Aspetti e Problemi del Destination Management - Il caso Sanremo.
Prof. Cozzi, Dott.ssa Panero, Dott.ssa Satornino, Facoltà di Economia, Università di Genova
1. CONCLUSIONI PROVVISORIE
Negli ultimi tre mesi del nostro incarico di ricerca sulla situazione, sui problemi e sulle
prospettive delle attività turistiche di Sanremo, mentre cercavamo di offrire, con questo
rapporto, un quadro il più possibile sistematico degli aspetti oggetto del nostro esame, la
grande crisi internazionale economico-finanziaria si è andata via via irrefrenabilmente
propagando, con caratteristiche strutturali di lungo periodo da tutti non adeguatamente
previste quanto a profondità e possibile durata.
Anche il turismo, su scala mondiale, ne ha già risentito, anche se è oggi difficile
disporre di misure affidabili dei suoi effetti in questo importante settore dell’economia
mondiale e, specialmente, delle sue diverse conseguenze quanto a riduzione e diversione
dei vari tipi di flussi che lo compongono.
La maggiore organizzazione internazionale che riunisce gli operatori dell’industria dei
viaggi e delle vacanze (la WTTC), com’è nel suo abituale modo di valutare le dinamiche
del turismo mondiale ponendosi in una prospettiva di lungo periodo, sta però rivedendo i
suoi scenari per il prossimo decennio, con una previsione sempre caratterizzata da una
forte crescita dei flussi turistici internazionali, con una crescente partecipazione, come aree
di origine e di destinazione dei viaggi turistici, delle economie emergenti, a cominciare
dalla Cina, già oggi al secondo posto sia per quanto riguarda sia il PIL prodotto al suo
interno dai flussi turistici in entrata, sia gli investimenti in strutture destinate al turismo, e
con un cambiamento della composizione dei flussi turistici internazionali dovuto alla
crescente partecipazione dei giovani e dei giovanissimi.
L’Italia, nelle previsioni WTTC, continua la sua parabola discendente, che l’ha già
portata all’ottavo posto mondiale quanto a PIL prodotto dal turismo e che nel prossimo
decennio dovrebbe collocarla al nono o al decimo posto, scavalcata, forse, oltre che dal
Canada, forse anche dalla Russia, dopo avere, nell’ultimo decennio, perso posizione nei
confronti della Spagna e della Gran Bretagna.
In questa gelida primavera, soffrono molto le prenotazioni pasquali, anche nelle
maggiori città d’arte italiane, mentre si sta chiudendo, con cali minori di quelli previsti, la
stagione sciistica alpina. A differenza di quanto accadeva alcuni mesi or sono, all’inizio
della grande crisi, le cancellazioni di ordinativi si susseguono nella nautica da diporto di
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2. lusso ed alcuni gruppi italiani, leaders mondiali in questo campo, si trovano in difficoltà
economico-finanziarie molto gravi. E’ questo un segno, forse, del fatto che la grande crisi,
quando si arresterà, aprirà la via ad una forma di sviluppo economico meno squilibrata
quanto a distribuzione dei redditi e dei patrimoni personali nei Paesi più avanzati? Ce lo
auguriamo, ma non ne siamo, ovviamente, certi, con buona pace per il diportismo di
altissima gamma, quello che garantisce ai grandi porti turistici la maggiore redditività per
metro di banchina occupato. Speriamo anche che l’uscita dalla grande crisi metta in moto
meccanismi di crescita più rispettosi di un uso razionale delle risorse non rinnovabili e
dell’ambiente in generale, aspetto quest’ultimo, di cui non siamo, ovviamente, certi, di
particolare rilevanza anche per la ripresa del turismo in una prospettiva di sostenibilità di
lungo periodo.
In Italia, in questa fase in cui la crisi del turismo sembra acuirsi, i responsabili politici
centrali e periferici continuano ad indicare le varie forme di attività turistica come
componenti di un sistema rilevante per la produzione del reddito e per l’occupazione, ma –
come accadeva del resto con i precedenti governi – alle parole seguono fatti concreti molto
modesti (molto più modesti di quelli che vengono posti in atto dai nostri maggiori
concorrenti mediterranei, a cominciare dalla Spagna) e, specialmente, si assiste in questo
campo ad una continua dispersione delle risorse finanziarie via via rese disponibili.
Alle tre grandi minacce per il turismo italiano denunciate dal World Economic Forum
di Ginevra (l’assenza di una politica e di una governance unitaria, la carenza di
infrastrutture e lo scarso sviluppo di forme avanzate di web marketing del turismo), se ne
sta forse aggiungendo un’altra, di cui sono responsabili parecchi governi regionali, specie
del Sud: la creazione di sistemi turistici locali, che, dopo avere inghiottito gli scarsi fondi
pubblici disponibili, sono destinati a restare in gran parte inattivi perché privi o comunque
molto carenti di capacità imprenditoriali e di efficaci interazioni di sistema.
In questo contesto, che la grande crisi che stiamo attraversando ci fa forse tratteggiare
in modo troppo pessimistico, la Liguria si presenta come una regione ricca di contrasti, più
che all’inizio del nuovo secolo.
