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Workshop:
   Le coste pugliesi: tra prospettive di
      sviluppo ed esigenze di tutela


               La subsidenza
        delle piane costiere pugliesi

                          Massimo Angelo CALDARA



Dipartimento di Scienze della Terra e Geambientali    Monopoli, 18 gennaio
Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”                     2013
                                                     Hotel Lido Torre Egnazia
Innalzamento del livello del mare




https://www.e-education.psu.edu/drupal6/files/geog438w/images/module4/sealevelriseforecast.jpg
Scenari globali in f delle emissioni di
                 CO2




 http://www.ipcc.ch/graphics/2001wg1/large/04.03.jpg
 http://www.ipcc.ch/graphics/2001wg1/large/1.33.jpg
Ingressione marina
              Gli scenari globali




      Tavoliere una delle aree più colpite dalla “futura”
                 ingressione marina in Italia
Proiezione per il futuro:
               innalzamento di 50 cm

                                                    • profondità di
• Aree
                                                     penetrazione
 inondate
                                                     nell’entroterra:
 650ha
                                                     3Km


• Aree salse
                                                    • profondità di
 e palustri
                                                     penetrazione
 1095ha
                                                     nell’entroterra:
                                                     4Km



                   Tesi di laurea: Triggiani 2007
Proiezione per il futuro:
               innalzamento di 100 cm

                                                    • profondità di
• Aree
                                                     penetrazione
  inondate
                                                     nell’entroterra:
  1700ha
                                                     5Km

• Aree salse
                                                    • profondità di
  e palustri
                                                     penetrazione
  800ha
                                                     nell’entroterra:
                                                     6Km



                   Tesi di laurea: Triggiani 2007
Attività conoscitive per l'elaborazione
del Piano di Bacino Regionale (2000)




 Studio preliminare sulle aree che potrebbero essere interessate da fenomeni
      di subsidenza fatto dal Dipartimento di Geologia e Geofisica nel 2000
Indizi di subsidenza




Rinaturalizzazione dell’area a
     ridosso dell’Oasi Lago
       Salso, che era stata                            Progressiva penetrazione del
   interessata dalle colmate                               mare e creazione di una
             storiche                                         salt marsh a sud
                                                               dell’Ippocampo




                                 Lesioni a manufatti
POR Puglia “Coste” 2000-2006:
                      2000-
MONITORAGGIO              DEGLI INTERVENTI DI DIFESA
COSTIERA E DELL’ EVOLUZIONE DEI LITORALI
                           Rilievi DGPS
                             Rete di capisaldi di precisione
                          realizzati per monitorare la costa con
        Rilievi esterni                                            Rilievi interni
                                      il sistema DGPS



          Ambito 2




                              Ambito 3
POR Puglia “Coste” 2000-2006:
                       2000-
        risultati misure GPS




• Differenze fra misure relative ad un intervallo di 29 mesi espresse in metri
      • In rosso i valori di subsidenza superiori all’errore strumentale
                 • intervallo di osservazione troppo breve
Monitoraggio con tecniche SAR
Si tenta di utilizzare le tecnologie SAR alle aree costiere al fine di avere
un dato attendibile su un periodo di tempo lungo e verificare i trend in
atto.
Tale metodo sperimentato sull’area campione del Tavoliere potrà, se
valido, essere esportato con facilità a tutte le aree costiere.




 Lo studio è stato realizzato con la collaborazione dell'Istituto di Studi
 sui Sistemi Intelligenti per l'Automazione (CNR – ISSIA di Bari)




   Il radar ad apertura sintetica (SAR) é uno strumento costituito da un
   radar di tipo convenzionale montato su una piattaforma mobile (un
   aeroplano o un satellite).
Immagini radar acquisite
         ERS-1 dal 1991 al 1995
         ERS-2 dal 1991 al 2001
         intervallo temporale tra due acquisizioni
         successive 35 giorni (archivio ESA)
          https://earth.esa.int/web/guest/missions/esa-operational-eo-missions/ers



         ENVISAT dal giugno 2003 al giugno
         2008, fine missione aprile 2012
         intervallo temporale tra due acquisizioni
         successive 35 giorni (archivio ESA)
         https://earth.esa.int/web/guest/news/featured-stories/image-gallery-may-12


Immagini radar da acquisire
             TERRASAR X dal gennaio 2008
             intervallo temporale tra due
             acquisizioni successive 11 giorni
             (Agenzia Spaziale Tedesca)
                 http:// http://www.dlr.de/dlr/en/desktopdefault.aspx/tabid-10002/
SAR: approfondimenti

   Segue una breve descrizione del metodo. Alcune
immagini, protette da copyright, non sono visibili, ma è
riportata la fonte da cui si possono trarre.

   La trattazione, completa di un corso di formazione, è
riportata sul

                  Geoportale Nazionale

      Progetto Persistent Scatterers Interferometry



http://www.pcn.minambiente.it /GN/progetto_psi.php?lan=it
Geometria di acquisizione

                    Fig. 6 Geometria di acquisizione
                           Tratta da: CORSO
                       Principi base della Tecnica
                            Interferometrica

                   http://-www.pcn.minambiente.it/-PC
                       N/--progetto_psi1.php?lan=it




Un sistema radar ad apertura sintetica si basa sull'emissione di impulsi
elettromagnetici a microonde.
Gli impulsi di energia sono inviati da un’antenna montata sulla piattaforma
del satellite ed il segnale di ritorno (eco), dopo aver colpito gli oggetti al
suolo, viene registrato da opportuni strumenti presenti a bordo generando
un immagine bidimensionale le cui dimensioni sono la distanza dal sensore
(range) e la direzione dell’orbita della piattaforma (azimut).
Immagini SAR

  Ogni pixel immagazzina, sotto forma di un numero
complesso, le informazioni di ampiezza e di fase
derivanti dall’eco degli oggetti (retrodiffusori o
scatterers) presenti nella cella di risoluzione che
rappresenta.


