Le forme allotropiche del C-Palestini e Pancia.docx
Van Gogh: l'entusiamo che nasce dall'attrattiva delle cose (28 marzo 2012)
1. Vita e Destino
quasi-Soireé filosofiche, letterarie e artistiche!
a cura di Riccardo Guidetti
Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce
dall’attrattiva delle cose”
28 marzo 2012 ore 21.00 Camplus Alma Mater
2. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
“Bé, cosa vuoi, quello
che uno ha dentro
traspare anche al di fuori.
Uno ha un grande fuoco
nel suo cuore e nessuno
viene mai a scaldarsi
vicino, e i passanti non
vedono che un po’ di
fumo in cima al camino,
e poi se ne vanno per la
loro strada”
(Lettera a Theo, luglio 1880)
Autoritratto con cappello grigio, 1887
3. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Presunta foto di Van Gogh, 1886
Autoritratto, settembre 1889
4. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
La vita va … a periodi
• fino a 15 anni l’infanzia nel Brabante (1853-1868)
• dai 16 ai 23 anni il lavoro in Goupil (1869-1876)
• dai 24 ai 26 anni il mestiere del padre (1877-1879)
• dai 27 ai 34 anni il disegno e la pittura (1880-1887)
• dai 35 ai 37 anni i capolavori e la malattia (1888-1890)
5. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
L’infanzia nel Brabante (1853-1868)
•Theodorus Van Gogh, padre del pittore, dopo gli studi
teologici compiuti a Utrecht, il 1 aprile 1849 era stato
assegnato come pastore calvinista alla Parrocchia di Groot
Zundert, paesino di circa seimila abitanti del Brabante
olandese, non lontano dalla frontiera belga. Nel maggio 1851
aveva sposato Anne Cornelie Carbentus, nata a L’Aia nel
1819, figlia di un facoltoso rilegatore di corte.
• Il 30 marzo 1853 nasce Vincent a Zundert, secondogenito
rispetto a un fratello omonimo venuto alla luce senza vita
esattamente un anno prima
• Il 1 maggio 1857 nasce sempre a Groot Zundert, il
quartogenito Theodorus, detto Theo.
6. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
L’infanzia nel Brabante (1853-1868)
• Il 1 ottobre 1864, dopo aver frequentato per qualche tempo
la scuola pubblica di Zundert, Vincent entra (a 11 anni) come
pensionante nel collegio protestante di Zevenbergen dove
rimarrà fino all’agosto 1866. Inizia a studiare il francese,
l’inglese e il tedesco. Primi disegni.
• Il 15 settembre 1866 viene iscritto ad un’altra scuola
presbiteriale sempre nel Bramante del Nord che abbandonerà
il 15 marzo 1868 per problemi economici e scarso profitto.
E’ una infanzia pervasa dalla poesia della vita rurale,
un’atmosfera serena il cui fascino fu indimenticabile:
“Rimarrà sempre in noi qualcosa dei campi e della landa del
Brabante”, scriverà più tardi a Theo.
7. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Il lavoro in Goupil (1869-1876)
• Il 30 luglio 1869 (a 16 anni) parte per l’Aia, dove, per
l’interessamento dello zio paterno, mercante di quadri, è
assunto come apprendista nella filiale della Goupil, una
grossa azienda, attiva nel mercato dell’arte contemporanea,
che ha la sede principale a Parigi. Il lavoro di Vincent
consiste nella vendita di riproduzioni di opere d’arte. Legge
molto e frequenta i musei della città.
• All’inizio del 1873 sempre per interessamento dello zio,
Theo entra a sua volta nella filiale Goupil di Bruxelles. Nel
maggio, dopo un breve incontro con Theo a Bruxelles,
Vincent è trasferito alla filiale di Londra della Goupil dove
rimarrà per quasi due anni, conducendo vita assai ritirata. In
arte ammira l’Angelus di Millet. Dopo il lavoro fa lunghe
passeggiate nei parchi e sulle rive del Tamigi, fissando
talvolta le sue impressioni in rapidi schizzi che poi distrugge.
8. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Il lavoro in Goupil (1869-1876)
• Nel 1874 Vincent s’innamora di Ursula Loyer, figlia della
proprietaria della pensione dove alloggia dal agosto 1873, e si
dichiara proponendole il fidanzamento, ma la ragazza, pur
non insensibile alle sue attenzioni, gli rivela di essere già
fidanzata. Il colpo è durissimo: cupo e irascibile, per distrarsi
disegna.
• Nell’ottobre 1874, per aiutarlo a riprendersi lo zio ottiene il
trasferimento di Vincent nella sede centrale della Goupil a
Parigi. Visita i musei, entusiasmandosi per il Seicento
Olandese. Nella sua camera a Montmartre, tappezzata di
riproduzioni di Rembrant e Millet, commenta assiduamente la
Bibbia e legge l’Imitazione di Cristo.
• Il 1 aprile 1876 (a 23 anni) viene licenziato dalla Goupil,
divenuta nel frattempo Boussod & Valadon, dal nome dei
nuovi proprietari.
9. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Il mestiere del padre (1877-1879)
• Nel 1877 scrive a Theo: “Mi sento attratto dalla religione e
desidero consolare gli umili. Penso che il mestiere di pittore e
di artista sia bello, ma credo che il mestiere di mio padre sia
più sacro”. A maggio parte per Amsterdam, per prepararsi
agli esami di ammissione alla Facoltà di Teologia.
Nel maggio 1878, l’esito degli esami di ammissione è
negativo. Ad agosto inizia il noviziato alla scuola di
evangelizzazione di Laekem a Bruxelles, ma pur risultando
un buon allievo non ottiene la nomina a causa del suo
carattere indipendente, refrattario ad ogni sottomissione.
