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STEEL
MARKET
OUTLOOK

Luglio 2013

Rottame: il futuro
del comparto tra mercato,
strategia e Ilva

Riva Forni Elettrici

Dazi

Rottame

Internazionalizzazione

Mercato

Liquidità

Acciaio

Produzione

Prezzi

Futuro

Sinergie

n°23 Luglio 2013

Convegno organizzato da Siderweb con la collaborazione di Made in Steel
Sommario

n°23 Luglio 2013

2 	

Emanuele Morandi
Due domande cruciali

4 	

Achille Fornasini
Le vicissitudini della siderurgia narrate
attraverso le dinamiche dei prezzi del
rottame

8 	

Gianfranco Tosini
Prospettive di export per il rottame

14 	 Romano Pezzotti
Le sfide future per il settore italiano
del rottame
17 	 Carlo Mapelli
Riva Forni Elettrici: pochi mesi per il
ritorno della liquidità
20 	 I servizi video di Siderweb
22	

Photogallery

Sommario analitico
Commercio di rottame	

12

Dati comparto rottame	

8, 10, 12, 16

Imprenditore/imprenditoria	 2
Prezzi dell’acciaio		

7

Prezzi del rottame		

4, 5, 14

Produzione siderurgica	

8

Riva Forni Elettrici		

14, 16, 17, 19

Sovraccapacità		

2, 12

DUE DOMANDE CRUCIALI
Emanuele Morandi (Presidente Siderweb)
Mentre ascoltavo gli interventi che si succedevano durante
lo “Scrap Market Outlook” due questioni si rincorrevano nella mia mente, due domande solo apparentemente slegate:
come risolvere il problema della sovraccapacità produttiva?
E: chi è l’imprenditore?
Il settore siderurgico è un settore maturo caratterizzato da
eccesso di capacità produttiva installata (secondo un recente studio della Morgan Stanley Bank la sovraccapacità ammonterebbe a 334 milioni di tonnellate su circa 1,5 miliardi
prodotte nel 2012), da un eccesso di concorrenzialità e da
margini ristretti ed in contrazione.
È ormai chiaro che i volumi saranno sempre più appannaggio di attori provenienti in gran parte da paesi emergenti
(ormai emersi) e in grado di far leva su economie di scala.
Il nuovo che avanza (pensiamo alla globalizzazione e alla rivoluzione imposta e guidata dall’economia digitale) e la crisi
richiedono un radicale salto di mentalità, un colpo di reni,
uno scatto.
E qui entra in gioco l’imprenditore, colui che, secondo la definizione di Schumpeter, favorisce l’introduzione di una innovazione nel sistema economico.
Non sto pensando a “invenzioni” eclatanti, né a sconvolgenti
innovazioni di prodotto o di processo (difficili da ottenere in
settori maturi) ma a cambiamenti (prima di tutto culturali)
alla portata della nostra piccola e media impresa “italiana”
che deve re-inventarsi.
Viviamo in un’epoca di sconvolgimenti rapidissimi che possono essere interpretati ed affrontati solo grazie ad un insieme di competenze diverse.
Un punto secondo me fondamentale è che le idee e le informazioni devono circolare in modo veloce e trasparente tra i
diversi stadi delle filiere, anche tra imprese concorrenti.
L’immaginazione va liberata perché è alla base di ogni cambiamento originale e quindi di ogni innovazione.
Non basta investire in conoscenza perché, come diceva Albert Einstein, «L’immaginazione è più importante della conoscenza».
Siamo stanchi di vedere spendere energie in sterili conflitti o
in piccole beghe che non ci hanno portato da nessuna parte
(basta vedere i risultati di bilancio degli ultimi esercizi per
averne la riprova). Abbiamo bisogno di alzare gli sguardi, di
guardare lontano ma anche di riscoprire dentro di noi quelle
doti di originalità, di creatività e di immaginazione che sono
alla base di ogni cambiamento, di ogni innovazione e quindi
di ogni imprenditore che voglia davvero “fare la sua parte”,
per il futuro della propria azienda e del Sistema Paese.
Buone vacanze!

pag.2

MORANDI

editore: Siderweb spa
via Don Milani, 5 - 25020 Flero (Bs)
Tel. 030 2540006 - Fax 030 2540041
e-mail: redazione@siderweb.com
Registrazione tribunale n. 11/2004
Direttore responsabile: Stefano Ferrari
In redazione: Davide Lorenzini, Gianfranco Tosini,
Paolo Morandi e Fiorenza Bonetti
Progetto grafico ed impaginazione:
Siderweb spa
Numero chiuso in redazione il:
23- 7 - 2013
Le vicissitudini della siderurgia narrate
attraverso le dinamiche dei prezzi del rottame
quell’epoca, infatti, le curve dei prezzi disegnano
una chiara deriva ribassista per effetto di un’inesorabile contrazione della domanda: nessun tracollo, ma una lenta erosione delle quotazioni.
Si arriva così al 2013: i primi due mesi dell’anno
sono segnati dall’ennesimo contenuto calo, a cui
segue uno stallo che insiste fino al mese di maggio, quando i prezzi accelerano al ribasso, con cali
compresi tra -19% (lamierino) e -27,6% (torniture), tornando in poche settimane sui livelli del primo semestre 2010.
Che l’ampiezza di quest’ultima flessione sia anomala è confermato dagli indicatori tecnici posti a
piè di grafico, che sprofondano a livelli di “ipervenduto” mai visti negli anni recenti. Si tratta dunque
di un’esasperazione ribassista che lascia presagire
una reazione destinata quantomeno a riequilibrare il mercato. Ed è proprio ciò a cui stiamo assistendo in questi giorni: toccati i nuovi minimi, i prezzi

pag.4

FORNASINI

L

’andamento dei prezzi
del rottame racconta
con efficacia le vicende
della siderurgia a partire dai
livelli minimi raggiunti nel
primo trimestre 2009. Si osservi la figura 1, che illustra
le dinamiche dei prezzi delle
quattro principali categorie di rottame rilevate settimanalmente da Siderweb.
Dopo essersi rapidamente riprese, le quotazioni del materiale basilare fissano i loro
massimi nel primo trimestre
2011, quando si cominciano
ad avvertire i sintomi della
crisi che affliggerà la siderurgia europea e nazionale negli anni successivi. Da

Achille Fornasini (Chief analyst Siderweb)
le sia sempre stato precorso dai movimenti europei. Anche questi, infatti, dopo aver
ceduto da inizio anno il 16,4% (Black Sea) e
il 15,8% (Rotterdam), reagiscono nella prima
settimana di giugno con uno strappo rialzista
che a metà luglio si attesta rispettivamente
al +12,3% e al +11,2%. Probabilmente non si
tratta di una definitiva inversione di tendenza, ma si tratta certamente di un movimento
destinato a restituire un temporaneo equilibrio sia ai mercati europei, sia a quelli nazionali.

pag.6

FORNASINI

del rottame si volgono al rialzo con spunti
compresi tra il +2,1% (demolizioni) e il +2,9%
(torniture).
Prezzi nazionali ed europei del rottame
Il movimento reattivo nazionale in corso di
svolgimento era stato anticipato a livello europeo. Si osservi la figura 2, che raffronta la
media delle quattro rilevazioni settimanali effettuate da Siderweb (curva nera) con i
prezzi dei rottami Fob Black Sea e Fob Rotterdam rilevati da Platts. Si noti come l’avvio
degli ultimi cicli formatisi a livello naziona-
intorno al 31%, la diminuzione dei prezzi dei
prodotti lunghi nello stesso arco temporale è ben più drastica: -36% il tondo, -50% le
travi, -60,5% i laminati mercantili. Dati che
illuminano sulla difficilissima congiuntura siderurgica nazionale ed europea, per la quale sta diventando sempre meno sostenibile
il rapporto tra l’eccesso d’offerta generato
dalla conclamata sovraccapacità produttiva
e i quantitativi limitati di una domanda resa
asfittica da una ripresa europea che ancora
stenta a decollare.