 Fig. 6 Misurare le distanze         Fig. 5 L’immagine SAR

     Tratta da: CORSO DI               Tratta da: CORSO DI
          FORMAZIONE                        FORMAZIONE
    Principi base della Tecnica       Principi base della Tecnica
         Interferometrica                  Interferometrica
http://-www.pcn.minambiente.it    http://-www.pcn.minambiente.it
/-PCN/--progetto_psi1.php?lan     /-PCN/--progetto_psi1.php?lan
              =it                               =it
Interferometria SAR
  L'interferometria SAR si basa sulla combinazione di due
immagini SAR della scena, rilevate da posizioni leggermente
diverse nello stesso istante o in un tempo differito e permette
di seguirne l'evoluzione nel tempo con un'elevata sensibilità
agli spostamenti coerenti del suolo.
Applicazioni SAR



 Data una coppia di immagini SAR e nota le posizione di
 ripresa dei satelliti per ciascuna di esse, sarà possibile
 ricostruire la posizione 3D di ogni pixel della scena.

• Applicazione tipica: analisi della topografia della scena
  ripresa e generazione di DEM (Digital Elevation Model) ad
  alta risoluzione.
Interferometria SAR
L’interferometria SAR va considerata come strumento per
l’applicazione della tecnica Permanent Scatters, mediante la
quale vengono considerati come “diffusori permanenti” parti di
edifici, strutture metalliche, rocce esposte, in generale elementi
già presenti al suolo, le cui caratteristiche elettromagnetiche non
variano sensibilmente di acquisizione in acquisizione; questo non
accade invece alla vegetazione, il cui aspetto muta di continuo.
La griglia dei PS si può ritenere come una rete di stazioni GPS
“non convenzionale
 non convenzionale”.
                                          Fig. 34 Che cosa sono i
                                           Permanent Scatters?

                                            Tratta da: CORSO DI
                                                 FORMAZIONE
                                           Principi base della Tecnica
                                                Interferometrica
                                       http://-www.pcn.minambiente.it
                                       /-PCN/--progetto_psi1.php?lan
                                                     =it
Interferometria differenziale
               (D-InSAR)
                  InSAR)
  Confronto di immagini derivanti da riprese multitemporali

 Monitoraggio di fenomeni dinamici: frane, subsidenza, faglie, singoli
edifici




          Fig. 22 Misura                    Fig 39 Principali applicazioni
         interferometrica
                                                 Tratta da: CORSO DI
       Tratta da: CORSO DI                            FORMAZIONE
            FORMAZIONE                          Principi base della Tecnica
      Principi base della Tecnica                    Interferometrica
           Interferometrica
  http://-www.pcn.minambiente.it                        Da:
  /-PCN/--progetto_psi1.php?lan            http://-www.pcn.minambiente.it
                =it                        /-PCN/--progetto_psi1.php?lan
                                                         =it
Tecnica dei diffusori permanenti
 (Permanent Scatterers o PS)


         identificazione all’interno di una scena di bersagli
         isolati ed affidabili estremamente stabili nel tempo

         le misure di deformazione sono effettuate sui
                     Permanent Scatterers

         precisione nell’ordine di pochi mm/anno
Permanent Scatterers Interferometry
              (PSI)
    Monitoraggio degli spostamenti verticali di oggetti con
  caratteristiche di retrodiffusione stabili (manufatti antropici)
  nell’intervallo di osservazione.




                        Fig. 24 approccio multi
                               immagine

                          Tratta da: CORSO DI
                               FORMAZIONE
                         Principi base della Tecnica
                              Interferometrica
                     http://-www.pcn.minambiente.it
                     /-PCN/--progetto_psi1.php?lan
                                   =it
Interferometria differenziale SAR:
         scelta immagini
Tornando al nostro problema: subsidenza area costiera del Tavoliere:

  Immagini acquistate dall’ESA sottoponendo un “Category-1 Project”
  La scelta delle immagini è fatta utilizzando il software DESCW
  distribuito dall’ESA
  Immagini individuate secondo “sistema di coordinate track-frame”
  che indicano la traccia al suolo del satellite e la posizione di questo
  sulla sua orbita attraverso il numero del nodo
Interferometria differenziale SAR:
         scelta immagini
Per il nostro studio è stata scelta per la serie ascendente la track 315,
frame 827 (spostato di 8 nodi rispetto al frame “standard” 819), per quella
discendente la track 222, frame 2773 (spostato di 8 nodi rispetto allo
standard 2781)
3 serie di immagini ERS ascendenti, ERS discendenti, ENVISAT
ascendenti
Copertura SAR utilizzata
103 immagini ERS ed ENVISAT che ricoprono un intervallo
temporale dal 1992 al 2008




                                                    Giallo: ENVISAT
                                                    ascendenti;
                                                    azzurro: ERS-1/2
                                                    ascendenti;

                                                    rosso: ERS-2
                                                    discendenti
Analisi preliminare in ampiezza




  Distribuzione dei PSC sul frame ENVISAT ascendente
                                                 TRIGGIANI, 2011
Analisi preliminare in ampiezza




    Si evidenziano per la zona costiera, ampie aree
         quasi prive di scatteratori (ERS desc)
                                               TRIGGIANI, 2011
Definizione delle patch

Il metodo dei Persistent Scatterers (PS) si è dimostrato
estremamente valido in aree ad elevato numero di
diffusori (aree urbane),
per le aree extraurbane e le aree costiere il numero
limitato di bersagli stabili obbliga a compiere l’analisi su
aree più piccole (patch), che vengono analizzate
indipendentemente e poi correlate.

