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mail: unitre.alpia@libero.it
www.facebook.com/unitre.alpica
Anno Nr. A cura del
Servizio Stampa presso Segreteria, via Matteotti 2
Alpignano (TO) - 011.9662626 - Fax 011.9673196
XX 82 settembre 2016
Il giorno 29 aprile scorso si sono svolte le elezioni per il rinnovo del Consiglio Direttivo
che, dopo nove anni di intenso lavoro, lascia la presidenza pur continuando a far parte attiva
del Direttivo. A Lei un grande e sentito GRAZIE da parte di tutti gli Associati.
Il nuovo Direttivo è così composto:
Presidente: Giuseppe Galliano
Vice presidenti: Renato Fiammengo e Laura Gaudenzi
Direttrice dei corsi: Carla Scapitta
Tesoriere: Romano Donadeo
Gestione informatica e dati: Silvano Modena
Altri consiglieri con incarichi: Nicla Alessandrini, Pierluigi Cerri, Domenico Orifici, Daniela
Perrero, Gabriella Scarparo, Francesco Solito, Mauro Vernero.
Rappresentanti dei soci studenti: Luisa Belli e Luciana Odasso
Revisori dei conti: Marco Bellagarda, Piero Cavaletto e Laura Musso.
progetti.
Vi aspettano quindi nuovi corsi, la conferma di quelli a cui siete affezionati, esperienze culturali
e viaggi di notevole interesse ed eventi sociali mirati a valorizzare la persona e renderla
sempre più parte attiva nelle nostre comunità, come obiettivo e tradizione della nostra
Associazione.
ISCRIZIONI Anno Accademico 2016-2017
Le iscrizioni si ricevono dalle 15 alle 17, tutti i giorni, sabato escluso, da martedì 20 settembre a
venerdì 30 settembre presso le segreterie Unitre di Alpignano e Pianezza, ma,
ATTENZIONE!!!
yoga, e solo alla Segreteria di Alpignano, palazzo Cruto.
Da mercoledì 21 ci si iscrive a tutti gli altri corsi, ad Alpignano e Pianezza.
A Caselette le iscrizioni si ricevono presso la ex Biblioteca, p.zza del Municipio 1, dalle 15 alle 17,
nei giorni lunedì, mercoledì e venerdì, dal 21 settembre al 30 settembre. Per eventuali chiarimenti o
informazioni riguardanti Caselette, contattare: 339.8400407.
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Anno XX Nr. 82 settembre 2016 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati
Conservare i vecchi nomi dei luoghi, soprattutto quelli che si vanno perdendo, che restano
solo più nella memoria di qualche anziano, è conservare un patrimonio della comunità.
Anche questi nomi sono storia, perché indicano come la gente di un tempo ha plasmato il
suo territorio, lo ha segnato con il suo lavoro, ne ha sottolineato certe caratteristiche.
Alcuni sono nomi vecchissimi, con secoli di vicende alle spalle, altri sono più recenti; ma tut-
ti ci parlano delle nostre radici.
E conoscere le nostre radici non è un vezzo antiquario, ma un modo di essere consapevoli
che non veniamo dal niente, che un paese è oggi il risultato di ciò che si è fatto in passato (e il
futuro sarà il risultato di cosa facciamo o non facciamo oggi).
lavoro sui toponimi del Musiné realizzato anni fa dal compianto Piero Bunino.
La ricerca, avviata un anno e mezzo fa in una serata UNITRE del 3 dicembre 2014 e coordi-
nata da Luciano Frigieri, ha coinvolto molti caselettesi, che con interesse e passione hanno for-
nito una copiosa serie di dati e informazioni.
La raccolta e rielaborazione di questi dati, durate più di un anno, hanno portato alla stesura
La carta (stampata in 470 copie, con dimensioni 100x70, da un lato la mappa dei toponimi e
giornali in Comune il 30 marzo e alla popolazione la sera del 10 marzo scorso a Caselette nella
della carta e a quanti vi hanno collaborato attivamente: Augusto Dellavalle per la trascrizione
in piemontese dei toponimi, Moreno Brigada per il progetto grafico, Rosangela Bunino per le
UNITRE Caselette - Una carta dei Toponimi
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Anno XX Nr. 82 settembre 2016 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati
Non si invecchia per il semplice fatto di aver vissuto un
certo numero di anni, ma solo quando si abbandona il
proprio ideale.
Se gli anni tracciano i loro solchi sul corpo, la rinuncia
La noia, il dubbio, la mancanza di sicurezza, il timore e
la sfiducia, sono lunghi anni che fanno chinare il capo e
conducono lo spirito alla morte.
re per cose sfavillanti e per i pensieri luminosi; la sfida intrepida lanciata agli avvenimenti, il
desiderio insaziabile del fanciullo per tutto ciò che è nuovo, il senso del lato piacevole e lieto
Voi siete
Giovani come la vostra fiducia, vecchi come la vostra sfiducia
Giovani come la vostra sicurezza, vecchi come il vostro timore
Giovani come la vostra speranza, vecchi come il vostro conforto.
Resterete giovani fino a che il vostro cuore saprà ricevere i messaggi di bellezza, di audacia, di
Quando tutte le fibre del vostro cuore si saranno spezzate e su di esse si saranno accumulati le
(Scolpita sulla Pietra della Giovinezza Valeggio sul Mincio, Verona)
Lorena Paulon
Corso di Psicologia Unitre di Alpignano
Anno 2016
Psicologia
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Anno XX Nr. 82 settembre 2016 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati
Dal mio taccuino traggo alcune note per ricordare il
nostro bellissimo viaggio nel cuore della Francia, vici-
no alle sponde della Loira, dove si concentrano i famo-
giardini splendidi e viali alberati sono stati il palcosce-
nico di momenti che hanno cambiato il corso della sto-
ria di Francia.
Si inizia dal castello di Amboise e la sua terrazza
sidenza del Re e il capolavoro gotico della chapelle di
St-Hubert con la presunta tomba di Leonardo da Vinci.
della sua vita, ospite del re Francesco I, per il quale
organizzò ricevimenti fastosi e ideò macchine ingegno-
arrivo alla corte di Francia, nel 1516.
Il castello di Chenonceau, in superba posizione a
cavallo del fiume Cher, con i bei giardini alla francese,
un grande parco ed una storia tutta al femminile e per
castello delle dame
lissima Diane de Poitiers; conobbe i fasti della grande
labile di Luisa di Lorena, vedova di Enrico III.
Il castello di Villandry, che deve la sua fama agli
il suo coronamento di torricelle e alti camini che sem-
bra tratto da un libro di fiabe. La tradizione racconta
che Charles Perrault si ispirò proprio a questa dimora
per la sua Bella addormentata nel bosco.
Ed ancora il castello di Blois, residenza e luogo di
Luigi XII fino a Francesco I. Il castello è una sintesi
della storia e degli stili architettonici dei castelli della
duca di Guisa, che si era distinto nelle guerre contro gli
Medici.
Infine il castello reale di Chambord, la creatura ri-
nascimentale di Francesco I, che rappresenta un segno
grandioso dello splendore della corona di Francia. Sor-
ge solitario in un immenso parco di 5500 ettari.
fasto e grandiosità: di grande interesse gli appartamen-
ti di Francesco I e di Luigi XIV, con arazzi fiamminghi
e quadri storici.
Viaggio ai Castelli della Loira - 16-21 maggio
Ma ricordiamo anche le belle città visitate. Tours
con i suoi bei palazzi e la maestosa cattedrale che, gra-
zie a San Martino, divenne centro religioso di prima
importanza per tutto il medioevo, animato da folle di
pellegrini che venivano a pregare sulla sua tomba e che
divenne poi sede della corte di Francia.