Who’s who: Achille Fornasini
Classe 1952, dopo la laurea in Economia e ni, Ca’ Foscari, La Sapienza e nell’Università
Commercio lavora in ambito assicurativo degli Studi di Brescia. Dal 2003 collabora in
e finanziario fino al 1989, quando entra in via continuativa ed esclusiva con Siderweb,
ISFOR 2000 ricoprendo la carica di ammini- con cui ha impostato l’osservatorio periodico
stratore delegato. Dal 1999 è consigliere de- Steel Market Outlook dedicato all’analisi dei
legato del consorzio Università & Impresa di prezzi dell’intera filiera siderurgica.
Brescia. Ha insegnato nelle università Bocco-

pag.7

FORNASINI

Rottame e siderurgia
L’andamento dei prezzi del rottame costituisce peraltro solo un riflesso della crisi che
ormai da due anni e mezzo colpisce la nostra
siderurgia. Si osservi la figura 3, comprendente due grafici: quello sottostante ripropone
la media dei prezzi del rottame già analizzata
nella figura 2, il diagramma sovrastante comprende invece le dinamiche dei prezzi di tre
prodotti lunghi rilevati da Siderweb - travi,
laminati mercantili e tondo per cemento armato - per la produzione dei quali il rottame
rappresenta la commodity basilare. Mentre
rispetto ai massimi toccati nel primo trimestre 2011 il calo del rottame si aggira oggi
Prospettive di export per il rottame
Gianfranco Tosini (Responsabile Ufficio Studi Siderweb)

TOSINI

i paesi emergenti, in particolare gli asiatici, grandi
protagonisti». Tra i due periodi di boom, ci sono
stati 26 anni di ristrutturazione per l’acciaio globale. I due cicli, oltre alla diversa durata temporale,
sono stati caratterizzati anche da una diversa intensità. «Nel primo si è registrato un incremento
complessivo della produzione mondiale di acciaio
di 509 milioni di tonnellate, per un aumento annuo di 21 milioni di tonnellate. Nel secondo, invece, l’output è salito di 698 milioni di tonnellate,
per uno sviluppo annuo di 58 milioni di tonnellate». Ciò ha influito direttamente sulla domanda di
rottame, che da 30 milioni di tonnellate nel 1950
è passata a 570 milioni di tonnellate. L’incidenza
del forno elettrico sulla produzione globale di acciaio, inoltre, si è attestata al 30% nel 2012 contro
il 12% del 1950. Anche il consumo della materia
prima, così come la produzione siderurgica, si sta
spostando verso est: «mentre nel 1974 l’Unione
Europea produceva il 31% dell’acciaio globale ed
il 34% di quello realizzato con forni elettrici, nel
2012 questa percentuale è scesa rispettivamente
all’11% e al 16%. L’Asia, viceversa, è passata dal
al 1950…al futuro. Questo il (lungo) viaggio
20% della produzione globale da forno elettrico al
intrapreso da Gianfranco Tosini (responsa45% e, tra questi paesi, la Cina è salita al 17% dallo
bile dell’Ufficio Studi di Siderweb) durante
0% e la Turchia al 6% dallo 0,1%».
il convegno «Rottame: il futuro del comparto tra
Ma se questo è il quadro attuale, quali sono le premercato, strategia e Ilva». Attraverso dati, analisi
visioni per il prossimo futuro? Per capire le tendene simulazioni, Tosini ha ripercorso la storia della
ze dei prossimi anni «bisogna guardare dove va la
siderurgia dal secondo dopoguerra ad oggi, delineproduzione di acciaio e dove si localizzeranno gli
ando i possibili scenari sia per la produzione sia soutilizzatori del metallo». Mentre il 35% del rottame
prattutto per l’attività di commercio e lavorazione
utilizzato a livello globale proviene direttamente
del rottame.
dalle acciaierie, infatti, ben il 65% (pari a 370,1 mi«Dopo la seconda guerra mondiale – ha esordito
lioni di tonnellate) proviene da acquisti esterni agli
Tosini -, la produzione di acciaio è stata caratterizimpianti siderurgici. Di questa percentuale «il 21%
zata da due grandi cicli. Il primo è durato dal 1950
è composto da sfridi delle lavorazioni dell’acciaio ed
al 1974, ed ha interessato soprattutto i paesi euroil 44% da rottame di riciclo di “vecchi” prodotti in
pei, il nord America ed il Giappone, mentre il seacciaio». Data questa situazione «se, quindi,
condo è iniziato nel 2000 e dura sino ad oggi, con

D

pag.8
LOCMAN
ITALY

®

STEALTH TECNOLOGIA PURA
TITANIO CARBONIO ACCIAIO

SUBACQUEO

VETRO ANTIGRAFFIO

WWW.LOCMAN.IT
LOCMAN
BOUTIQUES LOCMAN:

S . P. A .

-

MARINA

DI

CAMPO

BRESCIA CORSO ZANARDELLI, 30 - TEL 030 280055

FIRENZE VIA TORNABUONI, 76/R - TEL 055 211605

TUTTE

D’ELBA

P O R T O A Z Z U R R O V I A V I TA L I A N I , 2 0 - T E L 0 5 6 5 9 2 0 3 1 2

PORTO CERVO VICOLO DEL CERVO - TEL 0789 92425
IN

ISOLA

MILANO VIA GONZAGA, 5 - TEL 02 36512893

MARINA DI CAMPO PIAZZA G.DA VERRAZZANO,7 - TEL 0565 977734

P O R T O F E R R A I O C A L ATA M A Z Z I N I , 1 7 - T E L 0 5 6 5 9 1 5 8 9 6
E

-

LE

MIGLIORI

CERVINIA VIA CARREL - TEL 0166 940195
GIOIELLERIE
lioni di tonnellate, l’India (8,2 milioni di tonnellate) e l’Italia (5 milioni di tonnellate)». Entrando nel
dettaglio dei flussi che caratterizzano i movimenti
commerciali dei principali acquisitori di rottame
a livello mondiale, si vede che la Turchia «ha una
politica di approvvigionamento particolare, molto
variegata. Il paese anatolico, infatti, acquista dagli
Stati Uniti (6,3 milioni di tonnellate), dalla Russia
(2,3 milioni di tonnellate) e dall’Unione Europea
(6,2 milioni di tonnellate), comportandosi come
un vero e proprio player globale. La Corea del Sud,
invece, è un operatore che si muove a livello regionale, acquistando soprattutto dal Giappone, così
come l’Italia, i cui fornitori sono operatori situati
appena dopo il confine nazionale (Germania, Francia, Austria, Ungheria, Rep. Ceca e Slovacchia). Sia
all’import di rottame, sia all’export di tondo, l’Italia
è molto concentrata su uno o pochi paesi, mentre la Turchia ha una grande capacità di diversificare le fonti: sono comportamenti che dovremmo
prendere in considerazione ed imitare». Questo,
soprattutto, in quanto il nostro paese è fortemente
dipendente dal rottame. «Ne importiamo il 24%25% del nostro fabbisogno annuo – ha proseguito
Tosini -. Negli anni abbiamo abbandonato i paesi
dell’est come partner commerciali alla fornitura.

TOSINI

la siderurgia si sposta, con essa si delocalizza anche
il 35% della “miniera” di acciaio. Se, invece, cambia
locazione l’industria meccanica o l’industria che utilizza i prodotti siderurgici, si muove anche il settore
del riciclo». Anche se quest’ultimo segmento «sarà
più lento, in quanto il riciclo dell’acciaio ha un processo più lungo, probabilmente nei prossimi anni la
miniera del rottame è destinata a prosciugarsi. Chi
vorrà proseguire la propria attività nel commercio
e riciclo di rottame, quindi, dovrà iniziare ad aprirsi
all’idea dell’internazionalizzazione».
Ma dove sarà utilizzato il rottame? «È importante verificare il rapporto tra consumo di rottame e
disponibilità dello stesso. Analizzando i dati relativi alla materia prima, si nota che, a livello globale, solo i paesi europei non facenti parte dell’Ue
e l’Asia sono deficitari, importando più rottame di
quello che esportano, mentre l’Europa vanta un export netto di 15,4 milioni di tonnellate. La Turchia è
il paese al mondo con la maggior “fame” di rottame, con un import netto di 20,9 milioni di tonnellate, contro i 25,7 milioni di import netto di tutto il
continente asiatico (Turchia esclusa). Proseguendo
la classifica dei paesi più dipendenti dall’estero per
l’approvvigionamento del rottame, dopo i turchi si
trova la Corea del Sud, con un fabbisogno di 9,9 mi-