• Nel dicembre 1878 si trasferisce nella regione mineraria del
Borinage (Belgio meridionale): insegna ai bambini, visita i
malati e i poveri, commenta la Bibbia ai minatori, disegna.
Medita ancora con estatico trasposto l’Imitazione di Cristo.
10. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Il mestiere del padre (1877-1879)
• Nel gennaio 1879 ottiene un nomina provvisoria come
evangelista laico sempre nel Borinage.
Abita nella modesta casa del fornaio Denis, ma, giudicandola
troppo confortevole e volendo mettere in pratica gli
insegnamenti evangelici, si trasferisce in una baracca, dove
dorme su un pagliericcio.
Dona ogni suo avere ai poveri, cammina a piedi nudi,
converte un alcolizzato, cura con una devozione senza limiti i
contagiati da una epidemia di tifo.
Allarmate dell’eccessivo zelo di Vincent, il consiglio
ecclesiastico di Bruxelles, scaduti i sei mesi, non gli rinnova
l’incarico, concedendogli tre mesi per trovarsi un’altra
occupazione.
11. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Chi ben comincia …
A 15 anni abbandona la scuola
per problemi economici e scarso profitto
A 21 anni viene rifiutato dalla ragazza
A 23 viene licenziato dopo 8 anni come commerciante
d’arte per cambio proprietario azienda
A 25 anni non viene ammesso alla facoltà di Teologia e
non ottiene la nomina a Pastore a causa del suo
carattere indipendente, refrattario ad ogni sottomissione
A 26 anni non viene confermato nell’incarico di
evangelista laico a causa del suo eccessivo zelo
12. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Il disegno e la pittura (1880-1887)
Nel 1880 (a 27 anni) prende lezioni di prospettiva e studia anatomia
da solo. In ottobre si trasferisce a Bruxelles e si iscrive
all’Accademia di Belle Arti. Esegue disegni delle opere di Millet, che
ammira per la serenità e quel senso di vivere etico che essa emana.
Jean-François Millet, Angelus, 1856
Vincent Van Gogh, Angelus, 1880
13. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
• Nell’estate 1881 si innamora della cugina Kate
Vos, di sette anni più anziana di lui e rimasta
vedova, che cercherà inutilmente di conquistare.
• Scrive a Theo alla fine del 1881:
“Theo, che grandi cose sono il tono e il colore! E
chiunque non impari a sentirli, vive lontano dalla
vera vita”.
“Disegno moltissimo e mi sembra di far progressi”.
“Devo poter esprimere attraverso il disegno e la
pittura quello che ho dentro la mente e il cuore”.
(Etten, dicembre 1881)
15. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Jean-François Millet, il seminatore, 1850
Vincent Van Gogh, il seminatore, 1881
16. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Scrive a Theo nel gennaio 1882:
“La mia giovinezza se n’è andata, non certo il mio
amore per la vita”
Con la fine del 1881, ma soprattutto col 1882 Van
Gogh passa dal semplice disegno al dipinto,
convinto che:
“il cielo, la terra, il mare richiedono l’uso del
pennello nel senso che, se si vuole rappresentarli
attraverso il solo disegno, è indispensabile saper
usare il pennello con la sensibilità che questo
mezzo richiede”. (Lettera (223) a Theo, 5 agosto L’Aia)
E sempre ad agosto:
“Mentre dipingo sento in me una potenza
coloristica che prima non possedevo, una cosa
forte di vasta portata”.
17. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
“si può
respirare in
esso, e
camminarvi
e sentire
l’odore del
bosco”
(Lettera (227) a
Theo, 20 agosto
L’Aia)
Vincent Van Gogh, Ragazza in abito bianco nel bosco, agosto 1882
18. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Nel 1883
studia i
problemi del
colore per
prepararsi a
dipingere a
olio.
Durante
l’estate riceve
la visita di
Theo, che gli
fornisce i
soldi per
comperare il
materiale
necessario.
Vincent Van Gogh, Campi di Tulipani, 1883
19. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Periods
Nuenen and Antwerp (1883-1886)
Paris (1886–1888)
Arles (Feb 1888 - May 1889)
Saint-Rémy (May 1889 – May 1890)
Auvers-sur-Oise (May–July 1890)
20. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Nel 1884 dipinge
numerose tele
che hanno come
soggetto i
tessitori e la torre
del cimitero di
Neunen.
Da lezioni di
pittura ad alcuni
dilettanti, tra cui
un orefice nella
cui casa esegue
sei dipinti
decorativi per la
sala da pranzo.
Vincent Van Gogh, La vecchia torre di Neunen, febbraio-marzo 1884
21. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Scrive a Theo nel luglio 1884: “le leggi dei colori sono inesprimibilmente belle, proprio perché non sono dovute al caso”.
Vincent Van Gogh, Tessitore al telaio, giugno-luglio 1884
22. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Vincent Van
Gogh,
Filari di pioppi
al tramonto
ottobre 1884
Viale dei pioppi
in autunno
fine ottobre
1884
23. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Nel 1885 (a
32 anni)
dipinge,
oltre a vari
ritratti di
contadini, il
primo
capolavoro,
I mangiatori
di Patate.