In termini quantitativi, almeno in una delle aree turistiche liguri, quella che più
tempestivamente ha saputo e potuto organizzarsi come un sistema locale molto integrato,
le prossime vacanze pasquali non presenteranno alcuna contrazione dei flussi turistici,
nonostante la diversione di alcuni flussi esteri (tedeschi, statunitensi, giapponesi) sostituiti
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3. da altri. Il Parco delle Cinque Terre, forte della sua immagine e delle sue concrete
iniziative dal lato dell’offerta, continua ad essere la piccola punta di diamante del turismo
che ha la Liguria come propria destinazione. Lo stesso non vale per il Tigullio, almeno
stando alle previsioni di breve periodo del maggiore consorzio tra albergatori
prevalentemente di alto livello (Portofino Coast) mentre a Genova la situazione è fluida:
buona per il congressuale, meno buona per i flussi business e dove l’ONTAN
(Osservatorio Nazionale del Turismo dell’Acqua e della Nautica) presenta per i prossimi
anni uno scenario particolarmente ottimistico del reddito che verrà generato dalla nautica
da diporto, non distinguendo però chiaramente gli indotti locali con quelli che locali non
sono e non saranno lungo l’intera filiera considerata (comprensiva della cantieristica
specifica). In tutto il Ponente Ligure invece le rilevazioni di breve periodo sono molto
preoccupanti e, nonostante i metodi di calcolo che si prestano ad alcune osservazioni
critiche, sono ben riflesse anche dalle stime più recenti dell’Osservatorio regionale
(Unioncamere-Isnart) per le province di Savona e di Imperia nel loro complesso.
Federalberghi Liguria accentua dal canto suo le notazioni pessimistiche di breve periodo,
indicando disdette di prenotazioni alberghiere per le vacanze pasquali e carenze di
prenotazioni alberghiere per luglio-agosto “mai registrate in passato”.
In termini qualitativi l’amministrazione regionale: da un lato continua la defatigante
messa a punto dei regolamenti attuativi del Testo Unico per il Turismo dello scorso anno,
che contiene, tra l’altro, misure di riqualificazione molto discusse dagli operatori, come la
riclassificazione delle categorie alberghiere o osteggiate apertamente dalla loro
maggioranza, come i vincoli al cambiamento delle destinazioni d’uso degli immobili
alberghieri, dall’altro rende operativo, di concerto con le banche, il fondo “ad hoc” per
l’incentivazione con contributi in conto interessi ed ora anche in conto capitale, del
finanziamento degli investimenti di riqualificazione delle strutture turistiche da parte delle
PMI e per l’acquisto degli immobili alberghieri da parte dei gestori che non dispongono
della loro proprietà. Sul piano promozionale si sviluppa rapidamente l’articolazione per
tematiche dei fattori di attrattiva turistica della Liguria e del loro materiale illustrativo
multimediale da parte della rinnovata Agenzia Regionale, mentre acquista una particolare
valenza, nel tentativo di fronteggiare la crisi e di recuperare una parte dei flussi tedeschi di
nicchia, la presenza dei vertici regionali alla recente Borsa Internazionale del Turismo di
Berlino.
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4. In questo contesto di (molte) ombre e di (poche e fievoli) luci, gli autori di questo
rapporto sono molto curiosi di sapere cosa sta accadendo e quali previsioni si fanno per il
breve periodo in campo turistico a Sanremo, ossia nella città con specifico riferimento alla
quale hanno svolto il loro lavoro di ricerca nell’ultimo biennio ed in modo particolare nel
2008.
Più che la rilevanza della commessa di ricerca1, ciò che li ha spinti a cercare di
occuparsi nel modo più sistematico possibile e più coerente con i loro convincimenti di
fondo sugli ingredienti da utilizzare per un rilancio sostenibile del turismo nella specifica
situazione ligure, è stata proprio la curiosità di capire e trasferire nei loro astratti modelli di
analisi scientifica, se – e in quale misura – una città che ha saputo bloccare negli ultimi
anni le tendenze fortemente recessive dei flussi turistici da essa attratti, che ha saputo
sostituire con flussi da altre aree di provenienza i flussi esteri pregressi perduti, che può
contare su forme diversificate di turismo e che si è potuta avvalere di una governance
almeno in parte innovativa del complesso sistema turistico locale, sia destinata a
galleggiare o a sprofondare nella crisi attuale.
Oltre che da questa legittima curiosità, gli autori di questo studio sono animati dalla
speranza che i risultati delle loro analisi conoscitive e gli spunti di riflessione che hanno
cercato di trarne non vengano – come purtroppo spesso accade un po’ in tutti i campi, ma
in modo particolare in campo turistico - del tutto dispersi restando inutilizzati dagli
operatori del settore e/o dai policy makers.
Questo non tanto perché si tratta di risultati di particolare rilevanza rispetto a quelli di
altre analisi con cui avrebbero dovuto connettersi come base conoscitiva per un programma
turistico territoriale locale, ma perché, dopo averli frequentati in alcune occasioni, gli
autori di questa ricerca sono convinti che i sanremesi, nonostante tutti i loro difetti e le loro
contraddizioni, sono gente che sa fare cose nuove in campo turistico e che sarebbe quindi
un vero peccato vederli costretti dalla crisi a ridurre il loro impegno in questo campo.
1
Che la curiosità scientifica sia stata la principale “molla” che ha spinto il gruppo di lavoro della Facoltà di
Economia dell’Università di Genova ad occuparsi dei problemi turistici di Sanremo è dimostrato dal fatto che
una dottoressa di ricerca con esperienze internazionali e una borsista laureata con specifiche competenze in
questo campo hanno dedicato a questa ricerca un anno del loro lavoro a tempo pieno e che un vecchio
docente universitario da un lato ed una decina di giovanissime intervistatrici dall’altro hanno lavorato per
questa ricerca a titolo completamente gratuito.
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