove esistente deve essere mantenuto lo stato di qualità ambientale “elevato”;  c) devono comunque essere adottate tutte le misure atte ad evitare un peggioramento della qualità dei corpi idrici classificati.  siano mantenuti o raggiunti per i corpi idrici a specifica destinazione, gli obiettivi di qualità per specifica destinazione Le regioni, per alcuni corpi idrici, possono stabilire di conseguire obiettivi ambientali meno rigorosi qualora, a causa delle ripercussioni dell'impatto antropico o delle loro condizioni naturali, non sia possibile o sia esageratamente oneroso il loro raggiungimento. Devono, in ogni caso, ricorrere determinate condizioni.
  • 8. Per il raggiungimento degli obiettivi di qualità occorre investire notevoli risorse economiche Per l’area della provincia di Padova Sono stati assegnati: € 10 milioni dal Consiglio regionale con L.R. n. 1/2008 per il finanziamento dell’ “Ampliamento del depuratore di Ca’ Nordio” Di questi  impegnati € 1 milione per la fase progettuale con DGR n. 3825/2008 € 5,2 milioni di contributi regionali dall’annualità 2006 al 2010 per interventi su reti acquedottistica, fognaria e impianti di depurazione € 8 milioni di contributi regionali dall’annualità 2005 specificamente destinati al disinquinamento del bacino del Fratta - Gorzone
  • 9. Pianificazione regionale in materia di acquedotti Il Modello Strutturale degli Acquedotti del Veneto: Finalità  garantire alla popolazione una fornitura idrica potabile di elevata qualità, con alta affidabilità di approvvigionamento;  aumentare l’affidabilità funzionale del sistema acquedottistico;  realizzare economie di scala aumentando la dimensione territoriale del sistema. Strategia  l’adduzione verso i centri di consumo viene concepita come sistema territoriale a scala regionale ad elementi multipli interconnessi;  ovvero l’obiettivo è di passare dallo schema di acquedotto “ad albero” a quello di acquedotto “a rete” .
  • 10. Modello Strutturale Acquedotti MOSAV Schemi acquedottistici, interconnessioni e impianti di produzione idrica principali - Stato di progetto Principali centri di produzione idrica
  • 11. Schema Acquedottistico del Veneto Centrale (SAVEC) previsto dal Modello Strutturale degli Acquedotti Obiettivo: fornire alle popolazioni della Bassa Padovana e del Polesine acqua di falda e di sorgente con caratteristiche di alta qualità, riducendo il numero delle opere di adduzione, consentendo l’interscambio tra le principali reti acquedottistiche del Veneto, così da garantire l’economicità, l’efficienza e l’efficacia della fornitura d’acqua. Infrastrutture: si prevede l'interconnessione degli acquedotti esistenti nell’area di Padova – Mestre – Chioggia - Rovigo, con attingimento d’acqua principalmente dalle falde del medio Brenta, dalle falde e dalle acque superficiali del Sile, dalle acque superficiali dell'Adige e del Po, immettendole in un unico sistema di condotte di grande diametro, ottimizzando l'utilizzo della risorsa, massimizzando la produzione e rendendola più economica e di migliore qualità. Lo schema prevede comunque di utilizzare 4 delle principali centrali di potabilizzazione esistenti sui fiumi Adige e Po (Boara Polesine, Badia Polesine e Cavarzere dall'Adige, Corbola dal Po). Realizzazione: è incaricata la Società regionale Veneto Acque S.p.A. che ha in essere apposita convenzione con la Regione Veneto per la progettazione, realizzazione e successiva gestione delle opere. Investimento: l’onere per la realizzazione dell’intera opera è stimato complessivamente nel progetto preliminare in € 495,67 milioni. Attualmente gli investimenti per gli interventi realizzati o in corso di esecuzione o progettazione ammontano a circa € 230 milioni.
  • 12. ECONOMIA NELL’USO DELLA RISORSA ED EFFICIENZA ENERGETICA NEL MOSAV Il Mosav mira ad incrementare l’efficienza energetica dell’adduzione acquedottistica, mediante le seguenti azioni:  Diminuzione dei prelievi da acque superficiali mantenendo la funzionalità di solo 4 centrali per il 30% del fabbisogno (risparmio nell’energia per funzionamento impianti);  Adduzione di acqua dalla falda pedemontana con adduzione ordinariamente a gravità verso l’area polesana, evitando sistematici sollevamenti;  Utilizzo di condotte di grande diametro comportanti basse perdite energetiche in rapporto alla portata trasportata e minime perdite in rete;
  • 13. Schema Acquedottistico del Veneto Centrale attuale configurazione e stato di avanzamento delle opere 1° Macrointervento: Tratta (Venezia- Chioggia): Realizzata Tratta 1-2 ( Venezia– Padova): Completata Tratta 10-11-12 ( Cavarzere – Chioggia): Completata Tratta 7-8-9 (Padova - Cavarzere): In fase di completamento Attingimento principale: Progettazione definitiva in corso S toccaggio di polmonazione ( Monselice) Soggetto a V.I.A. 2° Macrointervento