Orléans, di origini gallo-romane, fu una delle capi-
tali della monarchia grazie alla sua posizione nella val-
le della Loira. Impossibile non pensare subito alla gio-
delle truppe reali, liberò la città dagli inglesi. Tutto ci
ricorda la pulzella di Orléans: il monumento nella piaz-
za principale, le dieci grandi vetrate nella bella catte-
drale di Ste-Croix che ci raccontano la sua storia.
Chinon, piccola e graziosa città con stradine tortuo-
se sulle quali si affacciano case antiche con tetti in ar-
desia, facciate a graticcio, architravi scolpite. Qui si
scopre un angolo di intatto medioevo, raccolto tra le
rive del fiume Vielle e la sporgenza rocciosa su cui sor-
ge il vasto Castello.
E infine Chartres con la sua splendida cattedrale in
stile gotico purissimo ed omogeneo, con le sue vetrate
tra le più belle di Francia. Dal coro della cattedrale sia-
mo scesi nella cripta, la più vasta di Francia, che risale
alla costruzione della prima chiesa e ingloba vestigia di
epoca gallo-romana.
Da non dimenticare i momenti di convivialità: ri-
cordo gli appetitosi pranzi nei ristoranti dei Castelli
dimensione
regale
viaggio. Un sentito grazie a tutti gli organizzatori! Un
grazie particolare anche alla nostra bravissima guida
con grande competenza, entusiasmo e simpatia.
Beppe
Galliano
FotodiGabriellaScarparo
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Anno XX Nr. 82 settembre 2016 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati
escursioni.
Formula vincente!
Preferiamo dire che siamo stati ne "Le Puglie
terra al plurale, un luogo che cela anime diverse, sospese tra natura, storia, tradizione e
gusto, disseminate su un territorio mutevole e vario dal punto di vista paesaggistico.
Il tacco dello Stivale
nel mare dal Gargano fino a Santa Maria di Leuca dove s'incontrano e si mescolano lo
Ionio, cristallino e calmo e l'Adriatico dall'intenso azzurro.
In mezzo, distese di vigneti e uliveti, spiagge meravigliose disseminate di dune ricoperte
da macchia mediterranea, riviere di scogli, bacini sorgivi, profonde gravine e ampie do-
line, parchi e oasi naturalistiche.
IL VILLAGGIO LE DUNE
Il villaggio turistico Le Dune sorge a Torre Canne di Fasano, direttamente sul mare, alle porte del Salento. Ab-
biamo soggiornato due settimane in questa struttura che gode di una posizione privilegiata, essendo vicina alle
principali località di interesse storico, culturale e ambientale della Puglia. Il villaggio prende il nome dal vicino
Parco naturale regionale Dune costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo.
Il sito è caratterizzato da un sistema contiguo di aree umide che si trovano al di là del cordone di dune lungo un
tratto di costa basso e sabbioso. Il sistema di dune è talvolta interrotto da varchi di accesso al mare e presenta una
vegetazione tipica della macchia mediterranea, in particolare da esemplari ultrasecolari di ginepri e lecci. Le aree
umide retrodunali danno origine a piccoli stagni salmastri, habitat privilegiato di sosta e di riproduzione per l'avi-
fauna acquatica migratoria in transito sull'Adriatico, come l'airone cinerino e la garzetta.
Torre Canne e il Parco sono state le mete quotidiane delle nostre passeggiate solitarie o in gruppo: Torre Canne
per lo shopping, il Parco con intenti ed interessi più elevati.
Pranzo e cena gli appuntamenti fissi in cui tutto il gruppo si riuniva per conviviali mangiate a base di prodotti lo-
cali elaborati in ricette varie ed appetitose. Non abbiamo disdegnato, anzi, ci siamo impegnati a fondo nella degu-
Serata finale, con
la partecipazione
di Sergio Furno,
titolare della
omaggiare la no-
stra UNITRE con
questa bellissima
torta, con tanto di
dedica !
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Anno XX Nr. 82 settembre 2016 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati
LE GITE E LE ESCURSIONI
Per aiutarci a sopportare il logorio di tali giornate, Maria Teresa aveva previsto una serie di uscite.
LECCE
alle sovrapposizioni storiche e culturali.
A Lecce il Barocco spopola nelle piazze e lungo le stradine del centro
storico dove la
m a e s t o s i t à
gliore della pie-
tra aurea ven-
gono addolciti da
locali, botteghe
artigianali e
quelle tipiche
della cartapesta che affollano le viuzze, luoghi accoglienti e
confortevoli, dall'aria rustica e familiare.
mane imbrigliati nella magica trama intessuta dai fili della storia che rivive ovunque.
SANTA MARIA DI LEUCA
la secondo i Romani, sor-
ge nell'insenatura tra Punta Ristola e Pun-
ta Meliso, in una magica posizione dove da sem-
pre si crede che il Mare Adriatico e il Mar Ionio si
incontrino, ma non è così. In realtà, secondo tutte
le carte nautiche e gli accordi internazionali,
il Mar Jonio e il Mar Adriatico si incontrano
ufficialmente a Punta Palascia nei pressi
di Otranto.
un tratto di costa alternato da scogliere e piccole
calette di sabbia. Una scalinata di 184 gradini col-
lega il Santuario di Santa Maria di Leuca al
sottostante porto, noi però lo abbiamo raggiunto
in pullman e là in cima abbiamo fatto un picnic
Santa Maria di Leuca è stata abitata fin
OTRANTO
Il punto più ad est dello stivale, la città dei Martiri, il gioiello del
Salento, un territorio pieno di spiagge caraibiche, un luogo ricco
di storia, arte e cultura: Otranto è tutto questo e anche di più.
il borgo antico racchiuso dalle mura difensive che consentono
Porta Alfonsina.
Castello Arago-
nese inizia a
diramarsi il
labirinto di
viuzze e vicoli
del borgo anti-
co. Poco distante, la Cattedrale di Santa Maria Annunziata risa-
lente al XI secolo, in cui si conservano i resti del massacro degli
no la resistenza non volendo rinnegare la propria fede. Altro te-
soro custodito nella chiesa è il mosaico pavimentale, vero e
proprio capolavoro che raffigura , ritenuto da
FotodiGilbertoArdito,
GabriellaS
Laura
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Anno XX Nr. 82 settembre 2016 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati
MATERA
è una città tra le più antiche al mondo il cui territorio
custodisce testimonianze di insediamenti umani a partire dal
paleolitico e senza interruzioni fino ai nostri giorni.
attraverso i millenni. Il centro storico di Matera si sviluppa
con vie che collegano diverse piazze lungo
settecentesco. Nel centro, una serie di importanti palazzi e
chiese testimoniano il suo particolare rilievo storico.
Matera è la città dei Sassi, il nucleo urbano originario,
sviluppatosi a partire dalle grotte naturali scavate nella roccia
e successivamente modellate in strutture sempre più
Sassi di Matera racconta la
contesto naturale, utilizzando con maestria semplici
caratteristiche come la temperatura costante degli ambienti
scavati, la calcarenite stessa del banco roccioso per la
il controllo delle acque e dei fenomeni metereologici, sistemi
essenziali per la vita e la ricchezza della comunità.
Il 17 Ottobre 2014 Matera è stata designata Capitale
Europea della Cultura per il 2019.
La pioggia purtroppo ha rovinato tutta la giornata e non ci ha permesso di godere appieno delle atmosfere che
questa città può offrire.
ALBEROBELLO
capitale dei Trulli, suggestiva testimonianza del passato
rurale della regione
autisti Andrea, Mario e Gianni della ditta Furno - proprietaria della struttura - il personale e gli animatori del
Villaggio Le Dune, le guide turistiche.
Laura Gaudenzi
,Scarparoe
Gaudenzi
OSTUNI
la Città bianca, per via del caratteristico colore delle
sue case che si arrampicano sui fianchi scoscesi di un
colle
Le GROTTE di CASTELLANA
di origine carsica,
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Anno XX Nr. 82 settembre 2016 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati
Le avevano desiderate per secoli i Savoia quelle
terre delle alte valli Chisone e Susa!