La correlazione avviene settando un offset per ogni
patch ossia le velocità vengono misurate rispetto ad un
punto di controllo, cioè a meno di un valore costante

Laddove è possibile elaborare patch parzialmente
sovrapposte si può raccordare con bassi margini
d’errore
Analisi di fase indipendente
 L’elaborazione, che porta alla stima della velocità di movimento di
ogni PS, viene fatta in maniera indipendente per ognuna delle patch




      15   mm/y   -15

Velocità medie in mm/a
                                                           TRIGGIANI 2011
Analisi di fase riscalata

    La velocità del punto di controllo sono modificate in modo da
riscalare le velocità dei PS e raccordarle a quelle delle altre patch
immaginando un andamento regolare della subsidenza




            −15   mm/y   15

                                                         TRIGGIANI 2011
Ricerca del punto di riferimento stabile
   La ricerca del punto stabile a cui
ancorare le velocità di subsidenza
è stata condotta utilizzando i tassi
di sollevamento calcolati nell’area




DE SANTIS et alii, 2010
Ricerca del punto di riferimento stabile
     L’area di Coppa Nevigata risulta quella che da più tempo (410ky)
   ha subito una variazione minima (0,007mm/y) per cui può essere
   considerata il punto stabile




                                            Coppa Nevigata
                                                0,007 mm/y
                                                    (410ky)

                                                 Foce Cervaro
                                                         -0,21 mm/y
                                                  Ippocampo(125ky)
Particolari elaborazione




 ERS asc                       ERS desc
1992-2000                     1995-2000




                            ENVISAT asc
                             2003-2008
Situazione Ippocampo: tendenze
                      tendenze




                         Triggiani et alii 2010
Risultati: SAR




   Si evidenzia la presenza di una deformazione che
interessa l’intero intervallo temporale analizzato,
spazialmente distribuito a formare una depressione
lentiforme centrata sul villaggio turistico Ippocampo   Triggiani et alii 2009b
Particolari Ippocampo




La subsidenza sta accelerando negli ultimi anni
                                                  Triggiani et alii 2009b
 soprattutto in corrispondenza della salt marsh
Confronto con i dati del progetto
         VELISAR (INGV, 2007)




      Ers Desc 1995-2000                                  Ers asc 1992-2000




              Da (http://kharita.rm.ingv.it-/gmaps/vel/-Index_it.htm)

Il progetto Velisar utilizza nell’elaborazione l’intero frame e non singole patch.
     L’area costiera è in subsidenza con massimi incentrati su Zapponeta
Confronto con i dati del progetto PST
  (Ministero dell’Ambiente 2010)
                        ERS Asc 1992-2000




                                  Da:
                  http://-www.pcn.minambiente.it/-PC
                      N/--progetto_psi1.php?lan=it




   Anche questo progetto utilizza nell’elaborazione l’intero frame e
                         non singole patch.
      L’area costiera è in subsidenza a partire dal T. Cervaro
              raggiungendo il massimo a Zapponeta
Confronto con i dati del progetto PST
  (Ministero dell’Ambiente 2010)
                    ERS Asc 1995-2000




                               Da:
               http://-www.pcn.minambiente.it/-PC
                   N/--progetto_psi1.php?lan=it




      L’area costiera è in subsidenza a partire dal T. Cervaro
              raggiungendo il massimo a Zapponeta
Confronto dati vari progetti
                   Velisar       Ministero         Dipartimento di Geologia e
                                 Ambiente                  Geofisica
                                                       CNR - ISSIA Bari
                     ERS            ERS            ERS             ENVISAT
                 (1992-2000)    (1992-2000)    (1992-2000)       (2003-2008)
                    (mm/y)         (mm/y)         (mm/y)            (mm/y)

    Zapponeta    -14 <vel <-8   -15 <vel< -9        ±-7 *            ±0 *


   Ippocampo     -14 <vel <-5   -9 <vel < -4   -10 <vel <-4      -12< vel< -7


    salt marsh    NO DATA         Vel < -20         -6 **          Vel < -25


* La differenza viene dal difficile raccordo tra
       la pacht dell’Ippocampo e quella di
  Zapponeta, dovuta a pochi PS fra le due                      Tesi PhD Triggiani 2011
                        aree
 ** Il valore è solo indicativo poiché ricavato
                  da pochi PS
Validità Interferometria differenziale
         e futuri monitoraggi
   Tutti i metodi mettono in evidenza che l’area è in subsidenza,
solo non vi è perfetto accordo sull’entità.
    Negare la sua esistenza e dire che sarebbe il caso di iniziare un
monitoraggio con sistemi GPS vuol dire che molti studiosi hanno
sprecato tempo e soldi pubblici inutilmente.
   E’ invece il caso di individuare le cause del problema e trovarne i
rimedi.

   Comunque è il caso di continuare il monitoraggio con
questa metodologia acquisendo le immagini ENVISAT
dal 2008 al 2012 e tutte le future TERRASAR X che
hanno un intervallo temporale tra due acquisizioni
successive di soli 11 giorni.
   Al fine di risolvere i problemi legati alla scarsità e/o
mancanza in alcune aree di PS validi sarebbe il caso di
installare una rete di coppie di riflettori artificiali ad hoc
La subsidenza nel Tavoliere…


• Subsidenza naturale connessa con fenomeni
  tettonici e isostatici

• Subsidenza naturale connessa con i fenomeni di
  compattazione dei sedimenti di origine recente

• Subsidenza antropica
La subsidenza nel Tavoliere:
              fenomeni tettonici




                                          Coppa Nevigata
                                              0,007 mm/y
                                                  (410ky)

                                               Foce Cervaro
                                                       -0,21 mm/y
                                                Ippocampo(125ky)