Principali importatori di rottame 2012
Paese Origine

Turchia

Corea

India

Italia

Spagna

Germania

0,6

-

0,3

1,9

0,2

Francia

-

-

0,1

0,8

1,5

Austria

-

-

-

0,6

-

Rep. Ceca

-

-

-

0,4

-

Slovacchia

-

-

-

0,2

-

Ungheria

-

-

-

0,7

-

USA

6,3

2,8

1,1

-

-

Regno Unito

2,4

-

1,3

-

1,1

Russia

2,3

0,9

0,1

-

0,3

Olanda

1,9

0,1

0,3

-

0,2

Romania

1,8

-

-

-

-

Belgio

1,3

-

0,2

-

0,1

Bulgaria

0,6

-

-

-

-

Giappone

-

4,9

-

-

-

Messico

-

0,3

-

-

-

Sud Africa

-

-

1,0

-

-

Emirati Arabi

-

-

0,9

-

-

© Copyright Siderweb Spa - Tutti i diritti sono riservati

pag.10
produttiva e quindi una necessità di adeguamento dell’offerta di acciaio alla domanda, con conseguente diminuzione degli impianti meno efficienti
(80 milioni di tonnellate di capacità nell’Ue, 542 nel
mondo)». Indipendentemente dalla produzione di
acciaio, «la domanda di rottame è destinata ad aumentare nei prossimi anni perché produrre acciaio
da rottami, invece che da minerali di ferro, è più
economico, data la difficoltà della maggioranza dei
Paesi produttori ad avere accesso a materie prime
ed energia a basso costo. Oltre al fattore economico (riduzione dell’import energetico di circa il 75%
e risparmio del 90% dell’import di materie prime)
ci sono anche motivazioni ambientali a favore
dell’uso dei rottami riciclati». Con queste tendenze in atto a livello globale, è facile immaginare che
«mentre in Europa, con il tempo, avverrà un riallineamento tra domanda ed offerta di rottame, con
una riduzione sia della produzione siderurgica che
di quella di rottame, in futuro i paesi asiatici e la
Turchia chiederanno sempre più rottame. In attesa
che si creino una propria “miniera” di questa materia prima, questi paesi rastrelleranno il rottame in
giro per il mondo, diventando ancor di più decisivi
nella determinazione dei prezzi. «Per gli europei,
quindi, le quotazioni della materia prima saliranno, mentre la redditività delle acciaierie rimarrà
strutturalmente bassa. Gli operatori del rottame,
quindi, se vorranno continuare ad operare in mercati in crescita, saranno costretti ad attrezzarsi per
l’export».

TOSINI

In questa strutturale debolezza, è conveniente abbandonare il minerale?».
Nella parte conclusiva della sua analisi, Tosini ha
approfondito l’offerta del rottame nel nostro paese. «Gli operatori attivi nel commercio e nella lavorazione del rottame sono circa 1.700, dei quali
1.285 con 1-9 dipendenti, 385 con 10-49 addetti e
30 con un numero di lavoratori compresi tra 50 e
249. In Germania, pur con un gettito quasi doppio
al nostro paese, gli operatori sono meno (1.455)
ad anche in Spagna sono circa un migliaio. L’offerta
nel nostro paese è estremamente polverizzata: ma
con un’industria siderurgica che punta sempre più
alla globalizzazione, i nostri operatori del rottame
saranno capaci di internazionalizzarsi? Credo che,
se le cose rimarranno così, ci potrebbe essere qualche problema».
Problemi acuiti anche dalla situazione dei clienti
dei commercianti di rottame, ovvero le acciaierie. Se si analizzano le performance di bilancio del
2011 (ultimi dati disponibili), si vede che rispetto al
2008 gli indici di redditività dei produttori siderurgici sono nettamente calati, così come gli indici di
indebitamento, gli oneri finanziari e la liquidità. «I
commercianti di rottame hanno di fronte dei clienti con dei cali strutturali dei risultati di bilancio – ha
spiegato Tosini -, una situazione che potrebbe creare qualche problema».
Le criticità per la siderurgia, infatti, non mancano.
Negli ultimi anni si nota un «aumento della rischiosità conseguente al calo di redditività dovuta alla
compressione del margine, un eccesso di capacità

Who’s who: Gianfranco Tosini
Classe 1949, si è laureato in Economia e Com- responsabile dell’area studi, pianificazione e
mercio all’Università di Parma ed ha con- controllo di gestione di Banca San Paolo. Nel
seguito la specializzazione in Economia del 1999 è passato all’Associazione Industriale
Territorio all’Università di Ginevra (Svizze- Bresciana con l’incarico di responsabile del
ra). É stato capo ripartizione dell’area studi settore Economia e Centro Studi. Dal 2010 è
e pianificazione della Provincia di Brescia e responsabile dell’ufficio studi di Siderweb.

pag.12
www.alfalaminati.it

FERROLEGHE PER L’INDUSTRIA SIDERURGICA
Al.Fa Laminati è da 25 anni una delle aziende leader nella distribuzione
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i requisiti della normativa REACH.
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con la valutazione analitica delle caratteristiche delle varie ferroleghe attraverso
prove strutturate e certificate da idonei laboratori.
Al.Fa Laminati è in grado di soddisfare e risolvere qualsiasi esigenza
sia di tipo logistico (consegne, pezzature e imballi) che di tipo qualitativo.
Le sfide future
per il settore italiano del rottame

PEZZOTTI

Romano Pezzotti (Presidente Assofermet Rottami)

I

nternazionalizzazione, impoverimento
della raccolta, quotazioni e situazioneRiva Forni Elettrici. Questi i temi trattati da Romano Pezzotti, presidente di Assofermet Rottami, durante l’intervento al
convegno organizzato da Siderweb.
«Il mercato nazionale del rottame - ha spiegato Pezzotti - ha vissuto un primo trimestre dell’anno con prezzi sostanzialmente
stabili e con fermi produttivi consolidati
di circa una settimana al mese. Quando le
produzioni sono leggermente aumentate,
nel corso del secondo trimestre, si è creata una situazione anomala e il comparto ha visto in 50 giorni un crollo verticale
dei prezzi, stimabile in un -20%». Questi
ribassi così repentini sono stati, secondo
il presidente di Assofermet Rottami, uno
shock per il settore della materia prima da
forno elettrico.
«Il 20% di calo delle quotazioni in un arco
di tempo così ristretto ha causato uno
sconvolgimento
all’approvvigionamento

del rottame, creando dei blocchi sui flussi
di vendita. Inoltre, i nostri contratti sono
mensili o addirittura trimestrali e per girare all’approvvigionamento questi ribassi
così sostanziosi abbiamo bisogno di circa
un mese. Una situazione insostenibile che
inoltre ha generato e rinvigorito una volatilità deleteria per tutto il comparto».
Mentre il mercato nazionale del rottame
viveva questa fase anomala, il comparto
internazionale è sembrato maggiormente
coerente, seguendo una logica congiunturale e adattandosi all’andamento del dollaro.
Pezzotti ha dunque chiesto a tutte le parti
coinvolte una più stretta collaborazione:
«Serve maggiore sinergia tra commercio
di rottame e produzione d’acciaio, siamo
in una fase molto critica e questo è il momento più opportuno per trovare un’intesa, per definire un percorso evolutivo che
coinvolga la nostra categoria e quella dei
produttori nazionali di acciaio».

pag.14
Romano Pezzotti
che stanno continuando, con impegno, ad
aiutare Riva Forni Elettrici. Mi auguro che
questo possa essere un esempio di come si
debba lavorare insieme».
Rispetto alle questioni ambientali Pezzotti
auspica che questo ideologismo ambientale e questa pressione giudiziaria non sia
solo l’inizio di una battaglia contro le imprese siderurgiche in generale. Altrimenti,
spiega Pezzotti: «se questo accanimento
dovesse arrivare anche tra le nostre realtà
si creerebbe una situazione insostenibile,
in un momento critico come quello che il
settore dell’acciaio italiano sta attraversando».
Per i mesi futuri, infine, Pezzotti si è detto
preoccupato, poiché il mercato sarà in ogni
caso trainato da queste incertezze legate
alle produzioni delle acciaierie, e «poiché
l’inversione di tendenza delle quotazioni
oggi dovrà andare a scontare quella pressione che è stata spinta nella fase discendente».