I francesi, o più precisamente quei conti di Am-
bon che saranno poi chiamati Delfini, se le sono pre-
di Adelaide di Torino, sposa di Oddone di Savoia, si
dissolve alla morte di lei, loro si installano in val di
Susa sino a Chiomonte e in val Chisone sin quasi a
Perosa. Insieme con quelle terre si prendono anche
no; ma questo riguarda meno i Savoia, perché la bas-
sa valle è dei Marchesi di Saluzzo.
Le tre porzioni di valli italiane si saldano poi alle
confinanti valli francesi (Queyras e Brianzonese) for-
mando quel blocco che è impropriamente noto come
Una buona occasione per riprendersi le alte valli i
signore di Bardonecchia, stanco di dover sottostare
ai Delfini, si ribella e chiama in suo aiuto il conte di
Savoia, Aimone; ma questi non si muove, desideroso
Poco dopo i Delfini lasciano le loro terre al re di
Francia, o per dirla in altro modo il figlio del re di
Francia diventa il Delfino titolare. E da allora i fran-
cesi saranno sempre pronti a scendere da quelle alte
valli verso la pianura piemontese.
Verso la fine del 1500 il bellicoso duca di Savoia
Carlo Emanuele I si scontra con il Re di Francia per il
possesso del marchesato di Saluzzo: è una lunga
guerra, nel corso della quale il duca di Savoia riesce
anche a mettere la mani (1593) sul forte di Exilles,
ma se lo lascia riprendere meno di due anni dopo.
Male vanno due successivi attacchi sabaudi in valle
Chisone (1597) e male va la guerra in generale per
Carlo Emanuele I che alla fine riesce sì a prendersi il
Marchesato di Saluzzo, ma al caro prezzo di due belle
terre di oltralpe: la Bresse e il Bougey.
Verso il 1630 le cose vanno ancora peggio: in se-
francesi si prendono anche la parte più bassa della
val Chisone, arrivando a installarsi a Pinerolo.
La riscossa sabauda inizia con il bisnipote di Car-
lo Emanuele I, il grande Vittorio Amedeo II, che en-
tra in guerra contro Luigi XIV e sa farsi restituire
Pinerolo (1696) sia pur più con maneggi politici che
con gloriose azioni militari.
-
spagnolo che permette al principe Eugenio di piom-
bare con le truppe imperiali sugli assedianti e di cac-
Le vicende della guerra proseguono con alti e bas-
si, ma nel 1708 Vittorio Amedeo II, mentre ancora la
Francia occupa la Savoia, vede la possibilità di mette-
re finalmente le mani sulle alte valli Susa a Chisone.
Con grande abilità tattica finge di voler liberare la
Savoia, vi entra con truppe sabaude e imperiali dai
passi del Moncenisio e del Piccolo S. Bernardo e con
Chambery.
Poi improvvisamente muta direzione, e per il col-
le della Rho passa a Bardonecchia; qui le sue truppe
si dividono: parte vanno ad attaccare il forte di Exil-
les e parte vanno verso il Monginevro a ostacolare
dalla pianura e i non molti francesi presenti in zona
voia!) devono cedere. Presa Exilles è la volta del forte
di Fenestrelle in val Chisone (quello vecchio, detto
dei Moutin, non il più tardo immenso forte che ve-
diamo oggi). Presa Fenestrelle, le due valli sono in
mano ai Savoia, che le sapranno poi ben difendere
dai tentativi di riconquista francesi. Il trattato di U-
trecht (1713) chiude la guerra e sancisce il principio
del confine sullo spartiacque: i Savoia tengono le alte
stesso principio devono però cedere la valle
mente poco importante.
La storia della contesa per le alte valli finisce
per la loro sconsiderata adesione al Fascismo scate-
nano nel 1940 contro la Francia, i francesi vogliono
di qua delle Alpi: così la bella valle Stretta sopra Bar-
vallone sotto il monte Chaberton, pur buttando le
loro acque nel Po, sono oggi francesi.
Francesco Caviglia
Pillole di Storia
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Anno XX Nr. 82 settembre 2016 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati
Unisce Torino a Rivoli ed è il corso rettili-
parlando di Corso Francia, un' arteria importante
che parte da Piazza Statuto e arriva in Piazza Mar-
tiri della Libertà.
Prima via Francigena, che dal Colle del
Moncenisio passava anche per Torino, poi Strada
di Francia voluta da Vittorio Amedeo II nel 1711,
su progetto di Michelangelo Garove, per unire il
palazzo Reale con il Castello di Rivoli, residenza
del Teatrum Sabaudiae, poi Corso Gabriele
Corso Francia ha compiuto trecento anni.
Lungo i suoi lati custodisce esempi di o-
norata memoria: La Tesoriera, detta villa Sartira-
na, inaugurata nel 1715 alla presenza del duca, poi Re di Sardegna, Vittorio Amedeo II, villa Fenoglio - La Fleur e
villino Ruby in stile liberty dei primi anni del XX secolo, casa Macciotta del 1904 sempre di Pietro Fenoglio, casa
della Vittoria o casa Carrera o dei Draghi, villaggio Leumann ossia il quartiere operaio di 60.000 mq con annesso
stabilimento tessile, solo per citarne alcuni esempi.
Nel percorso di corso Francia oltre a case e fattorie rurali, che ancora oggi si districano tra i palazzi multi-
piano, furono impiantati vari stabilimenti, fiore all'occhiello del nostro Piemonte, come ad esempio Bertone, Vi-
molte altre che hanno contribuito alla sussistenza degli operai che, al loro interno, hanno portato attimi di umani-
tà ed esempi di dedizione al lavoro.
Questi luoghi di umanità vissuta portano con sé memorie lontane di viaggi verso la villeggiatura, quando
andare a Rivoli significava andare in campagna, in carrozza o con la ferrovia a cavalli poi a scartamento ridotto
con trazione a vapore; ma era nel 1871 quando ciò accadeva ossia in coincidenza con l'inaugurazione del traforo
del Frejus....Poi la ferrovia si trasformò in tranvia, 1914, allineandosi al livello della strada finché, nel 1955, lasciò
lo spazio alla viabilità del corso per far fronte all'aumento del traffico privato a terra, e divenne filovia fino al 1979
quando gli autobus portarono il sospirato boom economico...
Ma è da quel dì che il nostro Corso Francia si è trasformato in una vera trincea quando l'attraversamento è
stato impedito a salvaguardia di un perpetuo flusso automobilistico; le vie trasversali terminano al controviale e
per raggiungere il lato opposto è fatto obbligo raggiungere il più vicino semaforo.
Da via di grande comunicazione si è trasformato in un limite topografico, un invaso demarcato da enormi
palazzi allineati a barriera negando la vista di un panorama tanto bello con prati, colline moreniche di Avigliana, la
Sacra di San Michele e la corona delle montagne della val di Susa. Ha diviso la città in ambiti ben distinti; un e-
sempio gli abitanti del lato destro, a Torino, per emergenza sanitaria sono accolti all'Ospedale Maria Vittoria,
mentre chi si trova sul lato sinistro dall'Ospedale Martini, indipendentemente dalla distanza che li separa.
Chissà se il tormentone dei semafori sempre rossi , che pare beffarsi degli automobilisti sempre più di fret-
ta, rallentati dal multavelox, ci toglierà il piacere di percorrere Corso Francia rimirando il castello di Rivoli da un
lato o la basilica di Superga dall'altro? Oggi tutto ciò sta già accadendo: cerchiamo strade alternative per evitarlo,
carreggiate libere da tanti divieti, segnali, obblighi più rilassanti e scorrevoli...