Vincent Van Gogh, I mangiatori di patate, aprile 1885
24. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
« ho voluto, lavorando, far capire che questa povera gente,
che alla luce di una lampada mangia patate servendosi dal
piatto con le mani, ha zappato essa stessa la terra dove
quelle patate sono cresciute; il quadro, dunque, evoca il
lavoro manuale e lascia intendere che quei contadini hanno
onestamente meritato di mangiare ciò che mangiano. Ho
voluto che facesse pensare a un modo di vivere
completamente diverso dal nostro, di noi esseri civili. Non
vorrei assolutamente che tutti si limitassero a trovarlo bello o
pregevole »
(Lettera (404) a Théo van Gogh, aprile 1885)
« So benissimo che la tela ha dei difetti ma, rendendomi
conto che le teste che dipingo adesso sono sempre più
vigorose, oso affermare che I mangiatori di patate, insieme
con le tele che dipingerò in avvenire, resteranno »
(Lettera (409) a Théo van Gogh, maggio 1885)
25. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Si può vedere nel
dipinto delle
scarpe di Van
Gogh la
rappresentazione
di un oggetto
vissuto dall'artista
come una parte
importante di se
stesso, un
oggetto nel quale
il pittore si
osserva come in
uno specchio
Meyer Schapiro
Vincent Van Gogh, Un paio di scarpe,1886
26. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
«Nel quadro di Van Gogh non potremmo mai stabilire dove si trovino
quelle scarpe. Intorno a quel paio di scarpe da contadino non c'è nulla di
cui potrebbero far parte, c'è solo uno spazio indeterminato. Grumi di
terra dei solchi o dei viottoli non vi sono appiccicati, denunciandone
almeno l'impiego. Un paio di scarpe da contadino e null'altro. Tuttavia ...
nell'orifizio oscuro dell'interno logoro si palesa la fatica del cammino
percorso lavorando. Nel massiccia pesantezza della calzatura è
concentrata la durezza del lento procedere lungo i distesi e uniformi
solchi del campo, battuti dal vento ostile. Il cuoio è impregnato
dell'umidore e dal turgore del terreno. Sotto le suole trascorre la
solitudine del sentiero campestre nella sera che cala. Per le scarpe
passa il silenzioso richiamo della terra, il suo tacito dono di messe
mature e il suo oscuro rifiuto nell'abbandono invernale. Dalle scarpe
promana il silenzioso timore per la sicurezza del pane, la tacita gioia
della sopravvivenza al bisogno, il tremore dell'annuncio della nascita,
l'angoscia della prossimità alla morte»
(Martin Heidegger, L’origine dell’opera d’arte)
27. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Periods
Nuenen and Antwerp (1883-1886)
Paris (1886–1888)
Arles (Feb 1888 - May 1889)
Saint-Rémy (May 1889 – May 1890)
Auvers-sur-Oise (May–July 1890)
28. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
• Verso la fine del novembre 1885, desideroso di riprendere
contatto con l’ambiente artistico e di vendere qualche tela,
Vincent parte per Anversa: non rivedrà più l’Olanda. Visita i
Musei della città, attratto da Rubens, la cui influenza si farà
ben presto sentire nell’uso di tinte più forti e brillanti.
• Nel gennaio del 1886 si iscrive all’Ecole des Beaux-Arts
dove l’insegnamento è gratuito e maggiore è la possibilità di
trovare ogni giorni nuovi modelli. Frequenta la classe di
pittura, poi quella di disegno. Ben preso entra in polemica
con gli insegnanti, data la sua insofferenza per i metodi
dell’insegnamento accademico.
• A fine febbraio 1886, Vincent parte improvvisamente per
Parigi. In aprile, volendo dare al suo disegno qualcosa della
tipica morbidezza francese, frequenta lo studio di Cormon,
dove incontro tra gli altri Emile Bernard e Toulouse-Lautrec.
Ma è un’esperienza di breve durata, poiché Vincent non
sopporta lo sterile accademismo cui lo costringe Cormon.
29. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Vincent Van
Gogh,
Vaso con
gladioli
rossi,
1886
Valore oggi
9,5 milioni
dollari
Vincent Van Gogh, Papaveri, 1886
30. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
“Cercare
la vita
nel colore,
il vero
disegno è
modellare
col colore”
(Parigi, 1886)
Vincent Van
Gogh,
Il 14 luglio a
Parigi,
1886
32. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
• Sempre nel 1886 Theo gli fa incontrare Monet, Sisley,
Pissarro, Degas, Renoir, Seurat, Signac e altri. Nei primi tempi
del soggiorno parigino dipinge vari autoritratti, nature morte e
composizioni con fiori in cui la tessitura coloristica risente
della lezione impressionistica.
Verso la fine dell’anno, conosce Gauguin, che era giunto a
Parigi da Pont-Aven in novembre.
• In luglio 1887 scrive a Theo: “Per riuscire occorre
ambizione, e l’ambizione mi sembra assurda … E poi voglio
ritirarmi in qualche posto del sud, per non dover vedere tanti
pittori che , come uomini, mi disgustano”.
• Nel 1887 espone insieme a Bernard e Gauguin, opere
proprie (per esempio L’interno di un ristorante) dipinte
secondo la tecnica pointilliste inaugurata da Signac.
33. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Paul Signac,
Il
veliero, 1887
Vincent Van Gogh,
Interno di un ristorante, 1887
34. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Vincent Van Gogh,
Autoritratto con il
cavalletto
Gennaio 1888
Parigi
35. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Periods
Nuenen and Antwerp (1883-1886)
Paris (1886–1888)
Arles (Feb 1888 - May 1889)
Saint-Rémy (May 1889 – May 1890)
Auvers-sur-Oise (May–July 1890)
36. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
I capolavori e la malattia (1888-1890)
• Nel febbraio 1888, stanco della vita parigina e intristito dal
clima troppo rigido e grigio, dopo aver rifiutato un invito di
Gauguin di seguirlo a Point-Aven, parte per il sud, alla ricerca
del colore e del sole. Si stabilisce ad Arles, in Provenza.
“La natura è straordinariamente bella qui” scrive a Theo:
inizia l’esplosione della sua arte.