Who’s who: Romano Pezzotti
Nato nel 1963, nel 1985 entra nell’azienda Rottami. Nel 2006 viene eletto presidente
di famiglia, la Fersovere, di cui oggi rico- dell’associazione, carica che ricopre anche
pre il ruolo di amministratore delegato. Dal oggi dopo le rielezioni del giugno 2009 e del
2000 al 2006 è vicepresidente di Assofermet maggio 2012.

pag.16

PEZZOTTI

Un’altra dinamica critica è la carenza di
gettito di rottame. Rispetto a questo fattore Pezzotti ha spiegato che sul mercato
nazionale mancano, dal 2008 ad oggi, circa
2 milioni di tonnellate di rottame.
«Di queste, 700.000 sono venute a mancare per le minori rottamazioni di autoveicoli, un milione di tonnellate deriva da una
contrazione del gettito del manifatturiero
(delle quali 700.000 per cause congiunturali e 300.000 per innovazioni tecnologiche che hanno consentito di ridurre gli
scarti di lavorazione) e le restanti 300.000
per la crisi dell’edilizia» .
Rispetto alla natura sempre più mondiale
del mercato, Pezzotti considera il settore
pronto per accogliere questa sfida, a patto che arrivino anche dei supporti a livello
internazionale: «Il commerciante si deve
globalizzare, dovremo esportare sempre
più rottame. Ad una prima analisi del piano europeo per la siderurgia, esso sembra
andare nella direzione opposta, soprattutto rispetto ai vincoli per le esportazioni.
Il rottame deve essere libero di muoversi
come tutto il resto dei materiali e le normative devono necessariamente andare in
questa direzione».
Il presidente di Assofermet Rottami ha
commentato poi la situazione legata alle
vicende Riva Forni Elettrici, sottolineando
come il commercio di rottame abbia speso
le forze in un’ottica sinergica: «Ci siamo
comportati come se fossimo dei partner,
non l’abbiamo visto come un’incidente
solo di un cliente. Abbiamo fatto di tutto e stiamo facendo di tutto e questo è
un modo migliore, a mio giudizio, di lavorare e di collaborare. Riva Forni Elettrici
rappresenta il più importante produttore
italiano e dalla nostra categoria sono arrivati dei segnali importanti in aiuto e a
supporto degli impianti del gruppo. Anche
qui in sala sono presenti dei commercianti
Riva Forni Elettrici: POCHI MESI PER IL
RITORNO DELLA LIQUIDITà

MAPELLI

Carlo Mapelli (Politecnico di Milano)

È

stato Carlo Mapelli, docente del Politecnico di
Milano e consulente del gruppo Riva, ad affrontare l’argomento più spinoso ed atteso del
convegno sul rottame organizzato da Siderweb: vale
a dire la questione Ilva-Riva Forni Elettrici. Dopo il
maxi sequestro da 8,1 miliardi di euro ai danni della
holding del gruppo Riva, la Riva Fire, tra i fornitori di
rottame era cresciuta la tensione e la preoccupazione che le commesse non potessero essere pagate,
sentimenti però che non hanno fatto venir meno la
correttezza dei fornitori, come testimoniato dallo
stesso Mapelli.
«C’è stata una grande collaborazione da pare dei distributori di rottame, sia nei confronti di Ilva che di Riva Forni Elettrici – ha ribadito il professore -, due società che da
sorelle sono diventate adesso solo cugine, dopo il riassetto. Il gruppo ha infatti scorporato in maniera comple-

ta la parte degli altiforni, che comprende i siti di Taranto,
Patrica (Fr), Genova e Novi Ligure (Al), e poi tutta la parte
forni elettrici che oltre ai siti esteri ha tre acciaierie nel
nord Italia: Lesegno (Cn), Caronno (Va) e Galtarossa (Vr).
Questa situazione che Ilva sta attraversando contribuisce, inoltre, a mandare in tensione anche il mercato del
rottame, dal momento che l’Ilva è essa stessa una produttrice di rottame, oltre che una consumatrice. Gran
parte del lamierino utilizzato per la produzione degli
acciai speciali da costruzione è prodotto all’interno degli
stabilimenti del gruppo, quindi anche per le aziende che
prima si approvvigionavano da Genova e Novi, ora è più
difficile reperire la materia prima e per gli acquisti devono rivolgersi altrove, spesso all’estero».
Mapelli ha poi risposto ad una domanda informale lanciata dagli altri relatori sugli eventuali esiti di una partita
virtuale a braccio di ferro tra i produttori di acciaio ed i

pag.17
zo, ed è legata al tipo di business e di settori serviti dalle
varie realtà».
Mapelli ha quindi concluso chiarendo un aspetto chiave sull’apertura del rottame ai mercati internazionali, e
all’atteggiamento che potrebbe sembrare in parte protezionista assunto dall’Unione europea nel nuovo action
plan sull’acciaio.
«Mi trovo d’accordo con chi sostiene che la materia prima debba essere libera di circolare, perché in caso contrario si creano distorsioni gravissime, come testimoniato
anche dalle parole di Alessandro Manzoni nei Promessi
Sposi, che ha descritto gli effetti dirompenti di alcune
tecniche utilizzate per calmierare i prezzi della farina. La
situazione corretta è quella di non porre dazi, ma si deve
far attenzione su certi paesi. È giusto lasciare il rottame
libero di circolare negli stati extra Ue che rispettano i medesimi parametri ambientali dell’Unione, ma non negli
altri. Bisogna tenere conto che non si commercia solo
il rottame, ma qualcosa di più nascosto, che è l’energia
utilizzata per produrre quel rottame e contenuta in esso.
Una cosa che non è banale: infatti, se voi confrontate le
oscillazioni del prezzo del rottame e quelle dei prodotti
energetici vedete a volte una correlazione. L’energia è la
fatica fatta dai gestori degli altiforni per separare l’ossigeno dal ferro e produrre l’acciaio. Se io devo commerciare
il rottame con un paese extra Ue che rispetta i vincoli,
nessun problema, se si commercia ad esempio con la
Turchia che non lo fa, io sto depauperando il mio sistema di tutta l’energia e il lavoro che ho fatto. Credo che la
politica dell’Ue debba puntare a non favorire dei concorrenti che si avvantaggiano da pratiche scorrette».

Who’s who: Carlo Mapelli
Professore Ordinario di Metallurgia al Poli- lavori scientifici. Vanta una lunga esperienza
tecnico di Milano.
consulenziale in ambito siderurgico.
Nato a Inzago (MI) nel 1973 e laureato in In- Dal 2013 è consulente dell’Ilva per l’applicagegneria dei Materiali presso il Politecnico di zione dell’Aia.
Milano. Autore di oltre 70 pubblicazioni su

pag.19

MAPELLI

fornitori di materia prima. Chi cederebbe prima?
«Posso assicurare che tra i produttori e i fornitori crollano prima i produttori. Basti pensare alle dimensioni dei
costi operativi che sono in campo. È stato citato in precedenza il caso Stefana (bloccata tre giorni per verifiche
dell’Asl a seguito di strascichi per un incidente del 2010,
ndr). Ecco, tre giorni di fermo compromettono il bilancio,
pensate cosa può accadere su un impianto come Ilva. La
cosa è ovviamente più pesante, e le quote di mercato
che si perdono per la diffidenza hanno conseguenze a
dir poco devastanti. Faccio immediatamente un esempio: un utilizzatore che non fidandosi di Ilva si rivolge a
ArcelorMittal o Tata, è costretto a firmare un contratto
di fornitura di almeno tre anni. A ciò si aggiunge un aggravio dei costi che fa venire meno l’effetto di calmieramento dei prezzi fornito dalla presenza di un produttore
nazionale».
Rassicurazioni sono invece arrivate per il futuro della divisione forni elettrici del gruppo Riva, sia sulla solvibilità
che sulle tempistiche necessarie alla ricostituzione della
liquidità necessaria a garantire l’operatività dell’azienda.
«Per quanto riguarda Riva Forni Elettrici i fornitori non
devono temere, soprattutto per coloro che forniscono
le acciaierie che lavorano gli acciai speciali che, posso assicurare, hanno contratti che saturano per diversi mesi
la capacità produttiva. La scelta gestionale attuale ha
imposto un cambio chiaro e radicale: mantenere nelle
controllate tutta la liquidità che veniva dirottata prima
sulla holding. La ricostituzione della liquidità, quindi, è
solo una questione di tempo. Io, che sono tra gli ottimisti, ritengo che in tre mesi si possa ricostituire la base
di liquidità di Riva Forni Elettrici. I più pessimisti, anche
all’interno del gruppo, indicano invece i tempi necessari
in cinque o sei mesi. Probabilmente la realtà sta nel mez-
I servizi video di Siderweb
Un convegno interattivo tra i relatori e la folta platea di pubblico: questi gli obiettivi che Siderweb, con la
collaborazione di Made in Steel, si era prefissata nell’organizzazione dell’evento «Rottame: il futuro del
comparto tra mercato, strategia e Ilva». La redazione del quotidiano online della community dell’acciaio
ha realizzato quattro video interviste ai relatori dell’incontro per approfondire le numerose tematiche
prese in esame nel corso dell’evento. Clicca sulle immagini sottostanti per i contributi video di Gianfranco Tosini – responsabile dell’Ufficio Studi di Siderweb -, Achille Fornasini – Chief Analyst di Siderweb -,
Romano Pezzotti – Presidente di Assofermet Rottami – e Carlo Mapelli - docente di metallurgia al Politecnico di Milano e consulente Ilva per l’attuazione dell’Aia -.