   Subsidenza naturale connessa con fenomeni tettonici e
isostatici è pari a 0,21 mm/a valore registrato negli ultimi
125.000 anni (DE SANTIS et alii, 2010)
La subsidenza nel Tavoliere:
• Subsidenza naturale connessa con i fenomeni di
  compattazione dei sedimenti di origine recente
  (Olocene spessore interessato 5-20 metri)




Carotaggio eseguito il località Sciale delle Rondinelle - Manfredonia (FG)
La subsidenza nel Tavoliere
• Subsidenza naturale connessa con i fenomeni di
  compattazione dei sedimenti relativi a colmate storiche
  (spessore interessato 2-3 metri)




          Voli IGM 1955: F. 164 Foggia str.139 f. 8914;
                   1972: F. 164 Foggia str.1 f. 10239
La subsidenza nel Tavoliere:
                          cause antropiche
       • compattazione dei sedimenti per carico geostatico o per applicazione di
         sovraccarichi.
       • consolidazione dei terreni sciolti a grana fine in seguito all’estrazione di
         acque sotterranee (emungimento).




    Immagine delle campagne del
Tavoliere con numerosi pozzi e vasconi           Lesioni dovute a subsidenza per
   per raccolta di acque. Volo 2005                        emungimenti
La subsidenza nel Tavoliere:
                    cause antropiche
• processi di erosione e trasporto di particelle fini (“piping”) all’interno di
  pozzi mal realizzati o che prelevano portate eccessive. Tale processo
  porta alla formazione di vere e proprie cavità nel sottosuolo e genera un
  impoverimento tessiturale




            Esempio di materiale portato in superficie da
             pozzo per acqua realizzato con filtri errati
La subsidenza nel Tavoliere:
                    cause antropiche


• consolidazione per estrazione di idrocarburi. La subsidenza si manifesta
  come risultato della compattazione in profondità delle rocce serbatoio e
  conseguente deformazione dei terreni di copertura sovrastanti
Possibili cause subsidenza Ippocampo

    1975




                    Si noti l’area poco coltivata e
                          poco antropizzata
                    Volo IGM 1975: F. 164 Foggia
                              str.1 f. 10239
Possibili cause subsidenza Ippocampo




                     Agricoltura molto sviluppata
                     con conseguente prelievi in
                     falda in zona di divieto assoluto
                     di emungimento

                     Immagini tratte da Google Earth
Altre possibili cause subsidenza
           Ippocampo
Negli ultimi anni, in concomitanza di eventi meteomarini intensi,
alcune aree retrodunari vengono allagate e si stanno convertendo
in “salt marsh”




                              Allagamenti
                           area “Ippocampo”
                             (Manfredonia)
Altre possibili cause subsidenza
          Ippocampo

    Processi dovuti a variazioni volumetriche delle argille connesse
alla variazione della soluzione circolante, ancora tutti da studiare,
collegati:

  all’ingressione dell’acqua marina a seguito di mareggiate

  al graduale miscelamento e sostituzione dell’acqua dolce delle
  varie falde sfruttate e presenti al di sopra delle argille
  subappennine con acqua salata (spessore interessato fino a
  100 metri)
Proiezione per il futuro a cui si dovrà
      aggiungere la subsidenza

                                                • profondità di
• Aree
                                                 penetrazione
  inondate
                                                 nell’entroterra:
  1700ha
                                                 5Km

• Aree salse
                                                • profondità di
  e palustri
                                                 penetrazione
  800ha
                                                 nell’entroterra:
                                                 6Km



               Tesi di laurea: Triggiani 2007
Lavori citati
AA.VV. (2000) - Attività conoscitive per l'elaborazione del Piano di Bacino Regionale. Rapporto interno Regione Puglia
   realizzato dal Dipartimento di Geologia e Geofisica dell’Università degli Studi di Bari.
AA.VV. (2009) – Monitoraggio fisico degli interventi di difesa delle coste già finanziati e realizzati, misura 1.3 – Azione 2b e 4
   del POR Puglia 2000-20006. Rapporto interno Regione Puglia.
DE SANTIS V., CALDARA M., DE TORRES T. & ORTIZ E. (2010) - Stratigraphic units of the Apulian Tavoliere plain (Southern
   Italy): chronology, correlation with marine isotope stages and implications regarding vertical movements. Sedimentary
   Geology, 228, 225-270, 7 figg., 2 tabb., Amsterdam.
MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE - DIREZIONE GENERALE PER LA DIFESA DEL
   SUOLO. Corso di formazione: Principi base della Tecnica Interferometrica. http://www.pcn.minambiente.it/-PCN/--
   progetto_psi1.php?lan=it
MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE - DIREZIONE GENERALE PER LA DIFESA DEL
   SUOLO. Progetto Persistent Scatterers Interferometry: http://www.pcn.minambiente.it/-PCN/--progetto_psi1.php?lan=it
TRIGGIANI M. (2007) Ricostruzione storico-ambientale dell’evoluzione della bassa valle del Candelaro mediante tecniche di
   analisi e comparazione GIS. Tesi di Laurea Specialistica in Scienze della Natura, Università di Bari
TRIGGIANI M. (2011) Le tecniche di interferometria radar applicate allo studio della subsidenza nel Golfo di Manfredonia (FG).
   Tesi di Dottorato in Geomorfologia e Dinamica Ambientale ciclo XXIII, 92 pp., ISBN 978-88-7522-039-6.
TRIGGIANI M., REFICE A., CAPOLONGO D., BOVENGA F., CALDARA M. (2009a) - Studio della Subsidenza nel Golfo di
   Manfredonia (FG) con Ausilio di Tecniche D-InSAR. Atti 13 Conferenza Nazionale ASITA, Bari 1-4 dicembre 2009, pp.
   1795-1800, ISBN 978-88-903132-2-6.
TRIGGIANI M., REFICE A., CAPOLONGO D., BOVENGA F., CALDARA M. (2009b) - Investigation of subsidence in the
   Manfredonia Gulf (Southern Italy) through multitemporal DInSAR techniques. Geophysical Research Abstracts, Vol. 11,
   EGU2009-7341-1, 2009EGU General Assembly 2009.
TRIGGIANI M., REFICE A., CAPOLONGO D., BOVENGA F. & CALDARA M. (2010) - Investigation of Subsidence in the
   Manfredonia Gulf (Southern Italy) Through Multitemporal DInSAR Techniques, Proc. FRINGE 2009, ESA SP-677, Frascati,
   Italy, 30 Nov. – 4 Dec. 2009. http://earth.eo.esa.int/workshops/fringe09/proceedings /papers/p2_53trig.pdf