Abbiamo ribaltato il pensiero di Vittorio Amedeo II
nel pensare a una via diretta: sarebbe un bel sogno
tornare a utilizzare Corso Francia come una via d'e-
vasione dalla città alla campagna anche solo per un
giorno!
Forse questo è il prezzo della crescita industriale, del
benessere, del futuro che ci siamo costruiti e abbia-
mo preteso per migliorare la "qualità della vita", uno
stile di città che ci soffoca.
Chissà se, pensando al futuro, con la metropolitana
che, nel soddisfare la nostra esigenza di spostamen-
to veloce, arrivando fino a Rivoli, ci suggerirà di la-
sciare l'auto a casa per riappropriarci dello spazio
urbano e finalmente passeggiare in superficie con la
consapevolezza di lasciare il progresso per tornare a
godere del passato.
Speriamo......
Marisa Tosco
La grande TrinceaLa grande Trincea
La grande Trincea
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Il profumo del pane
Non so che età avesse Angiolina in quegli anni, sarà
stato il suo modo di vestire, sempre severo ed impecca-
bile, i suoi capelli bianchissimi raccolti in un piccolo
chignon fermato da una leggera retina, il suo aspetto
anche con il passare degli anni non è mai cambiato mol-
to.
tivo anche se faticoso per lei così minuta e piccolina ma
nel contempo determinata e precisa nel suo operato:
il venerdì era il giorno del pane!
Zia Angiolina non era una panettiera: apparteneva
ad una famiglia patriarcale piuttosto numerosa, e a lei
era stato attribuito questo compito, che eseguiva in mo-
do meticoloso.
Il forno non era nella cascina dove lei abitava, ma a
due chilometri circa di distanza, e apparteneva ad un
collegio religioso che, non so con quale accordo, per
Questo collegio confinava con la casa della mia fami-
glia e a dividerci vi era un muro alto tre metri e un vec-
chio cancello che ci offriva la vista di un bellissimo giar-
dino con alberi secolari, gelsomini, aiuole di mughetti e
recinzione sconfinando, elargendoci così fiori meravi-
gliosi dagli inebrianti profumi.
La preparazione del pane avveniva il giovedì:
telo di canapa bianchissimo e poi riposto in conche di
fettuava il carico su di un vecchio carro trainato da un
anziano mulo che lo recava verso il forno, lemme lem-
AMARCORD ...
Per me e mio fratello era una grande festa osservare
zia Angiolina, con il suo grembiulino bianco immacola-
to, che con grande destrezza dava forma a micconi, pa-
gnottelle, stirot, grissini e, dai ritagli, piccole trecce co-
sparse di zucchero: le nostre brioches!
Non vorrei cadere in retorica, era in tempo di guerra,
ed il pane che abitualmente veniva mangiato era quello
assegnato con i bollini della tessera: scarsissima la
quantità e scadente la qualità, simile a segatura.
Per noi bambini il grande avvenimento del venerdì
era atteso con ansia e tanta gioia. Contavamo i giorni
con le dita delle nostre manine sottraendo il tempo
precaria situazione, con grande generosità e bontà ci
offriva quel pane bianco che per noi era manna dal cielo.
tà che di forma, ma ancora adesso il profumo del pane
appena sfornato è per me qualcosa di particolare: non è
solo fragranza, è il ricordo di sostentamento e lo è anco-
ra in ogni angolo del mondo e per qualsiasi cultura, è il
profumo di vita.
Maria Voglino
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OTONN
-a.
-a
a coro për la tèra magonanta.
dji breugg e dle belià dle filonghere,
Mi vado come feuja mnà dal vent
posand lë sguard ëdzora lë spatuss
dle gran caviere dij foé baross,
REMO BERTODATTI
(al mio Emilio che prematuramente se ne andava
Deurmìa la siala svampìa;
ël cel, na cuverta steìlà
e, mila, ij parfum anti ij pra!
segnava për sempe toa fin.
Strensandme con fòrsa le man
ancrosiand con bravura ij tò pass
it partie për ël viagi dla pas.
Ai ragg ëd na lun-
na sèira festosa a finìa
antant che mie lerme, sla stra,
E adess che sle piste dël cel
MARILENA BAJETTO
-
Castiglione Torinese (Giugno 2016)
Le golose
Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.
Signore e signorine -
le dita senza guanto -
scelgon la pasta. Quanto
ritornano bambine!
Perché nïun le veda,
volgon le spalle, in fretta,
sollevan la veletta,
divorano la preda.
C'è quella che s'informa
pensosa della scelta;
quella che toglie svelta,
né cura tinta e forma.
L'una, pur mentre inghiotte,
già pensa al dopo, al poi;
e domina i vassoi
con le pupille ghiotte.
un'altra - il dolce crebbe -
muove le disperate
bianchissime al giulebbe
dita confetturate!
Un'altra, con bell'arte,
sugge la punta estrema:
invano! ché la crema
esce dall'altra parte!
L'una, senz'abbadare
a giovine che adocchi,
divora in pace. Gli occhi
altra solleva, e pare
sugga, in supremo annunzio,
non crema e cioccolatte,
ma superliquefatte
parole del D'Annunzio.
Fra questi aromi acuti,
strani, commisti troppo
di cedro, di sciroppo,
di creme, di velluti,
di essenze parigine,
di mammole, di chiome:
oh! le signore come
ritornano bambine!
Perché non m'è concesso -
o legge inopportuna! -
il farmivi da presso,
baciarvi ad una ad una,
o belle bocche intatte
di giovani signore,
baciarvi nel sapore
di crema e cioccolatte?
Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.
GUIDO GOZZANO (1883 1916)
Omaggio al poeta Guido Gozzano nel centenario
della morte (Torino, 9 agosto 1916).
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Anno XX Nr. 82 settembre 2016 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati
Hanno contribuito a questo numero:
Laura Gaudenzi, Beppe Galliano,
Lorenza Paulon, Francesco Caviglia,
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Proposta dal Corso di Storia del del Piemonte, di
Pianezza.
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Montefeltro - Proposta dalla Sig.a Tosco, docente di
Maggio 2017 (Data da definire) VIAGGIO -
Cornovaglia Compatibilmente con quanto accadrà
nei prossimi mesi a seguito della Brexit .
IL FUOCO E IL VENTO
Il fuoco ardeva nel camino, ma i suoi scoppiettii non erano di allegra spensieratezza, erano una richiesta di
aiuto, poiché non avendo più materiale a cui attingere, esso andava lentamente ma inesorabilmente
spegnendosi. Raccolse le sue ultime forze e lanciò al cielo un acuto grido di dolore. Il destino volle che in
quel momento fuori passasse il vento. Incuriosito si affacciò alle finestre per vedere da dove provenisse quel
grido e vide una tremula fiammella che stava per essere sopraffatta dal manto delle tenebre. Senza
pensarci, il vento spalancò le finestre e si gettò sul fuoco che subito prese forza, iniziò a brillare e, preso
dalla felicità di non perire, non si avvide di stare bruciando tutto intorno a sé. A mano a mano che la
potenza del fuoco cresceva, il vento si sentiva venire meno e spaventato fuggì. Il fuoco si avvide subito
lontano. Al fuoco non restò che bruciare tutto ciò che restava fino alla morte. Fu così che il fuoco perì senza
avere mai conosciuto né se stesso, né il vento.