Fornasini: l’analisi tecnica del
prezzo del rottame

Tosini: rottame mercato
internazionale

Pezzotti: sinergie nella filiera

Mapelli: situazione Riva
Forni Elettrici

pag.20
Un contenitore indipendente di notizie,
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  • 1. STEEL MARKET OUTLOOK Luglio 2013 Rottame: il futuro del comparto tra mercato, strategia e Ilva Riva Forni Elettrici Dazi Rottame Internazionalizzazione Mercato Liquidità Acciaio Produzione Prezzi Futuro Sinergie n°23 Luglio 2013 Convegno organizzato da Siderweb con la collaborazione di Made in Steel
  • 2. Sommario n°23 Luglio 2013 2  Emanuele Morandi Due domande cruciali 4  Achille Fornasini Le vicissitudini della siderurgia narrate attraverso le dinamiche dei prezzi del rottame 8  Gianfranco Tosini Prospettive di export per il rottame 14  Romano Pezzotti Le sfide future per il settore italiano del rottame 17  Carlo Mapelli Riva Forni Elettrici: pochi mesi per il ritorno della liquidità 20  I servizi video di Siderweb 22 Photogallery Sommario analitico Commercio di rottame 12 Dati comparto rottame 8, 10, 12, 16 Imprenditore/imprenditoria 2 Prezzi dell’acciaio 7 Prezzi del rottame 4, 5, 14 Produzione siderurgica 8 Riva Forni Elettrici 14, 16, 17, 19 Sovraccapacità 2, 12 DUE DOMANDE CRUCIALI Emanuele Morandi (Presidente Siderweb) Mentre ascoltavo gli interventi che si succedevano durante lo “Scrap Market Outlook” due questioni si rincorrevano nella mia mente, due domande solo apparentemente slegate: come risolvere il problema della sovraccapacità produttiva? E: chi è l’imprenditore? Il settore siderurgico è un settore maturo caratterizzato da eccesso di capacità produttiva installata (secondo un recente studio della Morgan Stanley Bank la sovraccapacità ammonterebbe a 334 milioni di tonnellate su circa 1,5 miliardi prodotte nel 2012), da un eccesso di concorrenzialità e da margini ristretti ed in contrazione. È ormai chiaro che i volumi saranno sempre più appannaggio di attori provenienti in gran parte da paesi emergenti (ormai emersi) e in grado di far leva su economie di scala. Il nuovo che avanza (pensiamo alla globalizzazione e alla rivoluzione imposta e guidata dall’economia digitale) e la crisi richiedono un radicale salto di mentalità, un colpo di reni, uno scatto. E qui entra in gioco l’imprenditore, colui che, secondo la definizione di Schumpeter, favorisce l’introduzione di una innovazione nel sistema economico. Non sto pensando a “invenzioni” eclatanti, né a sconvolgenti innovazioni di prodotto o di processo (difficili da ottenere in settori maturi) ma a cambiamenti (prima di tutto culturali) alla portata della nostra piccola e media impresa “italiana” che deve re-inventarsi. Viviamo in un’epoca di sconvolgimenti rapidissimi che possono essere interpretati ed affrontati solo grazie ad un insieme di competenze diverse. Un punto secondo me fondamentale è che le idee e le informazioni devono circolare in modo veloce e trasparente tra i diversi stadi delle filiere, anche tra imprese concorrenti. L’immaginazione va liberata perché è alla base di ogni cambiamento originale e quindi di ogni innovazione. Non basta investire in conoscenza perché, come diceva Albert Einstein, «L’immaginazione è più importante della conoscenza». Siamo stanchi di vedere spendere energie in sterili conflitti o in piccole beghe che non ci hanno portato da nessuna parte (basta vedere i risultati di bilancio degli ultimi esercizi per averne la riprova). Abbiamo bisogno di alzare gli sguardi, di guardare lontano ma anche di riscoprire dentro di noi quelle doti di originalità, di creatività e di immaginazione che sono alla base di ogni cambiamento, di ogni innovazione e quindi di ogni imprenditore che voglia davvero “fare la sua parte”, per il futuro della propria azienda e del Sistema Paese. Buone vacanze! pag.2 MORANDI editore: Siderweb spa via Don Milani, 5 - 25020 Flero (Bs) Tel. 030 2540006 - Fax 030 2540041 e-mail: redazione@siderweb.com Registrazione tribunale n. 11/2004 Direttore responsabile: Stefano Ferrari In redazione: Davide Lorenzini, Gianfranco Tosini, Paolo Morandi e Fiorenza Bonetti Progetto grafico ed impaginazione: Siderweb spa Numero chiuso in redazione il: 23- 7 - 2013
  • 3.
  • 4. Le vicissitudini della siderurgia narrate attraverso le dinamiche dei prezzi del rottame quell’epoca, infatti, le curve dei prezzi disegnano una chiara deriva ribassista per effetto di un’inesorabile contrazione della domanda: nessun tracollo, ma una lenta erosione delle quotazioni. Si arriva così al 2013: i primi due mesi dell’anno sono segnati dall’ennesimo contenuto calo, a cui segue uno stallo che insiste fino al mese di maggio, quando i prezzi accelerano al ribasso, con cali compresi tra -19% (lamierino) e -27,6% (torniture), tornando in poche settimane sui livelli del primo semestre 2010. Che l’ampiezza di quest’ultima flessione sia anomala è confermato dagli indicatori tecnici posti a piè di grafico, che sprofondano a livelli di “ipervenduto” mai visti negli anni recenti. Si tratta dunque di un’esasperazione ribassista che lascia presagire una reazione destinata quantomeno a riequilibrare il mercato. Ed è proprio ciò a cui stiamo assistendo in questi giorni: toccati i nuovi minimi, i prezzi pag.4 FORNASINI L ’andamento dei prezzi del rottame racconta con efficacia le vicende della siderurgia a partire dai livelli minimi raggiunti nel primo trimestre 2009. Si osservi la figura 1, che illustra le dinamiche dei prezzi delle quattro principali categorie di rottame rilevate settimanalmente da Siderweb. Dopo essersi rapidamente riprese, le quotazioni del materiale basilare fissano i loro massimi nel primo trimestre 2011, quando si cominciano ad avvertire i sintomi della crisi che affliggerà la siderurgia europea e nazionale negli anni successivi. Da Achille Fornasini (Chief analyst Siderweb)
  • 5.
  • 6. le sia sempre stato precorso dai movimenti europei. Anche questi, infatti, dopo aver ceduto da inizio anno il 16,4% (Black Sea) e il 15,8% (Rotterdam), reagiscono nella prima settimana di giugno con uno strappo rialzista che a metà luglio si attesta rispettivamente al +12,3% e al +11,2%. Probabilmente non si tratta di una definitiva inversione di tendenza, ma si tratta certamente di un movimento destinato a restituire un temporaneo equilibrio sia ai mercati europei, sia a quelli nazionali. pag.6 FORNASINI del rottame si volgono al rialzo con spunti compresi tra il +2,1% (demolizioni) e il +2,9% (torniture). Prezzi nazionali ed europei del rottame Il movimento reattivo nazionale in corso di svolgimento era stato anticipato a livello europeo. Si osservi la figura 2, che raffronta la media delle quattro rilevazioni settimanali effettuate da Siderweb (curva nera) con i prezzi dei rottami Fob Black Sea e Fob Rotterdam rilevati da Platts. Si noti come l’avvio degli ultimi cicli formatisi a livello naziona-
  • 7. intorno al 31%, la diminuzione dei prezzi dei prodotti lunghi nello stesso arco temporale è ben più drastica: -36% il tondo, -50% le travi, -60,5% i laminati mercantili. Dati che illuminano sulla difficilissima congiuntura siderurgica nazionale ed europea, per la quale sta diventando sempre meno sostenibile il rapporto tra l’eccesso d’offerta generato dalla conclamata sovraccapacità produttiva e i quantitativi limitati di una domanda resa asfittica da una ripresa europea che ancora stenta a decollare. Who’s who: Achille Fornasini Classe 1952, dopo la laurea in Economia e ni, Ca’ Foscari, La Sapienza e nell’Università Commercio lavora in ambito assicurativo degli Studi di Brescia. Dal 2003 collabora in e finanziario fino al 1989, quando entra in via continuativa ed esclusiva con Siderweb, ISFOR 2000 ricoprendo la carica di ammini- con cui ha impostato l’osservatorio periodico stratore delegato. Dal 1999 è consigliere de- Steel Market Outlook dedicato all’analisi dei legato del consorzio Università & Impresa di prezzi dell’intera filiera siderurgica. Brescia. Ha insegnato nelle università Bocco- pag.7 FORNASINI Rottame e siderurgia L’andamento dei prezzi del rottame costituisce peraltro solo un riflesso della crisi che ormai da due anni e mezzo colpisce la nostra siderurgia. Si osservi la figura 3, comprendente due grafici: quello sottostante ripropone la media dei prezzi del rottame già analizzata nella figura 2, il diagramma sovrastante comprende invece le dinamiche dei prezzi di tre prodotti lunghi rilevati da Siderweb - travi, laminati mercantili e tondo per cemento armato - per la produzione dei quali il rottame rappresenta la commodity basilare. Mentre rispetto ai massimi toccati nel primo trimestre 2011 il calo del rottame si aggira oggi