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La subsidenza delle piane costiere pugliesi

  • 1. Workshop: Le coste pugliesi: tra prospettive di sviluppo ed esigenze di tutela La subsidenza delle piane costiere pugliesi Massimo Angelo CALDARA Dipartimento di Scienze della Terra e Geambientali Monopoli, 18 gennaio Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” 2013 Hotel Lido Torre Egnazia
  • 2. Innalzamento del livello del mare https://www.e-education.psu.edu/drupal6/files/geog438w/images/module4/sealevelriseforecast.jpg
  • 3. Scenari globali in f delle emissioni di CO2 http://www.ipcc.ch/graphics/2001wg1/large/04.03.jpg http://www.ipcc.ch/graphics/2001wg1/large/1.33.jpg
  • 4. Ingressione marina Gli scenari globali Tavoliere una delle aree più colpite dalla “futura” ingressione marina in Italia
  • 5. Proiezione per il futuro: innalzamento di 50 cm • profondità di • Aree penetrazione inondate nell’entroterra: 650ha 3Km • Aree salse • profondità di e palustri penetrazione 1095ha nell’entroterra: 4Km Tesi di laurea: Triggiani 2007
  • 6. Proiezione per il futuro: innalzamento di 100 cm • profondità di • Aree penetrazione inondate nell’entroterra: 1700ha 5Km • Aree salse • profondità di e palustri penetrazione 800ha nell’entroterra: 6Km Tesi di laurea: Triggiani 2007
  • 7. Attività conoscitive per l'elaborazione del Piano di Bacino Regionale (2000) Studio preliminare sulle aree che potrebbero essere interessate da fenomeni di subsidenza fatto dal Dipartimento di Geologia e Geofisica nel 2000
  • 8. Indizi di subsidenza Rinaturalizzazione dell’area a ridosso dell’Oasi Lago Salso, che era stata Progressiva penetrazione del interessata dalle colmate mare e creazione di una storiche salt marsh a sud dell’Ippocampo Lesioni a manufatti
  • 9. POR Puglia “Coste” 2000-2006: 2000- MONITORAGGIO DEGLI INTERVENTI DI DIFESA COSTIERA E DELL’ EVOLUZIONE DEI LITORALI Rilievi DGPS Rete di capisaldi di precisione realizzati per monitorare la costa con Rilievi esterni Rilievi interni il sistema DGPS Ambito 2 Ambito 3
  • 10. POR Puglia “Coste” 2000-2006: 2000- risultati misure GPS • Differenze fra misure relative ad un intervallo di 29 mesi espresse in metri • In rosso i valori di subsidenza superiori all’errore strumentale • intervallo di osservazione troppo breve
  • 11. Monitoraggio con tecniche SAR Si tenta di utilizzare le tecnologie SAR alle aree costiere al fine di avere un dato attendibile su un periodo di tempo lungo e verificare i trend in atto. Tale metodo sperimentato sull’area campione del Tavoliere potrà, se valido, essere esportato con facilità a tutte le aree costiere. Lo studio è stato realizzato con la collaborazione dell'Istituto di Studi sui Sistemi Intelligenti per l'Automazione (CNR – ISSIA di Bari) Il radar ad apertura sintetica (SAR) é uno strumento costituito da un radar di tipo convenzionale montato su una piattaforma mobile (un aeroplano o un satellite).
  • 12. Immagini radar acquisite ERS-1 dal 1991 al 1995 ERS-2 dal 1991 al 2001 intervallo temporale tra due acquisizioni successive 35 giorni (archivio ESA) https://earth.esa.int/web/guest/missions/esa-operational-eo-missions/ers ENVISAT dal giugno 2003 al giugno 2008, fine missione aprile 2012 intervallo temporale tra due acquisizioni successive 35 giorni (archivio ESA) https://earth.esa.int/web/guest/news/featured-stories/image-gallery-may-12 Immagini radar da acquisire TERRASAR X dal gennaio 2008 intervallo temporale tra due acquisizioni successive 11 giorni (Agenzia Spaziale Tedesca) http:// http://www.dlr.de/dlr/en/desktopdefault.aspx/tabid-10002/
  • 13. SAR: approfondimenti Segue una breve descrizione del metodo. Alcune immagini, protette da copyright, non sono visibili, ma è riportata la fonte da cui si possono trarre. La trattazione, completa di un corso di formazione, è riportata sul Geoportale Nazionale Progetto Persistent Scatterers Interferometry http://www.pcn.minambiente.it /GN/progetto_psi.php?lan=it
  • 14. Geometria di acquisizione Fig. 6 Geometria di acquisizione Tratta da: CORSO Principi base della Tecnica Interferometrica http://-www.pcn.minambiente.it/-PC N/--progetto_psi1.php?lan=it Un sistema radar ad apertura sintetica si basa sull'emissione di impulsi elettromagnetici a microonde. Gli impulsi di energia sono inviati da un’antenna montata sulla piattaforma del satellite ed il segnale di ritorno (eco), dopo aver colpito gli oggetti al suolo, viene registrato da opportuni strumenti presenti a bordo generando un immagine bidimensionale le cui dimensioni sono la distanza dal sensore (range) e la direzione dell’orbita della piattaforma (azimut).