Davide Barolo

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  • 1. 1 mail: unitre.alpia@libero.it www.facebook.com/unitre.alpica Anno Nr. A cura del Servizio Stampa presso Segreteria, via Matteotti 2 Alpignano (TO) - 011.9662626 - Fax 011.9673196 XX 82 settembre 2016 Il giorno 29 aprile scorso si sono svolte le elezioni per il rinnovo del Consiglio Direttivo che, dopo nove anni di intenso lavoro, lascia la presidenza pur continuando a far parte attiva del Direttivo. A Lei un grande e sentito GRAZIE da parte di tutti gli Associati. Il nuovo Direttivo è così composto: Presidente: Giuseppe Galliano Vice presidenti: Renato Fiammengo e Laura Gaudenzi Direttrice dei corsi: Carla Scapitta Tesoriere: Romano Donadeo Gestione informatica e dati: Silvano Modena Altri consiglieri con incarichi: Nicla Alessandrini, Pierluigi Cerri, Domenico Orifici, Daniela Perrero, Gabriella Scarparo, Francesco Solito, Mauro Vernero. Rappresentanti dei soci studenti: Luisa Belli e Luciana Odasso Revisori dei conti: Marco Bellagarda, Piero Cavaletto e Laura Musso. progetti. Vi aspettano quindi nuovi corsi, la conferma di quelli a cui siete affezionati, esperienze culturali e viaggi di notevole interesse ed eventi sociali mirati a valorizzare la persona e renderla sempre più parte attiva nelle nostre comunità, come obiettivo e tradizione della nostra Associazione. ISCRIZIONI Anno Accademico 2016-2017 Le iscrizioni si ricevono dalle 15 alle 17, tutti i giorni, sabato escluso, da martedì 20 settembre a venerdì 30 settembre presso le segreterie Unitre di Alpignano e Pianezza, ma, ATTENZIONE!!! yoga, e solo alla Segreteria di Alpignano, palazzo Cruto. Da mercoledì 21 ci si iscrive a tutti gli altri corsi, ad Alpignano e Pianezza. A Caselette le iscrizioni si ricevono presso la ex Biblioteca, p.zza del Municipio 1, dalle 15 alle 17, nei giorni lunedì, mercoledì e venerdì, dal 21 settembre al 30 settembre. Per eventuali chiarimenti o informazioni riguardanti Caselette, contattare: 339.8400407.
  • 2. 2 Anno XX Nr. 82 settembre 2016 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati Conservare i vecchi nomi dei luoghi, soprattutto quelli che si vanno perdendo, che restano solo più nella memoria di qualche anziano, è conservare un patrimonio della comunità. Anche questi nomi sono storia, perché indicano come la gente di un tempo ha plasmato il suo territorio, lo ha segnato con il suo lavoro, ne ha sottolineato certe caratteristiche. Alcuni sono nomi vecchissimi, con secoli di vicende alle spalle, altri sono più recenti; ma tut- ti ci parlano delle nostre radici. E conoscere le nostre radici non è un vezzo antiquario, ma un modo di essere consapevoli che non veniamo dal niente, che un paese è oggi il risultato di ciò che si è fatto in passato (e il futuro sarà il risultato di cosa facciamo o non facciamo oggi). lavoro sui toponimi del Musiné realizzato anni fa dal compianto Piero Bunino. La ricerca, avviata un anno e mezzo fa in una serata UNITRE del 3 dicembre 2014 e coordi- nata da Luciano Frigieri, ha coinvolto molti caselettesi, che con interesse e passione hanno for- nito una copiosa serie di dati e informazioni. La raccolta e rielaborazione di questi dati, durate più di un anno, hanno portato alla stesura La carta (stampata in 470 copie, con dimensioni 100x70, da un lato la mappa dei toponimi e giornali in Comune il 30 marzo e alla popolazione la sera del 10 marzo scorso a Caselette nella della carta e a quanti vi hanno collaborato attivamente: Augusto Dellavalle per la trascrizione in piemontese dei toponimi, Moreno Brigada per il progetto grafico, Rosangela Bunino per le UNITRE Caselette - Una carta dei Toponimi
  • 3. 3 Anno XX Nr. 82 settembre 2016 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati Non si invecchia per il semplice fatto di aver vissuto un certo numero di anni, ma solo quando si abbandona il proprio ideale. Se gli anni tracciano i loro solchi sul corpo, la rinuncia La noia, il dubbio, la mancanza di sicurezza, il timore e la sfiducia, sono lunghi anni che fanno chinare il capo e conducono lo spirito alla morte. re per cose sfavillanti e per i pensieri luminosi; la sfida intrepida lanciata agli avvenimenti, il desiderio insaziabile del fanciullo per tutto ciò che è nuovo, il senso del lato piacevole e lieto Voi siete Giovani come la vostra fiducia, vecchi come la vostra sfiducia Giovani come la vostra sicurezza, vecchi come il vostro timore Giovani come la vostra speranza, vecchi come il vostro conforto. Resterete giovani fino a che il vostro cuore saprà ricevere i messaggi di bellezza, di audacia, di Quando tutte le fibre del vostro cuore si saranno spezzate e su di esse si saranno accumulati le (Scolpita sulla Pietra della Giovinezza Valeggio sul Mincio, Verona) Lorena Paulon Corso di Psicologia Unitre di Alpignano Anno 2016 Psicologia
  • 4. 4 Anno XX Nr. 82 settembre 2016 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati Dal mio taccuino traggo alcune note per ricordare il nostro bellissimo viaggio nel cuore della Francia, vici- no alle sponde della Loira, dove si concentrano i famo- giardini splendidi e viali alberati sono stati il palcosce- nico di momenti che hanno cambiato il corso della sto- ria di Francia. Si inizia dal castello di Amboise e la sua terrazza sidenza del Re e il capolavoro gotico della chapelle di St-Hubert con la presunta tomba di Leonardo da Vinci. della sua vita, ospite del re Francesco I, per il quale organizzò ricevimenti fastosi e ideò macchine ingegno- arrivo alla corte di Francia, nel 1516. Il castello di Chenonceau, in superba posizione a cavallo del fiume Cher, con i bei giardini alla francese, un grande parco ed una storia tutta al femminile e per castello delle dame lissima Diane de Poitiers; conobbe i fasti della grande labile di Luisa di Lorena, vedova di Enrico III. Il castello di Villandry, che deve la sua fama agli il suo coronamento di torricelle e alti camini che sem- bra tratto da un libro di fiabe. La tradizione racconta che Charles Perrault si ispirò proprio a questa dimora per la sua Bella addormentata nel bosco. Ed ancora il castello di Blois, residenza e luogo di Luigi XII fino a Francesco I. Il castello è una sintesi della storia e degli stili architettonici dei castelli della duca di Guisa, che si era distinto nelle guerre contro gli Medici. Infine il castello reale di Chambord, la creatura ri- nascimentale di Francesco I, che rappresenta un segno grandioso dello splendore della corona di Francia. Sor- ge solitario in un immenso parco di 5500 ettari. fasto e grandiosità: di grande interesse gli appartamen- ti di Francesco I e di Luigi XIV, con arazzi fiamminghi e quadri storici. Viaggio ai Castelli della Loira - 16-21 maggio Ma ricordiamo anche le belle città visitate. Tours con i suoi bei palazzi e la maestosa cattedrale che, gra- zie a San Martino, divenne centro religioso di prima importanza per tutto il medioevo, animato da folle di pellegrini che venivano a pregare sulla sua tomba e che divenne poi sede della corte di Francia. Orléans, di origini gallo-romane, fu una delle capi- tali della monarchia grazie alla sua posizione nella val- le della Loira. Impossibile non pensare subito alla gio- delle truppe reali, liberò la città dagli inglesi. Tutto ci ricorda la pulzella di Orléans: il monumento nella piaz- za principale, le dieci grandi vetrate nella bella catte- drale di Ste-Croix che ci raccontano la sua storia. Chinon, piccola e graziosa città con stradine tortuo- se sulle quali si affacciano case antiche con tetti in ar- desia, facciate a graticcio, architravi scolpite. Qui si scopre un angolo di intatto medioevo, raccolto tra le rive del fiume Vielle e la sporgenza rocciosa su cui sor- ge il vasto Castello. E infine Chartres con la sua splendida cattedrale in stile gotico purissimo ed omogeneo, con le sue vetrate tra le più belle di Francia. Dal coro della cattedrale sia- mo scesi nella cripta, la più vasta di Francia, che risale alla costruzione della prima chiesa e ingloba vestigia di epoca gallo-romana. Da non dimenticare i momenti di convivialità: ri- cordo gli appetitosi pranzi nei ristoranti dei Castelli dimensione regale viaggio. Un sentito grazie a tutti gli organizzatori! Un grazie particolare anche alla nostra bravissima guida con grande competenza, entusiasmo e simpatia. Beppe Galliano FotodiGabriellaScarparo