  • 8. Prospettive di export per il rottame Gianfranco Tosini (Responsabile Ufficio Studi Siderweb) TOSINI i paesi emergenti, in particolare gli asiatici, grandi protagonisti». Tra i due periodi di boom, ci sono stati 26 anni di ristrutturazione per l’acciaio globale. I due cicli, oltre alla diversa durata temporale, sono stati caratterizzati anche da una diversa intensità. «Nel primo si è registrato un incremento complessivo della produzione mondiale di acciaio di 509 milioni di tonnellate, per un aumento annuo di 21 milioni di tonnellate. Nel secondo, invece, l’output è salito di 698 milioni di tonnellate, per uno sviluppo annuo di 58 milioni di tonnellate». Ciò ha influito direttamente sulla domanda di rottame, che da 30 milioni di tonnellate nel 1950 è passata a 570 milioni di tonnellate. L’incidenza del forno elettrico sulla produzione globale di acciaio, inoltre, si è attestata al 30% nel 2012 contro il 12% del 1950. Anche il consumo della materia prima, così come la produzione siderurgica, si sta spostando verso est: «mentre nel 1974 l’Unione Europea produceva il 31% dell’acciaio globale ed il 34% di quello realizzato con forni elettrici, nel 2012 questa percentuale è scesa rispettivamente all’11% e al 16%. L’Asia, viceversa, è passata dal al 1950…al futuro. Questo il (lungo) viaggio 20% della produzione globale da forno elettrico al intrapreso da Gianfranco Tosini (responsa45% e, tra questi paesi, la Cina è salita al 17% dallo bile dell’Ufficio Studi di Siderweb) durante 0% e la Turchia al 6% dallo 0,1%». il convegno «Rottame: il futuro del comparto tra Ma se questo è il quadro attuale, quali sono le premercato, strategia e Ilva». Attraverso dati, analisi visioni per il prossimo futuro? Per capire le tendene simulazioni, Tosini ha ripercorso la storia della ze dei prossimi anni «bisogna guardare dove va la siderurgia dal secondo dopoguerra ad oggi, delineproduzione di acciaio e dove si localizzeranno gli ando i possibili scenari sia per la produzione sia soutilizzatori del metallo». Mentre il 35% del rottame prattutto per l’attività di commercio e lavorazione utilizzato a livello globale proviene direttamente del rottame. dalle acciaierie, infatti, ben il 65% (pari a 370,1 mi«Dopo la seconda guerra mondiale – ha esordito lioni di tonnellate) proviene da acquisti esterni agli Tosini -, la produzione di acciaio è stata caratterizimpianti siderurgici. Di questa percentuale «il 21% zata da due grandi cicli. Il primo è durato dal 1950 è composto da sfridi delle lavorazioni dell’acciaio ed al 1974, ed ha interessato soprattutto i paesi euroil 44% da rottame di riciclo di “vecchi” prodotti in pei, il nord America ed il Giappone, mentre il seacciaio». Data questa situazione «se, quindi, condo è iniziato nel 2000 e dura sino ad oggi, con D pag.8
  • 9. LOCMAN ITALY ® STEALTH TECNOLOGIA PURA TITANIO CARBONIO ACCIAIO SUBACQUEO VETRO ANTIGRAFFIO WWW.LOCMAN.IT LOCMAN BOUTIQUES LOCMAN: S . P. A . - MARINA DI CAMPO BRESCIA CORSO ZANARDELLI, 30 - TEL 030 280055 FIRENZE VIA TORNABUONI, 76/R - TEL 055 211605 TUTTE D’ELBA P O R T O A Z Z U R R O V I A V I TA L I A N I , 2 0 - T E L 0 5 6 5 9 2 0 3 1 2 PORTO CERVO VICOLO DEL CERVO - TEL 0789 92425 IN ISOLA MILANO VIA GONZAGA, 5 - TEL 02 36512893 MARINA DI CAMPO PIAZZA G.DA VERRAZZANO,7 - TEL 0565 977734 P O R T O F E R R A I O C A L ATA M A Z Z I N I , 1 7 - T E L 0 5 6 5 9 1 5 8 9 6 E - LE MIGLIORI CERVINIA VIA CARREL - TEL 0166 940195 GIOIELLERIE
  • 10. lioni di tonnellate, l’India (8,2 milioni di tonnellate) e l’Italia (5 milioni di tonnellate)». Entrando nel dettaglio dei flussi che caratterizzano i movimenti commerciali dei principali acquisitori di rottame a livello mondiale, si vede che la Turchia «ha una politica di approvvigionamento particolare, molto variegata. Il paese anatolico, infatti, acquista dagli Stati Uniti (6,3 milioni di tonnellate), dalla Russia (2,3 milioni di tonnellate) e dall’Unione Europea (6,2 milioni di tonnellate), comportandosi come un vero e proprio player globale. La Corea del Sud, invece, è un operatore che si muove a livello regionale, acquistando soprattutto dal Giappone, così come l’Italia, i cui fornitori sono operatori situati appena dopo il confine nazionale (Germania, Francia, Austria, Ungheria, Rep. Ceca e Slovacchia). Sia all’import di rottame, sia all’export di tondo, l’Italia è molto concentrata su uno o pochi paesi, mentre la Turchia ha una grande capacità di diversificare le fonti: sono comportamenti che dovremmo prendere in considerazione ed imitare». Questo, soprattutto, in quanto il nostro paese è fortemente dipendente dal rottame. «Ne importiamo il 24%25% del nostro fabbisogno annuo – ha proseguito Tosini -. Negli anni abbiamo abbandonato i paesi dell’est come partner commerciali alla fornitura. TOSINI la siderurgia si sposta, con essa si delocalizza anche il 35% della “miniera” di acciaio. Se, invece, cambia locazione l’industria meccanica o l’industria che utilizza i prodotti siderurgici, si muove anche il settore del riciclo». Anche se quest’ultimo segmento «sarà più lento, in quanto il riciclo dell’acciaio ha un processo più lungo, probabilmente nei prossimi anni la miniera del rottame è destinata a prosciugarsi. Chi vorrà proseguire la propria attività nel commercio e riciclo di rottame, quindi, dovrà iniziare ad aprirsi all’idea dell’internazionalizzazione». Ma dove sarà utilizzato il rottame? «È importante verificare il rapporto tra consumo di rottame e disponibilità dello stesso. Analizzando i dati relativi alla materia prima, si nota che, a livello globale, solo i paesi europei non facenti parte dell’Ue e l’Asia sono deficitari, importando più rottame di quello che esportano, mentre l’Europa vanta un export netto di 15,4 milioni di tonnellate. La Turchia è il paese al mondo con la maggior “fame” di rottame, con un import netto di 20,9 milioni di tonnellate, contro i 25,7 milioni di import netto di tutto il continente asiatico (Turchia esclusa). Proseguendo la classifica dei paesi più dipendenti dall’estero per l’approvvigionamento del rottame, dopo i turchi si trova la Corea del Sud, con un fabbisogno di 9,9 mi- Principali importatori di rottame 2012 Paese Origine Turchia Corea India Italia Spagna Germania 0,6 - 0,3 1,9 0,2 Francia - - 0,1 0,8 1,5 Austria - - - 0,6 - Rep. Ceca - - - 0,4 - Slovacchia - - - 0,2 - Ungheria - - - 0,7 - USA 6,3 2,8 1,1 - - Regno Unito 2,4 - 1,3 - 1,1 Russia 2,3 0,9 0,1 - 0,3 Olanda 1,9 0,1 0,3 - 0,2 Romania 1,8 - - - - Belgio 1,3 - 0,2 - 0,1 Bulgaria 0,6 - - - - Giappone - 4,9 - - - Messico - 0,3 - - - Sud Africa - - 1,0 - - Emirati Arabi - - 0,9 - - © Copyright Siderweb Spa - Tutti i diritti sono riservati pag.10