  • 15. Immagini SAR Ogni pixel immagazzina, sotto forma di un numero complesso, le informazioni di ampiezza e di fase derivanti dall’eco degli oggetti (retrodiffusori o scatterers) presenti nella cella di risoluzione che rappresenta. Fig. 6 Misurare le distanze Fig. 5 L’immagine SAR Tratta da: CORSO DI Tratta da: CORSO DI FORMAZIONE FORMAZIONE Principi base della Tecnica Principi base della Tecnica Interferometrica Interferometrica http://-www.pcn.minambiente.it http://-www.pcn.minambiente.it /-PCN/--progetto_psi1.php?lan /-PCN/--progetto_psi1.php?lan =it =it
  • 16. Interferometria SAR L'interferometria SAR si basa sulla combinazione di due immagini SAR della scena, rilevate da posizioni leggermente diverse nello stesso istante o in un tempo differito e permette di seguirne l'evoluzione nel tempo con un'elevata sensibilità agli spostamenti coerenti del suolo.
  • 17. Applicazioni SAR Data una coppia di immagini SAR e nota le posizione di ripresa dei satelliti per ciascuna di esse, sarà possibile ricostruire la posizione 3D di ogni pixel della scena. • Applicazione tipica: analisi della topografia della scena ripresa e generazione di DEM (Digital Elevation Model) ad alta risoluzione.
  • 18. Interferometria SAR L’interferometria SAR va considerata come strumento per l’applicazione della tecnica Permanent Scatters, mediante la quale vengono considerati come “diffusori permanenti” parti di edifici, strutture metalliche, rocce esposte, in generale elementi già presenti al suolo, le cui caratteristiche elettromagnetiche non variano sensibilmente di acquisizione in acquisizione; questo non accade invece alla vegetazione, il cui aspetto muta di continuo. La griglia dei PS si può ritenere come una rete di stazioni GPS “non convenzionale non convenzionale”. Fig. 34 Che cosa sono i Permanent Scatters? Tratta da: CORSO DI FORMAZIONE Principi base della Tecnica Interferometrica http://-www.pcn.minambiente.it /-PCN/--progetto_psi1.php?lan =it
  • 19. Interferometria differenziale (D-InSAR) InSAR) Confronto di immagini derivanti da riprese multitemporali Monitoraggio di fenomeni dinamici: frane, subsidenza, faglie, singoli edifici Fig. 22 Misura Fig 39 Principali applicazioni interferometrica Tratta da: CORSO DI Tratta da: CORSO DI FORMAZIONE FORMAZIONE Principi base della Tecnica Principi base della Tecnica Interferometrica Interferometrica http://-www.pcn.minambiente.it Da: /-PCN/--progetto_psi1.php?lan http://-www.pcn.minambiente.it =it /-PCN/--progetto_psi1.php?lan =it
  • 20. Tecnica dei diffusori permanenti (Permanent Scatterers o PS) identificazione all’interno di una scena di bersagli isolati ed affidabili estremamente stabili nel tempo le misure di deformazione sono effettuate sui Permanent Scatterers precisione nell’ordine di pochi mm/anno
  • 21. Permanent Scatterers Interferometry (PSI) Monitoraggio degli spostamenti verticali di oggetti con caratteristiche di retrodiffusione stabili (manufatti antropici) nell’intervallo di osservazione. Fig. 24 approccio multi immagine Tratta da: CORSO DI FORMAZIONE Principi base della Tecnica Interferometrica http://-www.pcn.minambiente.it /-PCN/--progetto_psi1.php?lan =it
  • 22. Interferometria differenziale SAR: scelta immagini Tornando al nostro problema: subsidenza area costiera del Tavoliere: Immagini acquistate dall’ESA sottoponendo un “Category-1 Project” La scelta delle immagini è fatta utilizzando il software DESCW distribuito dall’ESA Immagini individuate secondo “sistema di coordinate track-frame” che indicano la traccia al suolo del satellite e la posizione di questo sulla sua orbita attraverso il numero del nodo
  • 23. Interferometria differenziale SAR: scelta immagini Per il nostro studio è stata scelta per la serie ascendente la track 315, frame 827 (spostato di 8 nodi rispetto al frame “standard” 819), per quella discendente la track 222, frame 2773 (spostato di 8 nodi rispetto allo standard 2781) 3 serie di immagini ERS ascendenti, ERS discendenti, ENVISAT ascendenti
  • 24. Copertura SAR utilizzata 103 immagini ERS ed ENVISAT che ricoprono un intervallo temporale dal 1992 al 2008 Giallo: ENVISAT ascendenti; azzurro: ERS-1/2 ascendenti; rosso: ERS-2 discendenti
  • 25. Analisi preliminare in ampiezza Distribuzione dei PSC sul frame ENVISAT ascendente TRIGGIANI, 2011
  • 26. Analisi preliminare in ampiezza Si evidenziano per la zona costiera, ampie aree quasi prive di scatteratori (ERS desc) TRIGGIANI, 2011
  • 27. Definizione delle patch Il metodo dei Persistent Scatterers (PS) si è dimostrato estremamente valido in aree ad elevato numero di diffusori (aree urbane), per le aree extraurbane e le aree costiere il numero limitato di bersagli stabili obbliga a compiere l’analisi su aree più piccole (patch), che vengono analizzate indipendentemente e poi correlate. La correlazione avviene settando un offset per ogni patch ossia le velocità vengono misurate rispetto ad un punto di controllo, cioè a meno di un valore costante Laddove è possibile elaborare patch parzialmente sovrapposte si può raccordare con bassi margini d’errore