  • 5. 5 Anno XX Nr. 82 settembre 2016 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati escursioni. Formula vincente! Preferiamo dire che siamo stati ne "Le Puglie terra al plurale, un luogo che cela anime diverse, sospese tra natura, storia, tradizione e gusto, disseminate su un territorio mutevole e vario dal punto di vista paesaggistico. Il tacco dello Stivale nel mare dal Gargano fino a Santa Maria di Leuca dove s'incontrano e si mescolano lo Ionio, cristallino e calmo e l'Adriatico dall'intenso azzurro. In mezzo, distese di vigneti e uliveti, spiagge meravigliose disseminate di dune ricoperte da macchia mediterranea, riviere di scogli, bacini sorgivi, profonde gravine e ampie do- line, parchi e oasi naturalistiche. IL VILLAGGIO LE DUNE Il villaggio turistico Le Dune sorge a Torre Canne di Fasano, direttamente sul mare, alle porte del Salento. Ab- biamo soggiornato due settimane in questa struttura che gode di una posizione privilegiata, essendo vicina alle principali località di interesse storico, culturale e ambientale della Puglia. Il villaggio prende il nome dal vicino Parco naturale regionale Dune costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo. Il sito è caratterizzato da un sistema contiguo di aree umide che si trovano al di là del cordone di dune lungo un tratto di costa basso e sabbioso. Il sistema di dune è talvolta interrotto da varchi di accesso al mare e presenta una vegetazione tipica della macchia mediterranea, in particolare da esemplari ultrasecolari di ginepri e lecci. Le aree umide retrodunali danno origine a piccoli stagni salmastri, habitat privilegiato di sosta e di riproduzione per l'avi- fauna acquatica migratoria in transito sull'Adriatico, come l'airone cinerino e la garzetta. Torre Canne e il Parco sono state le mete quotidiane delle nostre passeggiate solitarie o in gruppo: Torre Canne per lo shopping, il Parco con intenti ed interessi più elevati. Pranzo e cena gli appuntamenti fissi in cui tutto il gruppo si riuniva per conviviali mangiate a base di prodotti lo- cali elaborati in ricette varie ed appetitose. Non abbiamo disdegnato, anzi, ci siamo impegnati a fondo nella degu- Serata finale, con la partecipazione di Sergio Furno, titolare della omaggiare la no- stra UNITRE con questa bellissima torta, con tanto di dedica !
  • 6. 6 Anno XX Nr. 82 settembre 2016 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati LE GITE E LE ESCURSIONI Per aiutarci a sopportare il logorio di tali giornate, Maria Teresa aveva previsto una serie di uscite. LECCE alle sovrapposizioni storiche e culturali. A Lecce il Barocco spopola nelle piazze e lungo le stradine del centro storico dove la m a e s t o s i t à gliore della pie- tra aurea ven- gono addolciti da locali, botteghe artigianali e quelle tipiche della cartapesta che affollano le viuzze, luoghi accoglienti e confortevoli, dall'aria rustica e familiare. mane imbrigliati nella magica trama intessuta dai fili della storia che rivive ovunque. SANTA MARIA DI LEUCA la secondo i Romani, sor- ge nell'insenatura tra Punta Ristola e Pun- ta Meliso, in una magica posizione dove da sem- pre si crede che il Mare Adriatico e il Mar Ionio si incontrino, ma non è così. In realtà, secondo tutte le carte nautiche e gli accordi internazionali, il Mar Jonio e il Mar Adriatico si incontrano ufficialmente a Punta Palascia nei pressi di Otranto. un tratto di costa alternato da scogliere e piccole calette di sabbia. Una scalinata di 184 gradini col- lega il Santuario di Santa Maria di Leuca al sottostante porto, noi però lo abbiamo raggiunto in pullman e là in cima abbiamo fatto un picnic Santa Maria di Leuca è stata abitata fin OTRANTO Il punto più ad est dello stivale, la città dei Martiri, il gioiello del Salento, un territorio pieno di spiagge caraibiche, un luogo ricco di storia, arte e cultura: Otranto è tutto questo e anche di più. il borgo antico racchiuso dalle mura difensive che consentono Porta Alfonsina. Castello Arago- nese inizia a diramarsi il labirinto di viuzze e vicoli del borgo anti- co. Poco distante, la Cattedrale di Santa Maria Annunziata risa- lente al XI secolo, in cui si conservano i resti del massacro degli no la resistenza non volendo rinnegare la propria fede. Altro te- soro custodito nella chiesa è il mosaico pavimentale, vero e proprio capolavoro che raffigura , ritenuto da FotodiGilbertoArdito, GabriellaS Laura
  • 7. 7 Anno XX Nr. 82 settembre 2016 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati MATERA è una città tra le più antiche al mondo il cui territorio custodisce testimonianze di insediamenti umani a partire dal paleolitico e senza interruzioni fino ai nostri giorni. attraverso i millenni. Il centro storico di Matera si sviluppa con vie che collegano diverse piazze lungo settecentesco. Nel centro, una serie di importanti palazzi e chiese testimoniano il suo particolare rilievo storico. Matera è la città dei Sassi, il nucleo urbano originario, sviluppatosi a partire dalle grotte naturali scavate nella roccia e successivamente modellate in strutture sempre più Sassi di Matera racconta la contesto naturale, utilizzando con maestria semplici caratteristiche come la temperatura costante degli ambienti scavati, la calcarenite stessa del banco roccioso per la il controllo delle acque e dei fenomeni metereologici, sistemi essenziali per la vita e la ricchezza della comunità. Il 17 Ottobre 2014 Matera è stata designata Capitale Europea della Cultura per il 2019. La pioggia purtroppo ha rovinato tutta la giornata e non ci ha permesso di godere appieno delle atmosfere che questa città può offrire. ALBEROBELLO capitale dei Trulli, suggestiva testimonianza del passato rurale della regione autisti Andrea, Mario e Gianni della ditta Furno - proprietaria della struttura - il personale e gli animatori del Villaggio Le Dune, le guide turistiche. Laura Gaudenzi ,Scarparoe Gaudenzi OSTUNI la Città bianca, per via del caratteristico colore delle sue case che si arrampicano sui fianchi scoscesi di un colle Le GROTTE di CASTELLANA di origine carsica,