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  • 12. produttiva e quindi una necessità di adeguamento dell’offerta di acciaio alla domanda, con conseguente diminuzione degli impianti meno efficienti (80 milioni di tonnellate di capacità nell’Ue, 542 nel mondo)». Indipendentemente dalla produzione di acciaio, «la domanda di rottame è destinata ad aumentare nei prossimi anni perché produrre acciaio da rottami, invece che da minerali di ferro, è più economico, data la difficoltà della maggioranza dei Paesi produttori ad avere accesso a materie prime ed energia a basso costo. Oltre al fattore economico (riduzione dell’import energetico di circa il 75% e risparmio del 90% dell’import di materie prime) ci sono anche motivazioni ambientali a favore dell’uso dei rottami riciclati». Con queste tendenze in atto a livello globale, è facile immaginare che «mentre in Europa, con il tempo, avverrà un riallineamento tra domanda ed offerta di rottame, con una riduzione sia della produzione siderurgica che di quella di rottame, in futuro i paesi asiatici e la Turchia chiederanno sempre più rottame. In attesa che si creino una propria “miniera” di questa materia prima, questi paesi rastrelleranno il rottame in giro per il mondo, diventando ancor di più decisivi nella determinazione dei prezzi. «Per gli europei, quindi, le quotazioni della materia prima saliranno, mentre la redditività delle acciaierie rimarrà strutturalmente bassa. Gli operatori del rottame, quindi, se vorranno continuare ad operare in mercati in crescita, saranno costretti ad attrezzarsi per l’export». TOSINI In questa strutturale debolezza, è conveniente abbandonare il minerale?». Nella parte conclusiva della sua analisi, Tosini ha approfondito l’offerta del rottame nel nostro paese. «Gli operatori attivi nel commercio e nella lavorazione del rottame sono circa 1.700, dei quali 1.285 con 1-9 dipendenti, 385 con 10-49 addetti e 30 con un numero di lavoratori compresi tra 50 e 249. In Germania, pur con un gettito quasi doppio al nostro paese, gli operatori sono meno (1.455) ad anche in Spagna sono circa un migliaio. L’offerta nel nostro paese è estremamente polverizzata: ma con un’industria siderurgica che punta sempre più alla globalizzazione, i nostri operatori del rottame saranno capaci di internazionalizzarsi? Credo che, se le cose rimarranno così, ci potrebbe essere qualche problema». Problemi acuiti anche dalla situazione dei clienti dei commercianti di rottame, ovvero le acciaierie. Se si analizzano le performance di bilancio del 2011 (ultimi dati disponibili), si vede che rispetto al 2008 gli indici di redditività dei produttori siderurgici sono nettamente calati, così come gli indici di indebitamento, gli oneri finanziari e la liquidità. «I commercianti di rottame hanno di fronte dei clienti con dei cali strutturali dei risultati di bilancio – ha spiegato Tosini -, una situazione che potrebbe creare qualche problema». Le criticità per la siderurgia, infatti, non mancano. Negli ultimi anni si nota un «aumento della rischiosità conseguente al calo di redditività dovuta alla compressione del margine, un eccesso di capacità Who’s who: Gianfranco Tosini Classe 1949, si è laureato in Economia e Com- responsabile dell’area studi, pianificazione e mercio all’Università di Parma ed ha con- controllo di gestione di Banca San Paolo. Nel seguito la specializzazione in Economia del 1999 è passato all’Associazione Industriale Territorio all’Università di Ginevra (Svizze- Bresciana con l’incarico di responsabile del ra). É stato capo ripartizione dell’area studi settore Economia e Centro Studi. Dal 2010 è e pianificazione della Provincia di Brescia e responsabile dell’ufficio studi di Siderweb. pag.12
  • 13. www.alfalaminati.it FERROLEGHE PER L’INDUSTRIA SIDERURGICA Al.Fa Laminati è da 25 anni una delle aziende leader nella distribuzione di ferroleghe per il mercato siderurgico italiano. Al.Fa Laminati offre una gamma di prodotti di alta qualità a prezzi competitivi, quali: ferro silicio, ferro silico-manganese 88 25 RY ANNIVERSA AL.FA Laminati srl Via Tito Speri 19 25040 Corte Franca frazione Nigoline (BS) Italy Ph. +39 030 9847194 Fax +39 030 9828331 info@alfalaminati.it n. 01-2119480401-47-0145 per Si ferro alluminio th n. 01-2119462838-24-0286 per Fe ferro cromo carburato e affinato - 2013 n. 01-2119485286-28-0061 per FeSi ferro manganese carburato e affinato 19 Qualificata ISO 9001:2008, soddisfa i requisiti della normativa REACH. Le certificazioni ottenute: n. 01-2119449803-34-0097 per Mn La qualità dei prodotti Al.Fa Laminati inizia dalla fase produttiva e termina con la valutazione analitica delle caratteristiche delle varie ferroleghe attraverso prove strutturate e certificate da idonei laboratori. Al.Fa Laminati è in grado di soddisfare e risolvere qualsiasi esigenza sia di tipo logistico (consegne, pezzature e imballi) che di tipo qualitativo.
  • 14. Le sfide future per il settore italiano del rottame PEZZOTTI Romano Pezzotti (Presidente Assofermet Rottami) I nternazionalizzazione, impoverimento della raccolta, quotazioni e situazioneRiva Forni Elettrici. Questi i temi trattati da Romano Pezzotti, presidente di Assofermet Rottami, durante l’intervento al convegno organizzato da Siderweb. «Il mercato nazionale del rottame - ha spiegato Pezzotti - ha vissuto un primo trimestre dell’anno con prezzi sostanzialmente stabili e con fermi produttivi consolidati di circa una settimana al mese. Quando le produzioni sono leggermente aumentate, nel corso del secondo trimestre, si è creata una situazione anomala e il comparto ha visto in 50 giorni un crollo verticale dei prezzi, stimabile in un -20%». Questi ribassi così repentini sono stati, secondo il presidente di Assofermet Rottami, uno shock per il settore della materia prima da forno elettrico. «Il 20% di calo delle quotazioni in un arco di tempo così ristretto ha causato uno sconvolgimento all’approvvigionamento del rottame, creando dei blocchi sui flussi di vendita. Inoltre, i nostri contratti sono mensili o addirittura trimestrali e per girare all’approvvigionamento questi ribassi così sostanziosi abbiamo bisogno di circa un mese. Una situazione insostenibile che inoltre ha generato e rinvigorito una volatilità deleteria per tutto il comparto». Mentre il mercato nazionale del rottame viveva questa fase anomala, il comparto internazionale è sembrato maggiormente coerente, seguendo una logica congiunturale e adattandosi all’andamento del dollaro. Pezzotti ha dunque chiesto a tutte le parti coinvolte una più stretta collaborazione: «Serve maggiore sinergia tra commercio di rottame e produzione d’acciaio, siamo in una fase molto critica e questo è il momento più opportuno per trovare un’intesa, per definire un percorso evolutivo che coinvolga la nostra categoria e quella dei produttori nazionali di acciaio». pag.14
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  • 16. Romano Pezzotti che stanno continuando, con impegno, ad aiutare Riva Forni Elettrici. Mi auguro che questo possa essere un esempio di come si debba lavorare insieme». Rispetto alle questioni ambientali Pezzotti auspica che questo ideologismo ambientale e questa pressione giudiziaria non sia solo l’inizio di una battaglia contro le imprese siderurgiche in generale. Altrimenti, spiega Pezzotti: «se questo accanimento dovesse arrivare anche tra le nostre realtà si creerebbe una situazione insostenibile, in un momento critico come quello che il settore dell’acciaio italiano sta attraversando». Per i mesi futuri, infine, Pezzotti si è detto preoccupato, poiché il mercato sarà in ogni caso trainato da queste incertezze legate alle produzioni delle acciaierie, e «poiché l’inversione di tendenza delle quotazioni oggi dovrà andare a scontare quella pressione che è stata spinta nella fase discendente». Who’s who: Romano Pezzotti Nato nel 1963, nel 1985 entra nell’azienda Rottami. Nel 2006 viene eletto presidente di famiglia, la Fersovere, di cui oggi rico- dell’associazione, carica che ricopre anche pre il ruolo di amministratore delegato. Dal oggi dopo le rielezioni del giugno 2009 e del 2000 al 2006 è vicepresidente di Assofermet maggio 2012. pag.16 PEZZOTTI Un’altra dinamica critica è la carenza di gettito di rottame. Rispetto a questo fattore Pezzotti ha spiegato che sul mercato nazionale mancano, dal 2008 ad oggi, circa 2 milioni di tonnellate di rottame. «Di queste, 700.000 sono venute a mancare per le minori rottamazioni di autoveicoli, un milione di tonnellate deriva da una contrazione del gettito del manifatturiero (delle quali 700.000 per cause congiunturali e 300.000 per innovazioni tecnologiche che hanno consentito di ridurre gli scarti di lavorazione) e le restanti 300.000 per la crisi dell’edilizia» . Rispetto alla natura sempre più mondiale del mercato, Pezzotti considera il settore pronto per accogliere questa sfida, a patto che arrivino anche dei supporti a livello internazionale: «Il commerciante si deve globalizzare, dovremo esportare sempre più rottame. Ad una prima analisi del piano europeo per la siderurgia, esso sembra andare nella direzione opposta, soprattutto rispetto ai vincoli per le esportazioni. Il rottame deve essere libero di muoversi come tutto il resto dei materiali e le normative devono necessariamente andare in questa direzione». Il presidente di Assofermet Rottami ha commentato poi la situazione legata alle vicende Riva Forni Elettrici, sottolineando come il commercio di rottame abbia speso le forze in un’ottica sinergica: «Ci siamo comportati come se fossimo dei partner, non l’abbiamo visto come un’incidente solo di un cliente. Abbiamo fatto di tutto e stiamo facendo di tutto e questo è un modo migliore, a mio giudizio, di lavorare e di collaborare. Riva Forni Elettrici rappresenta il più importante produttore italiano e dalla nostra categoria sono arrivati dei segnali importanti in aiuto e a supporto degli impianti del gruppo. Anche qui in sala sono presenti dei commercianti