  • 28. Analisi di fase indipendente L’elaborazione, che porta alla stima della velocità di movimento di ogni PS, viene fatta in maniera indipendente per ognuna delle patch 15 mm/y -15 Velocità medie in mm/a TRIGGIANI 2011
  • 29. Analisi di fase riscalata La velocità del punto di controllo sono modificate in modo da riscalare le velocità dei PS e raccordarle a quelle delle altre patch immaginando un andamento regolare della subsidenza −15 mm/y 15 TRIGGIANI 2011
  • 30. Ricerca del punto di riferimento stabile La ricerca del punto stabile a cui ancorare le velocità di subsidenza è stata condotta utilizzando i tassi di sollevamento calcolati nell’area DE SANTIS et alii, 2010
  • 31. Ricerca del punto di riferimento stabile L’area di Coppa Nevigata risulta quella che da più tempo (410ky) ha subito una variazione minima (0,007mm/y) per cui può essere considerata il punto stabile Coppa Nevigata 0,007 mm/y (410ky) Foce Cervaro -0,21 mm/y Ippocampo(125ky)
  • 32. Particolari elaborazione ERS asc ERS desc 1992-2000 1995-2000 ENVISAT asc 2003-2008
  • 33. Situazione Ippocampo: tendenze tendenze Triggiani et alii 2010
  • 34. Risultati: SAR Si evidenzia la presenza di una deformazione che interessa l’intero intervallo temporale analizzato, spazialmente distribuito a formare una depressione lentiforme centrata sul villaggio turistico Ippocampo Triggiani et alii 2009b
  • 35. Particolari Ippocampo La subsidenza sta accelerando negli ultimi anni Triggiani et alii 2009b soprattutto in corrispondenza della salt marsh
  • 36. Confronto con i dati del progetto VELISAR (INGV, 2007) Ers Desc 1995-2000 Ers asc 1992-2000 Da (http://kharita.rm.ingv.it-/gmaps/vel/-Index_it.htm) Il progetto Velisar utilizza nell’elaborazione l’intero frame e non singole patch. L’area costiera è in subsidenza con massimi incentrati su Zapponeta
  • 37. Confronto con i dati del progetto PST (Ministero dell’Ambiente 2010) ERS Asc 1992-2000 Da: http://-www.pcn.minambiente.it/-PC N/--progetto_psi1.php?lan=it Anche questo progetto utilizza nell’elaborazione l’intero frame e non singole patch. L’area costiera è in subsidenza a partire dal T. Cervaro raggiungendo il massimo a Zapponeta
  • 38. Confronto con i dati del progetto PST (Ministero dell’Ambiente 2010) ERS Asc 1995-2000 Da: http://-www.pcn.minambiente.it/-PC N/--progetto_psi1.php?lan=it L’area costiera è in subsidenza a partire dal T. Cervaro raggiungendo il massimo a Zapponeta
  • 39. Confronto dati vari progetti Velisar Ministero Dipartimento di Geologia e Ambiente Geofisica CNR - ISSIA Bari ERS ERS ERS ENVISAT (1992-2000) (1992-2000) (1992-2000) (2003-2008) (mm/y) (mm/y) (mm/y) (mm/y) Zapponeta -14 <vel <-8 -15 <vel< -9 ±-7 * ±0 * Ippocampo -14 <vel <-5 -9 <vel < -4 -10 <vel <-4 -12< vel< -7 salt marsh NO DATA Vel < -20 -6 ** Vel < -25 * La differenza viene dal difficile raccordo tra la pacht dell’Ippocampo e quella di Zapponeta, dovuta a pochi PS fra le due Tesi PhD Triggiani 2011 aree ** Il valore è solo indicativo poiché ricavato da pochi PS
  • 40. Validità Interferometria differenziale e futuri monitoraggi Tutti i metodi mettono in evidenza che l’area è in subsidenza, solo non vi è perfetto accordo sull’entità. Negare la sua esistenza e dire che sarebbe il caso di iniziare un monitoraggio con sistemi GPS vuol dire che molti studiosi hanno sprecato tempo e soldi pubblici inutilmente. E’ invece il caso di individuare le cause del problema e trovarne i rimedi. Comunque è il caso di continuare il monitoraggio con questa metodologia acquisendo le immagini ENVISAT dal 2008 al 2012 e tutte le future TERRASAR X che hanno un intervallo temporale tra due acquisizioni successive di soli 11 giorni. Al fine di risolvere i problemi legati alla scarsità e/o mancanza in alcune aree di PS validi sarebbe il caso di installare una rete di coppie di riflettori artificiali ad hoc
  • 41. La subsidenza nel Tavoliere… • Subsidenza naturale connessa con fenomeni tettonici e isostatici • Subsidenza naturale connessa con i fenomeni di compattazione dei sedimenti di origine recente • Subsidenza antropica
  • 42. La subsidenza nel Tavoliere: fenomeni tettonici Coppa Nevigata 0,007 mm/y (410ky) Foce Cervaro -0,21 mm/y Ippocampo(125ky) Subsidenza naturale connessa con fenomeni tettonici e isostatici è pari a 0,21 mm/a valore registrato negli ultimi 125.000 anni (DE SANTIS et alii, 2010)
  • 43. La subsidenza nel Tavoliere: • Subsidenza naturale connessa con i fenomeni di compattazione dei sedimenti di origine recente (Olocene spessore interessato 5-20 metri) Carotaggio eseguito il località Sciale delle Rondinelle - Manfredonia (FG)
  • 44. La subsidenza nel Tavoliere • Subsidenza naturale connessa con i fenomeni di compattazione dei sedimenti relativi a colmate storiche (spessore interessato 2-3 metri) Voli IGM 1955: F. 164 Foggia str.139 f. 8914; 1972: F. 164 Foggia str.1 f. 10239