• A maggio invia a Theo ventisei dipinti e affitta l’ala destra di
una casa (la celebre “casa gialla”) in cui spera di riunire una
comunità di artisti.
• Nel luglio 1888 scrive a Theo: “Più divento dissipato,
malato, vaso rotto, più io divento artista, creatore […]
Quest’arte viva, questo germoglio verde che spunta dalle
radici del vecchio tronco tagliato, sono cose talmente
spirituali che ci assale una certa malinconia pensando con
quanta minor fatica si sarebbe potuta vivere la vita, invece di
fare dell’arte”.
37. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Scrisse alla sorella Wilhelmina:
« La natura di questo paesaggio meridionale non può
essere resa con precisione con la tavolozza di un
Mauve, per esempio, che appartiene al Nord e che è un
maestro e rimane un maestro del grigio. La tavolozza di
oggi è assolutamente colorata: celeste, arancione rosa,
vermiglio, giallo vivissimo, verde chiaro, il rosso
trasparente del vino, violetto. Ma, pur giocando con tutti
questi colori, si finisce con il creare la calma, l'armonia »
(Lettera (W 3) da Arles, aprile 1888)
38. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
"alla
ricerca
del sole e
di sé
stesso"
Vincent Van Gogh,
Il ponte di
Langlois ad Arles
con lavandaie
marzo 1888
41. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
«Attualmente sono preso dagli alberi da frutto in fiore: peschi rosa, peri
bianco-gialli. Non seguo alcun sistema di pennellatura: picchio sulla
tela a colpi irregolari che lascio tali e quali. Impasti, pezzi di tela lasciati
qua e là scoperti, angoli totalmente incompiuti, ripensamenti, brutalità:
insomma, il risultato è, sono portato a crederlo, piuttosto inquietante e
irritante, affinché non faccia la felicità delle persone con idee preconcette
in fatto di tecnica. ... Pur lavorando sempre direttamente sul posto,
cerco di cogliere nel disegno ciò che è essenziale; poi gli spazi, limitati
da contorni espressi o no, ma in ogni caso sentiti, li riempio di toni
ugualmente semplificati, nel senso che tutto ciò che sarà suolo
parteciperà di un unico tono violaceo, che tutto il cielo avrà una
tonalità azzurra, che le verzure saranno o dei verdi blu o dei verdi
gialli, esagerando di proposito, in questo caso, le qualità gialle o blu.
Insomma, mio caro amico, in ogni caso niente 'trompe-l'oeil' ».
(Lettera al pittore Emile Bernard, Arles, aprile 1888)
46. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
“La solarità del
Mezzogiorno
agisce su di me
come un vino
che va alla testa
(... ) Lavoro
anche in pieno
mezzogiorno, in
pieno sole, senza
nessuna ombra,
nei campi di
grano, e ne
gioisco come
una cicala“.
Vincent Van Gogh,
Mietitura in
provenza
giugno 1888
50. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
«Mio caro Theo, ti scrivo finalmente da Saintes-Maries sul
Mediterraneo. Il Mediterraneo ha un colore come quello degli
sgombri, vale a dire è cangiante, non si sa bene è verde o viola, non
si sa sempre se c’è del blu, perché a seconda del riflesso cangiante
prende una tinta rosa o grigia.
…
Ho passeggiato una notte lungo il mare sulla spiaggia deserta, non
era ridente, ma neppure era triste, era … bello. Il cielo di un azzurro
profondo era punteggiato di nuvole d’un azzurro più profondo del
blu base, di un cobalto intenso, e di altre nuvole d’un azzurro più
chiaro, del lattiginoso biancore delle vie lattee. Sul fondo azzurro
scintillavano delle stelle chiare, verdi, gialle, bianche, e rosa chiare,
più luminose delle pietre preziose che vediamo anche a Parigi –
perciò era il caso di dire: opali, smeraldi, lapislazzuli, rubini, zaffiri ».
(Lettera Lettera a Théo van Gogh, Saintes-Maries-de-la-Mer, 22 giugno 1888)
52. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
«Vorrei fare il ritratto di un amico artista [...]. Quest'uomo
dovrebbe essere biondo. E vorrei mettere nel quadro la stima
e l'amore che ho per lui. Lo ritrarrei dunque così come è, più
fedelmente possibile, per cominciare. Ma il quadro non
sarebbe terminato così. Per finirlo farò il colorista arbitrario.
Esagererò il biondo dei capelli, arrivando ai toni arancione, ai
gialli cromo, al limone pallido. Dietro la testa, invece di
dipingere il muro banale del misero appartamento, dipingerò
l'infinito, farò uno sfondo semplice del blu più ricco, più
intenso che riuscirò ad ottenere; da questa semplice
combinazione, la testa bionda, illuminata su questo sfondo
blu sontuoso, rende un effetto misterioso come di stella
nell'azzurro profondo».
(Lettera a Théo van Gogh, 11 agosto 1888)
54. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
“Nel
ritratto del contadino mi sono regolato con lo
stesso sistema. Tuttavia senza pretendere in questo
caso di evocare lo splendore misterioso di una pallida
stella dell'infinito. Ma immaginando l'uomo terribile che
dovevo fare in mezzo al forno della mietitura, in pieno
mezzogiorno. Da ciò gli arancioni sfolgoranti come ferro
arroventato, da ciò i toni di oro vecchio luminoso nelle
ombre”.