  • 8. 8 Anno XX Nr. 82 settembre 2016 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati Le avevano desiderate per secoli i Savoia quelle terre delle alte valli Chisone e Susa! I francesi, o più precisamente quei conti di Am- bon che saranno poi chiamati Delfini, se le sono pre- di Adelaide di Torino, sposa di Oddone di Savoia, si dissolve alla morte di lei, loro si installano in val di Susa sino a Chiomonte e in val Chisone sin quasi a Perosa. Insieme con quelle terre si prendono anche no; ma questo riguarda meno i Savoia, perché la bas- sa valle è dei Marchesi di Saluzzo. Le tre porzioni di valli italiane si saldano poi alle confinanti valli francesi (Queyras e Brianzonese) for- mando quel blocco che è impropriamente noto come Una buona occasione per riprendersi le alte valli i signore di Bardonecchia, stanco di dover sottostare ai Delfini, si ribella e chiama in suo aiuto il conte di Savoia, Aimone; ma questi non si muove, desideroso Poco dopo i Delfini lasciano le loro terre al re di Francia, o per dirla in altro modo il figlio del re di Francia diventa il Delfino titolare. E da allora i fran- cesi saranno sempre pronti a scendere da quelle alte valli verso la pianura piemontese. Verso la fine del 1500 il bellicoso duca di Savoia Carlo Emanuele I si scontra con il Re di Francia per il possesso del marchesato di Saluzzo: è una lunga guerra, nel corso della quale il duca di Savoia riesce anche a mettere la mani (1593) sul forte di Exilles, ma se lo lascia riprendere meno di due anni dopo. Male vanno due successivi attacchi sabaudi in valle Chisone (1597) e male va la guerra in generale per Carlo Emanuele I che alla fine riesce sì a prendersi il Marchesato di Saluzzo, ma al caro prezzo di due belle terre di oltralpe: la Bresse e il Bougey. Verso il 1630 le cose vanno ancora peggio: in se- francesi si prendono anche la parte più bassa della val Chisone, arrivando a installarsi a Pinerolo. La riscossa sabauda inizia con il bisnipote di Car- lo Emanuele I, il grande Vittorio Amedeo II, che en- tra in guerra contro Luigi XIV e sa farsi restituire Pinerolo (1696) sia pur più con maneggi politici che con gloriose azioni militari. - spagnolo che permette al principe Eugenio di piom- bare con le truppe imperiali sugli assedianti e di cac- Le vicende della guerra proseguono con alti e bas- si, ma nel 1708 Vittorio Amedeo II, mentre ancora la Francia occupa la Savoia, vede la possibilità di mette- re finalmente le mani sulle alte valli Susa a Chisone. Con grande abilità tattica finge di voler liberare la Savoia, vi entra con truppe sabaude e imperiali dai passi del Moncenisio e del Piccolo S. Bernardo e con Chambery. Poi improvvisamente muta direzione, e per il col- le della Rho passa a Bardonecchia; qui le sue truppe si dividono: parte vanno ad attaccare il forte di Exil- les e parte vanno verso il Monginevro a ostacolare dalla pianura e i non molti francesi presenti in zona voia!) devono cedere. Presa Exilles è la volta del forte di Fenestrelle in val Chisone (quello vecchio, detto dei Moutin, non il più tardo immenso forte che ve- diamo oggi). Presa Fenestrelle, le due valli sono in mano ai Savoia, che le sapranno poi ben difendere dai tentativi di riconquista francesi. Il trattato di U- trecht (1713) chiude la guerra e sancisce il principio del confine sullo spartiacque: i Savoia tengono le alte stesso principio devono però cedere la valle mente poco importante. La storia della contesa per le alte valli finisce per la loro sconsiderata adesione al Fascismo scate- nano nel 1940 contro la Francia, i francesi vogliono di qua delle Alpi: così la bella valle Stretta sopra Bar- vallone sotto il monte Chaberton, pur buttando le loro acque nel Po, sono oggi francesi. Francesco Caviglia Pillole di Storia
  • 9. 9 Anno XX Nr. 82 settembre 2016 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati Unisce Torino a Rivoli ed è il corso rettili- parlando di Corso Francia, un' arteria importante che parte da Piazza Statuto e arriva in Piazza Mar- tiri della Libertà. Prima via Francigena, che dal Colle del Moncenisio passava anche per Torino, poi Strada di Francia voluta da Vittorio Amedeo II nel 1711, su progetto di Michelangelo Garove, per unire il palazzo Reale con il Castello di Rivoli, residenza del Teatrum Sabaudiae, poi Corso Gabriele Corso Francia ha compiuto trecento anni. Lungo i suoi lati custodisce esempi di o- norata memoria: La Tesoriera, detta villa Sartira- na, inaugurata nel 1715 alla presenza del duca, poi Re di Sardegna, Vittorio Amedeo II, villa Fenoglio - La Fleur e villino Ruby in stile liberty dei primi anni del XX secolo, casa Macciotta del 1904 sempre di Pietro Fenoglio, casa della Vittoria o casa Carrera o dei Draghi, villaggio Leumann ossia il quartiere operaio di 60.000 mq con annesso stabilimento tessile, solo per citarne alcuni esempi. Nel percorso di corso Francia oltre a case e fattorie rurali, che ancora oggi si districano tra i palazzi multi- piano, furono impiantati vari stabilimenti, fiore all'occhiello del nostro Piemonte, come ad esempio Bertone, Vi- molte altre che hanno contribuito alla sussistenza degli operai che, al loro interno, hanno portato attimi di umani- tà ed esempi di dedizione al lavoro. Questi luoghi di umanità vissuta portano con sé memorie lontane di viaggi verso la villeggiatura, quando andare a Rivoli significava andare in campagna, in carrozza o con la ferrovia a cavalli poi a scartamento ridotto con trazione a vapore; ma era nel 1871 quando ciò accadeva ossia in coincidenza con l'inaugurazione del traforo del Frejus....Poi la ferrovia si trasformò in tranvia, 1914, allineandosi al livello della strada finché, nel 1955, lasciò lo spazio alla viabilità del corso per far fronte all'aumento del traffico privato a terra, e divenne filovia fino al 1979 quando gli autobus portarono il sospirato boom economico... Ma è da quel dì che il nostro Corso Francia si è trasformato in una vera trincea quando l'attraversamento è stato impedito a salvaguardia di un perpetuo flusso automobilistico; le vie trasversali terminano al controviale e per raggiungere il lato opposto è fatto obbligo raggiungere il più vicino semaforo. Da via di grande comunicazione si è trasformato in un limite topografico, un invaso demarcato da enormi palazzi allineati a barriera negando la vista di un panorama tanto bello con prati, colline moreniche di Avigliana, la Sacra di San Michele e la corona delle montagne della val di Susa. Ha diviso la città in ambiti ben distinti; un e- sempio gli abitanti del lato destro, a Torino, per emergenza sanitaria sono accolti all'Ospedale Maria Vittoria, mentre chi si trova sul lato sinistro dall'Ospedale Martini, indipendentemente dalla distanza che li separa. Chissà se il tormentone dei semafori sempre rossi , che pare beffarsi degli automobilisti sempre più di fret- ta, rallentati dal multavelox, ci toglierà il piacere di percorrere Corso Francia rimirando il castello di Rivoli da un lato o la basilica di Superga dall'altro? Oggi tutto ciò sta già accadendo: cerchiamo strade alternative per evitarlo, carreggiate libere da tanti divieti, segnali, obblighi più rilassanti e scorrevoli... Abbiamo ribaltato il pensiero di Vittorio Amedeo II nel pensare a una via diretta: sarebbe un bel sogno tornare a utilizzare Corso Francia come una via d'e- vasione dalla città alla campagna anche solo per un giorno! Forse questo è il prezzo della crescita industriale, del benessere, del futuro che ci siamo costruiti e abbia- mo preteso per migliorare la "qualità della vita", uno stile di città che ci soffoca. Chissà se, pensando al futuro, con la metropolitana che, nel soddisfare la nostra esigenza di spostamen- to veloce, arrivando fino a Rivoli, ci suggerirà di la- sciare l'auto a casa per riappropriarci dello spazio urbano e finalmente passeggiare in superficie con la consapevolezza di lasciare il progresso per tornare a godere del passato. Speriamo...... Marisa Tosco La grande TrinceaLa grande Trincea La grande Trincea