  • 45. La subsidenza nel Tavoliere: cause antropiche • compattazione dei sedimenti per carico geostatico o per applicazione di sovraccarichi. • consolidazione dei terreni sciolti a grana fine in seguito all’estrazione di acque sotterranee (emungimento). Immagine delle campagne del Tavoliere con numerosi pozzi e vasconi Lesioni dovute a subsidenza per per raccolta di acque. Volo 2005 emungimenti
  • 46. La subsidenza nel Tavoliere: cause antropiche • processi di erosione e trasporto di particelle fini (“piping”) all’interno di pozzi mal realizzati o che prelevano portate eccessive. Tale processo porta alla formazione di vere e proprie cavità nel sottosuolo e genera un impoverimento tessiturale Esempio di materiale portato in superficie da pozzo per acqua realizzato con filtri errati
  • 47. La subsidenza nel Tavoliere: cause antropiche • consolidazione per estrazione di idrocarburi. La subsidenza si manifesta come risultato della compattazione in profondità delle rocce serbatoio e conseguente deformazione dei terreni di copertura sovrastanti
  • 48. Possibili cause subsidenza Ippocampo 1975 Si noti l’area poco coltivata e poco antropizzata Volo IGM 1975: F. 164 Foggia str.1 f. 10239
  • 49. Possibili cause subsidenza Ippocampo Agricoltura molto sviluppata con conseguente prelievi in falda in zona di divieto assoluto di emungimento Immagini tratte da Google Earth
  • 50. Altre possibili cause subsidenza Ippocampo Negli ultimi anni, in concomitanza di eventi meteomarini intensi, alcune aree retrodunari vengono allagate e si stanno convertendo in “salt marsh” Allagamenti area “Ippocampo” (Manfredonia)
  • 51. Altre possibili cause subsidenza Ippocampo Processi dovuti a variazioni volumetriche delle argille connesse alla variazione della soluzione circolante, ancora tutti da studiare, collegati: all’ingressione dell’acqua marina a seguito di mareggiate al graduale miscelamento e sostituzione dell’acqua dolce delle varie falde sfruttate e presenti al di sopra delle argille subappennine con acqua salata (spessore interessato fino a 100 metri)
  • 52. Proiezione per il futuro a cui si dovrà aggiungere la subsidenza • profondità di • Aree penetrazione inondate nell’entroterra: 1700ha 5Km • Aree salse • profondità di e palustri penetrazione 800ha nell’entroterra: 6Km Tesi di laurea: Triggiani 2007
  • 53. Lavori citati AA.VV. (2000) - Attività conoscitive per l'elaborazione del Piano di Bacino Regionale. Rapporto interno Regione Puglia realizzato dal Dipartimento di Geologia e Geofisica dell’Università degli Studi di Bari. AA.VV. (2009) – Monitoraggio fisico degli interventi di difesa delle coste già finanziati e realizzati, misura 1.3 – Azione 2b e 4 del POR Puglia 2000-20006. Rapporto interno Regione Puglia. DE SANTIS V., CALDARA M., DE TORRES T. & ORTIZ E. (2010) - Stratigraphic units of the Apulian Tavoliere plain (Southern Italy): chronology, correlation with marine isotope stages and implications regarding vertical movements. Sedimentary Geology, 228, 225-270, 7 figg., 2 tabb., Amsterdam. MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE - DIREZIONE GENERALE PER LA DIFESA DEL SUOLO. Corso di formazione: Principi base della Tecnica Interferometrica. http://www.pcn.minambiente.it/-PCN/-- progetto_psi1.php?lan=it MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE - DIREZIONE GENERALE PER LA DIFESA DEL SUOLO. Progetto Persistent Scatterers Interferometry: http://www.pcn.minambiente.it/-PCN/--progetto_psi1.php?lan=it TRIGGIANI M. (2007) Ricostruzione storico-ambientale dell’evoluzione della bassa valle del Candelaro mediante tecniche di analisi e comparazione GIS. Tesi di Laurea Specialistica in Scienze della Natura, Università di Bari TRIGGIANI M. (2011) Le tecniche di interferometria radar applicate allo studio della subsidenza nel Golfo di Manfredonia (FG). Tesi di Dottorato in Geomorfologia e Dinamica Ambientale ciclo XXIII, 92 pp., ISBN 978-88-7522-039-6. TRIGGIANI M., REFICE A., CAPOLONGO D., BOVENGA F., CALDARA M. (2009a) - Studio della Subsidenza nel Golfo di Manfredonia (FG) con Ausilio di Tecniche D-InSAR. Atti 13 Conferenza Nazionale ASITA, Bari 1-4 dicembre 2009, pp. 1795-1800, ISBN 978-88-903132-2-6. TRIGGIANI M., REFICE A., CAPOLONGO D., BOVENGA F., CALDARA M. (2009b) - Investigation of subsidence in the Manfredonia Gulf (Southern Italy) through multitemporal DInSAR techniques. Geophysical Research Abstracts, Vol. 11, EGU2009-7341-1, 2009EGU General Assembly 2009. TRIGGIANI M., REFICE A., CAPOLONGO D., BOVENGA F. & CALDARA M. (2010) - Investigation of Subsidence in the Manfredonia Gulf (Southern Italy) Through Multitemporal DInSAR Techniques, Proc. FRINGE 2009, ESA SP-677, Frascati, Italy, 30 Nov. – 4 Dec. 2009. http://earth.eo.esa.int/workshops/fringe09/proceedings /papers/p2_53trig.pdf