(Lettera a Théo van Gogh, 11 agosto 1888)
55. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
« dipingere degli uomini e delle donne con un non so
che di eterno [...] mediante la vibrazione dei nostri colori
[...] il ritratto con dentro il pensiero, l'anima del modello
[...] esprimere l'amore di due innamorati con il
matrimonio di due colori complementari, la loro
mescolanza e i loro contrasti, le vibrazioni misteriose
dei loro contrasti [...] esprimere la speranza con qualche
stella. L'ardore di un essere con un'irradiazione di sole
calante [...] non è forse una cosa che esiste
realmente? »
(Lettera (531) a Théo van Gogh, settembre 1888)
57. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
«Sto lavorando su sette tele da 30 ... e per ultimo a uno
studio del Rodano, della città illuminata dai lampioni a
gas riflessi nel fiume blu. In alto il cielo stellato con il
Gran Carro, un luccichio di rosa e verde sul campo blu
cobalto del cielo stellato, laddove le luci della città e i
suoi crudeli riflessi sono oro rosso e verde bronzeo»
(Lettera (553b) a Théo van Gogh, 2 ottobre 1888)
60. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
"Nel mio quadro sul Caffè di notte ho cercato di
esprimere l'idea che il caffè è un posto dove ci si può
rovinare, diventar pazzi, commettere dei crimini. Inoltre
ho cercato di esprimere la potenza tenebrosa quasi di
un mattatoio, con dei contrasti tra il rosa tenero e il
rosso sangue e feccia di vino, tra il verdino Luigi XV e il
Veronese, con i verdi gialli e i verdi blu intensi, tutto ciò
in un'atmosfera di una fornace infernale di zolfo pallido“.
(Lettera a Théo van Gogh, 11 settembre 1888)
63. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
• Nell’ottobre 1888, dopo numerosi inviti di Vincent e una
accorta mediazione di Theo, Gauguin giunge ad Arles: i due
pittori vivono e lavorano insieme, ma dopo le prime settimane
di serenità i loro rapporti si deteriorano.
“E’ raro che Vincent ed io si sia d’accordo su qualcosa,
soprattutto quando si tratta di pittura” scrive Gauguin a
Bernard. Il 20 dicembre scrive a Theo: “Vincent ed io non
possiamo assolutamente vivere insieme in pace per
incompatibilità di carattere, ed entrambi abbiamo bisogno di
tranquillità per il nostro lavoro. E’ un uomo di notevole
intelligenza, lo rispetto assai e mi dispiace di dovermene
andare; ma ripeto; è necessario”.
65. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
« ho fatto, sempre come decorazione, un quadro della mia
camera da letto, con i mobili in legno bianco, come sapete.
Ebbene, mi ha molto divertito fare questo interno senza
niente, di una semplicità alla Seurat; a tinte piatte, ma date
grossolanamente senza sciogliere il colore; i muri lilla
pallido; il pavimento di un rosso qua e là rotto e sfumato;
le sedie e il letto giallo cromo; i guanciali e le lenzuola
verde limone molto pallido; la coperta rosso sangue, il
tavolo da toilette arancione; la catinella blu; la finestra
verde. Avrei voluto esprimere il riposo assoluto attraverso
tutti questi toni così diversi e tra i quali non vi è che una
piccola nota di bianco nello specchio incorniciato di nero,
per mettere anche là dentro la quarta coppia di
complementari »
(Lettera a Gauguin (B 22) Arles, ottobre 1888)
66. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Vincent Van Gogh,
La sedia di Vincent, novembre 1888
Vincent Van Gogh,
La sedia di Gauguin, novembre 1888
70. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Paul Gauguin, Alberi blu (Verrà il tuo
turno bellezza!), novembre 1888
Vincent Van Gogh, Les Alyscamps, foglie che
cadono, novembre 1888
73. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Paul Gauguin,
Autoritratto,
les miserables
novembre-dicembre
1888
74. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Paul Gauguin,
Vincent Van
Gogh che
dipinge i girasoli
dicembre 1888
75. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Fare una pittura di idee, in contrapposizione con la pittura naturalistica
degli impressionisti; non per spirito di contraddizione, ma per mia
necessità di spirito; ecco il problema che mi si presentava […] Come si
potevano rappresentare le cose come idea? La mia risposta mi sembrava
semplice.
Dal momento che l’idea è la forma delle cose che l’immaginazione
raccoglie, occorreva dipingere non avendo di fronte a sé la cosa, bensì
ricavandola dall’immaginazione, che l’aveva raccolta e ne conservava
l’idea. Così l’idea della cosa avrebbe conferito al soggetto del quadro, o
meglio al suo ideale (la somma delle idee), la forma opportuna. La
semplificazione, o sintesi, si imponeva da principio in quanto insita
nell’idea: infatti l’idea conserva solo l’essenziale delle cose percepite, e di
conseguenza ne rifiuta il dettaglio. La memoria non trattiene ogni cosa, ma
solo ciò che colpisce lo spirito. E dunque forme e colori diventano
semplici, in una unità eguale.
Dipingendo a memoria, avevo il vantaggio di abolire l’inutile complicazione
delle forme e dei colori […] dello spettacolo osservato rimaneva una
schema” (Emile Bernard, agosto 1888)
76. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Paul Gauguin,
La visione del
sermone,
agosto-settembre
1888
77. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Emile Bernard,
Donne bretoni in
un prato (Il Pardon
a Pont-Aven),
agosto-settembre
1888
78. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Riferendosi ad uno studio dell’interno del Caffè di notte
eseguito per Bernard e ai propri recenti sviluppi artistici, Van
Gogh confessava all’amico: “Non voglio firmare questo
studio perché non lavoro mai a mente. Ci sarà del colore che
ti piacerà, ma ancora una volta faccio per te uno studio che
preferirei non fare. […] Faccio quello che faccio
abbandonandomi alla natura, senza pensare a questo o
quello. […] Sono talmente curioso del possibile e di ciò che
realmente esiste, che è scarso il desiderio e il coraggio di
cercare l’ideale quale potrebbe risultare dai miei studi astratti.