  • 10. 10 Anno XX Nr. 82 settembre 2016 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati Il profumo del pane Non so che età avesse Angiolina in quegli anni, sarà stato il suo modo di vestire, sempre severo ed impecca- bile, i suoi capelli bianchissimi raccolti in un piccolo chignon fermato da una leggera retina, il suo aspetto anche con il passare degli anni non è mai cambiato mol- to. tivo anche se faticoso per lei così minuta e piccolina ma nel contempo determinata e precisa nel suo operato: il venerdì era il giorno del pane! Zia Angiolina non era una panettiera: apparteneva ad una famiglia patriarcale piuttosto numerosa, e a lei era stato attribuito questo compito, che eseguiva in mo- do meticoloso. Il forno non era nella cascina dove lei abitava, ma a due chilometri circa di distanza, e apparteneva ad un collegio religioso che, non so con quale accordo, per Questo collegio confinava con la casa della mia fami- glia e a dividerci vi era un muro alto tre metri e un vec- chio cancello che ci offriva la vista di un bellissimo giar- dino con alberi secolari, gelsomini, aiuole di mughetti e recinzione sconfinando, elargendoci così fiori meravi- gliosi dagli inebrianti profumi. La preparazione del pane avveniva il giovedì: telo di canapa bianchissimo e poi riposto in conche di fettuava il carico su di un vecchio carro trainato da un anziano mulo che lo recava verso il forno, lemme lem- AMARCORD ... Per me e mio fratello era una grande festa osservare zia Angiolina, con il suo grembiulino bianco immacola- to, che con grande destrezza dava forma a micconi, pa- gnottelle, stirot, grissini e, dai ritagli, piccole trecce co- sparse di zucchero: le nostre brioches! Non vorrei cadere in retorica, era in tempo di guerra, ed il pane che abitualmente veniva mangiato era quello assegnato con i bollini della tessera: scarsissima la quantità e scadente la qualità, simile a segatura. Per noi bambini il grande avvenimento del venerdì era atteso con ansia e tanta gioia. Contavamo i giorni con le dita delle nostre manine sottraendo il tempo precaria situazione, con grande generosità e bontà ci offriva quel pane bianco che per noi era manna dal cielo. tà che di forma, ma ancora adesso il profumo del pane appena sfornato è per me qualcosa di particolare: non è solo fragranza, è il ricordo di sostentamento e lo è anco- ra in ogni angolo del mondo e per qualsiasi cultura, è il profumo di vita. Maria Voglino
  • 11. 11 Anno XX Nr. 82 settembre 2016 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati OTONN -a. -a a coro për la tèra magonanta. dji breugg e dle belià dle filonghere, Mi vado come feuja mnà dal vent posand lë sguard ëdzora lë spatuss dle gran caviere dij foé baross, REMO BERTODATTI (al mio Emilio che prematuramente se ne andava Deurmìa la siala svampìa; ël cel, na cuverta steìlà e, mila, ij parfum anti ij pra! segnava për sempe toa fin. Strensandme con fòrsa le man ancrosiand con bravura ij tò pass it partie për ël viagi dla pas. Ai ragg ëd na lun- na sèira festosa a finìa antant che mie lerme, sla stra, E adess che sle piste dël cel MARILENA BAJETTO - Castiglione Torinese (Giugno 2016) Le golose Io sono innamorato di tutte le signore che mangiano le paste nelle confetterie. Signore e signorine - le dita senza guanto - scelgon la pasta. Quanto ritornano bambine! Perché nïun le veda, volgon le spalle, in fretta, sollevan la veletta, divorano la preda. C'è quella che s'informa pensosa della scelta; quella che toglie svelta, né cura tinta e forma. L'una, pur mentre inghiotte, già pensa al dopo, al poi; e domina i vassoi con le pupille ghiotte. un'altra - il dolce crebbe - muove le disperate bianchissime al giulebbe dita confetturate! Un'altra, con bell'arte, sugge la punta estrema: invano! ché la crema esce dall'altra parte! L'una, senz'abbadare a giovine che adocchi, divora in pace. Gli occhi altra solleva, e pare sugga, in supremo annunzio, non crema e cioccolatte, ma superliquefatte parole del D'Annunzio. Fra questi aromi acuti, strani, commisti troppo di cedro, di sciroppo, di creme, di velluti, di essenze parigine, di mammole, di chiome: oh! le signore come ritornano bambine! Perché non m'è concesso - o legge inopportuna! - il farmivi da presso, baciarvi ad una ad una, o belle bocche intatte di giovani signore, baciarvi nel sapore di crema e cioccolatte? Io sono innamorato di tutte le signore che mangiano le paste nelle confetterie. GUIDO GOZZANO (1883 1916) Omaggio al poeta Guido Gozzano nel centenario della morte (Torino, 9 agosto 1916).
  • 12. 12 Anno XX Nr. 82 settembre 2016 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati Hanno contribuito a questo numero: Laura Gaudenzi, Beppe Galliano, Lorenza Paulon, Francesco Caviglia, Marisa Tosco, Maria Voglino, Marilena Bajetto, Davide Barolo, Silvano Modena, Mauro Vernero Le Ditte sotto indicate praticano condizioni di favore ai nostri associati su presentazione della tessera regolarizzata Via Mazzini 68 - Alpignano - 011 9678660 BRICOMANIA Via Cavour 37/bis - Alpignano - 011 9785739 CENTRO DEL COLORE di Bruno Antonella Via Don Bosco 19 - Pianezza - 011 9678013 CENTROTTICO FOTO LIVIO Via Rossini 20/22 - Alpignano - 011 9671082 OTTICA IRIDEA Via Mazzini 49 - Alpignano - 011 9664631 Libreria MONDADORI Via Fratelli Piol 37/d - Rivoli - 011 9532152 Merceria - Intimo CAPRA P.zza Leumann 2 - Pianezza - 011 9676738 CTD - Centro Terapie Dentali Via Alessandria,5 - Pianezza - 011 9664631 Prima visita, stesura piano di lavoro, preventivo e ra- diografie di accertamento gratis presentando la tessera aggiornata a questo anno accademico. STUDIO DENTISTICO Dr. Fabrizio Secondo Via Leopardi 35 - Collegno - 011. 4110419 Telefonare allo studio per fissare la prima visita onde stabilire piano di lavoro e preventivo. NEGOZI AMICI Verifica appuntamentiVerifica appuntamentiVerifica appuntamenti e programmi sulla no-e programmi sulla no-e programmi sulla no- stra pagina Facebook:stra pagina Facebook:stra pagina Facebook: https://https://https:// www.facebook.com/www.facebook.com/www.facebook.com/ unitre.alpicaunitre.alpicaunitre.alpica Aprile 2017 (Data da definire) VIAGGIO - Antibes Visita al museo di Picasso Proposta dal . Marzo 2017 (Data da definire) GITA - Oropa Proposta dal Corso di Storia del del Piemonte, di Pianezza. 16-17-18 Settembre VIAGGIO - Urbino e Montefeltro - Proposta dalla Sig.a Tosco, docente di Maggio 2017 (Data da definire) VIAGGIO - Cornovaglia Compatibilmente con quanto accadrà nei prossimi mesi a seguito della Brexit . IL FUOCO E IL VENTO Il fuoco ardeva nel camino, ma i suoi scoppiettii non erano di allegra spensieratezza, erano una richiesta di aiuto, poiché non avendo più materiale a cui attingere, esso andava lentamente ma inesorabilmente spegnendosi. Raccolse le sue ultime forze e lanciò al cielo un acuto grido di dolore. Il destino volle che in quel momento fuori passasse il vento. Incuriosito si affacciò alle finestre per vedere da dove provenisse quel grido e vide una tremula fiammella che stava per essere sopraffatta dal manto delle tenebre. Senza pensarci, il vento spalancò le finestre e si gettò sul fuoco che subito prese forza, iniziò a brillare e, preso dalla felicità di non perire, non si avvide di stare bruciando tutto intorno a sé. A mano a mano che la potenza del fuoco cresceva, il vento si sentiva venire meno e spaventato fuggì. Il fuoco si avvide subito lontano. Al fuoco non restò che bruciare tutto ciò che restava fino alla morte. Fu così che il fuoco perì senza avere mai conosciuto né se stesso, né il vento. Davide Barolo