  • 17. Riva Forni Elettrici: POCHI MESI PER IL RITORNO DELLA LIQUIDITà MAPELLI Carlo Mapelli (Politecnico di Milano) È stato Carlo Mapelli, docente del Politecnico di Milano e consulente del gruppo Riva, ad affrontare l’argomento più spinoso ed atteso del convegno sul rottame organizzato da Siderweb: vale a dire la questione Ilva-Riva Forni Elettrici. Dopo il maxi sequestro da 8,1 miliardi di euro ai danni della holding del gruppo Riva, la Riva Fire, tra i fornitori di rottame era cresciuta la tensione e la preoccupazione che le commesse non potessero essere pagate, sentimenti però che non hanno fatto venir meno la correttezza dei fornitori, come testimoniato dallo stesso Mapelli. «C’è stata una grande collaborazione da pare dei distributori di rottame, sia nei confronti di Ilva che di Riva Forni Elettrici – ha ribadito il professore -, due società che da sorelle sono diventate adesso solo cugine, dopo il riassetto. Il gruppo ha infatti scorporato in maniera comple- ta la parte degli altiforni, che comprende i siti di Taranto, Patrica (Fr), Genova e Novi Ligure (Al), e poi tutta la parte forni elettrici che oltre ai siti esteri ha tre acciaierie nel nord Italia: Lesegno (Cn), Caronno (Va) e Galtarossa (Vr). Questa situazione che Ilva sta attraversando contribuisce, inoltre, a mandare in tensione anche il mercato del rottame, dal momento che l’Ilva è essa stessa una produttrice di rottame, oltre che una consumatrice. Gran parte del lamierino utilizzato per la produzione degli acciai speciali da costruzione è prodotto all’interno degli stabilimenti del gruppo, quindi anche per le aziende che prima si approvvigionavano da Genova e Novi, ora è più difficile reperire la materia prima e per gli acquisti devono rivolgersi altrove, spesso all’estero». Mapelli ha poi risposto ad una domanda informale lanciata dagli altri relatori sugli eventuali esiti di una partita virtuale a braccio di ferro tra i produttori di acciaio ed i pag.17
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  • 19. zo, ed è legata al tipo di business e di settori serviti dalle varie realtà». Mapelli ha quindi concluso chiarendo un aspetto chiave sull’apertura del rottame ai mercati internazionali, e all’atteggiamento che potrebbe sembrare in parte protezionista assunto dall’Unione europea nel nuovo action plan sull’acciaio. «Mi trovo d’accordo con chi sostiene che la materia prima debba essere libera di circolare, perché in caso contrario si creano distorsioni gravissime, come testimoniato anche dalle parole di Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi, che ha descritto gli effetti dirompenti di alcune tecniche utilizzate per calmierare i prezzi della farina. La situazione corretta è quella di non porre dazi, ma si deve far attenzione su certi paesi. È giusto lasciare il rottame libero di circolare negli stati extra Ue che rispettano i medesimi parametri ambientali dell’Unione, ma non negli altri. Bisogna tenere conto che non si commercia solo il rottame, ma qualcosa di più nascosto, che è l’energia utilizzata per produrre quel rottame e contenuta in esso. Una cosa che non è banale: infatti, se voi confrontate le oscillazioni del prezzo del rottame e quelle dei prodotti energetici vedete a volte una correlazione. L’energia è la fatica fatta dai gestori degli altiforni per separare l’ossigeno dal ferro e produrre l’acciaio. Se io devo commerciare il rottame con un paese extra Ue che rispetta i vincoli, nessun problema, se si commercia ad esempio con la Turchia che non lo fa, io sto depauperando il mio sistema di tutta l’energia e il lavoro che ho fatto. Credo che la politica dell’Ue debba puntare a non favorire dei concorrenti che si avvantaggiano da pratiche scorrette». Who’s who: Carlo Mapelli Professore Ordinario di Metallurgia al Poli- lavori scientifici. Vanta una lunga esperienza tecnico di Milano. consulenziale in ambito siderurgico. Nato a Inzago (MI) nel 1973 e laureato in In- Dal 2013 è consulente dell’Ilva per l’applicagegneria dei Materiali presso il Politecnico di zione dell’Aia. Milano. Autore di oltre 70 pubblicazioni su pag.19 MAPELLI fornitori di materia prima. Chi cederebbe prima? «Posso assicurare che tra i produttori e i fornitori crollano prima i produttori. Basti pensare alle dimensioni dei costi operativi che sono in campo. È stato citato in precedenza il caso Stefana (bloccata tre giorni per verifiche dell’Asl a seguito di strascichi per un incidente del 2010, ndr). Ecco, tre giorni di fermo compromettono il bilancio, pensate cosa può accadere su un impianto come Ilva. La cosa è ovviamente più pesante, e le quote di mercato che si perdono per la diffidenza hanno conseguenze a dir poco devastanti. Faccio immediatamente un esempio: un utilizzatore che non fidandosi di Ilva si rivolge a ArcelorMittal o Tata, è costretto a firmare un contratto di fornitura di almeno tre anni. A ciò si aggiunge un aggravio dei costi che fa venire meno l’effetto di calmieramento dei prezzi fornito dalla presenza di un produttore nazionale». Rassicurazioni sono invece arrivate per il futuro della divisione forni elettrici del gruppo Riva, sia sulla solvibilità che sulle tempistiche necessarie alla ricostituzione della liquidità necessaria a garantire l’operatività dell’azienda. «Per quanto riguarda Riva Forni Elettrici i fornitori non devono temere, soprattutto per coloro che forniscono le acciaierie che lavorano gli acciai speciali che, posso assicurare, hanno contratti che saturano per diversi mesi la capacità produttiva. La scelta gestionale attuale ha imposto un cambio chiaro e radicale: mantenere nelle controllate tutta la liquidità che veniva dirottata prima sulla holding. La ricostituzione della liquidità, quindi, è solo una questione di tempo. Io, che sono tra gli ottimisti, ritengo che in tre mesi si possa ricostituire la base di liquidità di Riva Forni Elettrici. I più pessimisti, anche all’interno del gruppo, indicano invece i tempi necessari in cinque o sei mesi. Probabilmente la realtà sta nel mez-
  • 20. I servizi video di Siderweb Un convegno interattivo tra i relatori e la folta platea di pubblico: questi gli obiettivi che Siderweb, con la collaborazione di Made in Steel, si era prefissata nell’organizzazione dell’evento «Rottame: il futuro del comparto tra mercato, strategia e Ilva». La redazione del quotidiano online della community dell’acciaio ha realizzato quattro video interviste ai relatori dell’incontro per approfondire le numerose tematiche prese in esame nel corso dell’evento. Clicca sulle immagini sottostanti per i contributi video di Gianfranco Tosini – responsabile dell’Ufficio Studi di Siderweb -, Achille Fornasini – Chief Analyst di Siderweb -, Romano Pezzotti – Presidente di Assofermet Rottami – e Carlo Mapelli - docente di metallurgia al Politecnico di Milano e consulente Ilva per l’attuazione dell’Aia -. Fornasini: l’analisi tecnica del prezzo del rottame Tosini: rottame mercato internazionale Pezzotti: sinergie nella filiera Mapelli: situazione Riva Forni Elettrici pag.20
  • 21. Un contenitore indipendente di notizie, informazioni, analisi, dati, prezzi, opinioni. Il punto di riferimento e confronto quotidiano per gli operatori del settore. Scarica la nuova APP di siderweb.com collegati al sito www.siderweb.com