[…] continuo a masticare natura. Esagero, qualche volta
cambio un po’ nel motivo, ma in definitiva non invento l’intero
quadro, lo trovo invece già fatto, ma da scovare, nella natura”
(Vincent Van Gogh, ottobre 1888)
79. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Vincent Van Gogh, Girasoli agosto 1888
Vaso con quindici girasoli gennaio 1889
80. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
“La vena della mia aspirazione va e viene, ma non è solamente
sempre negativa.
… Ora riuscire a fondere quegli ori, e quei toni di fiori – il primo
venuto non riesce a farlo, ci vuole tutta l’energia e l’attenzione di un
individuo.
… Ma se vuoi puoi esporre le due tele di girasoli. Gauguin sarebbe
contento di avere una delle due, e molto volentieri faccio a Gauguin
un piacere di una certa consistenza. Egli desidera dunque una di
quelle due tele: bene, ne rifarò una, quella che vuole
... Tu sai d’altra parte che Gauguin ama moltissimo quei quadri. Mi
ha detto, fra le altre cose: “Questo … è … il fiore”
(Lettera a Théo van Gogh, Arles, 23 gennaio 1889)
Gauguin, andandosene nei mari del sud, portò con se due quadri di girasoli.
Ancora nel 1900, a Tahiti, ordinò che dei semi di girasole gli fossero inviati da
Parigi.
81. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
• Il 23 dicembre 1888, secondo il racconto di Gauguin, Vincent
cerca di colpirlo con un rasoio: Gauguin spaventato lascia la
casa e va a dormire in una albergo.
• Durante le notte, Vincent si taglia il lobo dell’orecchio
sinistro. Il postino lo trova a letto, sanguinante e svenuto.
Viene ricoverato in ospedale dove per tre giorni rimane privo
di conoscenza. Theo, avvertito da Gauguin che subito lascia
Arles, accorre al capezzale del fratello. Contro ogni
previsione, le condizioni di Vincent migliorano rapidamente
nel giro di pochi giorni.
• Nel gennaio 1889 riprende a lavorare pur se afflitto da
fastidiose insonnie e da ricorrenti attacchi nervosi. Dipinge i
due ritratti con l’orecchio tagliato.
82. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Vincent Van Gogh, Autoritratto con
orecchio tagliato, gennaio 1889
Vincent Van Gogh, Autoritratto con
orecchio tagliato e pipa, gennaio 1889
83. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Periods
Nuenen and Antwerp (1883-1886)
Paris (1886–1888)
Arles (Feb 1888 - May 1889)
Saint-Rémy (May 1889 – May 1890)
Auvers-sur-Oise (May–July 1890)
84. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
I capolavori e la malattia (1888-1890)
• Il 9 febbraio 1889, in seguito ad allucinazioni determinate dal
timore che qualcuno voglia avvelenarlo, viene nuovamente
ricoverato per qualche giorno; altro ricovero alla fine del
mese.
• Nel marzo, una petizione con ottanta firme che richiede
l’internamento di Vincent viene presentata al sindaco di Arles.
Per ordine della polizie viene così ricondotto in ospedale.
• All’inizio di aprile 1889 riceve la visita di Signac, insieme al
quale gli è consentito di far ritorno alla “casa gialla”. Signac
vi ammira dei quadri meravigliosi.
85. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Vincent Van Gogh,
Corsia
dell’opedale di
Arles
aprile 1889
86. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Vincent Van Gogh,
Giardino
dell’ospedale di
Arles
aprile 1889
87. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
• A fine aprile 1889 spedisce a Theo due casse di dipinti e
disegni. Ma qualcosa è irreversibilmente cambiato in lui,
confessa al Reverendo del paese: “Non sono capace di
amministrarmi e di governarmi: mi sento molto diverso da
prima”.
• L’8 maggio 1889, pur in un periodo di relativa tranquillità,
lascia Arles per la vicina Saint-Rémy ed entra
volontariamente in una casa di cura dove su sua richiesta gli
vengono assegnate due stanza, una delle quali per dipingere.
• Il 9 maggio scrive alla cognata: “Non vedo alcuna possibilità
di riacquistare speranza o coraggio”.
88. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
“Volevo dirti che credo di avere fatto bene a venire qui, innanzitutto perché
vedendo la realtà della vita dei pazzi e dei vari squilibrati di questo serraglio
mi passa il timore vago, la paura della cosa in se stessa. Per quello che so,
il dottore qui è incline a considerare ciò che ho avuto come un attacco di
natura epilettica. Ma non ho chiesto di più.
… Ne sto facendo altri due – dei fiori di iris viola e ciuffo di lilla, due spunti
presi nel giardino. Mi sta tornando l’idea di lavorare e credo che mi
torneranno anche molto presto tutte le mie facoltà lavorative. Solo che il
lavoro mi assorbe talmente che credo che resterò per sempre astratto e
incapace di cavarmela per tutto il resto della mia vita”
(Lettera a Théo van Gogh, Saint-Rémy, 9 maggio 1889)
Pare oramai accertato che la malattia di cui soffriva Van Gogh fosse una forma di
psicosi epilettica senza attacchi di epilessia (latente epilessia mentale). Questo
male si manifesta periodicamente con crisi di durata indefinita, preceduta dai
cosiddetti “stati crepuscolari” e seguite da torpore. Fra una crisi e l’altra il
paziente si comporta in modo del tutto normale. Nel caso di Van Gogh queste
crisi duravano da due settimane a un mese; alla fine, egli aveva un ricordo
piuttosto confuso delle terribili allucinazioni di cui era vittima.
94. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
“Questa mattina dalla mia finestra ho guardato a lungo
la campagna prima del sorgere del Sole, e non c'era che
la stella del mattino, che sembrava molto grande.
Daubigny e Rousseau hanno già dipinto questo,
esprimendo tutta l'intimità, tutta la pace e la maestà e in
più aggiungendovi un sentimento così accorato, così
personale”.
(Lettere a Theo van Gogh, primi di giugno 1889)
NB: Venere alla fine di maggio e ai primi di giugno 1889 era effettivamente al
massimo di luminosità ed era osservabile poco prima dell'alba. Grazie ad un
software astronomico è stata identificata la data di esecuzione dell'opera nelle
ore che precedono l'alba del 23 maggio 1889, difatti se si confronta la
disposizione dei corpi celesti, la fase e l'altezza della luna ci si accorge che il
cielo è il medesimo.
95. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Vincent Van Gogh,
Ulivi con le Alpilles
sullo sfondo
giugno 1889
97. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
« Gli ulivi con la nuvola bianca e lo sfondo di montagne, così come
il sorgere della luna e l'effetto notturno, costituiscono
un'esagerazione dal punto di vista dell'esecuzione; le linee sono
incisive come quelle degli antichi legni. Là dove queste linee sono
serrate e volute comincia il quadro, anche se può sembrare
esagerato. È un po' quello che sentono Bernard e Gauguin. Non
ricercano la forma esatta di un albero, ma vogliono assolutamente
che sia definito se essa è tonda o quadrata, e io do loro ragione,
perché sono esasperato dalla perfezione fotografica e banale di
certuni [...] io mi sento spinto a ricercare, se vuoi, uno stile, ma
intendendo con questo un disegno più maturo e più intenzionale
[...] gli studi disegnati con grandi linee nodose come nell'ultimo
invio non erano quello che dovevano essere, ma voglio convincerti
che nei paesaggi si continuerà ad ammassare le cose mediante un
disegno che cerca di esprimere il groviglio delle masse »
(Lettere a Theo (607 e 613) settembre-ottobre 1889)
99. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Vincent
Van Gogh,
Campo di
grano con
cipressi
settembre
1889
100. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
• Il 28 ottobre 1889 scrive a Theo: “La malinconia mi
riprende spesso con grande violenza, e più la salute ritorna
normale e più riesco a ragionare freddamente, più mi
sembra una follia fare della pittura che ci costa tanto e non
rende niente, neanche le spese”.
• E nel novembre: “Il fatto è che in questo mese ho lavorato
tra gli uliveti perché mi avevano fatto arrabbiare i loro Cristi
nell’orto degli Ulivi (ndr. di Bernard e Gauguin), dove non
c’era niente di reale. […] E’ nostro dovere pensare e non
sognare. […] Ciò che ho fatto è un realismo un po’ duro e
grossolano accanto alle loro astrazioni, ma servirà a dare la
nota agreste e saprà di terra”.
105. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Vincent Van Gogh,
Ulivi con cielo
giallo e sole
novembre 1889
106. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Vincent Van Gogh,
Uliveto con due
figure
dicembre 1889
107. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
E in una lettere accorata scrive il 20 novembre 1889 a Bernard:
“Io adoro il vero, il possibile, e se mai sono capace di uno
slancio spirituale, allora mi inchino davanti a quello studio,
forte da far tremare, di Millet, i contadini che portano al
cascinale un vitello nato nei campi. […] Si tratta davvero di
ritemprarsi bene nella realtà, senza un piano progettato in
anticipo. […] Mi sono lasciato ben impregnare dell’aria delle
montagnole e dei frutteti, poi vedrò. La mia ambizione si
limita a qualche zolla di terra, al grano che germoglia, un
oliveto, un cipresso”.
“mi è così cara la verità, mi è così caro cercare di fare il vero
che credo di preferire rimanere un calzolaio piuttosto che
un musicista con i colori“.
(lettera (626) a Théo van Gogh, 12 febbraio 1890)
109. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Paul Gauguin, Da dove veniamo?, Chi siamo?, Dove andiamo?, 1897-1898
Van Gogh avrebbe potuto dipingere un quadro così?
110. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
• All’inizio di dicembre spedisce a Theo tre pacchi di dipinti;
gli ultimi giorni dell’anno è colto da un’altra violenta crisi,
durante la quale, cerca di ingerire i colori.
• Il 31 gennaio 1890 nasce a Parigi il figlio di Theo che viene
chiamato Vincent come lo zio, che ne è il padrino e gli dedica
i Rami in mandorlo in fiore. Theo gli comunica che il Vigneto
rosso è stato venduto per 400 franchi (l’unico che venderà in
vita).
111. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Vincent Van Gogh,
Il burrone
(Les Peiroulets)
dicembre 1889
119. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Periods
Nuenen and Antwerp (1883-1886)
Paris (1886–1888)
Arles (Feb 1888 - May 1889)
Saint-Rémy (May 1889 – May 1890)
Auvers-sur-Oise (May–July 1890)
120. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
• Una violenta crisi impedisce a Vincent di lavorare per un
mese Ad aprile 1890 dieci sue tele vengono esposte a Parigi
e Monet le giudica il miglior contributo alla mostra.
.
• A maggio si trasferisce a Auvers, una località
raccomandatagli da Pissarro, che definisce di una “bellezza
severa”.
• Nel periodo di Auvers in poco più di due mesi dipinge circa
ottanta tele tra ritratti e paesaggi, tra cui, celeberrimo, quello
dello stesso dottor Gachet, di sua figlia Margherita al
pianoforte e la Chiesa di Auvers.
121. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Vincent Van Gogh,
Vaso con Iris con
sfondo giallo
maggio 1890
122. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Vincent Van Gogh,
Viale di cipressi
sotto il cielo
stellato
maggio 1890
123. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Vincent Van Gogh,
Ritratto del dottor
Gachet
giugno 1890
124. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
« lavoro al suo ritratto; la testa, con un berretto bianco, molto
bionda, molto chiara; anche la carnagione delle mani molto
bianca, un frac blu e uno sfondo blu cobalto; appoggiato a
una tavola rossa, sopra la quale c'è un libro giallo e una
pianta di digitale dai fiori purpurei [...] Gachet è
assolutamente fanatico di questo ritratto »
(Lettera (638) a Théo van Gogh, 4 giugno 1890 )
« Vorrei fare dei ritratti che tra un secolo, alla gente di quel
tempo, sembrassero delle apparizioni. Non cerco di
raggiungere questo risultato attraverso la somiglianza
fotografica, ma attraverso un'espressione appassionata,
impiegando come mezzo di espressione e di esaltazione del
carattere la nostra conoscenza e il nostro gusto moderno del
colore »
(Lettera (W 22) a Wilhelmina van Gogh, giugno 1890)
126. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
« Ho un'immagine più grande della chiesa del villaggio
con effetto in cui la costruzione sembra essere viola
contro un cielo di semplice blu scuro, cobalto puro; le
finestre sembrano come macchie di blu oltremare, il
tetto è viola e parzialmente arancione. Sullo sfondo,
alcune piante in fiore e sabbia con il riflesso rosa del
sole. Ed ancora una volta è simile agli studi che ho fatto
a Nuenen della vecchia torre del cimitero, solo
probabilmente ora il colore è più espressivo, più
sontuoso ».
(Lettera (W22) a Wilhelmina van Gogh, 5 giugno 1890)
127. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Vincent Van Gogh, La vecchia torre del cimitero di Neunen, 1885
128. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
« Mi sono rimesso al lavoro, anche se il pennello
mi casca quasi di mano e, sapendo
perfettamente ciò che volevo, ho ancora dipinto
tre grandi tele. Sono immense distese di grano
sotto cieli tormentati, e non ho avuto difficoltà
per cercare di esprimere la mia tristezza,
l'estrema solitudine »
(Lettera (649) a Théo van Gogh, Auvers-surOise, luglio 1890)
129. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Vincent Van Gogh, Campo di grano sotto un cielo nuvoloso, luglio 1890
130. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Vincent Van Gogh, Auvers sotto la pioggia, luglio 1890
131. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
• Nel luglio 1890 Vincent esprime a Theo dubbi sulla sua utilità; dipinge il
Campo di grano con corvi, e il 14, festa nazionale francese, Il municipio di
Auvers.
Vincent Van Gogh, Campo di grano con corvi, luglio 1890
132. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Vincent Van Gogh,
Il municipio di
Auvers
14 luglio 1890
133. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Vincent Van Gogh,
Covone sotto un
cielo nuvoloso
luglio 1890
134. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
«In quanto a me, sono totalmente preso da questa
infinita distesa di campi di grano su uno sfondo di
colline, grande come il mare, dai colori delicati, gialli,
verdi, il viola pallido di un terreno sarchiato e arato,
regolarmente chiazzato dal verde delle pianticelle di
patate in fiore: tutto sotto un ciclo tenue, nei toni azzurri,
bianchi, rosa, violetti. Sono completamente in una
condizione di calma persino eccessiva, proprio nello
stato che occorre per dipingere ciò»
(Lettera (650) a Théo van Gogh, Auvers-surOise, luglio 1890)
135. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Vincent Van Gogh,
Campi di grano (la
pianura di Anvers)
luglio 1890
137. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
Vincent
Van Gogh,
Campo di
grano con
fiori di mai
luglio 1890
138. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
«Per il mio lavoro, io rischio la
vita, e la mia ragione vi è quasi
naufragata …»
(Lettera (652) trovatagli addosso il 29 luglio 1890)
139. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
• Il 27 luglio, uscito nel pomeriggio per lavorare, rincasa la
sera dopo essersi sparato una revolverata al torace (l’arma
non verrà mai ritrovata). Accorre il dottor Gachet, che
provvede a medicarlo e a informare dell’accaduto Theo, che
giunge il mattino dopo, accolto da Vincent con le seguenti
parole: “L’ho fatto per il bene di tutti, ho mancato il colpo
anche questa volta”.
• Il 29 luglio 1890, poco dopo l’una di notte, Vincent muore,
dopo avere trascorso l’intera giornata seduto sul letto a
fumare la pipa. “La tristezza durerà comunque tutta la vita.
Ora desidererei ritornare” dice a Theo prima di spirare.
Vincent ha scritto 821 lettere, di cui 668 al fratello, e ha
lasciato oltre 1300 tele.
140. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
«Guardare le stelle mi fa sempre
sognare, così come lo fanno i puntini
neri che rappresentano le città e villaggi
su una cartina. Perché, mi chiedo, i
puntini luminosi del cielo non possono
essere accessibili come quelli sulla
cartina della Francia? Come prendiamo
il treno per andare a Tarascona o a
Rouen, così prendiamo la morte per
raggiungere le stelle»
(Lettera a Théo van Gogh, 1888)
141. Vincent Van Gogh
“L’entusiasmo che nasce dall’attrattiva delle cose”
È imparagonabile l’entusiasmo che nasce
dalla bellezza rispetto all’entusiasmo che
nasce dalla dedizione (Luigi Giussani)
Credono di amare Dio perché non amano
nessuno (Charles Peguy)
Il miglior modo per amare Dio è amare
molte cose (Vincent Van Gogh)